#canzone contro la paura
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“…ma non ti sembra un miracolo che in mezzo a questo dolore e utto questo rumore… a volte basta una canzone…anche una stupida canzone…solo una stupida canzone a ricordarti chi sei…”
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Brunori Sas Canzone contro la paura
youtube
A volte basta una canzone, solo una stupida canzone, a ricordarti chi sei....
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ogni mattina faccio un tratto di strada a piedi per arrivare in ufficio (ma tipo 10 minuti) in cui godo con qualche canzone nelle cuffiette, stamattina avevo voglia di deprimermi con alcune canzoni di tananai e fin qui
mentre cammino mi trovo davanti un tizio che ascolta anche lui musica ma letteralmente canticchia e balla per strada in modo cringissimo (tipo jim carrey in una settimana da dio per intenderci)
“vabbè resisto”, mi dico
e INVECE NO PERCHÉ affianco a sto tipo c’era una signora di non so che paese lontano che urla dal nulla “bevete il sangue di dio che è come una droga non potrete farne a meno”
“vabbè resisto”, mi dico
e INVECE NO PERCHÉ poco più avanti un signore per leggere la fermata del bus fa uno scatto stranissimo davanti ad una ragazza che letteralmente salta in aria dalla paura
a quel punto scoppio a ridere, tolgo le cuffiette e mi dico che se la vita non mi vuole depresso chi sono io per andarle contro
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MOMENTO MOMENTO
Ho flashato una cosa:
2018 Luca Barbarossa porta a Sanremo Passame er' sale
Canzone TUTTA IN ROMANO!!!
MA CHE CIRCO QUEST'ANNO ALLORA!!!!
(Robbato pure lui, opinione personale)
Guarda voglio evitare di parlare della parola che inizia con R e finisce con azzismo che si ha verso una specifica parte d'Italia perché sennò mi danno della vittimista
Perché Luca Barbarossa mai nella vita avrebbe vinto Sanremo, non ha la fanbase di Geolier, fargli terra bruciata attorno sarebbe stato fiato sprecato.
Geolier faceva paura, e infatti per non farlo vincere abbiamo visto fino a che punto si sono spinti, e non parlo solo del sabotaggio di ieri, ma di tutta la campagna mediatica contro iniziata da quando è uscito fuori il suo nome tra i partecipanti.
Comunque ti posso citare anche un Van De Sfroos nel 2010 che portò una canzone in comasco a Sanremo, arrivando quarto, o perché no, dei Tazenda in sardo nel 1991, ma pure il napoletano in sé non è la prima volta che viene portato a Sanremo. Ripeto, qua il problema è che a differenza di tutti gli artisti citati: Geolier avrebbe vinto.
(E Luca Barbarossa assolutamente robbato, la top 5 se la meritava tutta)
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IL PIACERE PROIBITO
Vite che non sbocciano, che non ingranano, adulti mai nati, fermi, bloccati dentro scomodi grembi.
La patologia più grave, che per la scienza non è incasellata tra le patologie, è quella dei MAI NATI.
Ci sei, sei qui, cammini, guadagni, parli, fai sesso, viaggi, acquisti eppure non sei tu.
Non è la tua vita.
La vita è altrove.
Le cose accadono ma non a te.
La gente svolta, cambia, evolve, e tu sei fermo, come nel gioco dell’oca “fermo un altro giro”, e sto giro conta 40,50, 60 anni.
Sensazione di vivere espropriati da se stessi, 007 senza licenza di vivere.
Senza licenza per vivere ciò che piace davvero, perché il resto viene facile.
Il piacere è proibito, ciò che ami e desideri davvero, non osi nemmeno pensarlo ad alta voce e nemmeno dentro te.
E sapete quando il piacere diviene come la mela per Adamo ed Eva?
Quando si è mantenuta fede al patto depressivo familiare, quando stare bene è un fottuto reato, quando ci si è dovuti spegnere il fuoco da soli per non far sentire spenti quegli altri, quando la madre era invidiosa, troppo egocentrica, un seno cattivo direbbe la psicanalisi.
Il piacere di esserci e di Osare, di ardere, fare casino, essere eccessivi, essere creativi, sboccati, sopra le regole, affamati, voraci di vita.
Ma il piacere è soprattutto muovere il passo verso dove punta il cuore; il mai nato, lo vede! E va.. da un’altra parte.
E non è paura.
Non è sabotaggio, è per antico divieto materno.
È per sacro sigillo di stantìa fedeltà.
E dove è andata a finire tutta questa spinta? Repressa, dentro, sotterrata.
