#centrale termoelettrica
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Luci d'artista su ex centrale termoelettrica nel Vercellese
Le torri di raffreddamento della ex centrale termoelettrica Galileo Ferraris, sul territorio di Trino (Vercelli) sono state illuminate con il simbolo dell’associazione d’irrigazione Ovest Sesia: ha preso così il via il progetto “Luci d’artista”, promosso dal Comune di Trino con Enel X, società che sta realizzando un impianto di accumulo batterie proprio nell’area della ex centrale, nella frazione…
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Oggi guardavo la centrale termoelettrica a carbone che sta vicino al mio paese. Ho pensato che l'essere umano è il cancro del mondo, l'ho pensato quando mi sono reso conto che non c'è una bufera o un uragano che può abbattere certi scempi. Ed è proprio come la metastasi, parte del sistema che ammazza il sistema per un errore di programmazione. Siamo parte del mondo, ma siamo i suoi parassiti.
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Bocciata la Centrale del Mercure. Laghi: “Vinta una battaglia durata venti anni!”
Il Parco del Pollino non ospiterà più la centrale a biomasse a seguito della decisione della Giunta regionale. Una battaglia durata oltre vent’anni e che, finalmente, ha trovato un felice epilogo per l’ambiente e la salute dei calabresi, oltre che per uno sviluppo certo e sostenibile: bocciata la centrale termoelettrica del Mercure, nel cuore del Parco del Pollino. A stabilirlo è stata la…
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Edison ha inaugurato la prima centrale termoelettrica di ultima generazione che contribuisce alla transizione energetica del Paese
La nuova centrale Edison è ritenuta la più efficiente d'Italia e tra le più efficienti al mondo. Il nuovo impianto di Marghera è il risultato di un intervento di ammodernamento della centrale termoelettrica preesistente, realizzata nel 1964 e costantemente rinnovata nelle tecnologie, tanto da divenire nel 1992 il primo ciclo combinato a gas naturale realizzato in Italia. I lavori di cantiere hanno avuto una durata complessiva di 4 anni, impiegando fino a mille maestranze durante le fasi di picco e 250 imprese fornitrici, per un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro. L'impianto ha una potenza installata pari a 780 Mw e un rendimento energetico del 63%, il più alto reso disponibile ora dalla tecnologia, in grado di assicurare una riduzione delle emissioni specifiche di ossidi di azoto fino al 70% e di quelle di anidride carbonica fino al 30% rispetto alla media dell'attuale parco termoelettrico italiano. Consentirà di soddisfare il fabbisogno annuale equivalente di circa 2.000.000 di famiglie. Il nuovo ciclo combinato a gas naturale di Edison a Marghera Levante da 780 Mw è composto da una turbina da 515 Mw, classe H di Ansaldo Energia - tecnologicamente pronta per l'impiego di idrogeno fino al 50% in miscela col gas naturale -, un generatore di vapore a recupero con all'interno un sistema catalitico di riduzione degli ossidi di azoto e una turbina a vapore da 265 Mw. "Siamo orgogliosi di essere i primi a portare innovazione in Italia con un impianto di ultima generazione altamente strategico per la flessibilità e l'adeguatezza del sistema elettrico nazionale", afferma Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. Read the full article
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Attivi’ m’hai provocato?
E allora eccoti i miei conti della serva per smontare l’ennesima cazzata che mi ritrovo in TL.
Allora, supponiamo che i 51 kWh consumati dalla e-car siano stati prodotti da un’onesta centrale termoelettrica o turbogas (rendimenti del 35% circa).
Per caricare la e-car di Attivissimo, quell’energia elettrica deve percorrere la distanza tra la centrale termoelettrica e la colonnina di ricarica di casa sua, perdendo circa il 10% nel tragitto, il che significa che la centrale dovrà in realtà produrre: 51/0,9 = 56,7 kWh.
