#cesare colombo
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'ARNO' GLASSWARE FOR ITALORA BY CESARE "JOE" COLOMBO (1960S)
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Cesare Colombo. Milano, Piscina Solari, 1965.
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OBJECTS OF DESIRE:
1.Marenco sofa by Mario Marenco
2.Batman(Back) by Herb Ritts
3.Concrete coffee machine, AnZa
4.Philosykos handwash, Diptyque
5.Basilicum candle, ZaraHome
6.Nido chair by ESTUDIOPERSONA
7.Scented tray by Lukas Peet
8.Solid Rocker by Ron Arad
9.Smoke glasses by Joe Cesare Colombo
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Fotografia italiana di 5 decenni fa, élite negletta: Geri Della Rocca de Candal
di Carlo Maccà
Dedico l’articolo a Gustavo Millozzi, grande amico e maestro da più di mezzo secolo. Lasciandomi come sempre piena libertà, ne ha seguito tutta la gestazione ed è scomparso proprio al momento della conclusione.
Ai tempi antichi, nel millennio passato, la fotografia era analogica. Ogni immagine fotografica era il risultato di un processo che oggi apparirebbe lentissimo. Il sensore era costituito da uno strato di gelatina contenente sali d’argento depositato su una pellicola. La luce liberata dallo scatto dell’otturatore produceva all’interno del materiale sensibile un embrione, che attraverso fasi fisico-chimiche successive (sviluppo e stampa) si concretizzava materialmente in una immagine partorita sulla superficie di un supporto solido, generalmente cartaceo. Solamente allora l’immagine entrava effettivamente nella vita reale, poteva ricevere un nome, vivere in una cornice appesa a una parete o dormire all’interno di un album, essere mostrata a parenti e amici, alla comunità fotografica, e, attraverso i media, alla società e al mondo intero. La speranza di vita dell’oggetto poteva facilmente superare quella dei suoi contemporanei umani, compreso il presente autore. [1]
Alla selezione della immagini che meritavano di essere conosciute e divulgate nell’internazionale fotografica provvedevano soprattutto alcuni Annuari di editori specializzati, per lo più Americani o Britannici. Anno per anno, professionisti e amatori evoluti, giovani o maturi, nuovi o affermati, inviavano agli editori stampe, sciolte o in portfolio, sperando che almeno una di queste selezionata e il proprio nome comparisse nell’indice degli autori accettati seguito dal numero della pagina in cui avrebbero ritrovato l’immagine o dal numero d’ordine di questa. Se di quei numeri ne compariva più di uno, l’autore poteva considerarsi - o vedersi confermato – “Autore” coll’A maiuscola.
Figura 1. Geri Della Rocca deCandal -Sulla spiaggia. Ferrania XXI/7, luglio 1967, p.3.
Per Fotopadova immagini relative all'articolo
Per questa via, dalla metà degli anni ’60 cominciarono a farsi conoscere e apprezzare nel mondo fotografico internazionale alcuni dei nostri futuri Maestri, che già contribuivano ad animare e a svecchiare la fotografia italiana. Conservo con devozione alcuni di quegli annuari e ogni tanto li ripercorro con piacere (e qualche nostalgis). Per esempio, nel britannico Photography Year Book [2] del 1967 si rivedono Gianni Berengo Gardin con 4 fotografie (2 in doppia pagina), e Mario Giacomelli con 2 (fra cui l’iconico ritratto della madre colla vanga); con 2 immagini anche Cesco Ciapanna (futuro fondatore del mensile Fotografare, innovativo per l’ambiente fotografico italiano), e con una ciascuno Cesare Colombo e Michelangelo Giuliani. Via via negli anni si ritrovano anche altri autori italiani tuttora amati e apprezzati, assieme ad altri che hanno lasciato qualche memoria alla fotografia italiana.
Fra fotografi italiani che nei pochi Photograpy Year Book dei primi anni ’70 a disposizione già a quel tempo avevano destato la mia attenzione per la qualità delle immagini e per i commenti che le presentano, soltanto uno, che portava un nome facilmente ricordabile : Geri Della Rocca deCandal, non sembra aver trovato ricordi permanenti nella nostra comunità fotografica. Nella pubblicista fotografica italiana di quegli anni parsimoniosamente tramandata fino ai nostri giorni sembra essersene occupata soltanto la rivista Ferrania [3], che nel numero di luglio 1967 presenta un ispirato articolo di Giuseppe Turroni [4] dal titolo La consolazione dell’occhio. L’autore, autorevole critico cinematografico e fotografico, scrittore e pubblicista notissimo in quegli anni, promuove alcuni giovani autori part-time che nella loro opera si distinguano per "chiarezza, onestà, purezza, spontaneità, e/o linearità di espressione". Doti che in uno di loro riconosce accompagnate da una spiccata sensibilità formale, che diremmo “classica”. Ecco come lo introduce.
“Un giovane di Milano, studente in Fisica, Geri Della Rocca deCandal, ricerca un dilettantismo quasi prezioso, che può sembrare fuori moda e che anche per la scelta del soggetto non indulge alle convenzioni dei tempi. Ma in quanti siamo a stabilire l’esatta portata di un lavoro al di là degli aspetti formali o linguistici che ci suggestionano? Anche Geri Della Rocca de Candal ha spirito libero e introspettivo. Le sue foto ”artistiche” hanno un’impronta ovviamente diversa da quella che distingueva la produzione amatoriale italiana di lontana memoria. Sono centrate nel gusto formale del momento e nello stesso tempo riescono a tradurre un simbolo di realtà, per i nostri occhi abbacinati da tanta, da troppa cronaca che finisce per non dirci più niente, anzi per guastarci il sapore della realtà.” [4] Turroni accompagna questo testo con ben 5 immagini, certificando che il giovane, in Fisica ancora studente, in Fotografia ha già raggiunto un livello magistrale.
Da qualche anno la Fondazione 3M offre, oltre alla collezione completa digitalizzata della rivista sopra citata, anche i files delle fotografie originali depositate presso il ricco Archivio Ferrania. Due immagini, una presumibilmente degli anni ’60, l’altra del 1974, presenti nel fondo Lanfranco Colombo sono evidenti tracce di una mostra del giovane Geri a Il Diaframma, la prima galleria in Europa dedicata esclusivamente all’arte fotografica [5], e fanno pensare a una attività espositiva importante. Soltanto le fonti finora citate possono suggerire all'ambiente italiano l’esistenza di un Autore da non trascurare.
Figura 2. Lower Manhattan Skyline - New York City, 1968. APERTURE, SPRING 1972.