Come un sepolto vivo che ha giusto un foro per l’aria.
Si avverte violento il desiderio di rivalsa, di mordere la vita, di prenderla a calci in culo, di far vedere a tutti chi sei, ma ormai il tuo fuoco è spento, e sei così devastato dentro che non hai la forza per andare contro quell’invisibile mano che continua, giorno, dopo giorno, dopo giorno, a versarci acqua.
Quella mano è la tua, e con una mano vorresti accenderti e con l’altra, sei un pompiere.
Quella vita non nata, paralizzata dentro un gelido sepolcro, da cui spunta qualche foglia, ma non il tuo fiore, è la tua, la tua vita incatenata ad un antico tradimento, forse prima che nascessi, prima di emettere il primo respiro, eri già consapevole che sarebbe andata così.
E credo, niente per l’essere umano sia più tragico di questa frase, non per nulla tratta dalla canzone “Hurt” :
You are someone else, i am still right here e cioè vedere che i fiori sbocciano, crescono, fanno frutti e tu sei lì che non muovi un passo.
C’è tutto quel che ti serve per germogliare, ma tu in qualche modo senti che non lo puoi fare, che ti è vietato, che i piaceri e le gioie della primavera sono vietate, che il pullulare degli amoretti estivi puoi guardarlo da una cartolina, che le rondini svolazzano e tu sei estraneo a quella primitiva contentezza.
Ci sono figli che Dio non sa aiutare per quanto incastrati nelle loro angosce antiche, figli incasinati, figli disperati, che respirano flebili, accucciati nel fondo di un congelatore come una busta di surgelati.
Non so se questi figli vedranno mai la luce.
Forse non basta una vita, forse ce ne vogliono due, tre o chissà quante.
E non fatevi ingannare: non basta la volontà o il senso di responsabilità e non è vero che è tutto nella testa.
Anzi.
È una briglia marchiata nel DNA, è una paralisi dell’essere, che senza le giuste mani, rimane inoperabile.
YOU ARE SOMEONE ELSE
I AM STILL RIGHT HERE,
Cantavano i nine inch nails, ma molto meglio resa dall’immenso Johnny Cash, vero campione del soffrire e dell’autodistruzione, da buon pesci qual’era, salvato in estremis da June Carter, sua devota moglie cancerina.
È vero e lo credo che queste vite mai nate possano trovare la loro primavera grazie a un’ostetrica dell’anima.
Non ci si toglie dal ghiaccio infernale a mani nude, quando già si è privi degli strumenti per camminare.
Ci vuole Virgilio, ci vuole June, ci vuole un amore che ti strappi da quel grembo di eterna cova.
Che tutti i mai nati possano trovarne uno, non importa sotto quale forma, sotto quale veste, che si manifesti a voi, che sappiate riconoscerlo, e lasciatevi trarre in salvo.
Qualcuno nasce da solo, qualcuno no.
ClaudiaCrispolti
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“ La violenza dei giorni del colpo di stato, la brutalità della repressione, l’avevano solo sfiorata. Anche quando ne parlava a anni di distanza; anche quando raccontava episodi sinistri o atroci le brillavano gli occhi, e diceva, sai, è strano, ma di quel periodo ho anche ricordi bellissimi. Aveva avuto fortuna. Nessun militare aveva sfondato la porta di casa sua o portato via membri della sua famiglia, non aveva visto cadaveri: il primo sarebbe stato quello di una ragazza, lanciato di notte dai militari dentro al recinto dell’ambasciata. Ma questo è successo quando Iris era già al sicuro, e anche mettersi al sicuro era stata un’avventura a lieto fine. Avevano preso un taxi, di notte, lei e una sua amica; l’amica era terrorizzata, lei no; erano scese a un paio di isolati di distanza; arrivate di corsa sul posto senza che nessuno le fermasse, Iris si era appoggiata con la schiena al muro dell’ambasciata, poco piú di due metri, e aveva unito le mani facendo scaletta; l’amica aveva preso lo slancio arrivando in cima, e con una gamba di là e una di qua l’aveva aiutata a tirarsi su. Dall’altra parte avevano rischiato di atterrare addosso a uno con un braccio al collo, seduto per terra proprio sotto il muro, a fumare; le aveva perdonate con un sorriso e si era raccomandato di far piano: all’interno dormivano. Sarà stata giovanile incoscienza, sarà stato per la tendenza delle persone per bene a negare il male se proprio non ci vanno a sbattere contro, ma Iris non ricorda di aver avuto paura in quei giorni.
