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#carte geografiche
s-memorando · 2 months
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Mappe
Alcuni articoli in questi giorni mi hanno fatto riflettere sul mio rapporto con le mappe e l’orientamento delle spazio e dei luoghi, che siano essi reali o virtuali, grandi o piccoli. Un articolo nella miniera di informazioni che mi arrivano da Rocco Rossitto che – come dice lui: “Con gioia  e ostinazione” – invia la sua newsLetter giornaliera, mi ha poi anche riportato il ricordo di un amico che…
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stilouniverse · 4 months
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L'antica Etruria rappresentata nella Tavola Peutingeriana
Antiche località dai toponimi riconoscibili o sconosciuti: Taberna Frigida (Massa), Pisis (Pisa), Vadis Volateris (Vada), Florentia Tuscorum (Firenze) Senis (Siena),  Adretio (Arezzo) … a cura della Redazione Parte della Tabula Peutingeriana raffigurante l’Italia centrale, in basso a sinistra una parte della Sardegna e della Corsica Per ingrandire l’immagine ed evidenziare i particolari…
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deathshallbenomore · 2 years
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ma perché youtube continua a consigliarmi video di usamericani fastidiosissimi che vanno a importunare italiani inermi aspettandosi che sappiano parlare in latino. siamo a tanto così dal trattamento inumano e degradante
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m1male2 · 2 years
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Galleria delle carte geografiche, in the Belvedere Palace, Vatican City #Rome. Commissioned in 1580 by Pope Gregory XIII, it is 120m long and contains a series of topographical maps (40 panels) of Italy.
(Video©️Diego Mongardini)
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soldan56 · 1 year
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Carta di Peters
“Da cinquemila anni esistono le carte geografiche, e da tremila anni queste carte hanno contribuito a formare l’immagine che l’uomo ha del mondo. Scienziati, storici, papi, ricercatori, navigatori hanno disegnato delle carte, ma solo da 400 anni esiste il mestiere di cartografo. Come storico con interessi geografici ho studiato la storia della cartografia con particolare interesse. Mi resi conto della inadeguatezza delle carte terrestri esistenti che non favorivano, tra l’altro, la migliore soluzione che sempre sorge quando si trasporta la superficie terrestre su un foglio piano. La nuova carta, la mia carta, rappresenta in modo egualitario tutti i paesi della Terra.”
(A.Peters)
Quelle che vedete è la Carta di Peters. Chi non la conosce, l’avrà trovata bizzarra. In un Atlante tutti, da sempre, siamo abituati a vedere una carta più tradizionale, la cosiddetta “carta di Mercatore”, realizzata appunto con quella proiezione. Lo avete notato: è completamente diversa. Perché?
Cerchiamo di spiegarlo, per chi non lo sa, facendo capire così la ragione per cui il nostro Atlante sceglie di usare anche la “proiezione di Peters”. Rapidamente. Nel 1569 Gerardus Mercator, un famoso cartografo fiammingo, disegnò la carta che prese il suo nome. Tenete presente che era un uomo in fuga, inquisito per vari motivi. La sua carta non divenne subito popolare, anzi all’inizio non era accettata. Dopo 30 anni di incertezze, venne accolta e usata da tutti, soprattutto dai navigatori del 1600, dato che tracciò delle linee orizzontali e verticali, creando nuovi punti di riferimento e favorendo, così chi navigava e tracciava una rotta. In realtà, la sua proiezione deforma le aree, cioè le superfici dei Paesi, a causa della curvatura terrestre. Più ci avvicinavamo ai poli, più la superficie aumenta, creando problemi di comprensione della realtà.  Convenzionalmente, però, nei secoli è diventata la nostra visione del mondo, anche se il pianeta non è così. Uno storico ha provato a disegnare una carta che rispetti le reali superfici dei continenti e degli Stati. È il tedesco Arno Peters che vi è riuscito nel 1973. Lo fece, ovvio, anche per ragioni ideali. Peters aveva scritto libri interessanti. Nel 1952 ne aveva pubblicato uno dal titolo: Storia del mondo otticamente sincronica. Quello che lui voleva era recuperare, anche attraverso il rispetto delle dimensioni di ogni singolo Paese, la dignità di ogni popolo, la sua dimensione. Era, insomma, una logica anticoloniale, che dava al Sud del mondo la stessa importanza del Nord. Sapendo che ogni proiezione della sfera sul piano impone delle deformazioni, Peters si rese conto che l’esatta proporzione delle superfici andava a scapito dell’esattezza delle distanze. I continenti assumevano così una forma allungata.
Lui, comunque, propose la sua visione, che ha queste caratteristiche:
• Fedeltà alla superficie: ogni area (Paese, continente, mare) è rappresentata secondo le sue reali dimensioni.
• Fedeltà alla posizione: tutte le linee Est-Ovest sono parallele e orizzontali. Il rapporto di qualsiasi punto della carta con la sua distanza dall’equatore è subito identificabile.
• Fedeltà all’asse: tutte le linee Nord-Sud sono verticali. La posizione di ciascun punto è immediatamente verificabile in termini di meridiano o fuso orario.