Infatti rimane insoddisfatto chi, come noi, cerca di approfondire quelle notizie per la via più agevole, la Rete, che al giorno d’oggi segnala qualsiasi evento grande o piccolo e ne preserva la memoria, e perciò è indotto a supporre che l’attività fotografica del Nostro si sia conclusa in patria prima dell’avvento di Internet. Che però non si trattasse di cosa trascurabile, e che si espandesse anche all’estero, lo si può dedurre da altre tracce che attraverso Internet si reperiscono in archivi digitali della stampa specializzata straniera: per esempio, negli elenchi nominativi dei fotografi con opere presenti in raccolte fotografiche museali, in mostre antologiche dedicate all’eccellenza dell’arte fotografica mondiale o, infine, negli archivi di riviste fotografiche straniere fra le più autorevoli. Tracce lasciate in tutto il mondo, dalla Norvegia all’Australia e dagli anni ’70 fino a tempi recenti. In qualche caso contengono anche riproduzioni di opere. La figura 2, per esempio, è tratta da un articolo dedicato al nostro Autore dalla rivista Aperture [6] nel 1972.
Dalle opere così identificate si poteva già dedurre che Della Rocca de Candal conducesse nel bianco e nero ricerche sulle forme nello spazio parallele a quelle che Franco Fontana e Luigi Ghirri portavano avanti nel colore. Ma nell’accostarsi ai due coloristi a lui contemporanei, Geri manifestvaa ancor più evidente l’eredità dall’arte italiana dei periodi più classici: dalle scansioni spaziali dei pittori del 400 come Piero Della Francesca e Paolo Uccello, alla profondità della prospettiva aerea di Leonardo, ed infine al perfetto equilibrio in cui sono quasi sospese le architetture più compiute di Andrea Palladio. Spazialità tutta di tradizione italiana, da secoli ammirata (e superficialmente imitata) nei paesi anglosassoni.
Figura 3. The Brooklin Bridge, NYC. 1968. Amon Carter Museum, Fort Worth, Texas.
Il nostro interesse per Geri Della Rocca de Candal si è meglio focalizzato quando, reperito qualche altro numero di quegli anni del Photography Year Book sopra citato, abbiamo trovato ripetutamente il suo nome, a conferma d’una produzione significativa, che si è imposta all’estero più durevolmente che da noi, e che ci è apparsa meritevole di meglio rivisitata.
Figura 4. Fellers, Swiss Alps. Photography Year Book 1972, Fig. 141.
Nello Year Book del 1972, nel quale si affermano ancora Berengo Gardin con due immagini da un servizio sulle celebrazioni della Pasqua a Siviglia, e Giorgio Lotti con quattro storiche fotografie per la rivista EPOCA [7] sugli effetti dell’inquinamento delle acque e dell’aria in alta Italia, Geri figura autorevolmente in doppia pagina coll’immagine di un villaggio delle Alpi Svizzere (Figura 4). Nel 1974, 3 pagine del Photography Year Book presentano un saggio d’un suo progetto pluriennale (BN e colore) dedicato alla tradizionale sfilata delle signore newyorkesi, con vistosi copricapi e accompagnate dai loro pets, nel giorno di Pasquetta lungo la 5th Avenue appositamente chiusa al traffico (Easter Parade, gia all’attenzione con diverso approccio del franco-ungherese Brassaï nel 1957 [8]).
Tuttavia mancava ancora la possibilità di inquadrare compiutamente la figura di Geri Della Rocca de Candal e la sua attività fotografica. Questa opportunità si è avverata soltanto molto recentemente per una fortunosa coincidenza. Compare inaspettatamente in rete un omonimo, fresco di dottorato in discipline umanistiche presso l’Università di Oxford e collaboratore di un gruppo oxoniano di ricerca sul primo secolo di storia del libro a stampa. Il giovane studioso si rivela essere il figlio del nostro obiettivo, e ci dà la possibilità di contattare il padre. Questi accetta di metter mano per noi al proprio archivio fotografico, da decenni lasciato a dormire, e di rivisitarlo con affettuoso distacco.
L’autore stesso ci fornisce un buon numero di files ottenuti da stampe analogiche eseguite personalmente per mostre e pubblicazioni. Molti sono di immagini per noi nuove, altri sostituiscono vantaggiosamente parte di quelli ricavati dalle fonti a noi già note. Tutti insieme saranno di valido aiuto ad interpretare correttamente secondo la dell’Autore pe le immagini ricavate da atre fonti.
Figura 5. Easter Sunday Fashion Parade, NY. Photography Year Book 1974 fig.133 .
Infine i suoi cenni autobiografici, seppure scarni, ci salveranno da induzioni ed esercizi di fantasia di precedenti commentatori [9] e ... nostri. E così possiamo raccontare che il giovane amatore (n. 1944), dopo un primo periodo di partecipazioni e successi in concorsi e mostre collettive, del quale rimase rara testimonianza l’articolo di Turroni sopra riportato, venne effettivamente "scoperto" da Lanfranco Colombo, che nel 1970 gli consentì la sua prima mostra personale presso la Galleria Il Diaframma [5]. Ben presto Geri interruppe gli studi universitari di Fisica per dedicarsi completamente alla professione di fotografo free-lance per la stampa internazionale. Fotografie realizzate nel corso dei suoi viaggi venivano pubblicate su quotidiani, settimanali riviste e libri negli Stati Uniti e in molti paesi europei (in Italia, per esempio, su Il Mondo). Contemporaneamente condusse un’intensa attività espositiva quasi esclusivamente all’estero, con mostre personali e partecipazioni a collettive in Europa e fino ai quattro angoli del mondo, dagli U.S.A. all’Australia e dal Brasile alla Cina. Considerato uno dei più rappresentativi fra i giovani fotografi Italiani del momento, sue opere vennero acquistate da musei stranieri. Ma all'inizio degli anni '80 Geri dovette occuparsi personalmente delle attività legate agli interessi di famiglia, tanto da abbandonare, prima gradualmente e poi del tutto, la fotografia. Le sue ultime apparizioni dirette non vanno oltre il 1984, ma sue opere continuano a comparire in ulteriori mostre dedicate alla più rappresentativa fotografia Italiana dei decenni in cui egli ha operato.
Figura 6. Venezia, 1977 (bacino di S. Marco visto da S. Giorgio Maggiore)
Una fotografia dello scaffale in cui sono allineati gli annuari, i cataloghi e altri fascicoli occasionali in cui sono riprodotte le sue opere ci ha permesso di arricchire la documentazione figurativa, completando la serie di Photography Year Book degli anni fra il 1972 e il 1980, in ognuno dei quali compare almeno una sua opera. La loro successione ci ha aiutato a formulare una traccia sulla quale restituire l’evoluzione dell’Autore.
