Tumgik
#calcio napoli blog
isolaideale · 1 year
Text
1 note · View note
messinacalcio · 3 months
Text
I 10 migliori giocatori nella storia del Messina Calcio: ricordare per guardare al futuro
Tumblr media
La città di Messina ha una tradizione calcistica che affonda le radici nel 1900, con campioni che hanno segnato la storia di questo sport. Attualmente milita in Serie C ma punta a tornare grande, sognando di aggiungere titoli al palmares, che già conta un primato in Serie B, uno in C1, uno in C2 e uno in D. In questo articolo ci divertiremo ad analizzare quali sono i 10 migliori calciatori nella storia del Messina, ripercorrendo le tappe di un'avventura entusiasmante. Una stagione difficile Prima di fare l'elenco dei 10 campioni che hanno vestito la maglia giallorossa, ricordiamo com'è andato a finire il campionato 2023-2024 terminato a metà classifica, un piazzamento non proprio confortante nella quattordicesima casella del tabellone. Nel 2022-2023 andò ancora peggio, costringendo la compagine ad affrontare i playout e riuscendo in extremis a ottenere la salvezza ai danni della Gelbison che finì in Serie D. Quest'anno l'undici di Giacomo Modica ha evitato la retrocessione al penultimo turno, assicurandosi la partecipazione al campionato di C anche per il 2024-2025. Il mitico Totò Schillaci Iniziamo la carrellata dei 10 campionissimi del Messina con Salvatore Schillaci, che tutti ricordiamo per i mondiali del 1990. L'attaccante divenne celebre per la grinta e per l'esultanza iconica, conquistando l'amore dei tifosi e diventando una sorta di eroe nazionale delle Notti Magiche. Alessandro Parisi Restando in tema di nazionale, non possiamo fare a meno che ricordare Alessandro Parisi, abile terzino sinistro con un'eccellente potenza di tiro. Restiamo in attesa della prossima stagione di Serie C, quando si potrà puntare sulla promozione sfruttando magari i bonus presentati da aviatorcasino.info ma i ricordi indelebili del difensore in azzurro sono ancora vivi. Scese in campo proprio sul terreno di gioco di Messina nell'amichevole in programma contro la Finlandia. Correva l'anno 2004. Rahman Rezaei In un'altra nazionale ha militato Rezaei, con tante presenze con la maglia del Messina. Il calciatore oggi non è più attivo ma ha un ruolo importante come vice allenatore nell'Iran. Il debutto sul campo nei mondiali è del 2006 in Germania contro la Bosnia. Marco Storari Il resoconto sui migliori calciatori del Messina non può trascurare il talento tra i pali di Marco Storari. Durante tutta la permanenza in terra siciliana è stato un inossidabile punto fermo, contribuendo significativamente alla promozione nella massima serie. Christian Riganò I fiorentini avranno i brividi quando sentiranno il nome del bomber, uno dei più temuti falchi dell'area di rigore di tutta la Serie B. Curiosamente, si tratta di un campione dentro e fuori dal campo, che ha sempre dimostrato grande umiltà, appassionato di lavori edili, che non ha mai esitato a definire i calciatori come personaggi fortunati. Come afferma il blog scommesseconsigli.com, non si è montato la testa ma si inserisce di diritto nella classifica dei campionissimi. Arturo Di Napoli Un altro attaccante degno di nota è Arturo Di Napoli, con il tabellino delle reti segnate che parla per lui. I gol decisivi e le performance di alto livello hanno fatto esaltare la curva dei tifosi. Ibrahima Bakayoko A Messina si respira aria di nostalgia per un campione del calibro di Ibrahima Bakayoko. Il calciatore ivoriano ha giocato tante partite con la propria nazionale, provenendo da