#atto di tolleranza
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La Legge 194 è imperfetta: chi l'ha redatta non era persona capace, poiché ha erroneamente tenuto conto di posizioni non scientifiche, cioè delle opinioni dei credenti, di chi ha fede; opinioni irrazionali che pretendono una presenza negli ospedali di pseudo-medici (gli obiettori); ciò che sembra un atto di tolleranza, risulta essere il solito compromesso tra la fede e una "scienza" in Italia che deve ancora trovare la via della scienza (il metodo sperimentale e non quello errato democratico).
#scienza#democrazia#Legge 194#posizioni non scientifiche#opinioni dei credenti#credenti#opinioni#fede#pseudo-medici#obiettori di coscienza#Italia#compromesso#metodo sperimentale#tolleranza#opinioni irrazionali#opinioni di chi ha fede#ospedali#atto di tolleranza
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Sarebbe ideale che persone come me accompagnassero ragazze e donne incinte che hanno intenzione di abortire nei Consultori: io non mi faccio alcun problema a maltrattare anche fisicamente un medico obiettore o un provita e famiglia chi si azzardasse minimamente a dire "ah".
Si possono avere, da comuni cittadini, opinioni solo su come gestire il proprio corpo; il resto (sentenziare su ciò che gli altri debbano fare col proprio corpo) è molestia.
La Legge 194 è imperfetta: chi l'ha redatta non era persona capace, poiché ha erroneamente tenuto conto di posizioni non scientifiche, cioè delle opinioni dei credenti, di chi ha fede; opinioni irrazionali che pretendono una presenza negli ospedali di pseudo-medici (gli obiettori); ciò che sembra un atto di tolleranza, risulta essere il solito compromesso tra la fede e una "scienza" in Italia che deve ancora trovare la via della scienza (il metodo sperimentale e non quello errato democratico).
Nel nostro Paese la GPA non è normata, ma risulta illegale: è stata addirittura dichiarata "reato universale", senza cognizione e principio di tutela dell'integrità di un essere umano (tutto il nostro corpo appartiene a noi, utero compreso); nei Consultori viene pertanto compiuto un Reato: non si può invitare una donna a mettere lo stesso un figlio al mondo, invece di abortire, per farlo adottare a terzi, perché tale richiesta si configura come una "gestazione per altri" a tutti gli effetti.
Fare pressioni psicologiche affinché una donna che desideri abortire cambi idea equivale, nel momento in cui riescono a farle cambiare idea, negli effetti fisici e psicologici ad uno stupro di una durata di circa nove mesi.
Buona cosa è quindi munirsi di un registratore prima di andare in Consultorio; meglio ancora, mai andare da sole, ma insieme a testimoni.
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" L''Orco volante"
20/12/'73 Operación Ogro
Non fu una decisione facile da prendere, ma alla fine le lunghe notti negli scantinati di Bilbao portarono a una scelta, basta comprimari, stavolta si mirava al bersaglio grosso, anzi al più grosso di tutti, perché rappresentava meglio di chiunque altro l'essenza del franchismo, perché destinato alla successione dell'oramai vecchio Franco e perché grosso lo era davvero l'ammiraglio Carrero Blanco, talmente grosso e spietato da meritarsi l'appellativo di Ogro (orco).
Da diversi anni ormai, la dittatura fascista del generale Francisco Franco è scossa da un crescente malcontento sociale, che trova nelle mobilitazioni operaie la valvola di sfogo nei confronti di quello che è diventato il più longevo stato europeo guidato da un esecutivo dichiaratamente reazionario e conservatore.
La lettura di quegli anni, propagandata dal regime, parlava infatti di una crescente tolleranza nei confronti dei conflitti sociali.
Al contrario però, mai come in quegli anni, Franco decide di attuare una feroce repressione contro tutti i suoi oppositori politici, concentrandosi con particolare accanimento sulla popolazione basca.
Dal 1961 fino alla morte del Caudillo, il Paese Basco viene sottoposto ben 9 volte allo stato di emergenza nel giro di neanche 13 anni, vivendo un totale di 4 anni e due mesi in condizioni di completa sospensione di ogni diritto civile fondamentale, con un potere di vita e di morte affidato alle Forze di Sicurezza dello Stato.
È in questo clima che Euskadi Ta Askatasuna decide di entrare in azione.
L'operazione dura quasi nove mesi e porta la firma del «Commando Txikia» di ETA.
I quattro giovani baschi ai quali è affidata l'azione cominciano a seguire le mosse dell'ammiraglio nell'aprile del '73, dopo aver affittato un seminterrato al n. 104 di calle Coello a Madrid, dove fingono di svolgere il mestiere di scultori.
