#carlos amano
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homomilitia · 10 months ago
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marikoyoshida · 16 days ago
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Lady's Gong vol. 29 (レディースゴング29) - 1998.07.14
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kb9-ships-mistercriky · 10 months ago
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"We respect each other a lot, we get along because we are similar, simple people who deeply love what they do. On the pitch, however, on the other side of the net both he and I see an opponent."
Jannik Sinner on Carlos Alcaraz relationship
"Ci stimiamo molto, andiamo d’accordo perché siamo simili, persone semplici che amano profondamente quello che fanno. In campo, però, dall’altra parte della rete sia io sia lui vediamo un avversario."
-Jannik Sinner sul rapporto con Carlos Alcaraz
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vintagebiker43 · 1 year ago
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PERCHÉ NON CREDO IN DIO
di Carlo Rovelli:
“Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio: mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e ciascuna sincera, esistono al mondo.
Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.”
Carlo Rovelli,
fisico e saggista
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t-annhauser · 1 year ago
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All'amico Giacomo
Mi sarebbe proprio piaciuto parlare con Leopardi, al di là di tutte quelle fregnacce sul fatto che era pessimista, sì, era pessimista perché aveva capito che in questo mondo avrebbe irrimediabilmente dovuto aver a che fare con dei coglionazzi e delle sceme di prima categoria. Era anche spiritoso Leopardi, dotato di una leggerezza quasi infantile, e giocherellone. Consideriamo le seguenti lettere:
Non mi dir più che m'abbia cura, perché son guarito e sano come un pesce in grazia dell'aver fatto a modo mio, cioè non aver usato un cazzo di medicamenti [...] (al fratello Carlo)
e ancora
"E' così difficile il fermare una donna in Roma (...) sono piene d'ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno (credetemi) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi". (1822, sempre al fratello Carlo)
ma amore mio, fratello, avremmo potuto ribloggarci tutti i giorni e ridere del mondo insieme, ridere di quelle galline che non ti consideravano e dei celebrati poeti della patria che si prendevano gli onori al posto tuo e scambiarci i meme e le battute sul governo, il tuo spirito vive ancora e continueremo a portare avanti la fiammella qui, su tumblr, il social più leopardiano di internet.
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canesenzafissadimora · 8 months ago
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Un giorno un vecchio mi disse...
Quando incontri qualcuno, e questo qualcuno ti fa fermare il cuore per alcuni secondi,
fai attenzione: questo qualcuno potrebbe essere la persona più importante
della tua vita.
Se gli occhi si incrociano e in quel momento
c’è la stessa luce intensa tra loro... stai allerta, può essere la persona che stai aspettando
dal giorno che sei nato.
Se il tocco delle labbra è stato intenso,
se il bacio è stato appassionante e gli occhi
si sono riempiti di acqua in quel momento... rifletti, c’è qualcosa di magico tra voi.
Se il primo e l’ultimo pensiero del giorno
è per quella persona, se il desiderio di stare insieme arriva a stringerti il cuore...
ringrazia Dio, ti ha mandato un dono divino…l’amore.
Se un giorno doveste chiedere perdono
l’uno a l’altro per qualche motivo
e in cambio ricevere un abbraccio, un sorriso, una carezza fra i capelli e i gesti varranno più di mille parole... arrenditi, voi siete fatti l’uno per l’altro.
Se per qualche motivo fosse triste, se la vita
le avesse inflitto un colpo e tu sarai lì
a soffrire il suo dolore, a piangere le sue lacrime e asciugarle con affetto... che cosa meravigliosa! Lei potrà contare su di te
in qualsiasi momento della vita.
Se riesci col pensiero a sentire l’odore della persona come se si trovasse al tuo fianco,
e se la trovi meravigliosamente bella anche quando indossa un vecchio pigiama, ciabatte e ha i capelli arruffati.
Se non riesci a lavorare per tutto il giorno, emozionato per l’appuntamento che avete…
se non riesci ad immaginare in nessun modo un futuro senza quella persona, e se hai
la certezza che la vedrai invecchiare e,
anche così, sei convinto che continueresti
ad essere pazzo per lei.
Se preferiresti morire prima di vedere l’altra andarsene… allora vuol dire che l’amore
è entrato nella tua vita! È un dono!