esperienze di club davvero rilevanti, come Montpellier, Everton, Olympique Marsiglia, per poi approdare all'Osasuna, al Livorno e infine al Messina. Successivamente è stato al PAOK e all'Olympiakos. Nicola Amoruso La tecnica di Amoruso è stato il carattere distintivo, abbinato alla fortissima predisposizione a finalizzare qualsiasi occasione. La stagione con la maglia del Messina è stata davvero memorabile. Gaetano D'Agostino Passiamo al centrocampo e parliamo di un talento come D'Agostino, perfettamente sincronizzato con i compagni di squadra, noto per una precisione impeccabile nei passaggi e per una visione di gioco eccellente. Carmine Coppola La presenza in campo di Carmine Coppola ispirava fiducia, per le doti di leader che non ha mai esitato a esprimere nelle due esperienze messinesi, rispettivamente dal 2001 al 2007 e nella stagione 2011-2012. Read the full article
0 notes
tuttofotosport · 7 months
Text
@calciopics @calciofication @calcioitalia @calcio-blog @calciocoglione-blog @napolisumisura
0 notes
Sapete cosa sarebbe bello? Creare un vero e proprio gruppo chat con la gente del footblr italiano
Almeno 20 persone come rappresentanti di almeno ogni squadra di serie A
Così tanto per fare cose carine
Però sempre con sportività e rispetto
O quanto meno se non si fa un gruppo sarebbe bello almeno conoscere almeno un tifoso di ogni squadra qui su tumblr molto addentrato nel footblr così giusto per interagire ogni tanto
Per il momento ho solo 3 atalantine
1 torinese
Alcune milaniste
E qualche interista
(forse qualcuno per il Napoli e Roma ma non sono sicuro di seguirli ancora)
E poi credo basta sinceramente, so che non è molto praticamente :/
C'erano altri blog di altre squadre ma ho smesso di seguirli per motivi vari che non riguardano nemmeno il calcio stesso rip...
0 notes
Tumblr media
I posted 6,744 times in 2022
920 posts created (14%)
5,824 posts reblogged (86%)
Blogs I reblogged the most:
@buscandoelparaiso
@itscomingrome
@mimmalamatta
@barellino
@mal-di-testa
I tagged 6,014 of my posts in 2022
Only 11% of my posts had no tags
#random stuff - 508 posts
#sanremo - 479 posts
#eurovision - 387 posts
#italy nt - 218 posts
#italian stuff - 141 posts
#tumblrcalcio awards - 140 posts
#blahmood - 129 posts
#ask - 117 posts
#calcio - 108 posts
#ssc napoli - 105 posts
Longest Tag: 138 characters
#però vabbè lui giustamente dà le notizie presupponendo che il suo pubblico non sappia nulla sull'argomento per essere più chiaro possibile
My Top Posts in 2022:
#5
"Aver dato il primo set ai polacchi è stato un gesto di cortesia" 💀💀💀
122 notes - Posted September 12, 2022
#4
Tumblr media Tumblr media
See the full post
161 notes - Posted March 5, 2022
#3
See the full post
175 notes - Posted September 11, 2022
#2
See the full post
253 notes - Posted May 8, 2022
My #1 post of 2022
See the full post
945 notes - Posted February 3, 2022
Get your Tumblr 2022 Year in Review →
1 note · View note
lamiasulnapoli · 3 years
Text
Legia Varsavia – Napoli, da bosco e da riviera (la quindicesima dell’alieno Gennaro)
Ciao, sono Gennaro, sul mio pianeta abbiamo eliminato molte differenze culturali tra la popolazione, mentre sulla Terra, anche a distanza di pochi chilometri, il dialetto e le usanze possono cambiare. A volte, di poco, ma in modo chiaramente percettibile. E’ un tesoro questa diversità. E io che vivo in Campania percepisco tanto questa ricchezza. I detti, i modi di dire, l’origine delle parole…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
pesaola · 3 years
Text
Quel giorno in cui a Rio splendevano due soli...
