#centri operativi di sicurezza
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Due Donne Uccise dal Compagno Nonostante il Braccialetto Elettronico: Un Sistema da Ripensare
I tragici casi di Torino e Civitavecchia evidenziano l’inefficacia dei braccialetti elettronici nella protezione delle donne vittime di violenza. Quali soluzioni adottare per evitare nuovi drammi?
I tragici casi di Torino e Civitavecchia evidenziano l’inefficacia dei braccialetti elettronici nella protezione delle donne vittime di violenza. Quali soluzioni adottare per evitare nuovi drammi? Recentemente, due casi tragici hanno sollevato serie preoccupazioni sull’efficacia del braccialetto elettronico come strumento di protezione contro la violenza domestica. A Torino, una donna di 34…
#Braccialetto elettronico#braccialetto elettronico scarico#casi recenti Torino#centraline operative#centri operativi di sicurezza#Civitavecchia#crisi sicurezza#dispositivi anti-manomissione#divieto di avvicinamento#donne vittime#falle operative#Femminicidio#Incidenti domestici#legge sulla violenza#legislazione femminicidio#malfunzionamento braccialetti#manomissione dispositivi#manomissioni elettroniche.#misure di protezione#monitoraggio continuo#Omicidio#polizia addestrata#prevenzione violenza#problemi strutturali#protezione vittime#protocollo intervento polizia#riforma misure cautelari#ritardi segnalazioni#Sicurezza Pubblica#tecnologia di protezione
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Osserva Stefano Piazza, giornalista, scrittore, esperto di sicurezza e terrorismo: (...)
Il fatto che Israele sia entrato nella Striscia con carri armati e uomini in questi ultimi giorni dimostra che c’è una strategia ben precisa: evitare un’azione di terra indiscriminata che provocherebbe molte vittime anche e non solo tra i soldati israeliani.
Preferisce fare attacchi mirati (mordi e fuggi alla Hamas ma mirati, ndr) che hanno portato alla morte di almeno 200 miliziani, compresi alcuni capi dell’organizzazione terroristica.
Ritengo che insieme a questa ci saranno altre azioni per colpire i tunnel sotterranei (hanno costruito nel tempo una città sotto alla città in superficie: reticoli lunghi centinaia di chilometri con basi sotterranee, in alcune delle quali tengono gli ostaggi, in altre ci sono i centri operativi e in altre ancora le armi e i missili), per esempio allagandoli, costringendo così le persone a uscire.
Non credo che ci sarà una vera e propria invasione su larga scala (...). Meglio interventi che evitino il più possibile di coinvolgere la popolazione civile. (...) Questa guerra non finisce fra una settimana, durerà a lungo. (...) Gli israeliani (si prenderanno) tutto il tempo per mettere in atto le loro operazioni (...).
Mediante attacchi mirati, procederanno quindi allo smantellamento del comando centrale e all’uccisione di tutti i (capi) di Hamas (...); sulla lista c'è Mohammed Deif rifugiato in Qatar e tutti gli altri, per annientare completamente l’organizzazione in termini persone e strutture. La fase 3, la più difficile e rischiosa, dovrebbe essere quella della liberazione degli ostaggi.
La missione è distruggere Hamas: si prenderanno tutto il tempo e utilizzeranno tutti i metodi per farlo. Nessuno si illuda che questa guerra duri un mese. Hamas ha fatto un’operazione scellerata al di sopra delle proprie possibilità, creando le condizioni per essere annientata: è la stessa cosa che è successa ad Al Qaeda dopo l’11 settembre.
via https://www.ilsussidiario.net/news/la-strategia-di-israele-stanare-hamas-le-3-fasi-di-una-guerra-che-durera-a-lungo/2610030/
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Chiuso il più grande sito web di credenziali rubate del dark web
Colpo al «mercato nero» delle password rubate: chiusa la piattaforma Genesis Market. Sequestri di server e attrezzature in Europa e Usa, 37 perquisizioni in Italia. Fermato un «giro d’affari» di 2 milioni di identità virtuali sottratte. Operazione internazionale di polizia contro la piattaforma Genesis Market, uno dei più grandi mercati neri virtuali del mondo, dedicato la vendita di credenziali rubate: 16 Paesi coinvolti e 37 perquisizioni solo in Italia, dove si è mossa la Polizia postale L’operazione è stata condotta dall’Fbi e dalla polizia olandese, coordinata da Europol ed Eurojust e diretta, per il territorio italiano, dalla procura della Repubblica di Roma. Genesis Market, specializzata nella vendita di credenziali di accesso e dati rubati, con un giro di affari di oltre 2 milioni di identità virtuali sottratte, è stata disattivata, con sequestri, eseguiti in tutta Europa, dei server sui quali poggiava l’infrastruttura informatica. In Italia, risultano coinvolte migliaia di credenziali, individuate dagli specialisti del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia postale sotto la direzione della procura di Roma ed afferenti sia a spazi informatici della vita privata di comuni cittadini (email, social network, account di e-commerce, ecc.), sia password in grado di garantire l’accesso illecito a spazi informatici istituzionali della pubblica amministrazione, nonché a spazi appartenenti a banche e grandi imprese nazionali, erogatrici di servizi pubblici essenziali.
37 perquisizioni in Italia
Sul solo territorio italiano, sono stati emessi dalla procura 37 decreti di perquisizione personale, locale ed informatica, che il Cnaipic ed i Centri operativi per la sicurezza cibernetica di Campania Basilicata e Molise, Lazio, Lombardia, Puglia, Emilia Romagna, Calabria, Veneto, Sicilia Occidentale, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Trentino-Alto Adige ed Umbria, hanno eseguito nei confronti di altrettanti clienti della piattaforma, i quali avevano acquistato nel corso del tempo migliaia di credenziali di accesso. Tra gli indagati figurano sia persone già note alle forze dell’ordine che incensurati. Le perquisizioni hanno condotto al sequestro di diversi dispositivi informatici, l’analisi dei quali consentirà ora agli investigatori di comprendere con esattezza quale sia stato l’utilizzo, da parte degli indagati delle credenziali illecite acquistate, e che tipo di informazioni riservate - ed a quale livello di segretezza - siano state compromesse. Nuova allerta cybercrime e' Wiper, spinta con guerra Read the full article
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Il progresso della conformità nell'era dell'AI: l'aggiornamento strategico di OFUYC nel 2024
Nel 2024, l'industria delle criptovalute ha incontrato numerose opportunità e sfide. Con l'aumento del riconoscimento della tecnologia blockchain a livello globale, i vari paesi, mentre rafforzano i loro quadri normativi, hanno anche creato un ambiente di mercato più stabile e aperto per questo settore emergente. In questo contesto, OFUYC continua a essere all'avanguardia nel settore, basandosi sulla conformità e integrando l'innovazione tecnologica, per offrire agli utenti una piattaforma di trading globale affidabile.
Approfondimento della Conformità: Rafforzare la Fiducia Globale
Ad aprile, OFUYC ha superato con successo il rinnovo della licenza MSB (Money Services Business) negli Stati Uniti, ottenere nuovamente il pieno riconoscimento dalle autorità di regolamentazione statunitensi. Questo risultato sottolinea l'impegno costante della piattaforma per le normative e la sicurezza, segnando una tappa fondamentale nel percorso di sviluppo globale. Dall'attuazione rigorosa delle normative antiriciclaggio (AML) alla verifica dell'identità dei clienti (KYC), OFUYC ha adottato misure concrete per garantire la protezione degli asset e la privacy dei dati degli utenti, consolidando ulteriormente la sua reputazione nel settore.
A dicembre, OFUYC ha ricevuto la licenza Regulation D dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti. Questa importante qualifica di conformità ha aperto nuove opportunità di collaborazione con investitori istituzionali e nel mercato finanziario tradizionale, garantendo agli utenti globali un canale di investimento più sicuro e affidabile. L'ottenimento di questa licenza segna il passaggio di OFUYC da una piattaforma di scambio di alta qualità a un ponte tra gli asset digitali e la finanza tradizionale. Non solo rappresenta un alto riconoscimento delle capacità di conformità di OFUYC, ma segna anche progressi sostanziali nel collegamento tra la finanza tradizionale e il mercato delle criptovalute.
Integrazione Tecnologica: Esplorare il Futuro dell'Intelligenza Artificiale e della Blockchain
Con la diffusione globale della tecnologia dell'intelligenza artificiale, OFUYC ha trovato un nuovo punto di convergenza tra la tecnologia blockchain e l'AI. A dicembre, la piattaforma ha annunciato ufficialmente il suo impegno nel campo degli AI Agent, diventando una delle prime nel settore ad esplorare l'integrazione tra intelligenza artificiale e blockchain. La visione strategica di OFUYC in ambito tecnologico ha gettato le basi per l'innovazione del settore. Integrando la tecnologia AI nelle applicazioni blockchain, OFUYC mira a creare un ecosistema di servizi digitali più intelligenti.