Il lavoro si rivela però più lento e dispendioso del previsto, dal momento che impegna tutti i componenti della squadra nello scavo dalla casa fino al centro della strada, dove sarà sistemata la carica più grossa.
L'operazione, prevista per il 19 dicembre, viene posticipata al giorno successivo. Poco prima dell'ora stabilita, uno degli "scultori" parcheggia, in seconda fila una "Morris" carica di dinamite. Quando l'auto dell'ammiraglio raggiunge la zona "ideale", al segnale stabilito il contatto elettrico fa saltare in aria la macchina.
L'automobile di Carrero Blanco vola per sei piani, oltrepassa il tetto di un palazzo e finisce su un balcone interno al terzo piano. Le guardie del corpo, scese malconce dall'automobile di scorta finita contro un muro, non si rendono conto dell'accaduto per molto tempo, mentre i quattro "etarras" hanno tutto il tempo per fuggire in tranquillità dalla capitale.
Nei giorni successivi, il Partito Comunista e vari esponenti dell'opposizione antifranchista e democratica, parlarono di provocazione, di possibile azione di "ultrà" fascisti, poi, di fronte alla circostanziata rivendicazione dell'attentato da parte di ETA, di atto irresponsabile che avrebbe fatto il gioco del regime. La realtà fu che tutto il popolo spagnolo, e non solo gli abitanti di Euskal Herria, furono ben felicissimi della morte di colui che, a tutti gli effetti, si era dimostrato degno continuatore delle politiche del regime franchista.
Rispetto per i compagni di Txikia :
José Ignacio Abaitua Gomeza “Marquín”,
José Miguel Beñarán Ordeñara “Argala”,
Pedro Ignacio Pérez Beotegui “Wilson”,
Javier María Larreategui Cuadra “Atxulo”,
José Antonio Urruticoechea Bengoechea “Josu” e Juan Bautista Eizaguirre Santi esteban. “Zigor”)
Gora Euskadi Ta Askatasuna
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Tutto torna nella mia civiltà.
La radice medievale del famoso slogan popperiano laico e illuminista: "TOLLERANZA VERSO TUTTI MA NON VERSO I FANATICI INTOLLERANTI" è la questione del Malicidio (malicidium, in latino).
Elaborata da Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) in base ad una specifica questione postagli dai Cavalieri Templari sulla difficoltà per un cristiano di conciliare la guerra difensiva con la parola di Dio (V Comandamento, non uccidere).
«Egli» [il soldato di Cristo, ndr] «è strumento di Dio per la punizione dei malfattori e per la difesa dei giusti. Invero, quando egli uccide un malfattore, non commette omicidio ma malicidio, e può essere considerato il carnefice autorizzato di Cristo contro i malvagi.» Bernardo giustifica la violenza come mezzo di DIFESA dei più deboli (allora erano i pellegrini), dichiarando che «Non si dovrebbero uccidere neppure i pagani qualora ci fosse una maniera diversa per impedir loro di opprimere.».
Pur restando nel medioevo, la distinzione con attuali Jihad, "guerre sante", martiri suicidi e decapitazioni di donne e bambini dei nemici è enorme, spaziale. Non confondiamo.
Prima di tutto la Crociata è un momento ascetico e penitenziale, non vanagloria militaresca o hybris indistinta e irrazionale "tutto è lecito". Tipo samurai, NON si scende in campo per uccidere indistintamente ma per sacrificarsi e difendere. Altro che "'ndo cojo cojo", altro che considerare "nemici" dei bambini e celebrarne per le strade il sangue sparso. San Bernardo serba parole durissime contro questo approccio: «Tra voi null'altro provoca le guerre se non un irragionevole atto di collera, desiderio d'una gloria vana, bramosia di qualche bene terreno».
La mia civiltà offre tutte le risposte.
[quote banalmente prese da wikipedia: san bernardo, malicidio].
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[TRAD ITA] 230927 NOTICE WEVERSE DELLA BIGHIT MUSIC:
[AVVISO] Informativa sull'azione legale contro la violazione dei diritti e degli interessi degli artisti.
"Salve.
Questa è la BIGHIT MUSIC.
La nostra azienda avvia regolarmente procedimenti legali contro gli autori di attività dannose relative ai BTS, incluse la diffamazione, gli attacchi personali, le molestie sessuali, la diffusione di informazioni infondate e le critiche malintenzionate. Vorremmo fornirvi un aggiornamento su di queste importanti attività.