Tumblr media
16 notes · View notes
ameontheroad · 4 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Le nostre Agenzie raccontate tramite foto 
0 notes
directoriodemicros · 7 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Napoles, 2017.
1 note · View note
isolaideale · 5 years
Link
Sono un tifoso del Napoli, molto, molto semplice.Fatta questa premessa, è inutile che mi si parli di professionismo. Io, ripeto, sono un tifoso. Il calcio non mi dà da mangiare, anzi... direi che mi toglie qualche euro. Il calcio mi dà emozioni, e questo ha poco a che fare col professionismo. Dunque: sono deluso dalla scelta di Sarri? Sì, tanto. Tantissimo. Reputo Sarri un traditore?   leggi
1 note · View note
pangeanews · 4 years
Text
Voglio succhiare tutto il midollo della vita. Poi mi metterò a scrivere. Il caso Stendhal e gli esordi precoci di Enrico Brizzi e Paolo Giordano
1. I dati, l’esempio. Anche se sono passati due secoli da allora, il mio personaggio è Stendhal. Nato nel 1783, scrive il primo libro, una guida turistica a Roma Napoli Firenze nel 1817 a 34 anni. Fino allora Stendhal aveva servito nell’armata di Napoleone. In seguito a 39 anni pubblica un trattato sull’amore, decisamente inservibile oggi. Venendo alle cose serie, c’è il suo primo romanzo pubblicato a 44 anni, Armance, storia di amore romantico abortito dall’impotenza. Il secondo romanzo è una bomba e lo pubblica di getto a 47 anni: è La certosa di Parma. In sintesi, Stendhal si lancia da solo. Nessuno lo sponsorizza. Il pubblico dei romanzi è praticamente solo femminile. Un uomo che scrivesse romanzi era un caso misterioso all’epoca. Anche questo spiega il relativo ritardo di Stendhal.
*
2. Le considerazioni di Stendhal sul suo ritardo sono pressoché infinite e per non annoiare il lettore lo rimando ai due malloppi Ricordi di egotismo e alla più ammiccante e artistica Vita di Henry Brulard. In sostanza Stendhal fa del suo ritardo una scusa e una pretesa a scrivere per i posteri. In effetti andò così: lo lessero a ondate generazionali mentre i suoi contemporanei gli preferivano altri.
*
3. Le considerazioni di un lettore di Stendhal sul ritardo si sprecano. A voi scegliere. Vorrei fare un elogio retorico del ritardo letterario ma a rovescio, denigrando i talenti precoci che spesso sono stati un business che oggi esibito palesemente per quello che è: affare di estetica, carineria, presa sul pubblico giovane (o allupato).
*
4. Elogio tramite Stendhal il ritardo creativo ma non perché sia uno di quelli che dice che il passato era meglio, solo perché anch’io ero più giovane. Ma perché la propria gioventù non può essere annoverata né tra i progressi né tra i regressi dell’umanità. Qui sta il punto…
*
Paragrafi senza numero.
Ecco il cuore del dramma di Stendhal e di un suo lettore a caso: nella sua gioventù lo riempirono di passato (culto degli autori classici ed illuministi) che in realtà erano già fuori moda passata la Rivoluzione francese, quando lui era sui banchi dell’accademia napoleonica.
Sicché mentre i  programmatori-precettori di Stendhal gli parlavano di La Fontaine, di Rousseau e di D’Holbach in realtà rimpiangevano la loro gioventù.
*
L’unica cosa che posso e so fare, come lettore di Stendhal e avvocato del ritardo, è fare con voi dei calcoli combinatori su quello che l’intensa programmazione subita ha lasciato a Stendhal:
*un vastissimo amore per la letteratura (questo era inteso, d’accordo);
*l’esercizio potente della memoria, quindi in filigrana torna tutto nella sua pagina e voi ritrovate Tacito mentre nella Certosa parla del suo rivale, lo sugar daddy Conte Mosca;
*la conoscenza ragionata di molte cose, per cui un tramonto non è mai un tramonto ma l’ora dell’avemaria, dei pronostici e delle flebili speranze;
*l’ansia per la vita.