L'introduzione della tecnologia AI Agent ha portato l'analisi dei dati, l'automazione dei contratti intelligenti e l'esperienza utente della piattaforma a un livello completamente nuovo. Grazie alla capacità di prevedere in modo intelligente le fluttuazioni di mercato, gli utenti possono ricevere consigli sugli investimenti in anticipo e ottimizzare le strategie di gestione degli asset. Inoltre, l'applicazione della tecnologia AI Agent nella gestione della conformità ha migliorato le capacità della piattaforma nel controllo dei rischi e nella gestione operativa sostenibile.
Strategia del Mercato Globale e dell'Ecosistema: Connettere Più Utenti e Scenari del Settore
Nel 2024, l'exchange OFUYC ha intensificato i suoi sforzi nell'espansione sui mercati internazionali, rafforzando continuamente la sua influenza negli Stati Uniti, in Europa, nell'Asia-Pacifica e nel Sud-est asiatico. Attraverso l'istituzione di centri operativi regionali e team di supporto locali, la piattaforma ha migliorato la sua capacità di rispondere alle esigenze specifiche degli utenti in diversi mercati, gettando le basi per l'espansione del suo ecosistema globale. Inoltre, la recente acquisizione della licenza Regulation D ha aperto nuove opportunità di collaborazione nel mercato finanziario tradizionale, consentendo alla piattaforma di collegarsi con un numero maggiore di istituzioni di investimento professionali e investitori individuali.
Collaborazioni Intersettoriali: Integrazione Ecologica su più Dimensioni
Per accelerare lo sviluppo del proprio ecosistema, OFUYC ha avviato collaborazioni profonde con numerosi partner tecnologici e organizzazioni del settore, promuovendo l'integrazione della tecnologia blockchain con le industrie tradizionali. Grazie alla collaborazione con rinomate istituzioni di ricerca sull'AI e fornitori di infrastrutture blockchain, OFUYC ha rafforzato la stabilità delle sue fondamenta tecnologiche. Allo stesso tempo, la piattaforma ha lavorato insieme a progetti decentralizzati per sviluppare soluzioni innovative nel contesto del Web 3.0.
Upgrade dell'Esperienza Utente: Orientati alle Necessità della Prossima Generazione
In risposta alla crescente domanda degli utenti, OFUYC ha lanciato una serie di nuove funzionalità per migliorare l'esperienza degli utenti. Dalla progettazione di interfacce più avanzate a strumenti di investimento più intelligenti, OFUYC ha sempre messo l'esperienza utente al centro. Grazie ai servizi personalizzati basati su tecnologia AI, OFUYC ha realizzato un supporto differenziato per utenti avanzati e investitori professionali.
Guardando al Futuro: La Visione del Settore con la Spinta Doppia della Conformità e della Tecnologia
Nel 2025, si prevede che l'industria delle criptovalute attraverserà una rivoluzione tecnologica ancora più profonda, nell'ambito di uno sviluppo normativo sempre più strutturato. Dai numerosi stati sovrani che lanciano monete digitali (CBDC) a livello globale, alla rapida crescita della domanda di soluzioni di storage decentralizzato e pagamenti cross-chain da parte delle imprese, la tecnologia blockchain sta rimodellando silenziosamente gli ecosistemi finanziari e tecnologici.
La piattaforma di scambio di criptovalute OFUYC continuerà a fare della conformità e dell'innovazione tecnologica il motore principale del proprio sviluppo, approfondendo la collaborazione con le autorità di regolamentazione e i partner tecnologici. OFUYC rimarrà impegnata ad aiutare gli utenti a esplorare in sicurezza ogni opportunità che il futuro dell'industria offrirà.
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The Future of Industrial Conveyor Belt Technology in 2024
Nastri Trasportatori Industriali: Un Pilastro dell’Efficienza nei Processi Produttivi
Introduzione
Nel mondo moderno dell’industria e della produzione, l’efficienza e la velocità sono componenti critici per il successo. I nastri trasportatori industriali rappresentano una delle tecnologie fondamentali che hanno rivoluzionato il modo in cui materiali e prodotti vengono movimentati all’interno degli impianti produttivi. Questo articolo esplorerà le diverse tipologie di nastri trasportatori, i loro usi principali, i vantaggi che offrono e le considerazioni chiave per la loro implementazione.
Tipologie di Nastri Trasportatori
Esistono diverse tipologie di nastri trasportatori, ciascuna progettata per rispondere a specifiche esigenze industriali:
Nastri Trasportatori a Nastro: I più comuni, utilizzati per spostare materiali sfusi o confezionati su lunghe distanze.
Nastri Trasportatori a Rulli: Ideali per il trasporto di carichi pesanti e voluminosi, spesso utilizzati nei magazzini e nei centri di distribuzione.
Nastri Trasportatori a Catena: Utilizzati principalmente per il trasporto di pallet e container, garantiscono robustezza e durabilità.
Nastri Trasportatori Modulari: Costituiti da segmenti interconnessi, offrono flessibilità nella configurazione e manutenzione.
Nastri Trasportatori a Vibrazione: Utilizzati per materiali difficili da trasportare con altri sistemi, come polveri e piccoli pezzi.
Usi Principali
I nastri trasportatori trovano applicazione in una vasta gamma di settori industriali:
Manifattura: Movimentazione di componenti e prodotti finiti lungo la linea di produzione.
Logistica e Distribuzione: Trasporto di pacchi e merci nei centri di smistamento.
Alimentare: Trasporto igienico di alimenti confezionati e sfusi.
Estrazione Mineraria: Trasporto di minerali e materiali grezzi dalle miniere agli impianti di lavorazione.
Riciclaggio: Separazione e movimentazione di materiali riciclabili.
Vantaggi dei Nastri Trasportatori
L’adozione di nastri trasportatori industriali offre numerosi vantaggi:
Aumento dell’Efficienza: Automatizzano il trasporto di materiali, riducendo i tempi di lavorazione e migliorando la produttività.
Riduzione dei Costi Operativi: Minimizzano la necessità di manodopera manuale, riducendo i costi di manodopera e i rischi di infortuni sul lavoro.
Flessibilità: I sistemi di nastri trasportatori possono essere personalizzati per adattarsi a diversi layout di impianto e tipologie di prodotti.
Affidabilità: Progettati per funzionare in modo continuo, riducendo i tempi di fermo e garantendo un flusso costante di materiali.
Sostenibilità: Contribuiscono a un uso più efficiente delle risorse energetiche e alla riduzione degli sprechi.
Considerazioni Chiave per l’Implementazione
Prima di implementare un sistema di nastri trasportatori, è essenziale considerare vari fattori:
Tipologia di Materiali: La natura e le caratteristiche dei materiali da trasportare influenzeranno la scelta del tipo di nastro trasportatore.
Capacità di Carico: È fondamentale valutare la capacità di carico richiesta per evitare sovraccarichi e garantire la durabilità del sistema.
Layout dell’Impianto: Il design del sistema deve integrarsi armoniosamente con il layout esistente dell’impianto produttivo.
Manutenzione e Assistenza: La facilità di manutenzione e la disponibilità di pezzi di ricambio sono cruciali per assicurare un funzionamento continuo e senza intoppi.
Sicurezza: I sistemi devono essere progettati e installati con dispositivi di sicurezza per proteggere i lavoratori da potenziali incidenti.
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Operazione contro la pirateria tv, 21 indagati e blocco dei siti
AGI – Ventuno persone indagate e blocco immediato del flusso illegale delle Iptv e dei siti di live streaming delle più note piattaforme televisive. È il bilancio di un’operazione contro la pirateria televisiva contro i cosiddetti ‘pezzottì della polizia e coordinata dalla Dda della Procura di Catania. Diversi i Centri operativi per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale che sono stati…
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Eyes on the world #169
Novembre entra nel vivo e lascia dietro di sé strascichi importanti.
Questa settimana torniamo dritti sulla questione Israele-Hamas con gli ultimi aggiornamenti, per poi saltare un po’ qui e lì, tra Italia, USA e Spagna.
