#cantieri teatrali koreja
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Tutte le date di febbraio
gio 1 feb, matinée | 𝗟𝗔 𝗚𝗥𝗔𝗡𝗗𝗘 𝗙𝗢𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔 | 𝗖𝗮𝗹𝗱𝗲𝗿𝗮𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗥𝗲𝗻𝗼 (𝗕𝗢), Teatro Spazio Reno ven 2 feb, matinée | 𝗟𝗔 𝗚𝗥𝗔𝗡𝗗𝗘 𝗙𝗢𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔 | 𝗖𝗮𝗹𝗱𝗲𝗿𝗮𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗥𝗲𝗻𝗼 (𝗕𝗢), Teatro Spazio Reno sab 3 feb, ore 21 | 𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗡𝗗𝗢 𝗜𝗟 𝗩𝗘𝗡𝗧𝗢 | 𝗖𝗮𝗹𝗱𝗲𝗿𝗮𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗥𝗲𝗻𝗼 (𝗕𝗢), Teatro Spazio Reno mar 6 feb, matinée | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶, Teatro Nuovo mer 7 feb, matinée | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶, Teatro Nuovo gio 8 feb, matinée | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶, Teatro Nuovo ven 9 feb, ore 21 | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗜 𝗖𝗛𝗜𝗔𝗥𝗢 𝗘 𝗗𝗜 𝗢𝗦𝗖𝗨𝗥𝗢 | 𝗠𝗮𝘀𝘀𝗮𝗳𝗿𝗮 (𝗧𝗔), Teatro Comunale sab 17 feb, 20:45 | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗜 𝗖𝗛𝗜𝗔𝗥𝗢 𝗘 𝗗𝗜 𝗢𝗦𝗖𝗨𝗥𝗢 | 𝗡𝗼𝘃𝗼𝗹𝗶 (𝗟𝗘), Teatro Comunale dom 18 feb, ore 19 | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗜 𝗖𝗛𝗜𝗔𝗥𝗢 𝗘 𝗗𝗜 𝗢𝗦𝗖𝗨𝗥𝗢 | 𝗠𝗼𝗹𝗳𝗲𝘁𝘁𝗮 (𝗕𝗔), Cittadella degli Artisti mer 21 feb, matinée | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | 𝗖𝘂𝗻𝗲𝗼, Teatro Toselli gio 22 feb, matinée | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | 𝗩𝗶𝗰𝗲𝗻𝘇𝗮, Teatro Astra ven 23 feb, matinée | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | 𝗠𝗶𝗿𝗮𝗻𝗼 (𝗩𝗘), Teatro Cinema Comunale sab 24 feb, ore 21 | 𝗖𝗔𝗥𝗔𝗩𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢. 𝗗𝗜 𝗖𝗛𝗜𝗔𝗥𝗢 𝗘 𝗗𝗜 𝗢𝗦𝗖𝗨𝗥𝗢 | Modigliana (FC), Teatro dei Sozofili mar 27 febbraio, matinée | 𝗟𝗔 𝗚𝗥𝗔𝗡𝗗𝗘 𝗙𝗢𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔 | Brindisi, Teatro Impero mer 28 feb, matinée | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | 𝗟𝗲𝗰𝗰𝗲, Cantieri Teatrali Koreja gio 29 feb, matinée | 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗘𝗟𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀, 𝗣𝗥𝗢𝗙? | 𝗟𝗲𝗰𝗰𝗲, Cantieri Teatrali Koreja
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Else Marie, Iben e Julia: l’Odin Teatret delle voci femminili
Else Marie, Iben e Julia: l’Odin Teatret delle voci femminili
Foto di scena: Else Marie Laukvik – I miei bambini di scena © Gaia Gulizia © Profondo viaggio – Alchemica mistura Dimostrazioni di lavoro ai Cantieri Teatrali Koreja – Lecce, 10-12 ottobre 2022 Le dimostrazioni di lavoro di tre delle storiche attrici dell’Odin Teatret, in scena ai Cantieri Teatrali Koreja di Lecce, sono un inno all’arte del teatro come celebrazione dell’essere insieme: attori con…
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Rosa, rose. I corpi. Le voci / Teatro dei Luoghi Fest & Fineterra
Rosa, rose. I corpi. Le voci / Teatro dei Luoghi Fest & Fineterra
La vita di Rosa Balistreri illustrata dalla scenografia di Lucio Diana, dalla splendida voce di Ninfa Giannuzzi e dall’attrice Angela di Gaetano, una produzione Koreja Teatro, regia di Salvatore Tramacere. Lo spettacolo è andato in scena al Teatro dei Luoghi Fest & Fineterra sabato 1 agosto. (more���)