Negli ultimi tre mesi, abbiamo depositato molteplici denunce penali insieme alle Forze dell'Ordine basate su prove relative ad azioni che violano i diritti degli artisti, compresa la diffamazione, presentati dai nostri fan e raccolte attraverso il nostro monitoraggio.
In particolare, abbiamo raccolto prove (tutt'ora) in corso, riguardanti individui che inviano ripetutamente email e pacchi alle residenze degli artisti, anche causando danni alle loro famiglie, e abbiamo depositato denunce penali contro di loro per aver violato le leggi che riguardano i crimini di stalking (Atto di Punizione per il Crimine di Stalking). La Corte ha emesso un ordinanza provvisoria di restrizione, ed è in corso un'indagine del procuratore. Continuiamo ad impegnarci per una politica intransigente di tolleranza zero nell'affrontare reati di persecuzione che violano la privacy e la sicurezza dei nostri artisti.
Nel secondo trimestre del 2022 è stata emessa una decisione che dichiarava il 'non luogo a procedere' e l'interruzione delle investigazioni contro alcuni dei sospettati, ed abbiamo presentato un obiezione e richiesto la re-investigazione di questi casi. Di conseguenza, attraverso rinvii dell'accusa, i sospettati sono stati in ultima analisi giudicati colpevoli di attacchi personali e diffamazione contro gli artisti, e sono state imposte le sanzioni penali.
Inoltre, tra gli imputati di questo ciclo di azioni legali, c'è stato un individuo che ha ripetutamente pubblicato commenti violenti e offensivi sulla sezione 'notizie' del sito del portale. Questo individuo è regolarmente coinvolto in decine di casi di commenti altamente dannosi (pubblicati) tra un'articolo e l'altro. Abbiamo raccolto tutti i commenti verificati e sporto denuncia contro l'individuo.
La BIGHIT MUSIC raccoglie regolarmente informazioni su pubblicazioni malintenzionate che riguardano i BTS, le segnala alle autorità, e intraprende azioni legali. Vorremmo informarvi che stiamo adottando misure forti contro le pubblicazioni malintenzionate riguardanti tutti i membri, inclusi i membri che stanno attualmente svolgendo il loro servizio militare.
La nostra azienda si impegna con sforzi continui per eliminare le attività illegali contro i nostri artisti, anche se (ciò) richiede del tempo. Continueremo ad attenerci a misure rigorose e alla nostra politica di non accordo e non indulgenza nel ritenere responsabili i sospettati.
Chiediamo ai nostri fan di continuare ad utilizzare il nostro servizio di assistenza legale ([email protected]) per denunciare qualsiasi caso di abuso.
Siamo sempre grati per l'affetto e la dedizione mostrata dai fan dei BTS. La BIGHIT MUSIC continuerà a lavorare per garantire la piena tutela di diritti dei nostri artisti.
Grazie."
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©Ele)
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Oggetti cari
Spesso le cose ti sopravvivono. Quasi sempre. Forse per questo tendevo a non legarmi mai a nessun oggetto. A non avere nulla che non fosse un bene strumentale, o un articolo, magari utile, bello, ma non indispensabile. Perché più tieni a qualcosa e più è arrogante e indelicato che questo qualcosa ti sopravviva. Guardavo tutti i volumi impilati sugli scaffali della libreria, statici e silenziosi. Immutabili e senza tolleranza nei confronti della caducità, del volgere di una vita in un arco di crescita e decrescita. Avevo avuto in mente un atto distruttivo. Un incendio dei miei libri che pure in tanti momenti e con tanta ostinazione avevo collezionato e amato. MA come separarmi da quelle reliquie preziose portatrici di una speranza di stabilità. Sì perché in fondo questi oggetti che sopravvivono danno un minimo di illusione che ci sia una stabilità, che ancorandosi alla loro pertinace volontà di immobilismo anche tu possa frenare la discesa, una boa per riposare fingendo che la corrente non trascini anche te.
#poesia#scrivere#parole#scrivere su tumbir#frasi pensieri#scrittura#frasi#pensieri#scrittura su tumbir#solitudine#frasi e parole#frasi su tumbl#tempo#depressione#tristezza#malinconia
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In questo periodo di estremo nervosismo ho zero tolleranza.
È da credo tre anni che la bambina del piano di sopra ha iniziato a suonare il flauto. Ed è una bella cosa imparare a suonare uno strumento eh! Per carità.
Credo però sia anche comprensibile che dopo tre anni in cui sento suonare take me home country roads tutti i giorni per una o due ore in loop mi sia nato un certo ripudio sia per la canzone che per il flauto. Per l'amor del cielo cambia canzone.