Sua caratteristica costante è la sapienza della composizione, distribuita nello spazio con equilibrio di stampo classico, anche quando la prospettiva geometrica è forzata coll’impiego di un grandangolo spinto (fino al 20 mm), e quando si combina con quella forma particolare di prospettiva aerea ottenuta coll’aiuto di foschie e nebbie (figura 6), che già si notava nelle foto dei primi anni (figure 1 e 2). A mano a mano si accentua la ricerca d’una geometria severa, rafforzata da forti contrasti con bianchi puri e neri intensi o addirittura chiusi. Tuttavia il facile rischio dell’aridità viene evitato dalla presenza della persona umana o da dettagli che la richiamano, spesso con una ironia garbata e benevola (figure 7 e 8).
Figura 8. His, Hers (per Lui, per Lei). Photography Year Book 1980 fig.58.
Il bordino nero con cui l’autore costantemente racchiude l’immagine stampata (e nelle stampe da esposizione isola l’immagine entro un largo campo bianco) appare dettato, piuttosto che da una pretesa di eleganza, dall’intenzionale affermazione della compiutezza della composizione.
Figura 8. Silhouettes. PHOTOGRAPHIE (Winthertur, CH) Juli 1977.
Nelle diapositive a colori l’impatto grafico è mediato da una forte saturazione del colore (Figura 9), che possiamo ritenere frutto d’una leggera sottoesposizione del Kodachrome in fase di ripresa.
Figura 9. Storage closets. PHOTOGRAPHIE (CH) Juli 1978.
Varie mostre di successo e i frequenti portfolio ospitati da riviste fotografiche a grande diffusione portano la prova della sua popolarità. “Le sue frequenti permanenze negli Stati Uniti hanno dato alle immagini un’impronta, che per la fotografia europea risulta innovativa” (PHOTOGRAPHIE, Winthertur, Svizzera. Luglio 1978, editoriale). Reciprocamente, per i Nord-americani l’occhio con cui il loro paese è stato fotografato dall'ospite italiano era uno specchio insolito, rivelatore di aspetti da loro mai notati (o mai voluti prendere in considerazione, sebbene meno imbarazzanti di quelli bruscamente esibiti da altri stranieri come Robert Frank, Svizzero, o William Klein, Newyorkese ma culturalmente parigino e autodefinitosi straniero in patria).
Figure 10 e 11. Dalla serie Bars (Sbarre) PHOTOGRAPHIE (Winthertur, CH) Juli 1978.
NOTE
[1] Superfluo il confronto colla invadente, fugace, evanescente fotografia della nostra epoca digitale; ovvio e banale ogni commento. Sì, anche cumuli ben distribuiti di elettroni possono essere finalizzati a partorire immagini analogiche; ma ciò nella realtà avviene solo per frazioni fantastilionesimali di quelli partoriti dalle apposite strutture tecniologiche. Nonostante tutte le riviste di moda o di viaggi e gli album di matrimonio.
[2] In Italia fino agli anni ’60 quel poco che esisteva di editoria e pubblicistica fotografica era orientato quasi esclusivamente alla divulgazione e all’aggiornamento in materie tecniche, e gli orizzonti artistici erano assolutamente provinciali. Chi voleva rimanere informato sulla fotografia nel resto del mondo poteva reperire soltanto in rare librerie più accorte (a Padova, la Libreria Internazionale Draghi) qualche periodico internazionale, come il mensile statunitense Popular Photography e il suo Annuario, o il britannico Photography Year Book. Coll’arrivo di Gustavo Millozzi, qui immigrato da Venezia e La Gondola, i frequentatori del Fotoclub Padova potevano prenotare il mensile svizzero Camera, principale punto di riferimento internazionale per la fotografia.
[3] La rivista Ferrania [ https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrania_(periodico) ], fondata nel 1947 e cessata nel 1967, era sponsorizzata dalla storica industria italiana omonima, che fu per vari decenni la produttrice di apparecchiature e materiali fotografici e cinematografici dominante sul nostro mercato. Memorabile la sua pellicola P30, matrice del bianco e nero del Neorealismo cinematografico italiano. La storia dell’azienda, conclusa definitivamente e infelicemente in questo millennio, si può trovare riassunta in https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrania_Technologies . I PDF di tutti i numeri della rivista sono liberamente consultabili in Rete sul sito https://www.fondazione3m.it/page_rivistaferrania.php .
[4] Giuseppe Turroni, La consolazione dell’occhio,Ferrania XXI/7, luglio 1967 pagina 2.
[5] La Galleria Il Diaframma di Milano, fondata e diretta da Lanfranco Colombo, la prima in Europa dedicata esclusivamente all’arte fotografica, presentava molti maestri stranieri e giovani innovatori nostrani, esercitando così un’azione fondamentale per lo svecchiamento della fotografia italiana.
[6] APERTURE magazine è un periodico con cadenza trimestrale nato a New York nel 1952 per opera d’un gruppo di fotografi (Ansel Adams, Minor White, Dorothea Lange e altri) al fine di promuovere la fotografia d’arte. Si è presto affermato come il più importante interprete della cultura fotografica mondiale assieme al più antico Camera. Nelle sue pagine hanno trovato slancio o conferma molti dei più apprezzati fotografi delle successive generazioni, come Diane Arbus, Robert Frank e tanti altri. La rivista è ancora attiva, disponibile anche in formato digitale assieme all’archivio di tutti i numeri dalla nascita; soluzione particolarmente conveniente in Italia dove recentemente sono state “perdute” per le strade postali la metà delle copie cartacee d’un costoso abbonamento biennale.
[7] Il settimanale Epoca della Arnoldo Mondadori Editore, nato nel 1950 sul modello dell’americano LIFE, faceva ampio uso di servizi fotografici, molti dei quali sono rimasti nella storia.
[8] Brassaï, 100 photos pour la liberté de presse. Reporters Sans Frontieres, 2022.
[9] Vatti a fidare delle informazioni reperibili in rete. Esempio:Amazon presenta così Incontri con fotografi illustri, Ferdinando Scianna, 2023: “Scianna ha realizzato migliaia di ritratti: i contadini duri e dignitosi di Bagheria, le donne estasiate durante le processioni siciliane, l’amico e coinquilino (sic) Leonardo Sciascia”. In evidenza la massima, ma non unica, baggianata contenuta in quella frase, nel suo insieme atta a disorientare l’ignaro compratore sul reale contenuto del libro.
