#bomba estero
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hyggetrait · 2 years ago
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🎵 ~ pick a song for each letter of your URL~ 🎶
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e-o-t-w · 2 years ago
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Eyes on the world #131
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La prima di febbraio è una puntata extra-large.
Una nuova, grande e articolata questione è emersa in settimana e le sue sfaccettature – oltre a essere tante – sono in continua evoluzione. Ma fare il punto è necessario. Inoltre abbiamo aggiornamenti dai viaggi della premier, dall’Ucraina, da Israele e dagli USA. Così, per non annoiarci.
Preparatevi, si vola 👇
🧑‍⚖ CASO COSPITO: ATTACCATE DUE AMBASCIATE IN EUROPA. CHI È ALFREDO COSPITO E PERCHÉ SE NE PARLA
(1) In settimana non si è quasi parlato d’altro. Facciamo un po’ d’ordine sulla faccenda in toto. Tra venerdì e sabato scorsi sono avvenuti due attacchi alle sedi diplomatiche di Berlino e Barcellona, entrambi riconducibili all’area anarchica. Nel primo caso, nel quartiere di Schöneberg, sono state incendiate due auto, una delle quali appartenente a Luigi Estero (funzionario dell’ambasciata italiana). Non c’è stata alcuna rivendicazione, ma nella mattinata di sabato il ministero degli Esteri italiano – in collaborazione con le forze dell’ordine – ha reso noto che il fatto è legato alle proteste di gruppi anarchici a sostegno di Alfredo #Cospito. L’uomo, tra le figure più note proprio nell’ambiente anarchico, si trova al momento in carcere e dal 19 ottobre scorso ha iniziato uno sciopero della fame contro il regime del 41-bis (il cosiddetto “carcere duro”) al quale è sottoposto attualmente. Le proteste sono aumentate nell’ultimo periodo in concomitanza con il peggioramento delle sue condizioni di salute, oltre al fatto che la sua condanna rischia di trasformarsi presto – dai 20 anni iniziali – in ergastolo ostativo, ovvero senza alcun tipo di beneficio di legge e senza possibilità di abbreviare o convertire la pena. L’incendio di Berlino è stato collegato alla matrice anarchica poiché un caso simile avvenne all’inizio di dicembre all’ambasciata italiana in Grecia, interessando stavolta Susanna Schlein (sorella della candidata PD Elly Schlein e prima consigliera della sede diplomatica tricolore di Atene). Contemporaneamente all’attacco in Germania, cinque persone hanno fatto irruzione nel consolato generale italiano a Barcellona, imbrattando una parete dell’edificio con frasi di solidarietà per Cospito e condanna per lo Stato italiano. I 5 sono stati identificati, rilasciati poco dopo e le scritte cancellate. Anche in Italia ci sono state proteste e danni riconducibili all’area anarchica, sia a Roma che a Torino. Ma qual è la storia di Alfredo Cospito? L’uomo ha militato nella Federazione anarchica informale (FAI), un gruppo che appoggia la lotta armata contro lo Stato. Nel 2013 ferì a colpi di pistola Roberto Adinolfi (dirigente dell’Ansaldo, azienda attiva nel settore energetico) e fu condannato da 10 anni e 8 mesi di carcere. Durante la sua permanenza dietro le sbarre, venne accusato di aver messo due pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano (CN) nel 2006, la cui esplosione non causò morti o feriti. Durante il processo, la FAI fu riconosciuta come organizzazione terroristica e Cospito - insieme alla sua compagna - fu condannato a 20 anni di carcere, ma non all’ergastolo (non avendo materialmente ucciso qualcuno). Tuttavia, la Corte di Cassazione sta valutando – su richiesta del procuratore generale – di giudicare Cospito non più per il reato di “strage comune”, ma di “strage politica”, la cui pena è appunto l’ergastolo ostativo. L’imputato ha presentato ricorso contro l’applicazione del 41-bis e la prima udienza venne fissata per il 20 aprile prossimo. Ma il rapido peggioramento delle sue condizioni di salute ha spinto la Cassazione ad anticiparla inizialmente al 7 marzo, dal momento che – allo stato attuale – Cospito potrebbe morire prima del 20 aprile. L’uomo è stato inoltre trasferito dal carcere di Sassari a quello di Opera (MI), al fine di ricevere cure mediche adeguate.
🗂 CASO COSPITO (2): CAOS DOPO LE DICHIARAZIONI DI GIOVANNI DONZELLI (FDI). APERTA UN’INDAGINE
(2) Pensate sia finita qui? Macché. Eravamo rimasti al trasferimento di Cospito nel carcere di Opera (MI). Martedì la vicenda si è arricchita di un nuovo, grande, filone. Giovanni #Donzelli, deputato alla Camera di Fratelli d’Italia, è intervenuto in aula sul caso Cospito, sottolineando quanto l’attuale governo faccia bene a non togliere il 41-bis al detenuto; tuttavia, nell’esporre la sua tesi, Donzelli ha parlato di conversazioni avvenute nel carcere di Sassari tra Cospito e membri della criminalità organizzata, denunciando un’ipotetica collaborazione tra le parti per obbligare lo stato ad abolire il 41-bis. Il caso esploso nel secondo successivo alle sue dichiarazioni non ha riguardato tanto il rapporto tra il detenuto e la criminalità, quanto l’ammissione sottintesa di essere a conoscenza di informazioni che – per il ruolo che ricopre – non avrebbe mai dovuto/potuto sapere. E di averle, ovviamente, divulgate pur essendo riservate. In pochissimi all’interno della maggioranza hanno preso le difese di Donzelli, uno dei maggiori esponenti del principale partito al governo nonché vicepresidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica). Le informazioni sulle suddette conversazioni non hanno tardato a raggiungere le principali testate giornalistiche (giusto ieri Repubblica ha pubblicato diversi stralci), dove si parla dei dialoghi tra Cospito e, rispettivamente, Francesco Presta (boss della ‘ndrangheta) e Francesco Di Maio (del clan dei Casalesi). Donzelli ha provato a difendersi affermando che i documenti da lui citati si trovano nel ministero della Giustizia e sono accessibili a tutti, dichiarazione prontamente smentita dai diretti interessati. L’unica persona vicina a Donzelli che può aver avuto accesso a tali informazioni è Andrea #Delmastro (sempre di FdI), sottosegretario alla Giustizia che si occupa anche del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. È probabile che le conversazioni fossero in una delle relazioni trasmesse periodicamente al ministero. Lo stesso Delmastro ha fatto sapere di non aver fornito documenti a Donzelli, ma non ha chiarito se potesse genericamente riferire informazioni di quel tipo al deputato (cosa che ha ammesso), che durante il suo discorso ha parlato esplicitamente delle conversazioni. Le reazioni, in generale, non si sono fatte attendere. Il PD ha chiesto le sue dimissioni da vicepresidente del Copasir, ma ha criticato Donzelli anche per un altro passaggio del suo intervento; il deputato ha infatti rivelato che 4 parlamentari del PD (Debora Serracchiani, Walter Verini, Silvio Lai e Andrea Orlando) hanno visitato Cospito nel carcere di Sassari (cosa che rientra nelle proprie mansioni) e li ha implicitamente accusati di essere suoi complici. A tal proposito, il presidente della Camera Fontana ha richiesto la nomina di un “giurì d’onore”, ovvero una commissione d’indagine per validare le accuse mosse da Donzelli. Mercoledì sul tema si è espresso anche il ministro della Giustizia Carlo #Nordio, dopo aver convocato un’informativa urgente alla Camera per chiarire quanto stesse accadendo. Innanzitutto ha reso noto che Cospito si trova al 41-bis poiché – secondo Nordio – ha dimostrato di essere capace di potersi collegare con l’esterno e gestire i propri affari. Tralasciando poi la contraddizione sulle sue condizioni di salute (secondo l’ASL di Sassari - in base a quanto ha riportato il ministro - sarebbe “venuto meno un parametro elettrolitico”, mentre chi lo ha visitato parla di un quadro clinico molto più grave), ha poi rimarcato come il governo non possa cambiare la norma sul 41-bis per via delle condizioni di salute di un detenuto, chiunque esso sia. Ha infine commentato le parole di Donzelli del giorno prima, affermando che sul caso è stata aperta un’indagine. Giovedì inoltre la Corte di Cassazione ha anticipato ulteriormente l’udienza sul ricorso di Alfredo Cospito: dal 7 marzo si è passati adesso al 24 febbraio. È probabile che la vicenda si arricchirà di nuovi aspetti nelle prossime settimane.
🇱🇾 GIORGIA MELONI IN LIBIA: CHIUSI IMPORTANTI ACCORDI A TEMA GAS E MIGRANTI. ECCO COSA CONTENGONO
(3) Non è solo la questione Cospito-Donzelli a tenere banco nelle aule di Palazzo Chigi. La premier Giorgia #Meloni è stata impegnata in Africa nelle ultime settimane, visitando la #Libia per firmare due accordi molto importanti. Uno ha visto la partecipazione dell’amministratore delegato di #ENI Claudio Descalzi e Farhat Bengdara, presidente della compagnia petrolifera nazionale libica (National oil corporation, #NOC); l’accordo riguarda la collaborazione tra le due compagnie per esplorare i giacimenti di gas nei pressi delle coste della Libia, capaci – in base alle stime emerse – di fornire 8,7 miliardi di metri cubi di gas ogni anno per i prossimi 25 anni. In questo modo la produzione di gas subirebbe un’accelerata che gioverebbe innanzitutto all’Europa intera, pur essendo prioritario per la Libia (in base ai contratti attuali) l’approvvigionamento interno rispetto alle esportazioni. L’investimento sul quale si regge l’accordo è senza precedenti: 8 miliardi di dollari. Un secondo patto è stato stipulato sulla gestione dei flussi migratori e riguarda l’Italia che consegnerà alla Guardia costiera libica cinque nuove motovedette. Il rapporto tra l’UE, il nostro paese e la Libia per fermare – anche e soprattutto con la forza – le partenze dei migranti dalle coste libiche prosegue quindi senza intoppi. Proprio sul tema è intervenuto il Consiglio d’Europa (organo slegato dall’UE) che, con una lettera indirizzata al ministro dell’Interno Piantedosi, ha chiesto di ritirare l’ormai noto codice di condotta per le #ong, che di recente ha complicato il soccorso dei migranti nel Mediterraneo. Tornando al viaggio della premier, l’accordo con l’Algeria prima e la Libia poi rientrano nel piano dell’attuale governo di far diventare l’Italia l’unico ponte di collegamento tra Africa ed Europa per ciò che riguarda il trasporto di gas, in primis. È tutto per la settimana? Non esattamente, perché in Italia – Donzelli a parte – il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo disegno di legge a tema autonomia differenziata, proposto dal ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli. Di cosa si tratta? In sostanza le regioni non a statuto speciale (quindi tutte meno Friuli, Trentino, Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta) potranno chiedere allo stato di avere competenza esclusiva su 23 materie, molte delle quali parecchio delicate. Parliamo di istruzione, sanità, produzione di energia e tutela dell’ambiente. La durata dell’accordo singolo tra stato e regione non potrà durare più di 10 anni e sarà rinnovato automaticamente, a meno che una delle due parti decida di tirarsi indietro. Un tema che potrebbe cambiare le carte in tavola riguarda i #LEP, cioè i livelli essenziali di prestazione che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Questi, secondo molti, andrebbero stabiliti prima di richiedere l’autonomia, così da avere chiare le risorse a disposizione di ogni regione. Con una nota, il governo ha fatto sapere che eventualmente i LEP dovranno essere rispettati (e le risorse modulate) dalle regioni anche in caso di modifiche.
🇺🇦 ATTACCO RUSSO PRONTO PER L’ANNIVERSARIO, IL PIANO (SMENTITO) DEGLI USA: LA SETTIMANA IN BREVE
(4) E la guerra in #Ucraina? No, quella non si è fermata, anzi. Tuttavia ci sono meno aggiornamenti rispetto alle scorse settimane. Domenica sono stati bombardati nuovi obiettivi civili nella parte orientale del paese, principalmente a Kharkiv e a Kherson. Almeno 4 persone sono rimaste uccise. Inoltre, sembra che negli ultimi giorni la #Russia stia veicolando un gran numero di soldati (nell’ordine delle decine di migliaia) nel #Donbass, intensificando attacchi e – più in generale – pressione sulla regione. Diversi membri delle autorità locali e il segretario della #NATO Jens Stoltenberg ritengono che i russi abbiano in mente una nuova offensiva nell’area orientale dell’Ucraina, finita parzialmente nelle loro mani. Le stime parlano di un massiccio attacco in arrivo verso la fine di febbraio, in occasione del primo anniversario della guerra. L’esercito ucraino pare aver comunque intenzione di rispondere sul campo con una controffensiva altrettanto potente, da far partire prima della prossima estate. Si parla di oltre 200.000 soldati russi impiegati nel nuovo attacco. Inoltre in settimana si sono susseguite voci su un ipotetico piano di pace ideato dagli Stati Uniti e dalla CIA per porre fine alla guerra: consiste, in buona sostanza, nel consegnare al presidente russo Putin 1/5 del territorio ucraino (le dimensioni del Donbass praticamente). La Casa Bianca ha smentito categoricamente la ricostruzione.
