#che cazzo faccio ora fino alle 15
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I miei professori sempre: scusate so che dovevamo finire mezz'ora fa ma volevo concludere l'argomento ahah
I miei professori oggi che mi serviva stare in giro: boh se vi va facciamo 10 minuti di lezione
#che cazzo faccio ora fino alle 15#oltre a passare davanti ai testimoni di genova con lo sciarpone di spn pieno di simboli strani#bello il duomo di milano eh ma a na certa#che palle#*geova
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La rana, la guardia e lo scorpione
15/04/2021
La corsa di due giorni fa, dall'inizio alla fine, è stata la conferma di quanto il mio corpo rigetti questo genere di attività, come fosse un organo trapiantato che il sistema immunitario classifica come estraneo.
Non conta la passione che ci metto.
Dolori all'anca, fitte alla coscia e al ginocchio, il piede destro da metà percorso comincia a coprirsi di formiche, i polmoni si spalancano solo quando manca un chilometro alla fine. Un disastro.
Da quanti anni è che va così?
Comincio a correre, prendo sicurezza, riesco a farlo con un minimo di regolarità, poi puntualmente esagero, mi faccio male e sono costretto ancora a fermarmi per settimane. Mi rimetto in sesto, ricomincio e la forma sembra quella inesistente del primo giorno.
Tutto si azzera quando ti fermi, tutto il lavoro accumulato si smaterializza, evapora, come se non avessi mai corso. Alla fine stare all'erta è diventata la condizione di ogni uscita e questa specie di tensione si mangia grossi bocconi di quel piacere che spettava a me.
Forse c'entra o forse non c'entra, ma mentre soffrivo per l'infinita salita che sbuca a pochi metri da San Giovannone, mi è venuto in mente Ettore, che è scomparso pochi giorni fa.
Una vita intera passata a stare esattamente nel posto in cui intendeva stare, facendo solo ciò che voleva. Prima con il piglio irresistibile dello spregiudicato che se la gioca e poi con gli occhi arresi di chi guarda con tenerezza l'inevitabile ostinazione della propria natura. Così mi sono sempre immaginato che fosse, le poche volte che ho intercettato il suo cammino. E così ho sentito parlare di lui in paese, con altre parole, ma il senso restava lo stesso.
Era la favola della rana e dello scorpione, per intenderci.
Visto da angolazioni diverse vestiva i panni del barbone, del ricco finito in rovina, del matto, o del custode silenzioso di un vecchio paese al confine fra tre province. Chiunque lo guardasse, con qualsiasi sentimento, non poteva negare di avere davanti un essere libero, nel senso più animale del termine.
Il mio primo incontro con lui risale ai tempi del liceo quando andavo a studiare nella biblioteca comunale.
Quel giorno ero solo nell'ultima sala di lettura in fondo al corridoio. Mancava poco più di un'ora alla chiusura e il tardo pomeriggio di gennaio somigliava già alla notte.
Entrò quest'uomo alto, di un'età che non avrei saputo dire, barba incolta e un cespuglio di capelli che somigliava a un nuvolone pronto a vomitare acqua e bestemmie. Il parka militare che gli copriva le spalle senza calzare le braccia come un mantello, era in condizioni migliori del mio. I pantaloni di velluto a coste lasciavano intravedere attraverso piccole finestre sfrangiate altra stoffa sotto, una calzamaglia, un pigiama, qualcosa buono per sopportare il freddo.
Si guardò intorno tenendo in mano un grosso dizionario, poi si mise seduto a un tavolo al centro della stanza. Inforcato gli occhiali cominciò a sfogliare una pagina dopo l'altra senza soffermarsi mai per più di un paio di secondi su una definizione.
A un tratto si bloccò e alzò il capo nella mia direzione, in realtà senza rivolgersi a me, ma a qualcosa di invisibile che doveva trovarsi a un metro dalla mia postazione.
«Guardi, qua occorre fare silenzio per cortesia. Stiamo cercando di quagliare, ecco», assertivo e con voce misurata rimproverò pacatamente il nulla che occupava la sua traiettoria.
Io alzai gli occhi perplesso e mi guardai attorno cercando indizi di una qualche presenza. Eravamo gli unici utenti della stanza, immersi in un silenzio quasi totale.
Ripresi il filo di quello che stavo leggendo, cercando di schiacciare una risata fra i denti. Ma dopo pochi minuti con la coda dell'occhio lo vidi alzare di nuovo la testa dal suo tomo.
«Allora non ci siamo capiti», tolse gli occhiali e li appoggiò sul tavolo per dare consistenza alle parole, «io le ho chiesto di fare piano e lei disturba? Questo è un luogo per famiglie. Così proprio non va. Come la mettiamo?».
Con gli occhi completamente aperti, cercavo di individuare il suo interlocutore senza alzare il naso dal libro. Mi resi conto che si stava rivolgendo allo stesso vuoto indifferente di prima, a uno sputo da me, mentre intorno a noi non volava una mosca.
«Lei capisce che è una questione di educazione? Io le chiedo una cortesia e lei che fa? Ignora sfacciatamente le mie istanze!», stavolta alzò di qualche tacca il volume della voce sbattendo sul legno la mano aperta.
Ignorando chi fosse, ricordo che pensai: «ecco, ora questo mi ammazza…e siamo pure soli».
Ma era la persona meno pericolosa sulla terra, lo capii col tempo.
Una volta gli regalarono un'auto usata, una station wagon, una roba abbastanza spaziosa mi pare, forse una Passat – non c'ho mai capito un cazzo di macchine – in ogni caso una carcassa che fungeva da casa. Un amico mi raccontò che il benzinaio vicino al cimitero, di notte, per un breve periodo, lo lasciò sostare con l'auto nella sua stazione di rifornimento. Questo fino a quando, una sera, non si dimenticò di spegnere le pompe prima di chiudere.
Passata l'ora della cena, Ettore tornò alla sua casa a quattro ruote e cominciò ad aggirarsi intorno al distributore (è così che me lo sono immaginato. Come si fa quando una storia è troppo bella e non si hanno tutti gli elementi fra le mani, ma la si vuole comunque raccontare?). Forse prese a vagabondare fra i pochi oggetti lasciati incustoditi, a toccare un po’ qua e un po’ là, a premere pulsanti a caso, non saprei dirlo, ma si rese conto che una delle pompe era sbloccata e si mise di vedetta in attesa di clienti.
Il primo fu uno dei ragazzi del bar: «Oh Ettore, che fai?»
«Ciao bimbo, quanto ti metto?»
Dopo qualche secondo di perplessità il giovane gli chiese venti euro di benzina, sicuramente con un sorriso incredulo stampato sulla faccia e gli allungò una banconota blu.
Lui col fare un po’ sornione di chi manda avanti la baracca da anni, gli buttò lì un, «ma dammi cinque euro e siamo a posto», alzando le spalle per sottolineare che per lui non c'era alcun problema.
Il cliente ben contento si fece subito aggiungere altro carburante e corse a telefonare agli amici per informarli che al distributore del cimitero c'era Ettore che regalava benzina a prezzi ridicoli.
Nel giro di mezz'ora una fila di macchine aveva completamente invaso l'area di sosta e un pieno non veniva negato a nessuno.
«Dammi dieci euro e facciamola finita!»
«Bah, quanto mi vuoi dare? Facciamo venti via.»
«Per te stasera offro io. Insisto!»
E così via, per buona parte della notte. O almeno così si diceva in giro, quasi venti anni fa.
Va da sé che fu invitato a trasferirsi con la sua Passat (o quello che era) altrove e nei primi anni dell'università, quando la mattina presto prendevo il treno per Firenze, lo trovavo parcheggiato dietro la Stazione a dormire al posto di guida, con a fianco, sdraiata sul sedile reclinato del passeggero, la marmitta dell'auto, da tempo divenuta inutilizzabile.
Una delle ultime volta che l'ho incontrato, prima di trasferirmi a Siena, ci trovavamo entrambi di nuovo in biblioteca. Io collaboravo con loro per quanto riguardava le visite guidate, i corsi di alfabetizzazione informatica e la catalogazione libraria; lui era un utente fisso delle sale di lettura: arguto e simpatico, a volte intratteneva i presenti, altre volte gli assenti, sempre con le tasche piene di verità universali e massime di vita che avrebbero fatto impallidire il più navigato fra i filosofi.
Quel giorno stava seduto a un tavolo davanti al bancone del reference dando un'occhiata al giornale, mentre chiacchierava con l'allora responsabile dell'ufficio cultura.
«Come va Ettore?», gli domandò lui, non per cortesia, ma con sincera curiosità.
Ettore alzò gli occhi da una pagina di cronaca e visibilmente compiaciuto per ciò che stava per dire, rispose: «Eh Luigi, come va? A dire bene è abbassare la guardia!». E poi si rimise a leggere.
E oggi quella risposta, più o meno, è diventata il mantra pessimista per le mie corse e per troppe altre cose.
Godersi il momento, quando è un buon momento, sarebbe forse la scelta migliore.
Ma siamo fatti come siamo fatti, sia rane che scorpioni. E a volte non c'è rimedio a questo.
Alessandro Pagni
Ascolto: The Black Angels, Currency
#fotografia#photography#Runner#corsa#lartedicorrere#correndo#scrivere#scrittura#diario#pensieri#ricordi#memoria#storiedipaese#paese#storie
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Il diario dei piaceri
Luxuriabumbum/Wattpad
1-Cattedra bagnata
Liceo Raffaello Sanzio, 15 aprile 2019
Erano le 8.10. Chloe,zaino in spalla e cuffie nelle orecchie si affrettava a raggiungere la sua classe prima dello scoccare della campanella. Non voleva fare tardi anche oggi. Dopo 3 rampe di scale correndo,fece un lungo respiro e apri la porta. "Buon giorno a tutti" esordì. Ma con suo stupore in classe non c'era nessuno. Guardò il cellulare e notò le notifiche di Whatsapp
Nella fretta di uscire non aveva nemmeno controllato i messaggi
"Manca il prof di educazione fisica. Vuoi venire a far colazione con me?"- Giulia 7.50
Che palle, ho appena fatto una corsa tremenda per niente, pensò Chloe. Ora mi tocca aspettare un'ora qui da sola?!
Che faccio? Un idea balenò nella sua mente. Era sempre stata una sua fantasia
Farsi delle foto sexy in classe, seduta sulla cattedra o sul banco. Si sdraiò sulla cattedra e si scattò vari selfie col suo iPhone X. Queste foto faranno impazzire Francesco!. Si sbottonò la camicetta e mise in mostra le sue tette tonde e sode a malapena raccolte da quel reggiseno attillato.
In quel momento la porta si aprì: un ragazzo alto e robusto,dai corti capelli neri entrò in classe. I suoi occhi azzurro cielo si posarono immediatamente sulla splendida ragazza mezzanuda sulla cattedra
Chloe concentrata nelle sue riprese fu colta di sorpresa. Si alzò di scattò e si riabbottonò imbarazzata la camicia.Ciao,Lorenzo. Come mai già qui? Disse, fingendo che nulla fosse successo.
Ho pensato di venire ora per ripetere prima dell'inizio delle lezioni. Tu invece?
Non avevo letto il messaggio, così sono venuta alle 8.10 Ok,disse ridacchiando,tipico di te. Ti va di ripetere insieme?
Certo, perché no.
Bene sembra che abbia deciso di far finta che non sia successo niente, pensò Chloe.
10 minuti dopo...
Chloe, cominciò Lorenzo, posso farti una domanda?
Chloe deglutì. Ecco, era troppo bello per essere vero!che stupida!poteva mai passarci sopra?
Certo, dimmi rispose con un sorriso di forzata accondiscendenza.
Per chi sono quelle foto di prima?
Ehm...quelle foto...sono per Francesco.
Francesco ? Chiese incredulo.
Si, Francesco , ribadì Chloe.
La curiosità si trasformò in delusione. Credevo che ormai avesse lasciato quello stupido sbruffone. È solo un'idiota non ti merita!!
Sembri sorpreso,Lorenzo. Per chi credevi che fossero? Per me, avrebbe voluto urlare. Ma non poteva, la sua timidezza glielo impediva.E rispose invece balbettando: Oh...Non saprei ...ma credevo che vi foste lasciati ormai.
Perché credevi che avessimo rotto? Oh cavolo,cosa le dico adesso! No,niente...È che ultimamente esci sempre con Giulia e Elisa...Per questo credevo vi foste lasciati
No, Francesco è andato a Milano dalla zia per un paio di settimane...tutto qui.
Ah,capisco... Fece un respiro profondo e poi disse:"Non hai paura che possa...tradirti di nuovo?
No, Francesco è un bravo ragazzo. Da quando è successo,è cambiato,me lo ha promesso.
E tu gli credi?
Si perché non dovrei?
Perché è uno stronzo ecco perché!
Come ti permetti! Lui mi ama!
È un idiota!e non ti merita
E a te cosa importa?
Mi importa perché...perché. Al diavolo!pensò Lorenzo
Si avvicinò a Chloe e la baciò con rabbia mista a passione.
Dopo qualche secondo si staccò. Chloe rimase stordita per un istante. Perché ti amo riprese Lorenzo.
Tu, come ti sei permesso!
Oh andiamo, lo so che ti piaccio!
Neanche per sogno!
Ah si, quindi il mio bacio non ha sortito alcun effetto? Esattamente,non ho provato nulla.
Allora ci riprovo.
Afferrò a sè Chloe e le infilò la lingua in bocca. Le sue labbra erano affamate di quelle di Chloe. Le loro lingue si rincorrevano,Chloe si opponeva cercava di allontanarsi ma Lorenzo la teneva stretta per la vita. I loro corpi si strusciavano.
Alla fine Chloe cedette. Le sue mani cingevano il collo di Lorenzo.
Lorenzo la sollevò per le gambe e la posizionò sulla cattedra.
Prese a baciarle il collo. Poi scese giù. Con le mani palpava il suo seno generoso.
