#centrale termoelettrica
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Trapani, associazione mafiosa, corruzione, ricettazione e autoriciclaggio: arrestate 11 persone legate alla famiglia di Salemi
Trapani, associazione mafiosa, corruzione, ricettazione e autoriciclaggio: arrestate 11 persone legate alla famiglia di Salemi. Nella mattinata di ieri - nelle provincie di Trapani, Palermo, Como e Rimini- militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Trapani, congiuntamente ai militari del Nucleo Investigativo di Palermo e supportati in fase esecutiva da personale dell’Arma territorialmente competente, hanno dato esecuzione a ordinanza in materia di misure cautelari personali emessa dal Tribunale di Palermo nei confronti 11 persone (di cui 6 destinatarie della custodia cautelare in carcere e 5 della misura degli arresti domiciliari) indagati, a vario titolo (unitamente ad altre 12 persone destinatarie di informazioni di garanzia), in concorso fra loro, dei reati di associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione e autoriciclaggio. L’indagine - condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo - consentiva di acquisire gravi indizi circa la convergenza di illeciti interessi di appartenenti alla famiglia mafiosa di Salemi (mandamento di Mazzara del Vallo), esponenti di spicco di cosa nostra palermitana e imprenditori, consistiti nella: - attribuzione fittizia a due imprenditori palermitani della titolarità esclusiva di quote di una società di capitali appositamente costituita per eludere l’applicazione della normativa di prevenzione patrimoniale ed agevolare l’impiego di denaro provento del delitto di associazione mafiosa nell’acquisizione di numerosi supermercati di una nota società della grande distribuzione italiana nelle provincie della Sicilia occidentale. L’acquisizione non si concretizzava per diverse scelte aziendali da parte della società; - turbativa d’asta della gara, indetta dalla società di pubblico servizio che gestisce la rete e l’erogazione dell’energia elettrica sull’isola di Favignana per la realizzazione di quattro linee di distribuzione in media tensione e due cabine di trasformazione di media/bassa tensione, in modo da far risultare vincitrice una società di due imprenditori mazaresi. Nel medesimo contesto venivano acquisiti gravi indizi in ordine al pagamento di somme di denaro da parte di due imprenditori compobellesi per essere incaricati del trasporto del carburante necessario per il funzionamento della centrale termoelettrica di Favignana. È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di reato, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di non colpevolezza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Luci d'artista su ex centrale termoelettrica nel Vercellese
Le torri di raffreddamento della ex centrale termoelettrica Galileo Ferraris, sul territorio di Trino (Vercelli) sono state illuminate con il simbolo dell’associazione d’irrigazione Ovest Sesia: ha preso così il via il progetto “Luci d’artista”, promosso dal Comune di Trino con Enel X, società che sta realizzando un impianto di accumulo batterie proprio nell’area della ex centrale, nella frazione…
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Oggi guardavo la centrale termoelettrica a carbone che sta vicino al mio paese. Ho pensato che l'essere umano è il cancro del mondo, l'ho pensato quando mi sono reso conto che non c'è una bufera o un uragano che può abbattere certi scempi. Ed è proprio come la metastasi, parte del sistema che ammazza il sistema per un errore di programmazione. Siamo parte del mondo, ma siamo i suoi parassiti.
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Bocciata la Centrale del Mercure. Laghi: “Vinta una battaglia durata venti anni!”
Il Parco del Pollino non ospiterà più la centrale a biomasse a seguito della decisione della Giunta regionale. Una battaglia durata oltre vent’anni e che, finalmente, ha trovato un felice epilogo per l’ambiente e la salute dei calabresi, oltre che per uno sviluppo certo e sostenibile: bocciata la centrale termoelettrica del Mercure, nel cuore del Parco del Pollino. A stabilirlo è stata la…
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Edison ha inaugurato la prima centrale termoelettrica di ultima generazione che contribuisce alla transizione energetica del Paese
La nuova centrale Edison è ritenuta la più efficiente d'Italia e tra le più efficienti al mondo. Il nuovo impianto di Marghera è il risultato di un intervento di ammodernamento della centrale termoelettrica preesistente, realizzata nel 1964 e costantemente rinnovata nelle tecnologie, tanto da divenire nel 1992 il primo ciclo combinato a gas naturale realizzato in Italia. I lavori di cantiere hanno avuto una durata complessiva di 4 anni, impiegando fino a mille maestranze durante le fasi di picco e 250 imprese fornitrici, per un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro. L'impianto ha una potenza installata pari a 780 Mw e un rendimento energetico del 63%, il più alto reso disponibile ora dalla tecnologia, in grado di assicurare una riduzione delle emissioni specifiche di ossidi di azoto fino al 70% e di quelle di anidride carbonica fino al 30% rispetto alla media dell'attuale parco termoelettrico italiano. Consentirà di soddisfare il fabbisogno annuale equivalente di circa 2.000.000 di famiglie. Il nuovo ciclo combinato a gas naturale di Edison a Marghera Levante da 780 Mw è composto da una turbina da 515 Mw, classe H di Ansaldo Energia - tecnologicamente pronta per l'impiego di idrogeno fino al 50% in miscela col gas naturale -, un generatore di vapore a recupero con all'interno un sistema catalitico di riduzione degli ossidi di azoto e una turbina a vapore da 265 Mw. "Siamo orgogliosi di essere i primi a portare innovazione in Italia con un impianto di ultima generazione altamente strategico per la flessibilità e l'adeguatezza del sistema elettrico nazionale", afferma Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. Read the full article
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Attivi’ m’hai provocato?
