#cerasa
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Meme Monday
I was tagged by @writernopal - thank you!! See her post here
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#thanks for the tag!#pocha and cerasa are total enablers of each other lol#wip: blue blood#oc: pocha ranna#oc: veila ranna#oc: cerasa vanbash
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Giuseppe Cerasa "Sipario siciliano. Storie di donne, passioni, segreti, mafia ed eroi senza gloria", presentazione
“[…]Speranze e violenze si alternano in queste pagine, vita e morte, luce e lutto, come del resto la storia della Sicilia ci ha insegnato in questi anni,[…]”(dal Catalogo Nino Aragno Editore) Giuseppe Cerasa, in Sipario siciliano, racconta piccole e grandi storie, edite e inedite sullo sfondo di quasi 70 anni di vicende italiane; un racconto sulla vita quotidiana su cui ricostruire l’identità di…

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Pessima editoria e pessimo giornalismo, addirittura rivoltante, o “spregevole”, come in un sussulto esistenziale (per far conoscere che esiste, cioè, lo definisce l’Ordine dei Giornalisti).
Se non proprio l’affetto, che dev’essere mancato, visto che l’uomo era tanto occupato ad amare se stesso da non riuscire a farlo con nessun altro, Marina Berlusconi ha ricevuto dal padre soldi, potere e un pessimo carattere che reagisce senza trattenersi ogni qualvolta qualcuno non li approva incondizionatamente, non ubbidisce o ne mette in dubbio l’onorabilità, l’onesta e l’alone di bontà di cui desiderano circondarsi.
Silvio l’ha dimostrato in molti episodi della sua vita, Marina, meno nota alle cronache, l’aveva espresso in precedenza nell’affare Saviano; stesso schema, Saviano osa contestare il padre cavaliere, allora in vita, e Marina contrattacca, al punto che Roberto Saviano tronca ogni rapporto con la Mondadori, allora sua casa editrice, gestita da Marina Berlusconi, e passa con Feltrinelli: un danno economico enorme per la casa editrice, visto le copie mediamente vendute da Saviano per ogni suo libro.
Per fortuna la casa editrice era di suo padre, altrimenti Marina se fosse stata solo an amministratore delegato, sarebbe stata licenziata certamente dall’azienda.
Claudio Cerasa è l’emblema di un giornalismo prono al potere che non vorremmo più vedere.
Dalla parte di Ranucci e del giornalismo libero, sempre, se vogliamo vivere in uno stato libero e non in un regime.
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Anche Elon sa. Smammare evaporare, vermi statalisti provincial grullini che "l'avtonomia della mazistvatuva" (tipo il povero Cerasa).
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Cerasa però sbotta: “Mi scusi: pulizia etnica?” “Sì, potrebbe accadere”, risponde lo storico. Il direttore del Foglio rilancia: “Ma lei pensa davvero che Israele voglia uccidere i palestinesi in quanto palestinesi? Non pensa che la pulizia etnica sia quella che vogliono fare gli islamisti che vogliono uccidere gli ebrei in quanto ebrei perché negano completamente il loro diritto a esistere?”.
Kamel spiega: “La de-umanizzazione è un problema strutturale. C’è qualcuno che la vede solo da una parte, io invece l’ho vista coi miei occhi per tanti anni da entrambe le parti. Forse lei non ha prestato attenzione al fatto che questo è già avvenuto nel 1948. Al confine col Libano c’è il kibbutz di Sasa, che prima era un villaggio palestinese chiamato Sa’sa’: fu completamente spopolato durante la guerra arabo-israeliana del 1948 – conclude – Ci sono anche altre centinaia di villaggi palestinesi che sono stati spopolati, rasi al suolo e rinominati. E i palestinesi con la forza sono stati portati nella Striscia di Gaza. Quindi, se non si è vista questa pulizia etnica e questa violenza strutturale, è perché non si conosce la storia“.
Cerasa a pesci in faccia
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Claudio Cerasa
Al direttore - Vannacci considerato un estremista da Le Pen: what else?