Le sbottonó frettolosamente la camicetta,il suo desiderio cresceva allo stesso modo in cui il suo membro si affacciava prepotentemente dal cavallo dei suoi jeans.
Non possiamo Lorenzo,sono fidanzata.
Lui ti ha tradito,ricambiagli il favore.
Anche se volessi...
Lo vuoi,disse maliziosamente Lorenzo.
Chloe sorrise. Siamo a scuola!
Non preoccuparti. Gli altri non arriveranno prima di una mezz'ora.
Mi hai convinto. Ma cerchiamo di non fare troppo rumore.
Se ci scoprono, siamo finiti.
Lorenzo cominciò a leccarle i capezzoli duri mentre con la mano si infilava nei suoi jeans.
Oh si, gridava sommessamente Chloe.
La ragazza gli prese la mano e ló guidò verso le sue mutandine.
Il messaggio era chiaro. Le abbassò i pantaloni e comiciò a leccarle la figa.
Oh sí, continua.
Il clitoride di Chloe era in fiamme. Le sue labbra trattenevano la lingua di Lorenzo. Reclamavano di più.
Il ragazzo prese un dito e glielo infilò dentro mentre con la lingua stuzzicava i capezzoli. Poi aumentò la presa: l'indice e il medio si facevano strada dentro il Chloe.
Il suo cazzo era sempre più gonfio.
Basta! Ti voglio dentro di me!
Ma prima occupiamoci di lui. Chloe scese dalla cattedra e fece sedere Lorenzo al suo posto, gli slacciò i pantaloni: una grande protuberanza sporgeva dai boxer grigi.
Vedo che è quasi pronto all'azione. Gli abbassò i boxer e il suo pene si sollevò a mezz'aria.
Con una mano cominciò a strofinare il pene mentre con l'altra a solleticargli i testicoli. La lingua traccia centri concentrici sulla punta. Poi se lo infilò in bocca muovendosi avanti e indietro.
Oh sí,oh Dio! Questi sono gli unici suoni che si udivano nella stanza. Sto per...
No,disse fermamente Chloe. Devi venire dentro di me. Si alzò,si abbassò le mutandine e si posizionó a 90° sulla cattedra. Prendimi.
Il cazzo guizzante di Lorenzo non se lo fece ripetere. Prima infilò la punto, poi a poco a poco entrò tutto.
Lo sento, è entrato tutto.
Forza,fammi venire, ti voglio dentro di me.
Con forza Lorenzo cominciò a sbattere il suo cazzo duro dentro il culo di Chloe.
Ti piace così?
Si continua, più forte, fammi male!
Lorenzo gli diede sonori schiaffi sul culo.
Con le mani si aggrappava alle tette di Chloe, strizzandole.
Poi la girò, le aprì con rabbia le gambe e le infilò il cazzo dentro. Più in fondo, penetrami di più.
Agli ordini. Le alzò la gamba destra e la penetró di lato.
Chloe gemeva e si aggrappava alla cattedra. Ogni suo muscolo era teso.
Il sudore le attraversava la fronte e scendeva attraverso le sue tette fino alla pancia piatta. Gocce di sudore imperlavano anche il volto di Lorenzo,contorto in una smorfia di sforzo e piacere. Il cuore batteva all'impazzata dentro quel petto muscoloso. Non poteva crederci. Stava veramente scopando con la ragazza di cui era innamorato da ben 4 anni.
All'improvviso un'esplosione di sperma riempì Chloe.
Oh sí, sto per venire anch'io.
Ah!... Un urlo più intenso dei precedenti echeggió per la stanza.
Sopraffatto dal piacere si lasciò andare sulla cattedra. È stato fantastico disse Lorenzo.
Già rispose ansimando Chloe. Dovremmo rifarlo qualche volta. Non vedo l'ora. La prossima volta però, meglio andare da me.
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Cronòtopi e Musica
Noi italiani abbiamo un modo strano di pensare lo spazio. Da qui alla stazione? 20 minuti. Non chilometri, miglia, leghe, piedi. Minuti. Sempre multipli di 5. Spesso arrotondati belli tondi. Per andare in centro? 15 minuti. Da qui all'ospedale? 5 minuti massimo massimo massimo.
Vorrei proporre un altro modo per misurare lo spazio e il tempo. Le canzoni. Ogni canzone dura circa 3 minuti (più o meno eh, poi variano ma va bene così). Quindi 3 minuti (o 200 metri) = una canzone.
E non è troppo difficile farne i multipli. Il metro ha i chilometri, la canzone può avere LP (5 canzoni) e l'album (10). Poi più o meno, mica ci dobbiamo costruire ponti o case.
Quindi, semplificando di nuovo, una canzone sono tre minuti.
Prima scandivo così la mia vita. Cuffiette e via. Appartamento-Facoltà, a piedi 4 canzoni in bici 2, 1.5 senza traffico e con la giusta combinazione di semafori. Aula studio preferita? Eh, 7 canzoni, un LP e qualcosa, ma dai, c'è sempre posto ed è comodissima. Aula studio - Supermercato - Appartamento? Allora, 5 canzoni prima, poi, se mi sono fatto la lista, me la cavo con, si dai, con 4 canzoni, casa in 2, metto a posto la spesa in altre 2, e facendo da mangiare mi ascolto quel podcast lì, di cui mi hanno parlato bene. Appartamento - Bar. Eh, fa freddo, vado di corsa, boh, sí in 4 canzoni a farla lunga ci sono. Tornare a casa casa tra i miei monti? Beh, 5 canzoni fino alla stazione, due album in treno, altre 8 canzoni se me la faccio a piedi. Se mi vengono a prendere in macchina, dalla radio altre 2.
Che poi, non tutti i luoghi avevano la stessa melodia. In aula studio o in biblioteca, musica classica. Che poi non so un cazzo di musica classica e finivo ad ascoltare sempre le stesse 8 canzoni, che diventavano un tutt'uno con quanto studiavo. Braudel? Chitarra Andalusa. Il pensiero storico religioso? Ibsen. Storia della Filosofia? Scarlatti.
Prima di un esame, Levante. Camminando, indie a caso. A letto la sera, cantautori di anni passati.
Ora è un casino. Che faccio? L'unico tragitto è letto - bagno - cucina - bagno - cantina. Davvero. Che poi si riduce alle scale. Potrei ascoltare musica facendo colazione, ma la mattina la mia anima snob si sveglia prima di me. E giù di podcast del New York Times o della BBC per fare il poser. Da un po' anche Tienimi Bordone, perché il Post è una figata. Tanto ci capisco una parola su tre (di quelli in inglese, ma non è che Bordone sia più comprensibile), se anche i miei familiari mi parlano sotto, non è che perdo molto. Quindi ho le scale. E qui entrano i sottomultipli della canzone, e di musica ne so troppo poco per averne di veri e sensati. Mezzo ritornello? Due versi? Una strofa se odio particolarmente la vita e non ho voglia di studiare? Beh ci sta.
Non so. Forse è anche comodo così. Su una sedia, ho tutto. Lezione, aula studio, biblioteca, bar con amici, tavolo di lavoro. E se proprio voglio farmi una pausa, si va per campi a fare due passi. Senza musica però, che tanto ci sono gli uccellini, il venticello, gli asinelli che ragliano come disgraziati e ti fanno rimpiangere il 42 che passava solo la domenica perché era un autobus troppo straccione per girare gli altri giorni e anche BusItalia ne aveva pietà.
Boh adesso è tardi, risalgo le scale. Forse sono stato troppo cattivo con il ritornello. In fondo è comodo, le parole si sanno, è facile da canticchiare. Solo che poi, con le cuffiette, anche se è notte non mi accorgo che forse il volume di voce è un po' alto, e forse mio fratello si è appena messo a dormire, e forse mi manderà a fanculo da sotto le coperte con minacce e bestemmie indistinte.
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Post di quando scrivo e cancello le cose e poi non ne esce fuori niente perché non so scrivere quello che provo e come mi sento. Frasi sconclusionate.
Ripensavo alle estati di 3+ anni fa e mi manca tantissimo la spensieratezza che avevo, anche se comunque ero una disagiata, e passare le giornate con i miei ex amici. Cioè non mi mancano loro, ma delle persone a cui fare affidamento che in gergo si chiamano appunto amici.
Finalmente fa un po’ più fresco, posso stare con la finestra aperta e wow circola un po’ di aria.
Oggi pomeriggio a lavoro chiaramente il rimprovero è arrivato perché la capa è esaurita e quando le chiedo conferma prima di mandare un ordine mi dice “si si” poi alle ore 15:30 “ma l’hai mandato? Ma non me lo vuoi dire?” e io”…” poi nel mio ufficio si usa non controbattere o dare giustificazioni perché poi ti sentirai dire la frase “ah quindi ora la colpa è mia” e sì cazzo la colpa è tua perché non posso fare le cose di testa mia perché sbaglio, chiedo conferma, faccio addirittura leggere le mail prima di mandarle perché fa che è troppo italiano e i clienti italiani non mi capiscono e finisce comunque che sbaglio. “Devi gestirle fino alla fine le cose”, lo faccio e “no ma me lo dovevi dire”. Ma allora fate tutto voi non ditemi che devo essere indipendente perché poi non va bene lo stesso.
Un tipo di cui non ricordo neanche il nome mi ha aggiunto su instagram e dopo manco 10 messaggi (6+4) mi fa “ma allora te lo posso offrire un gelato?” No.
Pepe ha una nuova cotta e ieri sera mi ha raccontato delle sue ansie e abbiamo scoperto che le proviamo entrambi e che non sappiamo come uscirne. Che cuties.
Elsa la mia istruttrice mi ha chiesto “Allora? Ti sei un po’ innamorata?” “Della palestra intendi?” “Ma no, di un ragazzo!” “Ah. No no” (NdR gliel’avevo già detto due settimane fa) “Beh, che aspetti?” Ma scst queste cose si comandano? E’ così semplice? Sono solo io l’unica scema che ok vorrebbe che accadesse ma ne è terrorizzata perché poi uno soffre viene lasciato soffre ancora si affida a un altro e che ne sai se poi questo altro dopo un mese, per esagerare, non ti dirà “ehi comunque è stato bello ma gne gne non mi sento pronto” oppure “no, ma tu sei troppo triste” oppure “sei troppo infantile” perché per un attimo ti sei dimenticata della tua piccola vita da grande e hai osato ritagliarti qualche momento di leggerezza e ricomincerai con i tuoi soliti pensieri “ah, giusto che scema che sono stata a dimenticarmi che io non sono una persona che può permettersi il lusso (di pensare) di stare con qualcuno!”?
E’ il 3 luglio, sembra una sera di fine estate perché evviva c’è un po’ di fresco! e come tutte le mie estati passate, nel periodo di fine agosto o metà settembre, mi ritorna un po’ di “mh :/”
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Oggi sono in vena di test😂 (mi annoio)
TEST n. 1 (specificare il numero del TEST) preso da Tumblr.
1. C’è un ragazzo o una ragazza nella tua vita? Ehm no
2. Pensa all’ultima persona che ti ferito. La perdoneresti? Per niente
3. Hai mai fatto l’amore? Yep
4. Cosa vorresti in questo momento? Che qualcuno studiasse al posto mio
5. Hai paura di innamorarti? Dopo l’ultima decisione terribilmente
6. Ti piace il mare? Lo adoro, soprattutto i pontili sul mare!
7. Hai mai dormito con qualcuno? Si
8. Che immagine hai come sfondo del telefono? Il mio gattino che dorme🥰
9. Hai qualche rimorso? Aver forzato delle situazioni da più piccola
10. Ti piace il tuo telefono? Lo adoro
11. Onestamente, le cose stanno andando come avevi previsto? Te lo potrò dire a breve 😂😂
12. Chi è stata l’ultima persona che hai aggiunto nella rubrica? Boh
13. Preferiresti avere un Carlino o un Rottweiler? Carlino
14. Fa più male il dolore fisico o quello causato dalle emozioni? Dolore delle emozioni, ti pervade e non ti lascia più.
15. Preferiresti visitare un museo d’arte o uno zoo? Museo
16. Sei stanco/a? Da morire😂
17. Da quanto tempo conosci la prima persona nella tua rubrica? 3 anni, era la mia vicina di casa al primo anno
18. Com’è il rapporto con i tuoi genitori? Li adoro però spesso non capiscono
19. Hai mai pensato di tornare insieme ad un/a tuo/a ex? Eh si ma non recentemente
20. Quando è stata l’ultima volta che hai parlato con un/a tuo/a ex? L’anno scorso
21. Racconta un tuo ricordo felice. Mi vengono in mente i concerti.. soprattutto l’ultimo di Ligabue a Roma, tutto di nascosto ed improvvisato!
22. Vorresti baciare di nuovo l’ultima persona che hai baciato? Decisamente no
23. Quanti braccialetti indossi ora? 2
24. C’è una citazione che ti ispira? “Corruptissima re publica plurimae leges. —> Moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto (Tacito)
25. Che progetti hai per il futuro? Laurea e poi lavoro
26. Hai qualche tatuaggio? Non ancora
27. Qual è il tuo colore preferito? Rosso
28. Quando sarà la prossima volta che bacerai qualcuno? Chi lo sa
29. A chi mandi messaggi? Alle persone a cui voglio bene principalmente
30. Pensa all’ultima persona che hai baciato, ti manca? No
31. Hai mai avuto quella sensazione quando sai che sta per succedere qualcosa di brutto e avevi ragione? SEMPRE. Mi faccio paura da sola ahaha
32. Hai una persona del sesso opposto con cui confidarti? Gianmichele, un grande amico! Il più sincero fino ad ora. (Conosciuto personalmente)
33. Pensi che qualcuno sia innamorato di te? Qualche pazzo lo farebbe?
34. Qualcuno ti ha mai detto che hai dei bellissimi occhi? No ahahah
35. Cosa faresti se l’ultima persona che hai baciato, stesse baciando un’altra persona davanti i tuoi occhi? Inizierei a ridere
36. Eri single quest’anno a San Valentino? L’anno scorso mi ha lasciata quel giorno😂😂😂
37. Sei amico/a dell’ultima persona che hai baciato? NO CRISTODDIO
38. I tuoi amici ti chiamano per confidarsi con te? Le mie amiche si
39. Qualcuno ti ha deluso/fatto del male nell’ultima settimana? Ah si, psicologicamente
40. Hai mai pianto per un messaggio? Se sì, cosa c’era scritto? “Mi piace la mia ex”. Un mix tra pianto, ti ammazzo e vienimelo a dire in faccia se hai il coraggio.