Nell’ambasciata c’era di tutto: dirigenti socialisti e comunisti di mezz’età insieme a ragazzi finiti nei guai per aver scritto uno slogan su un muro; adolescenti soli e famiglie con bambini; i severi militanti di partito e i cosiddetti cani sciolti, che non facevano parte di nessuna organizzazione e le criticavano tutte. Qualcuno di loro era stato arrestato, qualcuno torturato. Tutti ce l’avevano fatta per un pelo, nessuno sapeva come sarebbe andata a finire; ma c’era anche allegria: si respirava, dice Iris, non tanto la sconfitta (a quella ci avrebbero pensato dopo), ma il profumo della vita che, a dispetto di tutto, va avanti. Ecco che non c’erano piú lezioni, serate noiose in famiglia, zie beghine che cautamente indagavano sulla sua vita sentimentale. Quasi tutti nell’ambasciata erano simpatici; tutti erano preoccupati, molto; e alcuni, i cosiddetti contagiosi, trasmettevano agli altri la loro agitazione; ma bastava spostarsi di venti metri per trovare un gruppetto dove si cantava una canzone o si discuteva di letteratura. In quei giorni Iris ha perso la verginità: probabilmente in simultanea e, dice, praticamente a contatto di gomito con un paio di altre ragazze. Si dormiva per terra, su materassi forniti dalla croce rossa, in tanti in ogni stanza. Il personale dell’ambasciata aveva cercato di mettere un po’ d’ordine, per esempio destinando a ragazzi e ragazze due piani diversi della palazzina, con in mezzo, a separarli, le famiglie. L’unica conseguenza era stata, ogni notte, un intenso traffico sulle scale. Ovviamente, arrivati a destinazione, di intimità neanche a parlarne; ma, dice Iris, a quell’età ci si adatta a cose ben peggiori. “
Guido Barbujani, Soggetti smarriti. Storie di incontri e spaesamenti, Einaudi (collana Super ET Opera Viva), febbraio 2022¹; pp. 140-142.
#Guido Barbujani#leggere#letture#citazioni#libri#incontri#raccolta di racconti#eversione#Cile#Sudamerica#anni '70#letteratura contemporanea#Salvador Allende#golpismo#USA#letteratura italiana#democrazia#socialismo#dittatura#golpe#Augusto Pinochet#tradimento#Richard Nixon#giunta militare#Santiago del Cile#guerra fredda#rivoluzione#giovani#vita#Soggetti smarriti
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Per chi, come me, ha la musica come àncora, bussola, rifugio e psicoterapeuta da quando si ha memoria, il tag di @northlilje è 😙🫴🏽❤️🔥. Questi i fab four del momento, e perché:
La Tosse Grassa - TG3: Marchigiano, folle, bestemmiatore (non cute veneto, siamo dalle parti di cose tipo _mad0nna ingravidata da un asino sieropositivo_. Un PRO). Frulla italodisco, black metal, paperissimasprint su testi che ti rapiscono, li canti e ti vergogni di te stesso. Solo su Souncloud e yt, ed è comunque incredibile che questo florilegio di perversioni morali e culturali sia ospitato da qualunque parte ❤️
De La Soul - 3 ft High And Rising: mio babbo è James Brown, mio zio Marvin Gaye e mio cugino Prince. I Public Enemy sono la colonna sonora della mia formazione politica: proclami, sirene, ritmi serrati e circolari. Gli NWA gli sbandati a cui vorrei unirmi ma ho paura che poi qualcuno mi si avvicini fuori da un locale per dirmi "COMPLIMENTI, HAI APPENA VINTO IL PREMIO MR MAGLIETTA BAGNATA" e blam blam, la mia fine terrena la passo a a fare mente locale su qual è il metodo più sicuro di rimuovere macchie di sangue. Tutto 'sto cappello per far capire che questi tre, arrivati *dal niente* a dire che la vita è (anche) essere gentili, strambi, completamente un-cool e lo fanno con un armamentario sonoro che attinge al loro sfaccettato immaginario culturale, senza limiti imposti da una supposta "correttezza delle fonti" per chi è nero, con un flow che a ogni curva ti sorprende per inventiva e per come i significati e le parole vengono cesellati, beh, questi tre hanno folgorato non me e tantissimi altri, ma La Musica. La storia dei campioni non _cleared_ per decenni, tanto che solo qualche settimana fa sono sbarcati su Spotify, merita dieci minuti del vostro tempo, anche per fare una ragionata su come il modello PAGHI MA NON POSSIEDI NULLA, che sia applicato allo streaming o la vostra auto, sia la ciliegina di merda sulla torta di merda che è sta merda di c4pitalismo.