E allora eccoti i miei conti della serva per smontare l’ennesima cazzata che mi ritrovo in TL.
Allora, supponiamo che i 51 kWh consumati dalla e-car siano stati prodotti da un’onesta centrale termoelettrica o turbogas (rendimenti del 35% circa).
Per caricare la e-car di Attivissimo, quell’energia elettrica deve percorrere la distanza tra la centrale termoelettrica e la colonnina di ricarica di casa sua, perdendo circa il 10% nel tragitto, il che significa che la centrale dovrà in realtà produrre: 51/0,9 = 56,7 kWh.
Con un rendimento del 35%, la centrale dovrà bruciare: 56,7/0,35 = 162 kWh termici i quali, rapportati alla benzina (potere calorifico 9,6 kWh/litro), danno: 162/9,6 = 16,9 litri.
Sicché, la nostra carinissima e-car avrà in realtà percorso: 300,5 km / 16,9 litri = 17,8 km/litro(equivalente), del tutto paragonabile - come era ovvio - a un’analoga auto a motore endotermico.
Quindi, la morale è sempre quella: se vi piacciono le e-car compratele pure ma non fatevi infinocchiare da queste minchiate sparate in libertà.
(Vincent Vega)
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Un po’ prima di Turbigo. In lontananza si vede la centrale termoelettrica, più avanti ce n’è una idroelettrica.
Volevo arrivare appena un po’ più avanti di dove mai fossi arrivato.
Ci avevo già provato l’altra volta, ma poi ho trovato lavori ed ero già al limite del tempo per il ritorno per cercare di capire come aggirare l’ostacolo.
Questa volta mi ero organizzato prima e studiato le strade via gmaps, ma non mi sono accorto di uscire giusto quei 15 minuti troppo tardi quando le giornate si stanno già accorciando ed ero uscito senza le luci.
Ci riproviamo in settimana si spera.
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Fuori dai maroni: Turbigo / Sesto Calende
Visto il tempo non afoso e le ferie che non si faranno nemmeno quest'anno, prendiamo la bici e ce ne andiamo a Sesto Calende partendo da Turbigo seguendo il canale industriale.
A turbigo c'è la centrale termoelettrica e quello è il Naviglio Grande
Più avanti a Nosate si trova la chiesetta di Santa Maria in Binda. Binda in longobardo significa "striscia di terra", ovvero la striscia di terra tra la costa del paese ed il Ticino.
La centrale Tornavento e quella ENEL Green Power di Vizzola Ticino.
Poi si arriva alle dighe del Panperduto a Somma Lombarda
E infine a Sesto Calende. Quello è il ponte sul Sempione e dall'altra parte c'è il Piemonte.