🇮🇱 TENSIONE TRA ISRAELE E PALESTINA. CISGIORDANIA AL CENTRO DELLO SCONTRO, NETANYAHU INTERVIENE
(5) Periodo molto intenso tra israeliani e palestinesi, che si sono scambiati attacchi reciproci già dalla scorsa settimana. Giovedì scorso avevamo riportato come l’esercito israeliano avesse ucciso 10 palestinesi nel corso di un’operazione in un campo profughi in #Cisgiordania, per sventare un potenziale “attacco terroristico” (in base alle ricostruzioni dei diretti interessati, anche se diverse testimonianze parlano di violenza indiscriminata contro chiunque si opponesse all’esercito). Ciò ha portato poi a un fitto lancio di missili proprio tra #Israele e la striscia di #Gaza. Tra venerdì e sabato ben 2 attentati hanno avuto luogo per mano di palestinesi a #Gerusalemme est, una porzione di territorio palestinese occupata da Israele dal 1967. Il più grave ha visto protagonista un uomo di 21 anni che ha ucciso a colpi di pistola, fuori da una sinagoga, 7 persone. L’attentatore è stato poi ucciso dalla polizia mentre provava a fuggire in auto. Il secondo caso ha visto invece un tredicenne sparare (senza ucciderli) a un uomo di 47 anni e a suo figlio di 22 in un quartiere di Gerusalemme est popolato principalmente da palestinesi. La Cisgiordania è un territorio estremamente interessato dalle recenti violenze, con il neo-ministro della Pubblica sicurezza – il criticatissimo Ben-Gvir – interessato ad annetterlo a Israele, nonostante diversi accordi internazionali prevedano che debba fare parte di uno stato interamente palestinese in futuro. In risposta agli attacchi contro gli israeliani, il governo #Netanyahu ha sequestrato, e in alcuni casi demolito, le abitazioni dei responsabili, con l’obiettivo di scoraggiare nuovi attentati per mano di palestinesi (seppur molti la considerino una pratica inefficace, oltre che illegale). I familiari hanno tuttavia celebrato quanto commesso nei confronti degli israeliani, come fosse un’azione di riscatto per le oppressioni subite. L’esecutivo non si è fermato qui, poiché lo stesso premier Netanyahu ha annunciato di voler facilitare il possesso di un’arma da fuoco per i cittadini israeliani, al fine di prevenire (secondo la sua tesi) le violenze.
🇺🇸 USA: PUBBLICATI I VIDEO DELL’AGGRESSIONE A TYRE NICHOLS. 5 AGENTI LICENZIATI E UNITÀ SCIOLTA
(6) Facciamo un salto negli Stati Uniti, dove negli ultimi giorni ha tenuto banco il caso che ha visto coinvolta la polizia di #Memphis e l’afroamericano Tyre #Nichols. L’uomo, 29 anni, era stato fermato in strada per un controllo il 7 gennaio per guida spericolata ed è morto – in seguito a quello stesso controllo – in circostanze non meglio specificate. Lo scorso weekend, le autorità locali hanno mostrato al pubblico quattro video nei quali Nichols viene pestato a morte da 5 agenti, anche loro afroamericani. Da quanto si evince, l’uomo è stato trascinato via dalla sua auto e gettato sull’asfalto. Dopo un tentativo di fuga, è stato inseguito e colpito con un taser. In un secondo video Nichols si trova a 800 metri da dove è stato originariamente fermato e prova a divincolarsi chiamando aiuto (la sua casa era a pochi metri di distanza), ma per tutta risposta riceve calci, manganellate e spray orticante negli occhi. Dopo essere stato colpito più volte alla testa, riceve assistenza medica con forte ritardo da due dottori giunti sul posto, per essere infine trasportato via in ambulanza. I 5 agenti sono stati licenziati e accusati di aggressione e rapimento aggravati, abuso d’ufficio e omicidio di secondo grado. Subito dopo, l’unità speciale alla quale appartenevano i 5 poliziotti (chiamata Scorpion Unit, deputata a pattugliare le aree a rischio di Memphis e già molto criticata dalle comunità locali più marginalizzate) è stata sciolta. Anche i membri del personale paramedico intervenuti a prestare le cure a Nichols (come detto, in forte ritardo) sono stati licenziati per aver violato diversi protocolli. Come prevedibile, il fatto ha portato centinaia di persone a riunirsi e protestare in diverse città americane, ma non sono stati segnalati scontri con le forze dell’ordine.
Wow, che settimana… e non è mica finita 👇
🇮🇷 Una struttura militare iraniana è stata colpita da almeno 3 droni nella notte tra sabato e domenica. Le autorità locali hanno parlato di danni limitati, ma ci sono poche certezze a riguardo. Ciò che sembra lasciare meno dubbi è il mandante dell’attacco, ovvero Israele, con l’obiettivo chiaro di colpire siti chiave per i programmi nucleari dell’#Iran.
🇬🇧 Nadhim Zahawi non è più il presidente del Partito conservatore britannico. È stato rimosso dal premier Rishi Sunak (leader del partito) per aver nascosto grossi problemi con il fisco per anni: è emerso infatti che avrebbe pagato circa 4,8 milioni di sterline a seguito di un’inchiesta per evasione fiscale.
🇳🇿 Nuova Zelanda colpita da forti inondazioni, frane e danni strutturali a numerosi edifici a causa delle piogge torrenziali dell’ultima settimana. Il bilancio attuale è di 4 morti, ma la situazione è sicuramente più grave di quanto emerso finora. Migliaia di edifici sono rimasti senza luce e acqua e a sud-est di Auckland 10 vagoni di un treno merci sono deragliati.
🇲🇲 Torniamo per un attimo in #Myanmar, dove la giunta militare continua a governare senza alcuna opposizione. Venerdì scorso è stata approvata una legge che limiterà moltissimo la presentazione di nuovi candidati o partiti alle prossime elezioni. Ognuno di loro non dovrà avere legami con associazioni considerate terroristiche o illegali dalla giunta (definizione molto vaga, dal momento che la giunta considera tale pressoché ogni genere di opposizione), oltre a disporre di un bacino di membri e fondi molto più grande di quanto non sia mai stato. La giunta ha inoltre prorogato lo stato d’emergenza nel quale si trova il paese per altri sei mesi, rinviando di fatto nuove elezioni (che devono tenersi entro sei mesi dalla fine di questa condizione).
🏈 Ci avviciniamo a grandi passi al #SuperBowl del prossimo weekend. Ad affrontarsi saranno i Philadelphia Eagles (vincitori del 2018), che hanno eliminato i San Francisco 49ers, e il Kansas City Chiefs, in finale dopo aver sconfitto i Cincinnati Bengals. I Chiefs vengono da 3 Super Bowl giocati (e 2 vinti) negli ultimi 4 anni.
⚽ Si è spento all’età di 79 anni l’ex presidente della #FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) Carlo Tavecchio. Era ricoverato per problemi respiratori dalla scorsa settimana. Si dimise nel novembre del 2017, in seguito all’eliminazione dell’Italia nelle qualificazioni al Mondiale di Russia del 2018.
🎾 Vanno in archivio gli #AustralianOpen di tennis. Lo scorso sabato Aryna Sabalenka ha avuto la meglio su Elena Rybakina dopo 2 ore e 8 minuti di gioco, vincendo il suo primo titolo in un torneo del Grande Slam e salendo al 2° posto del ranking mondiale WTA. L’ultimo atto maschile è avvenuto invece tra Novak Djokovic (“di ritorno” in Australia dopo il caos dello scorso anno) e Stefanos Tsisipas. Il serbo ha prevalso sul greco in tre set, continuando il trend che lo vede sempre vincente in finale a Melbourne. Con questa vittoria Djokovic tornerà al 1° posto nel ranking mondiale e raggiunge lo spagnolo Rafa Nadal con 22 vittorie dei tornei dello Slam (10 delle quali proprio in Australia).
🇹🇳 Dopo le proteste di qualche settimana fa, si è tornati alle urne in #Tunisia, in vista del ballottaggio delle elezioni parlamentari. Esattamente come per il primo turno, l’affluenza è stata intorno all’11%, confermando il malcontento nei confronti della deriva autoritaria presa dal governo del presidente Kais Saied. Il nuovo sistema elettorale da lui introdotto, che sostanzialmente limita al massimo il potere dei partiti, influenzerà in negativo le azioni che qualsivoglia parlamento vorrà portare avanti.
🇧🇷 Dov’è finito l’ex presidente del #Brasile Jair Bolsonaro? Ancora negli Stati Uniti, con tutta l’intenzione di restarci. Ha chiesto infatti un visto turistico per rimanere in USA altri 6 mesi, dal momento che quello attuale sta scadendo. Al momento – a suo carico – è in corso un’indagine, portata avanti dalla Corte Suprema brasiliana, per l’assalto alle istituzioni da parte dei suoi sostenitori all’inizio di quest’anno.
⚧ Si è discusso molto in #Scozia del caso di Isla Bryson, donna trans colpevole di due episodi di violenza nei confronti di altre donne (quando ancora la transizione non era cominciata). Il suo iniziale trasferimento in un carcere femminile aveva provocato grosse polemiche, visti i suoi precedenti, pur essendo stata posta in isolamento. La decisione è stata poi cambiata in corsa dalla prima ministra Nicola Sturgeon. Il ministro della Giustizia Keith Brown – con un provvedimento temporaneo – ha fatto sapere che le donne trans incriminate e condannate per tali reati saranno detenute in carceri maschili, in attesa di leggi vere e proprie sul tema.
🇵🇰 Lunedì, a Peshawar (nel nord-ovest del #Pakistan), un attentatore suicida si è fatto esplodere in una moschea con circa 260 persone all’interno. In base a quanto comunicato dalle autorità locali, almeno 100 di queste sono morte, mentre i feriti sono oltre 200. L’attacco è stato attribuito (seppur non ufficialmente) al gruppo terroristico TTP (Tehrik I Taliban Pakistan), alleato sia dell’ISIS che dei talebani afghani. La maggior parte delle persone all’interno della moschea facevano parte della polizia, essendo la stessa utilizzata come sede del corpo provinciale.
🇦🇺 Curioso incidente avvenuto in #Australia. L’azienda mineraria Rio Tinto e le autorità locali erano alla ricerca di una capsula radioattiva contenente una piccola quantità di cesio-137. Questa è stata trasportata da un’azienda terza, ma non era mai arrivata a destinazione. La Rio Tinto ha comunicato o smarrimento il 25 gennaio, invitando la popolazione a fare molta attenzione, pur trattandosi di un’area poco popolata del paese. La capsula è stata poi ritrovata mercoledì a circa 50 km dal punto di partenza.
🇫🇷 Facciamo un salto in #Francia, dove continuano le grandi proteste e gli scioperi contro la riforma delle pensioni discussa nelle ultime settimane. Lunedì è iniziata la discussione in parlamento e, contemporaneamente, in tutta la Francia hanno preso il via 250 manifestazioni. Sono stati segnalati diversi disagi soprattutto nel settore trasporti. Nonostante tutto la legge sembra poter vedere la luce, con l’appoggio soprattutto del centrodestra. In tema di scioperi, anche nel Regno Unito proseguono in risposta ai mancati adeguamenti degli stipendi al caro vita e al taglio di alcuni servizi pubblici. A manifestare soprattutto insegnanti, personale medico, autisti di mezzi pubblici e postini, per un totale di circa 500.000 persone.
📱 Sempre in Francia, da tempo si parla di regolare il mondo degli influencer e dei contenuti sponsorizzati che producono. C’è chi non mette bene in evidenza un’adv, chi accetta ogni genere di collaborazione (a prescindere dall’affidabilità o dall’efficacia del prodotto/servizio pubblicizzato). In sostanza, si vorrebbe cominciare a riconoscere come professione vera e propria quella dell’influencer, con regole e paletti ben precisi. Finora ci si è limitati a “prendere in prestito” norme da settori e professioni simili, lasciando i content creator in una zona grigia abbastanza priva di vincoli. Le proposte sul tavolo sono molteplici: dall’istituzione di un albo a un codice di buona condotta, dal segnalare le immagini ritoccate al divieto di promuovere alcuni prodotti/servizi. In quest’ultimo caso si fa riferimento, ad esempio, a interventi chirurgici (estetici, per lo più), farmaci o investimenti rischiosi (es. criptovalute). La Francia in tal senso si conferma uno dei paesi più attenti al regolamentare questi fenomeni, che col tempo tenderanno a crescere sempre più.
📈 Il Fondo Monetario Internazionale ha reso noto che nel 2023 l’economia mondiale avrà una crescita maggiore del previsto: il #PIL mondiale infatti si alzerà di uno 0,2% in più rispetto alle previsioni dello scorso ottobre (pur comunque confermando un rallentamento generale, a causa della guerra in Ucraina e il freno all’economia cinese). L’unico grande paese in controtendenza sarà il Regno Unito, il cui PIL si abbasserà dello 0,6% (a differenza di un +0,3% previsto). Le motivazioni sono molteplici: dalla riforma economica proposta dall’ex premier Liz Truss (che portò al crollo della sterlina) a qualche effetto collaterale di Brexit ancora presente. E in Italia? Il PIL sta crescendo dello 0,8% in più rispetto alle previsioni e, secondo gli ultimi dati ISTAT, anche l’inflazione appare in calo, grazie principalmente alla riduzione del costo dell’energia. In USA invece la banca centrale americana ha annunciato un nuovo aumento dei tassi di interesse (+0,25%) per contenere l’inflazione; è l’ottavo incremento consecutivo, minore però di quelli effettuati negli ultimi mesi, a testimonianza di un’economia tutto sommato in lenta crescita. Giovedì ha fatto lo stesso anche la BCE, alzando i tassi di 0,5 punti percentuali.
🇧🇪 #Qatargate ancora nel vivo. Il Parlamento Europeo ha votato per revocare l’immunità a due degli europarlamentari coinvolti nello scandalo, nello specifico Andrea Cozzolino e Marc Tarabella. La procura belga sta ancora indagando sul loro coinvolgimento e potrà adesso agire senza particolari vincoli.
🇮🇳 Continua il tracollo del gruppo di Gautam Adani, ormai ex terza persona più ricca al mondo. In seguito all’inchiesta di cui abbiamo parlato la scorsa settimana, molti investitori hanno preferito vendere le proprie azioni e distanziarsi dall’imprenditore, causando un crollo verticale in borsa e la perdita di circa 100 miliardi di dollari di valore (circa 1/3 dell’intero gruppo). La Hindenburg Research ha messo a nudo pratiche illegali avvenute grazie a una rete di società registrate in paradisi fiscali.
🇵🇭 SI rafforza il rapporto tra Filippine e Stati Uniti. Ieri Lloyd Austin, segretario alla Difesa, si è recato sul posto per aggiornare gli accordi in vigore. Agli USA è stato concesso di avere presidi in altre 4 basi militari locali, in posizioni tali da poter intervenire in caso di eventuale attacco da parte della Cina verso Taiwan.