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C'ERA UNA VOLTA IL COTONIFICIO
Un evento che intende onorare un momento storico decisivo per l'evoluzione economico-sociale del nostro paese "...un novello stabilimento mosso dalle acque dell'Olona si vide sorgere in Solbiate, e tosto crebbe in guisa che fu il maggiore della Lombardia. E con la nuova del filare, aumentarono ancora l'avita arte del tessere, agli antichi telai a mano aggiungendone molti e molti meccanici" (Pasolini P.D., Memorie storiche della famiglia Ponti, Galeati, Imola 1876)
Il Comune di Solbiate Olona e la Commissione Biblioteca organizzano in collaborazione con il Gruppo Anziani Solbiatesi ...C'ERA UNA VOLTA IL COTONIFICIO... 23 Agosto 1823: inizia la storia di un avventura cotoniera che trasformerà la vita di un paese 21-22 ottobre 2023: Solbiate olona celebra il Bicentenario di fondazione del Cotonificio "Andrea Ponti" PROGRAMMA Sabato 21 Ottobre ore 16 presso il Centro Anziani di Solbiate Olona�� Inaugurazione della mostra documentaria allestita da Aldo Tronconi Presentazione del percorso narrativo "Storia di una industria e di un Paese" a cura di Ivan vaghi, Antonello Colombo, Annamaria Tomasini Domenica 22 Ottobre presso il Centro Socio-culturale di Solbiate Olona Vernissage della collettiva di pittori locali "Spazi e uomini di una industria cotoniera" Proiezione Video "Il Cotonificio di Solbiate 1823-2023" di Filippo D'Angelo con le interviste agli ex lavoratori ORARI DI APERTURA DELLA MOSTRA Domenica 22 ottobre dalle ore 10:00 alle ore 12:00 - dalle ore 15:00 alle ore 18:00 da Lunedì 23 a Venerdì 26 ottobre dalle ore 15:00 alle ore 18:00 Sabato 28 e domenica 29 ottobre dalle ore 10:00 alle ore 12:00 - dalle ore 15:00 alle ore 18:00 NOTE Il 23 agosto 1823 è una data importante per Solbiate Olona: "Si è principiato a lavorare il Cottone a Solbiate" scriveva il contabile della sede di Gallarate del Cotonificio di Solbiate. L'opificio sorse sull'area dei due mulini ad opera di Andrea Ponti, già industriale a Gallarate. La fabbrica occupò sin dall'inizio 153 operai di cui 12 donne. Ben presto la filatura si sviluppò: Cesare Cantù in "Illustrazione italiana del Lombardo-Veneto" del 1854 all'art. Solbiate Olona scrive: "Rimarchevole è la filatura della ditta Ponti, la più vasta che esista in lombardia e che occupa oltre 400 persone. Essa è illuminata a gas e contiene molti telai meccanici ed una vasta tintoria". Nel 1890 per interessamento di Andrea Ponti, la popolazione aumentata a 620 abitanti ebbe i primi servizi sociali: l'asilo e la scuola elementare fino alla terza classe. La lenta trasformazione del paese da eminentemente agricolo ad agricolo-industriale continuò. La popolazione aumentò sensibilmente tanto che nel 1913 a Solbiate gli abitanti erano 2350. Nel 2014 alla guida del Cotonificio ci furono uomini di grande valore come Federico ed Alfredo Tobler che sostituirono ettore Ponti, divenuto Senatore del regno: già da quel periodo i prodotti marca Gallo furono molto apprezzati. "In occasione del Centenario del Cotonificio fu iniziata la costruzione delle case operaie e donato al Comune il terreno per un nuovo e più grande Cimitero. Fu l'inizio di un periodo d'oro per il paese che, unico nella zona, aveva strade asfaltate, un centro sportivo ricreativo (il dopo-lavoro) con campi da tennis, gioco delle bocce, pista per corse, sala da ballo". (tratto da "Socio-Storia di Solbiate Olona", a cura delle insegnanti Sandra Sartori Colombo e Gianna Limido Bellancini delle classi 3^B e 3^C, Anno scolastico 1975/76)
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Cesare Colombo - Arcore, Italia. 1997.
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CNTNRS - The Night Skinny DIRECTORS: NoText Azienda DOP: Karim Andreotti PRODUCTION Production Video Company: Basement HQ Executive producer: Valeria Spilotro, Francesco Crespi Junior producer: Giulia Vallarella, Silvia Vivaldini Runner: Cesar Sica CAMERA DEPARTMENT Focus Puller: Patrick Giacomelli 1st AC: Francesca Pace 2nd AC: Christian Arancio Videomaker BTS: Federico Ruggieri Photographer BTS: Luca Ava LIGHT & GRIP DEPARTMENT Gaffer: Simone Giannico 1st best boy gaffer: Leonardo Bertucci 2nd best boy gaffer: Fabiano Bianucci 3rd best boy gaffer: Massimo Maddau Key grip - day 1: Mustapha Mezzi Key grip - day 2: Daniel Diliberto Best boy grip: David Diliberto ART DEPARTMENT Set-designer: Margherita Montobbio Set-designer: Viola Aprile Propman: Giacomo Broggini Scenic Designer: Veronica Altezza Scenic Designer: Arianna Vicari Set-designer assistant: Andrea Rigamonti Set-designer assistant: Dimitri Bhoachyk Set-designer assistant: Massimiliano Colombo COSTUME DEPARTMEMENT Styling Jake La Furia: Ylenia Puglia Styling Assistant Jake La Furia: Eugenia Casciu Styling Kid Yugi: Aurora Dolce Styling Nerissima Serpe & Papa V: Alessandra Pistolesi Styling Assistant Nerissima Serpe & Papa V: Leonardo Chiaramida MAKE-UP & HAIR DEPARTMENT MUA: Giorgia Lecce MUA assistant: Chiara Anastasio LOCATION: Sardi & Figli sale di posa RENTAL: Videodesign WORK HEALTH & SAFETY: Sicurezza lavoro Sala CATERING: Di Furia Catering Special thanks to: Ciro Buccolieri, Alessandra Amenta, Anna Daprelà, Thaurus, Federico Cirillo, Viola D’Acquarone, Martina Ranellucci, Nadia Marzari, Gianluca Zito, Marco Costagliola, Anna Laura Tiberini, Island Records All pictures taken by Luca Ava ©