Con un rendimento del 35%, la centrale dovrà bruciare: 56,7/0,35 = 162 kWh termici i quali, rapportati alla benzina (potere calorifico 9,6 kWh/litro), danno: 162/9,6 = 16,9 litri.
Sicché, la nostra carinissima e-car avrà in realtà percorso: 300,5 km / 16,9 litri = 17,8 km/litro(equivalente), del tutto paragonabile - come era ovvio - a un’analoga auto a motore endotermico.
Quindi, la morale è sempre quella: se vi piacciono le e-car compratele pure ma non fatevi infinocchiare da queste minchiate sparate in libertà.
(Vincent Vega)
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Un po’ prima di Turbigo. In lontananza si vede la centrale termoelettrica, più avanti ce n’è una idroelettrica.
Volevo arrivare appena un po’ più avanti di dove mai fossi arrivato.
Ci avevo già provato l’altra volta, ma poi ho trovato lavori ed ero già al limite del tempo per il ritorno per cercare di capire come aggirare l’ostacolo.
Questa volta mi ero organizzato prima e studiato le strade via gmaps, ma non mi sono accorto di uscire giusto quei 15 minuti troppo tardi quando le giornate si stanno già accorciando ed ero uscito senza le luci.
Ci riproviamo in settimana si spera.
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Fuori dai maroni: Turbigo / Sesto Calende
Visto il tempo non afoso e le ferie che non si faranno nemmeno quest'anno, prendiamo la bici e ce ne andiamo a Sesto Calende partendo da Turbigo seguendo il canale industriale.
A turbigo c'è la centrale termoelettrica e quello è il Naviglio Grande
Più avanti a Nosate si trova la chiesetta di Santa Maria in Binda. Binda in longobardo significa "striscia di terra", ovvero la striscia di terra tra la costa del paese ed il Ticino.
La centrale Tornavento e quella ENEL Green Power di Vizzola Ticino.
Poi si arriva alle dighe del Panperduto a Somma Lombarda
E infine a Sesto Calende. Quello è il ponte sul Sempione e dall'altra parte c'è il Piemonte.
#mountain bike#bike tour#bicicletta#lombardia#italia#italy#sesto calende#turbigo#canale industriale#ticino#foto mie
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05.11-19
A heating plant or a thermal power station / Der Wärmekraftwerk / Una centrale termoelettrica / Ett värmekraftverk
- Vivera Rossi
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Borsa: Milano si conferma in rialzo (+0,6%), in luce Erg
(ANSA) – MILANO, 30 GIU – La Borsa di Milano conferma il rialzo dell’avvio. Il Ftse Mib guadagna lo 0,6% resta sopra i 28mila punti. In testa al listino Erg (+4%) all’indomani della cessione della centrale termoelettrica di Priolo Gargallo. Bene , sempre nell’energia, Tenaris (+1,8%) e e Saipem (+1,73%). La migliore tra i bancari è Bper (+1,5%). Mentre Unicredit sale dell’1,1%. L’istituto ha…
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Ieri il ministro degli interni Matteo Salvini ha pensato bene di fare l’ennesimo tweet contro di me virgolettandomi come intellettuale radical chic e snob. È il suo giochetto preferito quello di far passare chiunque lo critichi per un ricco altolocato che non ha contatto con la gente e con la realtà, che non conosce i problemi veri e che non sa cosa sia la fatica del lavoro, ambiti in cui lui invece si presenta come vero esperto. Le propongo un gioco, signor Ministro: si chiama “sinossi dei curriculum”. Nel 91, anno in cui mi diplomavo come perito aziendale, mi pagavo l’ultimo anno di studi lavorando come cameriera stagionale in una pizzeria. Purtroppo feci quasi due mesi di assenza perché la domenica finivo di lavorare troppo tardi e il lunedì mattina non sempre riuscivo ad alzarmi in tempo per prendere l’autobus alle 6:30 per andare a scuola. A causa di quelle assenze, alla maturità presi 58/60esimi. Nel 92, mentre lavoravo in una società di assicurazioni per sostenermi gli studi all’istituto di scienze religiose, lei prendeva 48/60 alla maturità classica in uno dei licei di Milano frequentati dai figli della buona borghesia. Sono contenta