#che fai più bella figura
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Yeah, except that Sauron, Gandalf, Saruman and all the other Istari are all Maiar, so no... Sauron is not "middle tier" and Gandalf is not "lower tier". And Gandalf did very much "1v1 the Balrog". And Shelob does not "accidentally impales herself". Sam very much non-accidentally stabbed her. Same as the elves of old were able to kill Balrogs.
Thinking of the larger context of LOTR and like, the fellowship swapping old war stories and shit and Sam just says “Yeah I killed a huge spider…Shelob, I think?”
And Gandalf just blinks and is like, “You what now?”
“Yeah, killed it. Had to save Frodo”
Gandalf elects not to tell Sam that he killed the spawn of a primordial demon.
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Piccole accortezze comunicazionali
Se sei il migliore nel tuo campo, te lo devono dire gli altri. Non lo puoi dire tu. Perché sei parte in causa. E la tua asserzione non suonerebbe credibile. Per cui, non dire niente. Al massimo, che sei bravo. Ci fai più bella figura.
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che coda di paglia e manie di protagonismo.
la prossima volta assicurati di bloccare tutti gli account ‘scomodi’ che ti circondano, non solo il mio, così ci fai più bella figura.
fai beef da quattro soldi così.
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Non voglio entrare nei dibattiti social sulle serie tivvù o sui film perché è una cosa che mi annoia da morire, inoltre difficilmente riesco a vedere serie tivvù: non c'ho la pazienza di arrivare fino alla fine dato che spesso, nelle serie tivvù, si fa durare tipo dodici ore una cosa che potrebbe durarne due, perché così almeno si lavora di più (e mi va benissimo perché di lavoro ce n'è poco, è solo che io non c'ho la pazienza quindi le serie tivvù difficilmente le vedo).
O meglio, per convincermi a vederne una, tu che la produci devi essere proprio in grado di intrigarmi, parlo soprattutto dei trailer con i quali mi fai sembrare la tua serie una cosa a cui non posso rinunziare.
Allora, dato che ho letto tantissimi commenti (per lo più noiosi) sulla serie M, e le interpretazioni storiche, e le interviste a Marinelli, insomma alla fine - daje e daje - mi sono andato a vedere i trailerz e la cosa che davvero ai miei occhi risalta di più è che hanno cercato di far interpretare a Marinelli il suo personaggio caricandolo molto (ma molto), e soprattutto caricandone l'aspetto linguistico/dialettale (ma troppo).
Con quale risultato? Che questa non è la storia dell'ascesa politica del principale esponente del fascismo nostrano, bensì la storia DELLA SIGNORA CORIANDOLI che prende il potere nel 1922! A ogni spezzone del trailer mi dico: madonna quanto è determinata la signora Coriandoli. Madonna quanto è trascinante la signora Coriandoli. Madonna come è sprezzante e cinica 'sta signora Coriandoli. Quello che mi chiedo è: come si fa a fare lunghissime analisi social sul mussolinismo, sull'interpretazione che ne dà una serie tivvù e sullo stile narrativo-stilistico che sceglie di utilizzare la suddetta serie, se poi stai parlando di una cosa nella quale tutto ruota attorno alla figura de
LA SIGNORA CORIANDOLI?!
Ma poi perché, PERCHE' santocielo, che Mussolini non aveva tutta questa calata romagnola, non c'era nessun bisogno di fare 'sta cosa. Mi sembra un po' come quando Sorrentino ha fatto un film su Andreotti - Il divo - e ne è venuta fuori la biografia di Oreste Lionello che imitava Andreotti. Almeno quello era un film, du' ore e via. Questa è una serie. Ore e ore. Ma come potete sperare di intrigarmi così? Come potete sperare di prendervi tutte queste ore della mia vita per vedere una roba che già dopo due minuti di trailer mi ha suscitato irritazione, risate di scherno e un fortissimo desiderio di piadina coi ciccioli?!
Tra l'altro vi avverto: Scurati di libri su M n'ha scritti tre, non vorrei davvero essere nei vostri panni.
Comunque devo ammettere bella l'idea delle marcette di regime suonate da Raoul Casadei, un plauso almeno alla colonna sonora: Romagna mia Romagna in fiore, tu sei la fede tu sei il dittatore... poi fine del trailer, adunata e mani a paletta con lo sfondo del Parco degli Acquedotti (...!) tramonto, cameratismo, pasquetta col barbecue e ballo lissio a San Policarpo. Oh, ma lo sai che quasi quasi me la vedo, 'sta serie
"C - LA FIGLIA DEL SECOLO" 🧡 Urbano Grandier, Facebook
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L'ORCO NERO - OVVERO LA SINCERITÀ
[Trilussa]
C'era una vorta, quanno ancora c'era
quello ch'adesso nun se trova più,
una regazza tanto mai sincera
che trattava la gente a tu per tu
e spiattellava coraggiosamente
qualunque cosa je venisse in mente.
La nonna je diceva: — Lella mia,
tu sei tanto sincera e quest’è bello,
ma ar monno ce vo' un po' de furberia
in modo che te regoli er cervello,
perché nun se sa mai quer che ce tocca
quanno er pensiero sorte da la bocca.