Se ci siete, partiamo subito 👇
🇮🇱 ISRAELE-HAMAS: SI COMBATTE INTORNO E DENTRO GLI OSPEDALI. L’ESERCITO ISRAELIANO AVANZA
(1) Il conflitto tra #Israele e #Hamas continua a tenere il mondo con il fiato sospeso. Gli schieramenti combattono sempre più spesso vicino agli ospedali, al cui interno secondo l’esercito israeliano sono nascosti i centri operativi dei terroristi di Hamas da neutralizzare. Dentro gli ospedali però si rifugiano anche tutti coloro che non sono ancora riusciti a scappare dalla #Striscia di Gaza per svariati motivi, trasformandosi – involontariamente – in uno scudo umano in risposta agli attacchi di Israele. Si tratta di migliaia di persone, tra le quali troviamo anche centinaia di pazienti ormai quasi impossibilitati a ottenere le cure di cui hanno bisogno. La mancanza di carburante (ne sono arrivate solo poche centinaia di litri) e, più in generale, di elettricità fa in modo che solo pochissime unità possano essere utilizzate per prestare soccorso a chi ha bisogno. Domenica scorsa l’esercito israeliano ha aiutato il personale dell’ospedale #alShifa a evacuare decine di neonati in pericolo di vita, dopo che il reparto di terapia intensiva neonatale ha smesso di funzionare. Intorno però proseguono bombardamenti e attacchi che hanno reso difficile ogni genere di evacuazione. Sempre domenica in #Francia si è tenuta una gigantesca manifestazione contro gli attacchi e gli episodi antisemiti che hanno riguardato nelle ultime settimane la comunità ebraica. Le persone presenti tra Parigi, Marsiglia e Strasburgo superavano le 100.000 unità e alle proteste hanno partecipato anche quasi tutte le forze politiche locali (ma non il presidente Emmanuel Macron, che ha mandato un messaggio di supporto). In serata il ministro della Difesa israeliano Gallant ha fatto sapere come – in base a quanto emerso dalle informazioni inviategli dall’esercito – Hamas avrebbe perso il controllo della città di Gaza e che la conquista totale di quest’ultima sarebbe stata imminente. A preoccupare Israele è però la situazione economica derivata dalla guerra con Hamas, dal momento che sembrano pronto a esaurirsi le risorse finanziarie destinate al conflitto e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich è parecchio restio a utilizzare le risorse destinate alle comunità ebraiche ultraortodosse (i cui interessi sono particolarmente importanti per l’attuale esecutivo). Tornando alla questione relativa agli ospedali di #Gaza, mercoledì l’esercito israeliano ha fatto irruzione nell’ospedale al Shifa nell’ambito di un’operazione mirata contro Hamas. Per lungo tempo non sono state diffuse notizie certe su cosa stesse accadendo, anche se i militari hanno fatto sapere di aver trovato armi e un centro di comando operativo di Hamas. Sembra che l’esercito stia anche evacuando più persone possibili dalla struttura. Non è tutto. Pare che sia stata anche trovata l’entrata di un tunnel sotterraneo usato dai miliziani di Hamas per entrare e uscire dall’ospedale indisturbati; il suddetto tunnel è stato mostrato in video, ma non è ancora stato verificato come sia stato usato e dove conduca. Inoltre è stato riportato – sempre dall’esercito israeliano e sempre nei dintorni dell’ospedale al Shifa – il corpo di una delle oltre 200 persone tenute in ostaggio da Hamas, alimentando le motivazioni che hanno spinto i militari ad agire. Nel frattempo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (l’organo più importante dell’#ONU) ha approvato una risoluzione per richiedere pause e corridoi umanitari per la popolazione di Gaza. Su quindici paesi votanti, solo 3 si sono astenuti (Russia, USA e Regno Unito).
🇮🇹 ITALIA: IN DISCUSSIONE UN NUOVO DECRETO SICUREZZA. OK AL DIVIETO ALLA CARNE SINTETICA. LA CHIESA…
(2) Qualche notizia sparsa dall’#Italia, nello specifico due provvedimenti e un report molto importante. Partiamo dal nuovo pacchetto #sicurezza, che contiene 3 disegni di legge al suo interno: il primo aumenta le tutele per le forze dell’ordine; il secondo il riordino della polizia locale; il terzo alcuni inasprimenti di pena e l’introduzione di due nuovi reati (rivolta in carcere e blocco stradale, che attualmente è solo un illecito amministrativo). In quest’ultimo caso il riferimento è alle frequenti proteste delle associazioni ambientaliste. Un passaggio che ha fatto particolarmente discutere vede i membri delle forze dell’ordine autorizzati ad avere un’arma diversa, senza licenza, oltre la pistola d’ordinanza quando non sono in servizio. Inoltre, verrebbero inasprite pene per minacce, violenze e lesioni nei confronti degli agenti. In caso di approvazione saranno aumentate da 2 a 6 anni le pene per chi truffa le persone anziane, oltre che sanzioni per chi fa uso di minori per chiedere l’elemosina (senza più il differimento della pena per donne incinte o madri di figli fino a 3 anni). Un altro disegno di legge è stato approvato alla Camera in via definitiva, con 159 voti favorevoli su 236 totali, riguarda la produzione e la vendita della carne coltivata (anche conosciuta come “sintetica”), ora vietata del tutto. L’Italia sarà il primo paese europeo a introdurre una norma simile, che avrebbe potuto ridurre l’impatto ambientale derivato dagli allevamenti intensivi. Infine chiudiamo con il nuovo report prodotto dalla Conferenza episcopale italiana (#CEI) a tema abusi sessuali e pedofilia nella #Chiesa italiana. Una prima parte era già stata pubblicata nel novembre 2022 e conteneva alcuni casi avvenuti tra il 2020 e il 2021 segnalati proprio alla Chiesa. Questa seconda parte analizza i casi del 2022, ma si tratta di un numero parecchio esiguo per via della scarsa volontà a coinvolgere la Chiesa per denunciare gli abusi. 108 centri di ascolto per la tutela dei minori delle diocesi hanno preso parte all’indagine, ma solo 38 di questi hanno segnalato uno o più casi di presunte vittime (54 in questa circostanza). Sono per la maggior parte minori tra i 15 e i 18 anni ad aver subito abusi e in generale le presunte vittime sono in netta prevalenza femminile (44). I centri di ascolto, secondo quanto emerge, sarebbero comunque stati usati più per chiedere informazioni che per essere effettivamente utili per presentare denunce.
🇺🇸 PRIMA VISITA IN USA PER XI JINPING DAL 2017: TENTATIVI AVVIATI PER FUTURE COOPERAZIONI
(3) In settimana è andata in scena anche la prima visita negli #StatiUniti dal 2017 del presidente cinese #XiJinping, che ha incontrato l’omologo americano #JoeBiden a San Francisco nell’ambito della riunione dell’#APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation, ovvero l’organizzazione che al suo interno unisce paesi affacciati sul Pacifico). C’era molta attesa per l’incontro, durato circa 4 ore. #Cina e Stati Uniti hanno concordato nel ristabilire le comunicazioni militari interrotte nell’agosto 2022, quando l’allora speaker della Camera Nancy Pelosi aveva visitato Taiwan (isola che la Cina da anni rivendica). Biden ha affermato che i due presidenti torneranno anche a sentirsi telefonicamente qualora fosse necessario. Un provvedimento degno di nota ha riguardato la riduzione dell’esportazione da parte della Cina di sostanze impiegate nell’incontrollata produzione (e il consumo) di fentanyl negli Stati Uniti, mentre non è stato fatto alcun passo avanti per il suddetto problema di Taiwan. Biden si è comunque ritenuto soddisfatto dell’incontro, nell’ottica di una possibile futura cooperazione priva di conflitti. Intanto in USA, sia Camera che Senato hanno evitato nuovamente lo #shutdown, ovvero la chiusura parziale delle attività del governo federale. Se nel primo caso si è dovuto ricorrere a un accordo piuttosto discusso tra Democratici e Repubblicani (che detengono la maggioranza alla Camera), al Senato l’approvazione è stata più semplice e lineare, spostando ora il prossimo termine al 19 gennaio, quando gli schieramenti discuteranno di una norma per finanziare l’intero 2024. Al provvedimento manca solo la firma del presidente Joe Biden.
🇪🇸 PEDRO SÁNCHEZ ANCORA PREMIER IN SPAGNA. MAGGIORANZA RAGGIUNTA GRAZIE AGLI INDIPENDENTISTI
(4) Salto rapido (finale) in #Spagna, dove il parlamento ha dato la fiducia a #PedroSánchez, premier uscente e adesso nuovamente a capo dello stato iberico. È stato eletto alla prima votazione con maggioranza assoluta (179 voti su 350). Dal 2018 è a capo del governo spagnolo, ma mai come questa volta si trova a guidare un esecutivo dalla maggioranza risicata, dal momento che il suo partito (#PSOE, Partito Socialista Spagnolo) non è stato il più votato. Nonostante tutto, nessuna figura oltre la sua è emersa come capace di poter guidare la Spagna con una maggioranza tale da poter resistere alla prima fiducia. Sánchez è riuscito a mettere d’accordo, non senza fatica, diversi partiti autonomisti e indipendentisti, ognuno interessato a raggiungere specifici obiettivi per le regioni che rappresenta. Tra questi spicca #Junts per Catalunya, il partito indipendentista catalano guidato da Carles #Puigdemont, che ha ottenuto in cambio del supporto un disegno di legge per concedere l’amnistia a tutti coloro che parteciparono al referendum per l’#indipendenza della Catalogna del 2017 (previo ok del parlamento). I deputati di Junts, pur essendo solo 7, sono stati fondamentali per raggiungere la maggioranza necessaria a dare la fiducia al nuovo governo. Non tutti sono però favorevoli a concedere l’amnistia agli attivisti catalani, specialmente a destra, convinti che l’iniziativa violi la Costituzione e che comunque possa portare a nuove possibili azioni da parte degli indipendentisti.