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#Angela di Gaetano#Cantieri Teatrali Koreja#Ninfa Giannuzzi#Rosa Balistreri#Salvatore Tramacere#Teatro dei Luoghi#Valerio Daniele
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Parlami d'Amore in concerto ai Cantieri Teatrali Koreja
Parlami d’Amore in concerto ai Cantieri Teatrali Koreja
Parlami d’amore, Mariù: tutta la mia vita sei tu! Gli occhi tuoi belli brillano, fiamme d’amore scintillano… Prosegue con un viaggio nel ventennio musicale più intenso e creativo della storia italiana STRADE MAESTRE, la stagione teatrale 2013-2014 promossa da Cantieri Koreja, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Puglia e Provincia di Lecce. Sabato 12 aprile alle ore 20.45 un…
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#bixio#cantieri teatrali koreja#claudio villa#daniele vitali#davide sergi#edith piaf#Eraldo Martucci#fabrizio de andrè#Fondazione Ico Tito Schipa#koreja#milva#nireo#Parlami d&039;Amore#rachele andrioli#strade maestre#teatro koreja#tito schipa#vivere
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Sabato 29 luglio alle ore 21.30 in Piazza Camine ad Aradeo, in scena l’attesa anteprima del Festival ALLE RADICI DEI GESTI – TEATRO DEI LUOGHI//FINETERRA, un progetto di Teatro Koreja e Provincia di Lecce con il sostegno di Unione Europea – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione della Regione Puglia 2014-2020; Regione Puglia Industria Turistica e Culturale; Istituto Culture Mediterranee – Museo Provinciale Sigismondo Castromediano – Salento Negroamaro; col Comune di Lecce e con il patrocinio di Comune di Aradeo.
Prima tappa del Festival è Aradeo, uno spazio caro a Koreja, il luogo delle origini e delle radici. Un luogo che in questa occasione, attraverso il teatro, evidenzia una problematica forte che compromette la bellezza e le tradizioni del luogo stesso. E si fa portavoce di un intero territorio e del sacrificio che si chiede ai suoi ulivi per salvare dal contagio il resto d’Europa.
“IL SANTOLIVO. Requiem per un albero”, è un omaggio all’ulivo. Una storia di alberi e uomini che celebrano in una processione laica il giorno della loro doppia passione. Un progetto di teatro partecipato che coinvolge tutta la comunità di Aradeo (Le) sia nel processo creativo che nell’indagine storico antropologica su un tema particolarmente sensibile. L’albero simbolo della vita e della resurrezione è morto e si celebra il suo funerale. La sua portata simbolica, la sua storia millenaria sono svuotate dall’interno, da un parassita violento che lo priva dell’anima e gli spezza le fronde. L’albero si erge su un carro portato dai cavalli neri e circondato dalle donne e dagli uomini di Aradeo che, da sempre, vivono nella terra rossa e si riconoscono nei tronchi annodati e robusti che vanno facendosi scarni e ingialliscono.
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Una serie di interviste agli anziani contadini e a chi cerca di salvare l’ulivo dalla morte prematura sono testimonianze che diventano materiale artistico insieme con la musica della banda del paese, le danze rituali, i muri trasformati dal videomapping, i musicisti e i cantanti del luogo. A dirigere le varie anime di questo corteo nato da un’idea di Salvatore Tramacere, direttore di Koreja, Anna Stigsgaard, regista danese.