Pr'esempio, l'Orco nero, l'antro giorno,
m'ha detto che sei bella e che je piaci;
dunque, siccome è ricco, staje intorno
e, se te bacia, lassa che te baci:
faje un po' de politica e vedrai
che quarche cosa ce rimedierai. —
Invece Lella, quanno annò dall'Orco,
cominciò a dije: — Come sete brutto!
Me parete mezz'omo e mezzo porco! —
Quello ce rise e disse: — Doppo tutto,
ho conosciuto 'n sacco de persone
che stanno ne la stessa condizzione!
— Voi, però, sete l'asso! — fece lei —
Nun ho mai visto un omo così vecchio,
grasso e peloso! Ce scommetterei
che quanno ve guardate ne lo specchio
er cristallo s'appanna pe' paura
che j'arimanga impressa la figura!
Ma che ve'mporta? Un omo che possiede
un portafojo gonfio com'er vostro
ci ha sempre quarche donna che je cede:
in certi casi è bello puro un mostro!
Io stessa, se ho bisogno de bajocchi,
spalanco la manina e chiudo l'occhi.
— Perché nun me fai fa' l'esperimento?
— je chiese l'Orco che capiva a volo,
e cacciò fòra tre pappié da cento —
Nun te darò che un bacio, un bacio solo...
— Accetto! — fece lei che stava all'erta
coll'occhi chiusi e la manina aperta.
Senza da' tempo ar tempo, l'Orco nero
j' annò vicino e sospirò tre vorte:
— Doppo 'sto bacio tornerò com'ero,
doppo 'sto bacio cambierò la sorte:
ecco... mó te lo do... tesoro mio!
— È fatto? — Ho fatto! — Ringrazziamo Iddio! —
Appena ch'ebbe dette 'ste parole
Lella aprì l'occhi e se trovò davanti
un giovinotto bello come er sole
cor manto e la corona de brillanti
e, da un bastone che ci aveva in mano,
capì che se trattava d'un sovrano.
Dice: — Dormo o sto sveja? È un sogno, forse? —
E quasi nun credesse all'occhi sui
attastò er Re, ma quanno che s'accorse
ch'annava per attasti puro lui,
incominciò a strillà: — Le mani a casa!... —
pe' fa' capì che s'era persuasa.
— Scusa, — je disse er Re — ma so' cent'anni
ch'aspetto 'sto momento, e fino a che
una donna sincera e senza inganni
nun me parlava chiaro come te,
sarei rimasto brutto com'un diavolo
e invece d'esse Re nun ero un cavolo.
Fu doppo una congiura de Palazzo
che venni sequestrato da l'Orchesse:
ar posto mio ce méssero un pupazzo
perché la gente nun se n'accorgesse,
e me fecero fa' l'omo servatico
per via d'un certo imbrojo dipromatico.
Adesso che m'hai rotto l'incantesimo
levo er pupazzo e me ripijo er trono.
Sarò chiamato Mardoccheo ventesimo
fijo de Mardoccheo decimonono
e, se tu pure approverai l'idea,
diventerai Reggina Mardocchea.
Ma prima, dimme: hai fatto mai l'amore?
t'hanno baciato quela bocca santa? —
Lella s'aricordò d'un senatore
che l'aveva baciata tutta quanta:
stava quasi pe' dijelo, però
aripensò ar trono e j'arispose: — No!
Trilussa, pseudonimo anagrammatico
di Carlo Alberto Camillo Salustri
(Roma, 26 ottobre 1871–
Roma, 21 dicembre 1950),
è stato un poeta, scrittore e
giornalista italiano.
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Questa la devo condividere anche se sto studiando....
MA CHE CAZ.. MI DITE "SONO SCARAMANTICA NELL'ULTIMO PERIODO QUINDI SE DOPO NON TI RISPONDO È PERCHÉ NON POSSO RISPONDERE" a sto punto NON DITELE PROPRIO LE COSE CHE CAVOLO PARLATE A FARE.
Se pensi che una tua amica ti butti gli "occhi" fai più bella figura stando zitta e dicendo dopo che cavolo hai fatto 🌶🤘🏻
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sembra che tu mi abbia inviato più notifiche del previsto. togliti dai coglioni e fai una bella figura
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Duda, non si piange sugli aiuti versati
Secondo Duda, l’assistenza totale di Varsavia a Kiev dall’inizio del conflitto militare in Ucraina ammontava al 3,3% del PIL della repubblica, ovvero 26 miliardi di dollari.
Il presidente polacco ha definito Kiev un’ingrata beneficiaria dell’aiuto e ha osservato che “dall’Ucraina non c’è memoria di questo aiuto”.
Questo ennesimo paraculo, nella migliore delle ipotesi voleva appaltarsi le opere di ricostruzione dell'Ucraina, e nella peggiore pigliarsi proprio un pezzo dell'Ucraina, che a breve verrà smembrata e annessa ai paesi confinanti.