41. Come ti sei fatto/a male l’ultima volta? Ieri con la ceretta 😒
42. Dove abiti? Abruzzo
43. Quando è stata l’ultima volta che hai desiderato di andare via? Oggi, voglio un panino dall’antico vinaio ahaha
44. Chi è stata l’ultima persona che hai chiamato? La mia amica Laura
45. Hai un paio di scarpe preferito? Le creepers, comprate 4 volte ormai ahah
46. Indossi i cappelli in inverno? Sono riccia
47. Ti piace andare in discoteca? Mi fa cagare
48. Dai una mano in casa? Ci sono solo io
49. Hai uno specchio nella tua stanza? Si
50. Elenca i tuoi 3 siti preferiti: non mi vengono in mente ora
51. Ti piace fare shopping? Adoro.
52. Il tuo gusto di gelato preferito? Crema e cioccolato fondente con panna
53. E’ difficile dire addio per te? Sono parecchio melodrammatica
54. Ti sei mai ubriacata/o? Non seriamente, io capisco ma faccio finta di non capire 😉
55. Come sono i tuoi capelli? Ricci
56. Cosa fai di solito la mattina appena ti alzi? Bestemmio
57. Pensi che una relazione possa durare in eterno? Da eterna sognatrice si
58. Pensa al 2007, eri felice? Spensierata e felice perché c’era con me una persona importante che è venuta poi a mancare ☀️
59. Il tuo libro preferito? 1984
60. Quando è stata l’ultima volta che qualcuno ti ha abbracciato forte? Non mi piacciono gli abbracci
61. Desideri essere da qualche altra parte in questo momento? NEL LETTO
62. Ricevi molti messaggi? Su whatsapp dalle mie amiche si🥴
63. Dove sarai fra 5 ore? A studiare spero
64. Cosa facevi alle 8 di stamattina? dormivo
65. Ricordi chi ti piaceva/amavi un’anno fa? Il mio ex
66. C’è una persona nella tua vita che riesce sempre a farti sorridere? Alessia
67. Hai baciato o abbracciato qualcuno oggi? No
68. Qual è il tuo ultimo pensiero la notte? “Domani riuscirò a svegliarmi?”
69. Hai mai fatto tutto il possibile e poi non è bastato? Sempre
70. Quante finestre tieni aperte sul tuo computer? Troppe 😆
71. Ti masturbi? 🤷🏻♀️
72. Qual è la tua suoneria? Good riddance- green day
73. Quanti anni hai? 22, quasi 23
74. Hai un’animale domestico? Si un 🐱
75. Parli ancora con la prima persona di cui eri innamorata/o? Solo per gli auguri e gli eventi della vita
76. Hai tenuto per mano qualcuno negli ultimi 3 giorni? Il mio gatto?🤷🏻♀️
77. Sei ancora amico/a delle persone che consideravi amici due anni fa? Ho cambiato radicalmente molte cose
78. Racconta un tuo ricordo di quando eri piccola — quando mia nonna mi metteva accanto a lei seduta sul tavolo mentre faceva la crema ���️
79. Conosci qualche persona famosa? No🤷🏻♀️
80. Ti sei mai addormentato/a nelle braccia di qualcuno? Magari🥰
81. Quante persone hai conosciuto negli ultimi tre mesi? Troppe ma poche buone, in amicizia
82. Qualcuno ti ha mai visto in intimo? Yes
83. Parlerai con la persona che ti piace stanotte? Adoro le chiacchierate di notte!
84. Sei ubriaco/a e stai urlando cose orribili ad una persona. Chi è questa persona? Il mio ex😂😂
85. Se il tuo/a ragazzo/a si drogasse, cosa faresti? Cercherei di aiutarlo per far capire che sta sbagliando
86. Il tuo film preferito? Coco🥰
87. Chi è stata l’ultima persona che ti ha chiamato? La nonna!
88. Se qualcuno ti desse 1.000 euro per bruciare una farfalla viva, lo faresti? No, poverina
89. Hai qualche rimpianto? Come ho già risposto, si!
90. Ti sei mai fidato/a troppo di qualcuno? SEMPRE!
91. Dormi con la finestra aperta? No, fa un cazzo di freddo
92. Vai d’accordo con le ragazze? Si ma non con chi penso sia falsa e manipolatrice
93. Hai un segreto? Chi non ne ha
94. Hai mai fatto sesso? Yep
95. Sei chiuso a chiave in una stanza con l’ultima persona che hai baciato. E’ un problema? Cosa potrebbe succedere? La prenderei a schiaffi
96. Hai mai baciato qualcuno con un piercing? No
97. Condividi la tua stanza o dormi da sola/o? Con il gatto ahaha
98. Sei felice? Discretamente
99. Credi nell’amore a prima vista? Yes
100. Mantieni le tue promesse? Sempre!
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Domande
Eleonora Elvira Zanrosso, 68 anni, una distinta signora appena arrivata da Bologna con il suo avvocato, ha continuato a macinare parole: "Non dormo più la notte da quando mi sono resa conto di cosa ho fatto, non dovevo insultare in quel modo su Facebook il capo dello Stato". Il pubblico ministero Gery Ferrara le chiede: "Perché l'ha fatto?". Risposta, a verbale: "Era un periodo molto caldo, in cui gli animi erano surriscaldati da alcuni parlamentari dei Cinque Stelle di cui ero simpatizzante. Mi sono lasciata contagiare stupidamente da questi fatti. Io che sono madre, nonna, amante della pittura e degli animali".
Era il maggio del 2018, il presidente Mattarella aveva respinto la nomina come ministro dell'Economia di Paolo Savona, la signora Zanrosso scriveva: "Ti hanno ammazzato il fratello, cazzo... non ti basta?". E così è finita indagata, insieme ad altri otto "odiatori" del web, per attentato alla libertà, offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica, ma anche per istigazione a delinquere.
Ora, l'inchiesta è chiusa, i nove indagati vanno verso il processo, rischiano fino a 15 anni di carcere. Ma l'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella è tutt'altro che finita: ci sono altri trenta hater nel mirino della Digos, è già partita una richiesta d'informazioni alle autorità americane, per identificare i profili social che in questi mesi si sono distinti per offese pesanti al capo dello Stato. Gli odiatori hanno dai 30 ai 74 anni, abitano da Nord a Sud. Ma, al momento, solo Eleonora Zanrosso ha avuto il coraggio di confessare e chiedere scusa. Nel suo interrogatorio ha ricordato che in quel periodo "c'era Grillo che gridava da una parte, Di Battista dall'altra. Dicevano: "Prepariamoci a scendere in piazza. Buttiamo giù tutto il governo". Era davvero un tam tam tremendo". La signora ha ammesso: "Uno tante volte non legge neanche i commenti sopra, vede il post pubblicato e si lancia con il commento". Dopo quel messaggio offensivo e l'avvio dell'inchiesta, è finita lei nel mirino del Web, con altri messaggi pesanti. "Mi hanno uccisa - dice - Alla mia età ho capito veramente che cos'è la gogna mediatica". Una storia emblematica, questa. La nonna bolognese che risiede nell'elegante quartiere Savena ha dovuto chiudere il suo account Facebook. "Ho quasi 70 anni, faccio parte di quella generazione che non è certo composta da geni della tastiera, ho la terza media, sono istintiva. È stata la mia inesperienza, eravamo tutti su di giri in quel momento". E racconta al magistrato di aver preso solo tre multe nella sua vita di viaggiatrice che utilizza molto l'auto: "Ecco tutto il mio rapporto con la legge". (fonte)
È davvero necessario scrivere su FB quello che il comportamento di Grillo e Di Battista ha scatenato in sè?
Gli elettori di Pescara e Predappio hanno votato i propri sindaci perchè nel loro programma elettorale c’era, in ordine, il non riconoscimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre e la cancellazione del viaggio premio per gli studenti ad Auschwitz?
Non è che chiamando spesso “fascista” chi non aveva la nostra stessa opinione abbiamo finito per perdere di vista quelli veri che sono sempre più esuberanti?
Che vita fa quella signora che ad Alessandria sul bus ha impedito ad una bimba, solo perchè di pelle diversa, di sedersi sul posto libero vicino a lei?
A che serve questo circolo vizioso di dolore, di violenza, di paura? Deve avere uno scopo, altrimenti il nostro universo è governato dal caso, il che è impensabile. Ma quale? Questo è l’immenso, sempiterno interrogativo al quale la mente umana è ancora lontanissima dal poter dare una risposta. Arthur Conan Doyle
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" Tanto per far passare la noia " (2015)
-1. Senti anche tu quel vuoto nel cuore ? : alcune volte si, solo se mi ci fermo a pensare a qualcosa che mi manca, ma non so cosa
-2. Scrivi il testo di una canzone che ti rappresenta: taylor swift- back to december, scriverò solo il pezzo che mi rappresenta di più…‘It turns out freedom ain’t nothing but missing you Wishing I’d realized what I had when you were mine I go back to December, turn around and make it alright I go back to December all the time These days, I haven’t been sleeping Staying up, playing back myself leaving When your birthday passed, and I didn’t call ’
-3. Cosa vorresti dire alla persona che ti a fatto più male fino ad adesso? : “ grazie per avermi fatto male, non lo dimenticherò….mi è servita di lezione per il futuro, grazie, grazie ancora”
0. Ti piace il cielo? : “ si, lo osservo sempre, lo trovo meraviglioso, mi piacciono le sue varie sfumature della giornata. Faccio molte foto al cielo ”
1. Che hai fatto oggi? : “ Sono uscita con degli amici ”
2. Come ti immagini da grande? : “ mi immagino che farò un lavoro artistico e sarò riconosciuta da molte persone, per il mio talento ”
3. Come ti chiami? : “ Elisa ”
4. Dove abiti? : “Roma”
5. Quanti anni hai? : “ 15”
6. Cosa ti piace di te stessa/o?: “ gli occhi e le labbra ”
7. Cos'è l'ultima cosa che hai guardato su YouTube ?: “ un video di cleotoms ”
8. Vai spesso su siti porno? : “em..no, non ho interesse hahaha 😅”
9. Che scuola o lavoro fai? : “liceo linguistico ”
10. Cosa deve fare un ragazzo per conquistarti ? : “ deve farmi ridere e saper accettare le mie scelte, sopratutto per i gusti musicali ”
11. Hai una data che significa o ti fa ricordare qualcosa di importante ? : “ ne avrei tre.. 29/06/2014 San Siro, lo so può sembrare stupido, ma è stata una delle giornate più belle della mia vita, 16/07/2014 primo viaggio in America 😍 e 25/12/2013 viaggio a london 😍”
12. Che posti ti piacerebbe visitare ? : “ un'altra volta Londra, New York e Boston e per la prima volta Los Angeles, Berlino e alche paese dell Europa del Nord ”
13. Cosa rappresenta per te la tua migliore amica ? : “ niente, non la ho ”
14. Ti confidi mai con qualcuno ? : “ qualche volta, ma in casi rari”
15. Fai qualche sport? : “ quest'anno no, ma ho fatto Karate e hip hop, gli scorsi ”
16. Sei vergine ? : “ No, pesci…🙈 a parte glie scherzi si ”
17. Cos'è la prima cosa che noti in una persona del sesso opposto sia di fisico che di carattere ? : “ fisico le spalle, mi piacciono i maschi con le spalle grosse e il torace piatto, mentre carattere noto subito se una persona sa Divertisti o meno, non mi piacciono i mosci ”
18. Quanto sei alta ? : “ boh, l'ultima volta ero 1. 53, due anni fa 😂”
19. Ti piace leggere ? : “ abbastanza, diciamo che ho imparato da poco ad amare quest'arte ”
20, Segui qualche serie TV ? : “ e melo chiedi pure ?! Ovvio, shameless, teen wolf, pretty little liars, american horror story, glee, suits, csi, ncis, scorpion e tante altre ”
21. Spesso sola ? : “ Direi più che mi manca avere una migliore amica, ma completamente sola no ”
22. Hai mai detto “ ti amo ” a qualcuno ? : “ a loro due ogni giorni della mia vita #nashgrier #niall horan
23: Ti piace qualcuno ? : ” Shiii “
24. Scrivi il nome di qualcuno importante per te. Nash e Niall
25. Come immaginavi la tua adolescenza da piccola ? : “non la immaginavo, ora che ci penso non mene fregava un cazzo di come sarei diventata ”
26. Che gente di musica ti piace ? : “ Non ho un genere, mi piacciono tutti…
27. La tua canzone preferita la momento ? : ” Jordan jea- hopping fences “
28. Credi negli alieni ? : ” Si …“
29. Credi in Dio ? : ” non ho mai fatto comunione, battesimo ecc… Ma ci credo “
30. Credi negli esseri umani ? : ” non ho capito a pieno il senso, perché sono stanca morta (sono le 3 di notte ), quindi non so come risponderti e vado a letto, riprendo domani
31. Qual è il tuo colore preferito ? : “ nero e verde ”
32. Qual è il tuo cibo preferito ? : “ forse l'oreo o la parmigiana, non saprei scegliere ”
33. Hai mai avuto un ragazzo ? : “ yep ”
34. Sessualità ? : “in che senso… Se intendi te "se sono maschio o femmina” sono femmina, se intendi “se sono gay o etero ” sono etero “
35. Come si chiama la tua migliore amica ? : ” non la ho e sono 429182829 “
36. Che ascolti adesso ? : ” Gli uccelli fuori dalla finestra “
37. Che tipo di persona sei ? : ” Divertente, casinista, tendo a trovare sempre il pelo nel l'uovo e sono abbastanza pigra. Però so essere una brava amica e sono molto altruista
38. Riesci a parlare di te ? : “ Si, so ammettere i miei pregi e i miei difetti, anche quando faccio una cosa sbagliata lo ammetto ”