Dal 7 al 13 Settembre 2017 il Festival ALLE RADICI DEI GESTI – TEATRO DEI LUOGHI//FINETERRA entrerà nel vivo tra Lecce e Acaya dove teatro, musica, ed arti performative disegneranno una nuova geografia dell’arte nel Salento.
Ingresso libero.
Ad Aradeo l’anteprima del Festival “Alle radici dei gesti – teatro dei luoghi// Fineterra” Sabato 29 luglio alle ore 21.30 in Piazza Camine ad Aradeo
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La pittoscultura di Pasquale Pitardi
di Paolo Vincenti
Cursi, pochi chilometri da Maglie, è la patria delle cave di pietra ed è anche la patria di Pasquale Pitardi, che però vive a Galatina, “poliedrico artista informale nell’anima e nei fatti”, come scrivono di lui, spinto da quella irrequietezza un po’ randagia, che forse è propria di tutti i creativi. Ma i viaggi di Pitardi, oltre che nelle dimensioni temporali del passato, del presente e del futuro, sono viaggi nel colore, nella materia, nella libera creazione fantastica.
“Pittoscultografia” è il neologismo coniato per definire l’arte di Pitardi, o quello che è oggi l’approdo dell’arte di Pitardi. Infatti, l’artista, che provava un senso di profonda insoddisfazione misto alla curiosità e alla voglia di intraprendere nuovi percorsi, ha iniziato a scomporre le sue opere e dalla bidimensionalità, tipica do ogni dipinto, è approdato alla tridimensionalità di quelle che sono oggi le sue pennellate di colore che, come variopinte tavolette votive, si accumulano nella sua casa laboratorio, oppure nelle mostre alle quali partecipa.
Partendo dalla acquisita consapevolezza che la pittura è finzione, e che come tale non lo appagava più, Pitardi ha iniziato a staccare questa pittura dai suoi canonici supporti, a scomporre l’opera d’arte visiva quadro, e a cercare sfondo per le sue pennellate di colore nei materiali più disparati, dal legno alla plastica, che danno comunque al fruitore la percezione tattile di un corpo tridimensionale che fa tabula rasa di ogni menzogna immaginativa, di ogni illusione ottica quale è, fra chiari e scuri, il quadro tradizionalmente inteso.
Per le sue opere, usa acrilico e pennelli di tutte le dimensioni ed offre così al visitatore un’esperienza singolare, perché i suoi prodotti artistici sono tutti originalissimi in quanto pezzi unici, non riproducibili, sfuggono alle omologazioni, a qualsiasi catalogazione. “Sono lì, si vedono, si toccano, hanno la dimensione che è sotto gli occhi di chi guarda; non ci sono illusioni ottiche, non ci sono giochi di prospettive e chiaroscuri ingannevoli, niente è diverso da ciò che colpisce i sensi del visitatore. Non si compongono in immagini. Possono suscitare sensazioni di piacere o di rifiuto, questo importa poco. Non hanno messaggi o significati da trasmettere.
Sono colore puro e sconvolgono con la loro urgenza fisica, con il loro nonsenso”, scrive Maria Rosaria Cesari, in uno dei tanti blog on line sulle mostre del Pitardi. Pasquale Pitardi è stato vincitore a soli 16 anni del concorso di disegno pubblicitario promosso a Milano dalla casa editrice Aldo Palazzi.
Fino al 1986, ha lavorato presso il centro stile design della Fiat, Torino, ma poi ha abbandonato tutto ed è tornato nel Salento, a Galatina, per dedicarsi alla sua arte. Ha tenuto numerose mostre, fra le quali ci piace ricordarne alcune. Nel novembre 1997, presso l’Associazione culturale Amaltea, Lecce, presenta “Differendo. Personale di pittura”. Dal 3 al 21 dicembre 2005, tiene a Lecce, presso i Cantieri Teatrali Koreja, la mostra “Nulla da dipingere: nulla da scolpire”. Una personale, “L’Opera,”, a Spoleto, dal 18 agosto all’8 settembre 2007.
