#badogliani
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Della brigata Gufi non si conosce il processo di raggruppamento e di formazione
Tirano (SO). Fonte: mapio.net Stessa storia, dove anche qui, non potendo occultare, ci si limita a lasciare nell’indeterminatezza la figura di Carlo Fumagalli, è la storia della brigata Gufi.È nella zona che guarda la piana di Tirano e Villa di Tirano, con base nella caserma abbandonata di Schiazzera, lungo il crinale che domina Grosotto e che permette i collegamenti con la val Grosina e con la…

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#1944#1945#alleati#badogliani#Banlieu#Carlo Fumagalli#Edgardo Sogno#fascisti#Gabriele Fontana#Grosina#Grosotto (SO)#Guerra#Gufi#Lanzo#Luigi Landi#Massimo Fumagalli#Mortirolo#partigiani#Piemonte#tedeschi#Tirano (SO)#Upi#Valle#Valtellina
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Tra i partigiani del “Calcagno” si trovavano quasi tutti i futuri comandanti e commissari politici delle Brigate e dei distaccamenti
Cairo Montenotte (SV). Foto: Mauro Marenco. Fonte: mapio.net Mentre i fascisti si spartivano gli incarichi, i ribelli rimasti in montagna approfittavano della pausa forzata per analizzare la situazione e riorganizzarsi. Obiettivamente, la prima fase della ribellione armata si era conclusa con un grave insuccesso, motivato ora da un’errata applicazione della tattica della guerriglia, ora…

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#1944#Altare (SV)#badogliani#Bormida#Brigate#Cadibona#Cairo Montenotte (SV)#Calcagno#Casotto#CLN#comunisti#cuneo#distaccamenti#fascisti#febbraio#gennaio#GL#Liguria#marzo#Melogno#partigiani#PCI#provincia#Quiliano (SV)#Resistenza#Savona#SIM#Stefano d&039;Adamo#tedeschi#Vado Ligure (SV)
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Tra i partigiani del “Calcagno” si trovavano quasi tutti i futuri comandanti e commissari politici delle Brigate e dei distaccamenti
Cairo Montenotte (SV). Foto: Mauro Marenco. Fonte: mapio.net Mentre i fascisti si spartivano gli incarichi, i ribelli rimasti in montagna approfittavano della pausa forzata per analizzare la situazione e riorganizzarsi. Obiettivamente, la prima fase della ribellione armata si era conclusa con un grave insuccesso, motivato ora da un’errata applicazione della tattica della guerriglia, ora…

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Tra i partigiani del “Calcagno” si trovavano quasi tutti i futuri comandanti e commissari politici delle Brigate e dei distaccamenti
Cairo Montenotte (SV). Foto: Mauro Marenco. Fonte: mapio.net Mentre i fascisti si spartivano gli incarichi, i ribelli rimasti in montagna approfittavano della pausa forzata per analizzare la situazione e riorganizzarsi. Obiettivamente, la prima fase della ribellione armata si era conclusa con un grave insuccesso, motivato ora da un’errata applicazione della tattica della guerriglia, ora…

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Tra i partigiani del “Calcagno” si trovavano quasi tutti i futuri comandanti e commissari politici delle Brigate e dei distaccamenti
Cairo Montenotte (SV). Foto: Mauro Marenco. Fonte: mapio.net Mentre i fascisti si spartivano gli incarichi, i ribelli rimasti in montagna approfittavano della pausa forzata per analizzare la situazione e riorganizzarsi. Obiettivamente, la prima fase della ribellione armata si era conclusa con un grave insuccesso, motivato ora da un’errata applicazione della tattica della guerriglia, ora…