che non abbia dovuto lavorare per finire il liceo. Nessuno dovrebbe. Nel 93 iniziavo a insegnare nelle scuole da precaria, lavoro che ho fatto per sei anni. Nel frattempo lei veniva eletto consigliere comunale a Milano e iniziava la carriera di dirigente nella Lega Nord, diventando segretario cittadino e poi segretario provinciale. Non avendo mai svolto altra attività lavorativa, è lecito supporre che la pagasse il partito. Chissà se prendeva quanto me, che allora guadagnavo 900 mila lire al mese. Nel 1999 per vivere consegnavo cartelle esattoriali a domicilio con un contratto co.co.pro. Ero pagata 4mila lire a cartella e solo se il contribuente moroso accettava di firmarla. Lei invece prendeva la tessera giornalistica facendo pratica alla Padania e a radio Padania, testate di partito che si reggevano sui finanziamenti pubblici, ai quali io non ho nulla in contrario, ma contro i quali lei ha invece costruito la sua retorica. Nel 2000 ho iniziato a lavorare in una centrale termoelettrica, dove sono rimasta fino al 2004. Mi sono licenziata perché ho scelto di testimoniare in tribunale contro il mio datore di lavoro per un grave caso di inquinamento ambientale. Mentre lasciavo per coscienza l’unico lavoro stabile che avessi trovato vicino a casa, lei era segretario provinciale della lega Nord, suppongo sempre pagato dal partito, dato che anche allora non faceva mestieri. Nel 2004 ho lasciato la Sardegna per lavorare come cameriera in un albergo al passo dello Stelvio, in mezzo alla neve, con un contratto stagionale a poco più di mille euro. Mentre io da precaria rifacevo letti lei si faceva eleggere al parlamento europeo a 19.000 euro al mese. Nel 2005 ho lavorato un mese e mezzo in un call center vendendo aspirapolveri al telefono ed ero pagata 230 euro lordi al mese più 8 euro per ogni appuntamento che riuscivo a fissare. Durante quella esperienza ho scritto un blog che ha attirato l’attenzione di un editore. Nello stesso periodo lei a Bruxelles bruciava un quarto delle sedute del parlamento ed era già lo zimbello dei parlamentari stranieri, che nelle legislature successive le avrebbero poi detto in faccia quanto era fannullone. Io sono a favore della retribuzione dei politici, purché facciano quello per cui li paghiamo. Nel 2006, mentre usciva il mio primo libro, io facevo la portiera notturna in un hotel, passando le notti in bianco per lavorare e riuscire anche a scrivere. Lei invece decadeva da deputato, ma atterrava in piedi come vicesegretario della lega nord e teneva comizi contro i terroni e roma ladrona. Non facendo ancora altro mestiere che la politica, immagino che la politica le passasse uno stipendio. Chissà se somigliava al mio, che per stare sveglia mentre gli altri dormivano prendevo appena più di mille euro al mese. Dal 2007 in poi ho vissuto delle mie parole, della fiducia degli editori e di quella dei lettori e delle lettrici. Negli stessi anni lei ha campato esclusivamente di rappresentanza politica e da dirigente in un partito da dove – tra il 2011 e il 2017 – sono spariti 49 milioni di soldi pubblici senza lasciare traccia. Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet, forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e di lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell’ordine e far selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l’assaggiatore alle sagre. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera. Michela Murgia
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Radical chic (o come si scrive)
Ieri sera mi sono imbattuto in un post di Michela Murgia, scrittrice.
Il post è stato scritto per difendersi dall'accusa dell'attuale ministro dell'interno che la accusa di essere una "radical chic" e di vivere disconnessa dalla realtà (mica come il ministro che ha tutta la gente dalla sua parte perché lui è dalla parte del popolo) e quindi non può capire cosa sono le difficoltà del lavoro precario e via dicendo.