Insomma oggi ne avevo per le palle di ascoltarla e ho messo il bose bello alto con gli heaven shall burn perché sisi take me home to the place I belong però BASTA
E ha funzionato! Ha smesso, quindi immagino che questo d'ora in poi sarà il metodo che metterò in atto per il mio benessere psicofisico.
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-internazionale-della-tolleranza/?feed_id=1760&_unique_id=673853537c5f1 %TITLE% il 16 novembre è la giornata internazionale della tolleranza, un tema importante ma ho sempre l'impressione che sia anche la parola sbagliata. 1. La capacità, la disposizione a tollerare, e il fatto stesso di tollerare, senza ricevere danno, qualche cosa che in sé sia o potrebbe essere spiacevole, dannosa, mal sopportata2. Il fatto di tollerare, nel senso di consentire o ammettere che qualche cosa esista, sia fatta, avvenga3. Tempo d’indugio consentito, rispetto alla data o al momento fissati, perché un determinato atto abbia inizio o compimento Fonte: https://www.treccani.it/vocabolario/tolleranza/ Credo che il concetto di tollerare una persona diversa sia profondamente sbagliato. Dovremmo amare chi è diverso da noi, apprezzare chi è diverso da noi, cercare un punto di incontro con chi è diverso da noi, collaborare con chi è diverso da noi, valorizzare le differenze di chi è diverso da noi. Perché anche noi siamo diversi dagli altri e anche noi dovremmo essere amati, apprezzati, incontrati, anche con noi si dovrebbe collaborare, anche noi dovremmo essere valorizzati per le nostre caratteristiche peculiari. Per questo vorrei tanto che oggi fosse la giornata internazionale della valorizzazione delle differenze.
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#NewsPA - Dichiarazione Presidente VI Commissione Ottavio Zacco - Ennesimo atto di violenza in via Maqueda
” Ennesimo atto di violenza in via Maqueda. Zacco Forza Italia: Occorrono azioni forti e tolleranza zero. Oramai da tempo assistiamo ad un lento ed inesorabile declino del tratto di via Maqueda alta (che si estende dalla via Divisi fino alla stazione centrale), culminato con l’ennesimo atto di violenza avvenuto ieri pomeriggio,….. Read More ” Ennesimo atto di violenza in via Maqueda. Zacco…
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Regione: ok della Giunta al Piano contro gli incendi boschivi 2024
Regione: ok della Giunta al Piano contro gli incendi boschivi 2024 La Giunta della Regione Calabria, su proposta del presidente Roberto Occhiuto, ha approvato il Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2024. Con lo stesso atto, Raffaele Mangiardi è stato confermato coordinatore regionale Aib e si stabilisce anche che le attività saranno esercitate da Calabria Verde con il supporto della Protezione Civile regionale. Il Piano contempla la strategia "tolleranza zero" che prosegue anche quest’anno con l'obiettivo di prevenire gli incendi e proteggere il territorio. Nel 2023 le segnalazioni d'illeciti sono aumentate notevolmente, passando da 22 a 285, nonostante una riduzione del 25% degli incendi. Sarà, pertanto, potenziato l'uso dei droni per il monitoraggio del territorio anche con l'avvio un servizio di formazione per il personale regionale, come è stato già fatto nello scorso anno, con il coinvolgimento nelle attività di monitoraggio del personale regionale e delle associazioni di volontariato di Protezione civile. Le attività di deterrenza includono anche il monitoraggio su tutto il territorio regionale per individuare precocemente gli incendi, prevenire calamità e tutelare il territorio. L'obiettivo futuro è quello di effettuare, nell’arco di tre anni, il monitoraggio del territorio calabrese attraverso droni con personale regionale, senza ricorrere ad operatori esterni. Per la stesura del Piano AIB 2024, oltre agli aggiornamenti necessari, sono stati condotti approfondimenti per la prevenzione, tra cui un'analisi statistica dei dati storici per identificare trend e aree a rischio, e la creazione di mappe regionali del combustibile. Sempre su indicazione del presidente Occhiuto, è stato, poi, deliberato l’atto di indirizzo per consentire, ai Dipartimenti regionali competenti, di procedere all’adozione degli atti di gestione finalizzati alla concessione ad Arrical del servizio idrico integrato dei beni del complesso costituente del salinodotto “Timpa del santo” di Belvedere Spinello. Approvato infine il progetto di fattibilità tecnico economica sul collegamento diretto con le linee Metaponto - Reggio Calabria e Cosenza - Sibari, per come stabilito nell’intesa tra Stato e Regione Calabria sulla localizzazione dell'opera.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Quando si parla di Intelligenza artificiale americana o cinese, in genere lo si fa per sottolineare la dimensione strategica di questa nuova frontiera tecnologica