Luca Marini
Sarà un fine settimana da incubo per il generale Roberto Vannacci. E non solo per essere riuscito a offrire al partito di Marine Le Pen una chiave per apparire per un istante moderato (Vannacci vicepresidente del nuovo gruppo dei Patrioti è troppo anche per i patrioti francesi) ma per tutto quello che vedrà nelle prossime ore tra l’Olympiastadion di Berlino, dove si giocherà la finale degli Europei di calcio, e il centrale di Wimbledon a Londra, dove si giocheranno le finali femminile (sabato) e maschile (domenica). Vannacci è stato graziato da Jannik Sinner, che avendo perso ai quarti di finale non ha offerto al generale nuove occasioni per dire quel che pensa sulle persone con i capelli rossi (secondo il generale, “non rientrano nella normalità”). Ma non è stato invece graziato dalla favolosa Jasmine Paolini, che ieri ha battuto in una partita epica al terzo set (10-8 al tie break) la croata Donna Vekic, che come Paola Egonu, negli standard di Vannacci sarebbe una delle tante sportive che, per le sue origini, “non rappresenta l’italianità”, avendo una madre per metà polacca e per metà ghanese e avendo persino la pelle non chiara come quella del generale. Spiace. Così come spiacerebbe molto se il generale Vannacci fosse costretto a vedere la finale di domenica sera, tra Spagna e Inghilterra, perché scoprirebbe che le stelle emergenti di questo Euro 2024, come ha notato sabato scorso sul Financial Times Gideon Rachman, sono, senza eccezioni, giocatori di razza mista o figli di immigrati. Jude Bellingham, Bukayo Saka e Trent Alexander-Arnold sono in parte di origine africana. Nico Williams, campione della Spagna, è figlio di richiedenti asilo, come lo erano anche il tedesco Ilkay Gündogan e il francese Eduardo Camavinga. Lamine Yamal, campione spagnolo che domani compie 17 anni, è di origine marocchina ed equato-guineana (Guinea Equatoriale) Ilkay Gündogan, capitano della Germania, è nato a Gelsenkirchen da genitori turchi. Spiace per Vannacci, ma il mondo al contrario è quello suo, non è quello che vedrà tra il centrale di Wimbledon e l’Olympiastadion di Berlino.
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Il Foglio lancia appello: "Nobel per la Pace a Zelensky"
Con un articolo del direttore Claudio Cerasa, Il Foglio lancia un appello per assegnare al presidente ucraino Volodymyr Zelensky il Nobel per la Pace. Cerasa ricorda come "negli ultimi dodici anni, il comitato norvegese ha spesso compiuto delle scelte coraggiose, premiando personalità, individui e soggetti in grado di testimoniare, con la forza della propria storia, del proprio esempio, del proprio eroismo, del proprio lavoro, un aspetto che l’opinione pubblica internazionale non sempre riesce a collegare alla parola pace: la libertà”. Fonte
La vedo dura. Mi pare molto più plausibile di lui El Chapo, per quel Nobel.
Del resto Zelensky sta al Nobel per la Pace come Cerasa sta al Pulitzer.
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Beh, ma se l'ha vinto Obama c'è ancora speranza...
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odessa
La situazione del povero Zelenski, elevato dall'occidente al rango di eroe planetario, un comico di Zelig che si è ritrovato a sostenere una parte più grande di lui, se non l'Oscar gli daranno il Nobel per la pace che ritirerà in tenuta mimetica (vediamo, mi sono detto, se c'è traccia di quest'idea sulla rete, e infatti: Dare a Zelenski il Nobel per la pace, di Claudio Cerasa, Il Foglio). Sia messo agli atti che considero la Russia come paese invasore, che non parteggio per Putin, che le sue mire sull'Ucraina vadano ben al di là del casus belli della difesa dei russofoni. Sulle spiagge della Crimea la nomenklatura sovietica andava a fare la villeggiatura, sulle fantasticate scalinate di Odessa il lettone Ėjzenštejn metteva in scena la grande epopea della corazzata Potëmkin accolta trionfalmente dai dirigenti dell'URSS (e meno dal botteghino). Che l'Ucraina si leghi affettivamente all'America dell'Est* è una cosa che il russo non accetta di buon grado. Dico il povero Zelenski perché è chiaramente stato ridotto all'obbedienza non solo da bullo del quartiere che c'è alla Casa Bianca, ma anche da tutti gli untuosi europei prodighi di pacche sulle spalle come per esempio il Segretario Generale della Nato. Gli irenici libertari che sventolano sui social le loro bandierine ucraine stiano tranquilli: Zelenski è sempre stato un burattino in mano alla volontà russa e occidentale, con in mezzo, ahimè, una caterva di morti di cui tutti, non solo il barbaro invasor, sono responsabili.