#mountain bike#bike tour#bicicletta#lombardia#italia#italy#sesto calende#turbigo#canale industriale#ticino#foto mie
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Biblioteche italiane protagoniste del BIC: il festival dedicato all'innovazione
Biblioteche italiane protagoniste del BIC: il festival dedicato all'innovazione. Debutta il festival "BIC - Biblioteche – Innovazione – Comunità", che si terrà venerdì 15 e sabato 16 settembre a Bergamo, città che quest'anno insieme a Brescia è Capitale italiana della cultura. Le due giornate sono organizzate dalla Rete delle Reti, movimento nazionale di cooperazione tra Sistemi Bibliotecari che raggruppa più di 6mila biblioteche in tutta Italia. Intervengono numerosi rappresentanti di queste realtà, che si incontrano, per l’appunto, per fare rete, scambiarsi esperienze e condividere progetti, ma anche riflettere insieme sul futuro e sull'innovazione. La valenza culturale dell’iniziativa è stata riconosciuta dal MiC, il Ministero della Cultura, che ha concesso il patrocinio ed ha ospitato la conferenza stampa di presentazione nella prestigiosa sala Spadolini. Il BIC si rivolge agli addetti ai lavori ma non solo: essendo le biblioteche luoghi aperti, dedicati alla cultura e alla comunità, sono previste anche iniziative destinate al grande pubblico, che potrà partecipare a tutti gli eventi in programma. I partecipanti saranno accolti allo spazio Daste di via Daste e Spalenga a Bergamo, un’ex centrale termoelettrica riqualificata e trasformata in un polo culturale. La scelta di questa location non è stata casuale: le biblioteche e le persone che vi lavorano infondono l’energia della cultura, veicolano il sapere attraverso la diffusione di libri e la promozione della lettura, accolgono, consigliano, suggeriscono e organizzano eventi. In poche parole non sono più i luoghi dove prendere semplicemente in prestito un libro o rifugiarsi per studiare: si sono evolute trasformandosi in importanti nodi per dare impulso a tutto ciò che ha a che fare con la cultura. L’innovazione gioca un ruolo fondamentale in questo ambito: BIC darà la possibilità ai bibliotecari, ai responsabili dei vari Sistemi e agli amministratori di condividere le loro esperienze di attività o servizi innovativi, scambiandosi le buone pratiche in un processo di diffusione delle azioni sul territorio. Il programma: BIC prevede un mix di esposizioni, speech tematici brevi, approfondimenti, interventi, condivisioni. Si inizia venerdì 15 settembre alle 11 con il saluto delle autorità e si proseguirà confrontandosi sulla crescita delle biblioteche italiane attraverso la cooperazione. Tra gli ospiti d'onore ci sarà il filosofo Telmo Pievani, che introdurrà la prima sessione di ignite talk, durante i quali i vari relatori avranno 5 minuti per illustrare progetti e iniziative particolari proposti nelle loro biblioteche di riferimento. La seconda sessione sarà introdotta invece dal direttore del Polo del ‘900 di Torino ed esperto in management e progettazione culturale Alessandro Bollo. Nel pomeriggio è previsto un dialogo tra Anna Maria Tammaro e il bibliografo americano David Lankes in collegamento da Austin, in Texas. Si parlerà poi di innovazione sociale e si concluderà con una tavola rotonda con gli amministratori: il tema riguarderà le ragioni e le aspettative delle biblioteche e dei bibliotecari e a rispondere saranno chiamati sindaci, assessori, presidenti di associazioni e fondazioni. Sabato 16 settembre verrà presentato il progetto “The Europe Challenge” della Fondazione Culturale Europea, che punta a mettere in rete le biblioteche di diversi Paesi del vecchio continente supportandole, insieme alle loro comunità, per progettare, testare e fornire soluzioni alle sfide locali che possono avvantaggiare tutta l’Europa. Le biblioteche puntano ad avere un ruolo anche nell’ambito dei processi di rigenerazione urbana: questo tema verrà approfondito prima della terza sessione di ignite talk, che sarà introdotta da Adama Sanneh, Ceo della Fondazione Moleskine. A seguire, si affronteranno gli argomenti relativi ai servizi dei Sistemi bibliotecari, al ruolo delle Regioni e delle città e i lavori si chiuderanno guardando al futuro delle biblioteche, tirando le fila rispetto a quanto emerso nel corso degli eventi di BIC. Le tematiche: Al BIC si parlerà di inclusione, innovazione e digitalizzazione. Fra le testimonianze spiccano le "biblioteche di confine", con il racconto della realtà di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, e di Scampia, quartiere situato nella periferia a nord di Napoli. In questi contesti, segnati