Alla prossima 👋
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tourandbackstagestories · 3 years ago
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Ohana 2022 with Stevie Nicks, Eddie Vedder, Jack White and Pink
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30 Sept - 2 Oct 2022, Dana Point, CA
More information and tickets at https://www.ohanafest.com/
Want more festivals? Check out our Festival Calendar for a complete list.  
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ludvigovzec · 5 years ago
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miss-teri-club-blog · 6 years ago
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Mis sentimientos que llevo dentro "💣 📻" 😎💜🌃 #photo #photography #feelings #beautiful #beauty #girl #sexy #hot #miss #tericlub #art #model #minimalism #woman #sentimientos #latina #bomba #estero https://www.instagram.com/p/BrcawLeAo_G/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=j6nvabxqyej9
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elbiotipo · 3 years ago
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Bestiario de la Argentina Post-Apocalíptica:
Pajarracos o Aves Del Terror: Los paleontólogos consideran que, al ser en realidad caranchos mutados, no deberían ser aves del terror, el nombre "Pajarraco" es posiblemente una deformación de un nombre de dichas aves prehístoricas, Phorusrhacos; igual, nadie les hace caso. Sea como sea, los pajarracos han reemplazado a los extintos caballos como la montura predilecta de los gauchos; sus filosas garras y pico son un beneficio en la peligrosa Pampa, son resistentes a la radiación, son buenos compañeros y vienen en una gran gama de colores. El único incoveniente es que son carnívoros, pero hay bastante para cazar y arriar.
Manuelitas: Mutadas de las tortugas de agua dulce comunes en los ríos del Norte, las manuelitas alcanzan un tamaño extraordinario, llegando a confundirse con islas en los esteros cuando se toman siestas que pueden durar años. Pese a su reputación pacífica, descienden de animales carnívoros y son aún onmnivoras. Más de un vaqueano fue tragado vivo cuando se tomó una siestita en una "isla".
Vaca Loca: El equivalente de los Brahmin norteamericanos, por razones desconocidas, las únicas razas de ganado estables son aquellas bicéfalas (dos cabezas). Pese a su aspecto extraño y a su leche... poco apetitosa, siguen siendo la principal fuente de alimento y cuero en las pampas y el resto del país.
Mosquitos: Alguna vez estuviste en el norte y dijiste "fua, acá los mosquitos parecen caballos de lo grandes que son"? Bueno.
Beelzesapo: Al haber mosquitos grandes, sus predadores también aumentaron de tamaño. Cuidado por donde andás.
Megayacaré: Los leviatanes del Paraná, estos inmensos animales mutantes serían el terror de todo lo que nade, de no ser por su bajo metabolismo y su temperamento tranquilo, con excepción de proteger sus nidos. No ha habido sobrevivientes registrados en un encuentro con un megayacaré; las balas y hasta el plasma rebotan de su cuero. Por suerte solo viven en el agua...
Carnotoros: ...con excepción, por supuesto de sus versiones terrestres, que te hacen mierda 5 veces antes que toques el piso. Los gauchos saben que no hay que meterse con ningún carnotoro, y prefieren perder una vaca loca de vez en cuando a ser masacarados.
Gliptodontes: Descendientes de los pocos tatúes carretas que quedaban antes de que caigan las bombas, estas criaturas son sorprendentemente pacíficas si se crían desde pequeñas, y son usadas para llevar las cargas que las vacas locas no pueden.
Linuxes: Pinguinos que han decidido dar vuelta la cosa y se dedican a cazar focas. En tierra son amigables y abrazables, con excepción de los dientes.
Guardanaco: Las llamas y los guanacos, con ciertas mutaciones, siguen siendo animales domésticos fieles. Los guardanacos, sin embargo, son criaturas horribles que te escupen pus radioactivo en la cara.
Michi: Básicamente un yaguareté del tamaño de un gato doméstico. Igual de feroz.
Carpinchos: Siguen siendo iguales, aunque forman colonias subterráneas para defenderse de los múltiples predadores que los acosan.
Hormigas gigantes: Alguna vez fuiste al norte y viste esos hormigueros enormes y te preguntaste que sería si fueran más grandes? Bueno.
Cotorras: Las cotorras del norte siguen siendo igual de parlanchinas, pero mucho más inteligentes. Muchos las tienen de mascotas y les enseñan canciones, o a llevar mensajes discretamente. Algunos dicen que están formando su propia civilización.
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black-john-lennon-archive · 4 years ago
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8, 9, 21
Top 3 ablums
Michael Jackson - Off the Wall
Beyonce - Self Titled
Thicke- A Beautiful World
Top 3 karaoke songs
1. One Way or Another- Blondie
2. Locked Out of Heaven- Bruno Mars
3. Superbass- Nicki Minaj
A song from my non-native language
Soy Yo - Bomba Estero
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abr · 6 years ago
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Che fine hanno fatto i Gilet Gialli? E dov’è finito il Movimento nato sette mesi fa, il 17 novembre dello scorso anno (...) alla sua prima uscita aveva portato in piazza 280 mila persone, paralizzando Parigi e la Francia tra picchetti sulle rotaie dell’Esagono, strade e autostrade bloccate, fabbriche occupate e centri decisionali dell’��lite attaccate? (...) la risposta essenziale è un po’ in queste righe: “Dopo sette mesi, la mobilitazione si è già divisa per quaranta, i leader storici sono scesi tutti dal carro e il risultato catastrofico ottenuto dalle tre liste gialle alle elezioni europee, 0,58 per cento in totale, ha scoraggiato anche gli ultimi resistenti che credevano di fare la révolution con i social network”. (...) Per il politologo Jean-Yves Camus, direttore dell’Observatoire des radicalités politiques, “in termini di mobilitazione resta certamente poca roba dei gilet gialli, ma in termini politici e psicologici il discorso è diverso. Politicamente hanno spinto il governo a mettersi in discussione (...)". la reazione di Macron è stata quella di mettere mano a 10 miliardi di misure per venire incontro alla rabbia e il lancio del Gran débat national (...). Pur tuttavia, una cosa è certa: “Se Macron non ottiene dei risultati economici che provano la bontà delle sue misure, ci potrebbero essere delle conseguenze sull’esito elettorale delle presidenziali del 2022”. (...). Ma “ciò che temo maggiormente, è il rancore e la frustrazione che potrebbero scatenarsi non solo verso l’esecutivo e il presidente della Repubblica ma anche verso la democrazia rappresentativa in generale” chiosa Jean-Yves Camus, che aggiunge: “Gran parte dei gilet hanno l’impressione di essersi mobilitati per settimane senza essere ascoltati fino in fondo, senza ricevere risposte all’altezza delle loro rivendicazioni. C’è anche il sentimento che le manifestazioni siano state represse con troppa durezza dalla polizia. (...) Per la coesione nazionale, di certo, non è una bella notizia”. La grande incognita è la “frustration”. Che non si sa dove possa condurre. Oggi e in futuro.
https://www.agi.it/estero/che_fine_hanno_fatto_gilet_gialli-5698627/news/2019-06-20/
Laggente (”ignorante”, cit.) in Francia s’incazza, protesta, non ottiene granché, resta frustrata e non si sa come finirà. 
Altrove in un Paese a caso, laggente incazzata (ma sempre “ignorante”, cit.) fa vincere un (non) rassemblement populista, poi rivotando tara meglio le sue preferenze, continuando a ignorare la (sedicente) Opposizione dei vecchi Partiti Reazionari, giudicando i risultati che separano all’interno dei vincitori il grano dal loglio del movimentismo incoerente incapace di uscire dalla mera logica assistenzialista di sempre.  
Domanda: dove risiede, visto dall’Europa delle Istituzioni Comunitarie, il pericolo contagioso da punire e contrastare senza se e ma? Ma nel “Paese a caso” che democraticamente si comporta, non certo nella Francia frustrata come una bomba a orologeria politica ma anche sociale (non una parola, notare, sul problema etnico: non è permesso). Questa la conclusione di una elite eurabica vecchia, depressa, auto inculante, agile e creativa come un Crucco, sempre meno amerikana e sempre più cinese, che sta facendo affondare l’idea stessa di una Casa Europea Comune. 
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estacalavera · 7 years ago
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lostbetweenthepages · 7 years ago
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(via https://www.youtube.com/watch?v=NCEQX46L3KU)
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estebanalbertogonzalez · 6 years ago
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EL PERONISMO (segunda parte).
Capítulo 3.
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EL PRESIDENTE PERÓN.  SU CAÍDA EN 1955.
La ideología.
    Maurice Crouzet argumentó sobre la ideología peronista de esta manera: “Perón es el líder del Justicialismo. Su dictadura se presenta como una tercera posición que rechaza por igual el capitalismo y el comunismo; él mismo la define como un sistema filosófico…distinto por esencia tanto del individualismo capitalista como del colectivismo en cualquiera de sus formas. El Justicialismo, que se inspira en los ejemplos de Mussolini, Salazar y Codreanu, es, pues, una doctrina fascista y como su modelo insiste en la independencia económica, la justicia social y la soberanía nacional, sin intentar, sin embargo, organizar un Estado corporativo y sin atribuir a los sindicatos una función política. Como todos los fascismos, pretende suprimir la lucha de clase y reemplazarla por la colaboración; en cuanto a su nacionalismo, se funda en la raza, pero ésta no es en concepto biológico, sino una noción puramente espiritual” (18) (Crouzet, 1981, vol. VII, p 611). (CROUZET, 1981, Vol. VII, p 611).
El Congreso.
     En 1946, los oficialistas del gobierno contaron con 109 diputados en el Congreso; sin embargo,  solamente dos de ellos eran políticos con antecedentes laborales apropiados; los congresistas del peronismo ya no eran los políticos “...que seguían una carrera común, frecuentaban los mismos ámbitos, hablaban un mismo lenguaje y tenían sus propias reglas de juego. Todo lo contrario ocurría con este nuevo movimiento, improvisadamente formado, donde convivían dirigentes sindicales, políticos de distintos orígenes cuya actuación no había sido conspicua, y también apolíticos” (19) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 27). Por esta nueva realidad política en el Congreso, “...las precondiciones para el trato del opositor no se rigieron por las consideraciones de antaño” (20) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 27). Dos representantes conservadores de Corrientes, con sus diplomas inobjetables, no fueron considerados por omisión en el Senado; la uniformidad ideológica y excluyente prevaleció en el oficialismo. En la Cámara de Diputados, la realidad fue diferente porque 44 eran radicales; el radical Balbín fue despojado de sus fueros y detenido en 1950.
     En marzo de 1948, la popularidad de Perón lo favoreció en la renovación de los legisladores; al finalizar dicho año, fueron  elegidos  los constituyentes. La oposición política no tuvo libre acceso a los medios masivos de comunicación y los peronistas prevalecieron electoralmente, con una mayoría de 62%. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 27, 29 y 35).
Las características generales del régimen.
     Perón realizó  varias  purgas políticas  para  prevalecer como  caudillo;  él se  deshizo  de  los antiguos forjistas y amigos de Mercante, después de la caída de este último; Perón hizo caer en desgracia a Mercantes porque no quiso rivalizar políticamente con él. Desde dicho momento, el caudillo gobernante solamente aceptó las lealtades de los incondicionales a su régimen político.
     El presidente argentino  obligó a la afiliación masiva de los empleados a su partido político;  la propaganda oficial era la única escuchada por el pueblo. En las escuelas, las autoridades obligaron al alumnado a rendir culto a la pareja presidencial: Perón-Eva y se censuró a los denominados: contras opositores. Los beneficiados por el peronismo, apoyaron a dicho caudillo; él logró atraerlos a su liderazgo, con las políticas aplicadas desde su gobierno: la obligación de indemnizar a los despedidos, las vacaciones pagadas, las obras sociales sindicales y el aguinaldo. 
    Entre otros  agredidos  por  el  peronismo nacionalista  más extremista,  estuvieron  los comunistas y los socialistas; los primeros, soportaron los incendios de sus locales; los segundos, las bombas que estallaron en sus actos políticos. Perón utilizó a su policía para disolver varios actos radicales y clausuró Provincias Unidas, editada por los intransigentes de la U.C.R.. La Vanguardia, perteneciente a  los socialistas, fue otra publicación prohibida. A su vez, con la regulación del papel prensa perjudicaron los diarios: La Prensa y La Nación.  Los periódicos y las revistas de la ciudad de Buenos Aires fueron estatizadas y estuvieron subordinadas a la Secretaría de Informaciones de la Presidencia de la Nación; los matutinos Democracia y El Mundo, los vespertinos Noticias Gráficas, La Razón y Crítica, y las revistas Mundo Argentino y otras de la Editorial Haynes, pertenecieron al Estado. Las radios fueron utilizadas para las propagandas peronistas y todas, excepto la “Radio Colón” de la provincia de San Juan, fueron compradas por dicho gobierno. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp. 29, 30, 31, 35, 37 y 38).
   Yrigoyen fue diferente ideológicamente a Perón; el radical se mostró tolerante con la prensa opositora, incluso cuando lo llamaron: el terror de los zaguanes o el mazorquero del arrabal; el diario “La Prensa” publicó, sin ninguna censura,  sobre la importancia de tener un programa conservador en el gobierno radical. (LUNA. Los gobiernos radicales. 2003, p 19).