Alla prossima 👋
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Da diversi anni si discute sull’apertura di un centro di detenzione per il rimpatrio in Sardegna, da quando il cd. decreto Minniti-Orlando (D.l. 13/2017) aveva previsto di istituirne uno in ogni Regione.
Dopo le false partenze annunciate negli ultimi mesi, lunedì 20 gennaio 2020 è prevista l’apertura ufficiale del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) a Macomer, il nono in Italia (otto sono già operativi, il decimo è in progetto di apertura a Milano).
In Sardegna l’apertura del Cpr ha trovato il pieno consenso politico degli amministratori regionali e locali coinvolti, presentato come strumento di deterrenza per lo sviluppo della rotta Algeria-Sardegna, attraverso la quale per lo più algerini, ma anche tunisini e libici, salpano dalla zona di Annaba per giungere sulle coste sud-occidentali dell’isola a bordo di piccole imbarcazioni.
A sostegno di tale tesi ha giocato la narrazione mediatica puntualmente orientata alla costruzione di una “emergenza sbarchi”. Sebbene dall’inizio del 2020 siano già arrivate 172 persone dall’Algeria, gli sbarchi del 2019 (circa 750) erano già in forte calo dal 2017, quando arrivarono in Sardegna quasi 2 mila persone. L’isola non è la destinazione finale per la maggior parte di loro, ma è territorio di transito, dato che vi rimangono giusto il tempo di ricevere il decreto di espulsione con accompagnamento al porto per lasciare il territorio (il cd. foglio di via). Negli anni, solo alcuni di loro sono stati trasferiti in Centri per il rimpatrio già attivi. Ma da oggi tale procedura potrebbe divenire la nuova prassi, e non solo per chi dall’Algeria giunge irregolarmente nell’isola, ma per tutti coloro che per vari motivi si trovano in condizioni di non poter rinnovare il proprio permesso di soggiorno senza aver commesso alcun reato (fattispecie molto comune ormai dopo l’entrare in vigore del primo decreto sicurezza che ha impedito il rinnovo di numerose tipologie di permesso di soggiorno) o chi, dopo avere già scontato un periodo di reclusione sarà nuovamente privato della libertà per essere identificato in vista del rimpatrio.
La struttura individuata a Macomer per essere adibita a Cpr è un ex carcere, chiuso perché non possedeva neppure i requisiti minimi previsti dalla legge per la detenzione, ma ora, dopo una prima fase di ristrutturazione sarà destinato a trattenere 50 persone e si giungerà a 100 alla conclusione dei lavori. La notizia dell’imminente apertura del Cpr è stata accompagnata dalle dichiarazioni degli amministratori locali che l’hanno accolta con favore, considerandola come occasione di sviluppo per il territorio, aggrappandosi ai pochi posti di lavoro derivanti dai servizi di cui avranno necessità le persone trattenute nel Centro e nelle possibili ricadute positive per l’arrivo delle forze dell’ordine.
Per il territorio del Marghine si tratta dell’ennesima servitù dello Stato italiano che lascia briciole nella ex zona industriale del centro Sardegna. Briciole per sfamare pochi lavoratori il cui scopo è quello di trattenere in prigione altri disperati senza un documento di soggiorno ma che combattono la stessa guerra per i diritti, la dignità e il lavoro.
Il sistema di affidamento a privati della gestione dei Centri di detenzione amministrativa per stranieri comporta il prevalere delle logiche di mercato, traducendosi nella riduzione della qualità dei servizi erogati e nella frequente violazione del rispetto dei diritti fondamentali delle persone ristrette.
In questo caso è stata la società Ors Italia, filiale del Gruppo Ors che gestisce centri per migranti in Svizzera, Austria e Germania ad aggiudicarsi l’affidamento per la gestione del Cpr di Macomer. Pare che la decisione di espandere le attività in Italia derivino dalla imminente inversione di rotta del governo austriaco che ha annunciato la chiusura del sistema degli appalti privati. La società è stata, inoltre, al centro di polemiche sulla mala accoglienza di un megacentro austriaco (gestito secondo il modello delle carceri private statunitensi: taglio dei costi e massimizzazione del profitto) ed è stata oggetto di un’inchiesta giornalistica sull’intreccio globale di politica e finanza che si cela dietro il gruppo Ors e la filiale Italiana.
Quindi, se per gli amministratori locali l’obiettivo dell’apertura del Cpr è il risveglio economico del territorio, attenzione! Perché la realtà sarà ben diversa. Infatti, queste strutture rappresentano notoriamente un pesante costo sociale ed economico per le collettività e di sofferenza per chi vi è trattenuto. Inoltre, i rappresentati della comunità macomerese dovrebbero porre l’attenzione non solo sulla sicurezza dei propri concittadini, rassicurandoli sulla natura carceraria del nuovo centro, che, quindi, manterrà in stato di reclusione le persone che vi saranno rinchiuse, ma dovrebbero invece essere consapevoli di quanto accade all’interno dei Cpr, delle continue violazioni di diritti segnalate e accertate anche dai monitoraggi istituzionali e ritenersi responsabili per quanto accadrà nel centro che hanno accettato di attivare nel proprio territorio.
A riprova dei danni prodotti ai territori, ricordiamo che la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’interno sono stati condannati per avere danneggiato l’immagine della città di Bari a causa dei “trattamenti inumani e degradanti praticati in danno dei detenuti” nel Cie (ora Cpr) di Bari e per essere rimasti inerti di fronte alle numerose segnalazioni di verifica sulle le condizioni in cui versavano le persone trattenute nel Centro, considerato non idoneo all’assistenza dello straniero e alla piena tutela della sua dignità in quanto essere umano. “Il danno all’immagine si giustifica alla luce di quella che è una normale identificazione, storicamente provata, tra luoghi ove si perpetrano violazioni dei diritti della persona e il territorio che li ospita” (Tribunale di Bari, sentenza n. 4089 del 10 agosto 2017).
Nei Cpr i cittadini stranieri irregolarmente presenti sul territorio sono reclusi in attesa dell’espulsione, misura che dovrebbe essere una eccezione, ma che invece si è trasformata in regola, tanto che da oltre 20 anni questi centri sono luoghi di privazione della libertà in cui vengono perpetrati soprusi, violenza fisica e psicologica.
Dall’apertura dei CPT (Centri di permanenza temporanea), creati dalla Legge Turco-Napolitano nel 1998, non si sono fatti passi in avanti. Tali centri hanno cambiato nome, passando da Cpt a Cie a Cpr, ma la sostanza non è cambiata. Le condizioni del trattenimento continuano a essere inumane e la loro funzione resta comunque fallimentare, visto che meno della metà delle persone trattenute sono effettivamente rimpatriate, il 43% nel 2018. Dato che conferma l’inopportunità di mantenere aperte tali strutture anche dal punto di vista dei costi economici oltre che sociali.
La Campagna LasciateCIEntrare riceve costantemente richieste di aiuto dalle persone recluse nei Cpr operativi: Torino, Palazzo San Gervasio (Potenza), Brindisi-Restinco, Bari, Trapani, Ponte Galeria (Roma), Caltanissetta, Trapani e Gradisca d’Isonzo (Gorizia), riaperto da circa une mese. Vengono segnalate violenze, abusi, trattenimento in isolamento, negazione di varie forme di assistenza, anche sanitaria e del diritto alla difesa. Alle ripetute richieste di accesso della società civile sono seguiti altrettanti rifiuti, tanto è vero che ormai è praticamente impossibile far accedere giornalisti e attivisti per accertare le condizioni all’interno de centri. La situazione è costantemente critica.
Il 18 gennaio a Gradisca d’Isonzo si verifica l’ennesima morte. Un giovane georgiano muore in seguito al pestaggio delle forze dell’ordine avvenuto all’interno del Centro, secondo quanto riportato dai compagni del centro. Una settimana prima a Caltanissetta, a Pian del Lago, si è verificata la prima morte di Cpr del 2020. Aymed, tunisino di 34 anni, trattenuto da oltre 9 mesi, è deceduto “di cause naturali” secondo il medico legale, ma secondo quanto raccontato dai testimoni, invece, Aymed non avrebbe ricevuto cure adeguate. Alla sua morte è inevitabilmente esplosa la rabbia dei compagni reclusi, fino a causare l’incendio di buona parte del centro.
Ma già in precedenza erano state segnalate le condizioni inumane in cui versava la struttura.
Il 2020 si era già aperto con le rivolte nei Cpr di Milo (Trapani) e di Torino, tentativi disperati di lotta per la libertà e per far giungere all’esterno la voce dei trattenuti.