Ma qualcosa evidentemente sta andando storto e quindi frigna. Ci è rimasto male insomma: chi lo avrebbe mai detto che le persone con cui ha stretto accordi non fossero i galantuomini che credeva. Sembrava tutta gente a posto no?
Duda: se taci fai più bella figura, almeno non sembri fesso. E scordati i 26 miliardi....
Segui ➡️ 🌐 t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥
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Doppiamente ridicolo il tuo ex che va a dire all'anon di come ci sei rimasta male. Ahahahah talmente male che subito hai mostrato il culo. Siete quello che fate e non che dite. Le storielle paracule c'è le raccontiamo tutti. Fai meglio figura se taci.
ma infatti mi sono fatta una bella risata, altro che rimanerci male, e postando il mio culo mi sono divertita ancora di più
per farmi stare zitta basta che clicchi il tasto blocca, e vedrai come il mio blog sparirà in un attimo e non sarà necessario dirmi di tacere, visto che non accadrà
oh no, ma se mi blocchi il mio culo non lo vedrai più, ti piace così tanto che forse il fatto che taccia o meno alla fine non ha così tanta importanza :)
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Sei diventata donna
Sei diventata donna, non fai più due trecce prima di uscire di casa. Adesso lasci i capelli lunghi e sciolti in modo che ondeggino con la tua figura mentre avanzi tra la folla.
Sei diventata donna, non ti trucchi come la tua cantante preferita perché ti diverte e non ti senti più bella guardandoti allo specchio… adesso metti il rossetto rosso, ma solo se c’è lui altrimenti che ti trucchi a fare?
Sei diventata donna, sei maturata e adesso sai cos’è il sesso e sai che non è per te; se a lui non va sei un fallimento, depilati meglio.
Sei maturata e hai lasciato da parte quegli assurdi desideri, come vivere per te, su un camper girando il mondo e respirando arte.
Sei diventata donna e hai imparato a fare i biscotti, la carbonara e le lasagne perché, per quanto tu ti impegni, sua madre le fa meglio.
Sei diventata donna e ormai sei grande, non vuoi più cambiare il mondo ma vuoi cambiare lui.
Ormai sei grande e devi capire che è solo stanco, ha lavorato sodo e a te non costa nulla dargli ragione ancora una volta. Non fare l’isterica e non piangere che sembri più vecchia.
Sei diventata donna anche nel corpo, perché ti vesti così? Sii più femminile, non farmi vergognare, ma sta’ attenta a non farti guardare.
Sei diventata donna e hai capito che sono tutti uguali quindi tieniti il tuo che almeno lo conosci; ma in realtà eri ancora una ragazzina e non lo conoscevi affatto.
Sei diventata, dicevano, quando hai perso te per trovare lui.
Eri solo una ragazzina e volevi aiutarlo, eri una bambina e ti hanno detto che ti trovavano meglio perché essere donne è essere mansuete e servire gli uomini a tavola mentre guardano la partita.
Nessuno ti ha capita e ti sei spenta, hai sorriso quando avresti voluto urlare perché quando reagisci sei pazza, sei violenta, fai schifo e tutti lo sapranno.
Hai pianto nuda su un letto che prima era solo tuo e dei tuoi peluches ma che adesso è sporco di lui e ti senti sporca anche tu.
Sei diventata donna e le altre donne sono da temere, tutte lo vogliono e se lo prendono è colpa tua, non sei abbastanza, guarda bene: lei è più alta, più magra, più giovane, più bionda e misteriosa e tu? Tu parli, parli tanto e vuoi troppo.
Sei diventata donna, ti sei guardata allo specchio e hai visto gli occhi stanchi di tua madre.
E proprio quando sei diventata Donna e sei andata via da lui, sei tornata ragazzina e capricciosa perché lui ha fatto il possibile per salvarti da quei desideri infantili, il mondo non lo cambierai certo tu.
Sei tornata ragazzina e a breve sarai zitella, trova qualcuno che ti sopporti e smetti di sbraitare.