da molte fragilità sociali, la cultura ha una funzione fondamentale per la formazione e la crescita di cittadini consapevoli. Gli spettacoli: Sabato 16 sono in programma due momenti molto coinvolgenti: - alle 18 verrà dato il via alla prima tappa del campionato itinerante INCIPIT OFFRESI 2023/2024, il talent letterario dedicato agli aspiranti scrittori ideato e promosso dalla Fondazione EMC di Settimo Torinese; - alle 21 andrà in scena lo spettacolo “Colazione da Tiffany” a cura di Fiato ai Libri, liberamente tratto dal famoso film con Audrey Hepburn nel 30esimo anniversario della sua scomparsa, ispirato all’omonimo romanzo di Truman Capote. Gli espositori e i progetti: Durante la due giorni di festival, saranno numerose le iniziative proposte e dedicate a tutti coloro che decideranno di prendere parte al BIC. Le biblioteche delle varie città organizzeranno laboratori e giochi per adulti e bambini e presenteranno i progetti che hanno ottenuto maggior successo nelle loro realtà. Tra gli obiettivi del BIC c’è anche quello di fornire una sorta di “vetrina” agli addetti ai lavori che vorranno proporre le loro iniziative, che potranno essere mutuate o fornire spunti per le altre biblioteche. I numeri: Alla prima edizione del BIC parteciperanno i 24 Sistemi bibliotecari che fanno parte di Rete delle Reti, che coprono un territorio di 7milioni di persone in 44 città italiane. L’obiettivo è quello di rendere il festival un appuntamento annuale seguendo l’itinerario delle Capitali della Cultura italiane: un momento per incontrarsi, fare il punto della situazione, condividere le nuove esperienze, puntare al futuro con strumenti sempre nuovi. Le dichiarazioni: Alla presentazione dell’evento è intervenuto il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: “Devo tutta la mia vita, la mia attività e la mia felicità ai libri. Non posso che essere contento di introdurre un’iniziativa che parla di libri, di cultura, di lettura e di biblioteche. Chi non legge è indifeso, chi è indifeso è in pericolo. Quindi ben vengano iniziative come la vostra, che puntano a diffondere cultura”. Il presidente della Rete delle Reti Giuseppe De Righi ha ringraziato il Sottosegretario e il Ministero per aver ospitato la presentazione del BIC “sintomo che la nostra iniziativa ha un valore. La loro accoglienza ci fa ben sperare perché ci piacerebbe che anche lo Stato intervenga a sostegno delle biblioteche e dei Sistemi bibliotecari, che attualmente fanno capo alle Regioni. La prima edizione del Bic si terrà a Bergamo, che insieme a Brescia è Capitale della Cultura e speriamo di poter ripetere questa esperienza: vogliamo stare ogni anno dove è giusto che le biblioteche stiano, ovvero nelle Capitali delle Cultura” Quirino: “BIC è il festival dell’innovazione, un luogo fisico dove vogliamo condividere le nostre buone pratiche per metterle in rete. Ci sarà molto da ascoltare, molto da vedere, il calendario di iniziative è davvero innovativo e interessante. Dobbiamo avere il coraggio di interrogarci e cambiare il nostro paradigma per stare a passo con i tempi. Una città, un paese, non possono fare a meno di una biblioteca per essere tali”. Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo, ha ricordato come la città lombarda ha ottenuto con Brescia il titolo di Capitale della Cultura: “I due sindaci di Bergamo e Brescia hanno deciso di candidarsi insieme proprio all’indomani del primo lockdown. Le nostre due città sono state le più martoriate dal covid ed è accaduto qualcosa di incredibile: gli altri sindaci si sono ritirati per rendere il loro tributo ai nostri morti tantissimi morti. C’è tanto di unico in questa intitolazione: le nostre città erano rivali, in competizione, ma si sono trovate a lavorare insieme, e abbiamo scoperto che tanto ci unisce. La Rete delle Reti tiene insieme tutte le reti delle biblioteche di tante città italiane: essere insieme permette una riflessione ampia, di largo respiro e plaudo a chi ha voluto costruire questa grande iniziativa”. Stefano Rinaldi, coordinatore della Rete delle Reti ha illustrato nel dettaglio l’ampio programma dei lavori del BIC: “Si parlerà di cooperazione, che rappresenta il motore delle biblioteche per far emergere buone prassi. Ci saranno tre momenti di ignite talk, durante i quali i bibliotecari di tutta Italia racconteranno le loro esperienze, introdotti da personaggi importanti a livello internazionale che forniranno punti di vista interessanti sulla cultura e sulla lettura. La chiusura sarà affidata alle biblioteche di confine, perché abbiamo la convinzione che anche dove ci sono situazioni