Incollo il qui il post della Murgia perché è utile per capire la propaganda di siffatto personaggio e di come serva dire la verità in tempi bui come questi.
E no, non si fa il gioco di 5alvini se si dicono le cose come stanno quindi evitate questa obiezione priva di fondamento, grazie.
Ieri il ministro degli interni Matteo Salvini ha pensato bene di fare l’ennesimo tweet contro di me virgolettandomi come intellettuale radical chic e snob. È il suo giochetto preferito quello di far passare chiunque lo critichi per un ricco altolocato che non ha contatto con la gente e con la realtà, che non conosce i problemi veri e che non sa cosa sia la fatica del lavoro, ambiti in cui lui invece si presenta come vero esperto. Le propongo un gioco, signor Ministro: si chiama “sinossi dei curriculum”.
Nel 91, anno in cui mi diplomavo come perito aziendale, mi pagavo l’ultimo anno di studi lavorando come cameriera stagionale in una pizzeria. Purtroppo feci quasi due mesi di assenza perché la domenica finivo di lavorare troppo tardi e il lunedì mattina non sempre riuscivo ad alzarmi in tempo per prendere l’autobus alle 6:30 per andare a scuola. A causa di quelle assenze, alla maturità presi 58/60esimi.
Nel 92, mentre lavoravo in una società di assicurazioni per sostenermi gli studi all’istituto di scienze religiose, lei prendeva 48/60 alla maturità classica in uno dei licei di Milano frequentati dai figli della buona borghesia. Sono contenta che non abbia dovuto lavorare per finire il liceo. Nessuno dovrebbe.
Nel 93 iniziavo a insegnare nelle scuole da precaria, lavoro che ho fatto per sei anni. Nel frattempo lei veniva eletto consigliere comunale a Milano e iniziava la carriera di dirigente nella Lega Nord, diventando segretario cittadino e poi segretario provinciale. Non avendo mai svolto altra attività lavorativa, è lecito supporre che la pagasse il partito. Chissà se prendeva quanto me, che allora guadagnavo 900 mila lire al mese.
Nel 1999 per vivere consegnavo cartelle esattoriali a domicilio con un contratto co.co.pro. Ero pagata 4mila lire a cartella e solo se il contribuente moroso accettava di firmarla. Lei invece prendeva la tessera giornalistica facendo pratica alla Padania e a radio Padania, testate di partito che si reggevano sui finanziamenti pubblici, ai quali io non ho nulla in contrario, ma contro i quali lei ha invece costruito la sua retorica.
Nel 2000 ho iniziato a lavorare in una centrale termoelettrica, dove sono rimasta fino al 2004. Mi sono licenziata perché ho scelto di testimoniare in tribunale contro il mio datore di lavoro per un grave caso di inquinamento ambientale. Mentre lasciavo per coscienza l’unico lavoro stabile che avessi trovato vicino a casa, lei era segretario provinciale della lega Nord, suppongo sempre pagato dal partito, dato che anche allora non faceva mestieri.
Nel 2004 ho lasciato la Sardegna per lavorare come cameriera in un albergo al passo dello Stelvio, in mezzo alla neve, con un contratto stagionale a poco più di mille euro. Mentre io da precaria rifacevo letti lei si faceva eleggere al parlamento europeo a 19.000 euro al mese.
Nel 2005 ho lavorato un mese e mezzo in un call center vendendo aspirapolveri al telefono ed ero pagata 230 euro lordi al mese più 8 euro per ogni appuntamento che riuscivo a fissare. Durante quella esperienza ho scritto un blog che ha attirato l’attenzione di un editore. Nello stesso periodo lei a Bruxelles bruciava un quarto delle sedute del parlamento ed era già lo zimbello dei parlamentari stranieri, che nelle legislature successive le avrebbero poi detto in faccia quanto era fannullone. Io sono a favore della retribuzione dei politici, purché facciano quello per cui li paghiamo.