Questo “smontare l’opera pittorica” diventa un po’ la cifra distintiva di Pitardi. Nell’agosto del 2008, a Gagliano del Capo, partecipa alla mostra collettiva su Vincenzo Ciardo. Scrive Massimiliano Cesari, in occasione della “Mostra Bellomo Luchena Pitardi” (che si tiene nell’aprile 2002 a Soleto presso l’Opera Pia ): “E’ apparentemente difficile collocare la produzione artistica di Pasquale Pitardi all’interno di una categoria delle arti figurative, così come la tradizione artistica spesso pretende, e pericolosamente realizza.
L’artista, e lo posso affermare senza perplessità, vive la sua ricerca in una fluttuante zona di frontiera, dove il bidimensionale (allegabile alla pittura su un qualsiasi supporto) si plasma con la tridimensionalità, ricca di vuoti e pieni, della scultura (praticata in maniera quasi classica), alla ricerca del genere artistico universale e completo, lontano dalla contemporanea e diffusa concezione autoptica che comunemente si ha.
E’ una lotta che Pitardi conduce incessantemente con consapevolezza, cosciente dell’importanza che essa detiene su se stesso e che gli permette, attraverso continui impulsi vitali, di concretizzare le ricerche e le sperimentazioni ‘pittografoscultoree’. Una lotta generatrice, quindi, paradossale per certi versi, ma evidentemente emblema di un disagio ricollegabile ad una collettività sempre più distante e sprezzante, nei confronti di chi pratica arte: l’artista ha un bisogno costante, quasi spasmodico, di dialogare con chi si pone davanti all’opera; egli rivendica con forza il ruolo di catalizzatore tra i messaggi figurativi e il comune fruitore, cercando di scuotere e di invadere la coscienza estetica del pubblico”. (pubblicato in Massimiliano Cesari, Bellomo-Luchena-Pitardi: tre percorsi contemporanei, in «Note di Storia e Cultura Salentina»,n.17, Lecce, Grifo 2005, pp. 256-257).
Nel 2011 espone presso la Mediateca Comunale di Melpignano “Peppino Impastato”, con la mostra “Pittoscultografica” l’opera”, curata dalla coordinatrice della Mediateca Ada Manfreda. Qui ha esposto ben 5000 pennellate, mentre nell’ex Convento degli Agostiniani una tela bianca di 570 metri x 146 centimetri e nell’ex Manifattura Tabacchi 39 contenitori. Infatti, negli ultimi tempi Pitardi cerca di distanziare quanto più possibile il contenuto della sua opera dai contenitori, fino a realizzare, ci confessa, il sogno impossibile di distanziarli quanto l’intera circonferenza della Terra.
Come scrive Salvatore Colazzo in I colori caduti. La pittoscultura di Pasquale Pitardi ( pubblicato in “Amaltea”, trimestrale di cultura on line, dicembre 2010, e in “Il Paese Nuovo”, Lecce, sabato 16 aprile 2011), “parlando dell’inaugurazione della mostra ( “La pittoscultura di Pasquale Pitardi”, Galatina, Galleria D’Enghien, 1-30 novembre 2010) l’artista ha tenuto a ribadire la sostanziale identità tra il gesto del pittore e quello dell’imbianchino […] E’ molto concettuale l’idea di materializzare una pennellata e metterla in mostra […] Concettuale è pure l’idea di gettar giù dalla torre di Pisa piuttosto che dal Campanile di San Marco che dal Duomo di Lecce secchiate e secchiate di colori, come fossero coriandoli, solidificati”.
C’è da aspettarsi dunque nuove spiazzanti realizzazioni da questo poliedrico artista dai lunghi capelli contenuti da un cerchietto e dalla bianca barba che lo fanno simile ad un santone indiano oppure ad un mitologico sileno salentino.