    La intolerancia  del  gobierno nacional afectó negativamente a los peronistas de las provincias; no se aceptó ninguna discusión sobre las políticas nacionales. Cipriano Reyes se destacó políticamente en los hechos que movilizaron a los trabajadores el 17 de octubre de 1945; la dictadura peronista lo reprimió por su negativa a disolver el Partido Laborista, fundado por él y otros. En 1947, Cipriano Reyes salvó su vida en un atentado frente a su domicilio, en la ciudad de La Plata; él quedó herido y su chofer resultó muerto. En septiembre del año siguiente, cuando terminó su mandato como legislador, fue imputado en un complot contra el presidente argentino;  Perón no aceptó ningún otro partido rival para el oficialismo. Cipriano Reyes fue torturado y estuvo preso, incluso después de terminar su condena; finalmente, él recuperó su libertad con la caída del segundo gobierno de Perón. En 1946, Vicente L. Saadi  fue el senador más joven; posteriormente, él gobernó una de las provincias intervenidas por Perón: Catamarca y estuvo preso tres años. Otras provincias fueron intervenidas; aunque, sus gobernadores no terminaron en las cárceles: Waldino Suárez de Santa Fe, Argentino Auchter de Córdoba y Aristóbulo Mittelbach de Santiago del Estero. El oficialismo quiso organizar el Partido Único de la Revolución Nacional y disolver a los grupos que apoyaron a Perón durante la campaña electoral, realizada entre 1945 y el año siguiente; su congreso partidario, con los miembros elegidos por votación, se reunió en 1947 para aprobar su carta orgánica y se designaron sus autoridades; Alberto Teissaire se ocupó del “Consejo Superior”. En cada una de las provincias, se creó un “Consejo Superior”, encargado de designar un interventor, “...desde aquel organismo se anunciaron, cuando fue necesario, los candidatos propuestos para cada una de las provincias”  (21) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 32). Eva Perón designó una delegada censista en cada provincia y su autoritarismo causó conflictos con los gobernadores provinciales. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 31, 32 y 33).
La oposición política.
    Los partidos  políticos  tradicionales quisieron  un frente de resistencia ante el peronismo; la división interna, en cada uno de los mismos, no favoreció la cohesión; “...la presencia del peronismo estaba actuando como un activante para precipitar situaciones de enfrentamientos” (22) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 33). El radicalismo fue el partido político más perjudicado en su unidad. Por las divisiones en los debates, fueron afectados los comunistas y los socialistas. Los radicales se dividieron en dos grupos; uno de ellos, fue favorable a la alianza con los otros partidos opositores a Perón y estuvo integrado por los unionistas; en el otro, sus miembros fueron contrarios a dicha alianza con los intransigentes; ambos grupos radicales, se culparon mutuamente del fracaso electoral. Desde 1946 y en los tres años siguientes, las disputas terminaron por dividir al radicalismo. Los intransigentes lograron controlar el partido radical en 1948; Roberto Parry fue el presidente del Comité Nacional; Ricardo Rojas se ocupó de la Convención Nacional. Con una dirigencia de la U.C.R. “...renovada y ceñida a concepciones doctrinarias avanzadas, se iría preparando para constituirse en alternativa al peronismo. Aunque su labor proselitista tenía escasa repercusión: sin prensa partidaria, sin acceso a los medios masivos de comunicación, retaceada la información periodística sobre la actuación parlamentaria de sus representantes”  (23) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 33). El gobierno peronista estableció reglamentaciones policiales para dificultar los mensajes de los radicales, dirigidos a la población de votantes; el radicalismo se escuchó en los actos políticos, realizados en sus locales partidarios o en las calles; no obstante, dicha ideología necesitó llegar a más ciudadanos.
   La resistencia  a  Perón se manifestó en otros subgrupos sociales e incluyó a los estudiantes universitarios; un poco antes de asumir el gobierno peronista, las universidades fueron intervenidas  y se abolieron las autonomías universitarias; la tercera parte del profesorado renunció o fue despedido, debido a la uniformidad ideológica imperante. Los diputados opositores y los miembros de la Corte Suprema de Justicia terminaron expulsados por Perón; él obligó a idolatrar a la pareja presidencial y causó la resistencia de la ciudadanía que no era peronista. Las dificultades económicas aumentaron las disidencias de los propietarios con el gobierno nacional; los alquileres fueron congelados o tuvieron precios ínfimos; no se permitió a los campesinos propietarios echar a quienes arrendaron sus tierras; el campesinado fue perjudicado por las políticas del IAPI. Los lugares turísticos de la clase media fueron invadidos por el clientelismo político peronista, beneficiado económicamente. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 33, 37 y 38).
La economía.
    “La guerra había dejado al país con un gran saldo de divisas a su favor, pero éstas estaban congeladas en Londres y los controles de los impuestos por el gobierno británico impedían su libre empleo” (24) (Luna. Juan Domingo Perón. 2004, p  71). Como consecuencia de la Segunda  Guerra Mundial, no llegaron a la Argentina las máquinas importadas ni sus repuestos europeos y norteamericanos; la industria local no se pudo modernizar por esta dependencia tecnológica del extranjero. “La imagen de una Argentina floreciente, en cuyo Banco Central, al decir de los propios funcionarios peronistas, no se podía caminar porque los pasillos estaban abarrotados de lingotes de oro, era sólo una parte de la verdad” (25) (Luna. Juan Domingo Perón. 2004, p 72); Perón los utilizó para comprar los ferrocarriles, las empresas de gas, los teléfonos y pagar las deudas del Estado (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, pp. 71 y 72). Antes de las nacionalizaciones, los franceses y los británicos fueron los dueños de los ferrocarriles y el trust norteamericano Bell era el dueño de los teléfonos (CROUZET, 1981, Vol. VII, p 611) 
    El primer Plan Quinquenal del Gobierno 1947-1951 se elaboró con la participación del español José Francisco Luis Figuerola y Tresols; Perón lo conoció cuando el europeo fue el jefe de estadística en el Departamento Nacional del Trabajo. “Según su autor, el plan inicial constaba de cuatro etapas iniciales: establecer las necesidades previsibles de materias primas de origen nacional; verificar el estado y grado de eficiencia de los sistemas de producción, explotación y distribución de esos elementos; proveer las obras e inversiones necesarias para asegurar en el término de cinco años un suministro suficiente de materias primas, combustibles y equipos mecánicos y desarrollar racionalmente la industria y la agricultura, y asegurar la descentralización, la diversificación de la producción y el emplazamiento de fuentes naturales de energía, vías de comunicación, medios de transporte y mercados consumidores. Perón añadió otras medidas y objetivos (26) (Floria y García Belsunce, 1992, vol. 2, p 416). El presidente argentino incentivó la industria liviana; él quiso impedir la disminución de la tasa de empleo en la Argentina, después de la culminación de la Segunda Guerra Mundial; el proteccionismo industrial se aplicó para proteger la industria local, lograda durante dicha guerra. El objetivo del Estado fue “...controlar factores clave de la actividad económica: De ahí la política de nacionalización, la conducción y actividad del Banco Central, la creación del I.A.P.I., y los acuerdos económicos internacionales”  (27) (Floria y García Belsunce, 1992, Vol. 2, p 416). El Plan Marshall “...descolocó a la Argentina en mercados internacionales, donde los Estados Unidos regalaban lo mismo que nosotros teníamos que vender” (28) (Floria y García Belsunce, 1992, vol. 2, p 417). (FLORIA Y GARCÍA BELSUNCE, 1992, Vol. 2, p 416); dicho plan de ayuda americana a los países de la posguerra, dijo Dean Acheson, fue destinado a las naciones aprobadas por los Estados Unidos “...para construir un mundo estable política y económicamente, favoreciendo la libertad humana y las instituciones democráticas. Estimulando la política de comercio liberal y consolidando la autoridad de las Naciones Unidas” (29) (Crouzet, 1981, Vol. VII p 114); esta ayuda norteamericana, permitió la consolidación de su bloque ideológico ante un mundo dividido entre los países capitalista y comunistas, debido al inicio de la Guerra Fría. (CROUZET, 1981, Vol. VII, p 114). Perón creó el Instituto Argentino para la Promoción del Intercambio (AIPI), dedicado a controlar las exportaciones y las importaciones; él aplicó los cupos para las divisas, destinadas a las compras de los productos en el extranjero (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, p 72). La financiación de la industrialización argentina se intentó con los ingresos económicos de la agricultura  privada, obtenidos a través del IAPI. El Estado compró los cereales y las carnes a precios muy bajos en el mercado interno; después, vendió dichos productos a precios más elevados en el extranjero, pagados con las libras esterlinas; de esta manera, el gobierno argentino se convirtió en intermediario obligado y oneroso para los campesinos propietarios de la Argentina. El primer plan quinquenal abarcó los años 1947-1951 (CROUZET, 1981, Vol. VII, p 611); con la industrialización de dicho plan económico, los empleos y los salarios aumentaron y se sustituyeron las manufacturas importadas por las locales. Los trabajadores fueron sindicalizados masivamente; a través de las mutuales de las organizaciones gremiales, los asalariados accedieron a varios beneficios: las viviendas, los servicios destinadas a las mismas y las recreaciones; las mejoras para los trabajadores fueron financiados por las obras sociales y el sistema previsional. Las dificultades se presentaron y los industriales “...acuciados por la necesidad de insumos, todos los días presionaban sobre los funcionarios. Unos se beneficiaron al amparo del favor oficial y no con pocos hechos de corrupción. Otros se sintieron seriamente perjudicados en sus intereses” (30)  (Luna. Juan Domingo Perón. 2004, p 73). A esta realidad económica, difícil para la población argentina, se agregó la disminución de los precios, pagados por las materias primas en el mundo; la exportación agropecuaria fue afectada negativamente, , “...a lo que sumó el mal manejo del IAPI por presiones políticas y corruptelas. En dos años, las reservas del Banco Central se agotaron casi por completo” (31) (Luna. Juan Domingo Perón. 2004, p 73). Mientras el Estado fue rico, los peronistas estuvieron contentos. (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, p 73). El progreso del primer plan quinquenal duró hasta 1948, cuando empezaron las dificultades económicas; explicó Crouzet: en el Justicialismo “...se advierte que el plan, demasiado ambicioso, no puede ser aplicado a causa de la insuficiencia de los capitales y del desequilibrio entre la expansión de la industria y el estancamiento de la agricultura” (32) (Crouzet, 1981. Vol. VII, p 611). La producción agrícola se estancó y disminuyó por culpa del IAPI; el gobierno nacional pagó muy poco por los productos agrícolas y los campesinos sembraron menos; se redujo las exportaciones de esta economía primaria; aumentaron las migraciones desde el campo a la gran urbe para trabajar en las industrias; las diferencias entre los precios agrícolas y los productos industriales fueron enormes. Los peronistas entendieron que era necesario cambiar de táctica en 1949; sin embargo, todavía no terminó la industrialización del primer plan quinquenal; el gobierno de Perón consideró, con las nuevas medidas políticas, gastar menos en la administración pública y favorecer económicamente al campo para revertir su crisis. La economía argentina era crítica; Maurice Crouzet agregó al respecto: “...el aumento de las exportaciones motivado por el rearme americano y la guerra de Corea queda anulada por la elevación de los precios mundiales que hacen gravosa toda importación, de suerte que el poder adquisitivo es muy reducido y muchos industriales y comerciantes trabajan con lentitud; reaparece el paro, en 1950 y 1951, se producen huelgas y se agrava la inflación” (33) (Crouzet, 1981, vol. VII, p  611).
     El segundo plan quinquenal fue considerado para abarcar los años 1953-1957 y se orientó hacia la agricultura y la ganadería; la industrialización quedó relegada; Perón buscó apoyo económico en la Standard Oil y firmó acuerdos con dicha empresa norteamericana. (CROUZET, 1981, vol. VII, p  611).
La Constitución Justicialista.
    El primer gobierno de Perón debió concluir en 1952, debido al artículo 77 de la Constitución Nacional; este estadista necesitó reformarla para seguir gobernando. En un primer momento, él era opuesto a la reforma constitucional; el primero de mayo de 1948, “Perón se manifestó en contra de la reforma del art. 77 con argumentos ciertamente interesantes, pero de dudosa sinceridad, a juzgar por lo ocurrido después: Mi opinión -dijo entonces- es contraria a tal reforma. Y creo que la prescripción existente es una de las más sabias y prudentes de cuantas establece nuestra Carta Magna. Bastaría observar lo que sucede en los países en que tal reelección es constitucional. No hay recurso al que no se acuda, lícito o ilícito; es escuela de fraude e incitación a la violencia, como asimismo una tentación a la acción política por el gobierno o los funcionarios” (34) (Floria y García Belsunce, 1992, Vol. 2, pp 410 y 411). (FLORIA Y GARCÍA BELSUNCE, 1992, Vol. 2, pp 410 y 411).
     En la nueva Carta Magna de la Argentina, elaborada para servir al continuismo gubernamental de Perón, se mencionó los derechos y garantías de la ciudadanía; en la misma, se incluyeron los derechos especiales para amparar a los trabajadores, la ancianidad y la familia;  se protegieron la cultura y la educación; no obstante, “...el derecho de huelga no figuró en el decálogo del trabajador. Se negó la libertad de atentar contra la libertad y, en consecuencia, se creó el estado de prevención y alarma, más o menos similar al estado de sitio. Se erigió a la Corte Suprema de la Nación como tribunal de casación” (35) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 68). A través del artículo 40, el Estado logró intervenir en la economía argentina y monopolizar algunas actividades como la importación y exportación; se estableció la estatización de los servicios público: el petróleo, los minerales, el carbón y el gas fueron del Estado. Con el artículo 38, se consideró la función social de las empresas, los capitales, el campo y la propiedad privada.
    “Hay que destacar que no alteró la disposición metodológica de la Constitución tradicional;  (…) (hasta) la numeración del articulado se mantuvo.  El Preámbulo soportó el agregado de una mención que identificaba el signo político con que se realizó la reforma. (…) Pero el espíritu de la Constitución de 1853, liberal y abierto, fue reemplazado por una doctrina estatista, nacionalista y de contenido social” (36) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 67). La Constitución Justicialista fue derogada en 1956. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 67, 68 y 69). Con la sanción de esta reforma constitucional del 11 de marzo de 1949, las autoridades nacionales se eligieron directamente; los peronistas compararon el período presidencial argentino con el norteamericano, no obstante, en U.S.A. era de 4 años y en la Argentina se prolongó por 6 años. “El régimen padeció casi todos los vicios que el mismo Perón predijo” (37) (Floria y García Belsunce, 1992, Vol. 2, p 412). (FLORIA Y GARCÍA BELSUNCE, 1992, Vol. 2, p  412).
El presupuesto militar y el anti peronismo en el Ejército. 