Rabbia, rivolte, fiamme, disperazione, atti di autolesionismo, tentativi di suicidio, scioperi della fame, violenze subite e perpetrate contro sé stessi e contro l’ambiente circostante. Questa è la condizione di vita permanente all’interno dei Cpr.
Dal Cpr di Torino le proteste e gli atti di autolesionismo proseguono dallo scorso luglio dopo la morte di Faisal, trentaduenne bengalese, ma non si tratta della prima morte avvenuta nel centro in vent’anni di attività. Più volte ne è stata chiesta la chiusura.
Le carenze strutturali dei centri nonché il raddoppio dei termini di trattenimento amministrativo (ora 180 giorni) previsto dal Decreto sicurezza 1 (L. 132/2018) e l’impossibilità di un trattamento dignitoso contribuiscono a elevare i livelli di tensione, alimentando lo scoppio di proteste, puntualmente represse pesantemente dalle forze dell’ordine, cui segue ciclicamente l’inagibilità di alcune aree e, come spesso accade, se va bene, si viene trasferiti in centri di altre città, se va male, si continua a vivere nella stessa struttura stipati nelle aree “rimaste agibili”, rendendo ancora più precarie le condizioni del trattenimento. Situazione che accomuna i diversi centri.
Le varie forme di protesta si susseguono ininterrottamente in tutti i Cpr, da Torino a Caltanissetta, da Bari, a Trapani, Gradisca, Brindisi, Ponte Galeria. Anche se salgono alla ribalta mediatica solo sporadicamente, si tratta di una condizione permanente. Centinaia i casi di autolesionismo, diversi i morti, quotidiane le violenze. Non sono eventi isolati.
Sulle numerose testimonianze degli abusi viene tempestivamente inviata documentazione dettagliata al Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, che nei suoi rapporti ha segnalato le diverse criticità per lo più rimaste inascoltate.
Nel corso degli anni, lo stesso Garante ha rilevato la situazione indegna in cui si vive nei Cpr, nei quali non sono garantite neanche le condizioni di vivibilità e del rispetto dei diritti delle strutture di tipo penitenziario “classico”.
Il decreto legge 13/2017, che ha allargato la rete dei Centri per il rimpatrio prevedendo l’apertura di un Cpr in ogni regione, ne ha delineato, sulla carta, la nuova configurazione di luoghi in cui garantire il rispetto della dignità umana, ribadendo anche il ruolo di verifica del Garante − a tal proposito, in vista dell’apertura del Cpr a Macomer è importante ricordare che il Consiglio Regionale della Sardegna non ha ancora provveduto a nominare il Garante regionale, nonostante sia previsto dalla legge regionale n. 7 del 2011. Ma come ha rilevato il Garante nazionale in seguito alle visite effettuate nei Cpr, l’impegno per il rispetto dei diritti fondamentali degli individui è rimasto solo dichiarazione di principio al quale “non è seguito un reale miglioramento delle condizioni di vivibilità e/o una diversa impostazione organizzativa delle strutture”. Il Garante ha anche evidenziato che il Ministero dell’Interno non ha mostrato alcuna attenzione alle criticità rilevate nei rapporti e alle raccomandazioni formulate per il loro superamento.
Alcuni dei nodi critici segnalati dal Garante tuttora persistenti riguardano “le scadenti condizioni materiali e igieniche delle strutture, assenza di attività, mancata apertura dei Centri alla società civile organizzata, scarsa trasparenza a partire dalla mancanza di un sistema di registrazione degli eventi critici e delle loro modalità di gestione, non considerazione delle differenti posizioni giuridiche delle persone trattenute e delle diverse esigenze e vulnerabilità individuali, difficoltà nell’accesso all’informazione, assenza di una procedura di reclamo per far valere violazioni dei diritti o rappresentare istanze” (Garante nazionale, Relazione al Parlamento 2019).
Appare chiaro come, dopo oltre 20 anni di esperienza, il sistema della detenzione amministrativa per i migranti non funzioni. È di fatto un sistema irriformabile e rappresenta il fallimento di una politica migratoria totalmente sbilanciata nell’ambito securitario, incapace di gestire gli ingressi e le presenze di cittadini stranieri nel territorio italiano ed europeo nel rispetto dei diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti a ciascun individuo.
Nessun altro Cpr deve vedere la luce. Tutti i Cpr devono chiudere definitivamente.
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Collegamenti aeroporto: arrivano i taxi volanti
I collegamenti aeroporto stanno per conoscere una profonda rivoluzione. Arriveranno tra qualche anno infatti i taxi volanti. Milano Roma e Napoli le città coinvolte nei progetti. Dovrebbero debuttare nel 2025 e 2026 in occasione di due grandi appuntamenti che sono rispettivamente il giubileo e le olimpiadi invernali di Milano Cortina. Planare sul traffico Le macchine volanti sono da sempre il sogno recondito di chiunque sia costretto a fare i conti ogni giorno con il traffico cittadino. Chi non ha mai sognato che dalla propria auto spuntassero delle ali grazie alle quali ergersi sulla distesa infinita di altre auto? Chi non ha desiderato viaggiare planando sul traffico cittadino e arrivando a destinazione in tempi ragionevoli? Fantasticherie a parte, quella i mezzi volanti che sovrastano i centri urbani presto non sarà più una fantasia alla Blade runner ma una realtà. Collegamenti aeroporto: i taxi volanti La società aeroportuale di Milano Linate e Malpensa, Sea, e il Comune di Milano hanno, infatti, firmato un'intesa. L'accordo prevede la creazione di due vertiporti a Linate e Malpensa e altri due nell'area urbana di Milano: Porta Romana e Citylife. I vertiporti saranno simili agli eliporti ma con in più uno spazio riservato al terminal nel quale espletare tutte le procedure necessarie, dal check in alle trafile della sicurezza. Il progetto prevede la creazione di una rete di vertiporti più ampia con 9 siti nella sola città di Milano e altri 6 nell'intera regione. Sono previsti vertiporti negli altri capoluoghi di provincia e uno sul lago di Como per i flussi turistici. I primi aerotaxi elettrici disponibili potranno trasportare un massimo di due persone. Una corsa dall'aeroporto di Malpensa alla città di Milano costerà inizialmente intorno ai 120 euro. In seguito potrebbero entrare in circolazione droni urbani capaci di ospitare fino a sei passeggeri con tariffe che si aggireranno intorno agli 80 euro. Giubileo 2025 e Milano Cortina 2026 Secondo l'accordo tra Sea e Comune di Milano, i lavori inizieranno nel 2024 e i primi taxi volanti saranno operativi nel 2026 in occasione delle olimpiadi invernali che avranno luogo proprio a Milano e a Cortina. A Porta Romana, dov'è prevista la realizzazione di uno dei primi vertiporti, vi è infatti il villaggio olimpico. Nel periodo delle olimpiadi, secondo i vertici Sea, è previsto, a regime, il trasporto di duemila persone al giorno. La città di Roma ha fatto, poco tempo fa, un annuncio su un progetto simile. Creare una rete di collegamenti aerei tra gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino e la città di Roma. Progetto che dovrebbe essere realizzato per un altro grande appuntamento della città: il giubileo del 2025. Per la città di Napoli bisognerà aspettare, invece, una decina di anni perché i taxi volanti siano operativi. Il Distretto Aerospaziale della Campania (DAC) ha sviluppato già un prototipo. Un mezzo ad alimentazione elettrica capace di ospitare 4 persone a bordo, raggiungere un'altezza di 500 metri e una velocità di 100 kilometri orari. I taxi volanti in Campania saranno utilizzati per raggiungere le principali mete turistiche. In copertina foto di Marco da Pixabay Read the full article
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Linda Cerruti ha denunciato gli autori dei commenti “sessisti e diffamatori” sotto la sua foto
Linda Cerruti è una campionessa del nuoto sincronizzato, orgoglio italiano riconosciuto nel nostro Paese tanto quanto all’estero: a 7 anni ha inizio la sua sfavillante carriera e, da allora, ha conquistato più di 50 premi nei campionati italiani e numerosi riconoscimenti agli Europei e ai Mondiali. Un curriculum brillante che, nonostante tutto, passa in secondo piano davanti a una foto in cui celebra le proprie vittorie, e che moltissimi utenti online hanno preso come scusa per sfogare becero sessismo e commenti diffamatori. Dopo qualche mese dalla vicenda e dopo la denuncia di Cerruti, sono ora sotto investigazione 12 utenti.
Linda Cerruti aveva deciso di condividere una foto sui propri profili social: in una classica posa della sua disciplina del nuoto artistico, ossia il nuoto sincronizzato, l’atleta sfoggia le medaglie vinte utilizzando le proprie gambe come medagliere. Imprevedibilmente, sono spuntati decine e decine di commenti contenenti insulti, frasi sessiste e diffamatorie, beceri appunti sul fisico della sportiva e così via.