*
A dirla in un altro modo, a Stendhal l’accademia napoleonica e l’esercito prendono tutti i suoi vent’anni dandogli in cambio un sacco di libri. Ma la cosa non è poi così terribile, dal punto di vista di uno stendhaliano, perché nel far ciò hanno fatto di Stedhal proprio lo Stendhal che conosciamo.
*
E a vederla un po’ cinicamente (o per mero calcolo statistico) non si potrebbe fare altro nella vita che leggere libri, scrivere libri, o leggere e scrivere qualcosa su altri libri. Da stendhaliani di ferro, difensori del ritardo, si dovrebbe fare una delle tre cose (non importa di cosa trattino i libri e se uno lo fa da allievo o insegnante) e, nel tempo libero, dare sfogo ai suoi bisogni, a quella che Stendhal chiama con eufemismo l’energia.
*
Ritardo a parte, direi che non ci si dovrebbe preoccupare di null’altro, che di poesia, umanità ed energia. Siamo al punto: avendo meno di trentacinque anni ed essendo i bisogni primari assolutamente impellenti (nella lunghissima postadolescenza che ci attanaglia tutti), forse è meglio che si cerchi prima di soddisfare i bisogni e poi fare poesia.
*
Anzi, poiché negli anni di cui sopra uno ha digerito moltissima letteratura di eccellente qualità, ci si può anche permettere di fare poesia proprio partendo dal soddisfacimento dei bisogni o fare letteratura per soddisfare la propria energia e tutte le combinazioni che scaturiscono dal mettere insieme i molti libri letti, i non ancora trent’anni e l’universo mondo che ci circonda.
*
Alla fine, come vedete, invece di un petalo di critica d’arte ci sta rovinando addosso una frana di macigni: per colpa dei ritardi il futuro è terribilmente incerto e per questo è il più bello di tutti i futuri, perché è tanto meno presente e possibile. La qual cosa sa di libertà, più di ogni altro costringimento.
Andrea Bianchi
***
Secondo Andrea, di giovane generazione, nella vita è bene aver soddisfatto (o aver lottato per) certi bisogni primari ed esistenziali prima di fare poesia, ovvero letteratura. E non ha torto. Dunque, sapendo che i talenti precoci non sempre reggono il peso di dover mantenere le promesse, merita la massima attenzione l’arte che emerge nella maturità, preformata e scolpita. Ma nella mia gioventù, l’esordio clamoroso di un Enrico Brizzi non ancora ventenne offrì una spinta e una visione che si allargavano verso una prospettiva evidente, che aveva i suoi contorni, era leggibile e poteva ben essere ascritta a un progetto. Era il 1994 e Jack Frusciante è uscito dal gruppo fu un’esperienza travalicante, sicura nella sua innovatività, che poneva una serie di premesse allettanti. I personal computer non erano ancora in tutte le case, la Rete praticamente non esisteva, tutto manteneva una dimensione decifrabile, dunque proiettabile, secondo un’inclinazione simile a quella degli antichi che amavano incastonare le loro storie nel cielo. L’ambiente bolognese, oltretutto, dava una spinta caratteristica e alternativa; lo stesso Brizzi si concedeva piccole guasconate, come inventarsi di essere nato a Nizza e di essere studente di Fisica. Eravamo nel Novecento, e all’esplosione del suo best-seller generazionale seguirono le dinamiche che conosciamo, dove le suggestioni mantenevano un percorso di curiosità, di ricerca, di possibilità.
