#calligrafismo
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bologna: mostra sulla calligrafia cinese contemporanea, fino al 5 novembre
Strada Maggiore 34 – Bologna – fino al 5 novembre 2023
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Trent'anni di calligrafismo cinese in mostra a Bologna
Sono passati poco più di trent’anni da quando il maestro cinese Luo Qi fondò, nel 1992, il ‘calligrafismo’, un movimento rivoluzionario e trasversale che tenta di trasformare la calligrafia cinese in una forma d’arte contemporanea “fruibile globalmente attraverso un radicale cambiamento dei suoi principi estetici e della sua funzione semantica”. Una mostra, ‘INKiostro di voci’, in programma dal…
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Assia Noris in Un Colpo di Pistola ( A Pistol Shot, 1942) directed by Renato Castellani, based on the novel by Aleksandr Pushkin. Costumes by Maria De Matteis
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Parigi, 29 agosto. Dall'ebraismo all'oriente, un passaggio che a Parigi appare semplicissimo; dopo il Marais ebraico e chic di ieri sera, a due passi da casa, ecco comparire la bella pagoda di Parigi e a poche centinaia di metri, ai confini di Parc Monceau, dove molti parigini si dedicano al nobile esercizio del Tai-Chi, ecco il Musée Cernuschi ospita una delle più belle collezioni di arte orientale seconda solo a quella del Musée Guimet. Ma oggi non sono qui per le collezioni, oggi sono qui per Lee Ungno. Ammetto che qui siamo in un campo piuttosto misconosciuto, quello della pittura orientale. Lee Ungno è un artista coreano, nato nel 1904 e morto nel 1989. Grande cultore della calligrafia orientale prima e pittore dopo, ha studiato calligrafia e pittura in Giappone tra il 1937 e il 1945 e dagli anni Cinquanta si è dedicato completamente alla pittura. Difficile non sospettare che tra l'arte astratta della Avanguardie e il calligrafismo orientale non ci sia un legame molto stretto. Lo aveva già supposto Roland Barthes nel suo famoso libro "L'impero dei segni" e vedere le opere di Ungno non fa che rafforzare questa convinzione. "L'homme des Foules" è il titolo della mostra, sì perché Ungno, incarcerato per motivi politici dal regime di Park Chung-Hee, fu definito "apostolo dell'individuo e delle folle" e non per nulla il suo quadro più celebrato è proprio una folla libera, come presa in un vortice vitale, che sembra essere nata direttamente dal tratto calligrafico del suo magico pennello da scrittura. Molte le opere esposte, ballerini, motivi floreali, grandi animali, uccelli, che quasi per metamorfosi interna si tramutano nei segni dell'astrattismo più spinto, una trasmutazione che ha qualche assonanza col percorso artistico di Henry Matisse, in Francia e se proprio si vuol azzardare un paragone, ai risultati finali di un Capogrossi o di una Carla Accardi in Italia. Ma la mia voglia di oriente oggi non finisce qui, non posso resistere alla tentazione di acquistare, presso il book shop del museo, l'ultima opera di uno dei più grandi disegnatori contemporanei, Nicolas de Crecy che al Giappone dedica questo rotolo-fumetto dal titolo "Un monde flottant". Curioso, un rotolo che ricorda la pittura orientale, ma che rimanda anche al nome francese del fumetto: "bande (dessinée)". La pagoda, Lee Ungno, la calligrafa, De Crecy e la Bd che sia poi vero che le arti prima o poi s'incontrano sempre?
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Una scena di Via delle Cinque Lune (1942) di Luigi Chiarini, film appartenente al genere calligrafico, realizzato interamente al Centro Sperimentale di Cinematografia e tratto dal racconto O Giovannino o la Morte, di Matilde Serao.
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Luigi Chiarini dirige una bionda Luisa Ferida nel film La Bella Addormentata ( Sleeping Beauty, 1942), tratto dal dramma teatrale (1919) di Pier Maria Rosso di San Secondo e appartenente al genere del calligrafismo. Il film fu girato negli studi del Centro Sperimentale di Cinematografia ( Roma).
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