#ceccano 1944
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pietroalviti · 11 months ago
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Ceccano, 25 febbraio 1944, a Castel Sindici i tedeschi fucilano Giulio Polisena, viticultore di Castro dei Volsci
Gli fecero prima scavare la fossa e poi lo fucilarono dopo averlo seviziato. Accadde il 25 febbraio del 1944, 80 anni fa. Ci ricordano i fatti Lucia Fabi e Angelino Loffredi nel libro Il dolore della memoria: l’occupazione tedesca a Ceccano si estende nelle località Le Cocce, La Badia, La Spina, Via Marano, Campo Sportivo. Tale presenza è ossessiva e capillare anche al centro dell’abitato dove…
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magauda · 11 months ago
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Quando la seconda guerra mondiale irruppe nel Frusinate
Figura 2.4 – Linee di difesa tedesca nel centro Italia. Mappa georeferenziata dalla carta militare presente nel volume di Gabriella Gribaudi (2005), dove vengono evidenziate le cinque linee difensive edificate dalle truppe tedesche in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. Elaborazione dell’autrice con il supporto del ricercatore Davide Pavia e del Laboratorio geo-cartografico del…
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condamina · 11 months ago
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Quando la seconda guerra mondiale irruppe nel Frusinate
Figura 2.4 – Linee di difesa tedesca nel centro Italia. Mappa georeferenziata dalla carta militare presente nel volume di Gabriella Gribaudi (2005), dove vengono evidenziate le cinque linee difensive edificate dalle truppe tedesche in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. Elaborazione dell’autrice con il supporto del ricercatore Davide Pavia e del Laboratorio geo-cartografico del…
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collasgarba · 11 months ago
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Quando la seconda guerra mondiale irruppe nel Frusinate
Figura 2.4 – Linee di difesa tedesca nel centro Italia. Mappa georeferenziata dalla carta militare presente nel volume di Gabriella Gribaudi (2005), dove vengono evidenziate le cinque linee difensive edificate dalle truppe tedesche in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. Elaborazione dell’autrice con il supporto del ricercatore Davide Pavia e del Laboratorio geo-cartografico del…
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adrianomaini · 11 months ago
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Quando la seconda guerra mondiale irruppe nel Frusinate
Figura 2.4 – Linee di difesa tedesca nel centro Italia. Mappa georeferenziata dalla carta militare presente nel volume di Gabriella Gribaudi (2005), dove vengono evidenziate le cinque linee difensive edificate dalle truppe tedesche in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. Elaborazione dell’autrice con il supporto del ricercatore Davide Pavia e del Laboratorio geo-cartografico del…
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bagnabraghe · 11 months ago
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Quando la seconda guerra mondiale irruppe nel Frusinate
Figura 2.4 – Linee di difesa tedesca nel centro Italia. Mappa georeferenziata dalla carta militare presente nel volume di Gabriella Gribaudi (2005), dove vengono evidenziate le cinque linee difensive edificate dalle truppe tedesche in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. Elaborazione dell’autrice con il supporto del ricercatore Davide Pavia e del Laboratorio geo-cartografico del…
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galleriaartethule · 8 years ago
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http://www.centrostudilaruna.it/napoli44.html
“Entrato a Napoli nel 1943 con la Quinta Armata, il giovane ufficiale inglese Norman Lewis si trovò stupefatto al centro della città delle signorine e degli sciuscià, scena mobile della prostituzione universale, oltre che di un’arte consumata dell’inventarsi la vita dal nulla. Come non bastasse, fu subito adibito a funzioni di polizia, quindi costretto a constatare ogni giorno le turbolenze, i fantasiosi maneggi e gli imbrogli che si celavano tra vicoli e marina. E capì subito che, di quanto gli accadeva, era il caso di prendere nota. Così, facendo della sua qualità principale, il “saper entrare e uscire da una stanza senza che nessuno se ne accorga”, un fatto di stile, Lewis si aggira in una Napoli trasformata dalla guerra in un immenso, miserabile mercato nero – e registra tutto sui suoi taccuini.