”Poi sorrise e mi disse... “Molte persone
si innamorano molte volte nella vita,
ma poche amano o trovano un amore vero.
A volte lo incontrano e non prestano attenzione a questi segnali, e lo lasciano passare
senza accadere veramente.
È libero arbitrio.
Per questo, presta attenzione ai segnali,
non lasciare che le follie del quotidiano
ti rendano cieco alla miglior cosa della vita... l’amore!
Quello che è sincero non cambia mai!
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Carlos Drummond De Andrade
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colonna-durruti · 1 year ago
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Il Natale l’ho ereditato dalla mia famiglia proprio come gli occhi, il naso o i capelli. Va al di là della mia volontà, non l’ho scelto, e’ stato lui a scegliere me . Il Natale semplicemente mi capita, ogni anno, e ogni anno mi cattura e mi tiene in scacco per qualche giorno e poi, come è arrivato, se ne va . È un Natale che segue i riti e le tradizioni di una festa laica e non mi sento in difetto per questo , non ci leggo alcuna ipocrisia, lo sento prepotentemente e legittimamente mio e me lo tengo. Quindi voglio augurare un buon Natale a tutti, anche a quelli come me che non credono nel bue e nell’asinello e lo faccio con queste parole nelle quali mi riconosco e di cui voglio farvi dono: PERCHÉ NON CREDO IN DIO:
“Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio: mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e ciascuna sincera, esistono al mondo.
Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.”
Carlo Rovelli
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ambrenoir · 1 year ago
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PERCHÉ NON CREDO IN DIO, di Carlo Rovelli:
“Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio: mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e ciascuna sincera, esistono al mondo.
Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.”
Carlo Rovelli, fisico e saggista
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raikkonenvettels · 1 year ago
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4- (e ultimo punto giuro scusa 💀) as a fellow simi enjoyer, a me fa impazzire la lore di: a) kimi che era il pilota preferito di charles e seb che era il pilota preferito di carlos b) charles che avrebbe voluto gareggiare con il 7 ma già ce l'aveva kimi, mentre carlos avrebbe voluto gareggiare con il 5 ma ce l'aveva seb c) charles che ha debuttato in sauber come kimi, carlos che ha debuttato in toro rosso come seb d) charles che si è spostato in ferrari prendendo il posto di kimi e carlos che si è spostato in ferrari prendendo il posto di seb
amo non scusarti mai, anche perché questo è il mio punto preferito (chissà perché…………..)
allora prima roba hellooooo???? fellow italian simi enjoyer???? anon noi due ci dobbiamo sposare asap 😩 (jk jk, però se vuoi venire mai a parlarmi della simi, i miei ask e i miei dm sono assolutamente aperti e disponibili 👀 (i am desperate))
seconda cosa I PARALLELS TRA LE DUE SHIP SONO >>>>>>>>>> (e tu ne hai indicati solo alcuni, che tra l’altro sono davvero scelti bene, quindi bravx mi complimento!!!)
in pratica charles è il parallel di kimi, all’inizio diffidente e con problemi ad aprirsi e ad attaccarsi alle persone, ma una volta apertosi diventa quella persona che ci tiene più di chiunque altro, sempre pronto a proteggerti, consolarti e ad essere lì per te (e che forse a volte si attacca troppo per poi essere deluso e perdere persone per lui importanti…). entrambi hanno anche avuto lutti pesanti da digerire (es. entrambi hanno perso il padre giovani), e conservano sempre il ricordo di queste persone care. also also entrambi sono molto molto attaccati alla famiglia e praticamente la mantengono (kimi ha praticamente sistemato suo fratello e i suoi genitori prima di tutto, e così anche charles con lorenzo arthur e pascale)
mentre carlos è il parallelo di seb, solari ed estroversi, sono tutti e due estremamente passionali in tutto ciò che fanno e non hanno mezze misure (soprattutto in ciò che amano, xhe sia la f1 o due certi soggetti…). sono persone con cui risulta molto semplice aprirsi (cough cough) e essere se stessi senza giudizi. entrambi ad un certo punto sono stati visti con una luce cattiva (vedi: seb in redbull/carlos che viene considerato uno stronzo egoista), ma quelli più vicini a loro sanno che queste descrizioni sono la cosa più lontana dalla verità possibile.