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sarti13carla su Threads
Forse è il caso di dare due nozioni storiche, tanto per chiarire le idee ai criptofascisti che le hanno confuse.
Il secondo gruppo per numero tra i partigiani erano i giellisti del Partito d'Azione (Giustizia e libertà), che non esitavano a dirsi anticomunisti. Come erano anticomunisti anche tanti badogliani.
Curiosamente tra i fascisti non c'erano antifascisti.
La differenza sta tra la libertà democratica di essere quello che si vuole e l'oppressione fascista. Non è difficile.
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23 MARZO 1944
E il giornalista Bruno Spampanato, all’epoca direttore del «Messaggero» (tra i futuri protagonisti del Manifesto di Verona e nel dopoguerra primo direttore del «Secolo d’Italia»), aveva prontamente recepito la direttiva. A suo parere le misure adottate dal Comando germanico erano un caso di «esemplare giustizia tedesca»; una reazione (più che giustificata) al «più feroce degli attentati», scatenato contro inermi «appartenenti alla polizia» la cui colpa era solo quella di operare «nell’interesse e per la tranquillità di Roma». Quei «valorosi comunisti» che tanto «incauto» consenso avevano ricevuto tra certi «benpensanti» altro non erano che delinquenti della peggior specie, «prodi badogliani che combattono la loro guerra secondo lo stile del loro padrone angloamericano o bolscevico o sabaudo», con «bombe ed esplosivi invece che con idee in testa»
Processo alla Resistenza - Michela Ponzani
#bruno spampanato#processo alla resistenza#michela ponzani#via rasella#fosse ardeatine#citazioni#libri#23-3-1944
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“ – Che vuoi? Milton ruotò su se stesso. Nèmega era vecchio, aveva certo trent’anni, e una faccia che pareva la fronte di un bunker, con le feritoie degli occhi e della bocca. Portava un giubbetto impermeabile che sotto la pioggia continua aveva assunto la squadratura di una scatola di cartone. – Parlare col comandante Hombre. – Parlargli di che? – Lo dirò a lui. – E tu chi sei che vuoi parlare con Hombre? – Sono Milton della seconda divisione badogliana. Brigata di Mango – Si disse della brigata di Pascal perché era piú grossa e piú nominata della brigata di Leo. Gli occhi di Nèmega erano praticamente invisibili. – Sei un ufficiale? – gli domandò Nèmega. – Non sono ufficiale, ma ho compiti da ufficiale. E tu chi sei? Sei ufficiale tu, commissario o vicecommissario? – Sai che noi ce l’abbiamo amara con voi badogliani? Milton lo fissò con malinconico interesse. – E perché? – Avete accolto un uomo che aveva disertato da noi. Certo Walter. – Tutto lí? Ma è uno dei nostri principi. Da noi si entra e si esce liberamente. A patto di non finire nelle brigate nere, è ovvio.
– Noi ci siamo presentati alle vostre postazioni per riavere l’uomo, e voialtri non solo non ce l’avete riconsegnato, ma ci avete fatto fare dietrofront e sparire, o ci menavate coi bren. – Dov’è successo? – sospirò Milton. – A Cossano. – Noi siamo di Mango, ma penso che anche noi avremmo agito ugualmente. Voi eravate nel torto a rivolere un uomo che di voi non voleva piú saperne. – Intendiamoci, – disse Nèmega schioccando le dita. – A noi non interessava l’uomo, a noi interessava l’arma. Ha disertato col moschetto e il fucile apparteneva alla brigata e non a lui. Nemmeno il moschetto avete voluto ridarci, e sí che voi avete i lanci, ricevete tante armi e munizioni che ve ne crescono e le dovete sotterrare. È falso quel che diceva Walter, nascosto dietro le spalle dei vostri, e cioè che il moschetto era suo, che lui l’aveva portato alla brigata. L’arma era della brigata. Di elementi come Walter possono scapparcene anche una dozzina, ma non un’arma dobbiamo perdere. Di’ a Walter, quando lo vedi, di non sbagliar mai strada, di girare alla larga dal nostro distretto. – Glielo dirò. Me lo farò indicare e glielo dirò. Ora posso vedere Hombre? – Tu conosci Hombre? Di persona, voglio dire, non per sola fama. – Eravamo insieme al combattimento di Verduno. Sembrò impressionato, quasi colto in fallo, e Milton credette di capire che all’epoca di Verduno Nèmega non era ancora in collina. – Ah, – fece. – Ma Hombre non c’è. – Non c’è!? Me l’hai intonata di quel Walter e del suo miserabile moschetto per dirmi ora che Hombre non c’è? E dov’è? – Fuori. – Fuori dove? Fuori tanto? – Di là del fiume. – Io divento pazzo. Ma che è andato a fare di là del fiume? – Voglio dirtelo. Per benzina. Per solvente da usare come benzina. – Di stasera non torna? – Sarà già tanto che di stanotte ripassi di qua. – Io ero venuto per una cosa importante e urgentissima. Avete un fascista prigioniero? – Noi? Noi non ne abbiamo mai. Noi li perdiamo nell’istante stesso che li facciamo. – Noi non siamo piú teneri di voi, – disse Milton. – Prova ne sia che non ne abbiamo e siamo venuti a chiederne a voi. – Questa è abbastanza nuova, – disse Nèmega. – E noi ve li dovremmo regalare? – Un prestito. Un regolare prestito. C’è almeno il commissario? – Non l’abbiamo ancora. Per ora viene qualche volta il commissario della divisione di Monforte. Nèmega andò ad aumentare la fiamma del petrolio e tornando disse: – Che volevate farne? Scambiarlo con uno dei vostri? Quando l’hanno beccato? – Stamattina. – Dove? – Sull’altro versante, verso Alba. – Come? – La nebbia. Da noi era un mare di latte. – È tuo fratello? – No. – Allora un tuo amico? Si capisce, se hai sfangato fin quassú a fare una parte del genere. Ma non siete capaci di darvi da fare in giro per beccarne uno? – Certo, – rispose Milton. – Girano già dei nostri per questo. Ecco perché eravamo certi di potervi rendere l’uomo. Ma non è come andare a coglier l’uva il mese di settembre. Potrebbe volerci qualche giorno e intanto, forse proprio mentre noi stiamo qui a discutere, il mio compagno è già andato al muro. Nèmega bestemmiò, piano ma concentrato. “
Beppe Fenoglio, Una questione privata, introduzione di Gabriele Pedullà, Einaudi (Collana Super ET), 2020²²; pp. 56-58.
[ 1ª ed. originale, postuma: Garzanti, 1963. ]
#Beppe Fenoglio#Una questione privata#partigiani#letture#Storia d'Italia del XX secolo#Resistenza#lotta partigiana#Storia della Resistenza italiana#partigiani azzurri#badogliani#citazioni letterarie#leggere#libri#antifascismo#antifascisti#Storia d'Europa del '900#Piemonte#Langhe#uguaglianza#guerra di liberazione italiana#partigiani badogliani#comunisti#letteratura italiana del XX secolo#brigate Garibaldi#Alba#brigate comuniste#scrittori italiani#guerra partigiana#Cuneo#Gabriele Pedullà
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-------LIBERAZIONE--------
"Fu la più selvaggia parata della storia moderna: solamente di divise ce n'era per cento carnevali. Fece impressione senza pari quel partigiano semplice che passò vestito con l'uniforme di gala di colonnello d'artiglieria con gli alamari neri e le bande gialle e intorno alla vita il cinturone rosso-nero dei pompieri col grosso gancio. Sfilarono i badogliani con su le spalle il fazzoletto azzurro e i garibaldini col fazzoletto rosso e tutti, o quasi, portavano ricamato sul fazzoletto il nome di battaglia. La gente li leggeva come si leggono i numeri sulla schiena dei corridori ciclisti al passaggio della corsa; lesse nomi romantici e formidabili, che andavano da Rolando a Dinamite"
-Beppe Fenoglio -I ventitré giorni della città di Alba
-----------------------------
La retorica, il commento sentimentale ai fatti, l'affermazione costante della giustezza della causa" (cit) costituiscono un'insidia costante alla ricostruzione storica...Fenoglio è illuminante.
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È assolutamente vero: CasaPound non è certamente un fulgido esempio di democrazia, rispetto delle libertà e dei diritti, proprio come l’ideologia che propugna.
Ma da che pulpito vien la predica, si sarebbe detto una volta: l’ANPI non è forse quella che:
fa sfilare alle sue manifestazioni i palestinesi, della stessa religione e della stessa ideologia del Gran Muftì del Cairo, quello dei suoi sproloqui filonazisti e dei suoi incontri con Hitler
non dice una parola sulle SS musulmane bosniache (SS, badate bene, ebbene sì, proprio quelle)
boicotta, alle manifestazioni della Festa della liberazione del 25 aprile, la Brigata Ebraica, quella che combattè i nazisti con gli Alleati proprio qui in Italia
giustifica, se non nega del tutto, gli infami orrori delle foibe
sostenne, a suo tempo, a spada tratta l’autore degli eccidi delle foibe, ossia Tito ed il suo regime dittatoriale
boicottò, insultò, osteggiò, con quasi tutti i comunisti dell’epoca, i poveri profughi giuliano-dalmati dopo la fine della seconda guerra mondiale
riconobbe solo in tempi recentissimi che gli autori dell’infame eccidio di Porzûs erano dei partigiani comunisti, mentre prima, se non negò del tutto la loro responsabilità, la giustificò come atto legittimo contro dei partigiani badogliani, per loro conniventi con i Repubblichini
Da tale associazione politicizzata e con un’altra ideologia di riferimento altrettanto autoritaria e nemica delle libertà, francamente, non accetto lezioni di politica e di antifascismo, che nella loro accezione significa solamente tacitare gli avversari con il tristo e fuori tempo epiteto di fascista.
@badinside1980 ha efficacemente riassunto la cosa col suo teorema di Pavlov, che mi permetto di citare:
#italia#fascismo#teorema dell'antifascismo#teorema di pavlov#antifascismo#comunisti di pavlov#anpi#associazione nazionale partigiani d'italia#palestinesi#brigata ebraica
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Tra i partigiani del “Calcagno” si trovavano quasi tutti i futuri comandanti e commissari politici delle Brigate e dei distaccamenti
Cairo Montenotte (SV). Foto: Mauro Marenco. Fonte: mapio.net Mentre i fascisti si spartivano gli incarichi, i ribelli rimasti in montagna approfittavano della pausa forzata per analizzare la situazione e riorganizzarsi. Obiettivamente, la prima fase della ribellione armata si era conclusa con un grave insuccesso, motivato ora da un’errata applicazione della tattica della guerriglia, ora…