#Paolo Vincenti#Pasquale Pitardi#pittoscultura#Arte e Artisti di Terra d'Otranto#Spigolature Salentine
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Cantieri Teatrali Koreja. Lecce. Italy (presso Teatro Koreja) https://www.instagram.com/p/B186nLEox6C/?igshid=ofsynrzxrg2e
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15/05/2017 - 25/05/2017 #GUL - uno sparo nel buio
Inizia oggi e prosegue fino al 25 maggio 2017 la residenza creativa per la produzione del nuovo spettacolo di Gemma Carbone.
GUL - uno sparo nel buio
di e con Gemma Carbone scritto da Giancarlo De Cataldo
coproduzione Cantieri Teatrali Koreja e @naprawski con il supporto di ABF, L’arboreto – Teatro Dimora, Armunia Centro di Residenza Artistica Castiglioncello – Festival Inequilibrio e Residenza IDRA assistenti alla regia Giulia Maria Falzea e Riccardo Festa musiche di Harriett Ohlsson
Questo spettacolo è un monologo. Questo monologo è un giallo. In particolare è un giallo svedese: c’è la neve, le giornate in cui non sorge mai il sole, un omicidio violento, un complotto politico. In questo spettacolo tutti i personaggi sono biondi e molto alti. Alcuni molto ricchi e importanti, altri soli e disperati. Nessuno è felice. Il più infelice di tutti è O.P. che poi è anche la vittima. Di O.P. sappiamo tutto: chi era, cosa ha fatto, cosa pensava – persino come si muovevano le sue gambe quando andava a correre nei boschi vicino alla sua bella casa di Stoccolma. Quello che non sappiamo è l’identità del suo assassino, l’arma con cui è stato ucciso e, soprattutto, sopra ogni altra memoria o elucubrazione, perché. GUL significa giallo in svedese. Questa storia coniuga due elementi che ritengo, benché a prima vista distanti, mutuamente pertinenti: il primo è il genere, il giallo, appunto; il secondo è uno degli eventi più traumatici della storia contemporanea europea: l’omicidio del premier svedese Olof Palme. L’omicidio di Olof Palme è un cold case per eccellenza. Oggi quello che ci rimane della sua vita non è altro che una storia densa di complotti e interessi politici, un lutto nazionale, un assassino mai arrestato. Segreti, social-democrazia e sangue.
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Questa sera alle 20.30, per la stagione 2018, al teatro Comunale di Ruvo di Puglia è la volta dei salentini Cantieri teatrali Koreja, che propongono “Paladini...
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Lecce, 22 Dicembre: torna "Katër i Radës" di Alessandro Leogrande
A Koreja una serata speciale il 22 dicembre. Katër i Radës. Il naufragio, l’opera figlia del pensiero politico, sociale e umano di Alessandro Leogrande
Venerdì 22 dicembre alle ore 20.45 torna ai Cantieri Teatrali Koreja KATËR I RADËS. IL NAUFRAGIO per una serata speciale. (more…)
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L’abito della festa / Teatro dei Luoghi Fest & Fineterra Teatro
L’abito della festa / Teatro dei Luoghi Fest & Fineterra Teatro
Quattro storie del sud, quattro storie tutte italiane cucite ad hoc dalla scrittrice Giulia Maria Falzea e dal regista Salvatore Tramacere. Prodotto da Koreja Teatro, lo spettacolo in scena il 2 agosto per Teatro dei Luoghi Fest è un gioiello raro, che brilla anche grazie alla musica dal vivo della band Les Trois Lézards.. (more…)
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#Cantieri Teatrali Koreja#Carlo Durante#Giulia Maria Falzea#Recensione L’abito della festa#Salvatore Tramacere
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Parlami d'Amore in concerto ai Cantieri Teatrali Koreja
Parlami d’Amore in concerto ai Cantieri Teatrali Koreja
Parlami d’amore, Mariù: tutta la mia vita sei tu! Gli occhi tuoi belli brillano, fiamme d’amore scintillano… Prosegue con un viaggio nel ventennio musicale più intenso e creativo della storia italiana STRADE MAESTRE, la stagione teatrale 2013-2014 promossa da Cantieri Koreja, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Puglia e Provincia di Lecce. Sabato 12 aprile alle ore 20.45 un…