66Cl - Caballero: poche pusghette, qui basta una definizione: “Breve guida al lottarmatismo per i nati negli anni zero”. Nichilismo, coscienza di classe, tiro punk, birre del discount, rap. Contro lo Stato ed il capitale Voglio un mitra per Natale Mamma un mitra per Natale! Io lo adoro perchè sp4ra ai f4scisti Io lo adoro perchè sp4ra ai padroni Io lo adoro perchè può sp4rare a me- Può sp4rare a te, Può sp4rare a me, Può sp4rare a te
Leonard Cohen - Various Positions: tutti conoscete di certo la sua canzone più celebre, ma quasi altrettanto certamente conoscete la versione portata al mondo da quell'angelo di Jeff Buckley. Ho appena visto il documentario che analizza la storia di questa canzone e nel farlo ci racconta la vita di questo poeta prestato alla canzone. Hallelujah: Leonard Cohen, A Journey, A Song (https://boxd.it/wgjm) mi ha fatto tornare voglia di sentire questo capolavoro. E poi gli altri, e poi leggere le sue canzoni. Recuperatelo, scaricatelo, ma ritagliatevi il tempo per godervi questo gioiello. (la versione di Jeff l'ho suonata al funerale di mio fratello come hanno fatto un sacco di altre persone per le loro cerimonie più importanti, ho saputo dal documentario, e non mi ha sorpreso per nulla. Era un ragazzo, io uno di due anni più grande. Se siete arrivati fino a qui, per il valore che può avere per voi, avete ricevuto una porzione preziosa della mia storia)
#music#la tosse grassa#de la soul#3ft high and rising#66cl#leonard cohen#jeff buckley#various positions#hallelujah#letterboxd
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Le parole di Taras Topolia, cantante degli Antytila (Антитіла): "Vorrei ringraziare che oggi siamo qui su questo palco con questa canzone a rappresentare come una città non tanto grande in Ucraina combatte e sta combattendo e non si arrende. Tutto il nostro Paese sta combattendo nella guerra che non abbiamo iniziato noi. Stiamo combattendo per il nostro futuro, per la nostra libertà e per i nostri ideali che abbiamo in comune con voi. (in italiano:) L'Ucraina combatte, l'Ucraina resiste, l'Ucraina vincerà. Grazie Sanremo, grazie Italia". Il testo della canzone "Fortetsya Bakhmut":
Ora sarà una base. Spegniamo il dolore, i vecchi rancori, Ecco la mia spalla, sono qui, fratello, Eccola, mi si para davanti. Ecco che arriva dal fianco una nuova fase. Lavoriamo con calma, come ci è stato insegnato. Il nostro domani è lì, dietro di noi. [da Bakhmut dietro c’è l’Ucraina, l’Europa, il futuro. Davanti c’è la russia, la morte] I nostri figli, genitori, famiglie sono lì, E i fratelli morti "sullo scudo", Anche quelli a nostra insaputa. Lasciate che il topo salti quando viene messo alle strette, E che la nostra strada bruci di fuoco, Quindi c'è del lavoro per le nostre mani qui! Qui! [тут (tut) significa qui, fa rima con Bakhmut] Fortezza di Bakhmut, Tutte le nostre preghiere sono qui. E lo spirito d'acciaio nei nostri cuori, E gli eroi dell'invincibile Kruty, [la battaglia di Kruty è stata un’importante battaglia dei volontari ucraini, soprattutto studenti, che hanno fatto resistenza all’invasione bolscevica. Allora come oggi erano pochi contro un esercito enorme] Dacci la forza dal cielo, Volontà, fuoco e furia! [ВОЛЯ (volya) volontà, è scritto nello stemma (tridente) dell’Ucraina] Le mura bruciano in battaglia, Mamma, resisterò, Mamma, sono nei ranghi, Mamma, combatterò! Li distruggerò e ritornerò! Sta per fare buio, E il maledetto demone cadrà in agonia, Significa che abbiamo combattuto per qualcosa, Significa che siamo avanzati così tanto Significa che "tutto è andato secondo i piani" e poi sarà mattina E con essa, la Vittoria! Infine... dirò solo una cosa: non è un peccato avere paura, Il peccato è tradire i compatrioti!
#Antytila#Антитіла#sanremo 2023#ukraine#this song was good and I liked his speech#very moving#also in the bands' ig stories the singer posted a video of him talking with#tananai#and it's really nice
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Vi regalo questa canzone.