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#1944#Altare (SV)#badogliani#Bormida#Brigate#Cadibona#Cairo Montenotte (SV)#Calcagno#Casotto#CLN#comunisti#cuneo#distaccamenti#fascisti#febbraio#gennaio#GL#Liguria#marzo#Melogno#partigiani#PCI#provincia#Quiliano (SV)#Resistenza#Savona#SIM#Stefano d&039;Adamo#tedeschi#Vado Ligure (SV)
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Goooood Morning Kakilandia ! Cari amici pisciainchiostro, velinari & scodinzolanti pubblicisti dalla postura prona, badogliani dell’informazione, buongiorno! Oggi a reti riunite elogiate l’incarico al prof. Mario Draghi, persona indubbiamente competente ed autorevole in grado di portare il paese fuori dalla crisi determinata dalle evidenti incapacità del governo precedente, che voi stessi elogiavate fino a l’altro ieri come unica soluzione salvifica possibile, magnificandone la competenza ed il coraggio. C’è qualcosa che non quadra ... mi rifiuto di credere che la dipartita di Rocco Casalino vi abbia privato della direzione d’orchestra della filarmonica mediatica ... ma se malauguratamente così fosse la vostra professionalità si collocherebbe all’altezza del cul@ del potente di turno a prescindere da ogni valutazione sulla sua competenza e sulle sue capacità ... oggi come allora “la guerra continua”, con chi lo scopriremo solo vivendo
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Eppure la rete dei militari che nella regione a nord di Milano fanno riferimento al Regio Governo del Sud non è poca cosa
L’azione dello stato maggiore dell’esercito del SudNon ci sono segnali di una presenza attiva d’iniziative organizzate nell’Italia occupata da parte del Regno del Sud sino alla fine di novembre, primi giorni di dicembre 1943. Infatti, risale ai primi giorni di dicembre la definizione dei comandi regionali nella ZO <84 e anche il distintivo che i patrioti dovevano apporre al bavero della giubba.…