  “Sin embargo, dentro de las fuerzas armadas, se percibían signos de insubordinación hasta entonces neutralizados por el control que Perón y la mayoría de los miembros de los cuadros superiores del poder militar mantenían sobre los subordinados. Temas estrictamente relacionados con las preocupaciones profesionales de las fuerzas armadas –como la industrialización en el sentido dado por los generales Enrique Mosconi (Y.P.F.) y Manuel Sabio (Fabricaciones Militares y SOMISA), y el reequipamiento- absorbían la atención de los jefes militares y de los ministros de Defensa” (38) (Floria y García Belsunce, 1992, Vol. 2, p  413). Desde que asumió la presidencia argentina hasta 1949, Perón no favoreció al Ejército porque “...el volumen del Ejército fue reducido en un tercio y la parte de las Fuerzas Armadas en el presupuesto bajó al 25%, de más de 50% en 1945” (39) (Floria y García Belsunce, 1992, Vol. 2, p 413); no obstante, para que la Argentina no fuera débil militarmente ante los países latinoamericanos, especialmente con respecto al Brasil, el presidente argentino se dedicó a equipar al Ejército, la Aeronáutica y la Marina; Perón fue muy resistido en los altos mandos de la Marina. El contralmirante Aníbal Olivieri era antiperonista; sin embargo, él fue designado por Perón en el ministerio de dicha arma. Perón contó con la Confederación General del Trabajo y los votos de los peronistas; no obstante, dicho presidente argentino ya no fue el candidato del Ejército. (FLORIA Y GARCÍA BELSUNCE, 1992, Vol. 2, p 413).
La conspiración fracasada.
    Un grupo cívico militar, en desacuerdo con el gobierno de Perón, empezó a reunirse; entre los militares, estuvieron: Benjamín Menéndez y Eduardo Lonardi; los participantes civiles eran: ...Américo Ghioldi, Reynaldo Pastor, Horacio Thedy, Arturo Frondizi (…) (de) los partidos políticos más representativos –partido Socialista, partido Demócrata Nacional, partido Demócrata Progresista, Unión Cívica Radical. El enlace entre los militares y político fue encargado al capitán Julio Alsogaray” (40) (Floria y García Belsunce, 1993, Vol. 2, p 413). Los coroneles: Lorio y Labayrú fueron otros contactos. El golpe no tuvo el éxito esperado; la sublevación militar apenas movilizó 2 de los 30 tanques Sherman; en el Colegio militar, su director se negó a otra revolución; los militares leales lograron evitar la caída de Perón. Ante esta intentona golpista, la C.G.T. hizo un paro de 24 horas y convocó a sus afiliados a una concentración en la plaza de Mayo; los militares sublevados terminaron presos en el sur argentino. La popularidad de Perón se mostró en el siguiente elección presidencial. (FLORIA Y GARCÍA BELSUNCE, 1992, Vol. 2, pp 413 y 414).
La reelección del líder con la fórmula presidencial Perón-Quijano y las muertes de Evita y Juan Duarte. Conflictos con los opositores y la Iglesia cat��lica.
     El 4 de junio de 1952, después  de ganar  las  elecciones nacionales, la  fórmula presidencial: Perón-Quijano asumió el  gobierno argentino. El 26 de julio, falleció Eva Perón. “Su muerte fue (…) uno de los hechos que contribuyeron al declive de la capacidad conductora de Perón. Al mismo tiempo la corrupción llegó a amenazar los niveles de seguridad del sistema y el affaire Juan Duarte, hermano de Eva y aprovechado funcionario que se enriqueció escandalosamente hasta ser denunciado por el propio Presidente y terminar muerto, en aparente suicidio, fue uno de hechos reveladores de la fatiga del sistema cuando corría el año 1953” (41) (Floria y García Belsunce, 1992, Vol. 2, p 415). (FLORIA Y GARCÍA BELSUNCE, 1992, Vol. 2, p 415). Juan Duarte fue el secretario privado de Perón´y resultó involucrado en una investigación, ordenada por la presidencia argentina; ante el desabastecimiento y el elevado precio de la carne, el hermano de Evita fue involucrado en dicho escándalo. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, p 84). En 1951, Eva Perón publicó su libro: “La razón de mi vida”; al año siguiente, dicho libro fue utilizado como texto oficial en las escuelas primarias y secundarias. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, p 150).
     Ante los rumores de corrupción gubernamental y la muerte de Juan Duarte, la C.G.T. realizó una concentración para mostrar su apoyo a Perón; en la misma. estalló una bomba puesta por los unionistas radicales y causó 5 muertos. Los peronistas se vengaron; ellos incendiaron el Jockey Club y agredieron las sedes de los partidos: socialista, radical y conservador. Los opositores políticos y los gremialistas terminan presos; posteriormente, fueron liberados con la ley 14.296 de amnistía; muchos presos fueron favorecidos por dicha ley de 1954; sin embargo, los militares de la intentona golpista ni Cipriano Reyes no se beneficiaron con esta legalidad 
Video en YouTube:
Ay, Juancito, película argentina (2004)- 
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    En 1953, Perón conoció a una joven de 14 años: Nelly Rivas; en 1954, ella se convirtió en su pareja y conviviendo con él; Perón negó esta relación pero ella la confirmó en una entrevista a la revista Times.
   En 1954, el Partido Demócrata Cristiano fue creado en Rosario y en el gobierno de Perón se preocuparon; anteriormente, el oficialismo gubernamental soportó las críticas de los medios cristianos; en dicho año, los obispos y los sacerdotes fueron acusados de querer sabotear al gobierno peronista. El Episcopado respondió con dos cartas: una pastoral y la otra destinada a Perón para conciliar su posición ideológica con él; dicho presidente argentino temió la alianza entre la Iglesia y los políticos opositores; los legisladores peronistas prevalecieron en el Congreso y sancionaron varias leyes sobre la Iglesia en el Congreso; dichas leyes contemplaron: la prohibición de la procesión, el divorcio vincular  y la derogación de la Ley de Enseñanza Religiosa. El 3 de diciembre de 1954, un decreto del Ejecutivo suprimió la Dirección General de Enseñanza Religiosa, la Inspección General de Enseñanza Religiosa y la Comisión de Cultura. En  1955,  los legisladores justicialistas sancionaron una ley para separar la Iglesia del Estado con otra reforma de la Constitución Nacional.
    El gobierno de Perón quiso reformar la Carta Magna para anular el artículo 40, contrario a las inversiones económicas extranjeras en la Argentina, para permitir las negociaciones con la Standard Oil de California. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 86, 87, 88, 89, 90 y 150). 
La C.G.T. peronista.
    En las grandes urbes, Perón  reclutó a sus clientes políticos entre los proletarios industriales; el proletariado rural fue incluido; en el interior de la Argentina, se preocupó por atraer a la clase media; los empresarios industriales incipientes quisieron despegar económicamente y utilizaron el  proteccionismo del Estado sobre el capital económico nacional. La C.G.T. fue subordinada a la política social del Estado y los sindicatos tuvieron importancia polític; se sancionó una legislación social destinada a proteger al obrero; en las embajadas argentinas, contaron con los agregados obreros; “… pero a su vez el poder sindical era encuadrado por el Estado y controlado en su acción. Cuando algún sindicato traspasaba con su acción los límites de seguridad del régimen, como ocurrió con la huelga ferroviaria de 1951, aquél acudía a la movilización general o sometía a los obreros rebeldes al régimen militar” (42) (Floria y García Belsunce, 1992, Vol. 2, p 416).
La caída de Perón.
     El 16 de junio de 1955, la  Plaza de  Mayo  y la Casa de Gobierno fueron bombardeadas por los aviones de la Aeronáutica y la Marina; dicha sublevación militar, causó víctimas mortales; ante el intento de asesinar a Perón, los peronistas incendiaron la Curia y otros templos para castigar a los contreras (LUNA. Juan Domingo Perón. 2003, p  94).
   ¿Cuál es la posición política actual de la Iglesia con respecto al totalitarismo? Su ideología es contraria; el totalitarismo fascista  “...suprime las libertades de las personas y los grupos sociales, absorbiendo aquellas  competencias que son propias de la vida social (…). El centralismo, la intromisión en la vida íntima de las personas, el avance sobre los ámbitos de decisión propio de las familias, los municipios, las asociaciones y la Iglesia son el primer signo de un ejercicio totalitario de la autoridad” (43). (Universidad Católica  Argentina, 1995, p  2). (UNIVERSIDAD CATÓLICA ARGENTINA, 1995, p 2).
    Ante esta revolución militar y la disputa con la Iglesia, Perón se mostró más pacífico y logró detener a los involucrados; no obstante, l gobierno argentino no quiso ejecutarlos; Perón argumentó con renunciar y la C.G.T. realizó una concentración para que él continuara en la presidencia argentina  (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, pp 94 y 95). El 16 de septiembre de 1955, ocurrió un nuevo golpe dirigido por Eduardo Lonardi. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, p 151); Perón encargó la represión al general Franklin Lucero; varios hechos trágicos caracterizaron dicho levantamiento militar: los combates en Córdoba, la Marina bombardeando Mar del Plata y los enfrentamientos entre los trabajadores y las tropas militares en Rosario. El 20 de septiembre, después de la negociación de los militares leales al oficialismo presidencial con los sublevados para lograr una tregua, Perón solicitó asilo en el Paraguay. (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, pp 95 a 96). 
    Las causas de la caída de Perón fueron varias. “Para los miembros tradicionales del poder económico, el régimen significaba la agresión discrecional a sus intereses, la afirmación del estatismo desorbitado y una peligrosa experiencia capaz de transformarse en una revolución colectivista. Los grandes diarios, los partidos políticos tradicionales, los sectores sociales o la clase alta y la alta clase media reclutaban o representaban la oposición sistemática al régimen. A la izquierda del espectro opositor estaba casi todo el poder intelectual, los estudiantes universitarios organizados en la F.U.A, los profesionales y (…) sectores de la clase media (…) compartían valores no económicos que los acercaban a la oposición antiperonistas. (…) En los niveles sociales más altos, se comunicaba con los intereses extranjeros, especialmente norteamericanos, que se sentían agredidos por el nacionalismo económico del  régimen. (…) Muchos militares alternaban en esos círculos y escuchaban la prédica opositora, la crítica objetiva o la difamación” (44) (Floria y García Belsunce, 1992, Vol. 2, pp 422 y 423).
    Raúl Prebisch, economista argentino y secretario general de la Comisión Económica de las Naciones Unidas para América Latina, evaluó la situación económica argentina después de la caída de Perón. Él argumentó: “La Argentina conoce hoy la crisis más aguda de su desarrollo económico, más grave aún que la que debió conjurar el presidente Avellaneda economizando sobre el hambre y la sed, más grave que la de 1890 y más grave que la de hace un cuarto de siglo, en plena depresión mundial. En estos tiempos, el país conservaba al menos sus fuerzas productivas intactas. No es el caso de hoy: los factores dinámicos de su economía están seriamente comprometidos y será necesario un esfuerzo intenso y persistente para restablecer su ritmo vigoroso de desarrollo” (45) Floria y García Belsunce, 1992, Vol. 2, p. 420). (FLORIA Y GARCÍA BELSUNCE, 1992, Vol. 2, pp 420, 422 y 423).
Perón exiliado.
    En 1955, Perón  se  exilió en la cañonera paraguaya para irse a Asunción; en el mismo año, asumió Eduardo Lonardi en el gobierno de la Revolución Libertadora, “...prometiendo que en la Argentina no habría ni vencedores ni vencidos” (46) (Luna. Juan Domingo Perón. 2004, p 99); Lonardi duró poco tiempo; el almirante Isaac Rojas y el general Pedro Eugenio Aramburu, militares muy antiperonistas, condujeron la Libertadora. El líder justicialista se alejó del Paraguay para no comprometer políticamente al gobernante paraguayo Alfredo Stroessner y por el temor de un atentado criminal contra él. En Panamá, Perón conoció a la argentina María Estela Martínez, conocida artísticamente como Isabel; en 1956, el gobierno militar argentino frustró un golpe castrense del general Juan José Valle, quien fue fusilado junto a otros militares involucrados. Ante las presiones políticas, Perón dejó dicho país y viajó con su nueva mujer a Caracas, protegido por el presidente venezolano: Marcos Pérez Jiménez; éste fue derribado en 1958 y Perón se refugió en Santo Domingo; Perón e Isabel finalmente dejaron la República Dominicana y viajaron a España. (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, pp 99, 100, 101, 106 y 109). El destierro de Perón duró “...casi dos décadas. En los primeros cuatro años y medio de su exilio, el presidente derrocado había tenido que emigrar de un lado a otro, sometiéndose a los molestos padrinazgos de personajes como Stroessner, Pérez Jiménez, Tacho Somoza o el cruel tirano dominicano Trujillo. Una vez radicado en Madrid, donde todavía gobernaba el general Franco, pudo armar una infraestructura relativamente eficaz para mantenerse en contacto con sus partidarios argentinos” (47) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 99). (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, p 99).
    “La UCRI (Intransigente) dirigida por Frondizi buscó captar el voto peronista, mientras que la UCRP (del pueblo) liderada por Balbín aparecía como la heredera del oficialismo en las elecciones presidenciales anunciadas para febrero de 1958. En esas circunstancias, Frondizi (…) (buscó) un acuerdo con Perón. A través de su vocero y asesor, Rogelio Frigerio, (…) (inició) conversaciones con Cooke y Ramón Prieto, quienes  (…) (aconsejaron) al General apoyar la candidatura frondicista para impedir un triunfo del continuismo, encarnado por Balbín” (48) (Luna. Juan Domingo Perón. 2004, p 106). Frigerio se reunión con Perón en la Ciudad Trujillo, después de un encuentro fracasado con él en Caracas por la caída del gobierno de Pérez Jiménez; Frigerio le prometió la legalización del justicialismo y terminar con la persecución política; Perón comprometió el voto peronista a favor de Frondizi. Las promesas de Frigerio no se cumplieron y Perón publicó dicho pacto en 1958; en 1959, sus directivas fueron a favor de los enfrentamientos con una “...nueva ola de atentados y un frustrado intento de golpe peronista en Rosario” (49) (Luna. Juan Domingo Perón. 2004, p 108). Perón no luchó tanto para derribar a Frondizi, sino simplemente mostró al mismo la fuerza política de su liderazgo en el justicialismo.  (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, pp 106 a 108).