#femminismo#relazione tossica#fine di una relazione#amore#scrittura#violenza#donne#crescita#scrittrice
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Mi svegliai col calore del sole che filtrava dalle finestre accarezzando la mia pelle nivea e velata di sudore. Istintivamente cercai lui con la mano, ma trovai le lenzuola fredde. Mi sollevai dal letto stiracchiandomi dolcemente, m'infilai la prima maglietta che trovai e mi avviai verso la cucina. Egli era lì, affacciato alla finestra con la sigaretta tra le dita, si voltò sorridendomi e ricambiai il suo sguardo avanzando verso la sua figura con passo calmo e tranquillo; il sorriso sembrò non voler abbandonare il mio viso e si intensificò quando - finalmente - lo abbracciai da dietro. Era immenso, perso a guardare il sole poeticamente in via di un nuovo giorno e un nuovo risveglio, dietro quel mare cristallino che brillava sotto i suoi caldi raggi. Appoggiai la fronte contro la sua schiena, il mio respiro sulla pelle gli provocò dei brividi, lo sentii quasi tremare sotto di esso. Accarezzò le mie braccia e si voltò prendendo teneramente le mie guance rosse con le mani cosicché potesse guardarmi dritto negli occhi. A quel punto mi sussurrò quasi impercettibilmente, a fior di labbra: « sai che sei bellissima quando sorridi? E mentre dormi stretta a me? Amo tutti i sorrisi che fai, e amo quando sorridi per me, grazie a me. Amo te, non c'è un perchè ». Sorrisi mordendomi le labbra per trattenere le lacrime. Quello sguardo rivolto a me mi mandò su di giri lo stomaco finendo col bloccarmi il respiro. Non appena ripresi fiato, con le lacrime che bruciavano come tizzoni ardenti lungo la gola pronunciai una semplice e banale verità: « abbiamo l'alba oltre questa finestra, sai quanto amo l'alba, eppure non c'è vista più bella di te. Ti amo mille albe e mille tramonti. »
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Amore al tempo dei social
"Hai mai sentito, chiese, che ti manca qualcuno che non hai mai incontrato?". Ho letto questa frase in un post, a me è venuto istintivo rispondere sì, l'ho anche scritto nei commenti, spero non m'abbiano preso per matto, poi ci ho pensato su e mi sono chiesto: perchè ho detto si? Ok, siamo nell'era dei social, esiste quindi l'amico, quello d'infanzia, il vicino di casa, poi c'è l'amico di facebook, il cui significato è ancora ben lontano dal venir compreso. Bene, supponiamo, e penso sia capitato a molti di noi, di vedere su FB la foto di una donna bellissima, talmente bella da togliere il fiato. A me è successo tempo addietro, e credetemi, non avevo mai visto una donna così bella, immaginatela cosi: capelli raccolti e tenuti su da un fazzoletto, semplice canottiera bianca, gonnellina dal gusto sbarazzino in tinta con il fazzoletto, classico abbigliamento per le pulizie di casa. Continui a guardare, ti soffermi ad ammirarle le gambe, bellissime giuro, talmente belle che sfiderei Michelangelo a riprodurle, talmente perfette che non ci riuscirebbe mai. Le mani arricciate a mò di pugno a sollevare leggermente la gonnellina, quasi a sfidare la tua mascolinità e con la certezza che ormai tutto il tuo essere è concentrato sulla sua figura. Te la immagini consapevole di ciò, e il timore di non essere all'altezza di un qualcosa di così bello ti porta a dimenticare, ad annullare ciò che sei e che sei stato, quasi come un nuovo nato, e devi re-imparare, tutto, da zero. Mi ci sono sentito così, e non è piacevole. Nella quotidianità torni ad essere chi sei, anche se ogni tanto, giusto per un momento ti torna in mente quella figura. Torni su FB e ovviamente che fai? vai a vedere quella foto, può esserti sfuggito qualche particolare, bisogna controllare e ricontrollare e mentre scorri la cronologia ti rendi conto che tutto è successo in automatico, non ci hai pensato, è stata la tua mente, il tuo inconscio a portarti lì. La guardi, noti le scarpe, che in quel turbinio di emozioni ti eri perso, scarpe aperte, estive, calzate con semplicità e talmente tanto garbo da farla sembrare quasi sospesa. Ma il tuo sguardo si concentra sui lembi della gonnellina, ne osservi il lento movimento, e nella tua mente quella figura, pian piano, prende vita. Ti ritrovi passivo spettatore di una piece teatrale di cui non hai pagato il biglietto, stai lì, seduto, ad ammirarla, aspettando con ansia il momento in cui poserà il suo sguardo su di te. Ma realizzi che ciò non può accadere, e per un attimo torni ad essere te stesso. E ti rendi conto che quella persona ti è ormai quasi familiare. Cominci ad associare ciò che traspare dai post a quella figura, che pian piano inizia ad assumere una personalità, quasi a diventare un'abituale interlocutrice, e cominci a chiederti se nella vita reale tutto ciò può avere un senso. Ti rendi conto che ne vuoi sapere di più, la tua mente vaga cercando di immaginare cosa proveresti nel guardarla negli occhi, poterle parlare, poter osservare il movimento delle sue labbra, ammirare i suoi gesti semplici, il suo sguardo che fugge per un istante per poi tornare sui tuoi, facendoti sperare che quel momento duri per sempre, ma sai che non è così, e appena realizzi questo, ti rendi conto che sì, quella persona ti manca.