“Basita nonché schifata” dai commenti, ossia come si è definita la stessa Linda Cerruti, la sportiva pluripremiata ha deciso di rintracciare gli utenti che hanno lasciato quelle frasi becere sotto la sua foto, per denunciarli. Sono 12 ora gli indagati per insulti sessisti, tra cui un impiegato romano 50enne, un operaio veneto, due pensionati della Lombardia, un dipendente pubblico di circa 40 anni del Friuli e un trentenne sardo. In seguito alla denuncia deposta presso la polizia postale di Savona, per sei di loro è scattata la perquisizione informatica; altri sei dovranno rispondere del reato di diffamazione aggravata. La scelta di non far passare in sordina quanto accaduto è motivata anche, come aveva spiegato all'epoca, dal desiderio di diventare d'esempio per tutti coloro che subiscono questa forma di molestie.
Gli investigatori della polizia di Stato, che hanno mostrato sul proprio profilo Twitter il lavoro svolto, tramite il loro lavoro hanno dimostrato come sia fasulla la percezione di essere invincibili, e introvabili, online. “Questa operazione smentisce ancora una volta chi pensa che l'anonimato in rete possa essere sfruttato per commettere reati informatici”, hanno spiegato. “I Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale sono attivi sia nell'educazione dei giovani all'utilizzo consapevole degli strumenti digitali, mirata anche a prevenire le campagne di odio online, che nella repressione di ogni manifestazione delittuosa commessa attraverso la rete": ciò si applica sia ai famosi e ai non, ai singoli individui e ai gruppi.
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Prodotto in Italia il reattore nucleare per le basi spaziali
L’energia delle basi lunari prodotta da un mini reattore nucleare made in Italy. La partita dell'aerospazio parla italiano e vede collaborare in un percorso di progettazione e costruzione di uno Space nuclear reactor, l'Enea e l'Asi. Un mini reattore nucleare made in Italy per produrre energia per le future basi lunari. Con un orizzonte che arriva alla “successiva” colonizzazione di Marte e dello Spazio profondo. La partita dell'aerospazio parla italiano e vede collaborare in un percorso di progettazione e costruzione di uno Space nuclear reactor, l'Enea e l'Asi, ossia l'Agenzia spaziale italiana. Orizzonte a 15 mesi Per i prossimi 15 mesi le due agenzie, sfruttando competenze, infrastrutture e professionalità multidisciplinari presenti nei loro centri (per l'Enea quello di Bologna e Brasimone) lavoreranno per progettare e costruire il mini reattore che dovrà essere “leggero, affidabile e sicuro”. Dall'analisi dei costi alla roadmap
Compito dei tecnici e ricercatori è quello di delineare le caratteristiche dello Space Nuclear Reactor italiano, e, come sottolineano all'Agenzia d ricerca, identificare «possibili scenari operativi (esplorazione lunare, marziana e dello Spazio profondo), e tecnologie ritenute critiche». Inoltre, tra le attività anche un'analisi costi-benefici calibrati ai differenti scenari d'interesse. E poi la definizione di una roadmap di Ricerca e Sviluppo per le fasi successive. Reattore sicuro e modulare «I principi base per la progettazione dello Space Nuclear Reactor sono la modularità, in grado di garantire un facile ampliamento della potenza disponibile, e la ridondanza dei sistemi essenziali per garantire la massima sicurezza del reattore - chiarisce Mariano Tarantino, responsabile della Divisione Enea di Sicurezza e sostenibilità del nucleare -. Particolare attenzione verrà posta alla minimizzazione del peso totale del sistema per rendere possibile il trasporto a bordo di un razzo cargo e l'affidabilità dei componenti, privilegiando, ove possibile, tecnologie mature made in Italy». La soluzione ai problemi energetici Una tecnologia, studiata sin dagli anni 50 e utilizzata nello scenario internazionale per sviluppare altri mini reattori che, secondo l'Agenzia spaziale, «potrebbe contribuire a risolvere, sul lungo periodo, i problemi energetici sia nelle fasi di esplorazione di altri pianeti, sia per i viaggi e le «esplorazioni nello spazio profondo». Costi ridotti e sicurezza in ambiente ostile «Poter disporre di un reattore compatto, modulare, affidabile, di piccole dimensioni e in grado di garantire la necessaria sicurezza alla vita dell'uomo in un ambiente già di per sé ostile, costituirebbe una grande potenzialità per l'esplorazione - assicurano dall'Enea -. Inoltre, operare con dimensioni contenute permetterebbe una riduzione dei costi di produzione, dei tempi di sviluppo e un ingombro che ne consentirebbero l'utilizzo esteso senza difficoltà di trasporto, in diversi scenari». L’esempio Kilopower Ricordando poi che a livello internazionale sono già presenti altri progetti di mini reattori dall'Enea aggiungono che tra «i più promettenti c'è Kilopower, sviluppato dalla Nasa insieme ad alcuni dei più quotati centri di ricerca statunitensi, tra cui il Los Alamos National Laboratory e il Nevada National Security Site». E poi che «Quattro reattori Kilopower, con potenza complessiva pari a circa 40 kW, potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico di una stazione su Marte». Read the full article
#AgenziaSpazialeItaliana#baselunare#basemarte#bologna#Enea#kilopower#LosAlamosNationalLaboratory#Nasa#reattore#SpaceNuclearReactor
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Inchiesta su pirateria tv, 21 indagati e segnale bloccato
Ventuno persone indagate e blocco immediato del flusso illegale delle Iptv e dei siti di live streaming delle più note piattaforme televisive. E’ il bilancio di un’operazione contro la pirateria televisiva contro i cosiddetti ‘pezzotti’ della polizia e coordinata dalla Dda della Procura di Catania. Diversi i Centri operativi per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale che sono stati…
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Allerta meteo in Campania: arancione dalle 23:59 di oggi
La Protezione Civile della Regione Campania ha emanato un avviso di allerta meteo con livello di criticità idrogeologica di colore Arancione per piogge e temporali anche intensi su Ischia e le zone 1 e 3 (Napoli, Isole, Area Vesuviana, Piana Campana; Costiera Sorrentino-Amalfitana, Monti di Sarno e Monti Picentini). L'avviso è valido dalle ore 23.59 di oggi, venerdì 9 dicembre, fino alle 23.59 di sabato 10 dicembre. Sul resto della Campania, la stessa Protezione civile regionale ha emanato una allerta di colore Giallo. Previste precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, localmente di forte intensità. I temporali potranno dare luogo a un rischio idrogeologico, anche diffuso, con possibili frane, instabilità di versante, colate rapide di fango o detriti, caduta massi, allagamenti, esondazioni, innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d'acqua con fenomeni di inondazione delle aree limitrofe, scorrimento superficiale delle acque piovane nelle strade e coinvolgimento delle aree urbane depresse. La Protezione Civile della Regione Campania richiama i Sindaci alla massima attenzione, soprattutto sulle aree già colpite dal maltempo dei giorni scorsi. Si ricorda di attivare i Centri operativi comunali, di attuare tutte le norme previste dai rispettivi piani comunali di Protezione civile e di adottare le dovute misure di mitigazione del rischio e messa in sicurezza del territorio e di tutela dei cittadini anche in considerazione delle precipitazioni dei giorni scorsi e della saturazione dei suoli. Prestare attenzione ai successivi avvisi diramati dalla Sala Operativa regionale. L'allerta, per quanto riguarda il rischio idrogeologico è di livello: - Arancione sulle zone 1, 3 (Piana Campana, Napoli, Isole, Area Vesuviana; Costiera Sorrentino-Amalfitana, Monti di Sarno e Monti Picentini) - Gialla sul resto della regione. Read the full article
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Cyber security e falsi positivi - Andrea Biraghi
Cyber security: avvisi di sicurezza e falsi positivi, il report di Fire eye
Cyber security e falsi positivi: si può migliorare l’analisi della sicurezza senza tradurla in migliaia o a volte milioni di avvisi al giorno che da soli non forniscono informazioni sufficienti?
La società di cyber security Fire Eye nel rapporto “The Voice of the Analysts: Improving Security Operations Center Processes Through Adapted Technologies”, rileva che gli analisti stanno diventando “meno produttivi” a cauasa della diffusa “stanchezza degli avvisi” con conseguente allarme ignorato, aumento dello stress e paura di non rilevare minacce e di non poter prevenire gli incidenti. Ma nel rapporto vengono evidenziate anche le attività principali che gli stessi analisti ritengono sia meglio automatizzare per proteggere meglio i loro Centri operativi di sicurezza (SOC).