• Totalità: la terra è completamente rappresentata, senza “tagli” o doppie rappresentazioni.
• Regolarità nella distribuzione degli errori: non sono concentrati tutti nelle aree più lontane dall’Europa.
• Colori base per ogni continente: tradizionalmente, le colonie avevano lo stesso colore degli Stati colonizzatori. Peters sceglie un colore base per ogni continente e assegna ai singoli Paesi delle varianti, per evidenziarne le affinità e le radici comuni.
Ecco, questa è la carta che avete visto e che diventa fondamentale nel nostro Atlante. Lo è perché crediamo che questa sia la corretta visione del mondo, con i suoi problemi e le sue contraddizioni.
L’abbiamo adottata per dare coerenza al nostro lavoro, che è anche geografico. Vi accorgerete che nelle singole schede Paese le carte usate sono tradizionali: c’è una logica. Ogni Stato, fotografato dal satellite è identico a come lo abbiamo sempre visto sulla carta, non subisce deformazioni. Inutile cambiare, in questo caso.
Ringraziamo l’ONG Asal che ci ha permesso di utilizzare questa Carta e con la quale collaboriamo per l’uso di questa nell’Atlante.
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schizografia · 1 year
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Ho parlato della mappa non perché abbia l'ossessione, la mania delle carte geografiche, ma perché il lavoro del fotografo, quel lavoro che vorrei fare un po’ anche con voi, credo consista nella stesura di una carta geografica più che nel seguire una linea retta, una strada precisa.
Luigi Ghirri
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filorunsultra · 8 months
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Dal finestrino
Oggi ho visto per la prima volta la parete nord del Cervino. Lo avevo sempre visto dal versante italiano ma mai dal più iconico versante svizzero. Lo ho visto bene e a pochi chilometri di distanza, ma da un aereo. Si può davvero dire di avere visto un luogo dal finestrino di un aereo? Non sono mai stato in Yosemite, ma ho visto l’Half Dome, e lo ho visto bene, a solo tre o quattro chilometri da me e continuativamente per diversi minuti. Mi oriento piuttosto bene e perdo ore davanti alle carte geografiche, per questo quando volo riesco a riconoscere piuttosto bene quello che vedo, mentre tutti gli altri fanno le parole crociate, guardano un film o osservano del tutto indifferentemente il mondo passargli sotto ai piedi. Dal finestrino di un’aereo tutto sembra più interessante, anche la periferia di Bergamo; e per diversi aspetti capiamo più del mondo dall’alto che standoci in mezzo. Non che basti, ma ogni tanto ingrandire la scala e perdere di vista i dettagli aiuta a vedere le cose nel loro insieme, o quanto meno aiuta a capire che quello è accanto a quell’altro.
D'altronde però nessuno metterebbe mai una puntina rossa su ogni posto che ha visto dall’aereo, come nessuno direbbe mai di essere stato in Illinois dopo averci fatto scalo e senza essere uscito dall’aeroporto: eppure in Illinois ci è stato. Al verbo "stare" quindi non diamo un significato fisico, e cioè di essere in un luogo, ma un significato morale: stare in un luogo è tutto ciò che non è passarci. Ma in tal caso non potremmo dire di essere stati davvero da nessuna parte, perché se c’è qualcosa su cui convengono anche i sassi è che tutti non siamo altro che passeggeri. L'ultima discriminante che ci resta, allora, per dire di essere stati davvero in un luogo, è esserci stati in piedi, fermi e sui propri piedi, ben appoggiati a terra. Però c'è un'altra cosa: il mondo che scorre fuori dal finestrino di un aereo non è virtuale, non è un monitor, non è una rappresentazione del mondo, è il mondo. Ed è proprio lì, e i suoi fotoni arrivano direttamente alle nostre cornee, senza mediazioni. Anche se tutti gli altri sull’aereo fissano lo schermo davanti a loro, mentre fuori avviene un’alba trascinata, che ne so, sulla Groenlandia.
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La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita o una vacanza, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura. E’ un’amabile malinconia, che sviluppiamo con un complicato processo: senza voli aerei, senza tempo, senza soldi.
Dalle palpebre verso dentro.
Un viaggio di questo tipo si alimenta di letture, cartoline illustrate, carte geografiche, fotografie, persone che arrivano con delle notizie, avventure vissute da altri e di cui uno si sente partecipe nell’oscurità di una sala cinematografica o a casa, soli davanti alla televisione.