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23 giu 2023 18:34
VITA DA CARLO - VERDONE: "LA GENTE MI RICONOSCE SEMPRE E OVUNQUE, ALL’INIZIO AVEVO GLI ATTACCHI DI PANICO, ORA PENSO “MENO MALE...” – LA FRECCIATA AI COLLEGHI ATTORI: "GLI CHIEDI DI FARE QUALCOSA E SEMBRA DI PRENDERE APPUNTAMENTO CON IL PRESIDENTE CINESE" - IL QUADRO CHE GLI HA VENDUTO YOKO ONO, LA CORRISPONDENZA CON JIMMY PAGE, DAVID BOWIE E IL FUTURISMO - IL RITORNO IN TV A SETTEMBRE SU "PARAMOUNT+". AD INTERPRETARE VERDONE DA GIOVANE E' SANGIOVANNI: "QUANDO LO VEDO NELLA SERIE MI PRENDE UN COLPO, INVECE POI FUNZIONA…" -
Estratto dell'articolo di Chiara Maffioletti per https://www.corriere.it/sette/attualita/23_giugno_23/verdone-non-ero-cosi-convinto-poter-diventare-attore-mia-ex-moglie-gianna-sempre-stata-un-alleata-44c48ffe-0e83-11ee-8d71-890509a9730d.shtml
L’ascensore si apre sul pianerottolo di un palazzo romano, signorile ma per nulla appariscente. Alla porta c’è Annamaria che in Vita da Carlo - la seconda stagione sarà su Paramount+ a settembre - è una governante diventata di famiglia, che grazie alla confidenza conquistata in tanti anni, si permette, pur dando sempre del lei, osservazioni e appunti difficilmente concedibili ad altri. Succede in Vita da Carlo. Ma nella vita di Carlo, anche. «Quando ha visto gli episodi si è risentita, mi ha detto: ma scusi tanto, ma non la potevo fare io quella parte?».
Carlo è Carlo Verdone e mentre racconta questo aneddoto quasi sussurra per non farsi beccare. Per dissimulare, muove impercettibilmente i muscoli del suo volto con dei piccoli tic e rotea velocemente lo sguardo in direzione della signora Annamaria, come per dire: «Non facciamoci sentire». Poche espressioni, ma che bastano per far comparire, di fatto, decine dei suoi personaggi, evocati da una mimica che è parte della grandezza di questo attore. Sa di essere amato. «E ne sono riconoscente. Diventa una condanna solo quando vado in qualche bella città, programmo di visitarla ma poi mi accorgo che non è possibile: ti fermano a ogni passo. E così torno in albergo, potrei fare un libro sulle camere degli alberghi... le città che ho visitato le ho viste di notte».
Mai pensato di camuffarsi?
«Ma che camuffare, fai solo la figura del ridicolo. E poi mi riconoscono lo stesso. Durante la pandemia avevo il casco, gli occhiali scuri e la mascherina. Uno da dietro mi ha urlato: “A Ca’, guarda che pure così te riconosco”. Ma come è possibile? Ero come dentro un’armatura. Ma meglio sia andata in questo modo... metti che non succedeva niente».
Mai avuto questo dubbio?
«Dopo Bianco, rosso e Verdone è successa una cosa strana: non mi chiamava più nessuno. Si erano messi in testa che dopo tutti quei personaggi non potevo fare nient’altro, almeno era l’idea che mi ero fatto. Ho passato due mesi sul divano, guardavo il soffitto. E pensavo: “Ma questo cinema, tutti questi premi - avevo preso un David subito, all’inizio della mia carriera (per Un sacco bello , ndr.) -...ora, improvvisamente, sono tutti spariti. Qua ha ragione mio padre”. Ma una settimana dopo quei ragionamenti mi chiamò Mario Cecchi Gori e insieme abbiamo messo su il film che diventò Borotalco . Non più personaggi, ma un personaggio unico: vincemmo cinque David e facemmo andare le cose per il verso giusto».
(...)
Ed è arrivato il grande successo.
«Per me è stato molto difficile dal punto di vista della stabilità: mi sono trovato improvvisamente proiettato in un mondo che mi stava portando ad essere riconosciuto da tutti e per questo sempre abbordabile: chiunque mi indicava, anche quando camminavo per strada. Questo mi spaventava, mi ha creato anche molti problemi all’inizio».
In che senso?
«Ho vissuto un anno molto difficile dal punto di vista dell’equilibrio nervoso. Ho cominciato ad avere delle debolezze, degli attacchi di panico abbastanza penosi. Sono durati poco, devo dire. E ce l’ho fatta da solo a uscirne, senza l’aiuto di farmaci ma con quello di un bravo psicanalista. Mi aveva detto: “Non c’è niente da analizzare, qui il mondo per te sta cambiando e tu hai paura. Ti devi mettere alla prova, soffrire qualche mese. Piano piano, troverai la strada”. È andata così, ma è stato faticoso all’inizio perché non era il mio obiettivo, non era preventivato. Mi era esplosa un bomba tra le mani. Solo poi mi sono reso conto che avevo delle qualità».
(...)
In questa nuova stagione gira un film sulla sua vita. E a interpretarla da giovane c’è Sangiovanni...
«Me lo impone, nella serie, il mio produttore che vuole qualcuno che piaccia ai giovani. Ovviamente Sangiovanni sarebbe l’ultima persona al mondo che avrei potuto scegliere: cosa c’entra Sangiovanni da Vicenza con Carlo Verdone da Ponte Sisto. Quando lo vedo nella serie mi prende un colpo, vorrei mollare tutto... invece poi funziona, è pure bravo. Io dei dubbi li avevo davvero, non aveva mai recitato, è pure un po’ timido... e invece...».
Vuol dire che potrebbe quindi essere...