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#1943#1944#alleati#badogliani#Banlieu#Cibeno#Edgardo Sogno#fascisti#Fossoli#Gabriele Fontana#generale#Giuseppe Pavone#Giuseppe Robolotti#Jerzy Sas Kulczycki#Lombardia#Luigi Masini#Massimo Fumagalli#militari#OSS#partigiani#poligono#Regno#SOE#Sud#tedeschi#Umberto Utili#VAI
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Eppure la rete dei militari che nella regione a nord di Milano fanno riferimento al Regio Governo del Sud non è poca cosa
L’azione dello stato maggiore dell’esercito del SudNon ci sono segnali di una presenza attiva d’iniziative organizzate nell’Italia occupata da parte del Regno del Sud sino alla fine di novembre, primi giorni di dicembre 1943. Infatti, risale ai primi giorni di dicembre la definizione dei comandi regionali nella ZO <84 e anche il distintivo che i patrioti dovevano apporre al bavero della giubba.…

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Lo sfogo social del padre di Di Battista dopo il voto su Rousseau: “traditori del caz badogliani del terzo millennio” http://dlvr.it/RdsTxB
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I badogliani

La prima cosa che viene da chiedersi di fronte a una simile situazione è: ma chi cazzo sono questi? Cioè da dove viene la compagine parlamentare dei Cinque Stelle, chi l’ha scelta davvero, chi l’ha selezionata e a quale scopo? Non venitemi a dire la base perché ormai dovrebbe essere ampiamente noto che non esiste campo più manipolabile del web e in ogni caso la scelta dei candidati per le…
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