L'ho tatuata sulla pelle e sul cuore, senza mai spiegarne il motivo a qualcuno. Non lo farò nemmeno ora.
Fatene buon uso, le voglio un sacco di bene.
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certo che la solitudine divora!
quando è finita
la dopamina
dell'ultima canzone
resta un vuoto interiore
che non posso colmare:
chi sono se sono solo?
senza una patria,
uno schema,
senza nessuna regola!
tira su la testa!
ti prego!
entra dentro l'esistenza!
lotta contro quello che ti spezza!
alza la testa!
resta quello oppure l'illusione,
ma sono troppo vecchio per crollare
davanti a un'allucinazione,
voglio vivere il reale!
l'ultima spiaggia è l'oblio totale,
tornare da dove sei venuto:
la terra di nessuno,
dove niente è falso e niente è vero;
quando guardi uno spettro nel buio
a volte non sai se te lo sei inventato.
ho paura del buio da quando sono nato,
quando spengo la luce
il mio cervello si mette a inventare
figure oscure
che mi vengono a cercare.
la cognizione resiste
ma il cuore si spezza
e perde la testa.
mi ricordo quando dentro al mio letto
stanco,
nei postumi dell'md,
fumare mi fece allucinare
una madre con un bambino:
non era una persona ma un disegno,
una creazione del mio cervello;
tutto era bello.
vorrei tornare a quel giorno
per avere un'ultima volta
la pace di vivere in un sogno,
sono solo un tossico!
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Da 8 anni aspetto la persona giusta a cui dedicare questa canzone.
Tu portami via
Dalle ostilità dei giorni che verranno
Dai riflessi del passato perché torneranno
Dai sospiri lunghi per tradire il panico che provoca l'ipocondria
Tu portami via
Dalla convinzione di non essere abbastanza forte
Quando cado contro un mostro più grande di me
Consapevole che a volte basta prendere la vita così com'è
Così com'è
Imprevedibile
Portami via dai momenti
Da questi anni invadenti
Da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia
Amore mio portami via
Tu portami via
Quando torna la paura e non so più reagire
Dai rimorsi degli errori che continuo a fare
Mentre lotto a denti stretti nascondendo l'amarezza dentro a una bugia
Tu portami via
Se c'è un muro troppo alto per vedere il mio domani
E mi trovi lì ai suoi piedi con la testa fra le mani
Se fra tante vie d'uscita mi domando "quella giusta chissà dov'è?"
Chissà dov'è
È imprevedibile
Portami via dai momenti
Da tutto il vuoto che senti
Dove niente potrà farmi più del male, ovunque sia
Amore mio portami via
Tu
Tu sai comprendere
Questo silenzio che determina il confine fra i miei dubbi e la realtà
Da qui all'eternità, tu non ti arrendere
Portami via dai momenti
Da questi anni violenti
Da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia
Amore mio portami via
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In questa fase del percorso sto vedendo più chiaramente
la mia rigidità, e come essa impedisca
un’apertura reale del cuore,
che è il presupposto della gioia autentica.
Ho sperimentato perciò uno scioglimento reale,
un pianto liberatorio, in cui mi sono lasciato andare
senza resistenze; ho sentito che in quel momento
è come caduta un’antica difesa,
un’armatura che voleva proteggermi dal dolore.
Quel “tenermi su”, quell’essere tutto di un pezzo,
moralmente integro ma in fondo a debita distanza dall’altro,
sempre un po’ temuto o venerato.
Un tenermi separato dalla vita per paura
di non essere amato e corrisposto.
(..)
Lo vedo nei volti arrabbiati, nei corpi ricurvi,
nelle parole prive di forza, il dolore inespresso del mondo.
Nel “voler essere qualcuno” in proprio, nell’importanza che ci diamo,
in una “serietà” o in una frivolezza che sono una gabbia, una prigione infernale.
Mi capita molto spesso di piangere in questa fase
per un nonnulla, per una canzone,
percependo la fragilità
delle persone, della malattia, della nostra ricerca
di connessione e amore, e per l’isolamento che avverto
come cifra del nostro tempo.
Desideriamo cioè fare parte di un progetto comune e sensato
di espansione ed espressione creativa, di guarigione,
di liberazione reale del nostro essere
dai blocchi mentali e fisici, dalle catene inique,
e di lotta contro le ingiustizie e nefandezze di un mondo
freddo, ipocrita e malato.
Desideriamo rinascere, questo sento.