Articolo integrale su Andrea Biraghi Cyber Security Blog
Oppure leggi su Andrea Biraghi Medium
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l'ordine assistenti sociali chiede: "specifiche misure di sicurezza volte a prevenire e gestire episodi di violenza, modalità di rilevazione e segnalazione degli eventi sentinella da parte degli enti di appartenenza, protocolli operativi con le forze dell’ordine" per garantire interventi tempestivi e assistenza alle vittime, Comunicato stampa del 22 febbraio 2019
l’ordine assistenti sociali chiede: “specifiche misure di sicurezza volte a prevenire e gestire episodi di violenza, modalità di rilevazione e segnalazione degli eventi sentinella da parte degli enti di appartenenza, protocolli operativi con le forze dell’ordine” per garantire interventi tempestivi e assistenza alle vittime, Comunicato stampa del 22 febbraio 2019
Comunicato stampa del 22 febbraio 2019
“L’incolumità degli assistenti sociali o di chi, nei centri per l’impiego, lavorerà per l’applicazione del Reddito di Cittadinanza, non è affare della maggioranza”. Lo dice Gianmario Gazzi, presidente del Cnoas, Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali. “La commissione Lavoro del Senato dove sono in discussione gli emendamenti al decreto –…
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ASCOLI PICENO – Anticipate dal webinar della Cna Picena, con la presenza online dell’assessore regionale Manuela Bora, l’Associazione specifica e precisa tutte le disposizioni, nazionali e regionali per consentire la riapertura dei laboratori.
“In queste settimane – spiegano Monia Capriotti e Monica Fagnani, responsabili di Benessere e sanità per la Cna di Ascoli Piceno – abbiamo fatto consulenza e ci siamo confrontati con centinaia di operatori del settore per arrivare alla fatidica data dello sblocco pronti ad essere operativi nelle massime condizioni di sicurezza, sia per chi lavora che per chi usufruisce dei servizi”
PROTOCOLLO REGIONALE PER ACCONCIATORI, ESTETISTI E CENTRI BENESSERE:
Le misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro e nella collettività si conformano a:
– Decreto Legge 25 marzo 2020 n. 19 “Misure urgenti per fronteggiare epidemiologica da COVID-19”;
– “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto il 14 marzo 2020 e integrato e modificato il 24 aprile 2020 (ora Allegato 6 del DPCM 26 aprile 2020;
– DPCM 26 aprile 2020;
– “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” Verbale n. 49 approvato dal Comitato Tecnico Scientifico istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile, approvato in data 9 aprile 2020;
– Circolare del Ministero della Salute, n. 0014915-29/04/2020-DGPRE-DGPRE-P del 29 aprile 2020.
Le misure di contenimento e di sicurezza anti-contagio sanciti dal DL n. 19 del 25 marzo 2020 e dall’Allegato 6 del DPCM 26 aprile 2020, rappresentano un obbligo per i datori di lavoro delle attività produttive e professionali (inclusi lavoratori autonomi) al fine di garantire il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro.
Tali misure si aggiungono a quelle già adottate ai fini della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori (D. Lgs 81/08 e smi) e alle procedure/requisiti igienico-sanitari richiesti dalle specifiche normative di settore. È quindi necessario che l’adozione delle misure di contenimento contro la diffusione del virus COVID-19 segua un approccio integrato, a garanzia della massima tutela sia dal rischio di contagio da nuovo coronavirus (utenti e lavoratori) sia dai rischi professionali (lavoratori).
A tal fine è essenziale il coordinamento tra il Comitato (previsto dal punto 13 del Protocollo 24/4/20) e il Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale (ove presente ai sensi del D. Lgs 81/08), le cui figure possono anche coincidere. Le disposizioni che seguono, hanno lo scopo di fornire ulteriori indicazioni per l’applicazione delle misure anti-contagio nelle attività di acconciatore, estetista, centro benessere.
DISPOSIZIONI GENERALI DI CARATTERE ORGANIZZATIVO E IGIENICO-SANITARIO:
– Svolgere le attività esclusivamente su appuntamento (tramite telefono, app. o mail);
– Avvisare il cliente che non può presentarsi in caso di comparsa di sintomatologia febbrile e/o simil-influenzale (tosse, congiuntivite …) o se negli ultimi 14 giorni abbia avuto contatti con soggetti positivi al COVID-19 o sia rientrato da zone a rischio (indicazioni OMS);
– Predisporre materiale informativo sulle misure di igiene (locandine, cartelli …) da porre in ingresso e in altre postazioni del locale facilmente accessibili/visibili per informare sulle modalità organizzative adottate per prevenire il contagio. Materiali informativi utili possono essere scaricati da siti istituzionali (Ministero della salute, Istituto Superiore di Sanità -ISS, Organizzazione Mondiale della Sanità -OMS, Regioni…);
– Regolare l’accesso al locale, sia del personale che dei clienti e fornitori, in modo da evitare assembramenti e attese negli spazi comuni; l’ingresso è consentito solo indossando la mascherina. I fornitori esterni devono permanere il tempo minimo necessario per il completamento delle operazioni di consegna/pagamento della merce e devono essere muniti di protezione delle vie respiratorie e guanti;
– Assicurare che ciascun lavoratore segua e gestisca la stessa cliente in tutte le fasi della lavorazione, per evitare promiscuità all’interno della stessa struttura;
– Posizionare all’ingresso del locale dispenser per detergere le mani e/o guanti monouso;
– Assicurare la presenza di un solo cliente per volta in area reception, spogliatoi, servizi igienici e altri spazi comuni (es. distributori bevande);
– Consentire la permanenza dei clienti all’interno dei locali limitatamente al tempo strettamente indispensabile all’erogazione del servizio/trattamento;
– Per le imprese maggiormente strutturate e con dipendenti, adottare orari di apertura flessibili con turnazione dei dipendenti;
– Assicurare il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale tra lavoratore e cliente ogni qualvolta le fasi di lavoro lo consentano (es tempi di trattamento per tintura, asciugatura, smalti …).
– Fare uso obbligatorio della mascherina chirurgica sia da parte del lavoratore che del cliente e curare scrupolosamente l’igiene delle mani (lavaggio con acqua e sapone e uso di soluzione/gel disinfettante, anche preparato secondo ricetta OMS), in quanto la maggior parte dei compiti legati alle mansioni richiedono il contatto diretto con il cliente (trattamenti viso-corpo-mani, taglio-piega-lavaggio capelli…) e non consentono il rispetto della distanza minima di sicurezza (mettere a disposizione la mascherina di cortesia anche per il cliente qualora ne sia sprovvisto);
– Provvedere alla adeguata formazione del lavoratore sul corretto uso della mascherina (vedi materiale OMS, ISS, Ministero salute…) e di altri dispositivi di protezione, privilegiando modalità di formazione a distanza (es. e-learning);
– Far detergere le mani al lavoratore (secondo indicazioni OMS, Min Salute) prima dell’accesso al posto di lavoro e con frequenza regolare nei diversi momenti dell’attività lavorativa; indossare sempre guanti monouso; nei casi in cui non sia possibile l’uso di guanti (es. depilazione); adottare le procedure di igiene previste da normativa vigente sia di settore che misure anti-contagio COVID-19 (si consiglia di non indossare anelli, bracciali, orologi);
– Procedere, in relazione al Protocollo di sicurezza anti-contagio siglato il 24 aprile, ad accertare la temperatura corporea del dipendente in ingresso tramite idonei strumenti di misurazione della febbre (es. termometro infrarossi), nel rispetto delle indicazioni in tema di tutela della privacy;
– Informare tutti i lavoratori di restare al proprio domicilio in presenza di febbre (>37.5°) o altri sintomi simili influenzali e contattare il proprio medico curante; il datore di lavoro deve inoltre informare il lavoratore circa le misure di prevenzione da rispettare, con appositi depliants informativi o materiali multimediali;
– Garantire la pulizia e la sanificazione degli ambienti (secondo indicazioni del Ministero della Salute nella Circolare 5443 del 22/2/20 “Pulizia di ambienti non sanitari”) con frequenza di almeno due volte al giorno e comunque in funzione dell’affluenza, dei turni di lavoro e degli impianti di areazione, ponendo particolare attenzione anche alle superfici di contatto comuni quali porte, maniglie, corrimano, ecc …
– Garantire il regolare ricambio di aria con aperture naturali ove possibile, evitando tuttavia condizioni di discomfort microclimatico (correnti di aria calda/fredda eccessivi). In presenza di specifici impianti di ventilazione meccanica controllata, garantirne la funzione continuativa nelle 24 ore con regolare pulizia/manutenzione dei filtri. Eliminare, ove possibile, la funzione di ricircolo dell’aria negli impianti di riscaldamento/raffrescamento (vedere Rapporto ISS COVID-19 n. 5/2020 del 23/3/20)
– Mettere a disposizione contenitori per rifiuti chiusi (possibilmente con apertura a pedale) con sacchetto richiudibile. I rifiuti rappresentati da dispositivi (mascherine, guanti etc. utilizzati nella prevenzione del contagio da COVID-19), i fazzoletti di carta e materiali monouso, possono essere assimilati ai rifiuti urbani e devono essere conferiti al gestore del servizio nella frazione di rifiuti indifferenziati;
– Privilegiare l’utilizzo di dispositivi/strumenti monouso (lamette, aghi, teli…); per gli strumenti non monouso seguire i protocolli di sanificazione, disinfezione, sterilizzazione, smaltimento nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente in tema di igiene del settore. Per i presidi in tessuto, cambiare ad ogni cliente e lavare con detergente e acqua ad alte temperature (60-90°);
– Ove possibile, posizionare pannelli di separazione sulle postazioni/banchi e sulle casse e tra una postazione ed una altra di lavoro;
– Utilizzare occhiali protettivi o visiere in plexiglas per i trattamenti face to face per i quali non può essere garantita la distanza interpersonale di un metro (per gli acconciatori limitatamente ai servizi di taglio/cura della barba, per le estetiste, limitatamente al trattamento viso). Igienizzare le postazioni di lavoro dopo ogni trattamento/servizio;
– Procedere alla disinfezione/sterilizzazione di strumentazioni e dei servizi igienici dopo ogni utilizzo secondo le normative di igiene del settore;
– Verificare che i dispenser di sapone nei servizi igienici siano regolarmente ricaricati. Evitare asciugamani di spugna/stoffa a favore di salviette usa/getta;
– Riporre gli indumenti in armadietto separato e chiuso ivi compresi gli oggetti personali (borsa, abiti, scarpe, telefono, ecc.);
– Ricordare che le mascherine chirurgiche possono essere smaltite come normali rifiuti urbani e solo nei casi accertati o dubbi di Covid-19, dovranno essere smaltite come rifiuto speciale.