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Go gennarino go! 688
Gennarì chi scoperse l’America? – Il Tenente Colombo! Gennarì hai letto i libri finalisti al Premio Strega? – Mi avvalgo della facoltà di non rispondere! Gennarì cos’è il Monte Grappa? – Una catasta di cassette di Nardini! Gennarì dov’è Times Square? – A Londra! Gennarì chi ha ucciso Giulio Cesare? – Io non c’entro niente, lo giuro! Quella sera ero a cena con Galileo Galilei, chiamatelo! Lui può…
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L'inaugurazione della Personale di fotografia di Carlo Riccardi, intitolata "Protagonista del Novecento", si è svolta sabato 18 novembre 2023 alle ore 18.00 presso la sala espositiva della Biblioteca Provinciale, situata in Corso Garibaldi a Benevento. L'esposizione è avvenuta nel contesto della consegna del "Trofeo Internazionale della Fotografia", premio dedicato a "Una Vita per la Fotografia", giunto alla sua XXIX edizione, organizzato dal Circolo Fotografico Sannita di Benevento. Durante l'evento, è stato assegnato il Premio alla Memoria allo stesso Riccardi (1926-2022), riconosciuto come il primo paparazzo della Dolce Vita già dagli anni '40, il quale dando vita all'Archivio Riccardi, un patrimonio che ospita oltre tre milioni di immagini è riuscito a immortalare con il suo obiettivo celebrità, politici e sette papi, portando le sue foto, le sue numerose mostre, e quindi la nostra Storia, in tutto il mondo. I "Trofei Internazionali della Fotografia", un appuntamento non solo unico in Italia ma anche nel mondo intero, hanno trovato spazio nell'ambito del concorso fotografico nazionale "Immagini del Sannio Rurale", dedicato ai fotografi amatoriali che hanno saputo fissare attraverso i loro scatti immagini, momenti di vita, tradizioni e cultura del territorio sannita. Questo concorso, ideato 33 anni fa dal Presidente del Circolo Fotografico Sannita di Benevento, Cosimo Petretti, ha dato vita alla prestigiosa manifestazione dei "Trofei Internazionali della Fotografia". Nel corso degli anni, questo evento ha consegnato riconoscimenti a rinomati nomi della fotografia come Mimmo Jodice, Gabriele Basilico, Oliviero Toscani, Douglas Kirkland, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Mario De Biasi, Giorgio Lotti, Franco Fontana, Giovanni Gastel, Lucien Clergue, Renè Burri, Joe Oppedisano, Mario Dondero, Cesare Colombo, Lisetta Carmi, Francesco Radino, Nino Migliori, Piergiorgio Branzi, Franco Donaggio, Livio Senigalliesi, Jane Evelyn Atwood, Cristina Nunez, Liliana Barchiesi, Sarah Moon, Paolo Pellegrin, Francesco Zizola, Alexandra Boulat, Laila Pozzo, Marina Alessi, Chiara Samugheo e molti altri. Oltre a Riccardi, il cui premio è stato ritirato dal figlio Maurizio, sono stati premiati e presenti all'evento Lia Consiglio per il Premio alla Carriera (Premio Donna), Monica Maffioli per la critica, Antonio Biasucci per il Premio "Osvaldo Buzzi" e Flora Borsi come Premio Giovani Emergenti. Durante la serata, presentata dalla Dott.ssa Maria Ricca (giornalista), sono state proiettate le fotografie di Carlo Riccardi, Lia Consiglio e Antonio Biasucci.
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Giorgetti presents a new chapter of the “Places to Live” campaign, showcasing the spirit of its collection in a historically rich location: the Valle delle Accademie in the heart of Rome. This important cultural hub houses nine academic foundations from around the world, including the National Gallery of Modern and Contemporary Art, the University Department of Architecture, the Etruscan Museum of Villa Giulia, and Villa Borghese. This unique location seamlessly blends landscape, art, and architecture. Designed by architect Cesare Bazzani in the early 1900s, it hosted the 1911 Universal Exhibition area, commemorating the fiftieth anniversary of the Unification of Italy. Apart from featuring in the advertising campaign, this project also graces the pages of the Giorgetti Magazine, now in its third edition, and will also be showcased in an exhibition at the new Giorgetti store in Via Della Spiga, 31, Milan, during the Milan Design Week. The star of these photographs is the modular sofa Soho, designed by Carlo Colombo, known for its purity and softness of forms, rigorous volumes, and contemporary lines. It’s an extraordinarily comfortable piece characterized by essential, light, and airy design, with a strong focus on detail, flexibility, and endless customization options thanks to its numerous modules. Accompanying Soho are the Fit low tables, featuring a combination of regular glass, marble, wood, leather elements, and a selection of new products from the 2023 collection. Soho Sofa by @GiorgettiOfficial, Designer @carlocolomboarch In some of our affiliated showrooms it is possible to visit the Brera Interni Materials Library, touch with your hands hundreds of fabrics from the best brands, to cover and make unique, with the support of our specialists, your furniture, walls, curtains and much more. 📍Come to visit our e-shop (URL in bio) or our affiliated showrooms to project a modular, custom made design solution. #design #designinspiration #italiandesign #moderndesign #minimal #interiordesign #contemporarydesign #giorgetti #weekly-content-brera-interni
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Apple Arcade - A New World To Play In from Mauro Chiarello on Vimeo.