difficili la biblioteca può svolgere un ruolo di legame, di ricostruzione dei rapporti sociali. Ci sarà poi un laboratorio di innovazione sociale. Si parlerà di rapporti con le aziende, con i privati che oggi rappresentano un partner con cui il mondo delle biblioteche deve confrontarsi. E poi un dialogo con gli amministratori e la presentazione del progetto “The Europe Challenge” alla quale candidarsi per ricevere fondi con la partecipazione anche dei cittadini e uno sul ruolo delle biblioteche nella rigenerazione urbana. Il festival si concluderà con una riflessione finale da parte della Rete, che farà il punto sulla due giorni”. Luisa Piacentini, delegato alla Cultura di Anci Lazio: “Provenite da ogni parte d’Italia oggi e parteciperete ad un evento importante che ha ricevuto il plauso anche del sottosegretario Sgarbi. La cultura va promossa non solo nelle grandi città, ma anche nei piccoli comuni per la crescita della comunità stessa. I piccoli comuni sono tantissime in Italia e vanno supportati, soprattutto per quanto riguarda le iniziative culturali”. Gianluca Iodice, presidente della Rbbg: “Questa è una buona occasione per porre un focus significativo su un settore che spesso viene messo un po’ in disparte, ovvero quello delle biblioteche. Abbiamo di fronte una sfida ardua: dobbiamo cogliere le opportunità che ci offre lo sviluppo tecnologico ma dobbiamo educarci al loro utilizzo per non farci snaturare. Rete delle Reti sta lavorando in questo senso, si sta prendendo cura della crescita della comunità e le biblioteche che ne fanno parte possono giocare un ruolo fondamentale in questo senso. La politica deve investire sul patrimonio delle biblioteche, che è capillare su tutto il territorio italiano e che può rappresentare un motore di rilancio anche dell’economia italiana”. Partner e patrocini: L’evento è organizzato in collaborazione e con il contributo di Fondazione Cariplo, della Regione Lombardia, del Comune di Bergamo. L’iniziativa gode del patrocinio del Ministero della Cultura, di AIB Associazione Italiana Biblioteche, di Anci, della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, di Federcultura. La manifestazione Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede Intesa Sanpaolo e A2A nel ruolo di Main Partner, Brembo nel ruolo di Partner di Sistema, Ferrovie dello Stato Italiane e SACBO quali Partner di Area. Il Ministero della Cultura e Regione Lombardia sono partner istituzionali insieme a Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca. Il Gruppo Sole 24 ore è media partner.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Borsa: Milano si conferma in rialzo (+0,6%), in luce Erg
(ANSA) – MILANO, 30 GIU – La Borsa di Milano conferma il rialzo dell’avvio. Il Ftse Mib guadagna lo 0,6% resta sopra i 28mila punti. In testa al listino Erg (+4%) all’indomani della cessione della centrale termoelettrica di Priolo Gargallo. Bene , sempre nell’energia, Tenaris (+1,8%) e e Saipem (+1,73%). La migliore tra i bancari è Bper (+1,5%). Mentre Unicredit sale dell’1,1%. L’istituto ha…
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05.11-19
A heating plant or a thermal power station / Der Wärmekraftwerk / Una centrale termoelettrica / Ett värmekraftverk
- Vivera Rossi
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Ieri il ministro degli interni Matteo Salvini ha pensato bene di fare l’ennesimo tweet contro di me virgolettandomi come intellettuale radical chic e snob. È il suo giochetto preferito quello di far passare chiunque lo critichi per un ricco altolocato che non ha contatto con la gente e con la realtà, che non conosce i problemi veri e che non sa cosa sia la fatica del lavoro, ambiti in cui lui invece si presenta come vero esperto. Le propongo un gioco, signor Ministro: si chiama “sinossi dei curriculum”. Nel 91, anno in cui mi diplomavo come perito aziendale, mi pagavo l’ultimo anno di studi lavorando come cameriera stagionale in una pizzeria. Purtroppo feci quasi due mesi di assenza perché la domenica finivo di lavorare troppo tardi e il lunedì mattina non sempre riuscivo ad alzarmi in tempo per prendere l’autobus alle 6:30 per andare a scuola. A causa di quelle assenze, alla maturità presi 58/60esimi. Nel 92, mentre lavoravo in una società di assicurazioni per sostenermi gli studi all’istituto di scienze religiose, lei prendeva 48/60 alla maturità classica in uno dei licei di Milano frequentati dai figli della buona borghesia. Sono contenta che non abbia dovuto lavorare per finire il liceo. Nessuno dovrebbe. Nel 93 iniziavo a insegnare nelle scuole da precaria, lavoro che ho