#carte fogli e foglietti
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Capo d'anno
Stamattina mentre apparecchiavamo la tavola nella stanza da pranzo per mangiare tutti insieme, mio padre vi è sgattaiolato dentro, ha cacciato tutti e si è messo ad armeggiare con dei foglietti sul tavolo. Quando abbiamo avuto il permesso di rientrare nella stanza, a lavoro finito, sul tavolo c'era una specie di casetta formata da cinque fogli piegati e spillati su un lato. Lui è uscito dalla stanza tutto contento, con un sorrisetto sulla faccia.
È rimasto tutto un gran mistero (non avevamo il permesso di toccare) sin quando, a metà del pranzo, io non ho urtato per sbaglio la precaria struttura con uno dei centomila contenitori che erano sulla tavola, e le carte si sono scombinate. Sulla faccia fino ad allora nascosta di ognuna c'era scritto: "buon anno" e i nostri nomi.
Alla fine del pranzo abbiamo avuto il permesso di aprirle, ma prima di farlo gli abbiamo chiesto un discorso, una spiegazione. Ma lui non era più gioioso come prima e ha detto solo: "Questo è un mio pensiero per l'anno nuovo, e quindi..."
Alla fine li abbiamo aperti; non erano fogli ma buste e in ognuna c'erano cento euro.
Non so da dove li ha presi, da cosa gli abbia sottratti, a quanto lavoro equivalgano. Non ho mai ricevuto un regalo da mio padre e un evento così è unico nella storia.
L'ho sempre visto - tranne nella mia prima infanzia, prima della nascita di mia sorella - comeuomo scorbutico, che non parla mai, attaccato al lavoro per interesse personale; ora invece me lo vedo che lavora e pensa a noi, a questa sorpresa. Ed è discutibile: ci sono tante cose da fare: la ringhiera, il cancello, l'intonaco al bagno piccolo; ma è un gesto ed ha la sua importanza. Me lo rivedo ancora davanti agli occhi, uscire dalla stanza da pranzo con il sorrisetto stampato sulla faccia, la luce negli occhi. Penso che se fosse più felice gli vorrei più bene.
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Storie ordinarie di un’accumulatrice seriale.
Capita, raramente ma capita, che una donna senta il bisogno di riordinare giusto un pò la propria borsa o il proprio portafogli. Perché è di questo che si tratta, di riordinare, e non svuotare come invece ci si aspetterebbe. Così, senza un motivo apparente, mentre si sta rifacendo il letto, o passando lo smalto alle unghia, si decide di mettere ordine.
Il portafogli era sulla scrivania mezzo aperto, con la tessera dell’Atm di Milano, la Postepay e la Millemiglia dell’Alitalia che fuoriuscivano, perchè in un momento di necessità erano state prese e non riposte.
Iniziai a ridisporre nuovamente lo spazio per le tessere, a seconda del loro utilizzo e della tipologia, ritrovandomi poi a tenere tra le mani cose di cui avevo dimenticato l’esistenza.
Ognuna di quelle cose è stata conservata per un motivo.
Ognuno di quei pezzetti di carta, se potesse, racconterebbe di un viaggio, di un’emozione, di un sogno, di un’esperienza vissuta.
Ognuno di quei foglietti piccoli e stropicciati, che volta dopo volta vengono cambiati di posto ma mai buttati, ha una storia da raccontare. Una storia di cui col passare del tempo probabilmente non ci ricorderemmo più,un’emozione che finiremmo col dimenticare, se non avessimo la fortuna di averli, di tanto in tanto, tra le mani.
E per ciascuno di questi ricordi una frase, un gesto,uno sguardo. Ricordi com'era il tempo quel giorno, cosa hai mangiato, che strada hai fatto, cosa hai pensato, cosa hai provato, la persona che eri.
Così mi ritrovo seduta sul letto a sfogliare biglietti aerei, del treno, della metro, scontrini, biglietti di musei, biglietti da visita,a ripercorrere momenti della mia vita come fosse ieri, tra un sorriso e una lacrima, grazie a cose che non sono solo cose.
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