Ma ancora facciamo fatica a tradurre questo desiderio
in una prassi comune di liberazione,
in opere concrete
nelle quali dare voce
al Nascente che è in noi.
(..)
Ancora oscilliamo fra stati d’animo furibondi e incertezze,
fra intuizioni e capitomboli, fra visioni
e docce fredde della realtà.
E spesso il nostro anelito alla libertà e alla gioia
viene soffocato dalla mano fredda e implacabile
del carceriere, del boia,
che oggi è divenuto il mercato finanziario,
il sistema mass-mediatico, la pubblicità onnipervasiva
e il controllo algoritmico di tutto l’esistente.
Abbiamo a disposizione ogni cosa dai nostri dispositivi,
ma rischiamo di perdere un contatto reale e sincero
con l’altro e con la realtà.
Stiamo perciò molto male, siamo insoddisfatti,
perché stiamo capendo che quello che desideriamo
è una vita in relazione autentica.
(..)
Ma sento che c’è sempre come uno spiraglio, una sorta di punto cieco
rispetto allo sguardo capzioso del nostro io ferito e angosciato,
dove non ha presa la dittatura della morte
e dell’irrigimentazione.
È come uno spazio vuoto che però è solido, come certe opere di Klee,
dove scorre ancora la vita, limpida,
calorosa e imprevedibile.
È in quella scintilla, quando abbiamo abbandonato
ogni difesa, ogni certezza, ogni pre-concetto,
che avviene il contatto
con la dimensione del Nascente.
È lì che abbiamo paura di stare, dove la vita scaturisce
ad ogni istante infinita e beatifica.
È lì che lo Spirito dissolve ogni costruzione illusoria,
e fa crollare le roccaforti del potere
in cemento armato.
È questo che il potere teme più di ogni altra cosa:
che avvenga questo risveglio, questa piccola ma reale
esperienza di rinascita alla vita, questa liberazione dalle prigioni mentali.
Che in ognuno di noi e assieme ci sia come una scintilla,
uno scuotimento, una fessura
per fare spazio al Nuovo.
Facciamogli spazio. Diamogli Voce.
Questo è il tempo in cui rovesciare sempre di nuovo
la morte
in una nuova nascita. La nostra.
(Francesco Marabotti)
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Mariposa - Fiorella Mannoia
Fiorella Mannoia, con la sua voce potente e graffiante, è da decenni una delle icone della musica italiana. Le sue canzoni, spesso intense e introspettive, affrontano tematiche sociali e di vita vissuta, dando voce alle donne e alle loro lotte. In questo post analizziamo il suo ultimo singolo, "Mariposa", presentato al Festival di Sanremo 2024, e lo mettiamo a confronto con alcuni dei suoi testi più famosi. "Mariposa", che in spagnolo significa "farfalla", è un brano che celebra la forza e la resilienza delle donne. Il testo, scritto da Fiorella Mannoia con Cheope, Carlo Di Francesco, Federica Abbate e Mattia Cerri, si ispira alla storia delle sorelle Mirabal, tre donne dominicane assassinate dal regime di Trujillo. La canzone si apre con un'immagine forte: "Sono la strega in cima al rogo", che evoca l'idea della donna come figura perseguitata e condannata per la sua libertà. Ma la farfalla, simbolo di metamorfosi e rinascita, rappresenta la capacità delle donne di rialzarsi e volare via dalle avversità. Il testo è ricco di metafore e immagini evocative: "una regina senza trono", "una fiamma tra le onde del mare", "un grido nel silenzio". La Mannoia canta di donne coraggiose che lottano contro le oppressioni, che non si arrendono di fronte alle difficoltà e che rivendicano il diritto di essere libere e orgogliose. "Mariposa" si inserisce perfettamente nella poetica di Fiorella Mannoia, che da sempre ha dedicato la sua musica a temi come l'emancipazione femminile, la violenza contro le donne e la ricerca di sé. Possiamo trovare affinità con testi di canzoni come "Sally", "Quello che le donne non dicono", "Io non ho paura" e "Le parole perdute". In tutte queste canzoni la Mannoia affronta la complessità dell'universo femminile con una scrittura lucida e diretta, senza mai scadere nel sentimentalismo. "Mariposa" è una canzone potente e significativa che ci invita a riflettere sulla forza e la bellezza delle donne. Fiorella Mannoia, con la sua voce inconfondibile e il suo impegno costante, continua a essere una voce importante nel panorama musicale italiano. https://youtu.be/eZ4RkMa4jQs?si=xZLrOI2RfKrWZYC5 Read the full article