fatto per sei anni. Nel frattempo lei veniva eletto consigliere comunale a Milano e iniziava la carriera di dirigente nella Lega Nord, diventando segretario cittadino e poi segretario provinciale. Non avendo mai svolto altra attività lavorativa, è lecito supporre che la pagasse il partito. Chissà se prendeva quanto me, che allora guadagnavo 900 mila lire al mese. Nel 1999 per vivere consegnavo cartelle esattoriali a domicilio con un contratto co.co.pro. Ero pagata 4mila lire a cartella e solo se il contribuente moroso accettava di firmarla. Lei invece prendeva la tessera giornalistica facendo pratica alla Padania e a radio Padania, testate di partito che si reggevano sui finanziamenti pubblici, ai quali io non ho nulla in contrario, ma contro i quali lei ha invece costruito la sua retorica. Nel 2000 ho iniziato a lavorare in una centrale termoelettrica, dove sono rimasta fino al 2004. Mi sono licenziata perché ho scelto di testimoniare in tribunale contro il mio datore di lavoro per un grave caso di inquinamento ambientale. Mentre lasciavo per coscienza l’unico lavoro stabile che avessi trovato vicino a casa, lei era segretario provinciale della lega Nord, suppongo sempre pagato dal partito, dato che anche allora non faceva mestieri. Nel 2004 ho lasciato la Sardegna per lavorare come cameriera in un albergo al passo dello Stelvio, in mezzo alla neve, con un contratto stagionale a poco più di mille euro. Mentre io da precaria rifacevo letti lei si faceva eleggere al parlamento europeo a 19.000 euro al mese. Nel 2005 ho lavorato un mese e mezzo in un call center vendendo aspirapolveri al telefono ed ero pagata 230 euro lordi al mese più 8 euro per ogni appuntamento che riuscivo a fissare. Durante quella esperienza ho scritto un blog che ha attirato l’attenzione di un editore. Nello stesso periodo lei a Bruxelles bruciava un quarto delle sedute del parlamento ed era già lo zimbello dei parlamentari stranieri, che nelle legislature successive le avrebbero poi detto in faccia quanto era fannullone. Io sono a favore della retribuzione dei politici, purché facciano quello per cui li paghiamo. Nel 2006, mentre usciva il mio primo libro, io facevo la portiera notturna in un hotel, passando le notti in bianco per lavorare e riuscire anche a scrivere. Lei invece decadeva da deputato, ma atterrava in piedi come vicesegretario della lega nord e teneva comizi contro i terroni e roma ladrona. Non facendo ancora altro mestiere che la politica, immagino che la politica le passasse uno stipendio. Chissà se somigliava al mio, che per stare sveglia mentre gli altri dormivano prendevo appena più di mille euro al mese. Dal 2007 in poi ho vissuto delle mie parole, della fiducia degli editori e di quella dei lettori e delle lettrici. Negli stessi anni lei ha campato esclusivamente di rappresentanza politica e da dirigente in un partito da dove – tra il 2011 e il 2017 – sono spariti 49 milioni di soldi pubblici senza lasciare traccia. Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet, forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e di lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell’ordine e far selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l’assaggiatore alle sagre. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera. Michela Murgia
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Radical chic (o come si scrive)
Ieri sera mi sono imbattuto in un post di Michela Murgia, scrittrice.
Il post è stato scritto per difendersi dall'accusa dell'attuale ministro dell'interno che la accusa di essere una "radical chic" e di vivere disconnessa dalla realtà (mica come il ministro che ha tutta la gente dalla sua parte perché lui è dalla parte del popolo) e quindi non può capire cosa sono le difficoltà del lavoro precario e via dicendo.
Incollo il qui il post della Murgia perché è utile per capire la propaganda di siffatto personaggio e di come serva dire la verità in tempi bui come questi.
E no, non si fa il gioco di 5alvini se si dicono le cose come stanno quindi evitate questa obiezione priva di fondamento, grazie.
Ieri il ministro degli interni Matteo Salvini ha pensato bene di fare l’ennesimo tweet contro di me virgolettandomi come intellettuale radical chic e snob. È il suo giochetto preferito quello di far passare chiunque lo critichi per un ricco altolocato che non ha contatto con la gente e con la realtà, che non conosce i problemi veri e che non sa cosa sia la fatica del lavoro, ambiti in cui lui invece si presenta come vero esperto. Le propongo un gioco, signor Ministro: si chiama “sinossi dei curriculum”.