«No, no, non potrebbe essere, no. Però ha dato qualità alla serie, assolutamente. Ma in generale, anche io che sono un criticone, devo dire che sono particolarmente felice di come è venuta questa seconda stagione. Dopo il successo della prima avevo tanta paura, invece sono molto soddisfatto».
Nella prima le chiedevano di diventare sindaco di Roma. Sa che Paolo Bonolis ha detto che gli è successa la stessa cosa?
«Lo hanno chiesto anche a lui? È un brutto segno. Quando cominciano ad andare verso le celebrità vuol dire che sono messi male. Che c’è scarsità in chi avrebbe dovuto studiare politica. Quando sono venuti da me per farmi questa proposta io, dopo trenta secondi, pensavo solo: “Qua bisogna mandarli via il prima possibile”. Dicevano che avevano fatto un sondaggio dove addirittura più dell’80 per cento di chi aveva risposto mi voleva sindaco. Ma sarà vero? Mi è stato detto che lo era».
(...)
Reciteranno anche Ibrahimovic e Maria De Filippi, tra gli altri.
«Non è un pretesto, entrano nella storia perché era giusto farli entrare. Con Maria ci conoscevamo, siamo amici. Mi ha colpito per quanto è stata collaborativa. Quando l’ho chiamata mi ha detto subito: “Non c’è problema, fatemi sapere le date”. Mi capita di chiedere a colleghi attori di fare qualcosa e mi cascano le braccia, sembra di prendere appuntamento con il presidente cinese... lei no ed è stata anche bravissima come attrice, non ha sbagliato niente, ci siamo pure sbrigati in fretta. Ma anche Ibra era molto tranquillo: è arrivato, ha detto le sue battute poi ha ripreso il suo aereo ed è ripartito».
Ritroverà anche Claudia Gerini.
«Abbiamo fatto una scena insieme, ci siamo divertiti. Le donne sono state sempre i personaggi più importanti per me, quelli da curare meglio, da esaltare. Infatti tutte le mie attrici sono quelle che hanno preso più premi e io sono più felice che se lo danno a me. La mia miglior interpretazione comica di un personaggio l’ho fatta con lei, in Grande, grosso e Verdone . Lì ci ho visti perfetti».
(…)
Indossa quasi sempre una maglietta blu. È la sua divisa?
«Non lo so nemmeno io perché mi vesto così - sorride -. Anzi, lo so: per pigrizia, per una grande pigrizia. Ma il blu è il colore che mi sta meglio e sono trent’anni che lo porto: lo so, avete ragione, sono pigro».
Tra i suoi amori, c’è la musica. Anche su Instagram segue solo musicisti.
«Ma in realtà io non seguo nessuno, li seguiranno quelli che mi coordinano i social. Io preparo i miei post, che scrivo di solito in piedi, in tre minuti, glieli mando loro postano. Poi leggo i commenti, alcuni mi fanno ridere. In genere non ho tanti odiatori perché rispetto sempre tutti e non mi metto a pontificare o a scrivere banalità. Per questo pubblico poco, solo se ho qualcosa da dire».
Non si sognava attore, ma musicista?
«No, no. Sono un grande ascoltatore, un grande spettatore e un grande fan ma il lavoro del musicista è super faticoso, si dorme poco e io già dormo poco di mio. Ho avuto la fortuna di conoscere molti dei miei miti. Mi è dispiaciuto non aver mai parlato con i Beatles che però ho visto dal vivo. Anni fa, poi, una mia amica gallerista aveva esposto delle opere di Yoko Ono. Un quadro mi piaceva in maniera particolare: era stato dipinto il giorno dopo la morte di Lennon, in un momento di profonda depressione. Dissi alla mia amica che lo volevo comprare, ma Yoko Ono non lo voleva vendere. Dopo qualche anno tornò con una mostra di installazioni. Dissi alla mia amica: “Tu le devi dire che io sono stato un grande ammiratore del marito e - gliel’ho buttata -, dille che ho amato in modo particolare Double Fantasy , il disco in cui cantava con lei, dille che è un capolavoro”. Glielo ha detto e Yoko Ono ha risposto: “Se ci vuole così bene, va bene, glielo vendo”».
E lei?
«Ho detto alla mia amica: “Sì, mo me devi dire quando vuole però”. Lasciamo perdere va’ a quel punto l’ho preso comunque».
Tra i miti che ha potuto conoscere chi cita?
«I Led Zeppelin: per un po’ di tempo mi sono scritto anche con Jimmy Page. Mi ha sempre colpito la cultura di queste persone, il loro spessore. Non parliamo di Bowie che conobbi a casa di Versace: parlammo di Futurismo e conosceva anche alcuni artisti minori italiani».
Mai deluso da nessuno?
«No, alcuni italiani mi hanno deluso».
(...)
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Le tue promesse me le ficco nel culo da 3 anni a questa parte. Stai zitto che fai più bella figura. Un bacio!
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IL FUOCO CHE CI NUTRE
LA MAGIA DEL SANGUE (capitolo tre)
Dal bordo di una sporgenza, situata più in alto rispetto a loro, un paio d’occhi guardava e osservava, semi-nascosto da un masso. E aveva sentito tutto.