39. Secondo te, cosa ti manca per essere felice ? : “ avere l'amica ideale, a qui puoi dire tutto ”
40. Fai uso di droghe ? : “ sono già matta di mio, non ne ho bisogno ”
41. Fumi ? : “ no..”
42. Bevi ? : “ occasionalmente 👍🏻 ”
43. Ti sei mai ubriacato ? : “ no ”
44. Racconta un fatto divertente : “ allora… Partiamo dal fatto che io faccio figure di merda praticamente sempre, quindi ne avrei tanti da raccontare, ma racconterò quello più recente. Ieri stavo passeggiando per andare da una mia amica.( Dove stavo camminando io ci stavano i sampietrini e aveva appena piovuto, quindi il terreno era scivoloso) quindi stavo andando da questa mia amica, quando un tizzio con lo skate mi è arrivato addosso e mi sono ritrovata col culo per terra davanti a tutti i suoi amici che ridevano. Io infuriata mi alzo e faccio per attraversare, quando inciampo sul gradino del marciapiede e ricasco 🙈🙈. Quindi ci ho fatto doppia figura di merda…
45. Sei triste ? : ” nah..“
46. Sei felice ? : ” normale “
47. Sei innamorata ? : ” sono nel periodo che mi piacciono tutti e nessuno “
48. A quanti anni hai dato il tuo primo bacio ? : ” 12 è stato orribile “
49. Ti piacciono con il sole o con la pioggia ? : ” allora in inverno quando si muore di freddo, la pioggia e in estate, in primavera e in autunno , il sole “
50. Estate o inverno ? : ” inverno “
51. Secondo te l’ inferno esiste ? : ” si “
52. Secondo te il paradiso esiste ? : ” yes “
53. Hai un autore preferito ? : ” la rowling forevah 💁🏼, cioè “
54. Che genre di libri ti piace leggere ? : ” fantasy “
55. Dai una tua definizione alla parola ” demone “. Demone, dal greco demae (?), è una sorta di figura oscura che controlla l'inferno, chiamato diavolo o satana. Alcune volte si impossessa delle persone terrene e le controlla, facendole completamente impazzire…. NO OKAY, NON SO DARGLI PROPRIO UNA DEFINIZIONE”
56. Hai veri amici ? : “ Boh… ”
57. Credi nelle relazioni a distanza ? : “ se uno si ama e vuole mantenere un rapporto si..perché no?!”
58. Sei fedele ? : “ credo di si ”
59. Ti piacciono le piante ? Ne hai una preferita ? : “ si, le margherite anche se sono fiori ”
60. Riusciresti a vivere 3 giorni senza usare il cellulare ? : “ si, non sono così disperata ”
61. Secondo te sei dipendente da internet? : “ abbastanza ”
62. Cosa farai per Natale ? : “ non lo so, siamo a giugno ”
63. Cosa farai per l'anno nuovo ? : “ qualcosa che non ho mai fatto ”
64. Quando compi gli anni ? : “ 02/03/2000 ”
65.Sei figlia/o unica/o ? : " no, ho due fratelli da parte di mamma " 66. Cosa indossi ora ? : "una maglietta
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Headcanon: un weekend nel Salento
Un headcanon speciale per una persona speciale che oggi compie gli anni!
Questo hc a punti è per @Iriennevaplusl (che come sempre non riesco a taggare) visto che oggi diventa un anno più vecchia grande ✨
Nota: come potrete capire, il tutto parte dagli avvenimenti e tweet di ieri
Buona lettura!
Ermal aveva davvero bisogno di una vacanza, nonostante i concerti scaricassero gran parte delle sue tensioni giornaliere necessitava davvero di una pausa da tutto, dai fan e dalla band stessa che, per quanto la amasse perché i suoi amici erano la sua *famiglia*, gli ricordava perennemente il suo essere un personaggio famoso e dopo le critiche di oggi _doveva_ staccare
Also appena ha un fine settimana libero si organizza con Fabrizio e
(18:15) Text to Bizio: «L’11, il 12 e il 13 di questo mese sei occupato?»
(18:16) Text to Ermal: «No, perché?»
(18:24) Text to Ermal: «Tutto ok?»
(18:39) Text to Bizio: «Passo a prenderti sabato alle 9, portati un costume.»
E non scrive più nulla e Bizio è tipo ????? Che cazzo è successo ora ????? Infatti prova a chiamarlo, ma scatta subito la segreteria telefonica. Il piano B è chiamare Montanari, che risponde dopo qualche squillo (il che lo sconvolge visto che sapeva che Ermal aveva un concerto quella sera e sicuramente stavano facendo le prove)
“Pronto?”
“Marco, ciao, so’ Fabrizio”
“Fabrizio, dimmi tutto!”
“Sai che è successo a Ermal? Non risponde alle chiamate o ai messaggi e me sto a preoccupà”
”Eh, polemiche varie su Twitter... sai com’è fatto, sarà anche permaloso ma ci rimane davvero male, forse ha bisogno di una pausa, i tempi per il tour quest’anno sono davvero stretti”
“Capito, non è che riesci a passarmelo?”
“Guarda è un fascio di nervi, non so quanto ti convenga”
“Prova, va bene tutto”
“Come vuoi”
Dopo qualche momento in cui si sente Marco camminare e il vociferare tipico di uno staff indaffarato a montare cose finalmente glielo passa e “Ermal”
Silenzio stampa
“Me lo dai qualche indizio pe’ sabato?”
Altro silenzio stampa
“Te prego nun me ignorà che poi me fai sentì male”
”Io- io sono stanco, davvero. Adesso non posso parlare e il telefono serve a Marco, ci vediamo sabato.” E attacca così dal nulla. Almeno ci aveva provato oh
A FEW DAYS LATER
Puntuale (incredibilmente) come un orologio, Ermal suona al campanello del nuovo appartamento di Fab che, appena apre la porta trovandosi il ricciolino in pantaloni estivi e t-shirt praticamente se lo stritola cosa che voleva fare dal mercoledì, così per dire e Ermal dopo un attimo di rigidità gli si scioglie addosso, premendo il naso contro i suoi capelli annusandone il profumo “Mi sei mancato”
Il viaggio in macchina è lungo, dannatamente lungo, aka Ermal lo porta in un luogo sperduto della Puglia abitato letteralmente da quattro gatti, uno dei tanti paesini sul lungomare salentino dove si alternava sabbia e scoglio
Durante tutto il viaggio hanno ascoltato la musica a tutto volume, spalancando i finestrini nonostante avessero l’aria condizionata per avere l’aria e il profumo di salsedine tra i capelli, erano liberi
Arrivati a Posto X, Ermal parcheggia accanto a una villetta che si affaccia sulla spiaggia e ad attenderli c’è una signora sulla settantina, al che smontano dalla macchina prendendo quei due borsoni che si erano preparati con giusto un paio di cambi e due costumi, il necessario per stare via qualche giorno
“Sei tu Ermà?” si signora, Ermà Metallo “Si, abbiamo parlato al telefono” dice Ermal avvicinandosi
“Si si, si vede proprio che sei un bravo ragazzo anche se hai un nome strano. Toh le chiavi, ci vediamo lunedì mattina, mi raccomando a te e al tuo amico che voglio la casa pulita!”
“Certo signora, non si preoccupi” e se ne va mentre Bizio in tutto ciò osservava la scena zitto zitto “Ho preso in affitto questa casa da stamattina fino a lunedì mattina, era del figlio della signora che quest’anno è all’estero, quindi la affitta”
“Oooh, capito” dice Bizio. Entrano in casa e poggiano i borsoni a terra accanto al letto mentre Ermal si butta sul letto a stella marina, proprio al centro del materasso matrimoniale.
Fab si siede sul materasso e “Possiamo parlare di quello che è successo mercoledì?” Ermal che lo guarda, si gira e si alza e “Mettiti il costume, andiamo al mare” Fab sbuffa, ma che può fare? che pazienza
Nel giro di 10 minuti sono pronti e muniti di teli e ombrellone e vanno a piedi verso la spiaggia dove c’era davvero poca gente, qualche coppia di signori, due famiglie con i bambini, una compagnia di amici e due coppie di fidanzati, ma messi tutti abbastanza larghi perché fortunatamente la spiaggia era ampia e grazie a non si sa quale santo nessuno sembrava prestare particolare attenzione a loro, o meglio, niente di più che una normale occhiata per i nuovi arrivati
Così piazzano l’ombrellone e stendono i due teli da mare uno accanto all’altro per poi togliersi le magliette e andare direttamente in acqua
Ermal si butta, letteralmente, corre dalla loro postazione e in tempo record si ritrova nell’acqua completamente bagnato mentre Fab è ancora in piedi sul bagnasciuga perché “Cazzo che fredda!”
“Ma stat citt (stai zitto), questa non è niente” al che lo prende per le mani mentre Fab è tutto un “No- NO ERMAL LASCIAMI NON MI SCHIZZARE”
Dopo un nano secondo si ritrova bagnato dalla testa ai piedi come un pulcino “Certo che sei proprio stronzo”
E guerra sia, iniziano a schizzarsi e a buttarsi l’uno addosso all’altro come dei bambini. Fatto sta che si ritrovano per terra, sull’acqua alta neanche 50cm, con la sabbia in posti in cui la sabbia non dovrebbe stare, con le gambe incrociate tra loro a ridere come gli scemo quali sono
“Neanche Anita e Libero so’ cosí dispettosi aò”
“Mi sta dando del bambino?” e Fab prende la sabbia dal fondale e gliela mette nei capelli
“MA SEI MATTO CHE FAI”
“Mi vendico”
“Bastardo”
Ermal che non ce la fa davvero più gli prende il viso tra le mani e lo bacia, cazzo se gli mancava,ormai erano giorni che a causa del suo tour non si vedevano nonostante Fabrizio fosse in pausa per un’altra settimana
Bizio tempo un secondo di realizzazione che ricambia il bacio mettendogli una mano sul fianco
“Critiche, come al solito- Fab che si allontana leggermente solo per guardarlo negli occhi- Perché dopo i concerti non mi fermo per fare le foto. Sai come la penso, amo con tutto il mio cuore i miei fan, ma quando fanno così... io sono musica e avevo bisogno di staccare un attimo. Staccare da loro, staccare dalla band e dal tour, volevo godermi un po’ di pace... con te. Sei l’unica cosa di cui ho bisogno in questo momento.”
Fab lo bacia di nuovo e dopo essersi staccato si alza per porgergli la mano e “Vieni, andiamo a farci una nuotata” aka allontaniamoci dal bagnasciuga prima che ci denuncino per atti osceni in luoghi pubblici
La nuotata nonostante tutto la fanno davvero fino a che trovano un posto più isolato in una specie di grotta formata dagli scogli
Ermal, intraprendente di natura quando si parla di esplorazione marina, è il primo a testare lo scoglio per sedersi su “Dai vieni, più titubante sei e più rischi di farti del male”
“E se mi taglio?
“L’acqua salata cicatrizza e soprattutto sono sicuro che non ti taglierai, vieni qua” e Fab segue lo stesso percorso fatto da Ermal, per poi sedersi accanto a lui
“Ma chi me l’ha fatto fare” Fab che continua a guardarsi intorno perché i luoghi inesplorati e sconosciuti lo rendono sempre agitato “Io” sentenzia Ermal, prendendogli la mano
Al che si gira in modo da poter incrociare le gambe con le sue e ricominciano a baciarsi in maniera decisamente più languida di prima, Fab che gli bacia la zona sotto l’orecchio per poi scendere verso il pomo d’Adamo e poi sul letto (perché si, come può Fabrizio non avere il kink per i suoi capezzoli almeno quanto noi?) Ermal che letteralmente gli si aggrappa con le unghie ale spalle e ai capelli
“E- e se ci vedono?” È l’unica cosa che riesce a pronunciare Fab che non siano gemiti “Non ci vede nessuno. Continua.”
E finiscono col farsi una sega a vicenda lì, coperti da quella pseudo-grotta formata in mare. Inutile dire che un orgasmo del genere Ermal non ce l’aveva da un po’ e “Cristo Fabrizio” ancora col fiatone e stanno ancora lì giusto il tempo di riprendersi e rendersi decenti
Quando tornano sotto l’ombrellone sono decisamente più rilassati ed entrambi si stendono sui teli da mare mentre Fab prende la protezione CINQUANTA
“La protezione non la metti”
“Ma figurati, mi devo abbronzare”
“Ma non è salutare”
“Non mi interessa, vivo uguale”
“Mettila per me, per favore”
“Deciditi, per te o per favore?” Fab che gli molla un pizzico sul braccio perché seriamente
“AHIA- Voglio qualcosa in cambio”
“Direi che qualcosa te l’ho già data poco fa” ed Ermal, che era di spalle a lui fino a quel momento, si gira solo per lanciargli un’occhiataccia “Ti faccio un massaggio?”