ULTERIORI DISPOSIZIONI PER I SALONI DI ACCONCIATORE CHE, CONTRARIAMENTE AI CENTRI ESTETICI, NORMALMENTE NON DISPONGONO DI SPAZI CHIUSI NELL’AMBITO DEI QUALI CIRCOSCRIVERE LA PRESENZA AD UN SOLO CLIENTE PER OPERATORE. PER QUESTE STRUTTURE, OLTRE QUANTO GIA’ PREVISTO NEI PUNTI PRECEDENTI, SI DEVE INOLTRE:
– delimitazione degli spazi con applicazione sul pavimento di scotch di colore ben visibile per distanze minime di 1,80 m lineare;
– distanziamento (almeno un metro) attraverso rimodulazione delle postazioni di lavoro (ove possibile) o utilizzo di postazioni alternate sia nella zona del lavaggio che nelle zone trattamenti; il distanziamento potrà avvenire anche mediante l’utilizzo di pannelli che separano le postazioni di lavoro e che non permettano in alcun modo la promiscuità lavorativa e che vengano rispettate tutte le condizioni del presente protocollo;
– distribuzione della clientela tra gli addetti in modo tale che ciascun operatore abbia in carico un massimo di due clienti contemporaneamente qualora uno dei due sia in fase di attesa tecnica (tempo di posa del colore, asciugatura, altro) nel rispetto delle distanze di sicurezza.
– Posizionamento di pannelli di separazione tra le postazioni di lavoro, qualora fosse impossibile la distanza di sicurezza.
MISURE AGGIUNTIVE PER I CENTRI ESTETICI:
– Utilizzo di soprascarpe monouso;
– Utilizzo di camici e teli monouso o lavaggio giornaliero degli indumenti e teli ad alta temperatura (60-90°) con prodotti igienizzanti;
– Accurata detersione/sanificazione dei lettini con ipoclorito di sodio-candeggina (diluizione dello 0,1% in cloro attivo) o alcool denaturato (almeno 70%), ed arieggiamento della cabina dopo ogni trattamento.
– Ricevimento clienti esclusivamente per appuntamento, contingentando gli ingressi ed evitando ogni ipotesi di assembramento (tra un appuntamento ed un altro almeno 20 minuti per permettere la sanificazione e ventilazione dell’ambiente e degli strumenti);
– Sterilizzazione di attrezzi per mezzo di autoclave o altri metodi di sterilizzazione equivalenti;
– Confezionamento degli attrezzi stessi come avviene per la categoria medica dei dentisti;
– Sanificazione (secondo modalità Circolare ministeriale n. 5443 del 22/2/20 “Pulizia di ambienti non sanitari”) ad ogni ingresso/servizio di: mobilio, lettini, pavimenti e macchinari al fine di preservare la clientela da agenti patogeni;
– Utilizzo da parte del personale di guanti usa e getta e mascherine a presidio medico;
– Utilizzo in via prioritaria di biancheria e presidi monouso: tappetini, mutandine, cuffie, fasce, cartene, lenzuolini pantaloni in cartene o tnt, asciugamani, accappatoi (questi due ultimi in tnt, quindi usa e getta); se si usano materiali in cotone, lavaggio con detergente e acqua ad alte temperature (60-90°).
ORARI E TURNI DI LAVORO:
– orario previsto dalle 8 alle 21.30;
– possibilità di svolgere il lavoro anche nei giorni i festivi;
– facoltà di organizzare il lavoro con il sistema della turnazione.
– è previsto un calendario per gli orari scaglionati di entrata/uscita dei dipendenti al fine di evitare nei limiti del possibile, assembramenti sui mezzi pubblici di trasporto ed all’entrata/uscita dalla sede operativa.
PCONSIGLI GENERALI DI BUONE PRASSI:
– Programmare appuntamenti per un cliente alla volta (oppure uno per operatore) calcolando bene i tempi tecnici, in modo da non creare attese, anche per avere il tempo sufficiente al ripristino e alla pulizia delle postazioni di lavoro;
– Predisporre all’ingresso dispenser di soluzioni o salviette igienizzanti per le mani;
– Mettere a disposizione del cliente mascherine, guanti ed eventuali sacchetti igienici per riporre i propri accessori e indumenti (o in alternativa, una superficie lavabile in cabina e che successivamente deve essere igienizzata);
– Far gestire la cassa e le operazioni contabili da personale munito dei DPI.
– Disinfettare la tastiera e gli apparecchi POS e le carte di pagamento ad ogni utilizzo
– Disinfettare ogni maniglia e le sedute e ogni superficie della sala d’aspetto con cui il cliente è venuto in contatto.
– Fare in modo che i clienti durante la loro permanenza non tocchino nulla, incluse maniglie di porte, superfici, oggetti, ecc.
– Rimuovere dalla sala d’attesa: tavolini; cuscini; riviste; sedie inutili (se non è possibile rimuoverle e apporre del nastro e lasciarne libere solo 2); album da disegno e giochi per bimbi; ogni altro oggetto che possa essere causa di promiscuità che non sia sanificabile.
– Lavare frequentemente e in modo accurato le mani con acqua e sapone (se non sono disponibili, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani con una concentrazione di alcool di almeno il 60%) dopo aver toccato oggetti e superfici potenzialmente infetti e tra un cliente e l’altro;
– Utilizzare preferibilmente materiali e accessori monouso;
– Utilizzare possibilmente (in linea con quanto disposto nel protocollo del 14 marzo) guanti in nitrile e mascherine chirurgiche;
– Qualora la tipologia di trattamento non consenta al cliente di indossare la mascherina chirurgica e la distanza tra operatore e cliente è necessariamente ravvicinata utilizzare la mascherina FFP2 senza filtro;
– Utilizzare postazioni alterne per mantenere la distanza di sicurezza tra i clienti;
– Prima di utilizzare i prodotti per la pulizia leggere attentamente le istruzioni e rispettare i dosaggi d’uso raccomandati sulle confezioni (si vedano simboli di pericolo sulle etichette);
– Non miscelare i prodotti di pulizia, in particolare quelli contenenti candeggina o ammoniaca con altri prodotti;
– Pulire le postazioni di lavoro dopo ogni servizio utilizzando prodotti disinfettanti;
– Pulire giornalmente i locali comuni come spogliatoi e servizi igienici, utilizzando acqua e sapone e/o alcol etilico 75% e/o prodotti a base di cloro all’1% (candeggina);
– Pulire giornalmente le superfici comuni, ossia utilizzate da più persone (comprese tastiere, maniglie e corrimani), utilizzando acqua e sapone e/o alcol etilico 75% e/o prodotti a base di cloro all’1% (candeggina);
– Garantire un buon ricambio d’aria in tutti gli ambienti;
– Manutenere adeguatamente gli eventuali impianti di aerazione/ventilazione e umidità;
– Posizionare nel locale raccoglitori chiusi per i rifiuti.
– Pulizia degli strumenti, degli indumenti e della biancheria da lavoro
– Pulire gli accessori e le apparecchiature da lavoro dopo ogni servizio utilizzando acqua e sapone e/o alcol etilico 75% e/o prodotti a base di cloro all’1% (candeggina);
– Indossare una divisa da lavoro e igienizzarla adeguatamente a fine giornata.
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