*
Poi, una quindicina d’anni dopo, arriva l’esordio del ventiseienne Paolo Giordano – con l’esplosione di oltre un milione di copie vendute – in un’epoca in cui comincia a dominare la Rete, col trionfo dei blog e della partecipazione diffusa e iper-narrativa, ancora indenne dai social ma già pronta a una ricezione molto diversa. Qui, il mondo giovanile narrato ne La solitudine dei numeri primi è il prodotto di una borghesia agiata che intende consolidare le proprie istanze e i propri codici, soffocando ciò che può nascere dagli spiriti più sensibili. L’omologazione è fatta per stritolare, e le linee delle vie da seguire vengono fortificate come confini. Così, il nuovo fenomeno letterario viene subito catturato nelle maglie del sistema: dopo il premio Campiello Opera Prima e il premio Fiesole Narrativa Under 40, al romanzo viene assegnato subito il Premio Strega 2008, il massimo trampolino, urgente e necessario, per tutte le operazioni programmatiche che si andavano formando.
*
Secondo Wikipedia, il titolo del romanzo viene scelto da Antonio Franchini di Mondadori, mentre la copertina riporta un’immagine di grande suggestione – l’autoscatto di una ventenne olandese che ritrae l’espressione di un viso quasi incompiuto – ritenuta uno dei fattori dell’enorme successo del romanzo. L’altro fattore, com’è intuibile, è l’innocente avvenenza del giovane autore, un vero dottorando in Fisica (mentre Enrico Brizzi ne millantava lo studio); ma con questo non si vuole sminuire il valore dell’opera, che qui non è in discorso.
*
Proprio a quell’epoca, nell’allora sito-blog di Giulio Mozzi, l’intervento senza filtri di una scrittrice che anni dopo sarebbe stata finalista a un Premio Strega iniziava così: «Ormai per essere pubblicati bisogna passare un casting. Sei interessante? Sai parlare in pubblico? Sei un attore/attrice? Sei strano/a? Trasgredisci, porti le giarrettiere, sei sexy? Hai la faccia giusta, incuriosisci, puoi andare in tv, hai i denti a posto? Manca poco al Grande Fratello degli scrittori, in questo spaventoso vuoto pneumatico della progettualità editoriale. Da tempo non si leggono i libri ma si guardano le facce degli scrittori, li si chiama, nelle riunioni editoriali o nelle cene fra addetti, per cognome: ce l’ho, ce l’ho, mi manca. Siamo figurine dei calciatori. E poiché non tutti vendiamo le cifre che agli editori fanno comodo, siamo spesso calciatori di serie B. Quello non lo voglio perché c’ha troppa storia (cioè ha segnato poco, un’intera stagione in panchina), quella la tengo come fiore all’occhiello anche se mi va sempre in fuori gioco. Ovviamente nell’editoria (italiana) non ci sono in gioco le cifre del calcio, ma hai voglia a star lì a scrivere davvero, a lavorare tutti i giorni, a non fare la velina della letteratura: hai perso. C’è una schiera di bellocci, furbastri e manovratori che ti passa avanti».
*
Non c’è molto da aggiungere per inquadrare i nostri meccanismi editoriali, oggi diventati ancora più necessari e brutali. All’epoca non c’erano i social network, a trainare erano ancora la televisione e i giornali; ora, con la dittatura consolidata dei social, che scandisce la vita di una spaventosa quantità di persone, la necessità di certi meccanismi si è fatta ancor più granitica. Nel giro di alcuni anni Paolo Giordano viene cooptato nel sistema dei media e viene fatto funzionare a pieno regime, come componente “aggiornato” del gruppo dominante, che deve replicare sé stesso e ha trovato un perfetto esemplare per la successione. C’è il sospetto che l’autentica potenzialità artistica dell’uomo, il suo vero progetto individuale siano stati condizionati per farli confluire in un disegno generale: produrre narrativa per il mercato e articoli sul Corriere della Sera e sui rotocalchi, con presenze televisive insistite e coordinate, per offrire un format complessivo di appeal e credibilità. Una strategia per costruire una figura autorevole giovane e attraente, dunque attendibile, uno studioso integro che possa toccare anche argomenti sensibili legati alla scienza: come dimostra la pubblicazione del libretto di 80 pagine per Einaudi – proposto come “saggio riflessivo di scrittore” che è anche un fisico – sul fenomeno della pandemia, un instant book confezionato di corsa nelle prime due settimane di emergenza da “coronavirus”, senza che nessuno potesse averne un’esperienza vera; un’operazione dettata dalla sola urgenza di mercato, per sfruttare al massimo il bacino dei lettori finché si era in tempo, che ha portato Paolo Giordano al secondo record: oltre a essere il più giovane scrittore ad aver vinto uno Strega, è anche il più veloce ad aver prodotto un libro sulla pandemia del 2020, bruciando sul tempo chiunque altro.