Nel 91, anno in cui mi diplomavo come perito aziendale, mi pagavo l’ultimo anno di studi lavorando come cameriera stagionale in una pizzeria. Purtroppo feci quasi due mesi di assenza perché la domenica finivo di lavorare troppo tardi e il lunedì mattina non sempre riuscivo ad alzarmi in tempo per prendere l’autobus alle 6:30 per andare a scuola. A causa di quelle assenze, alla maturità presi 58/60esimi.
Nel 92, mentre lavoravo in una società di assicurazioni per sostenermi gli studi all’istituto di scienze religiose, lei prendeva 48/60 alla maturità classica in uno dei licei di Milano frequentati dai figli della buona borghesia. Sono contenta che non abbia dovuto lavorare per finire il liceo. Nessuno dovrebbe.
Nel 93 iniziavo a insegnare nelle scuole da precaria, lavoro che ho fatto per sei anni. Nel frattempo lei veniva eletto consigliere comunale a Milano e iniziava la carriera di dirigente nella Lega Nord, diventando segretario cittadino e poi segretario provinciale. Non avendo mai svolto altra attività lavorativa, è lecito supporre che la pagasse il partito. Chissà se prendeva quanto me, che allora guadagnavo 900 mila lire al mese.
Nel 1999 per vivere consegnavo cartelle esattoriali a domicilio con un contratto co.co.pro. Ero pagata 4mila lire a cartella e solo se il contribuente moroso accettava di firmarla. Lei invece prendeva la tessera giornalistica facendo pratica alla Padania e a radio Padania, testate di partito che si reggevano sui finanziamenti pubblici, ai quali io non ho nulla in contrario, ma contro i quali lei ha invece costruito la sua retorica.
Nel 2000 ho iniziato a lavorare in una centrale termoelettrica, dove sono rimasta fino al 2004. Mi sono licenziata perché ho scelto di testimoniare in tribunale contro il mio datore di lavoro per un grave caso di inquinamento ambientale. Mentre lasciavo per coscienza l’unico lavoro stabile che avessi trovato vicino a casa, lei era segretario provinciale della lega Nord, suppongo sempre pagato dal partito, dato che anche allora non faceva mestieri.
Nel 2004 ho lasciato la Sardegna per lavorare come cameriera in un albergo al passo dello Stelvio, in mezzo alla neve, con un contratto stagionale a poco più di mille euro. Mentre io da precaria rifacevo letti lei si faceva eleggere al parlamento europeo a 19.000 euro al mese.
Nel 2005 ho lavorato un mese e mezzo in un call center vendendo aspirapolveri al telefono ed ero pagata 230 euro lordi al mese più 8 euro per ogni appuntamento che riuscivo a fissare. Durante quella esperienza ho scritto un blog che ha attirato l’attenzione di un editore. Nello stesso periodo lei a Bruxelles bruciava un quarto delle sedute del parlamento ed era già lo zimbello dei parlamentari stranieri, che nelle legislature successive le avrebbero poi detto in faccia quanto era fannullone. Io sono a favore della retribuzione dei politici, purché facciano quello per cui li paghiamo.
Nel 2006, mentre usciva il mio primo libro, io facevo la portiera notturna in un hotel, passando le notti in bianco per lavorare e riuscire anche a scrivere. Lei invece decadeva da deputato, ma atterrava in piedi come vicesegretario della lega nord e teneva comizi contro i terroni e roma ladrona. Non facendo ancora altro mestiere che la politica, immagino che la politica le passasse uno stipendio. Chissà se somigliava al mio, che per stare sveglia mentre gli altri dormivano prendevo appena più di mille euro al mese.
Dal 2007 in poi ho vissuto delle mie parole, della fiducia degli editori e di quella dei lettori e delle lettrici. Negli stessi anni lei ha campato esclusivamente di rappresentanza politica e da dirigente in un partito da dove – tra il 2011 e il 2017 – sono spariti 49 milioni di soldi pubblici senza lasciare traccia.
Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet, forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e di lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell’ordine e far selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l’assaggiatore alle sagre. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera.
(Dalla pagina Facebook di Michela Murgia)
#sinossi del curriculum#figurati se sanno cos'è la sinossi#ministri e gente che parla con cognizione di causa
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Michela Murgia risponde per le rime all'ennesimo tweet offensivo di Matteo Salvini che ha definito la scrittrice, autrice del bestseller "Accabadora" e vincitrice dei premi Campiello, Dessì e SuperMondello, una "intellettuale radical chic e snob". Murgia replica al ministro dell'Interno con un lungo post su Facebook proponendogli un gioco, la "sinossi dei curriculum".