Capítulo 4. 
EL TERCER GOBIERNO DE PERÓN.  SU HEREDERA POLÍTICA.
El gobierno militar de Lanusse.
El Gran Acuerdo Nacional.
    La presidencia del teniente general Alejandro Agustín Lanusse se caracterizó por la transición política hacia un gobierno constitucional y sus autoridades, elegidas por el sufragio universal; no obstante, era necesario negociar un pacto entre los militares y los líderes políticos; para dicha salida electoral, eran indispensables la legalidad de los partidos políticos y las restituciones de sus bienes e inmuebles; el presidente argentino contó para dicha tarea con su ministro del Interior: el radical Arturo Mor Roig. En el gobierno de Lanusse, los sindicatos fueron liberados de sus sanciones y empezaron a funcionar normalmente para negociar las paritarias sin tope;  la C.G.T. aplicó las retenciones de los salarios. Ante las siguientes elecciones nacionales, las Juventudes Argentinas para la Emancipación Nacional (J.A.E.N.), liderada por Roberto Galimberti, denunció la trampa electoral de Lanusse para proscribir a su jefe político justicialista: Juan Domingo Perón. 
   A pesar de sus dificultades, era necesario negociar con el peronismo para lograr  la  salida electoral; por intermedio de Mor Roig, Lanusse se reunió con los dirigentes de la Hora del Pueblo. Desde la presidencia argentina, se intentó un acercamiento político con Perón, exiliado en España; Lanusse se sirvió del embajador en Madrid: el brigadier Jorge Rojas Silveyra para comunicarle a Perón sobre la colocación de su busto, entre otros ex presidentes argentinos, en la Casa Rosada. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp. 92 y 93).
Dos grandes problemas para el gobierno de Lanusse: el levantamiento militar y el sindicalismo cordobés.
    La negociación del G.A.N. causó la oposición de una parte del sector militar; sus integrantes la consideraron como una entrega del futuro gobierno al peronismo y se sublevaron; el 8 de octubre de 1972, los regimientos de Olavarría y Azul se alzaron  contra el gobierno de Lanusse; dicho levantamiento castrense, fue sofocado por las fuerzas militares leales al oficialismo gobernante 
   En Córdoba, el  Sindicato  de Trabajadores de Concord (SITRAC) y el Sindicato de Trabajadores de Materfer (SITRAM) perdieron su personería jurídica; dichos sindicatos fueron cuestionados por sus actividades políticas en los gobiernos militares de una época anterior, cuando gobernaron Onganía y Levingston. Fuerzas militares ocuparon las empresas y se alejaron a los afiliados de dichos sindicatos; el conflicto gremial terminó cuando una delegación de la C.G.T., liderada por José Rucci, negoció con el ministro de Trabajo: Rubens San Sebastián.
   Radicado en España, Perón eligió a los nuevos miembros del Consejo Superior Peronista. Rodolfo Galimberti y Julián Francisco Licastro fueron  incluidos; Jorge Osinde, un represor de un gobierno anterior de Perón, contó con la confianza de dicho líder justicialista; Isabelita perteneció a la nueva conducción peronista. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp. 94 y 95).
Las políticas de Perón desde su exilio en España.
     Perón quiso convertirse en una prenda de paz entre los argentinos; no obstante, primero era su obligación poner orden en su movimiento político justicialista, debido a los enfrentamientos entre sus integrantes; con su vuelta a la Argentina, él deseó unir a los nativos. Perón utilizó un eslogan para expresar la conveniencia de llegar al año 2000 con los argentinos unidos, en vez de dominados. (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, p 132).
La nueva representación  política de Perón en la Argentina.
   En diciembre  de 1971, Héctor José Cámpora reemplazó a Paladino en la representación política de Perón en la Argentina y ante la negociación con el G.A.N.. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, p 95).
Incremento del accionar guerrillero.
     El 3  de  enero, se  intentó copar la prefectura de Zárate. El 14 del mismo mes, explotó una bomba en la casa del ex ministro de Justicia: Jaime Perriaux. El día 30,  el E.R.P. se adueñó de 400 millones de pesos, después de asaltar el Banco Nacional de Desarrollo. Los sabotajes, robos, secuestros y las violencias dificultaron la tarea del G.A.N. para pacificar el país.
   A Perón “...le convenía dar luz verde a los grupos armados que, invocando su nombre, provocaban al G.A.N. con la violencia” (50) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p  95). En  marzo y abril de 1972, se realizaron las protestas populares en las provincias de Chaco y Formosa; Perón no condenó los crímenes de las guerrillas; el director general de la Fiat: Oberdan Sallustro fue secuestrado por el E.R.P.; el general Juan Carlos Sánchez, jefe del II Cuerpo del Ejército, terminó asesinado por los Montoneros en Rosario; estos hechos violentos, eran contrarios al objetivo de pacificación nacional del presidente Lanusse. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp. 95 y 97).
Los sindicalistas y el G.A.N.
   Exiliado en  España, Perón ya no era un estadista capaz de dar incentivos económicos a los sindicalistas; alejado políticamente de la Argentina, él afrontó la posibilidad de perder a los sindicalistas justicialistas, atraídos por el gobierno militar de Lanusse. Poco después de su exilio político, Perón ordenó disolver los cuerpos orgánicos de su partido político y asumió su jefatura directamente; John William Cooke era su delegado personal, pero él no duró en dicho puesto por su tendencia hacia la izquierda castrista; eran los primeros años del exilio de Perón y el sindicalismo justicialista fue conducido por las 62 Organizaciones, con el apoyo político del dictador depuesto; en dicha organización política de los trabajadores justicialistas, el sindicalista destacado era Augusto Timoteo Vandor. Durante el gobierno del radical Illia, un trío compuesto por Framini, Amadeo Olmos y José Alonso, se convirtió en la nueva conducción sindicalista de las 62 Organizaciones.
    El panorama sindicalista se complicó más con el gobierno militar de Onganía; el dirigente Vandor era un ejemplo del acercamiento del sindicalismo, independiente de la jefatura de Perón, al gobierno de Onganía; la nueva realidad política sindical, con su alejamiento del justicialismo, fue condicionante de “... la estrategia de Perón a lo largo de la llamada Revolución Argentina y lo obligaron a marchas y contramarchas, estratagemas e inconsecuencias, bendiciones y excomuniones lanzadas al mismo tiempo, a veces sobre los mismos destinatarios” (51) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 101). (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, p 101).
Las políticas del G.A.N.
   Lanusse quiso  limitar y disminuir la participación política del justicialismo en el gobierno argentino; dicho presidente se preocupó por la posibilidad del éxito electoral peronista.. En el programa político de Lanusse, él consideró la reducción del período presidencial a 4 años, en vez de 6; otra argumentación al respecto, fue expresada por Guido Di Tella: “Dicho programa había de resultar de una modificación del sistema electoral, asociada con alguna suerte de negociación con Perón. Las reformas electorales tenían por objeto reducir al mínimo la posible representación del Partido Justicialista y a la vez, la permanencia en funciones de los candidatos elegidos. Tales objetivos habían de alcanzarse mediante la implantación de una segunda rueda electoral, según se suponía, facilitaría la coalición de los candidatos antiperonistas en esa segunda vuelta sin exigir complicadas alianzas electorales en la primera. La permanencia en funciones sería reducida a un máximo de 4 años, con vistas a disminuir las fuertes presiones que se acumulan durante períodos más largos” (52) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p  96). Lanusse proyectó la realización de elecciones nacionales, provinciales y municipales cada 4 años; su idea electoral, era impedir la conmoción entre los ciudadanos, causada por los comicios realizados casi anualmente.
    Los grupos subversivos preocuparon más al G.A.N. que el sindicalismo peronista;  el objetivo del gobierno militar, fue la solución pacífica a través de los comicios electorales y la readmisión de los subversivos en el partido peronista legal; Lanusse quiso impedir las actividades guerrilleras en la clandestinidad. Integrar a los extremistas al sistema, era una política similar a la hecha por los liberales y conservadores con los radicales revolucionarios. Para el G.A.N., “...el movimiento sindical era en el peor de los casos de índole reformista, muy similar al tipo norteamericano de sindicato, por otra parte los gremios peronistas eran los menos ideológicos” (53) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 96), argumentó el sociólogo argentino Guido Di Tella.
   Perón pactó con López Rega y José Rucci en Madrid para expulsar a los izquierdistas del movimiento peronista; no obstante, el líder peronista apoyó políticamente el accionar guerrillero de los mismos en la Argentina, debido a su ambición presidencial. (LUNA. Los gobiernos Peronistas. 2003, p 96).
Las reglas para las candidaturas políticas en las próximas elecciones nacionales. Perón y Lanusse excluidos de la candidatura presidencial.
   El gobierno de Lanusse estableció las reglas de la futura elección nacional para elegir a las autoridades de la República Argentina; en dichos comicios electorales, quedaron excluidos de las candidaturas: el presidente argentino y los gobernadores provinciales que permanecieran en sus cargos hasta el 24 de agosto; no pudieron participar en esta elección, los políticos no residentes en la Argentina, con anterioridad a dicha fecha; debido a dichas reglas, Lanusse y Perón fueron excluidos. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, p  97).
Los fusilamientos. La masacre de Trelew.
     El 15 de agosto de 1972, 25 presos por subversión coparon la cárcel de Rawson: ellos contaron con ayuda desde afuera y se fugaron para dirigirse al aeropuerto de Trelew; el 22 de agosto, el hecho terminó con 19 de ellos fusilados, después de ser trasladados a la base aeronaval Almirante Zar.
      María Seoane nos contó que pasó. La fuga del grupo guerrillero se retrasó por la pérdida de su transporte; los camiones se fueron cuando sus choferes escucharon disparos en la cárcel de Rawson; fueron 6 los jefes guerrilleros: Vaca Narvaja, Santucho, Gorriarán Merlo, Quieto, Osatinsky y Menna; dicha jefatura guerrillera se trasladó en el único transporte, disponible para  irse al aeropuerto de Trelew. El avión de Austral fue secuestrado para levantar vuelo con los jefes de las guerrillas E.R.P., F.A.R. y Montoneros; en el avión secuestrado, un BAC de Austral, su piloto se negó a volar hacia Puerto Montt, ubicado en Chile; para justificar su negación, él argumentó la falta del combustible necesario para dicho viaje; no obstante, Santucho lo obligó a hacerlo; posteriormente, se convirtieron en exiliados políticos por decisión del presidente de Chile: Salvador Allende. Desde la cárcel argentina, los otros 19 guerrilleros llamaron a varios taxis y remises; no obstante, ellos tardaron en llegar a dicho aeropuerto y no pudieron subir a dicho vuelo de Austral; la torre de control del aeropuerto de Trelew fue copada por los 19 subversivos; 30 minutos después, los guerrilleros se rindieron ante los militares de la Marina y el Ejército; los detenidos fueron trasladados a la base militar Almirante Zar; en dicho lugar, 14 de ellos fueron asesinados y la argumentación oficial fue un intento de fuga
    Los activistas políticos, simpatizantes con los guerrilleros, se manifestaron para repudiar la masacre de Trelew; alrededor de 60 bombas explotaron por tal hecho. Los guerrilleros se vengaron por la masacre de Trelew; ellos secuestraron al almirante Francisco Alemán y asesinaron al contralmirante: Hermes Quijada, jefe del Estado Mayor y vocero de la Casa de Gobierno. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp  98 y 107).
El breve gobierno del peronista Héctor J. Cámpora.
La visita política de Perón en la Argentina.
    En 1973, Perón regresó a la Argentina para reunirse con sus aliados políticos y la oposición política. El avión Giuseppe Verdi de Alitalia fue contratado por el peronismo para su traslado, con 131 invitados; entre ellos, se encontraron: una parte de la plana mayor justicialista, sindicalistas, deportistas y artistas simpatizantes de dicho movimiento político. Un paro general de las 62 Organizaciones para el 17 de noviembre, celebró su vuelta al país; el peronismo estableció dicha fecha como era el Día del Júbilo Nacional.  Debido a la magnitud del evento político, el gobierno militar se ocupó de la seguridad y decretó feriado por tal fecha. En el aeropuerto internacional de Ezeiza, la seguridad se reforzó e impidió la concentración de miles de peronistas. Finalmente, Perón llegó a una casa, ubicada en la calle Gaspar Campos, perteneciente al partido Vicente López. Allí frente a su hogar, se manifestaron los peronistas. En el restaurante Nino, Perón se entrevistó con varios líderes políticos; con el radical Balbín, Perón logró algunos acuerdos políticos. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, p 103, 104 y 155).
Los candidatos políticos para los comicios electorales nacionales. La creación del FREJULI.
     Para elegir al Poder Ejecutivo de la Argentina, se presentaron varias fórmulas presidenciales. Los candidatos de la Alianza Popular Revolucionaria, integrado por Partido Intransigente y la democracia cristiana, eran: Allende-Sueldo. Balbín-Gamond representaron a la fórmula de la U.C.R. Francisco Manrique y Rafael Martínez Raymonda fueron elegidos por la Alianza Popular Federalista y representaron a diversos partidos locales e independientes, aliados con el Partido Demócrata Progresista. Los socialistas fueron representados por la fórmula Américo Ghioldi y Juan Carlos Corral. Los conservadores, liderados por Álvaro Alsogaray, designaron a Julio Chamizo. Jorge Abelardo Ramos fue el candidato del Frente de Izquierda Popular. El brigadier Ezequiel Martínez y Leopoldo Bravo fueron designados por una unión entre diversos partidos provinciales. El peronismo hizo alianza con el M.I.D. (Movimiento de Integración y Desarrollo, liderado por  Rogelio Frigerio y Arturo Frondizi, el Partido Conservador Popular y otros partidos políticos más chicos para formar el Frente Cívico de Liberación Nacional (FRECILINA); por decisión de Perón, cuando visitó la Argentina, esta alianza se denominó Frente Justicialista de Liberación Nacional (FREJULI); sus candidatos eran: Héctor José Cámpora y Vicente Solano Lima; ellos ganaron las elecciones para presidente y vicepresidente, respectivamente.