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s1e58 Chi ride prima
mi sento esattamente come Tonio, i libri che volano erano intenzionali or it just happened perché farebbe ancora più ridere
"tu cosa preferisci? le storie che commuovono, o le storie di paura, o quelle che ti fanno ridere a crepapelle?" che dire. Percy Jackson ticks all the boxes, soprattutto la prima, RICK RIORDAN PAGHERAI PER FESTUS "a me piacciono tutte!" same
la nuvola che non si staccava volo nell'iperuranio
GAIA E ROSAROSPA COSA STANNO FACENDO HAHAHAHAHAHAHA they're either gonna fight or make out
la musica che passa da musica da duello a musica da comiche
I'm sobbing è tutto così fruity senza farlo apposta quando ci sono quelle due, sono così Aziracrow coded per qualche motivo???? like y'all be fr è tutto così perfetto
"e allora il tuo folletto preferito ti aiuterà" io quando, io sempre, mood di vita, se non posso essere un folletto tuttofare i don't want it
no scusate ma sta cosa dei due tipi di clown è vera perché onestamente sono informazioni di cui non sapevo di aver bisogno e adesso resteranno nella mia testa per sempre
LA PIMPAAAAAAAAAA no okay questo non si salta, that was so silly I love it
le amo
per me è il modo in cui la girandola cade facendo casino nonostante ci sia la canzone
DA DOVE SONO APPARSE LE ALTRE ROSAROSPA HAHAHAHAHA
giocare a chi ride prima con Rosarospa non era nel mio bingo del 2024 E STAVO ANCHE PER PERDERE
nooo le battute sui millepiedi mi fanno sempre ridere
interessante che la prima battuta che le dice è quella sul millepiedi che invita la fidanzata a fare quattromila passi, am i reading too much into this yes absolutely but i'm a clown and i will keep clowning
MI FANNO SPACCAREEEEEE NON L'ALLEANZA CONTRO DI TONIO
pensando a I Tre Moschettieri quello con Topolino Paperino e Pippo che c'è la scena con Paperina che chiede a Minnie come farà a sapere che è quello giusto e lei risponde con "e poi saprò che è quello giusto quando mi fa ridere" DO YOU SEE WHERE I'M GOING
I will now go full 'tism*
*translation: I started my full Melevisione rewatch
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IMO: musica da un prompt...la fine dei musicisti?
Prosegue inesorabile e, apparentemente, inarrestabile, l’avanzata dell’intelligenza artificiale nel campo della musica. Dopo quella che crea canzoni in base al mood richiesto, sta emergendo la versione che riesce a sfornare una canzone da un semplice testo. Si, basta descrivere che tipo di brano si desidera è l’ia lo genera. Per il momento si tratta si ‘semplici’ spezzoni di 30 secondi circa. Il punto è comunque che ce la fa. L’abbiamo testata e il risultato non è poi così scarso.
La differenza tra strumenti generati e reali, praticamente non c’è. Al momento il divario maggiore è sulla qualità della proposta. Ossia il limitato range espressivo. Ma è solo una questione di tempo. La sensazione è quella di trovarsi dinnanzi ad un bambino prodigio. Sta imparando. Più si andrà avanti col tempo è più si affinerà proponendo prodotti competitivi.
È la fine della figura del musicista? Iniziamo col dire che comincia a diffondersi la paura reale che le arti possano scomparire. Diversamente non si capisce perché diversi siti che generano immagini siano stati hackerati per sabotare il risultato della loro proposta. Accadrà anche per la musica? Per gli scritti sta già succedendo.
Bastano poche righe di prompt per vedersi sfornare un articolo con tutti i crismi. Idem per le recensioni. Tutti ambiti testati. A livello macroscopico il ‘problema’ esiste. Le aziende e, non quelle sotto casa, hanno già cominciato a licenziare personale. Evitiamo di sciorinare i dati perché non è questa la sede, ma sono davvero impressionanti. E la musica? Per il momento resiste.
Resiste ma non per proprio merito quanto per limiti dell’ia. I musicisti ancora hanno margine di sopravvivenza. Innegabile che questo piano piano si ridurrà. Cosa resterà quindi? Solo canzoni scritte a tavolino per un preciso scopo, ossia essere vendute o trasmettere determinate emozioni? E si, perché non si può certo dire che la differenza tra un brano scritto da un essere umano e uno generato da dei circuiti si sentirà sempre. Inutile nascondersi dietro un dito.