"Nel '91, anno in cui mi diplomavo come perito aziendale - esordisce la scrittrice - mi pagavo l’ultimo anno di studi lavorando come cameriera stagionale in una pizzeria. Purtroppo feci quasi due mesi di assenza perché la domenica finivo di lavorare troppo tardi e il lunedì mattina non sempre riuscivo ad alzarmi in tempo per prendere l’autobus alle 6,30 per andare a scuola. A causa di quelle assenze, alla maturità presi 58/60esimi".
Ed ecco il passaggio successivo del gioco: "Nel '92, mentre lavoravo in una società di assicurazioni per sostenermi gli studi all’istituto di scienze religiose, lei prendeva 48/60 alla maturità classica in uno dei licei di Milano frequentati dai figli della buona borghesia. Sono contenta che non abbia dovuto lavorare per finire il liceo. Nessuno dovrebbe. Nel '93 iniziavo a insegnare nelle scuole da precaria, lavoro che ho fatto per sei anni. Nel frattempo lei veniva eletto consigliere comunale a Milano e iniziava la carriera di dirigente nella Lega Nord, diventando segretario cittadino e poi segretario provinciale. Non avendo mai svolto altra attività lavorativa, è lecito supporre che la pagasse il partito. Chissà se prendeva quanto me, che allora guadagnavo 900 mila lire al mese".
Murgia risponde a Salvini: "Che è un fannullone lo dicono i suoi colleghi del Parlamento Europeo"
Ed è ancora con il gioco della sinossi dei curriculum che la scrittrice rivela lati inediti della sua vita prima di arrivare al successo. "Nel 1999 - scrive - per vivere consegnavo cartelle esattoriali a domicilio con un contratto co.co.pro. Ero pagata 4mila lire a cartella e solo se il contribuente moroso accettava di firmarla. Lei invece prendeva la tessera giornalistica facendo pratica alla Padania e a radio Padania, testate di partito che si reggevano sui finanziamenti pubblici, ai quali io non ho nulla in contrario, ma contro i quali lei ha invece costruito la sua retorica. Nel 2000 ho iniziato a lavorare in una centrale termoelettrica, dove sono rimasta fino al 2004. Mi sono licenziata perché ho scelto di testimoniare in tribunale contro il mio datore di lavoro per un grave caso di inquinamento ambientale. Mentre lasciavo per coscienza l’unico lavoro stabile che avessi trovato vicino a casa, lei era segretario provinciale della Lega Nord, suppongo sempre pagato dal partito, dato che anche allora non faceva mestieri. Nel 2004 ho lasciato la Sardegna per lavorare come cameriera in un albergo al passo dello Stelvio, in mezzo alla neve, con un contratto stagionale a poco più di mille euro. Mentre io da precaria rifacevo letti, lei si faceva eleggere al parlamento europeo a 19.000 euro al mese".
"Nel 2005 - scrive ancora Michela Murgia - ho lavorato un mese e mezzo in un call center vendendo aspirapolveri al telefono ed ero pagata 230 euro lordi al mese più 8 euro per ogni appuntamento che riuscivo a fissare. Durante quella esperienza ho scritto un blog che ha attirato l’attenzione di un editore. Nello stesso periodo lei a Bruxelles bruciava un quarto delle sedute del parlamento ed era già lo zimbello dei parlamentari stranieri, che nelle legislature successive le avrebbero poi detto in faccia quanto era fannullone. Io sono a favore della retribuzione dei politici, purché facciano quello per cui li paghiamo. Nel 2006, mentre usciva il mio primo libro, io facevo la portiera notturna in un hotel, passando le notti in bianco per lavorare e riuscire anche a scrivere. Lei invece decadeva da deputato, ma atterrava in piedi come vicesegretario della Lega nord e teneva comizi contro i terroni e roma ladrona. Non facendo ancora altro mestiere che la politica, immagino che la politica le passasse uno stipendio. Chissà se somigliava al mio, che per stare sveglia mentre gli altri dormivano prendevo appena più di mille euro al mese. Dal 2007 in poi ho vissuto delle mie parole, della fiducia degli editori e di quella dei lettori e delle lettrici. Negli stessi anni lei ha campato esclusivamente di rappresentanza politica e da dirigente in un partito da dove – tra il 2011 e il 2017 – sono spariti 49 milioni di soldi pubblici senza lasciare traccia".
Il gioco dei curriculum finisce con la stoccata finale: "Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet, forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e di lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell’ordine e far selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l’assaggiatore alle sagre. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera".
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