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Giovedì 16 e venerdì 17 novembre (ore 20.45 – ingresso 12 euro + dp – info 0832242000 – prevendite vivaticket.it) con due concerti ai Cantieri Teatrali Koreja di Lecce prende il via il tour europeo del Canzoniere Grecanico Salentino, tra i più importanti e riconosciuti gruppi di world music. Sarà la prima occasione per ascoltare dal vivo, con uno spettacolo inedito, i brani del nuovo progetto discografico Canzoniere, uscito da qualche giorno su etichetta Ponderosa. Un groove percussivo di tamburi a cornice che sembra arrivare dall’elettronica di una drum machine. È Lecce che incontra New York, in una splendida fusione di stili e influenze in cui gli strumenti della tradizione salentina si prestano a un sound più moderno e contemporaneo, tra incursioni di chitarra elettrica e synth bass. Il concerto rientra (fuori abbonamento) in Strade Maestre, la stagione teatrale promossa da Koreja realizzata con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Puglia Assessorato Industria Turistica e Culturale – FSC Fondo per la Coesione 2014-2020, Piiil Cultura in Puglia; Partner Provincia di Lecce, Istituto di Culture Mediterranee, Comune di Lecce e Distretto Produttivo Puglia Creativa. E con il contributo di Adisu Puglia e Candido Vini. CGS volerà poi a Parigi (29 novembre), atterrerà a Berlino (30 novembre), e proseguirà in concerto a Firenze (1 dicembre), Mestre (2 dicembre), Roma (3 dicembre), fino all’Estonia (a Tallin il 5 dicembre, a Pärnu il 6, Jõhvi il 7 e Tartu l’8). Dal 9 dicembre si riparte da Bruxelles, il 10 a Milano per arrivare il 15 a Londra.
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A quarantadue anni di distanza dalla sua fondazione e a due dall’ultimo album “Quaranta”, arriva un disco innovativo e ambizioso, registrato tra Lecce e New York e ricco di prestigiose collaborazioni internazionali. C’è la chitarra inglese di Justin Adams, storico collaboratore di Robert Plant; si riconosce l’inconfondibile voce del cantautore anglo-francese Piers Faccini; e il prezioso tocco classico del violoncello di Marco Decimo, per anni al fianco di Ludovico Einaudi. Il CGS ci ha sempre abituato a un respiro globale, come dimostrano le entusiastiche recensioni della stampa estera e le partecipazioni ai festival più prestigiosi. Negli ultimi anni sono stati headliner per la world music al Womad (in Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda); hanno partecipato allo Sziget Festival di Budapest e al Festival Internazionale di jazz Montréal; sono saliti sul palco del Celtic Connections di Glasgow e si sono esibiti allo SXSW Music Festival in Texas. Eppure, questa volta, il salto è nel ritmo, nel sound. Identificabile nel tocco di Joe Mardin, figlio del celebre Arif, produttore dell’Atlantic Records (Norah Jones e Aretha Franklin, per capirci) che firma la produzione del disco; mentre Joe LaPorta, vincitore di un Grammy per “Blackstar” di David Bowie, è l’ingegnere del suono per il mastering.
La copertina dell’album – l’opera d’arte “Coca-Cola, 2015” realizzata dal collettivo artistico Casa a Mare – è una metafora visiva che rappresenta perfettamente questo nuovo spirito. Nella bottiglia di Coca Cola, simbolo del “contenitore” mondo, si riversa una salsa di pomodoro che rimane unica, senza tempo, glocal e profondamente contemporanea, proprio come la musica del CGS. Nel solco di quella tradizione popolare in cui il canto accompagna costantemente la vita delle persone segnandone i momenti più significativi, l’amore che nasce e che finisce, la vita e la morte, il divino e il quotidiano, oggi il CGS canta il suo Canzoniere: nuovo e travolgente “raccolto di canzoni”. Piantate e coltivate con attenzione e cura, sono state scelte solo dopo essere cresciute e maturate (l’album ha avuto un tempo di lavorazione di due anni).