cazzo quanto amo tutti e quattro, cosa farei senza di loro 😭
giuro che potrei parlare all’infinito di questi quattro ma per non allungare troppo il papiro mi fermo qui per ora ahah
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mancino · 1 year ago
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“Molte persone si innamorano molte volte nella vita, ma poche amano o trovano un amore vero. A volte lo incontrano e non prestano attenzione a questi segnali, e lo lasciano passare senza accadere veramente. E’ libero arbitrio. Per questo, presta attenzione ai segnali, non lasciare che le follie del quotidiano ti rendano cieco alla miglior cosa della vita: l’amore! Quello che è sincero non cambia mai!..💙
Carlos Drummond de Andrade
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ultimaedizione · 1 year ago
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Il premierato e la paura della democrazia - di Carlo Polvara
La nuova piccola, riforma prevede l’elezione diretta del premier.  Ottima idea per catturare consensi soprattutto nei giovani. Loro, infatti, amano questo tipo di sistema più democratico possibile e soprattutto più veloce e deresponsabilizzante. Devi indicare un solo personaggio. Del resto, funziona così il loro piccolo mondo (da molti adulti ben costruito in questi anni). Come nei concorsi di…
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valentina-lauricella · 1 year ago
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"Chi prova troppo..."
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"[...] Trattando, è cosí difficile il fermare una donna in Roma come in Recanati, anzi molto piú, a cagione dell’eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispirano un interesse al mondo, sono piene d’ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno (credetemi) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi. Il tutto si riduce alle donne pubbliche, le quali trovo ora che sono molto piú circospette d’una volta, e in ogni modo sono cosí pericolose come sapete."
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Le aspettative di Giacomo, lontano da casa, erano evidentemente di genere vario. Dal piano della riflessione esistenziale, il colloquio a distanza con il fratello è passato a toccare, sul tema delle donne che "non la danno", un tasto di piú confidente complicità cameratesca. Ma Carlo, com’era facile prevedere, nonostante le tante prove che gli sono state portate in contrario, resta della sua idea, e lo dice senza peli sulla lingua nella risposta del 12 dicembre:
"Io non so contraddire in dettaglio a tutti i ragionamenti che tu mi fai, ma in massa, mi pare che abbi torto, e grande. […] Sicché chi prova troppo non prova un cazzo."
Con le premesse di tale disposizione psicologica, che Carlo liquidava con sbrigativa franchezza, Giacomo visse a Roma isolato e in solitudine, indifferente alla magnificenza della città, deluso dalla mediocrissima cultura prelatizia e antiquaria, onde frequentò per lo piú dotti stranieri che giudicava "ben altra cosa che i Romani", come il grecista Friedrich Wilhelm Thiersch, professore a Monaco, ma soprattutto l’archeologo prussiano Christian Bunsen e lo storico Barthold Niebuhr, ambasciatore di Prussia a Roma dal 1816 al 1823. Sconfortato dall’esperienza a lungo desiderata della grande città, a tu per tu con se stesso, afflitto dalla latitanza d’affetti che ovunque lo inseguiva, scrisse al fratello Carlo: "Amami, per Dio. Ho bisogno d’amore, amore, amore, fuoco, entusiasmo, vita: il mondo non mi par fatto per me".
(Da Leopardi, Gino Tellini)
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marikoyoshida · 22 days ago
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Lady's Gong vol. 29 (レディースゴング29) - 1998.07.14
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abatelunare · 2 years ago
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Gufate reali
Poco prima dell’ora di cena finisco sul Tg5. C’è un servizio sui reali d’Inghilterra. Secondo cui i cittadini britannici amano moltissimo i successori di Re Carlo. Vale a dire, William e sua moglie. Concludendo il servizio, la giornalista se ne esce con un e non dovranno aspettare molto. A me sembra una gufata terrificante nei confronti del sovrano fresco di incoronazione. Magari, però, mi sbaglio.
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lunamarish · 2 years ago
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Solamente chi trae l’un dopo l’altro i giorni lontano dagli affetti che prima non si guastano e troppo tardi si apprezzano e amano, può comprendere quanto sia il rimpianto dei beni ignorati per l’anima che si ammala di nostalgia.