Nel 2006, mentre usciva il mio primo libro, io facevo la portiera notturna in un hotel, passando le notti in bianco per lavorare e riuscire anche a scrivere. Lei invece decadeva da deputato, ma atterrava in piedi come vicesegretario della lega nord e teneva comizi contro i terroni e roma ladrona. Non facendo ancora altro mestiere che la politica, immagino che la politica le passasse uno stipendio. Chissà se somigliava al mio, che per stare sveglia mentre gli altri dormivano prendevo appena più di mille euro al mese.
Dal 2007 in poi ho vissuto delle mie parole, della fiducia degli editori e di quella dei lettori e delle lettrici. Negli stessi anni lei ha campato esclusivamente di rappresentanza politica e da dirigente in un partito da dove – tra il 2011 e il 2017 – sono spariti 49 milioni di soldi pubblici senza lasciare traccia.
Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet, forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e di lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell’ordine e far selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l’assaggiatore alle sagre. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera.
(Dalla pagina Facebook di Michela Murgia)
#sinossi del curriculum#figurati se sanno cos'è la sinossi#ministri e gente che parla con cognizione di causa
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Michela Murgia risponde per le rime all'ennesimo tweet offensivo di Matteo Salvini che ha definito la scrittrice, autrice del bestseller "Accabadora" e vincitrice dei premi Campiello, Dessì e SuperMondello, una "intellettuale radical chic e snob". Murgia replica al ministro dell'Interno con un lungo post su Facebook proponendogli un gioco, la "sinossi dei curriculum".
"Nel '91, anno in cui mi diplomavo come perito aziendale - esordisce la scrittrice - mi pagavo l’ultimo anno di studi lavorando come cameriera stagionale in una pizzeria. Purtroppo feci quasi due mesi di assenza perché la domenica finivo di lavorare troppo tardi e il lunedì mattina non sempre riuscivo ad alzarmi in tempo per prendere l’autobus alle 6,30 per andare a scuola. A causa di quelle assenze, alla maturità presi 58/60esimi".
Ed ecco il passaggio successivo del gioco: "Nel '92, mentre lavoravo in una società di assicurazioni per sostenermi gli studi all’istituto di scienze religiose, lei prendeva 48/60 alla maturità classica in uno dei licei di Milano frequentati dai figli della buona borghesia. Sono contenta che non abbia dovuto lavorare per finire il liceo. Nessuno dovrebbe. Nel '93 iniziavo a insegnare nelle scuole da precaria, lavoro che ho fatto per sei anni. Nel frattempo lei veniva eletto consigliere comunale a Milano e iniziava la carriera di dirigente nella Lega Nord, diventando segretario cittadino e poi segretario provinciale. Non avendo mai svolto altra attività lavorativa, è lecito supporre che la pagasse il partito. Chissà se prendeva quanto me, che allora guadagnavo 900 mila lire al mese".
Murgia risponde a Salvini: "Che è un fannullone lo dicono i suoi colleghi del Parlamento Europeo"
Ed è ancora con il gioco della sinossi dei curriculum che la scrittrice rivela lati inediti della sua vita prima di arrivare al successo. "Nel 1999 - scrive - per vivere consegnavo cartelle esattoriali a domicilio con un contratto co.co.pro. Ero pagata 4mila lire a cartella e solo se il contribuente moroso accettava di firmarla. Lei invece prendeva la tessera giornalistica facendo pratica alla Padania e a radio Padania, testate di partito che si reggevano sui finanziamenti pubblici, ai quali io non ho nulla in contrario, ma contro i quali lei ha invece costruito la sua retorica. Nel 2000 ho iniziato a lavorare in una centrale termoelettrica, dove sono rimasta fino al 2004. Mi sono licenziata perché ho scelto di testimoniare in tribunale contro il mio datore di lavoro per un grave caso di inquinamento ambientale. Mentre lasciavo per coscienza l’unico lavoro stabile che avessi trovato vicino a casa, lei era segretario provinciale della Lega Nord, suppongo sempre pagato dal partito, dato che anche allora non faceva mestieri. Nel 2004 ho lasciato la Sardegna per lavorare come cameriera in un albergo al passo dello Stelvio, in mezzo alla neve, con un contratto stagionale a poco più di mille euro. Mentre io da precaria rifacevo letti, lei si faceva eleggere al parlamento europeo a 19.000 euro al mese".