Mauro Durante – leader della formazione dal 2007 – inizia a New York sessioni di scrittura e composizione che definisce “una sfida avvincente”, e “incredibilmente stimolante”. Lavora in “Moi” con il piano e l’estro del danese Rasmus Bille Bähncke, produttore e compositore per Sting e Blue; in “Ientu” c’è la scrittura e il suono di Michael Leonhart (collabora tra gli altri con Bruno Mars, James Brown, e Lenny Kravitz); scrive le musiche di “Con le mie mani” con Steve Skinner (Diana Ross e Celine Dion); mentre con Scott Jacoby (produttore e compositore per Coldplay, John Legend, e Vampire Weekend) realizza “Lu giustacofane”. Quando torna a casa i suoi eccezionali compagni di sempre fanno il resto. Alessia Tondo con la sua voce e le castagnette; Emanuele Licci con la voce, la chitarra e il bouzouki; Giulio Bianco con la zampogna, il basso, l’armonica, i flauti e i fiati popolari; Massimiliano Morabito suona l’organetto; Giancarlo Paglialunga è voce e tamburello e Silvia Perrone si prepara alla danza. Joe Mardin, che nel 2016 vola a Lecce, chiude le registrazioni dopo diverse sessioni con il gruppo al completo, e aggiunge il tocco finale come ingegnere del suono.
Il risultato, o il raccolto che dir si voglia, sono undici brani originali e uno tradizionale (“Pizzica de Sira”) dove il dialetto salentino incontra cori stratificati e melodie eteree; la pizzica si fonde con il pop anthemico; ritmi sincopati e field recordings si sposano alla perfezione con i ritornelli tipici della forma canzone. Le calde ballate d’amore di “Tienime” e “Sempre cu mie” si affiancano così al violino rapsodico di “Intra la danza” e al travolgente “Moi”, dove gli strumenti classici del Salento si affiancano al pianoforte e gli strumenti elettronici. In Canzoniere si sente l’urgenza di ritrovare la calma come in “Ientu”, ode al valore del silenzio e del respiro. Soprattutto, il bisogno di difendere la propria identità, come in “La ballata degli specchi”, in un mondo sempre più veloce e complesso, così ben descritto nel loop ossessivo di “Quannu te visciu”, che apre l’album. C’è la ferma volontà di custodire e proteggere la propria comunità dagli attacchi che sferra la vita, come incita “Lu giustacofane”, primo video dell’album, abbiano questi la violenza della Xylella che continua a sterminare gli ulivi, o la spregiudicatezza degli interessi economici della TAP (Gasdotto Trans-Adriatico) che vuole approdare sulle coste del Salento.Temi che – anziché svilupparsi nella paura e nella chiusura in sé stessi – guardano al mondo esterno con fiducia, aprendosi con curiosità e interesse all’altro e alle diverse culture.
Così il potente groove percussivo di “Con le mie mani” sprona a credere in noi stessi; mentre “Subbra Sutta”, in cui la voce di Emanuele Licci incrocia l’inglese di Piers Faccini, è un invito multilingue a vivere la vita con pienezza e senza timore. Ci sono le influenze dell’Occidente e dell’Oriente, fino ad arrivare all’antico rituale greco dell’altalena – “Aiora” in Griko – una pizzica dai colori scuri in cui organetto, violino e bouzouki si confrontano con il violoncello di Marco Decimo e la chitarra elettrica di Justin Adams. Il cuore del CGS rimane ancorato ai suoi ulivi secolari e alla sua tradizione di terra di mare. Ma sfrutta al massimo quella sua naturale tendenza a sintetizzare culture diverse per trascinare l’ascoltatore in una dimensione più attuale e globale.
Info www.canzonieregrecanicosalentino.net
Ai Koreja il via al tour europeo del Canzoniere Grecanico Salentino Giovedì 16 e venerdì 17 novembre (ore 20.45 - ingresso 12 euro + dp - info 0832242000 - prevendite
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