Mentre i colleghi si dedicano alla maldestra realizzazione di piani fantasiosi, come quello di far passare le linee ad un gruppo di prostitute sifilitiche per diffondere l’epidemia nel Nord occupato, lui indaga su figure e avvenimenti che gli paiono, al momento del tutto normali: signore in cappello piumato che mungono capre fra le macerie, statue di santi preposti da una folla in deliquio a fermare l’eruzione del Vesuvio, professionisti in miseria che sopravvivono impersonando ai funerali un aristocratico e imprescindibile “zio di Roma”, ginecologi deformi specializzati nel restauro della verginità, nunzi apostolici che contrabbandano pneumatici rubati, e così via. I taccuini che Lewis tenne in quel periodo finirono poi per costituire questo libro, di cui il minimo che si può dire è che mai un occhio tanto sobrio e preciso si era posato su una realtà così naturalmente folle e sgangherata. E questo ne fa “un’esperienza unica per il lettore così come deve esserle stata un’esperienza unica per chi lo ha scritto”
Questa la breve nota editoriale che presenta un’opera assolutamente consigliata a quanti hanno creduto o credono alla ormai consunta retorica della “liberazione”. Per anni i mass-media, scuola, università, opinionisti allineati hanno spacciato la sconfitta militare e l’occupazione straniera come un trionfo del popolo sulla dittatura. Con uno zelo degno di miglior causa, in buona o malafede imbonitori d’ogni risma ci hanno propinato lo schema che si ripete infinitamente: gli americani che rappresentano il bene, un nemico sempre demoniaco da distruggere senza pietà o scrupoli, mille scuse e pretesti per giustificare invasioni, bombardamenti etici, embarghi terapeutici, torture orribili, soppressione dei diritti più elementari ma sempre, ovviamente, per il trionfo della giustizia. Ogni tanto alla rigida cappa del controllo mediatico sfugge qualche scheggia. Napoli ’44, presentato come un romanzo ed uscito nel 1978 ci mostra il lato oscuro di un paese occupato ed incapace di difendersi che si vende ai vincitori anima e corpo. Con una forza evocativa pari e forse superiore a quella de La pelle di Curzio Malaparte i taccuini di Lewis sono anche un efficace documento storico. La testimonianza assolutamente oggettiva ed attendibile, visto il ruolo rivestito dall’autore, di quello che può succedere ad una Nazione che perde il bene più prezioso: la propria sovranità.
Norman Lewis Napoli ‘44 Edizioni Adelphi, Milano 1993
Alcuni passi dal libro:
28 settembre 1943
Ricoverato al 16° Evacutation Hospital americano di Paestum con la malaria – forse una ricaduta, ma più probabilmente una nuova infezione. Il dottore mi ha informato che gli acquitrini della zona sono ancora malarici, e le zanzare, che si ritiene abbiano falcidiato la fiorente colonia greca dell’antichità, attive come sempre. La maggior parte dei pazienti ha ferite da combattimento, e da molti di loro ho avuto conferma della storia che avevo trovato davvero incredibile, e cioè che alle unità combattenti americane gli ufficiali hanno dato ordine di colpire a morte i tedeschi che tentino di arrendersi. Pag. 27.