*("America dell'Est", l'Europa, in una riuscitissima battuta di Osho)
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Ecco i nomi dei 16 progetti semifinalisti alla quinta edizione del 𝗣𝗿𝗲𝗺𝗶𝗼 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗦𝗮𝗻𝗲𝘀𝗶 di poesia in musica:
Martina Bernocchi, Bruna Cerasa, Tobia Davico, FINIX, Libellule, Laura Grecale, Silvia Guzzi, Lesta Sinutre, Marge, Marko Miladinovic, MORA, Mattia Muscatello, Palestina Mon Amour, Danilo Paris, Mattia Tarantino, Mirko Vercelli + Maltempo Collettivo
La giuria emerita composta da Federico Sanesi, Wu Ming 2, Barbara Giuliani, Simone Biondo, Elena Cappai Bonanni, SOFIA_ e Somma Zero è all'ascolto per scegliere i 4 progetti finalisti che accederanno alla finale del 21 Settembre 2024 allo sPAZIO211
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LA LEGGENDA DEL SANTO CORRUTTORE
di Marco Travaglio
Agli innumerevoli delitti commessi da vivo, B. ne ha aggiunto un ultimo da morto. Il più imperdonabile: averci lasciato questa corte di vedove (non le due vere e quella finta: tutte le altre), prefiche, leccaculi, paraculi, piduisti, terzisti, parassiti, prosseneti, camerieri, servi sciocchi e soprattutto furbi che da due giorni lacrimano per finta (solo lui riusciva a piangere davvero a comando) a reti unificate, devastando quel po’ di informazione e di dignità nazionale che gli erano sopravvissute.
Il giorno di lutto nazionale e i sette di lutto parlamentare, più che a B., sono un omaggio a Fantozzi e ai funerali della madre del megadirettore naturale conte Lamberti, immaturamente scomparsa all’età di 126 anni. Ora mancano solo la Coppa Cobram di ciclismo da Arcore a Pinerolo e la statua del de cuius all’ingresso del fu Parlamento, con inchino forzato e craniata incorporata per i cari inferiori.
Le cascate di saliva che tracimano da ogni canale tv e da ogni giornale regalano perle inimmaginabili persino nei suoi anni d’oro. L’ex conduttore Mediaset intervista su La7 il suo editore ex Mediaset su quanto era buono e democratico l’editore precedente che stipendiava entrambi prima che lo mollassero perché era troppo buono e democratico. L’ex direttore del Corriere Paolo Mieli si pente in diretta dell’unico scoop della sua vita, sull’invito a comparire del ’94 a B. per le mazzette alla Guardia di Finanza, accusa i pm di non averlo torchiato a dovere per estorcergli le sue fonti che lui avrebbe senz’altro spiattellato in barba alla deontologia professionale, e comunque si scusa pubblicamente per aver pubblicato una notizia vera. Renzi, un Berlusconi che non ce l’ha fatta, saltella da una rete all’altra per leccare la bara a distanza, sperando di ereditare qualche briciola dal desco del caro estinto, peraltro invano (a parte i processi). Il rag. Cerasa, un Sallusti che non ce l’ha fatta, dipinge sul Foglio col pennino intinto nella bava il leader più estremista e populista mai visto in Europa come “argine all’estremismo e al populismo” e, siccome era culo e camicia con Putin, pure come “seduttore atlantista”. Attori, registi e soubrette “de sinistra” spendono capitali in necrologi piangenti per l’amico Silvio, sperando che pure gli eredi si ricordino degli amici. Francesco Gaetano Caltagirone svela finalmente chi fa i titoli e gli editoriali del suo Messaggero, firmandone finalmente uno al posto dei soliti nom de plume: “Un uomo che ha lasciato un’orma profonda”. Più che altro, un’impronta digitale. E un vuoto incolmabile nelle casse dell’Erario.
Il Corriere fa rivoltare nelle tombe Montanelli, Biagi e Sartori col titolo cubital-vedovile “L’Italia senza Berlusconi”, presidiato da una schiera di lingue erette sul presentat’arm e seguito dalla doverosa intervista all’editore Cairo, che parla alla sua tv ma anche al suo giornale, casomai qualcuno pensasse che il berlusconismo è morto con B.. La Moratti assicura che la sua Rai del ’94 era liberissima perché B. l’aveva nominata presidente, ma poi non fece mai pressioni (non ce n’era bisogno), così lei poté nominare direttori i berlusconiani Rossella, Mimun e Vigorelli a sua insaputa. Le Camere Penali smentiscono persino Coppi (“B. perseguitato dai pm? Mai pensato”) e piangono comprensibilmente il cliente più illustre e munifico della categoria, “oggetto di una aggressione politico-giudiziaria che non ha precedenti nella storia della Repubblica”, visto che ha subìto “decine e decine di indagini e processi, con accuse fino alla collusione mafiosa e al ruolo di mandante di stragi, conclusesi con una sola condanna per elusione fiscale”. A parte il fatto che non fu per elusione né per evasione, ma per una frode fiscale pluriaggravata da 368 milioni di dollari, di cui 360 prescritti (come altri nove processi per gravissimi reati accertati, ma rimasti impuniti perché l’imputato aveva dimezzato i termini di decorrenza, senza dimenticare i fedelissimi finiti in galera al posto suo e i soldi alla mafia consacrati dalla sentenza Dell’Utri), le Camere Penose potrebbero vergare una nota identica per Al Capone: perseguitato con accuse di mafia, ma condannato “solo per elusione fiscale”.