Il vecchio vestito di stracci si voltò ed entrò zoppicando nella caverna alle sue spalle appoggiandosi ad un bastone. Camminò nelle viscere della montagna più in fretta che poteva, impaziente di dare la notizia a sua moglie, finchè non raggiunse uno spiazzo illuminato.
“Non ci posso credere! Stavo cercando la capra per portarla dentro e li ho visti. Sono proprio loro!” disse il vecchio allegramente, rivolto ad una figura seduta dalla parte opposta di un focolare acceso al centro della caverna. Si sedette su uno sgabello sgangherato, di fronte al fuoco scoppiettante, poi si rialzò, fece qualche passo e gettò due tronchi tra le fiamme poi sedette di nuovo. “Mi hai sentito, moglie?” “Non sai dove fare l’uovo, marito? Non sono sorda! Cerca di calmarti, vecchio bambino. Lo so. Ho sentito un fremito nell’aria quando hanno raggiunto il prato.” rispose la vecchia dagli occhi opachi per la cecità.
Teneva in mano una ciotola di legno dove rimestava con cura una poltiglia rossastra.
Appollaiato su un trespolo e nervoso come il vecchio, un corvo a tre occhi sbatteva le ali e faceva un baccano tremendo. “Zitto corvaccio! O ti faccio diventare un piccione!” fece la vecchia alzando la voce. Il corvo ammutolì.
“Finalmente anche il nostro fato si compirà, marito... Abbiamo aspettato tanto!”
Tentò di alzarsi e con una smorfia di dolore si sedette di nuovo. “Ahi! Mi fanno male i piedi. Non riuscirò mai ad arrivare fino al prato...” “Per favore pensaci tu, Akkar. Accompagnali qui … Mi raccomando, non spaventarli!”
“Sarà fatto, mia signora! Tutto quello che desideri io lo farò avverare. Se vuoi ti posso portare in braccio fino al...” rispose il vecchio canzonandola.
“Bada bene, marito!” troncò lei. “Non usare quel tono con me oppure potrai dire addio alla tua dose quotidiana di rimedi per l’artrite!” ribatté con un sorriso sdentato.
Tutto dolorante, il vecchio si alzò, si avvicinò a sua moglie e le posò una mano sulla spalla.
“Mi chiami sempre vecchio ma ho solo qualche centinaio d’anni più di te, moglie mia. Lo sai che non potrei mai fare a meno del tuo amore figuriamoci dei tuoi impiastri!” scherzò lui.
“Ora vai e fai il tuo dovere, Akkar, non abbiamo molto tempo!”
Il vecchio annuì e uscì di nuovo dalla caverna. Prese un minuscolo sentiero che lo portò direttamente sul prato dove Daemon e Rhaenyra chiacchieravano. Si piazzò in bella vista di fronte a loro, appoggiato al bastone, e li guardò.
“Cosa ci fate sul mio prato?”. Le due sagome di luce sollevarono la testa di scatto, sussultando alla vista di quel vecchio. Per tutti gli Dei, li ho spaventati. Mia moglie mi ammazzerà! pensò Akkar.
“Gua… guarda Daemon, ci vede!” sussurrò Rhaenyra indicando la figura.
Anche Daemon era sbalordito: durante quel lungo viaggio avevano incontrato centinaia di persone, erano passati persino in mezzo alla gente delle grandi città e nessuno si era mai accorto di loro.
“Chi sei, vecchio? Come mai ci vedi?” chiese Daemon fissandolo con sospetto.
Akkar sollevò gli occhi al cielo. “Ti sei per caso messo d’accordo con mia moglie, giovane principe?”
“Come fai a sapere chi son… chi ero?”
“So chi sei tu e so chi è tua moglie, ragazzo. E lo scopo che vi ha portato in queste terre. Io sono Akkar e vivo qui con mia moglie, Daer. Siamo due magyos e da tanto tempo ci siamo ritirati tra queste montagne. Se volete seguirmi e scoprire qualcosa che vi riguarda potrete fare una chiacchierata con lei. Non abbiamo molto tempo...”
Daemon e Rhaenyra, incuriositi, si guardarono e annuirono all’unisono.
Il vecchio scosse la testa e bofonchiò “Oh, stelle del cielo! Sono proprio loro!”
Le due figure di luce, mano nella mano, seguirono Akkar fin dentro la caverna rischiarata da un fuoco.
Appoggiate a una parete c’erano quattro rastrelliere di legno da cui pendevano mazzi di erbe poste ad essiccare. In un angolo a destra era posizionato un rozzo letto coperto da pellicce e poi tavoli, sgabelli e panche occupavano la parte sinistra della sala.
Su un rozzo trespolo un magnifico corvo a tre occhi si lisciava le piume con l’enorme becco.
Al centro di quello spazio, al di là del focolare, Daer posò la ciotola che aveva in mano e con una smorfia di dolore si alzò in piedi. “Daemon e Rhaenyra Targaryen, fratello e figlia primogenita di re Viserys, siete i benvenuti.” annunciò la donna.
