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Dall'Etna al Gran Sasso
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#reportage#Dall'Etna al Gran Sasso#Sicilia#Abruzzo#tradizione culturale#cultura#gemellaggio#città Sant'Angelo#carretti siciliani#carretti#costumi tradizionali#folklore#folkloristico#conca abruzzese#strumenti musicali
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Mondo Uomo October 1987 photos Giovanni Gastel
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check out this horrid jumper i found in my mother's teenage bedroom closet
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In un Universo nel Multiverso esiste una me ( mado un'altra 😅) che vive in una città di mare, nella parte old. In un vicoletto vicino al mare ha una piccola bottega che si chiama :
" Origano Trinacria e fiori di cappero" 😃
( inizialmente era Origano&Sentimento)
Entrarci è un esperienza.
Un viaggio nel viaggio
Profumi, colori, sapori.
Pupi e carretti siciliani, storie da raccontare... ❤️
Là in quel Multiverso
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Finally got around to draw Bastiana! She's an half-orc paladin that's been involved in some adventures with our D&D party and, woops, lost her old armor in the process, which means we got the chance to draw her in her new one!
Trivia: the decorations on her new armor are heavily inspired by those found on Sicilian carts (i "carretti"), and the palette of the drawing is influenced as well with the bright reds and yellows of the Sicilian art and flag (making her look a little paler than she should, due to her blue-grey complexion). She is not from southern Italy, we just love our region very much and wanted a warrior that looks like a knight from the opera dei pupi.
★ Instagram|Facebook|FurAffinity|Deviantart| Commission prices|Tapastic★
#artists on tumblr#oc#original character#dungeons and dragons#bastiana#bastiana the half orc#art#my art#colored work#traditional art#2023
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BELLISSIMA ! ❤
Se siete nati tra il 1950 e il 1980 leggetela !
1 – Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag…
2 – Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
3 – Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale…
4 - Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i più fortunati che avevano
strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari
scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con
cespugli, non con auto!
5 – Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo
cellulari… cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile….
6 – La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia
(si, anche con il papà).
7 – Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una
Denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
8 – Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare…
9 – Non avevamo playstation, nintendo 64, x box, videogiochi , televisione via cavo con 99
Canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su
Internet … avevamo invece tanti amici.
10 – Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
11 – Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
12 – Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità … e imparavamo a gestirli.
La grande domanda allora è questa: come abbiamo fatto a sopravvivere ?
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Uomini Contro.....
TONINO GUERRA
Uomini contro è un film del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano. Ambientato nella prima guerra mondiale,
oggetto dei comizi del generale De Lorenzo, abbondantemente riprodotti attraverso la televisione italiana Ambientato nell'Altopiano di Asiago durante la prima guerra mondiale, intorno al 1916, il film è incentrato in particolare sul Monte Fior che, inizialmente in mano italiana, viene abbandonato e lasciato in mano all'esercito austriaco, che lo rende un'inespugnabile fortezza.
Tonino Guerra, Raffaele La Capria, Francesco Rosi Produttore Francesco Rosi, Luciano Perugia Casa di produzione Prima Cinematografica, Dubrava Film Fotografia Pasqualino De Santis Montaggio Ruggero Mastroianni Effetti speciali Zdravko Smojver Musiche Piero Piccioni Scenografia Andrea Crisanti Costumi Franco Carretti, Gabriella Pescucci Trucco Massimo De Rossi Interpreti e personaggi Gian Maria Volonté: tenente Ottolenghi Pier Paolo Capponi: tenente Santini Alain Cuny: generale Leone Franco Graziosi: maggiore Ruggero Malchiodi Mark Frechette: tenente Sassu Nino Vingelli: soldato presunto autoferito Mario Feliciani: colonnello medico Daria Nicolodi: crocerossina Giampiero Albertini: capitano Abbati Bruno Pischiutta: soldato Baionetta Alberto Mastino: soldato Marrasi Tonino Pavan: tenente Pavan Brunetto Del Vita: colonnello