4 ottobre 1943
Qualche chilometro prima di Napoli città, la strada si allarga in una specie di piazza, dominata da un vasto edificio pubblico semiabbandonato, ricoperto di manifesti e con i vetri delle finestre infranti. Qui si erano fermati molti camion, e anche il nostro conducente si è portato sul bordo della strada e ha tirato il freno. Uno dei camion trasportava approvvigionamenti dell’esercito americano e i soldati, immediatamente raggiunti da molti di quelli che viaggiavano sul nostro camion, gli si affollavano intorno, cercando di arraffare tutto quello su cui riuscivano a mettere le mani. Quindi reggendo ciascuno una scatola con la razione, si riversavano all’interno del municipio, facendo scricchiolare i vetri di cui era cosparso il pavimento. Li ho seguiti, ritrovandomi in uno stanzone in cui si accalcava una soldataglia tumultuante. Quelli che stavano in fondo spintonavano per avanzare, incitando sguaiatamente gli altri; ma se si raggiungeva il fronte della folla, l’atmosfera si faceva più calma e assorta. Le signore sedevano in fila, a intervalli di circa un metro l’una dall’altra, con la schiena appoggiata al muro. Vestite con abiti di tutti i giorni, queste donne avevano facce comuni, pulite e perbene di massaie, di popolane che vedi in giro a spettegolare o a fare la spesa. Di fianco a ognuna era appoggiata una fila di scatolette, ed era evidente subito che aggiungendone un’altra si poteva far l’amore con una qualsiasi di loro, lì, davanti a tutti. Le donne rimanevano assolutamente immobili, in silenzio, e i loro volti erano privi d’espressione, come scolpiti. Potevano star vendendo pesce, non fosse che a quel luogo mancava l’animazione di un mercato del pesce. Non un incoraggiamento, non un ammicco, niente di provocante, neppure la più discreta e casuale esibizione di nudità. I più animosi, con le scatolette in mano, si erano fatti avanti, fino alla prima fila, ma ora, di fronte a quelle madri di famiglia, donne coi piedi per terra spinte fin lì dalle dispense vuote, sembravano esitare. Pag. 32.
5 aprile 1944
Nell’ultimo bollettino del Bureau of Psychological Warfare si dice che a Napoli quarantaduemila donne esercitano, occasionalmente o con regolarità, la prostituzione. Questo su una popolazione femminile nubile che si aggira intorno a centoquarantamila. Pare incredibile. Pag 137.
28 maggio 1944
Nuove brutalità delle truppe coloniali francesi. Ogni volta che prendono una città o un paese, ne segue lo stupro indiscriminato della popolazione. Di recente tutte le donne di Patrica, Pofi, Isoletta, Supino e Morolo sono state violentate. A Lesola, caduta in mano degli Alleati il 21 maggio, hanno stuprato cinquanta donne, e siccome non ce n’erano abbastanza per tutti hanno violentato anche i bambini, e persino i vecchi. Stando a quanto viene riferito, i marocchini di solito aggrediscono le donne in due – uno ha un rapporto normale, mentre l’altro la sodomizza. In molti casi le vittime hanno subito gravi lesioni ai genitali, al retto e all’utero. A Castro dei Volsci i medici hanno curato trecento vittime di stupro, e a Ceccano gli inglesi, per proteggere le donne italiane, sono stati costretti a creare un campo sorvegliato da guardie armate. Molti di questi nordafricani hanno disertato e stanno attaccando paesi a grande distanza dalle linee. Dagli ultimi rapporti risulta che si sono fatti vivi nelle vicinanze di Afragola, aggiungendo un terrore nuovo a quello già causato dalle innumerevoli scorrerie di saccheggiatori. Oggi sono andato a trovare una ragazza di Santa Maria a Vico che si diceva fosse impazzita dopo la violenza subita da parte di una numerosa banda di nordafricani. Vive sola con la madre (anch’essa ripetutamente violentata), e in totale miseria. Le sue condizioni erano migliorate, e si comportava in modo assennato, con molta grazia, anche se non poteva camminare per via delle lesioni subite. Carabinieri e Polizia dicono che secondo i medici è pazza, e che se ci fosse stato un letto disponibile l’avrebbero ricoverata in manicomio. Sarà molto difficile, a questo punto, che possa mai trovare marito. Ci si trova di fronte alla sanguinosa realtà di quello stesso orrore che spingeva l’intera popolazione femminile dei paesi della Macedonia a gettarsi dai dirupi piuttosto che cadere in mano degli invasori turchi. Un destino peggiore della morte: in effetti era proprio questo. Pag. 172.