“Ecco, già meglio” e Erma si stende meglio a pancia in giù sul telo, quindi Fab dopo essersi spalmato la protezione sulle guance, sul petto e sulle spalle si mette a cavalcioni sul suo fondoschiena e inizia a spalmargliela sulle spalle e sulla schiena ed è nutile dire che carezza in una maniera stra delicata tutte le cicatrici che vede sulla sua pelle
Stronzo com’è Ermal mica si mette a muovere il culo per fare una particolare pressione su qualcosa eh, è ‘na brava persona
Quando finisce gli schiocca un bacio alla base del collo e rotolando fianco a lui e stanchi com’erano sotto il sole cocente finiscono con l’addormentarsi
Ermal si risveglia quando il sole ormai sta tramontando a causa dei brontolii allo stomaco e quando riapre gli occhi si rende conto di avere Fabrizio totalmente appiccicato a lui e Dio, è bellissimo, ma ha davvero fame, quindi con una mano inizia a carezzargli la guancia mentre dice “Ehi Bizio... svegliati” seguito da mugolii indistinti di Fab che non contento spinge ancora di più la testa verso l’incavo del collo di Ermal “Bizio dai” e gli da un bacio sulla fronte
• Fab apre definitivamente gli occhi quando anche il suo stomaco inizia a brontolare così forte che lo sente persino Ermal “‘Mazza oh che fame”
“Appunto”
Tornando verso casa si fermano anun panificio lì vicino e si prendono qualche pezzo di focaccia per cena e appena arrivano si rendono conto di quanto erano rossi nonostante la protezione Intelligenti voi ad addormentarvi al sole
Ridono come degli scemi guardando le facce l’uno dell’altro sconvolte dal sole e passano la serata a chiacchierare di quell’ultimo periodo, di musica, delle nuove canzoni che Fabrizio stava incindendo e ne approfitta per prendere la chitarra che ovviamente si erano portati entrambi per far sentire un pezzo di inedito (aka quello messo su ig) e Ermal ha i brividi perché cazzo come può quest’uomo riuscire a trasmettere una tale intensità emotiva in così pochi versi
Va a finire che scoprono che delle scale pseudo nascoste portano alla terrazza, così portano su le sigarette, il tabacco con le cartine, due birre e un telo da mare e stanno lì seduti per terra a guardare le stelle e a chiacchierare per tutta la notte. Ovviamente, essendo vicini alla notte di San Lorenzo, vedono delle stelle cadenti e loro non essendo comuni semplicemente le guardano e si stringono maggiormente le mani (già incrociate da prima) “Non desidero altro che questo” e si guardano e sorridono, appoggiando la testa sull’altra
Quando vanno a letto fanno l’amore dolcemente, con calma come non lo facevano da mesi, tanto e troppo tempo e si addormentano l’uno abbracciato all’altro nonostante il caldo
La mattina successiva, dopo aver passato tipo mezz’ora solamente a baciarsi e a coccolarsi quanto cazzo sono soft mi sento male io per loro, si rivestono mettendosi il costume e vanno a fare colazione a un bar lì vicino che si affaccia sul mare e poi vanno in spiaggia
Passano la domenica cosí mezzi in acqua e mezzi a prendere il sole, a ridere, chiacchierare e scherzare senza essere disturbati da nessuno. Ogni tanto si sentivano osservati, ma se ne fregavano altamente perché fortunatamente era una sensazione che durava qualche secondo ed Ermal si sentiva così felice cazzo, rilassato, senza preoccupazioni per la testa e gli sembrava quasi un sogno
Anche Fab era felicissimo, già vedere il più giovane tranquillo era una gran soddisfazione, soprattutto dopo le preoccupazioni che gli aveva fatto venire
“Sai, la vita in tour è tosta. È la nostra linfa vitale, ma è inevitabile la stanchezza, i nervosismi... pero te ripaga così tanto. Ogni tanto me fermo a pensare a quel 16 giugno e Dio, le emozioni che ho provato in quel momento sono state spettacolari e quando c’eri tu con me su quel palco tutto s’è quadruplicato. Fino a quando sei arrivato tu ero in apnea, capito? Poi bello bello e riccioluto arrivi tu saltellando e ho cominciato a respirare a pieni polmoni. Sei aria per me, Ermal. Dal giorno successivo ho cominciato a comporre testi come non facevo da anni, con un’ispirazione che me vengono i brividi solo a pensarci. La vita in tour è davvero tosta, ma non scordarte mai l’adrenalina che ti fa venire in corpo, quella fibrillazione che ti eccita e che ti fa dire “ne voglio fare ancora!”, vivi ‘ste cose conoe persone che te fanno emozionare e ignora quelli che non te capisco, nun te lo meriti, capito?” Fab se ne esce con ‘sto monologo dopo un lungo momento di calma in cui erano seduti sul bagnasciuga e Ermal è tipo bloccato, proprio letteralmente
È con gli occhi sgranati, lucidi verso il mare e non sa effettivamente come reagire e attribuisce i brividi all’acqua fredda che gli bagna le gambe perché non vuole sembrare più sconvolto di quello che già è
Batte un paio di volte le palpebre e si gira verso Fabrizio che lo stava osservando, neanche si rende conto delle lacrime che gli rigano le guance
Ermal lo abbraccia così forte mentre affonda la testa nel suo collo che gli si sbiancano le punte delle dita con con cui gli stringeva le spalle mentre Fab gli lascia qualche bacio sulla tempia mentre gli accarezza la schiena e gli sussurra “Ti amo, lo sai” e Ermal annuisce sulla sua spalla
Passano il resto del pomeriggio sulla spiaggia e quando tornano a casa, dopo essersi fatti la doccia, si mettono sul letto e parlano parlano che manco si rendono conto che si sono fatte le 3 di notte, parlano fino a quando non si addormentano
La mattina successiva, subito dopo aver pagato e lasciato le chiavi alla signora, tornano verso Roma in macchina e sono decisamente più tranquilli e rilassati, nonostante Fab abbia già notato in Ermal quel velo di malinconia che gli copre il viso ogni volta che finiscono un viaggio insieme, quindi cerca di farlo ridere il più possibile
Arrivano a Roma verso l’ora di pranzo, al che Fab gli propone di mangiare qualcosa di veloce a casa sua perché figurati se ti faccio partire a stomaco vuoto, capace che me svieni in macchina oh
Aka fa una carbonara veloce veloce
Si perdono un po’ a parlare di nuovo dei nuovi dischi e quando Ermal si rende conto che sono arrivate le 15:30 dice “Bizio, me ne devo andare, devo essere a Milano entro stasera che ho un appuntamento con i ragazzi” e a malincuore prende le cose che aveva portato su
Fab che lo ferma prima di aprire la porta e si perde a baciarlo perché chissà quando avranno il tempo per rivedersi per più di qualche ora “Per qualunque cosa tu abbia bisogno io ci sono, va bene?”
Ed Ermal che interrompe i baci sul suo collo solo per dirgli “grazie” e li alterna quasi fosse una litania
Quando Ermal se ne va definitivamente Fab si sente più tranquillo, sperando che quel fine settimana possa aver migliorato l’umore del suo compare un po’ troppo di cuore e permaloso
Ermal, finalmente, si sente pronto a riprendere il tour con un’energia più positiva
Spero che vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate! Se avete altre idee per headcanon/plot da sviluppare mandate pure, scrivere queste cose a punti mi rende davvero tanto felice (soprattutto perché sono senza Wi-Fi e con pochi giga e mi sento parecchio isolata dal mondo) ✨
Vi ricordo di seguire la Varese!AU aggiornata ieri, la parte 4 arriverà molto prima del previsto, so stay tuned!
PARTE 1 ~ PARTE 2 ~ PARTE 3
#ermal meta#metamoro#fabrizio moro#cose che muovono cose#fanfiction#headcanon#vacanza al mare#sti due mi rendono debole#non ho più un cuore#regali belli per amiche belle#reunion
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19 Maggio Eii ciao. Sono infogato perso e non so neanche perché però oggi voglio raccontarti un sacco di cose. Premetto che è per il semplice scriverti, non sto a farmi castelli o cosa, ormai credo che sarai per le tue e non ho idea neanche di cosa tu faccia o di chi ora tu sia... Sono infogato perso semplicemente perché sei diventata la mia amica di penna nella mia testa e come tale voglio scriverti e raccontare! Non vedevo l'ora che arrivasse questo momento è tutto il giorno che dico "devo troppo scriverglielo!" Non so bene da dove partire e infatti non credo che seguirò un ordino cronologico me ecco: È stata una giornata strana, fin da quando mi sono svegliato e come sempre ci metto un po per sgomberare la testa da ansia, paranoie e pensieri. Motivo per il cui esco di casa alle 7.00/15 così ho il tempo necessario per distrarmi prima delle lezioni (non funziona mai eh, però la speranza non muore mai, sai come sono io!)...comunque giornata strana. Ok mi calmo un attimo perché sto già scrivendo super random, ricominciamo : Devi sapere che non esci dalla mia testa, mai... Saranno due anni ormai e non me lo spiego minimamente...ora come ora, per come sto conciato in testa, non so neanche se sarei in grado di gestire una relazione ma nonostante ciò, tu dalla mia testa non ci esci! Non riesco a pensare ad altre, minimamente! L'ho fatta la famosa mossa del "faccio cose con un'altra così non ci penso, provo e creare situazioni nuove così non ci penso" Ma niente non funziona! Succede solo che alla fine penso a te e non a te con me ma solo a te! Tu sei diventata il mio limite sereno. Come sempre, quando ti perdo faccio solo guai con persone e non concludo mai niente perché nella mia testa non sto sereno e quando cerco di starci, beh li ci sei tu... Ma non la vivo male la tua presenza nella testa, anzi, vivo male il fatto di essere la causa di sofferenze altrui ... È che proprio non la comprendo come cosa e ne rimango affascinato! Sembrano i discorsi di un ebete e la questione è molto più seria di quanto a parole la stia facendo sembrare... Continuo a fare soffrire me stesso con le persone che mi circondano e già ti ho spiegato in precedenza il disagio che questa situazione mi mette addosso... OK, cerco di farla un po più corta se no non finirò più. Quello che cerco di dirti è che i tuoi occhi sono dei cazzo di fulmini che mi fanno rabbrividire, ogni volta che l'incrocio (come stamattina dalla finestra di sala 3) muoio. Muoio perché non comprendo bene se sono sguardi di rabbia e rancore... Per la prima volta Non comprendo bene cosa vogliono comunicarmi quegli occhi so solo che rilasciano in me piccole scosse continue. Ogni volta che incrocio il tuo sguardo rivivo tutto, TUTTO! in rewind fin dal principio di noi... E sai cosa penso ogni volta che i flashback finiscono di demolire? Che è proprio coi tuoi occhi che è iniziato ed ancora coi tuoi occhi che continui ad entrarmi dentro... Anche se è finita... I tuoi occhi sono disumani e li odio tanto quanto li amo. Fatto sta che quello sguardo è stato disarmante come sempre e quello sguardo mi ha portato a ricordarmi di quello che devo essere per non perdere mai più nessuno di raro come te nella mia vita e oggi ho chiuso di netto i ponti con questa ragazza, nonostante fosse una cosa prettamente fisica... Non ci riesco... I tuoi occhi mi guardano, da dentro la mia testa, non so perché ma ti sento... Oppure è solo un mio vaneggio infinito ma io continuo a sentirti cazzo (come minimino mi hai fatto qualche fattura, streghetta). E dopo aver fatto star male l'ennesima persona il pianeta terra mi è crollato addosso... Sono solo io la causa dei miei Mali, si perché così come godo solo se vedo godere in egual modo soffro quando faccio soffrire qualcuno per causa mia.. Fatto sta che ero perso nell'oblio e i miei amici sono stati per l'ennesima volta l'ancora di salvezza... Solite chiacchiere e sigarette, sfociato ignorantemente in "DAI PROVIAMO A LEGGERCI A VICENDA LE CARTE (Tarocchi) CON QUELLE DA BRISCOLA!" Abbiamo trovato siti ecc... Che guidavano come leggere e interpretarle...
O addirittura un app che te le leggeva direttamente online... La cosa assurda è che a me sei uscita sempre e solo tu... Parlandomi di un viaggio che dovrò intraprendere e di un ritorno della persona che come me ha sperimentatore il vero amore... Quello puro... Vero. ADESSO! : Ovviamente non sto qui a credere a qualsiasi cosa, soprattutto perché figurati, sulla base di cosa potrei dare credibilità a certe cose!? .. Però è stato impressionante di come per casualità siano uscite cose vere e potentissime della mia vita. Giuro, dai miei genitori al mio modo di vedere e gestire le finanze e in fine la costante presenza della tua vita da quando si è intrecciata nella mia.. La cosa più assurda è vedere come beccava tutto ciò che è successo nella nostra relazione, Con tanto di dettagli e da quel momento per quanto volessi razionalizzare era solo assurdo. Diceva di questo viaggio per la ricerca di sé stessi che verrà coronato dal ritorno dell'unica persona veramente amata... Non sto a raccontarti tutto perché è lunga e troppo specifica... Ma fidati sta roba era strana per ben 13/14 carte che parlavano solo di noi... Figo no!? Lo so che sono cazzate però tante piccole coincidenze non hanno aiutato troppo a credere che lo fossero proprio del tutto. Ma va beh poi ho provato a fare quello dell'app e anche lì, guarda, non sto nemmeno a dirtelo! Facciamo che condivido lo screen di quello in app qui sotto, se ti va leggilo se no va bene lo stesso! È giusto per farti capire cosa mi è scattato in testa dopo tutto ieri... È iniziata con uno sguardo ed è finita con il pensiero del "rammarico"... quegli occhi mi hanno seguito tutta la giornata e hanno fatto tanto sulle mie scelte. Lasciandomi per la prima volta da solo ed ora dovrò impegnarmi per rimanerci perché non voglio più né casini né pesantezza di capo! Quello che sto cercando di dirti non è che ho la speranza di un nostro ritorno... Fatico a crederlo in realtà... Razionalmente dopo quello che è successo lo vedo uno step pretenzioso, importante ed influente. Un nostro ritorno ci cambierebbe la vita nuovamente perché non sarebbe mai fatto a caso e questo porterebbe a valutare realmente la condivisione delle nostre vite fino a falle coesistere "come una"... Eh si! Un po d'ansia vero!? Però di base è così... Io non riesco a non pensare che ci siamo inverititi di posto, non riesco a non pensare che io ora sto come te ad allora e viceversa... Nella mia testa stiamo tipo azzerando i conti in maniera tale di essere consapevoli al 100% di ciò che siamo, di ciò che uno è di ciò che è l'altro ... È come se il cosmo ci stia plasmando... Si! Una rarità creata da due sensibilità uniche che meritano di amare ed essere amati ma che per farlo necessitano di vagliare fasi specifiche e mutamenti importanti per poi plasmarsi in un unico vero, reale, forte, maturo, RARO! E semplice amore... Si si si... Il vomito! lo so! Però questa immagine di noi mi mette una calma nel cuore che neanche ti sto a dire... La speranza di essere legati dal destino o cosmo o come vuoi chiamarlo! Mette in me una certa tranquillità perché so che un giorno siederemo di nuovo a quel tavolo e giocheremo la mano finale... Magari è solo il continuo del vaneggio di cui ti parlavo all'inizio... Di fatto, ora come ora, fatico a crederlo e vedo più plausibile l'idea di te che te ne vai... Plasmata da noi, reduce di nessuno. E infondo te lo auguro perché come ti dissi MERITI TUTTO CIÒ CHE RIMANE DI BELLO IN QUESTO MONDO E IN QUESTA VITA CHE SIA CON O SENZA DI ME. Questa come nessun altra va a te. Che ti sentiro mia per sempre perché sei e sarai parte di me, sempre. Tuo Poppi
PS
La foto non me la carica, appena riesco a recuperarla la carico giuro, così giusto per farti vaneggiare con me.