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Avvertenze: scritto da ubriaco, mai riletto
9 Tra alcol e alieni
L’indecisione se scrivere o meno è forte. Mi ero promesso di restare lontano dal telefono, moderna carta e penna, però i pensi continuano a richiamarsi per via dell’alcol. Prima mi chiedevo come si chiamasse il barman, poi mi sono ricordato una citazione di Shakespeare che “una rosa avrebbe lo stesso profumo anche se si chiamasse con un nome diverso”, quindi l’effimeratezza del nome. A questo ho collegato anche l’accademia di Lagado de “I viaggi di Gulliver” dove le parole risultano talmente superflue che gli scienziati portano dietro dei carretti carichi di robe da mostrare. Ricordi del liceo di 10 anni fa. Quanto siano attendibili non so, ma concettualmente li capisco. Quando il nome diventa solo una convenzione sociale, non esiste… alla fine sono solo suoni, al limite della teoria delle stringhe: una vibrazione che in qualche modo dà significato alla realtà, forse anche esistenza. Non so, questioni fuori dal mio campo di studi ma che mi affascinano. Forse un giorno saprò fregarmene di tutto e studiare tutto quello che voglio, quando la malattia e la sonnolenza se ne andranno. Spero presto. Ho sempre vissuto per il sapere e già dalle elementari volevo essere uno scienziato, nel senso più largo del termine. Come un Leonardo. Volevo sapere di tutto un po’ per non aver problemi a destreggiarmi tra i problemi, a danzare tra la conoscenza collegando tutto a tutto. Già, come se fosse una teoria del tutto ma non solo della fisica, anche della biologia, medicina, matematica, informatica, arte ecc… Se avessi tale concezione molto probabilmente sarei indistinguibile da un Dio. Del resto una specie superiore alla nostra con tale conoscenza come potremmo pensarla come aliena e non come divinità? Alla nostra visione sarebbe tutti esseri soprannaturali. Alla fine questa è la visione delle civiltà cosmiche, mi fermo perché tra il paradosso di Fermi, le simulazioni, la teoria delle civiltà non mi ricordo molto e non vorrei commettere altri errori.
Piccolo stacco derivato da conversazioni sulle ragazze di oggi. Spesso è difficile trovare qualcuna che non sia solo carne, che abbia quell’elemento della passione mentale che quando la penetri non è solo con il cazzo ma le entri in mente. L’unione tra le menti, quando l’atto sessuale si compie ti estranei, derealizzi, depersonalizzi. Entri nella sua mente. Il corpo diventa solo come un tramite con data di scadenza. Io parlo del sesso, amore, riproduzione o qualsiasi altro termine associabile a due che scopano come una sintesi tra corpi. Un mito delle metà di Platone portato all’estremo. Ho sentito di alcune droghe che annullano il tuo io, qui sto parlando di un’azione naturale ma al tempo stesso innaturale data dal fatto che noi siamo esseri con coscienza e pensiero. Va bene, basta scopate che mi sembrano precluse. Posso andare ad escort, posso gustarmi la “carne” come un lupo gusta un agnello… ma dove sta il mio vero banchetto se non nella mente? Se non distruggere l’altra persona attraverso l’orgasmo, farla perdere da se stessa, di se stessa per far sì che sia parte di me e che diventi quasi maestro di vita? Mi chiedo spesso se questi pensieri siano comprensibili siccome sono flussi di coscienza, sgrammaticati, scorretti nella consecutio temporum… è inutile… mischio sesso ed erotismo alla grammatica e alla cultura. Non riesco a separarle.
Basta pensare, ma fa parte di me. Ho provato a scindermi tra animale ed umano ed ho fallito. Forse dovrei far imparare a convivere queste due nature e come Machiavelli usare sia leone che volpe. Ci proverò, magari è la soluzione.
Alieni noi? Io mi alieno da tutto questo. Che ho da perdere? Che ho da essere impopolare nel leggere un libro mentre bevo birra e whiskey come Bukowski in un pub? Nulla! Che ho da perdere nell’essere me stesso, la versione migliore o peggiore? Nulla! Sono già il nulla e non posso rischiare niente. Ho solo da guadagnare. Quindi domani, sabato, mi porto dietro un libro di Bukowski da leggere con il suo drink preferito. Va bene comunque. Magari sarai la scusa giusta che aspettavo da tempo per parlare con qualcuna. Ci sta. Sperimentiamo come ogni artista nei secoli. Mi ricordo quando non sapevamo che cazzo fosse la prospettiva nei quadri e l’abbiamo trovata.