13 agosto 1944
Oggi si è presentata in ufficio una ragazzina sudicia e lacera, che ha detto chiamarsi Giuseppina. Questa dodicenne dall’aria molto sveglia non ha voluto dirmi di sé altro che l’età, che i suoi genitori erano stati uccisi nel grande bombardamento e che vive “sotto una casa” lungo il fiume. Ci sono centinaia di maschietti nelle sue condizioni, orfani scalzi, laceri e affamati, che in un modo o nell’altro tirano avanti, e riempiono i vicoli con le loro risate, ma Giuseppina è stata la prima bambina abbandonata che io abbia visto. Mi ha detto di essere venuta per la coperta, come al solito. Non sapevo cosa risponderle. Le coperte, in questa Italia in rovina, sono una forma di valuta, e piuttosto pregiata, se si considera che il prezzo di un buon articolo australiano o canadese equivale alla paga settimanale di un operaio. Le ho detto che non avevo coperte da darle, e ho proposto un pacco di biscotti, che lei ha rifiutato con garbo. “Non è più il posto di Polizia?” mi ha chiesto. Le ho risposto di si, che lo era, e lei mi ha detto che l’uomo di prima – chiaramente il mio predecessore canadese – le dava una coperta una volta alla settimana. Solo allora ho capito il tragico significato delle richiesta, e che quella creaturina ancora acerba, tutta pelle e ossa era una prostituta-bambina. Pag 195.
23 settembre 1943
…Comunque, accantonando ogni questione sui miei errori personali, sono arrivato alla conclusione che, in cuor suo, questa gente non deve poterne proprio più di noi. Un anno fa li abbiamo liberati dal Mostro Fascista, e loro sono ancora lì, a fare del loro meglio per sorriderci educatamente, affamati come sempre, più che mai fiaccati dalle malattie, circondati dalle macerie delle loro meravigliose città, dove l’ordine costituito non esiste più. E alla fine cosa ci guadagneranno? La rinascita della democrazia. La fulgida prospettiva di poter un giorno scegliere i propri governanti in una lista di potenti, la cui corruzione, nella maggior parte dei casi, è notoria, e accettata con stanca rassegnazione. In confronto, i giorni di Benito Mussolini devono sembrare un paradiso perduto. Pag. 222.
https://www.youtube.com/watch?v=0LwYJOnZMQo
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pietroalviti · 8 months ago
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Ceccano, a Santa Maria il ricordo della battaglia di fine maggio, il ricordo delle vittime, delle violenze, delle distruzioni, giovedì 30 maggio, ore 17
La battaglia di Ceccano coinvolse migliaia di uomini schierati su fronti contrapposti: Alla fine di maggio del 1944, la posizione strategica della cittadina fabraterna fece sì che su entrambe le rive del Sacco si verificassero azioni belliche diverse ma con conseguenze disastrose per la città, con centinaia di morti, violenze sulla popolazione civile, saccheggi, distruzioni. Di tutto questo, con…
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pietroalviti · 1 year ago
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Ceccano, 26 gennaio 1944, la distruzione di S. Maria a fiume
80anni fa, il 26 gennaio del 1944, la distruzione di S. Maria a fiume a Ceccano. Ecco il filmato di un minuto realizzato dagli allievi del Liceo di Ceccano Oggi, 26 gennaio 2024, alle 14,00 davanti a Santa Maria il suono della sirena ricorderà quel tragico momento, simbolo della sofferenza di un��intera comunità. Qui la ricostruzione di quella drammatica giornata, secondo le informazioni,…
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pietroalviti · 1 year ago
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Ceccano, gennaio 1944, 80 anni fa la distruzione di S. Maria, 11 anni dopo la ricostruzione
di Rino Liburdi Nell’approssimarsi dell’80° anniversario della distruzione bellica della Chiesa di Santa Maria a fiume, a Ceccano, il 26 gennaio del 1944, ospitiamo volentieri un contributo dell’avv. Rino Liburdi sulla ricostruzione del Santuario 26 Gennaio 1944 – 18 Settembre 1955 : Dal rullo compressore della guerra alla Speranza che trionfa. La prossima settimana verrà ricordato…