Sappiamo che è così. Quindi cosa possiamo fare per resistere? Semplicemente prendere atto di ciò che sta accadendo. Soprattutto prendere coscienza dell’importanza di quello che facciamo. Ancora più importante è abbandonare l’idea del mainstream. La via è concentrarsi su chi vuole ascoltare qualcosa di diverso e ancora umano. Che sarà una minoranza rispetto al mercato generale.
Ma non ci deve interessare. Competere contro un prodotto costruito ad hoc per piacere è impossibile. La storia di Davide e Golia nel 2024 non regge. Purtroppo Golia ha troppe armi dalla sua. Ma noi, con la nostra piccola fionda, possiamo almeno provare a difenderci e rimanere vivi. Golia dominerà, ma non dappertutto. Fare previsioni è impossibile.
Cosa accadrà al mercato? Alla fin dei conti la musica creata dall’ia non ha costi. O ne ha minimi. Sarà diffusa in maniera gratuita? La discriminante tra un prodotto umano e uno non umano sarà il fatto che il primo avrà un prezzo mentre il secondo no? Forse. O forse no. Una cosa è certa, non si può fare finta che non stia succedendo nulla. È il modo sicuro per soccombere senza neppure provare a resistere. Serve un profondo cambiamento di mentalità. Sia degli artisti sia di chi ascolta.
E deve avvenire fin da subito. Aspettare che accada l’irreparabile è irresponsabile. Soprattutto, è un suicidio. Fare finta che nulla sta accadendo vuol dire stendersi sul nostro letto e aspettare il decesso. Morte che non siamo neppure sicuri arriverà. Annichilimento sicuro se noi non ci muoviamo. Restare inermi lascerà sempre il dubbio di cosa sarebbe potuto accadere se avessimo lottato.
Viene da sé che il discorso è molto più complesso e articolato di così. Ad esempio, chi vive di musica, come farà? Se oggi scrivo gingles pubblicitari, sottofondo per trasmissioni, colonne sonore per film e documentari, domani come farò? Lo sappiamo che a vincere è sempre l’ottica del guadagno. Ad un’azienda conviene di più sviluppare una ia che non pagare qualcuno. Ripeto, nessuno ha la sfera di cristallo. Nessuno può sapere esattamente cosa accadrà. La certezza è che non si può restare a guardare.
È cambiato il campo di battaglia. L’impero ha sviluppato nuove armi. Bene, adeguiamoci e contrattacchiamo. Svegliamo la nostra coscienza. Diversamente tutto quello che si fa è perfettamente inutile. Tanto verremo cancellati dal mercato (ovviamente è una estremizzazione).
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Noicky - Il singolo “Incubi”
Il brano dell’artista sugli stores digitali e dal 26 gennaio nelle radio
“Incubi” è il singolo dell’eclettico Noicky, sui principali stores digitali e dal 26 gennaio nelle radio in promozione nazionale. Produzione impeccabile dagli arrangiamenti attuali e di tendenza, che evidenziano la forte personalità dell’artista. Melodie che entrano in testa sin dal primo ascolto, con un’interpretazione vocale sentita e autentica. Il brano esplora temi come la paura, l'insicurezza, il desiderio di fuga e la lotta contro le avversità, il tutto con un tono intenso e coinvolgente.
Noicky descrive la sua esperienza come una farsa, dove la realtà sembra surreale. In “Incubi” vengono menzionate anche esperienze traumatiche che trasmettono un senso di paranoia e insicurezza. In generale in questo brano si manifesta la volontà di sfuggire dalla realtà per abbracciare una vita serena. Il desiderio di soldi rappresenta la ricerca di sicurezza e di una via d'uscita da situazioni difficili. Il ritornello evoca un senso di minaccia o pericolo che Noicky percepisce nella sua vita. Le ombre e gli incubi diventano parte integrante della sua realtà, e il ritmo incessante dei “bang” simboleggia la persistenza di queste difficoltà.
Ascolta il brano
Storia dell’artista
Riccardo Baldoni, in arte Noicky classe '01 è un giovane artista nato e cresciuto a Pescara. La sua personalità profondamente riflessiva emerge attraverso la sua musica, in cui riversa esperienze personali con l'intento di condividere autenticamente un pezzo di sé in ogni canzone. Tocca temi difficili esplorando paure e la vulnerabilità attraverso i suoi testi. Le variazioni melodiche e ritmiche delle sue tracce dipingono un ritratto dettagliato e coinvolgente dell'artista.
Instagram: https://www.instagram.com/noicky__?igsh=aW55eGxiaWg2NHM0
TikTok: https://www.tiktok.com/@noicky__?_t=8jAnZyKthsP&_r=1
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