Director: Ian Pons Jewell Producer: Chris Avery @ Apple Writer: Jordan Pories Creative Director: Hamish Pinnel Art Director: Esteban Cardona Group Creative Directors: Sam Oliver & Carl Broadhurst AD Producer: Jacob Stitzel Production Company: Reset Managing Director: Dave Morrison Executive Producers: Deannie O'Neil & Jen Beitler Head of Production: JP Colombo Producer: Megan Moore Director of Photography: Mauro Chiarello Director’s Assistant: George Daniell Casting: Majo Gallardo Costume Designer: Nayeli de Alba
Production Service Company: The Lift Producer: Fuad Abded Managing Director: Avelino Rodriguez Production Manger: Israel González Cadena Unit Manager: Vladimir Espinoza Production Coordinator: Liliana Huacuja APOC: David Carretero Script: Andrea Eduardina Key PA: Juan Tovar Production Assistants: Erick Ávila, Miguel Luna, Isaac Alvarez Runner: Paulina Camacho Chaperone: Paulina Marín Chaperone: Paulina Maqueda Locations Manager: Sergio Aguilar Locations Assistants: Itzia Rojas, Rodrigo López, Eduardo Gutierrez, Andrés Macías, Juan Chávez
1st AD DGA: Robert Phillips 1st AD: Sandra Mayerstein 2nd AD Vala Cárdenas 2nd AD: Lorenza Ramos 1st AC Horacio Vega 2nd AC: Adonay Meza Camera PA: Edson Reyes DIT: Julio Cesar Gonzalez Data Manager: Hayde Medina Corona VTR Operator: Jonathan Fernando Noriega Hernández VTR Assistants: Eduardo Martinez & Miguel Valdez Wheels Operator: Felipe Pérez-Burchard Steadicam Operator: Gerardo Manjarezz Trinity Operator: Niels Lindelien Gaffer: Leonardo Julián Key Grip: Juan Antonio Aguilar López Key Grip: Jose Marcos Vilchis VFX Supervisor: Daniel "Chovy" Cordero VFX Assistants: Rafael Santana Cruz & Francisco Ruben Perez Reyes
Production Designers: Robin Brown & Margarita Laborde Hair & Make Up: Chela Olea Hair & Make Up Assistants: Yoali Cortés, Ixchel Cortés Stunt Coordinator: Tomas Guzman Art Coordinator: Katia Duarte Propmaster: Diego Téllez Decorator: Melinda Ridaura Decorator: Sandra Jalife Art Assistant: Jessica Peralta Wardrobe Coordinator: Giselle Arriaga Wardrobe Assistants: Rodrigo Montoya, Paulina Regalado, Christian Fernando, Rocelia Alexandra Graphic Design: Mireya Guerrero Renders: Hugo Jiménez Swings: Daniel Hernández, Jesús Enriquez, Aldo Márquez, Juan Cisneros, Néstor Luna, Luis Hernández, Gabriel Cabrera.
Edit Company: Whitehouse Post, Los Angeles Editor: Tobias Suhm Executive Producer: Joanna Manning Post Producer: Jordan Stricklin
VFX Company: Framestore VFX Supervisor: James Rogers Senior Producer: Joe Greenberg Art Director: Carlos Vidal Lead Data Wrangler: Fabio Zapata Data Wrangler: Juan Colon Coordinator: Evan Kanter
CAST Kid in car: Ariella Covalin-Mizarahi Metro Guy: Shu Sakimoto
Chef & Waiters: Jack Morris Jean Wolf Allison Vargas
Taco Stand: Mariana Arias Emme Gonzalez Paulina Camacho Oscar Sagrado Raphael De Cecco Ivan Modragon Christian Godoy Miguel Angel
Airplane: Heidy Diaz
Popcorn Eaters: Micah Bijon Charlie Scovill
Clothes Guy: Rick Darge Bus Shelter: Yuki Oc-Noda
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Milano: BAM Circus, Il Festival delle Meraviglie al Parco | BAM – Biblioteca degli Alberi
Milano: BAM Circus, Il Festival delle Meraviglie al Parco | BAM – Biblioteca degli Alberi. Un viaggio all’insegna della meraviglia e dello stupore, capace di trasportare grandi e piccoli in un percorso onirico immaginifico che accende sogni, creatività ed emozioni: dopo il grande successo della prima edizione torna da venerdì 26 a domenica 28 maggio lo spettacolare appuntamento con BAM Circus – Il Festival delle Meraviglie al Parco, ideato e diretto da Francesca Colombo, Direttore Generale Culturale di BAM, Fondazione Riccardo Catella con un team di manager culturali che curano ogni aspetto del programma di BAM dall’ideazione alla realizzazione, dal reperimento risorse alla comunicazione. Un Festival internazionale unico nel suo genere, gratuito e aperto a tutti, che per tre giorni porta in città il teatro di strada e le arti circensi contemporanee, sviluppato intorno al concetto di Meraviglia per accoglierla in città e dentro di noi: un modo per stare insieme in stretta connessione con la Natura nel grande giardino botanico di BAM. Partendo dagli elementi dell’aria e della terra, in costante dialogo con la figura dell’essere umano e la sua eterna ricerca volta al superamento dei propri limiti, tutto il palinsesto di BAM Circus punta a esaltare i concetti di verticalità, aria, gravità ed equilibrio. L’edizione di quest’anno richiama inoltre importanti riferimenti culturali, con uno spettacolo dedicato agli 80 anni de “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, una rappresentazione inedita ispirata ai 100 anni dalla nascita di Italo Calvino e l’omaggio al Clown Bianco, a Fellini e alle Nuvole. Ad aprire l’edizione 2023 di BAM Circus, venerdì 26 maggio, sarà un evento eccezionale, che terrà tutti con il fiato sospeso: Andrea Loreni, l’unico funambolo italiano specializzato in performance a grandi altezze, si cimenterà infatti nella prima traversata funambolica realizzata a Milano, camminando a circa 140 metri di altezza lungo un tragitto di 205 metri, dall’iconico e pluripremiato Bosco Verticale all’UniCredit Tower, l’edificio più alto d’Italia, simboli conosciuti in tutto il mondo che incorniciano il parco di BAM offrendo al pubblico una visione iconica della Milano contemporanea. Una straordinaria impresa che ricalca quella di Philippe Petit nel 1974 tra le Torri Gemelle di New York. A rendere ancora più unico ed emozionante questo momento sarà una vera e propria esperienza musicale di accompagnamento alla performance commissionata da BAM e realizzata da Cesare Picco, compositore e pianista, che interpreterà musicalmente la traversata realizzando una colonna sonora live che lascerà spazio all’improvvisazione. Passo dopo passo, si potrà seguire “da vicino” la traversata anche in streaming sulla Vela di Piazza Gae Aulenti e sul sito di BAM www.bam.milano.it. Quante straordinarie forme può assumere la Meraviglia, fil rouge di tutto il Festival? Un sublime sussulto, che annienta il confine tra noi e gli altri; un paio di occhi sgranati, che pullulano di futuro; l’arcobaleno nel cielo, il prato che accarezza i piedi, la saggezza di un nodo sulla corteccia di un albero, e tanto altro ancora. A immaginare questo caleidoscopio di emozioni è un manifesto molto speciale, il Manifesto delle Meraviglie appositamente scritto e concepito per il pubblico di BAM Circus, che è invitato a condividerne le suggestioni e a sottoscriverlo sul sito di BAM, al link https://bam.milano.it/bam-circus-2023/. Dopo la serata inaugurale, sabato 27 e domenica 28 