"Nel 2005 - scrive ancora Michela Murgia - ho lavorato un mese e mezzo in un call center vendendo aspirapolveri al telefono ed ero pagata 230 euro lordi al mese più 8 euro per ogni appuntamento che riuscivo a fissare. Durante quella esperienza ho scritto un blog che ha attirato l’attenzione di un editore. Nello stesso periodo lei a Bruxelles bruciava un quarto delle sedute del parlamento ed era già lo zimbello dei parlamentari stranieri, che nelle legislature successive le avrebbero poi detto in faccia quanto era fannullone. Io sono a favore della retribuzione dei politici, purché facciano quello per cui li paghiamo. Nel 2006, mentre usciva il mio primo libro, io facevo la portiera notturna in un hotel, passando le notti in bianco per lavorare e riuscire anche a scrivere. Lei invece decadeva da deputato, ma atterrava in piedi come vicesegretario della Lega nord e teneva comizi contro i terroni e roma ladrona. Non facendo ancora altro mestiere che la politica, immagino che la politica le passasse uno stipendio. Chissà se somigliava al mio, che per stare sveglia mentre gli altri dormivano prendevo appena più di mille euro al mese. Dal 2007 in poi ho vissuto delle mie parole, della fiducia degli editori e di quella dei lettori e delle lettrici. Negli stessi anni lei ha campato esclusivamente di rappresentanza politica e da dirigente in un partito da dove – tra il 2011 e il 2017 – sono spariti 49 milioni di soldi pubblici senza lasciare traccia".
Il gioco dei curriculum finisce con la stoccata finale: "Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet, forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e di lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell’ordine e far selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l’assaggiatore alle sagre. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera".
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I RIFIUTI DIVENTANO UNA PISTA DA SCI E ALIMENTANO LA CITTÀ
A Copenaghen, la capitale della Danimarca, è stato combinata la produzione di energia pulita con la ricreazione e il riciclo. CopenHill è una centrale termoelettrica ma allo stesso tempo è anche un luogo dove le persone si divertono e una attrazione turistica: una pista da sci estivo e invernale e un’area attrezzata per diversi sport.
L'edificio della centrale elettrica utilizza i rifiuti anziché i combustibili fossili per produrre energia per la città è sta contribuendo significativamente a far diventare Copenaghen la prima capitale a emissioni zero del mondo entro il 2025. “CopenHill è l’espressione architettonica di qualcosa che altrimenti sarebbe rimasto sconosciuto: la centrale elettrica più pulita al mondo" ha dichiarato Bjarke Ingels, l’architetto che ha disegnato la grande struttura. La centrale brucia i rifiuti e trasforma i gas rivenienti in calore ed elettricità, convertendo 440.000 tonnellate di rifiuti all'anno in energia pulita per alimentare 150.000 case.
La pista da sci e snowboard costruita sul suo tetto è lunga 400 metri e comprende quattro piste di diversa difficoltà e pendenza, un parco per il freestyle e un campo da slalom, è operativa tutto l’anno e contribuisce a promuovere il turismo sostenibile nella città. Secondo Bjarke "Una città sostenibile non è solo migliore per l'ambiente ma deve essere anche più bella e vivibile per i suoi cittadini".
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Fonte: Design Boom Architects - 19 novembre 2019
✔ Buone notizie cambiano il mondo. Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali https://www.change.org/p/per-avere-un-informazion
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Recupero Centrale termoelettrica di San Matteo delle Chiaviche a Viadana, Mn | 2012
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