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Maruja Torres
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semoromani · 5 days
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La Galleria delle Carte Geografiche dei musei vaticani voluta da papa Gregorio XIII nel 1580, ha lo scopo di collegare il nuovo osservatorio astronomico, la Torre dei Venti, con il Palazzo Apostolico
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cerentari · 14 days
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L'altrove è arrivato
È venuto da un punto  invisibile sulle carte geografiche, si è installato in casa e comanda teste incapaci di libero pensiero, così gli stolti realizzano nuovi sogni . preparavano la canzone dell’estate bella come il sole, l’altrove è arrivato, ha sfondato la porta, estate e poesia sono fuggite passando dal balcone. *
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enkeynetwork · 15 days
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paoloferrario · 1 month
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Giuseppe Bettoni, Isabella Tamponi, Geopolitica e comunicazione, FrancoAngeli, 2012
scheda dell’editore: https://www.francoangeli.it/Libro?id=20487 La geopolitica è una disciplina moderna perché prima di tutto basata sulla comunicazione. Sono i media e l’influenza che hanno sulle popolazioni a rendere la geopolitica una “disciplina del XX secolo”. Ma chi sono i primi a utilizzare oggi la geopolitica? Come mai si vedono sempre più carte geografiche nei giornali, persino in un…
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crazy-so-na-sega · 3 months
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AHAHAH....bravo Xi, fatti pagare in yuhan e riscrivi le carte geografiche pro domo tua, che fin'ora non t'era riuscito...dagliele secche...👍
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schizografia · 1 year
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La guerra in Galizia
Vi erano al centro dell’Europa delle regioni che sono state cancellate dalla carta geografica. Una di queste – non è la sola – è la Galizia, che coincide oggi in buona parte con il territorio in cui da più di un anno si combatte una guerra sciagurata. Fino alla fine della Prima guerra mondiale, la Galizia era la provincia più lontana dell’Impero austro-ungarico, al confine con la Russia. Alla dissoluzione dell’impero asburgico, i vincitori, certo non meno iniqui dei vinti, l’assegnarono alla rinata Polonia, come la Bucovina, che con essa confinava, fu annessa altrettanto capricciosamente alla Romania. I confini, ogni volta ridisegnati con gomma e matita sulle carte geografiche dai potenti, lasciano il tempo che trovano, ma è probabile che la Galizia non riapparirà più sugli inventari della politica europea. Assai più della cartografia c’importa il mondo che in quella regione esisteva – cioè gli uomini che nel Königreich Galizien und Lodomerien (questo era il nome ufficiale della provincia) respiravano, amavano, si guadagnavano da vivere, piangevano, speravano e morivano. Per le strade di Lemberg, Tarnopol, Przemysl, Brody (patria di Joseph Roth), Rzeszow, Kolomea camminava un insieme variegato di ruteni (così allora si chiamavano gli Ucraini), polacchi, ebrei (in alcune città quasi metà della popolazione), rumeni, zingari, huzuli (che fra il 1918 e il 1919 costituirono una repubblica indipendente di breve durata). Ognuna di queste città aveva un nome diverso secondo la lingua degli abitanti che vi convivevano, in ognuna di esse le chiese cattoliche girato l’angolo si trasformavano in sinagoghe e queste in chiese ortodosse e uniate. Non era una regione ricca, anzi i funzionari della Kakania la consideravano la più povera e arretrata dell’impero; era tuttavia, proprio per la pluralità delle sue etnie, culturalmente viva e generosa, con teatri, giornali, scuole e università in più lingue e una fioritura di scrittori e musicisti che dobbiamo ancora imparare a conoscere. È questo mondo che si trovò nel 1919 da un giorno all’altro politicamente e giuridicamente annientato ed è a questa multiforme, intricata realtà che l’occupazione nazista (1941-1944) e poi quella sovietica diedero qualche decennio dopo il colpo di grazia. Ma ancor prima di diventar parte dell’Impero austro-ungarico, la terra che portava il nome di Halyč o Galizia (secondo alcuni di origine celtica, come la Galizia spagnola) e alla fine del medioevo era sotto il dominio ungherese col nome di principato di Galizia e Volinia, era stata contesa di volta in volta fra cosacchi, russi e polacchi, finché la granduchessa Maria Teresa d’Austria profittò della prima spartizione della Polonia nel 1772 per annetterlo al suo impero. Nel 1922 il territorio fu annesso all’Unione Sovietica, col nome di Repubblica socialista sovietica Ucraina, da cui si separò nel 1991 abbreviando il proprio nome in Repubblica Ucraina.
È tempo di cessare di credere ai nomi e ai confini segnati sulla carta e di chiedersi piuttosto che ne è stato, che ne è di quel mondo e di quelle forme di vita che abbiamo appena evocato. Come sopravvivono – se sopravvivono – al di là degli infami registri delle burocrazie statuali? E la guerra ora in corso non è ancora un volta il frutto dell’oblio di quelle forme di vita e l’odiosa, letale conseguenza di quei registri e di quei nomi?
24 aprile 2023
Giorgio Agamben
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ennecicala · 7 months
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“Tutte le carte geografiche, con le loro omissioni, aprono la strada alla fantasia e ai sogni.”
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Estratti Kindle da Isole. Cartografia di un sogno di Gavin Francis
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fotograrte · 7 months
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La Galería de los Mapas del Vaticano
Aquí otro vídeo, este de Twitter: Galería de los Mapas (Galleria delle carte geografiche)Ciudad del Vaticano.La galería fue encargada en 1580 por el Papa Gregorio XIII. Obra de Ignazio Danti. (Vídeo de Darius Arya/dariusaryadigs en Instagram) pic.twitter.com/ne2pH3ZcDa— Arte y Todo (@ArtMyWorld2) January 13, 2021
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