Carlo Maria Franzero
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micro961 · 11 days ago
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“Tutto è bene quel che finisce”: i Fangosberla pubblicano l'Ep di debutto
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Anticipato dal singolo e video "Mai al margine", la band math rock dei Fangosberla pubblica l'EP di debutto "Tutto è bene quel che finisce" (Ghost Record/Believe). L'Ep di sei tracce è disponibile sia nei principali digital stores che in formato fisico.
Queste le dichiarazioni dei Fangosberla:
“Sei tracce che sono nate in maniera così spontanea da diventare un esatto proseguo di tutti e noi cinque, sei tracce con le quali vogliamo parlare a tutti* coloro che conoscono l’horror vacui, che hanno avuto a che fare con un’adolescenza da pugni duri sui muri e lividi sempre in vista o che magari la stanno vivendo proprio ora, a tutte quelle persone che conoscono la depressione e l’ansia, quelle da manuale, non quelle di cui si parla per sentito dire, quelle che ti spezzano le ali, quelle che ti annientano lo sguardo. Troverete però anche parole d’amore, amore vero, e di amicizia, quella che ti salva dai dirupi, quella che non ti fa mai sentire al margine.
Questi pezzi li dedichiamo a tutti* coloro che la società riconosce come “strani”, ai “weird”, ai “freak”, a tutti* coloro che sono caduti* così tante volte da non tenerne più il conto, a tutti* coloro che però, nonostante tutto, non perdono la voglia di amare, di sperare, di abbracciarsi.”
Le tracce in breve spiegate dalla band:
Apriamo con “Fango”, unico brano in lista ad essere solo strumentale, una intro classica che dà la giusta spinta di apertura a “Come le ombre ad Hiroshima”, secondo pezzo, dove scorre vivo un dialogo tra due parti, una giovane adolescente che tenta il suicidio e la sua depressione con cui combatte e, alla fine, vince non sconfiggendola ma imparando a viverci passo passo, abbracciando però la vita. Andiamo avanti con il terzo pezzo, “Angoscia”, un brano che tratta un tema popolare, l’amore difficile che si rincorre, due persone che si amano a modo loro ma che non riescono mai davvero ad avvicinarsi, che si rincorrono per diminuire le distanze fisiche e mentali, un amore angosciante per la parte che poi non viene più accolta e contraccambiata ma anche per l’altra che si è dovuta necessariamente allontanare per preservarsi da quel continuo farsi male a vicenda senza nemmeno volerlo. Si passa al quarto pezzo, “Mai al margine” che è stato anche il nostro primo singolo è un brano che tratta il tema dell’amicizia, quella vera, viscerale, che ti dà modo di aprire gli occhi senza farti male, che ti recupera dal baratro senza mai giudicare, quella che ti sta accanto nei momenti più bui come in quelli più luminosi senza distinzione, godere e soffrire all’unisono, amandosi come anime affini, sperando nel bene comune. “Come Tōru”, quinto brano in lista si muove tra le pagine di “Norwegian Wood”, famoso romanzo di Murakami H., sposandone il sapore dolce amaro del finire adolescenziale per passare all’età adulta, vivendo perdite dolorosissime, dovendo necessariamente sviscerare il proprio inconscio per trovare il modo di stare al mondo, amando come si riesce, perdonando e imparando a perdonarsi. L’EP si chiude con “Sberla”, outro che inizialmente era unicamente strumentale ma che in fase di produzione ha visto nascere un testo, dove l’urlo continuo dialoga con una parte in ascolto molto vicina a sé, quella parte può essere vissuta dall’ascoltatore come una persona con la quale si vive un momento critico e doloroso ma anche come la propria parte interiore restia al cambiamento, alla crescita, quella parte abituata al caos che reitera continuamente nell’errore e nell’autodistruzione, ma chi urla non ha più intenzione di fermarsi, è in un momento di caduta libera e ora sa che vuole planare con cura e toccare terra senza più schiantarsi, quindi è finalmente pronta a lasciare andare chi o cosa non vuole guarire.
Storia della band
I Fangosberla sono una band screamo italiana, influenzata fortemente dai generi shoegaze, post rock e math rock. Nascono a Cagliari nel finire dell’estate 2023, formati da Carlotta (testi e voce), Daniele M. (batteria), Daniele P. (chitarra), Marco (chitarra e seconda voce), e Chiara (basso).
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