maggio, il Festival entrerà nel vivo con una grande varietà di eventi: spettacoli teatrali e performance suggestive di compagnie italiane e internazionali, laboratori dedicati ad adulti e bambini, performance di clownerie, talk, incursioni artistiche ed esibizioni scenografiche e, per la prima volta, una collaborazione inedita, ponte tra Milano e Palermo. Tra gli appuntamenti da non perdere gli spettacoli firmati Yoann Bourgeois Art Company, dell’artista francese, attore, acrobata, danzatore, circense, coreografo e giocoliere, ma anche set designer per spettacoli e videoclip come quello creato per “As It Was” di Harry Styles, così come per la sua celebre performance ai Grammy Awards 2023. Per BAM Circus presenterà “Approach 18. stairs / Touch”, per la prima volta in Italia e alla seconda replica mondiale, che unisce danza e acrobazia con l’esibizione di un performer che fluttua nell’aria grazie a una struttura inserita al centro del parco, dotata di una scalinata e di un tappeto elastico. Sempre di Bourgeois, la performance “Democratie”, anch’essa per la prima volta a Milano, vedrà la partecipazione attiva del pubblico, coinvolgendolo in un’esperienza che mette alla prova abilità di equilibrio del corpo e lotta alla forza di gravità. Entrambi gli appuntamenti avranno più repliche. E ancora… una serie di spettacoli teatrali itineranti unici nel loro genere, per due anniversari speciali. Arriva per la prima volta a Milano la compagnia argentino-spagnola di teatro aereo Gruppo Puja!, con l’esibizione serale “Il Principe tra i Pianeti – Asteroide B-612” in occasione degli 80 anni de "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry, qui raccontato a 40 metri da terra con teatro, danza, circo, poesia e musica dal vivo, per spettatori da 0 a 99 anni. Inedita la prima di “Bauci” commissionata da BAM e affidata alla Compagnia Quattrox4 che rende omaggio a "Le città invisibili" di Italo Calvino a 100 anni dalla sua nascita, mettendo in scena una performance immersiva ed itinerante che usa il circo contemporaneo per costruire un ponte tra reale e utopia, tra cielo e terra, in un suggestivo percorso artistico ispirato dall’opera letteraria di Calvino. L’edizione si arricchirà anche di parate e performance, tra cui lo spettacolo poetico omaggio al Clown Bianco, a Fellini e alle Nuvole “Tra le Nuvole”, della compagnia Baracca dei Buffoni, che con personaggi unici e surreali accompagna lo spettatore in un mondo incantato attraverso il parco. Non mancheranno inoltre laboratori e workshop, come quello di Officina Clandestina, pensato per riappropriarsi dell’arte del gioco attraverso l’esperienza ludica con i tradizionali giochi in legno, realizzati riciclando materiali di scarto. Ad animare il parco tutti i giorni saranno anche una serie di attività tra cui le immancabili azioni partecipate con il laboratorio “Equilibrismi”, in collaborazione con Jacopo Tartari, e quelle continuative tra cui lo yarn bombing tra gli alberi, l’area pic-nic con street food e “Il villaggio della meraviglia”, una zona allestita a chapiteau con piccoli teatrini con le sagome di personaggi circensi, e molto altro da scoprire durante tutto l’arco della tre giorni. Durante il Festival verrà inoltre distribuito un tabloid che conterrà il Manifesto delle Meraviglie, la mappa con il programma, tante curiosità e soprattutto un’illustrazione inedita realizzata per BAM Circus da The Milaneser, in particolare dall’illustratore Andrea Banfi, che ritrae l’iconica traversata del funambolo Andrea Loreni tra i grattacieli di Milano. “Con BAM Circus portiamo la meraviglia in città e dentro di noi!”, racconta Francesca Colombo, Direttore Generale Culturale BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, Fondazione Riccardo Catella. “Per tre giorni si potrà prendere parte a un viaggio immaginifico che accende sogni, creatività ed emozioni. Sarà un evento eccezionale, che terrà tutti con il fiato sospeso e il naso all’insù, grazie ai protagonisti che animeranno il parco di magia, mistero, bellezza e gioia. BAM si trasforma da teatro open air a parco magico con performance, laboratori e workshop che scioglieranno lo stress del quotidiano come farebbe un balsamo gentile capace di donare benessere, umanità e grandi sorrisi, come recita anche il nostro Manifesto delle Meraviglie, che tutti potranno sottoscrivere. Il mistero condurrà a nuovi incontri inaspettati, con altri passanti di BAM e con gli artisti di un circo fuori dal comune. BAM Circus è teatro, danza, musica, amicizia, il piacere di stare insieme in mezzo alla natura sentendosi uniti, semplicemente umani, nel più umano dei sentimenti: la Meraviglia.” Momento di spicco del programma culturale di BAM, la tre giorni del Festival condurrà il pubblico alla scoperta del mondo meraviglioso e sorprendente delle arti circensi attraverso una varietà di proposte ed esperienze che lasceranno tutti a bocca aperta. Fil rouge di questa seconda edizione sarà il rapporto dell’uomo con la terra e il cielo, sviluppato attraverso tematiche come la verticalità, la gravità, l’equilibrio, insieme all’irrefrenabile volontà dell’uomo di oltrepassare i propri limiti. Centrale sarà inoltre l’immaginario portato dal colore, con mondi surreali e sgargianti che stimolano la fantasia e le emozioni che si concluderà dopo la White Parade, uno spettacolo itinerante allegro e trascinante con trampoli e musica dal vivo, che raccoglierà tutti i cittadini nell’azione finale del Gioco dei Palloni per creare una scenografia animata, bianca ed onirica con Terzostudio/Circo Improvviso. BAM Circus è stato pensato come un esplicito omaggio alle radici e alle tradizioni del territorio e del quartiere Isola, che un tempo ospitava il principale lunapark di Milano, le ex Varesine, proprio nell’area in cui oggi sorge il parco Biblioteca degli Alberi. Un legame, quello fra circo e territorio, riconfermato anche dalle incursioni artistiche, tra musica e clownerie, di Milano Clown Festival, lo storico Festival internazionale sul nuovo Clown e Teatro di Strada ideato e condotto da Maurizio Accattato, che dal 2006 ha il suo cuore pulsante proprio nel quartiere Isola. Per questa edizione metterà in pista uno speciale programma dedicato alle figure principali della clownerie, con spettacoli che vedranno protagonisti il Clown Bianco, l’Augusto e l’antesignano tra tutti, Arlecchino. La magia e i valori del circo diventano opportunità e strumento di inclusione e coesione sociale. Per valorizzare questo legame ed estenderlo oltre l’orizzonte cittadino, BAM Circus ha creato un ponte ideale tra Milano e Palermo, grazie alla collaborazione con Chapitô