#scrittore#scritto da me#poesia#scritto mio#poeta maledetto#poeta di tumblr#movimento emancipazione poesia#poeta della serra#poeta italiano#scrittori#citazioni letterarie#lettera d'amore#letteratura#alcolici#alcolismo#alien isolation#alieni#scrittore italiano
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Sono ingenti i danni che il maltempo ha fatto su Orbetello
A Orbetello chiesto lo stato di calamità. Alberi caduti su roulotte e bungalow, ombrelloni portati via dalla spiaggia una strada chiusa. A Orbetello dopo la nottata di maltempo si fa la conta dei danni. L’assessore Roberto Berardi è stato in piedi tutta la notte per seguire l’evolversi della situazione assieme a Chiara Piccini, Marco Quaglia e all’ingegner Luca Carretti dirigente dei lavori pubblici del Comune. La strada della Valentina è stata a lungo interrotta, il vento ha spezzato la palma che si trovava davanti al Duomo di Orbetello, in piazza Giovanni Paolo II, alle Saline sono stati portati via lettini e ombrelloni forse da una tromba d’aria che avrebbe colpito anche il campeggio. Un pino è caduto sulla roulotte di servizio di un ristorante e un altro su un bungalow. Sette-otto piante da un giardino privato sono cadute sulla strada della Giannella bloccandola. I Vigili del fuoco hanno prima messo in sicurezza l’Aurelia, letteralmente cosparsa da un tappeto di aghi di pino, poi le altre strade. Ci sono intere file di pini sradicate dal vento. A Fonteblanda quattro grosse piante sono cadute tutto attorno ad una casa che fortunatamente non è stata colpita. Al momento sono al lavoro le squadre della Protezione civile che hanno operato tutta la notte. «Stamani sono previsti una serie di sopralluoghi – afferma Roberto Berardi – anche nei parchi e nei giardini delle scuole in vista della riapertura». Read the full article
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Campomarino - Palio delle oche
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#stendardo#bandiera#carretto#carretti#oche#oca#contrada#contrade#Campomarino#molise#palio delle oche#santo#cultura#tradizione#corteo
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Torino: vendita illegale di prodotti accessori da fumo
Torino: vendita illegale di prodotti accessori da fumo. Nell'ambito di un'operazione finalizzata al contrasto della vendita illegale di prodotti da fumo, gli agenti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Torino hanno denunciato in stato di libertà un cittadino cinese gravemente indiziato di vendita di generi di monopolio senza autorizzazione o acquisto da persone non autorizzate alla vendita. L'attività ha avuto luogo nel mercato rionale di Porta Palazzo dove sono state controllate diverse attività commerciali di vendita ambulante. Nello specifico, a seguito di accurato controllo dei banchi e dei carretti posti nel retro dei banchi, gli operatori hanno rinvenuto 84.393 filtri e 32.486 cartine per un peso complessivo di oltre 5 Kg. Il titolare del banco è stato nuovamente denunciato in stato di libertà per violazione dell'art.96 della legge 907/42 con contestuale sequestro dei prodotti accessori ai tabacchi da fumo. Lo stesso commerciante era già stato denunciato per la medesima violazione e i prodotti, per un peso complessivo di oltre 15 Kg consistenti in 219.464 cartine e 143842 filtri, sottoposti a sequestro. Eventuali periodi di chiusura degli esercizi in oggetto a carico dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell'indagato, sino alla sentenza definitiva.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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L'Arte degli oliandoli.
Gli oliandoli facevano parte delle Arti Minori e si riunirono in una Corporazione nei primi anni del Trecento. Come facilmente comprensibile dal nome, l’arte degli oliandoli comprendeva tutta la filiera dell’olio, dalla raccolta delle olive fino alla vendita finale. Per entrare nel dettaglio, facevano parte degli oliandoli i gestori di frantoi, i commercianti – all’ingrosso e al minuto – di olio, i venditori ambulanti che non soltanto vendevano olio, ma anche stoviglie e masserizie varie, girando per le vie cittadine con i loro carretti e gridando per richiamare l’attenzione delle massaie, e tutti coloro che avevano un “posto fisso” nelle piazze o ai canti delle strade per vendere olio e altri prodotti.