“Anche tu ci vedi?” chiese stupita Rhaenyra.
“No, io sono cieca, regina degli uomini, ma vi sento." rispose Daer portando una mano al petto. "Percepisco la vostra presenza, e l’amore profondo che lega l’uno all’altro.”
“La prima parte del vostro destino si è conclusa ma non per gli Antichi Dei che hanno in serbo ancora qualcosa per voi. Avete deciso spontaneamente di intraprendere questo lungo viaggio, di fare il passo che vi ha condotto qui. La scelta che avete fatto ha già innescato una catena di eventi, come una cascata, affinché in futuro possiate riunire i vostri corpi e i vostri spiriti.”
Seduti intorno al fuoco Daer spiegò la magia del loro sangue valiriano che non riguardava solo l’aspetto esteriore ma qualcosa di più profondo che trascendeva il tempo e lo spazio terreni. Con un cucchiaio di legno prese un po' di quella poltiglia rossa e la diluì in una ciotola d'acqua. Poi ne bevve qualche sorso. Dopo qualche minuto, in una specie di trance, lesse la loro vita come fosse un libro aperto.
“Non so perché siete stati scelti e forse non lo saprò mai ma siete destinati a bruciare insieme e non solo per mero desiderio fisico.
Il sangue di drago che scorre nei vostri corpi di carne è come la fiamma di questo fuoco, indomabile, ma è anche quello che vi permette di ritrovarvi quando quei corpi si allontanano oppure finiscono nella parte sbagliata della terra. Non potete vivere l’uno senza l’altra, non vi è consentito.” fece una pausa per bere un altro sorso e proseguì.
“Negli anni avete sperimentato la separazione e siete morti dentro. Separati, i vostri spiriti si sono lacerati. Vi siete persi perché non eravate insieme fisicamente, non eravate interi e completi, e questo ha alimentato la rabbia e la frustrazione.
La felicità nel vivere con altre persone, nell’avere figli da esse era solo apparente. Un inganno che vi siete costruiti per evitare il baratro della sofferenza.
I pensieri erano sempre e comunque rivolti all’altro ed era impossibile per voi farne a meno perché nei vostri cuori sapevate chi era il vero amore, chi vi avrebbe reso veramente felici e soprattutto liberi.
Nelle prigioni che avete innalzato si è poi aggiunta la vergogna poiché vi sentivate in colpa. Con quei pensieri, perennemente rivolti alla persona che realmente vi stava a cuore, temevate di ferire quelle più vicine, che a modo loro vi amavano. Un amore che però non potevate ricambiare... e siete entrati in una spirale di profondo sconforto.
È stata una lotta per la sopravvivenza. Avete dovuto imparare a dominare e reprimere i sentimenti che vi legavano, mentre il baratro si avvicinava sempre di più.
I vostri spiriti anelavano l’unione, come un assetato brama quest’acqua.” disse sollevando la ciotola. “I vostri corpi si cercavano e niente o nessuno vi avrebbe fermato, neanche la morte.”
“Quando, dopo tanto tempo, vi siete incontrati al funerale della principessa Laena Velaryon, il sangue dei draghi che condividete ha fornito la scintilla. Quella notte non sono stati solo l’amore e la lussuria a guidare i corpi, ancora una volta sono entrati in gioco i vostri spiriti, e questo è molto più appagante... È l’essenza stessa della felicità. Dell’amore più profondo e sacro...” concluse la maga.
Daemon e Rhaenyra ascoltarono quelle parole come ipnotizzati. Daer aveva portato alla superfice delle loro coscienze qualcosa che intimamente percepivano da sempre.
Lei si alzò dallo sgabello e gettò tra le fiamme quel che rimaneva della poltiglia rossa insieme alle erbe essiccate che gli porgeva Akkar. “Che gli Dei vi guidino nelle scelte future.” aggiunse Daer sollevando le braccia, come in una benedizione.
Dal focolare si sprigionarono volute di un fumo denso e appiccicoso. Tracciò dei segni nell’aria, mormorando una litania incomprensibile.
Il tempo rotolò in avanti e iniziò ad accelerare.
La caverna scomparve e la luce del sole li abbagliò. Sentirono nella mente le ultime parole della vecchia.
“Ora! Svegliatevi!”
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La cosa che mi ha fatto più morire è il fatto che Theiera ha risposto che lei effettivamente ha un diploma e può farlo (tralaltro parlando solo per sè) e Benita invece non ha detto niente; ma, cioè, se uno ti sta dicendo una cosa e questa cosa non è vera, diglielo porca puttana, provaglielo cazzo, falle vedere il contrario, non solo ci fai una bella figura tu, ma fai rimanere di sasso pure quella che te lo ha detto, e invece no, rispondiamo male e non diciamo perché siamo effettivamente in grado di fare questa cosa
Ma infatti avrebbe dovuto dire "sì, è vero e allora?", così da fare impazzire tutti 😂 forse non vuole rotture, lei fa quei video perché sa che ha una fanbase che le scrive sempre cose carine e non le importa dei commenti fuori da quella sfera
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