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Giusto per far capire quanto l’universo mi sia avverso in questo periodo.
Il 2 Novembre avevo un esame da dare, ho fatto nottata per studiare (probabilmente non avrei dovuto) e di conseguenza, la mattina, la sveglia ha fatto ciaone e io mi son svegliato tardi. (Piccola nota: abito in provincia di Reggio Emilia ed ogni giorno mi reco in macchina stazione a Reggio da cui prendo il treno per andare a Bologna, dove frequento l’università). Parto di corsa da casa e già qui capisco che qualcosa sarebbe andato storto. Per strada infatti becco, 3 camion, 1 carro attrezzi e 1 camion rimorchio. Arrivo in stazione, parcheggio, scendo dalla macchina e vedo partire in lontananza il treno delle 7:55 che era l'ultimo che mi permetteva di arrivare in orario. Aspetto quello delle 8:15, salgo. Io faccio gli abbonamenti mensili, ma quello di Novembre mi ero scordato di farlo e ovviamente cosa succede? Controllore. Con un trucchetto evito però la multa. Quando siamo a 500 metri dalla stazione il treno si ferma a cazzo e sta lì 5 minuti. Addio esame, ormai ero in ritardo di 10-15 minuti, avevo la tentazione di presentarmi lo stesso ma ho fatto bene a non farlo perché mi hanno detto che il prof era scazzatissimo quel giorno. Addio esame, studiato per niente, e ora si aspetta Gennaio. Il Martedì successivo invece parto da casa che piove normalmente, arrivo a Bologna che c'è il diluvio universale. Fuori dalla stazione ci saranno stati 5cm d'acqua per terra. Decido di prendere l'autobus e per fare 500 metri per raggiungere la fermata mi inzuppo come la merda: piedi e gambe bagnate fino alle 20:40 di sera (erano le 12:30). Salgo sull'autobus, la macchinetta per fare il biglietto non va (non sapevo ce ne fosse un'altra in fondo, e tra l’altro nemmeno la vedevo perché l’autobus era strapieno, rip) ma vabbè, son 4 fermate, vuoi che salgano i controllori? Ovviamente sì, alla fermata precedente a quella a cui dovevo scendere salgono, dico che ero appena salito e che la macchinetta non andava e mi dicono che c'è n'era un altra in fondo. Come pago il biglietto, l’autobus si ferma alla fermata in cui dovevo scendere. Quel giorno è forse già stato un miracolo che non mi sia preso qualcosa visto che avevo i piedi zuppi. Poi arriva Lunedì scorso, l’apoteosi. A Reggio pioveva normalmente, niente di che, arrivo a Bologna: neve. E fin qui, vabbè, adoro la neve, 🆗, non ero preparato ne equipaggiato, ma per la neve questo si può sopportare suvvia. Ovviamente anche qui mi inzuppo le scarpe perché chi lo sapeva che avrebbe nevicato. Nota dolente era però la temperatura, -4 gradi, non avevo una sciarpa e nemmeno dei guanti e pertanto ero un tantino ghiacciato. Il cellulare comincia fare l’idiota a metà giornata, con la batteria al 60% improvvisamente si spegne, ma io molto astutamente entro in un 🍏 Store e lo metto a caricare. Ma non è certo finita qua. Dopo aver evitate numerose cadute ed essere riusciti a prendere il treno di ritorno, arrivo in stazione a Reggio alle 16:20: finalmente sto per andare a casa a bermi qualcosa di caldo dopo che ho patito freddo ai piedi e alle mani per tutta la mattina. Sto per uscire dal parcheggio e buuum, una mi viene addosso. Sgorgano bestemmie, si scarica il cellulare, non potevo chiamare, comincia a piovere, compilo quei fogli della stra minchievole constatazione amichevole, non capirci un cazzo, esco dalla macchina, colpo di vento e splash, i fogli spiattellati sul vetro tutto bagnato.
“Che vita di merda.”
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Stavo tornando dalla pausa caffè quando vicino ai bidoni della differenziata mi lascio coinvolgere dallo strano combattimento tra una vecchina carina e un ape. Lei aveva appena buttato il suo sacchetto dell’umido, l’ape evidentemente aveva scelto quel bidone come sua nuova casa, forse aveva in mente di portare qualche regalo speciale una volta di ritorno verso la sua regina. Non posso saperlo. La vecchina si mette ad inveire contro l’ape, agitando un sacchetto della spesa di quelli robusti che sponsorizzano qualche supermercato. L’ape si difende come può, svolazza, forse le indirizza qualche insulto ma poco importa, quella è casa sua, per me ha ragione lei. Nonostante la vecchina sia molto carina nel suo modo di accanarsi in una battaglia inutile, devo dire che non sarò mai dalla sua parte. Al café/pasticceria siciliana solito dove vado ho iniziato a notare una cosa strana. Non importa a che ora io vada per bere il caffè (faccio una pausa caffè al giorno, non di più, superata la soglia dei due caffè non riesco a dormire, a meno che non rilegga le cose che scrivo), seduta fuori o su qualche sedia all’interno, vedo sempre la stessa donna. La mia pausa dura all’incirca 12 minuti. Che io vada non appena apre alle 11, lei è lì. Verso le 12:30, sempre lì. Alle 14? Ancora lì. Dopo le 15? Certamente. Dopo le 16? Non lo posso sapere, non posso bere caffè dopo le 16 altrimenti nemmeno le cose che scrivo possono aiutarmi a prendere sonno. Questa donna sta sempre lì. E devo dire di averla notata spesso sta cosa delle persone che vivono nei bar, che non hanno altra vita al di fuori dello stare in un luogo di passaggio frequentato da persone di passaggio. Non mi spiego perché. Servono solo caffè e dolci, non alcolici. Potrei capire fosse un’alcolista. Ma una dipendenza da cannoli non l’ho mai sentita. Sta fuori e saluta, beve qualcosa. Ed è sempre lì. Il mio lasso di tempo di 12 minuti, posso sovrapporlo ad un qualunque istante delle 5 ore che mi sono concesse dalla mia scarsa tolleranza alla caffeina e il risultato è che la becco ogni volta e mi domando sempre che cazzo fa nella vita. Probabilmente anche lei pensa la stessa cosa di me. Non sa che nella vita io scrivo cose utilissime come una serie di pensieri inutili su di lei. Nel bar vicino casa mia accade anche altro materiale per le mie elucubrazioni. Ogni giorno alle 17 apre e puntuale arriva questo personaggio vestito sempre uguale: jeans blu, polo nera, barba bianca, capello bianco, pancia sferica voluminosa. È il primo ad arrivare, mette fuori i tavolini, quindi posso dedurre sia una figura tipo il proprietario, poi prende una birra e si mette sempre allo stesso tavolino a bere una birra dopo l’altra e a fumare ogni sigaretta fino alla chiusura. Se piove, potete stare sicuri di vederlo fuori lo stesso. Ci mette solo un poco di più a finire le birre. Se è freddo, sarà sempre la fuori, sempre solo con la stessa polo nera e gli stessi jeans blu. Anche questa persona cattura la mia fantasia e ogni volta che la vedo mi dico che devo andare a parlarci. Fargli delle domande. Ad esempio non so se è andato in ferie quest’anno. O se quelle per lui sono ferie. Se quando va in ferie fa anche la stessa cosa e sceglie una meta turistica e poi si piazza in un baretto scrauso di una piazzetta scrausa a bere finché non è ora di tornare quasi sotto casa mia a farlo. Se ha altri abiti nell’armadio. O se il suo armadio ha dozzine di polo nere tutte uguali. Oppure se è bloccato in una specie di situazione alla Bill Murray nel film della marmotta, e ogni mattina lui si sveglia rivivendo la stessa giornata ma applicato alla realtà, solo per lui è la stessa giornata (un caso di demenza avanzata), mentre il resto del mondo va avanti normalmente. E regolarmente si dimentica di fare la lavatrice e per questo indossa sempre gli stessi vestiti. Una vecchina che litiga con un ape. Una cannolodipendente. Un uomo senza tempo. Bene, anche oggi ho fatto di tutto con la mente tranne che lavorare.
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“Su Le Monde, un gruppo di femministe dichiara che se un uomo viene accusato di stupro è colpevole fino a prova contraria. Lena Dunham, sceneggiatrice di Girls, ha dichiarato la stessa cosa: le donne non mentono sullo stupro. Quindi se un padre, un fratello o un figlio verranno accusati di molestie da una tizia qualsiasi, è giusto linciarlo su Twitter, farlo licenziare, calunniarlo, diffamarlo e possibilmente suicidarlo. Sarà bellissimo andare da un uomo di 66 anni e dirgli “papà, hai 12 ore per dimostrare a degli sconosciuti che 30 anni fa non hai toccato il culo a una tizia, altrimenti ti toglieranno la pensione”.
Sperando non crepi subito d’infarto come con gli errori di Equitalia, sarà spassoso.
Mi colpisce come né le femministe di Le Monde né la Dunham abbiano spiegato perché questo principio si debba applicare solo ai casi di molestia/stupro e non, che so, a quelli di tortura. O di omicidio. O strage. Vorrei inoltre far notare che se un tizio stupra una donna, conoscendo questo principio gli conviene ucciderla; se lei è morta avrà un processo equo e assistenza legale. Se lei è viva, no.
Portentoso, ‘sto principio.
Altra domanda: se la stupratrice/molestatrice è una donna, magari di un’altra donna, o di un bambino? Anche lei è colpevole fino a prova contraria? Perché è risaputo che anche le donne stuprano, torturano, uccidono e sfregiano uomini, donne e bambini. In quel caso come funziona? La parola di un uomo vale meno che quella di una donna? E quella di un bambino?
Lo so, lo so, sto facendo il cockblocker. So che queste domande complicano una cosa “semplicissima” e tolgono alla folla il suo giusto e meritato linciaggio quotidiano, ma sto ancora imparando come funziona il tribunale popolare Social. Faccio domande a questi nuovi Savonarola e mi sento come quando discutevo con certi elettori che rispondevano “ma va làààà, va làààà, checcivuole a gestire un comuneeeee?”.
E non ho nemmeno finito. Perché con tutto il rispetto del mondo e senza voler sembrare antipatico… c’è un altro problema non trascurabile, in questo nascente tribunale sociale.
Ecco, lungi da me rovinare tutta quest’allegra giustizia sommaria, ma in agosto una ragazza ha accusato un collega di Lena Dunham di averla molestata. Lena ha risposto che la ragazza certamente mentiva. Per questa dichiarazione è stata massacrata dal tribunale social, nonostante si sia scusata per aver dubitato. Tolta Lena, ci sarebbe la storia della tizia che non aveva voglia di pagare il taxi e se n’è andata minacciando di accusarlo di molestie. Un altro tassista è stato salvato dall’app per lo stesso scherzo. E un altro ancora. A Milano un tassista sudamericano ha violentato la turista canadah, no. Sempre a Milano, la studentessa violentata sul treno da due marocchini si era inventata tutto. C’è poi il caso dello stupro di Chiaia denunciato su Facebook, proposte di giustizia sommaria e poi era una palla. Un’altra ha mentito perché voleva 1000 euro al mese da un imprenditore. Una chiede un passaggio, la carichi e scatta il ricatto. Anche le prostitute lo fanno. A Torino c’è stata la ragazza violentata dai ROM; guerriglia urbana, poi scusate, mentivo. Una donna ha accusato il suo ex fidanzato di stupro ”per farlo tornare da lei”. Idea che ha avuto anche un’altra donna a Olbia.
Dev’essere tipo “prima Badoo, dopo #metoo”.