   Los resultados  electorales del 11 de marzo de 1973 fueron: el peronismo con 49,6% del electorado, 21,3% para la U.C.R., Manrique logró el 15% y Allende alcanzó el 7%. La U.C.R. renunció a la segunda vuelta electoral aunque el peronismo no alcanzó el 51 % de los votos. Excepto en la Capital Federal, donde el radical Fernando de la Rúa fue elegido senador, triunfó el FREJULI el 3 de abril.  (LUNA. Los gobiernos peronistas, 2003, pp. 97, 104 y 105).
La asunción de Cámpora. Sus primeras políticas.
      El 25  de  mayo de  1973, Héctor José Cámpora asumió como el nuevo presidente argentino; poco después de asumir, los militantes del movimiento peronista, pertenecientes a la derecha o a la izquierda, se disputaron los puestos públicos más importantes en el gobierno justicialista; fueron muy apreciados, los medios de comunicación y el rectorado de la Universidad de Buenos Aires. El Gobierno intervino las universidades nacionales y designó a Rodolfo Puiggrós, un intelectual de izquierda, como rector de la Universidad de Buenos Aires.
     La Juventud  Peronista liberó a los  militantes justicialistas encarcelados en Villa Devoto; para legalizar esta liberación, el nuevo presidente argentino indultó a los presos y los legisladores aprobaron una ley de amnistía. Los militantes de la izquierda del movimiento peronista quisieron una patria socialista y con respecto a Perón, “...veían en él a un Mao o un Fidel; pero el líder justicialista quería que los cambios se dieran en su medida y armoniosamente. Se sentía comprometido con el radicalismo y no quería asustar a las Fuerzas Armadas. Y sobre todo, no creía en revoluciones como las que predicaban sus jóvenes seguidores. El General suscribía una política como la del Pacto Social, firmada entre la CGT y la CGE, que era una reedición de la comunidad organizada de los años 50” (54)  (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 108).  La guerrilla del ERP secuestró a un empresario inglés y cobró un rescate; los guerrilleros no compartieron dicha posición política de Perón más moderada y siguieron con su accionar violento; el 6 de junio, el anuncio de Roberto Santucho sobre la continuidad de las hostilidades se realizó en una conferencia de prensa. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 106, 108, 109 y 155). 
La masacre de Ezeiza.
   Osinde fue  el  encargado de la seguridad oficial en Ezeiza; los montoneros y otros militantes de izquierda entorpecieron la seguridad, montada para la llegada de Perón; ellos quisieron   prevalecer en el acto y durante el mediodía ocurrió el enfrentamiento violento entre los  militantes peronistas, transmitido por la televisión; las víctimas fueron 13 muertos y 365 heridos para el periodista Horacio Verbitsky; sin embargo, el historiador Félix Luna no estuvo de acuerdo con dicha cantidad  de víctimas mortales y la elevó a un centenar. Los hechos trágicos en Ezeiza eran peligrosos para la seguridad de Perón y su comitiva; el vicepresidente Solano Lima se comunicó con el avión, destinado a transportar a Perón, para desviarlo hacia el aeropuerto militar de Morón. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 110 y 111). Cuando el avión  de Perón descendió en el aeropuerto militar de Morón, después de una docena de muertos y cerca de cuatrocientos heridos en Ezeiza, él gritó enojado que se volvía a Madrid, (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, p 135).
La renuncia presidencia de Cámpora. El nuevo presidente interino Lastiri.
    López Rega  resultó  el triunfador con la tragedia de Ezeiza; después de hablar con él en una reunión de gabinete, Cámpora renunció porque conoció la posición política de Perón, ante el hecho trágico ocurrido en Ezeiza. Solano Lima presentó su renuncia y Raúl Lastiri, presidente de la Cámara de Diputados y yerno de López Rega, asumió como presidente interino, debido al viaje a Europa del vicepresidente provisional del Senado. La presidencia interina de Lastiri duró poco y su finalidad era convocar a una nueva elección presidencial; en el peronismo, la fórmula presidencial se completó con Isabel Perón para la vicepresidencia. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 111 y 112).
Los comicios electorales del 23 de septiembre. Perón: el nuevo presidente de la Argentina.
    La fórmula  presidencial  peronista: Perón-Perón ganó con el 62% de los votos. El radical Balbín logró el 25% y Manrique el 12%.  El general Miguel Ángel Iñíguez ocupó la jefatura de la Policía Federal y el ERP pasó a la clandestinidad porque fue prohibido por el Gobierno. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 105 y 112).
   Al asumir la presidencia argentina, Perón llamó a la unidad de todos los argentinos; él argumentó con reconstruir la Argentina y convertirla en una potencia para el año 2000; con respecto al justicialismo, Perón habló de la importancia del verticalismo en la conducción de su movimiento político. (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, p 135). En el peronismo, los enfrentamiento eran sangrientos; “...y desde las 62 Organizaciones declararon que a pesar de su disfraz de mascaritas, iremos a buscarlos uno por uno, porque los conocemos: han rebasado la copa y ahora tendrán que atenerse a las consecuencias” (55) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 112). Como consecuencia de esta rivalidad, José Ignacio Rucci fue asesinado; tiempo después, los Montoneros se atribuyeron este hecho criminal. El 12 de octubre de 1973, Perón asumió la presidencia y juró ante la Asamblea Legislativa. El 8 de noviembre, él defendió a López Rega en un discurso en la C.G.T., después de la solicitada de Montoneros en el diario Clarín el 6 de noviembre; la argumentación de la izquierda peronista fue para apoyar a Cámpora, Firmenich, Obregón Cano y Quieto y atacar a la burocracia corrupta de los peronistas, entre ellos a los sindicalistas, por crear a los brujos dedicados a cazar  a  las brujas. La Alianza Antiimperialista Argentina (Triple A) atentó contra la vida del radical Hipólito Solari Yrigoyen; de esta manera, se conoció a este grupo terrorista; posteriormente, dicha organización cambió su nombre por la Alianza Anticomunistas Argentina.
    Durante la gestión del ministro Gelbard, la economía pareció funcionar. “El Pacto Social promovido por el ministro Gelbard había logrado contener precios y salarios, aunque hubo cierto desabastecimiento y el consiguiente mercado negro” (56) (Los gobiernos peronista. 2003, p  115).
    El 19 de enero de 1974, el ERP atacó la guarnición militar de Azul con 100 guerrilleros, asesinó al jefe de dicha unidad castrense y secuestró al segundo jefe de la misma; de la represión militar a los guerrilleros, se ocupó el Regimiento 10 de Caballería Blindada. Los gobernadores de la izquierda peronista eran: Obregón Cano (Córdoba), Bidegain (Buenos Aires), Cepernic (Santa Cruz) y Martínez Baca (Mendoza); “…la lucha del peronismo ortodoxo contra las alas izquierdistas era más fuerte en aquellas provincias cuyos gobernadores habían sido apoyados por la juventud o se habían volcado hacia ella en los primeros meses de 1973” (57) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 117.). Bidegain no tardó en renunciar, cuando los diputados y senadores del peronismo provincial intentaron un juicio político en su contra. Obregón Cano tuvo un enfrentamiento político con el jefe de la policía cordobesa: coronel (R) Antonio Navarro; su provincia fue intervenida por el Congreso. Los peronistas de la izquierda intentaron crear una oposición política fuerte para enfrentar a las purgas políticas de la derecha peronista; el primero de marzo, aniversario de la asunción de Cámpora a la presidencia argentina, la Juventud Política Peronista soportó la represión policial, cuando realizó un acto político en la plaza Congreso; la publicación El Descamisado, de la izquierda peronista, fue secuestrada por un decreto presidencial de Perón.
     La economía argentina fue empeorando entre 1973 y el año siguiente, cuando fracasó el plan para fijar precios máximos a través del Pacto Social; los precios aumentaron, el desabastecimiento era cada vez peor y el mercado negro fue la alternativa económica; en la sociedad argentina, los conflictos gremiales aumentaron esta crisis. La gran paritaria nacional de Perón fracasó. En 1974, el costo de vida se incrementó el 3% en abril y el 8% en el mes siguiente; para Vicente Roqué, un dirigente molinero, el Pacto Social dejó de estar vigente por estas circunstancias.
    Perón humilló a los jóvenes de la izquierda peronista, reunidos para celebrar el 1° de Mayo; ellos fueron tratados como estúpidos, imberbes y malvado por el presidente argentino y  abandonaron la Plaza de Mayo; los  militantes revolucionarios, considerados: los soldados de Perón, argumentaron que la culpa de esta purga política era del grupo gorila que rodeó al General. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp  112, 114, 115, 117, 118, 119 y 121).
La Alianza Anticomunista Argentina (AAA). Su represión terrorista.
    Ignacio González  Jansen  escribió: “A mediados de 1973 la derecha peronista inició una violenta ofensiva para desalojar a la tendencia revolucionaria del peronismo de las posiciones que tenía en el gobierno, destruir la relación de las organización revolucionarias con las masas, frenar la enorme movilización de la bases y, por esta vía, reforzar sus propias posiciones. López Rega, desde el Ministerio de Bienestar Social, y Rucci, desde la CGT, encabezaron esa maniobra. Era un putsch largamente planeado por ellos, pactado en Madrid un año antes y que comenzó a concretarse en torno a los preparativos para el retorno definitivo de Perón a la Argentina” (58) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 116). Él mencionó a Horacio Verbitsky porque realizó una investigación sobre la masacre de Ezeiza; Verbitsky argumentó al respecto: fue “...uno de los pasos fundamentales de una tentativa inteligente y osada para aislar a las organizaciones revolucionarias del conjunto del pueblo, pulverizar al peronismo por medio de la confusión ideológica y el terror, y destruir toda forma de organización política de la clase obrera”  (59). (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 116).
   López Rega  logró la renuncia presidencial de Cámpora y la derecha peronista se juntó con otras derechas para crear bandas y otros grupos paramilitares; sus miembros fueron terroristas; “...los locales de las tendencias y los partidos de izquierda fueron atacados con bombas; muchos militantes fueron secuestrados y asesinados” (60) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 116). López Rega trabajó con la logia internacional Propaganda 2 (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 116, 122 y 123).
Montoneros.
     Richard Gillespie escribió: “Al dar conjuntamente al catolicismo radical, al nacionalismo y al peronismo una expresión populista de socialismo, los Montoneros fueron capaces de aglutinar una riqueza de legitimidad histórica en algo que atrajo a los civiles de diversas denominaciones políticas: católicos militantes, nacionalistas autoritarios pero populistas, militantes de las izquierda tradicional y los peronistas combativos. (…) Había diferentes puntos de vista: algunos montoneros consideraban que el objetivo perseguido era una variante nacional del socialismo; otros veían en él una forma socialista de la revolución nacional. Sin embargo, todos creían que la principal contradicción que afectaba a la Argentina era la del nacionalismo frente al imperialismo, y que los intereses del país estaban representados por una alianza popular, pero multiclasista. En efecto, debido a su relegación de la lucha de clases a un plano secundario y a su devoción por un líder que preconizaba la armonización de las clases, puede decirse que los Montoneros eran todo lo izquierdistas que les permitía el peronismo y viceversa” (61) (Luna. Los gobiernos peronistas. 2003, p 120). (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, p 120).
La muerte de Juan Domingo Perón en 1974. El gobierno de María Estela Martínez.
     Al inicio de junio, cuando Perón viajó al Paraguay, él se enfermó de los bronquios porque se mojó con la lluvia en un acto político. A través de un decreto de Perón del 29 de dicho mes, el mando presidencial fue delegado en  María Estela Martínez de Perón; el primero de julio de 1974, Juan Domingo Perón murió en la residencia de Olivos.  
     En el mismo año, fueron asesinados Arturo Mor Roig y el jefe de la Policía Federal: Alberto Villar y su esposa. El ministro de Bienestar Social: López Rega fue confirmado en el cargo de secretario privado de la Presidencia; el 19 de julio del año siguiente, él abandonó la Argentina. En octubre de 1975, fue atacado el cuartel de Formosa. (LUNA. Los gobiernos peronistas. 2003, pp 121, 134, 156 y 157). “José López Rega cumplió un papel cada vez más preponderante. No sólo era un enfrentamiento interno, entre ortodoxos y combativos, dentro del peronismo. Desde su doble papel de secretario privado de Perón y ministro de Bienestar Social, el Brujo llegará a convertirse en el poder detrás del trono tras la muerte de Perón. Para entonces, incluso peronistas de la primera hora, de cuyo verticalismo y lealtad pocos podían dudar, se vieron afectados por las intrigas del ex mayordomo. El entorno, que luego rodeará a Isabel cuando quede al frente del gobierno, se fue construyendo en esos días finales de la vida del líder” (62). (Luna. Juan Domingo Perón. 2004, p 136). (LUNA. Juan Domingo Perón. 2004, p 136).
CITAS:
1).- Floria, Carlos Alberto y García Belsunce, César A. Historia de los argentinos. Buenos Aires, Larousse, 1992. Vol. 2, p 388.
2).- Hobsbawm, Eric. Historia del siglo XX (1914 – 1991). 4ª ed., Barcelona (España), 1977, p 139.
3).-  Ibídem, pp 140 y 141.
4).- Luna, Félix. Los gobiernos peronistas. 1ª ed., Buenos Aires, Planeta, 2003, p 10.
5).- Johnson, Paul. Tiempos modernos. Barcelona (España),  Javier Vergara, 2000, p 756.
6).- Spilimbergo, Jorge Enea. Juan B. Justo y el socialismo cipayo; el Socialismo en la Argentina. 2ª ed., Buenos Aires, Ediciones Octubre, 1974, p 187.
7).- Luna, Félix. Los gobiernos peronistas. “Obra citada.”, p 13.
8).- Ibídem, p 15.
9).- Ibídem, p 15.
10).- Floria, Carlos Alberto y García Belsunce, César A. Historia de los argentinos. “Op. cit.”, p 395.