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pietroalviti · 1 year ago
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Ceccano, 24 dicembre 1944, il Natale 80 anni fa con la guerra in casa, lo Stille nacht dei tedeschi
di Lina Fabi e Angelino Loffredi Il 24 dicembre a Giuliano di Roma, nella gremitissima chiesa parrocchiale, ufficiali e soldati tedeschi, sfollati e popolo, partecipano commossi alla messa cantata per celebrare il Natale e anticipata alle ore 16,15 per via del coprifuoco germanico (1). Nelle stesse ore anche presso la Badia di Ceccano, “il Padre Rettore, valendosi del privilegio dei cappellani…
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pietroalviti · 2 years ago
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79 anni fa, la battaglia di Ceccano
Proprio in questi giorni, 79 anni fa, ceccano fu al centro di 4 giorni di intensi combattimenti. Ne abbiamo la prova da un filmato girato da un’unità di Combat film che si può vedere qui potete trovare la descrizione di quanto avvenne nel libro Ceccano e la guerra, curato dal Liceo di Ceccano nel 2014, con la guida del prof. Gianluca Coluzzi. Ceccano e la guerra, 1944
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pietroalviti · 2 years ago
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25 aprile, Ceccano e la Resistenza, tanti episodi, tanta sofferenza, tanta crudeltà
E’ il giorno in cui si ricorda la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo: anche Ceccano subì duramente l’oppressione. Nel 1943 i ceccanesi cominciarono a sentire le privazioni per la mancanza delle derrate alimentari, che portarono addirittura a diversi assalti ai forni per impadronirsi di quel po’ di pane e di farina disponibili. Il segnale più preoccupante arrivò subito dopo l’8 settembre con…
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pietroalviti · 1 year ago
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Ceccano, riapre al culto la Chiesa parrocchiale di S. Pietro, domenica 15 ottobre
Solenne celebrazione e festa popolare domenica 15 ottobre 2023 per la riapertura al culto della chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo. Fu distrutta proprio 80 anni fa dagli ordigni bellici. Colpita il 3 novembre 1943, fu completamente ditrutta durante la battaglia di Ceccano, negli ultimi giorni di maggio del 1944. La diocesi di Ferentino, in considerazione dello sviluppo abitativo delle…
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pietroalviti · 4 months ago
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Ceccano, cammina per la pace, domenica 6 ottobre, ore 15, Piazzale della Stazione
di Matteo Limongi Sarà il vescovo diocesano, mons. Ambrogio Spreafico, a concludere la Marcia della Pace della Vicaria di Ceccano, che si svolgerà domenica 6 ottobre con inizio alle 15,30 dal Piazzale della Stazione per arrivare poi a S. Maria a fiume, dal 26 gennaio 1944 simbolo della lotta contro le guerre, in concomitanza con la giornata di impegno per la pace, indetta da Papa Francesco.…
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pietroalviti · 7 months ago
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Ceccano, una marcia per ricordare l'80° della distruzione di S. Pietro
Si svolgerà stasera, 27 giugno, dall’antica sede della venerabile chiesa, distrutta alla fine del maggio 1944, fino alla nuova chiesa sorta nella popolosa zona di Colle S. Paolo. Alle 20,30 ci sarà la celebrazione della messa cui seguirà la Camminata della Memoria. All’arrivo sarà inaugurata la mostra La Chiesa di S. Pietro a Ceccano, una storia millenaria, curata da Matteo, Limongi, storico…
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