*
Qui si vede la potenza dell’industria editoriale che conta, quando avvista i profitti a portata di mano. A differenza di Enrico Brizzi, che ha seguito una sua strada, Paolo Giordano sembra esser stato “trombonizzato” da un pezzo di classe dirigente cultural-editoriale che prima o poi dovrà passare il testimone, e vuole forgiare le generazioni successive a propria immagine. «Le riflessioni di Giordano da una parte assomigliano a quelle di tutti, e al contempo se ne diversificano», si legge in un articolo che illustra Nel contagio, il volumetto einaudiano sponsorizzato dal Corsera. E grazie al ca**o, direbbe causticamente qualcuno, visto che ogni individuo può essere simile ma non identico. Ma qui si rischia di entrare nel sincretismo della scienza nazional-popolare, i cui interpreti è bene che vengano formati nelle sedi opportune.
Paolo Ferrucci 
*In copertina: Stefano Accorsi è Alex in “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, film del 1996 di Enza Negroni
L'articolo Voglio succhiare tutto il midollo della vita. Poi mi metterò a scrivere. Il caso Stendhal e gli esordi precoci di Enrico Brizzi e Paolo Giordano proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/3aXPKSY
2 notes · View notes
tuttofotosport · 8 months
Text
@napoli @napoliten @napolinostalgia @cagliari78-blog @cagliari-calcio-notizie-blog @cagliari070 @
0 notes
blogitalianissimo · 5 years
Note
So che non accetti richieste,ma potresti fare fem!Calabria è troppo bellina(tutte le donnine sono belle,ma lei è la mia preferita) o la campilia in tutte le sue forme(cioè la "normale(?)",la fem!Campania x Sicilia,la male!Sicilia × Campania, la fem!Campania x male!Sicilia)?
Guarda la regola ferrea di questo blog è 0 fanservice (da parte mia almeno).
Però per scrupolo devo dirti che su @putesseessereallero ho le richieste aperte (ancora per poco), nello specifico sto disegnando seguendo - questo meme, perciò se vuoi puoi consultare la lista in questione e chiedermi chi vuoi (ovviamente non qui, ma nel blog che ti ho segnalato).
Sempre per scrupolo devo dirti che in un certo senso sto disegnando una delle cose che mi stai chiedendo in questo ask /non proprio perché non c’è del fanservice di mezzo/, e spero di postarla entro stasera.
Disclaimer, non per te, ma per tutti gli altri, so già che qualcuno di voi mi followerà anche nell’altro blog, perciò devo dirvi che:
1- Lì è presente del fanservice, perciò se vi disturba evitate di followarmi.
2- Shitposto un sacco, anche sul calcio.
3- Il blog è tematico sulla regione Campania, perciò evitate ask alla “uuuh ma parli sempre di Napoli?”, grazia, graziella, e grazie al ***. Sì, è successo, più di una volta. 