La corporazione degli Oliandoli scelse come protettore San Bartolomeo, che si festeggiava il 24 agosto. Inoltre, a dicembre, dopo la spremitura del nuovo raccolto, nella chiesa di Santa Maria degli Ughi, veniva offerto l’olio per alimentare le lampade votive della Vergine. Per il 15 agosto venivano donati dei ceri.
L’arte non possedeva una nicchia esterna in Orsanmichele, per cui decorò un pilastro interno, prima con un San Bartolomeo di Niccolò Gerini e in seguito con una tavola, sempre di San Bartolomeo, eseguita da Lorenzo di Credi. Gli Oliandoli smerciavano l’olio entro i tipici “orciolini”, della capacità di circa 33 litri. L’olio della prima spremitura era destinato al consumo alimentare, mentre le successive spremiture, di qualità nettamente inferiore, erano utilizzate per fabbricare saponi e per l’illuminazione, il cosiddetto “olio lampante”. L’illuminazione ad olio era infatti comune non soltanto nelle case, ma anche nelle strade, sui tabernacoli o sui principali edifici pubblici, come ad esempio il Palazzo dei Priori. Ai tempi di Dante, la corporazione degli Oliandoli, oltre a disciplinare la produzione dell’olio di oliva, si occupava della tutela e rappresentanza degli iscritti all’arte e della formazione degli addetti ai lavori dell’olivicoltura. A Firenze esiste tuttora Piazza dell’Olio, che è il luogo in cui si teneva il mercato specializzato di questo alimento, tassativamente prodotto seguendo i dettami della corporazione. Quali fossero questi dettami, è presto detto: raccolta a mano delle olive dagli alberi, operazione detta “brucatura”; le olive venivano messe in ceste di castagno legate alla cintola dei raccoglitori e portate al frantoio dove venivano frante, con grandi macine in pietra, provenienti dalla cava di Montici. La pietra di questa cava era particolarmente dura e quindi più adatta a questa operazione. Firenze era ricca di botteghe specializzate nella vendita di olio, raggruppate specialmente nella zona del Mercato Vecchio e di Via Lambertesca; oltre a venir usato per scopi alimentari, l’olio veniva impiegato sia nella lavorazione dei tessuti (gli artigiani lanieri lo usavano per ungere e donare brillantezza ai propri tessuti) e per illuminare strade e abitazioni.
Questo accresceva il fabbisogno del prezioso oro liquido e per questo ben presto la Toscana si trovò ad avere una quantità di uliveti insufficiente per un’adeguata produzione di olio. La “Tavola delle Possessioni” di Siena riporta infatti che all’epoca di Dante Alighieri risultava una insufficienza di uliveti rispetto alla domanda interna di “liquore di ulivi” (termine con cui Dante definiva l’olio); per questo le autorità imposero “per la negligentia de’ nostri lavoratori che non piantano et pongono ulivi”, ad ogni possidente e per ogni appezzamento di terreno per la cui lavorazione occorrano due buoi, la messa a dimora di due piante di olivo, quota che dopo poco tempo verrà raddoppiata. Per i toscani l’olio di oliva era “una de le quattro cose più necessarie alla vita dell’uomo” e bisogna ringraziare il lavoro degli oliandoli se oggi la nostra regione può vantare un olio eccellente, conosciuto ed apprezzato ovunque. Nel 1536 l’Arte degli Oliandoli, diventata abbastanza influente e che si era già unita con i Pizzicagnoli, si unì anche con i Beccai, una corporazione potente che racchiudeva al suo interno macellai, pescivendoli e gestori di osterie e taverne. Nel 1770, le soppressioni delle corporazioni attuate dal governo granducale, fecero confluire gli oliandoli, assieme a tutte le altre arti, nella nascente “Camera di Commercio”.
Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
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Matthias Schonweger Saldi a cura di Valerio Dehò
Vanno fatte alcune considerazioni attorno al kitsch, terribile e affascinante categoria artistica emersa e teorizzata negli anni Sessanta. Intanto è cambiata la sensibilità che lo accolse ed è cambiato anche il gusto: nella moda, per esempio, convivono il minimalismo di Prada con gli eccessi di Westwood o Cavalli. Anche il pubblico è diverso e si è fatta l'abitudine ad accostamenti un tempo giudicati stravaganti . Si può dire che il kitsch abbia vinto? Forse sì, ma soprattutto questa categoria che opponeva la cultura alta a quella bassa, una cultura che fungeva da modello e l'altra che la imitava maldestramente, ormai si è dissolta nell'evoluzione della società e dell'arte. E' accaduto che è scomparso il problema, che gli effetti di un'antica opposizione sono diventati nulli. Il kitsch mostra anche i segni di una riappropriazione da parte degli artisti delle linee basse della comunicazione perchè altrimenti non si capirebbe la lezione delle avanguardie storiche senza il tentativo di far scendere la soglia linguistica del codice artistico fino ai sensi del popolo. E' come portare il ludico nell'arte, come ha sempre fatto Matthias Schonweger, e naturalmente questo comporta l'uso dell'ironia e non quella dell'accettazione di modelli decisamente stuporosi e baloccheschi: l'arte è critica della società e dei modelli di rappresentazione. Un Duomo di Milano di zucchero o il Bacio di Rodin rifatto in fotografia a colori da due aitanti francesi d'aujourd'hui, li puoi far entrare nel mondo dell'arte attraverso la porta del gioco. Del resto cosa fece il sommo Duchamp con i celebri baffi alla Gioconda e cosa fece con le sue inquietanti bambole Bellmer? Le avanguardie, non ultima la grande apoteosi Fluxus che scaturì 40 anni fa, hanno saccheggiato l'universo ridondante del kitsch: basti pensare a quell'eccessivo di Ben Vautier e ai suoi carretti siciliani ricolmi di cianfrusaglie raccattate nei mercati di pulci delle periferie o direttamente dai cassonetti della spazzatura. Il kitsch in fondo contiene non solo la solenne lezione delle avanguardie dal Dada ai fluxisti, ma anche l'approccio popolare di chi vuole dall'arte il piacere del caos, dello sberleffo, dell'inesauribile riserva di possibili meraviglie che hanno origine dall'assemblaggio degli oggetti comuni. Questo Schonweger lo sa bene e la galleria-museo che ha creato a Merano nel Passaggio Steinach è una sintesi di come il kitsch si è evoluto ed è diventato parte integrante della nostra cultura. Inoltre conosce bene i suoi meccanismi perchè da 20 anni riesce a tessere sottili trame tra culture differenti, tra generi distinti, tra mondi incomunicabili. E lo fa senza lasciarsi andare a facili provocazioni, ma anzi restando al di sotto della soglia consentita per scandalizzare il pubblico, per èpater les bourgeois. Accade così che i giocattoli si mescolino con i santini, ma in questo modo scopriamo che questi sono veramente simili tra di loro, che l' origine della loro diffusione consiste nel fatto che sono realmente parenti. L'arte è scoperta, rivelazione di rapporti che non erano ancora stati pensati e dichiarati, ma che tuttavia esistevano.
Questa un'altra caratteristica del nuovo kitsch. Perduto il carattere frammentario ormai abbiamo di fronte delle poetiche rigorose anche se non rigide, Weltanschauung di singoli artisti, ma che sono comunque inscrivibili in una filosofia dell'arte (e della vita) che ci appartiene sempre di più. La mediazione tra culture può certamente portare al kitsch perchè gli accostamenti perdono di significati ulteriori e le stesse origini si mescolano. E' come trovarsi di fronte a delle nuove razze, a degli ibridi o a delle creature partorite dalla fantasia di genetisti ebbri. Non bisogna mai smettere di dubitare, ma certe volte da artisti come Schonweger impariamo delle associazioni che erano nascoste: questa è la sua vittoria sia quando assembla gli oggetti che quando crea nuovi giochi linguistici. Valerio Dehò, gennaio 2003
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Fumetti Italiani Vintage: El Gringo
http://www.afnews.info segnala: Testata: El GringoCollana WinchesterAnno: 1965Testi: Max BunkerDisegni: Paolo Piffarerio (Paul Payne), Enzo Carretti, Umberto Sammarini, Antonio Maria ConsiglioCopertine: Luigi CorteggiEditore: … Leggi e vedi il resto su Read More Outis Fumetti
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