11).- Rosa, José María.  Historia argentina. Orígenes de la Argentina; La Soberanía (1943-1946); La revolución de 1943. Buenos Aires (Argentina),  ed. Juan C. Granada (Oriente), 1981. T. XIII, p 216.
12).- Luna, Félix. Juan Domingo Perón. 1ª ed., Buenos Aires, Planeta, 2004, p 32.
13).- Ibídem, p 46.
14).- Floria, Carlos Alberto y García Belsunce, César A. Historia de los argentinos. “Op. cit.”, p  47.
15).- Ibídem, pp 394 y 395.
16).- Luna, Félix. Juan Domingo Perón. “Op. cit”, p 78.
17).- Ibídem, p 78.
18).- Crouzet, Maurice. Historia general de las civilizaciones. La época contemporánea; En busca de una nueva civilización. 5ª  edición, Barcelona (España), Destino, 1981. Vol. VII, p 611.
19).- Luna, Félix. Los gobiernos peronistas. “Ob. cit.”, p  27.
20).- Ibídem, p 27.
21).- Ibídem, p 32.
22).- Ibídem, p 33.
23).- Ibídem, p 33.
24).- Ibídem, p  71.
25).- Ibídem, p 72.
26).- Floria, Carlos Alberto y García Belsunce, César A. Historia de los argentinos. “Op. cit.”, p 416.
27).- Ibídem, p 416.
28).- Ibídem, p  417.
29).- Crouzet, Maurice. Historia general de las civilizaciones. “Op. cit.”, p 114.
30).- Luna, Félix. Juan Domingo Perón. “Ob. cit.”. Pág. 73.
31).- Ibídem, p  73.
32).- Crouzet, Maurice. Historia general de las civilizaciones. “Ob. cit.”, p 611.
33).- Ibídem, p 611.
34).- Floria, Carlos Alberto y García Belsunce, César A. Historia de los argentinos. “Op. cit”, pp 410 y 411.
35).- Luna, Félix. Los gobiernos peronistas. “Op. cit.”, p  68.
36).- Ibídem, p 67.
37).- Floria, Carlos Alberto y García Belsunce, César A. Historia de los argentinos. “Op. cit.”, p 412.
38).- Ibídem, p 413.
39).- Floria, Carlos Alberto y García Belsunce, César A. Historia de los argentinos. “Op. cit.”, p 413.
40).- Floria, Carlos Alberto y García Belsunce, César A. Historia de los argentinos. “Op. cit.”, p 413.
41).-Ibídem, p  415.
42).- Ibídem, p  416.
43).- Universidad Católica Argentina. Curso de cultura  católica; Alternativa A, Guía número 4, 1983, p  2.
44).- Floria, Carlos Alberto y García Belsunce, César A. Historia de los argentinos. “Ob. cit.”, pp 422 y 423.
45).- Ibídem, p  420.
46).- Luna, Félix. Juan Domingo Perón. “Op. cit.”, p 99.
47).- Luna, Félix. Los gobiernos peronistas. “Op. cit.”, p  99.
48).- Luna, Félix. Juan Domingo Perón. “Op. cit.”, p 106.
49).- Ibídem, p 108.
50).- Luna, Félix. Los gobiernos peronistas. “Op. cit.”, p  95.
51).- Ibídem, p 101.
52).- Ibídem, p 96.
53).- Ibídem, p 96.
54).- Ibídem, p 108.
55).- Ibídem, p 112.
56).- Ibídem, p 115.
57).- Ibídem, p 117.
58).- Ibídem, p 116.
59).- Ibídem, p 116.
60).- Ibídem, p 116.
61).- Ibídem, p 120.
FUENTES:
- CROUZET, Maurice. Historia general de las civilizaciones. La época contemporánea; En busca de una nueva civilización. 5ª  edición, Barcelona (España), Destino, 1981. Vol. VII, 958 p.
- FLORIA, Carlos Alberto y GARCÍA BELSUNCE, César A. Historia de los argentinos. Buenos Aires, Larousse, 1992. Vol. 2, 515 p.
- JOHNSON, Paul. Tiempos modernos. Barcelona (España),  Javier Vergara, 2000. 1087 p.
- HOBSBAWM, Eric. Historia del siglo XX (1914 – 1991). 4ª ed., Barcelona (España), 1977.
- LUNA, Félix. Juan Domingo Perón. 1ª ed., Buenos Aires, Planeta, 2004. 160 p.
- LUNA, Félix. Los gobiernos peronistas. 1ª ed., Buenos Aires, Planeta, 2003. 160 p.
- LUNA, Félix. Los gobiernos radicales. 1ª ed., Buenos Aires, Planeta, 2003. 160 p.
- ROSA, José María.  Historia argentina. Orígenes de la Argentina; La Soberanía (1943 – 1946); La revolución de 1943. Buenos Aires (Argentina),  ed. Juan C. Granada (Oriente), 1981. Vol. XIII.
- UNIVERSIDAD CATÓLICA ARGENTINA. Curso de cultura  católica; Alternativa A, Guía número 4, 1983.
- SPILIMBERGO, Jorge Enea. Juan B. Justo y el socialismo cipayo; el Socialismo en la Argentina. 2ª ed., Buenos Aires, Ediciones Octubre, 1974. 198 p.
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brownfrogs · 7 years ago
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do u have any songs in spanish u associate w latinx ovw characters?
DON’T JUDGE ME OKAY MY TASTES ARE PRETTY BAD LMAO; I mostly listen to reggaeton or older stuff
Reyes
-La Tirana/Puro Teatro by La Lupe
-Lloraras by Oscar D’Leon
-Los Bandoloeros by Don Omar
McCree
-El Son Del Tren by Fruko y Sus Tesos
-El Dia De Mi Suerte by Hector Lavoe y Willie Colon
-Yo No Se Manana by Luis Enrique
Sombra
-Virtual Diva by Don Omar
-Quiero Bailar by Ivy Queen
-Soy Yo by Bomba Estero
-No Me Digas Que No by La Makina
Lucio
-Grito Mundial by Daddy Yankee
-Vivir Mi Vida by Marc Anthony
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overlooked-tracks · 3 years ago
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5 Uplifting Moments in Latin Music This Week (May 7): Maluma, Selena & More
An Overlooked Tracks News Finding: Here’s an article you might have overlooked. Having a partnership with NewsAPI, we try to catch music entertainment news for you to view, read and possibly enjoy. We will continue to find what’s available in the world of music entertainment, concert information and music releases. But obviously you – the listener and reader are the biggest source for news in your area, so if you can share with us. For right now, look at what we found for you:
“From The Billboard Music Website – 5 Uplifting Moments in Latin Music This Week (May 7): Maluma, Selena & More”
From career milestones and new music releases to major announcements and more, Billboard editors highlight the latest news buzz in Latin music every week. Here’s what happened in the Latin music world this week.
5 Uplifting Moments in Latin Music This Week (May 7): Maluma, Selena & More
Maluma’s Social Work in Colombia
At his successful “Medallo en el Mapa” concert this past weekend, where he had special guests Madonna and Grupo Firme, to name a few, Maluma (real name: Jose Luis Londoño) unveiled his next venture. The Colombian artist joined forces with La Haus for the “A Haus for Medallo City” initiative to build homes for low-income families in Antioquía. Under the program, Maluma will contribute $1 million and will partake in the implementation of the construction plan.
“In Latin America, more than 100 million people live in informal settlements,” said Rodrigo Sanchez-Rios, president of La Haus, in a statement. “They and their children do not grow up in a safe environment to create a better present and a promising future. A new stage in La Haus history begins today; we will work with Juan Luis Londoño Arias “Maluma” and our allies to change the reality of as many families as we can.”
A Selena-Versary
This week, Selena‘s third studio album, Entra a Mi Mundo, celebrated 30 years since its release on May 6, 1992. The 10-track album, released under EMI Latin, is home to timeless hits “Como La Flor,” “La Carcacha,” and “¿Que Creias?” On the Billboard charts, Entra a Mi Mundo peaked at No. 1 on the Regional Mexican Albums chart on Sept. 5, 1992, where it spent 19 weeks at the top.
Karol G’s on a Roll
This week, Karol G not only earned her fifth video with over one billion views on YouTube with “Bichota” but also achieved a new Billboard chart milestone with “Provenza.” The Colombian artist debuted at No. 2 on the Hot Latin Songs May 7-dated ranking, following “Mami” at No. 1, becoming only the second woman, after Selena, to hold Nos. 1 and 2 at the same time since 1995.
Bad Bunny’s New Album Makes a Splash
The new summer soundtrack by Bad Bunny, Un Verano Sin Ti, officially dropped this week, including 23 tracks and seven exciting collaborations (Jhayco, Rauw Alejandro, Bomba Estero and more). On release day, May 6, the Puerto Rican artist broke the Spotify record as the most-streamed album in 2022 (so far).
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hala2021 · 3 years ago
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La musulmana comunista
Recuerdo todavía a una musulmana que frecuentaba mi hogar. Ella trabajaba para unos judíos. Cuando sucedió lo de mi hija, cuando estaba en el hospital, sentí la necesidad de llorar, la quise abrazar y me rechazó, como con asco. Claro, pero yo no estaba en condiciones de pelearme ni nada. Yo también me sentía morir.
Bueno. Pasó el tiempo y ya mi hija había muerto. La musulmana vino a mi casa y me contó que una vez la torturó la policía, en la época de la dictadura, porque ella militaba como comunista. Y me habló de las vacunas, me dijo que ella pensaba que ponían las peores porquerías en las vacunas. Estoy hablando de mucho tiempo, eso fue muchos años antes de la pandemia.
Un día le compré a mi hija un ramo de «siempre vivas», que son unas flores hermosas. A la semana todas se marchitaron, menos una. Cuando yo le comenté a esta comunista que una flor no se había marchitado y que me parecía un milagro, ella me dijo que la flor tragaba lo negativo del ambiente. Con lo de la flor, yo pensé que mi hija me quería decir desde el más allá que estaba bien. Entonces, me dolió mucho lo que me dijo aquella mujer, porque yo me pregunté: «¿a qué se refiere con ”lo negativo del ambiente", a mi hija o a mí?». De todas formas, ninguna de las dos posibilidades me gustaba. Ahí me di cuenta de que esa mujer era una hipócrita y que me odiaba impresionantemente. Recordé el rechazo a mi abrazo en el hospital y, como ya estaba mejor, porque el tiempo había pasado, la relación con esa chica se rompió.
Hasta ahí, realicé un marco de la historia, pero hoy me quedaron varias preguntas. Por ejemplo: ahora que todos sabemos que están poniendo las peores porquerías en las vacunas, porque los grupos Provida lo investigaron, con pruebas médicas y químicas, ¿cómo sabía esa chica de antemano lo que iba a suceder? ¿Te das cuenta de la conspiración de esa gente? No fue casualidad el rechazo de ella a mi abrazo en el hospital ni su odio cuando le conté lo de las flores.
Muchas veces, el comunismo se relaciona con las peores actitudes humanas, como el feminismo radical, el aborto y la pedofilia. Dentro de los grupos terroristas, se mezclan las guerrillas que secuestran personas y los que se ocultan detrás de atentados con bombas, y el comunismo siempre se asocia a esos grupos; es la peor lacra humana.
Por suerte, esa chica se fue a otra provincia, lejos, y solo la vi una vez en la mezquita, que no me interesó ni saludarla.
Pero fíjate que se hacía mi amiga, cuando en realidad me odiaba con virulencia. Yo conocí mucha gente de esa y no creo que sea por casualidad. Cuando me dijo lo de las vacunas, solo existían las vacunas normales, las que todos nos pusimos de niños por la poliomelitis y otras enfermedades que se erradicaron, como la difteria.
¿Todo casualidad? No lo creo. Esa chica sabía muy bien de lo que hablaba y debía estar bien informada.
Ella siempre estaba vestida de negro, parecía una sombra. Un personaje oscuro que conocí y en la peor época de mi vida. Ella estaba bien informada de lo que iba a pasar, pero me lo dijo hace unos diez años atrás. ¿Te das cuenta?
Nos rodea la peor basura. Hay grupos de médicos y científicos que aseguran, con pruebas físicas que presentan, que están colocando elementos tóxicos como el grafeno dentro de las vacunas. Toda esa gente que se vacunó es muy probable que termine enferma o muriéndose de acá a dos años. Estamos luchando por defendernos. El enemigo se esconde y se camufla de tu amigo, como lo hacía esta musulmana comunista, que ahora vive en Santiago del Estero.
Yo no pienso que sean pocos los que conspiran, sino todo lo contrario: una mayoría mundial. Por supuesto, no dan la cara ni muestran lo que hacen; tal cual aquella comunista, que me acompañó en el hospital, para rechazar mi abrazo con asco o para burlarse de mi hija y de mí, cuando le conté lo de la flor.
El enemigo se esconde detrás de una máscara y es muy difícil de descubrir.
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rolosamuel · 3 years ago
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Problemas de carburador. . . . . . El filtrito de la entrada de combustible (que va de la bomba de combustible al carburador) se lleno de suciedad e impedía el flujo normal, limpiamos y seguimos sin problemas!!! . . . Fuscadel75.jimdo.com . . . #LaPelirroja #Fusca #Volkswagen #Aircooled #1300 #1975 #EnFuscaDeLaFelicidad #Paraguay #FuscaViajero #travelphotography #Instapic #parrifus #VW #VQV #oldfriendsgroup #ruteros #porelmundo #VamosQueVamos #bloggers #viajerospy #photography  #NomadasFusqueros #RecorriendoParaguay #2021 #RecorriendoTierraAdentro #followforfollowback #like4likeback (en Arroyos y Esteros) https://www.instagram.com/p/CU5Vs3orOsZ/?utm_medium=tumblr
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catlips001 · 7 years ago
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Every music ask that's a multiple of 7. I didn't even read it.
7 - sad song? Daft punk - touch 14 - favorite lyric song? Daft punk - touch21 - best cord progressionDaft punk - touch 28 - my theme song? Dizee Rascals - Bonkers 35 - relatable song Bomba estero - soy yo 42 - describe song with future partner Freddy fender - before the next tear drop falls 49 - favorite artist Rob swire and Voltaire. Both cuties
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