Un’altra, per nascondere al marito l’amante, lo ha fatto incarcerare per un anno dicendo che l’aveva violentata. Un’altra l’ha detto per attirare l’attenzione. Una, per nascondere i succhiotti che le ha lasciato l’amante, racconta di essere stata violentata. Messa alle strette confessa di “avere fatto una cavolata”. Una passa la notte con l’amante, poi si presenta dalla polizia millantando di essere stata sequestrata e stuprata. Non è la sola a usare il trucco per coprire tradimenti. Ci sono poi gli immancabili 2/3 immigrati stupratori; roboanti dichiarazioni di Salvini, immancabile “castrazione chimica”, poi non è vero. Notare che, stando ai Carabinieri, la signora era “non nuova a questo genere di reati”. Un’altra non ha il coraggio di dire al marito che fa la pornostar e dice che “è stata costretta da un conoscente”: falso. Un’altra s’è inventata tutto per far ingelosire il fidanzato. Una ha accusato il vicino di casa di stupro per liberarsene. Un’altra ha speso tutti i soldi, non ha avuto il coraggio di dirlo al marito e ha inventato stupro e rapina. Un’altra lo ha fatto per non pagare il biglietto del treno. E l’ha fatto anche un’altra. In Inghilterra, una tizia nel corso degli anni ha rovinato la vita a ben 15 uomini, finché qualcuno non si è accorto che nessuno l’aveva mai stuprata. Che ne è degli uomini, dopo? A me viene in mente Mohammed Fikri, intercettato durante l’indagine su Yara Gambirasio. La brava gente si è premurata di rovinargli la vita. Poi è saltato fuori che non c’entrava nulla. C’è anche il caso di un italiano mandato in galera dalla compagna un mese per niente. Per. Niente.
Ora: sono assolutamente certo i casi qui sopra siano rarissimi e isolati. O forse non così tanto. Ma sempre attenendosi ai numeri: quanti uomini innocenti è accettabile rovinare, per saziare la sete di giustizialismo della casalinga di Voghera? Uno su mille? Su diecimila? Soprattutto: chi ha deciso che una massa dietro una tastiera ha il diritto di giudicare e punire qualcuno? Chi gli ha dato il potere di farlo?
Bè, ammettiamolo: noi media, opinionisti e webstar di stocazzo abbiamo una discreta responsabilità.
Non facciamo muro contro la falange d’immondizia umana che si indigna per noia e lincia per divertimento; anzi, ne abbiamo un terrore assoluto. Tanto da legittimare calunnie e diffamazioni coi vari “l’opinione della rete”, “il web insorge”, “la rete si indigna”. Non sono opinioni, sono calunnie e diffamazioni, ossia reati. Il terrore di essere bollati come sessisti ci ha portati a presumere la colpevolezza in base all’organo sessuale. Abbiamo accettato il linciaggio dei colpevoli, e questo ha legittimato il linciaggio dei presunti colpevoli, in un delirio giustizialista collettivo dove chi cerca di moderare i toni è bollato come complice, e per dimostrare di avere la coscienza pulita bisogna fare a gara a chi è più intransigente; chiedere punizioni via via più severe fino alle immancabili torture, mutilazioni, esecuzioni.
Forse, prima di ritornare al codice di Hammurabi, sarebbe il caso di tirare fuori i coglioni e opporsi. Non partecipare a questo schifo. Non fare nomi. Non dare visibilità ai linciaggi. Boicottare, bloccare e impedire ai capipopolo di crearne altri. In una parola, comportarci da persone responsabili e non da bestie emotive.
Ma immagino sia la frase che dice il classico guastafeste.”
Ma ricordate, bambini: la violenza è un problema di genere, tutti gli uomini nascono carnefici - e devono andare in tv a cospargersi il capo di cenere in quanto nati uomini, perché se gli stupratori (almeno quelli che fanno notizia) hanno il cazzo allora tutti quelli che hanno il cazzo sono stupratori e DEVONO scusarsi e guai a loro se fanno notare che a sessi invertiti è la stessa cosa - tutte le donne nascono vittime e questo bisessismo, in fondo in fondo, ci piace, ci fa comodo, ci caratterizza. Fomentiamolo, che va bene così*
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23 NOV 2019 14:55NON TUTTI I VISSANI VENGONO PER CUOCERE - “AVREI DOVUTO EVITARE L'ATTACCO ALLA GUIDA MICHELIN PERÒ LA GRANDE RISTORAZIONE È IN UN MARE DI MERDA, SIAMO TUTTI SULL’ORLO DELLA CHIUSURA, CI SONO COSTI INUMANI E IL MADE IN ITALY E’ SOTTO ATTACCO PERCHE’ TRUMP FA IL COGLIONE” – “BOTTURA? DI CHE CAZZO STIAMO PARLANDO? È UNO CHE NON SA NEANCHE COME SI CHIAMA. RUBIO? NON LO CONOSCO" – "RENZI HA SBAGLIATO TUTTO, ZINGARETTI MESSO MALE, MI PIACE SALVINI, D’ALEMA FU IL PRIMO A VOLER PARLARE CON LA LEGA PERCHE’…”
Edoardo Dallari per “la Verità”
Chissene importa della stella persa, oggi si festeggia. Gianfranco Vissani, chef appena «defraudato» dall' illustre Guida Michelin, spegne le sue prime 68 candeline senza rancore, ma con qualche spunto di riflessione in più. Lo ricordano sempre per il risotto cucinato con Massimo D' Alema, ma lui di cose ne ha fatte (e viste) tante. E ora la sinistra, un po' come la Michelin, la vede chiusa in un santuario che ha in spregio «il popolino» e si dimentica dei veri affamati. Di cibo e di lavoro.
Chef Vissani, come si sente a 68 anni compiuti?
«Non si dicono mai gli anni! Oggi tutti cercano di nasconderli, però ci siamo. Sto bene, la mia vita la sto vivendo, tra amori e lavoro, con grandi soddisfazioni e risultati».
Si sente davvero il Che Guevara della cucina italiana?
«Mi hanno definito cosi, come una volta c' era il "divino" Gualtiero Marchesi. Che Guevara era un idealista, uno che credeva in quello che faceva, che ha fatto la rivoluzione perché vedeva oppressione nel suo popolo.
Tutti questi leader maximi prendono il sopravvento quando vedono la gente dalla loro parte. Non dico che avremmo bisogno di un' elezione bulgara, ma in questa Italia dove ci sono politici che non sono politici, e dove il governo non governa perché si è trasformato in ufficio delle tasse, un Che Guevara può capitare.
Ci stanno trasformando in numeri. I ragazzi che cercano lavoro mi chiedono: quanto mi dai?, io rispondo: ma tu che cosa sai fare? Non sono pronti».
Come mai, dopo 20 anni, le hanno tolto la sua stella?
«Si vede che non eravamo più all' altezza».
Ha detto che la Guida Michelin è anti italiana.
«Ho usato questa espressione, ma dal profondo della mia esperienza, 50 anni, dovevo evitare. Ero uscito da un ricovero ospedaliero di otto giorni e mi è venuta spontanea. Avrei dovuto contare fino a dieci. A Casa Vissani abbiamo sempre fatto le cose per bene, ma a qualcuno non va a genio».
La guida sbaglia?
«Tutti hanno le loro faide, le loro correnti. Come si fa? Per me ci vogliono 15, 20 giornalisti - ma giornalisti, non proprietari di aziende - che vanno nei ristoranti, mangiano e votano. Se io sono il direttore di una guida ho i miei interessi Questo c' è sempre stato. Però la grande ristorazione è in un mare di merda, se non arriva qualcuno a darci una mano possiamo chiudere tutto perché ci sono costi inumani».
Aldo Grasso sul Corriere della Sera l' ha accusata di risentimento, di non sapersi leccare le ferite e di bramare solo il successo.
«Aldo Grasso non è mai stato da me in Umbria. Lui parla per sentito dire. È piemontese e i piemontesi sono falsi e cortesi, no? Perché non ricorda quando mangiava al mio ristorante all' Hotel Bellevue di Cortina d' Ampezzo e diceva che era tutto ottimo? Facile picchiare su un animale ferito».
Lei si sente ancora il numero uno della cucina italiana?
«Io sono stato numero uno? Faccio quello che posso, mi diverto, non cucino con l' azoto e a basse temperature. In quel modo non si sa neanche quello che si mangia. La cucina italiana è un' altra cosa. Tutti cercano il prodotto vero. Vogliamo strapazzare il mondo, dire che è tutto uguale, che non esiste più niente di valore? Basta».
Il made in Italy è sotto attacco?
«Sì, perché Donald Trump fa il coglione con i dazi. Ma il problema è strutturale. Una volta ero con altri chef attorno a un tavolo con l' allora ministro dell' agricoltura Maurizio Martina, e con il senno di poi ho sbagliato ad andarci perché quello è un radical chic puro.
Gli ho detto: guardi che il prodotto italiano fatica molto. Lui mi ha risposto: ma va, facciamo parlare Massimo Bottura per piacere (chef pluristellato, noto per la cucina solidale, ndr). A quel punto mi sono alzato e me ne sono andato via. Bottura? Ma di che cazzo stiamo parlando? È uno che non sa neanche come si chiama. È tutto combinato, alcuni possono parlare e altri no. È una vergogna, molti hanno paura, ma non io. Sarò penalizzato, ma chissene importa».
Negli ultimi mesi fa molto parlare chef Rubio, che l' ha attaccata dicendo di sapere cose su di lei che «quando fa lo splendido in televisione non racconta».
«Io non conosco questo Rubio, né mi interessa. Ancora lo chiamate chef? Può dire quello che vuole, ma l' unica cosa che sa fare è attaccare la gente per farsi popolarità. Recita la parte dell' anti Salvini».
Le piace il popolo delle sardine?
«Ma che cosa vogliono? Matteo è una bravissima persona. Se la sinistra, la destra o il centro esistono ancora e riescono a fare qualcosa lo devono a lui. Ha smosso le acque. In generale, però, è ora di renderci conto che quei pochi che stanno in Parlamento non possono dirigere un Paese come l' Italia. Benito Mussolini diceva che l' Italia è ingestibile.
Mio padre mi ricordava che il popolo è quello che porta l' acqua con le orecchie. Sono i lavori umili che fanno andare avanti il Paese. Ormai è tutto difficile. Arrivano qui i romeni, i bulgari, la gente dell' Est? Allora formiamo delle scuole, istruiamoli. Magari delle scuole di bon ton»
Che cosa le piace di più di Salvini?
«Tutto, ma a tutti noi piace Salvini. Bisogna ripartire dall' anno zero, bisogna azzerare i conti di tutta l' Europa. Non è l' Italia ad avere il deficit e il debito pubblico più alto. La Spagna, la Germania, la Francia, l' Inghilterra? Mettete il cash nelle tasche degli italiani».
E D' Alema come l' ha presa questa sua simpatia per il leader della Lega?
«Io non ho mai detto di essere di sinistra. Finché c' è stato Massimo D' Alema ho cercato di stargli dietro. Ricordo però che lui è stato il primo a voler parlare con la Lega perché capiva che c' era un epicentro che si stava spostando verso le campagne e le periferie. Cara sinistra, fai come Matteo, non chiuderti in te stessa, vai nelle stalle, sui territori, chiedi alla gente quello di cui ha bisogno».
Il Pd si sta riprendendo?
«Nicola Zingaretti sta veramente messo male. Io spero per lui che ce la faccia, ma non lo so, la vedo molto dura. Il Pd deve raccogliere voti se vuole essere al comando, non dividersi. Quell' altro pariolino che se n' è andato Carlo Calenda, è sempre incazzato. In politica ci vuole stabilità, ma ce li ricordiamo i vari Andreotti, Fanfani, Forlani, Cossiga?».
E Matteo Renzi ha fatto bene a fondare Italia viva?
«Ma è vero che si allea con Silvio Berlusconi? Mi sembrerebbe assurdo. Renzi ha sbagliato tutto. Sta creando le frattaglie della sinistra. Vuole prendere il 4%? E poi?».
Contro vegani, astemi e puritani Jack Nicholson ha detto: «Io credo nella carne rossa, nel vino e nelle donne». In che cosa crede lei?
«In tutt' e tre le cose. Nel 1944, in Inghilterra, sei vegetariani si sono dissociati e hanno creato il veganesimo. Non li sopporto, sono una setta, mi danno fastidio. E poi ultimamente hanno perso ancora più punti. Adesso vogliono far fare le loro diete anche ai figli, che però hanno bisogno di altri alimenti. I bambini così stanno male, è una cosa pesante da accettare. Ma poi, vegani? I vegetariani posso capirli, anche Umberto Veronesi lo era, anche Pitagora. Non mangiano carne, anche se poi mangiano il pesce».
Come procede il suo anno sabbatico lontano dalle donne e dal sesso?
«Benissimo. Ho rispettato tutte le previsioni».
E quindi come festeggia questo compleanno?
«Con gli amici a Baschi, a Casa Vissani. Gettiamo le basi per tutto l' anno successivo. Mi piace essere sempre in continuo movimento. Morta una stella... se ne fa un' altra».
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Rione Sanità, di Tiziana Testoni (aprile 2019)
Risalivo da via Sanità con la mia pizza fumante ai friarielli e alici, quella fatta da Alberto, una specialità. A Milano non se ne trovano di così fragranti. Non so per quale miracolo - perché solo di questo può trattarsi: la pizza qui a Napoli è impareggiabile! Forse, con tutti gli altarini che ci sono disseminati per le vie, Lei ha deciso di ricambiare tanta devozione con questa magia. Avevo fatto tardi al lavoro e per farla semplice, avevo deciso di passare all’asporto, anche se avrei dovuto contenere le spese. Tempi duri.
Il traffico era ancora intenso, erano passate le ventidue, ma cercare la quiete in questo rione era cosa assai ardua. Avevo una camera in affitto in via Dei Cristallini e rientravo spesso a piedi; mi piaceva respirare l’anima di quei luoghi. Il rumore dei tacchi sul porfido, il suono delle tv e il vociare aperto e sincero dei suoi abitanti facevano un tutt’uno, corpo e anima, della stessa verità. Certo c’erano anche il fracasso delle marmitte truccate degli scooter, le auto parcheggiate in doppia fila e le urla ostinate di qualche venditore, ma il battito era lo stesso, la stessa armonia.