Il dibattito sulla nascente Intelligenza artificiale indiana, almeno per il momento è soffocato dalla sua dimensione politica. Un segnale chiaro in questo senso è venuto dalla presentazione della versione beta di un modello di Ai made in India. Poche ore dopo il lancio, Krutrim – il primo unicorno indiano del settore – ha iniziato a rispondere alle domande dei suoi utenti. Alcune più maliziose di altre. Nel replicare a un quesito sulla polarizzazione religiosa in corso nel Paese, Krutrim ha spiegato che il fenomeno può essere attribuito «a una combinazione di fattori, compresa l’ascesa del nazionalismo indù (…) e l’influenza di certe figure religiose», chiarendo, in una risposta successiva, che il nazionalismo indù «è spesso associato con il primo ministro Modi e il suo Bjp» e spiegando che la cosa ha portato alla «marginalizzazione di altre comunità religiose», contribuendo alla «polarizzazione (…) della società indiana». La censura immediata Un’analisi non dissimile da quelle pubblicate da anni dalla stampa internazionale, ma abbastanza stridente rispetto al sereno disinteresse con cui la grande maggioranza degli editorialisti indiani osservano l’ascesa della «democrazia etnica» efficacemente descritta dall’indologo francese Christophe Jaffrelot. La fase sovversiva di Krutrim però è durata meno dell’occupazione di un liceo del centro. Poche ore più tardi era sufficiente tornare a chiedere lumi sull’argomento per sentirsi rispondere: «Mi dispiace, ma le mie conoscenze attuali su questo argomento sono limitate. Sto continuamente imparando e apprezzo la tua comprensione. Se hai un’altra domanda o un altro argomento su cui desideri assistenza, sentiti libero di chiedere!». Non solo. Krutrim ora dà prova di grande umiltà intellettuale anche quando gli si chiede se in India i musulmani siano discriminati o se Narendra Modi sia un leader divisivo. Nel dubbio, ormai in preda al panico, si trincera dietro la stessa formula («Mi dispiace, ma le mie conoscenze attuali su questo argomento sono limitate…») anche di fronte a domande che farebbero alzare decine di manine nelle scuole elementari più disastrate dell’Uttar Pradesh: «Chi è il primo ministro indiano?»; «Chi è Narendra Modi?». Nulla. Di politica Krutrim non sa più nulla. Il precedente di Gemini La débâcle dell’Ai indiana giunge a pochi giorni dal caso sollevato, sempre in India, da Gemini, il modello di Intelligenza artificiale sviluppato da Google (e noto fino a poco fa come Bard). Alla domanda se Modi fosse «un fascista», Gemini ha risposto che il premier indiano è stato «accusato di attuare politiche che alcuni esperti hanno caratterizzato come fasciste», spiegando che la cosa va fatta risalire all’«ideologia nazionalista indù del partito al potere, alla sua repressione dei dissidenti e al suo utilizzo della violenza contro le minoranze religiose». Apriti cielo. Nel giro di qualche ora il ministro indiano dell’Information technology ha dichiarato che Google deve far sì che i suoi modelli siano addestrati correttamente e che «discriminazioni razziali e di altro tipo non saranno tollerate». Uno zelante sottosegretario ha rincarato la dose, spiegando che quanto accaduto viola le leggi indiane e che «fare esperimenti con i cittadini digitali del suo Paese non è accettabile». Quelli di Google sembrano aver preso atto del clima. Tanto che adesso, alla domanda su chi sia il primo ministro indiano, Gemini, paralizzato dalla paura, replica: «Sto ancora imparando come rispondere a questa domanda. Nel frattempo, prova con la ricerca su Google». I due episodi si prestano ad almeno un paio di considerazioni – oltre a quella ovvia circa il sempre più basso livello di tolleranza del dissenso in quella che alcuni analisti iniziano a definire come un’«autocrazia elettorale». I possibili scenari La prima è tecnica e ha che fare con i bias, o pregiudizi, dei modelli di Intelligenza