Danisinni, associazione di promozione culturale e sociale attiva nella e per la città di Palermo attraverso le Arti circensi, reinterpretate in chiave contemporanea e innovativa come strumento pedagogico e creativo ad alto impatto sociale. Un ponte fra BAM e Chapitô Danisinni, che porterà per la prima volta un workshop a Milano, e nell’autunno BAM Circus a Palermo. Collaborazione resa possibile grazie alla Fondazione EOS Edison Orizzonte Sociale ETS, impegnata nel favorire la crescita sociale e il benessere educativo di ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, attraverso un’offerta educativa, artistica e sportiva costruita con loro e per loro. Proprio il progetto bandiera della Fondazione EOS, Traiettorie Urbane, attivato assieme all’impresa sociale Con I Bambini per promuovere la crescita sociale degli adolescenti di sei quartieri della città di Palermo (tra cui anche il quartiere di Danisinni), ha consentito il collegamento con Chapitô Danisinni che prova a individuare nuove traiettorie di vita per i ragazzi più fragili, attraverso la promozione dell’arte e della cultura del Circo Contemporaneo, del Teatro di strada e delle Arti performative. La blue hour del parco sarà scenografia per il BAM Talk “Arte, valori e comunità: l’impatto sociale del Circo” dialogo di approfondimento sulla forza del linguaggio del Circo come strumento di inclusione e coesione sociale, ma non solo, tramite la testimonianza in prima persona dei protagonisti del Festival e ospiti di eccellenza. Francesca Colombo modererà il dialogo tra Fra Mauro Billetta - parroco di Sant’Agnese a Danisinni, Alessandro Serena - professore dell’Università degli Studi di Milano, con la cattedra di Storia dello spettacolo circense e di strada, Giulia Schiavone – professore dell’Università Milano Bicocca in Pedagogia generale e sociale e Salvatore Triolo - Presidente ENS Ente Nazionale Sordi di Milano. Il talk vedrà la presenza di un traduttore LIS. Il Festival prende ispirazione da alcune importanti manifestazioni italiane e internazionali ma trova la sua unicità quale progetto site-specific e open air in uno dei parchi più conosciuti della città, dove spettacoli e attività si inseriscono nel verde circostante creando un’interazione armoniosa e suggestiva con la natura del luogo. Una modalità che rispecchia le caratteristiche intrinseche di BAM e la sua essenza di parco e giardino botanico, con una programmazione culturale di oltre 250 eventi all’anno improntata su tematiche di rispetto e sostenibilità in accordo con i principi espressi dagli SDGs ONU.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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L'Unità: il quotidiano torna in edicola
L'Unità, il quotidiano fondato da Gramsci nel 1924, è tornato in edicola. Dopo sette anni, ieri 16 maggio, è uscito il primo numero di quella che promette di essere un nuovo giornale. Edito da Romeo editore e diretto da Piero Sansonetti, il programma del quotidiano, disponibile in versione cartacea e online, è chiaro. L'Unità, il quotidiano degli operai e dei contadini L'Unità - Quotidiano degli operai e dei contadini nasce nel 1924 per idea di Antonio Gramsci come organo del Partito Comunista Italiano. Dal 1926 al 1945 il quotidiano esce come giornale clandestino. Viene editato prima in Francia e, dal 1942, torna in Italia. Dalle sue pagine segue le vicende del nostro Paese fino agli anni Novanta. In occasione del rapimento di Aldo Moro non esita a condannare le Brigate Rosse definendole "nemici della democrazia". Vede il crollo del muro di Berlino, lo scioglimento del Partito Comunista Italiano, e la nascita da allora di Partito Democratico della Sinistra e i Democratici di Sinistra. Con gli anni Ottanta iniziano i primi problemi legati alle vendite. Le numerose iniziative editoriali riescono a tenerlo a galla per alcuni anni ma gli anni Novanta e i primi Duemila sono caratterizzate da continue chiusure e rinascite. Come indicato da Gramsci, l'Unità continuerà ad essere dalla parte dei più deboli. E se all’origine era rivolto a contadini e operai, oggi sarà la testata anche di migranti e detenuti. Pur mantenendo sempre netta la propria indipendenza, l’Unità sarà vicina al Pd, principale forza politica della sinistra, e al pensiero di Papa Bergoglio che, attualmente, rappresenta un punto di riferimento ideologico.Piero Sansonetti alla presentazione della nuova edizione de l'Unità La Festa dell'Unità Nei suoi sessant'anni e più, l'Unità curato non solo la riflessione più strettamente legata all'attualità e alla politica ma si è proposto come luogo di scambio culturale. Ha ospitato scritti, tra gli altri, di Cesare Pavese, Italo Calvino, Ada Gobetti, Pier Paolo Pasolini. Ha editato i settimanali satirici Tango, curato dal vignettista Sergio Staino, e Cuore curato da Michele Serra. Quel legame tra appartenenza politica di sinistra e interesse culturale si esprimeva ancora maggiormente in quella che possiamo considerare un'iniziativa iconica del quotidiano: la Festa de l'Unità. Organizzata originariamente per finanziare il partito, la Festa de l'Unità diventa ben presto una rete di appuntamenti in diverse città d'Italia. La nuova Unità Dopo la direzione da parte di nomi quali Ottavio Pastore, Pietro Ingrao, Emanuele Macaluso, Massimo D'Alema, Walter Veltroni, Furio Colombo, la nuova edizione dell'Unità è diretta da Piero Sansonetti, ex direttore de Il Riformista. Come dichiarato dallo stesso Sansonetti, il quotidiano sarà "garantista, socialista, cristiano, liberale, non liberista". In edicola a 1,50 euro, la redazione del cartaceo conterà sei redattori, altri per la redazione online e diversi collaboratori esterni. Il giornale si comporrà di 12 facciate e ospiterà ogni settimana la rubrica Nessuno tocchi Caino, curata da Sergio D'Elia ed Elisabetta Zamparutti. Ogni giorno, infine, sarà pubblicato un articolo dall'archivio de l'Unità. Un archivio che ben presto sarà a disposizione di tutti online. In copertina foto di Pexels da Pixabay Read the full article
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1) Ink drawing from “The drawing of Heinrich Kley” book by Heinrich Kley (1941)
2) “Bao” short film directed by Domee Shi (2018)
3) “Total furnishing unit” designed by Joe Cesare Colombo (1972)
4) “Das Triadische Ballet” by Oskar Schlemmer (1922)
5) “Nocturna, la nuit magique” directed by Adrià Garcia and Victor Maldonado (2007)
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Cesare Colombo
Case Bombardate
Milano, 1952
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Claudio Abbado by Cesare Colombo
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