8 notes · View notes
Text
Il calcio, o quasi, di un tempo lontano
Tumblr media
Ci avete mai fatto caso? Se sfogliate un giornale, guardate la televisione, ascoltate i discorsi della gente, accendete la radio, visitate qualche blog sportivo o, semplicemente, vi date una breve occhiata in giro, scoprirete che siamo letteralmente “circondati” dallo sport. In Italia poi, come è palesemente ovvio, ci si trova praticamente all'interno di uno dei Paesi più famosi a livello mondiale per le sue squadre di calcio. Anche il tennis sta avendo un’era d’oro per l’Italia. Oltre alla questione Mondiali Qatar 2022, la Serie A tricolore rimane uno dei punti fissi di migliaia e migliaia di tifosi italiani e stranieri. Squadre come Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma e così via sono davvero conosciute ed apprezzate sia in Europa che fuori, da ricordare il periodo di Zlatan Ibrahimović negli LA Galaxy prima di tornare nuovamente tra le file del Milan, e non mancano poi le comparsate dei vecchi campioni come sponsor di alcuni prodotti.  Basti pensare, ad esempio, ad Alessandro Del Piero per l'acqua Uliveto oppure a Francesco Totti per il detersivo ed i servizi di telefonia mobile per rendersi conto di come lo sport del pallone sia sostanzialmente onnipresente qui da noi. Eppure il calcio non è sempre stato così. Prima della sua nascita in Inghilterra verso la fine della prima metà dell'Ottocento (la data ufficiale pare essere il 1848) e successiva diffusione in tutto il mondo conosciuto, il calcio può vantare degli illustri antenati più o meno conosciuti. Cerchiamo dunque di descriverne brevemente un paio per renderci conto della evoluzione che ha avuto tale disciplina sportiva. Prima dei campionati Mondiali, degli Europei, dell'istituzione della FIFA, delle scommesse online e dei maggiori videogiochi come PES il globo terracqueo non era così connesso come oggi e ce lo dimostra il fatto dell'esistenza delle civiltà pre colombiane. Tra queste i Maya erano probabilmente i più famosi soprattutto per un particolare tipo di gioco, decisamente mortale, chiamato semplicemente pitz. Citato persino nel divertente film d'animazione “La strada per El Dorado”, questo gioco consisteva nel far passare una palla dentro ad un anello di pietra posizionato ad una certa altezza. Le due squadre sfidanti potevano colpirlo con varie parti del corpo, inclusi i piedi, la testa, i gomiti e persino il bacino, ed avevano anche ben più di un motivo valido per vincere. Infatti il pitz era utilizzato come un modo per risolvere i vari conflitti armati locali oppure onorare i propri dei dato che, la squadra sconfitta, sarebbe stata offerta in sacrificio. Quando si dice i miracoli della motivazione! Spostandoci poi più avanti nel tempo e più vicini a noi, praticamente in Toscana, si può poi ritrovare il  calcio storico fiorentino che, ad ogni modo, non era certo meno violento e seguito. Si trattava infatti di una sorta di mix tra il calcio odierno ed il rugby visto che si poteva tenere la palla con le mani ed ancora oggi viene ricordato nelle rievocazioni storiche. Ma ovviamente anche il calcio di allora aveva bisogno di campioni a cui ispirarsi e Firenze non era da meno visto che partecipavano addirittura alcuni membri della famiglia de' Medici che regnava sul capoluogo toscano. Read the full article
0 notes
lamiasulnapoli · 4 years
Text
Granada – Napoli (Partita 34), errare è umano, ma "perseverance" è diabolica
Granada – Napoli (Partita 34), errare è umano, ma "perseverance" è diabolica #ForzaNapoliSempre #GranadaNapoli #Perseverance #nasa
I tifosi napoletani e gli appassionati dello spazio ricorderanno il 18 febbraio 2021 per la perseveranza umana nel raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi, e per la perseveranza diabolica del Napoli nel perseguire i suoi loschi obiettivi di minare la psicologia dei propri tifosi. L’umanità raggiunge ancora una volta Marte, con la missione Mars 2020, lanciando il rover Perseverance, per…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
pesaola · 3 years
Text
16.9.1984
D10S si presentò alla Serie A...
12 notes · View notes