Un solo beneficato, Vittorio Feltri, ha il coraggio di dire la verità: “Non posso parlarne male perché mi ha fatto ricco”. Tutti gli altri ammantano le pompe funebri di “rivoluzione liberale” che “ha cambiato l’Italia”, anche se si scordano le 60 leggi ad personam e non riescono a citare uno straccio di sua riforma che abbia migliorato la vita di qualcuno che non fosse lui. Infatti vanno forte le corna a Caceres, il cucù alla Merkel, lo sguardo lubrico alla Obama e la spolverata alla sedia, come se uno statista si misurasse dal numero di guittate. Ma il ridicolo eccesso santificatorio non si deve solo al fatto che B. s’è comprato mezza Italia che conta e l’altra mezza avrebbe pagato per vendersi. Chi ha retto il sacco a un bandito per decenni ora deve dimostrare che era cosa buona e giusta. E chi vorrebbe delinquere anche lui in santa pace, avendo perso il grande alibi, cerca almeno un lasciapassare e un santo patrono. Oscar Wilde diceva che “certi uomini migliorano il mondo soltanto lasciandolo”. Ma, ora che ha raggiunto il paradiso (fiscale), possiamo dire senza tema di smentita che il padrone morto era molto meglio dei servi vivi.
Il Fatto Quotidiano
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Il volume 'Sipario siciliano' ripercorre oltre cinquant'anni di storia siciliana, mettendo in luce vicende spesso inedite. Esplora la vita di donne coraggiose e passioni intense, nonché eventi drammatici che hanno segnato il destino di un'isola considerata un laboratorio sperimentale e un microcosmo della storia italiana. Tra i temi trattati, si trovano la lotta per i diritti civili e l'impatto delle varie correnti socio-politiche sull'isola. Il libro è stato recentemente consegnato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dall'autore Giuseppe Cerasa, giornalista del quotidiano Repubblica. L'attenzione si focalizza anche sull'ultimo capitolo del libro, dedicato all'omicidio di Piersanti Mattarella, che ha avuto un profondo impatto sulla famiglia e sull’isola. Inoltre, il capitolo evidenzia i solidi legami tra Cerasa e il presidente, culminati in un incontro di circa 30 minuti dove hanno discusso dell'importanza della scuola e della speranza per le giovani generazioni. Cerasa e Mattarella condividono l'auspicio che i giovani possano portare una svolta positiva in un mondo attualmente lacerato da conflitti e incertezze. 'Sipario siciliano' non è solo un resoconto storico, ma anche un'invito alla riflessione sulle possibilità future, sottolineando il ruolo cruciale della Sicilia come crocevia di esperienze e speranze nella complessità della storia italiana. L'opera di Cerasa si propone quindi non solo come un racconto di eventi, ma come un appello a guardare con fiducia al futuro.
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Pocha: What’s up? I’m back. Cerasa: I literally saw you die. You died. You were dead Pocha: Death is a social construct.
#wip: blue blood#been working on these two again and i love their relationship lol#oc: pocha ranna#oc: cerasa vanbash
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Israele difende anche noi, Editoriale di Claudio Cerasa, in Il Foglio - 23 novembre 2024
Il Foglio – 23 novembre 2024Israele difende anche noi, Editoriale di Claudio Cerasa
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Ash e Goh, avanti tutta! Avventure a Galar
Ash e il fedele Pikachu hanno una straordinaria possibilità: diventare assistenti del Professor Cerasa, l’ambizioso fondatore di un laboratorio interamente dedicato allo studio dei Pokémon di tutto il mondo. Presto il ragazzo si ritrova così a collaborare con Goh, che fin da bambino sogna di fare la conoscenza degli esemplari più rari, in particolare dello sfuggente Mew. Pur essendo molto diversi…
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