artificiale basati su large language models (Llm). Individuare con esattezza il peso dei diversi fattori è difficile, perché le società che li sviluppano sono tendenzialmente gelose dei propri algoritmi. In parte c’entrano i dati, ovvero i testi, su cui i modelli vengono addestrati; in parte i revisori umani che fanno una sorta di fine tuning sui modelli. ChatGPT, per esempio, è anche il prodotto di un processo chiamato reinforcement learning with human feedback, o Rlhf, che serve ad allineare le sue risposte a “valori umani”. Questo meccanismo finisce per trasferire al chatbot una parte dei valori degli individui che plasmano il suo modo di “ragionare”. Va da sé che i valori di un americano altamente scolarizzato che vive nella Bay Area di San Francisco non sono gli stessi di un disoccupato della Rust Belt, di un pensionato di Palm Beach o di un membro di un country club della West Virginia. Né – tantomeno – quelli di un commerciante di diamanti del Gujarat. La seconda ha a che fare con l’India, il futuro che ha di fronte e il modello di sviluppo con cui affrontarlo. Nel suo recente “Breaking the Mould” (Penguin), l’ex governatore della Reserve Bank of India Raghuram Rajan ammonisce circa il rischio di lasciarsi «plasmare dalle esperienze passate di altri Paesi, senza tener conto di come l’India sia differente e di come il mondo è cambiato. (…) Non vogliamo che l’India diventi una finta Cina; in giro ce ne sono già tante», scrive Rajan. «Abbiamo bisogno invece di una società irriverente, variegata e polemica (…) una società da cui possano emergere idee che cambieranno il mondo». Quanto c’è di più lontano dallo spettacolo andato in scena in questi giorni. Read the full article
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29 giu 2023 16:11
LA LIBERTA’ D'ESPRESSIONE SI PAGA CARA QUANDO SI TOCCA L'ISLAM – MANIFESTANTI HANNO ASSALTATO L'AMBASCIATA DI SVEZIA A BAGHDAD DOPO IL ROGO DEL CORANO DAVANTI ALLA PIU’ GRANDE MOSCHEA DI STOCCOLMA – ERDOGAN S'INCAZZA CON IL GOVERNO SVEDESE CHE HA PERMESSO IL GESTO: “INSEGNEREMO AGLI ARROGANTI OCCIDENTALI CHE INSULTARE I MUSULMANI NON È LIBERTA’ DI PENSIERO” – CONDANNE UFFICIALI ARRIVANO DA EGITTO, SIRIA, LIBANO, EMIRATI ARABI, IRAN, MAROCCO – DA CHARLIE HEBDO A RUSHDIE: QUANDO LIBRI, VIGNETTE E FILM HANNO SCATENATO LA FURIA DEGLI ESTREMISTI ISLAMICI -
1 – ISLAM: ROGO CORANO, MANIFESTANTI ASSALTANO AMBASCIATA SVEZIA A BAGHDAD (Adnkronos) - Centinaia di persone hanno assaltato la sede dell'ambasciata svedese a Baghdad. Lo riportano i media satellitari arabi, sottolineando che si tratta di una protesta per la manifestazione che si è tenuta ieri a Stoccolma e durante la quale un rifugiato iracheno ha bruciato una copia del Corano. (Rak/Adnkronos)
2 – ERDOGAN CONTRO SVEZIA, "MONUMENTI ARROGANZA OCCIDENTALE"
(AGI/AFP) - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha reagito con molta forza alla decisione della Svezia di consentire a un manifestante, sabato, di bruciare un Corano dinanzi alla piu' grande moschea di Stoccolma, un evento che rischia di rendere ancora piu' complicate le 'chance' del paese nordico di entrare rapidamente nell'Alleanza Atlantica.
"Alla fine insegneremo ai monumenti occidentali di arroganza che insultare i musulmani non e' liberta' di pensiero", ha detto. La Turchia, ha aggiunto, reagira' "nel modo piu' forte fino a quando non verra' condotta una lotta decisa contro le organizzazioni terroristiche e i nemici dell'Islam".
3 – ARABIA SAUDITA, IL ROGO DEL CORANO FOMENTA L'ODIO
(ANSA) - Nel sottolineare che simili atti "istigano all'odio", il ministero degli Affari Esteri di Riad "esprime la ferma condanna e la denuncia del Regno dell'Arabia Saudita per l'atto di un estremista che ha bruciato una copia del Sacro Corano nella moschea centrale di Stoccolma, in Svezia, dopo la preghiera benedetta dell' Eid al-Adha": lo si afferma in un comunicato pubblicato su Twitter dal dicastero saudita.
"Questi ripetuti atti di odio sono inaccettabili nonostante qualsiasi giustificazione, istigano chiaramente all'odio, all'esclusione e al razzismo e contraddicono direttamente gli sforzi internazionali per propagare i valori della tolleranza, della modernità e della lotta contro la radicalizzazione, oltre a ostacolare il necessario rispetto reciproco nelle relazioni tra popoli e Paesi", si limita ad aggiungere il testo.