Procedevo lungo i miei pensieri quando, in lontananza lungo via Sanfelice, vidi uscire da un portone un uomo di bassa statura, con un cappello ed un mantello neri. Gli abiti che portava, di altri tempi, attirarono la mia attenzione e lo seguii con lo sguardo. Aveva un’andatura fiera e decisa; procedeva in direzione opposta alla mia. D’istinto mi appiattii contro i muri delle case, cercando di non farmi notare, non so neanch’io perché. In quel momento, mi affiancarono una coppia che passeggiavasotto braccio ed altre persone, che camminavano frettolosamente. Non mi guardarono nemmeno.
Intanto, quel signore si era fermato davanti ad un portone, si era chinato e aveva infilato un busta attraverso la feritoia della corrispondenza. A quello successivo, di nuovo, si china ed infila una busta; più in basso questa volta, tra il gradino ed il profilo di un’antica porta di legno massello. Come in un sacro rituale la cosa si stava ripetendo ad ogni portone, fino a che prese a svoltare a destra, in via Santa Maria Antesaecula.
Ero rimasto fermo come un allocco con la mia pizza, ormai tiepida, in mano. Dovetti fare uno scatto per raggiungere l’incrocio. Inciampai in una delle tante buche storiche della pavimentazione e - cazzarola - mancò poco che mi cadesse il contenitore. Spiai l’ingresso della via, stupito del mio fare da investigatore, ma in cuor mio sentivo che era una situazione strana. Lo avevo perso. Così procedetti a passo svelto lungo la via.
Dovetti camminare un po’ prima di vederlo uscire di nuovo da un cancello. Attraversò la strada e ancora un’altra busta sotto ad un’altra porta, questa volta malridotta e piccola. Poi cambiò direzione, venne verso di me. Oddio! E ora che faccio? Non posso nascondermi e, guarda caso, non sta passando nessuno. Faccio l’indifferente, rallento, parlo con il contenitore della pizza, che ormai era congelata.
Trotterella. Ha il passo del bambino che scappa dopo una marachella. Sono curioso, lo osservo di sottecchi. Noto che i suoi passi non fanno rumore e la sua figura non ha ombra. Come può essere? Mi sta passando accanto, la luce fioca dei lampioni e l’ombra della falda del cilindro non mi permettono di vedere bene il viso e, così, attendo qualche passo e torno a seguirlo. Poco prima dell’incrocio a sinistra entra in una cancellata che dà su di un cortile interno, con scalinate che portano nei diversi condomini. Attraversa il cortile con passo sicuro e si dirige ad un appartamento al civico 109.
Arrivano voci e musica dall’interno. Mi fermo, in disparte. Qualcuno viene ad aprire e subito come un boato, urla di gioia risuonano nel cortile. Si chiude la porta e corro a guardare. Per fortuna le finestre sono basse e sbircio l’interno. Sarà la corsa, sarà l’inusualità di quella situazione, ma ho il cuore che batte a mille. C’è una tavolata imbandita vicino alla finestra; poco più in là un capannello di persone lentamente si srotola e lascia intravedere di spalle l’uomo che ho seguito fin lì.
Mi sembra di riconoscere alcune persone, ma non può essere vero! Nessuna di loro calca più il palcoscenico di questi anni. Vedo Peppino De Filippo e Vittorio De Sica che brindano con Sofia Loren, eterea nella sua eleganza. Qualcuno suona la chitarra, ma è Pino Daniele, non ci posso credere! Accanto a lui Massimo Troisi e Mario Merola. Ma che sta succedendo? Deve essere la prova costume per qualche spettacolo in stile “Amarcord”. Ci sono anche personaggi storici in costume d’epoca. Ma quello è Masaniello! Adesso ci manca pure che arrivino i Re Magi e siamo apposto! Un attimo, non so ancora chi è quell’uomo! Lo cerco e vedo che stanno portando una torta decorata con decine di candeline accese. Mi metto sulle punte per riuscire a trovare un indizio, per capire qualcosa, ma niente da fare.
Sono così preso, che non mi accorgo che la porta si è aperta. Una mano si appoggia su una mia spalla, facendomi sobbalzare e cadere per lo spavento. E’ lui, l’uomo con il cilindro. Sbianco, mi manca il fiato per un tempo che mi pare infinito, poi mi rimetto in piedi, se così si può dire, perché non sento più le gambe. Mi chiede se sto bene, ma non riesco a rispondere. Così mi invita ad entrare.
Il Principe Antonio De Curtis era tornato e con lui erano tornati coloro che avevano fatto grande il nome della mia città d’adozione. Mi accolsero tutti con calore e mi fecero sedere con loro. Mi spiegarono che si erano riuniti per festeggiare il compleanno di Totò, che cadeva proprio quel giorno, il 15 di febbraio. Al contempo, seppur in anticipo di quattro giorni ricorreva anche la nascita di Massimo Troisi e così ne avevano approfittato per dare una grande festa.
La notte trascorse tra brindisi, risate e canzoni o almeno così mi sembrò di ricordare la mattina successiva. Quando mi svegliai, mi sentivo come se le pareti della stanza fossero state costruite, mattone dopo mattone, intorno alla mia testa e non riuscivo a mettere a fuoco con chiarezza. Stentavo a capire se, ciò che era accaduto, fosse solo frutto della mia immaginazione o reale.
Era sabato e avevo la giornata libera. Così appena riuscii ad alzarmi, feci una doccia gelata, bevetti un ettolitro di caffè e assecondai il desiderio di tornare là, per capire. Misi un paio di scarpe comode e un impermeabile, il cielo minacciava pioggia. Pochi minuti di cammino ed entrai nel cortile. C’era già molto movimento e nessuno, all’ingresso, badò alla mia presenza. Riconobbi le ringhiere delle scalinate arrugginite e i muri a tratti scrostati di quel grande codominio. Dritto in fondo ecco le finestre e l’ingresso dell’appartamento. Corsi, non stavo nella pelle! Suonai, bussai, ma nessuno rispose. Sbirciai dalle finestre e tutto era buio, immobile, ordinato.
Ca’ vuoì? - mi sentii apostrofare – O’ museò è chiusò, aià ritornàr lunèdì. Disse una donna alle mie spalle, intenta a pulire le scale.
Il museo? Quale museo? - Le chiesi – Si fermò, si appoggiò al manico della scopa e mi fissò minacciosa.
Me staje prendènd in girò? Ca’ cazzo sì venutò a fa qui, si nun ppe visitàr ò museò ro’ grandissìm Totò? Scese in uno scatto dalle scale e in un attimo mi stava minacciando facendo roteare i rami di saggina sulla sua testa.
Un attimo, signora, la prego, non so nulla del museo, mi lasci spiegare.
Schivai un colpo, per fortuna dato senza troppa precisione. Nel frattempo si erano avvicinate alcune persone che cercarono di calmare quell’indemoniata e dopo poco tornò la quiete.
Un signore distinto, si avvicinò e mi fece accomodare ad un tavolo in ferro battuto, in un angolo del cortile, vicino alle finestre dell’appartamento. Parlava con eleganza e mi chiese se volessi qualcosa da bere. Sul tavolo vi erano una caraffa piena d’acqua, dei bicchieri, un mazzo di carte e dei ritagli di fogli bianchi. Mi spiegò che Vincenzina era la vecchia portinaia, che era uscita di testa e che non aveva mai conosciuto le buone maniere.
Mi raccontò che quella era la casa natale di Antonio De Curtis, da cui andò via nel 1920 e non vi fece più ritorno. Qualche anno dopo la morte della madre, vi prese dimora una coppia di abusivi. Questi sfruttarono la morte dell’attore, nominato Principe dopo anni di cause per il riconoscimento del titolo nobiliare, facendo visitare la casa ai turisti in cambio di poche lire. Nell’anno duemiladue, la casa fu venduta all’asta e i nuovi proprietari la ristrutturarono, non senza difficoltà burocratiche e ne fecero il museo che è ora. Ci fu un attimo di silenzio, ero perso nei pensieri.
Mi dica, come mai è venuto qui, se non sapeva niente di tutto questo? – mi chiese, scavallando la gamba sinistra e inarcandosi per prendere qualcosa dalla tasca della giacca. - Ne vuole una? – mi offrì una sigaretta. Mi allungai per prenderla e, sporgendomi dal tavolo, notai per terra, l’angolo di un cartone bianco. Riconobbi il contenitore per pizza, che avevo comprato la sera prima, che doveva essere caduto insieme a me e di cui mi ero scordato. Lo raccolsi, all’interno c’era la pizza ai friarielli e alici, rinsecchita.
Un sorriso attraversò il mio volto e fu così illuminante che anche il gentiluomo lo notò. Ero al settimo cielo! Quella era la prova che non era stato solo un sogno. Avevo veramente vissuto quella incredibile avventura. Ero talmente entusiasta, che corsi il rischio di passare per visionario e gli raccontai dell’incontro con Totò, della festa e di tutto il resto. Lui mi ascoltò incuriosito e quando gli dissi di averlo visto mettere le buste ad ogni portone, lui sorrise, si alzò d’istinto e disse che allora era proprio lui. Era infatti risaputo che, nonostante non amasse parlare delle proprie umili origini, Rione Sanità gli era rimasto nel cuore e diventato ricco, Totò usava passare di nascosto la notte e lasciare buste con del denaro per i più bisognosi.
Sull’onda di così tante emozioni, ci salutammo e gli promisi che sarei tornato a visitare il museo lunedì stesso. Ci abbracciammo come due amici di vecchia data, ma chissà forse lo eravamo stati, in un’altra vita. Uscii e ripresi a camminare, riassaporando il ricordo dell’atmosfera di gioia vera, che gonfiava il mio cuore.
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De Nuevo Betti
La fida segretaria addetta alla tea room mi ha appena portato il caffè, la cliente che ha rotto il cazzo poco fa è stata pacificata grazie all’opera di un’altra fida segretaria che mi ha procurato il rogito della discordia semplicemente rompendo a sua volta il cazzo ad un altro studio notarile ed evitandomi la passeggiatina fino in Conservatoria, e così io ho potuto impiegare utilmente il mio tempo guardando il video di De Nuevo Tu che ho postato ieri. No, perché ovviamente ancora non l’avevo mica visto. Tralasciando qualsiasi considerazione sulla presenza scenica dell’interprete, non posso fare a meno di notare che l’esibizione si svolge a Bologna (e sarebbe un po’ dura non notarlo, visto che San Petronio si erge monolitica davanti alla dolce Betti che sgambetta inconsapevole verso il declino). What a coincidence. Sono sempre affascinato dalle coincidenze. Voglio dire: non è possibile che tra tutte, tutte le esibizioni live di Betti Villani presenti su youtube (due), io vada a scegliere proprio l’unica ambientata a Bologna. Non può essere un caso. Lassù qualcuno muove i fili, e noi siamo tutti burattini. Mi sento come Adso ne Il Nome della Rosa, quando Guglielmo da Baskerville gli insegna a leggere anche i più infimi particolari della realtà che lo circonda come segni di qualcosa di nascosto, di un disegno che non appare ad un primo sguardo, che è difficile decifrare, e di cui probabilmente non si capirà un cazzo pur avendolo decifrato. Un po’ è consolante, un po’ no, perché ho la sensazione che il burattinaio lassù non abbia la minima idea di cosa sta facendo e stia solo aspettando che si faccia ora di cena. Però torna tutto: è visitando San Petronio per la prima volta proprio nell’88 che ho avuto la sensazione di dovermi rassegnare all’esistenza di qualcosa di superiore e sacro solo perché ci credono le moltitudini (lo stesso motivo per cui Mrs. Moore in Passaggio in India, pur essendo atea, si toglie le scarpe entrando nella moschea), è nell’88 che sono praticamente scappato da scuola per venire a stare a Bologna una settimana, ed è nell’88 che per la prima e fino a ieri unica volta nella mia vita ho tenuto un diario che oggi mi dà i brividi ogni volta che provo a rileggerlo (ma è possibile che fossi io quello lì? Che la mia vita fosse fatta di interrogazioni, di uscite con i miei compagni di classe, di ossessioni per film e libri e cantanti, di innamoramenti per i partner cinematografici di Bo Derek tipo -faccio un nome a caso- Miles O’Keeffe, o per certi bonazzi biondi o bruni che incrociavano strada e sguardi con quell’ombroso 15enne?), diario a cui non posso non pensare ora che vent’anni dopo mi avventuro nella blogofera. Ci dev’essere qualcosa nel numero 88. La prima cosa che mi fa venire in mente sono gli 88 folli di Kill Bill. E infatti questo post tanto normale non è, avrà pure un filo logico, ma io l’ho perso da un pezzo: gli 88 folli mi fanno 88 pippe. So solo che casualmente è proprio nell’88 che Betti Villani in Piazza Maggiore faceva finta di cantare De Nuevo Tu, questa cover tanto vituperata dal me stesso di allora, ma che piano piano ai miei occhi (alle mie orecchie?) ha finito per racchiudere il colore e le sensazioni di un tempo di cui, mentre lo vivevo, non mi fregava una beata minchia. In particolare a quell’epoca pensavo che questa signorina Villani fosse una testa di cazzo milanese, con nient’altro da fare se non prendere una canzone di Battisti e ricantarla in spagnolo tanto per far abboccare qualche tonno, godersi i suoi wharoliani 15 minuti di celebrità, e tirar su quel tanto che bastava a rifarsi il guardaroba e avere un’entrata preferenziale in discoteca. Invece vent’anni dopo mi fa tenerezza e le voglio bene, mi fa sentire come mio padre quando nostalgico canticchiava Verde Luna, e mi chiedo che fine abbia fatto. A parte le due esibizioni di cui parlavo, in rete ho trovato molto poco sulla vecchia Betti, ma quel poco che ho trovato ha accresciuto la tenerezza che provo per lei: c’è uno che l’ha avvicinata dopo un’esibizione nel 90 e ne parla come di una persona disponibilissima, e un altro che l’ha avuta come insegnante di musica e la dipinge come bravissima e impareggiabile. Lo stesso che poi la ringrazia per avergli fatto da corista in un pezzo “anche se la sua voce non si sente affatto“. Y me scapa la risa.
15 gennaio 2008
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