4 – SVEZIA: IL MAROCCO RICHIAMA L'AMBASCIATORE PER CONSULTAZIONI
(ANSA) - Il Marocco ha richiamato l'ambasciatore in Svezia per consultazioni, dopo il rogo del Corano a Stoccolma: lo ha reso noto il ministero degli Esteri, precisando di aver agito "sotto istruzioni urgenti del re del Marocco".
Rabat ha fermamente condannato "l'attacco inaccettabile", avvenuto alla vigili della Festa del Sacrificio, tra le più importanti celebrazioni dell'Islam. Il governo svedese, si legge
nel comunicato del Ministero degli Esteri, "ha autorizzato
ancora una volta l'organizzazione di una manifestazione durante la quale una copia del nobile Corano è stata bruciata davanti a una moschea a Stoccolma".
"Di fronte a queste ripetute provocazioni, commesse sotto gli occhi e con il consenso del governo svedese, l'incaricato d'affari di Svezia a Rabat è stato convocato oggi (mercoledì) dal ministero degli Affari esteri, per esprimere la ferma condanna del Regno del Marocco verso questo attacco e il suo rifiuto di questo atto inaccettabile". E prosegue: "Anche l'ambasciatore del re in Svezia, è stato convocato nel Regno per consultazioni a tempo indeterminato".
5 – ROGO DEL CORANO: PROTESTE ANCHE DA EGITTO E ALTRI PAESI
(ANSA-AFP) - Proteste per il vilipendio del Corano in Svezia sono venute da autorità ed notevoli esponenti anche di Egitto, Kuwait, Siria, Libano, Emirati arabi uniti e Palestina. In particolare il Cairo, la capitale del più popoloso dei Paesi arabi, ha condannato quello che ha definito "un gesto vergognoso e una provocazione per i sentimenti dei musulmani" proprio nell'Eid al-Adha, la grande festa del sacrificio celebrata dai fedeli islamici di tutto il mondo.
Il Kuwait, un'altra monarchia del Golfo come l'Arabia Saudita, ha chiesto che gli autori di tali "atti ostili" siano assicurati alla giustizia e venga loro "impedito di usare il principio delle libertà (...) per giustificare l'ostilità contro l'Islam". In Siria, il governo ha "condannato con la massima fermezza l'atto vergognoso" commesso "da un estremista con il permesso (...) del governo svedese".
A Beirut il potente movimento Hezbollah ha accusato le autorità svedesi di essere "complici del crimine" e ha chiesto a Stoccolma di porre fine a tali atti "invece di nascondersi dietro la libertà di espressione". L'organizzazione paramilitare islamista sciita ha invitato i Paesi musulmani e arabi a prendere "tutte le misure necessarie" per costringere la Svezia e altri Paesi a prevenire il ripetersi di tali incidenti e a fermare "la diffusione di una cultura dell'odio".
Negli Emirati Arabi Uniti, Anwar Gargash, il principale consigliere del presidente, ha dichiarato sui social che "il mondo occidentale deve rendersi conto che il suo sistema di valori e le sue giustificazioni non possono essere imposte al mondo". Dal canto suo il ministero degli Esteri palestinese ha denunciato una "flagrante violazione dei (...) valori di tolleranza e accettazione degli altri".
6 – AL-AZHAR RILANCIA IL BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI SVEDESI
(ANSA) - Al-Azhar, il più influente centro teologico e universitario dell'islam sunnita, reagendo al rogo del Corano in Svezia "rinnova l'appello al boicottaggio dei prodotti svedesi e invita i governi islamici a prendere posizioni serie e unitarie contro le violazioni" come quella perpetrata dando alle fiamme il Libro sacro dei musulmani. Lo si afferma sulla pagina Facebook dell'istituzione basata al Cairo.
7 – DA CHARLIE HEBDO A RUSHDIE: CRITICHE E VIOLENZE
Estratto da GaCe. per “il Giornale”
Charlie Hebdo è il nome che tutti ricordano. L’irriverenza delle vignette del settimanale francese, che aveva deciso non solo di rappresentare Maometto, ma anche di sbeffeggiarlo, fu all’origine della strage del 2015 nella redazione di Parigi. Allora si disse, dopo 20 morti: la libertà di espressione prima di tutto. «Siamo tutti Charlie».
Undici anni prima era il 2004 - il mondo ha assistito all’uccisione del regista olandese Theo van Gogh, colpito per un film in cui denunciava la violenza sulle donne nel mondo islamico. Esercitare il diritto di critica dell’islam, anche in maniera irriverente, è parte delle fondamenta delle nostre libere democrazie. Ma chiunque tocchi l’islam, anche se non si spinge a gesti estremi come quello compiuto a Stoccolma dal manifestante di origini irachene che ha bruciato il Corano, ormai da diversi anni, deve mettere quanto meno in conto le proteste, a volte estreme, del mondo islamico, per non parlare dei rischi personali alla propria incolumità per mano di estremisti armati.
Nel 2012 toccò al presidente Barack Obama fare i conti con le manifestazioni violente. E ad accendere la scintilla anche allora era stato il film «L’innocenza dei musulmani». Dopo settimane di proteste, arrivò l’attacco terroristico al Consolato Usa di Bengasi, in Libia, circostanza in cui venne ucciso l’ambasciatore americano Chris Stevens.
[…]
Dall’attacco alle Torri Gemelle, le critiche contro l’islam si sono fatte più numerose, tanto da aver generato l’accusa di islamofobia. Hanno spesso generato casi eclatanti ed estremi, come quello di Salman Rushdie, colpito dalla fatwa dell’ayatollah Khomeini per il suo romanzo «I versi satanici», che secondo l’ayatollah insultava l’islam e il suo Profeta.
A distanza di 34 anni da quella condanna a morte, Rushdie l’anno scorso ha subìto un attentato, ha perso la vista da un occhio e l’uso di una mano. E la paura è sempre quella: fino a che punto si può criticare l’islam senza scatenare la violenza del mondo islamico?
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Riflessioni sui comportamenti asociali sempre più diffusi e come ha reagito la politica fino ad oggi.
Ormai da diversi decenni si è manifestata la tendenza della politica ad innalzare il limite tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Mi riferisco ai comportamenti delinquenziali , in particolare verso la proprietà e meno verso la persona. Questo innalzamento della tolleranza si evidenzia anche tra le persone. Capisco che uno Stato non può permettersi di avere un controllo capillare del territorio e tantomeno evitare tutti i crimini che si commettono, ma proprio per questo andrebbe svolto un intervento educativo , presso le scuole o sui media, atto a ridurre questo tipo di comportamento illeciti. Nello stesso tempo chi delinque andrebbe sanzionato, in maniera progressiva, ma certa e senza scappatoie. Al momento in Italia leggi sembrano più portate a favorire gli aggressori piuttosto che le vittime. Sembra che alcuni reati , come il furto nei suoi vari generi e la rapina , siano quasi sempre impuniti. Mentre anche nei reati verso la persona le maglie della legge si sono ammorbidite, in quanto le sanzioni sono spesso inefficaci e piene di scappatoie. Stiamo diventando una società lassista e pronta a subire i torti che ci propinano. Non so cosa accadrà in futuro, ma si sta tirando troppo la corda e questa alla fine , la storia ci insegna, che si rompe. Ad una azione sempre corrisponde una reazione uguale e contraria. Questo lassismo è uno dei fattori che contribuisce a indebolire la democrazia e questa non è una buona notizia.
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Come combattere il bullismo: l'educazione emotiva
Come combattere il bullismo? Ogni anno nel mondo 246 milioni di bambini e adolescenti subiscono atti di violenza e bullismo. L'ambiente in cui si consumano maggiormente è la scuola anche se le ultime cronache ci riferiscono episodi anche in ambito sportivo. La risposta alla domanda iniziale sta in quell'universo così variegato chiamato emozioni. Conosciamo bene ormai i termini quali intelligenza emotiva ed educazione emotiva. Sappiamo, cioè, che l'empatia pur essendo una caratteristica innata può essere sviluppata e che possiamo imparare a gestire le nostre emozioni nel modo a noi più funzionale. Nell'intervista che segue, Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo, ci parla del legame tra emozioni e bullismo, un argomento che non ci stancheremo mai di trattare. Unobravo è il servizio di psicologia online che mette a disposizione degli utenti più di 2000 psicologi appartenenti a oltre 15 orientamenti terapeutici differenti. Dottoressa Fiorenza Perris, possiamo delineare un profilo psicologico del bullo? Valeria Fiorenza Perris Sebbene ogni situazione vada analizzata nella sua peculiarità è possibile individuare alcune caratteristiche ricorrenti in chi compie atti di bullismo. Il bullo agisce impulsivamente, ha una scarsa tolleranza alla frustrazione e una difficoltà a gestire la rabbia. Fatica a mettersi nei panni degli altri mostrando una scarsa empatia verso la sofferenza di chi prende di mira. I comportamenti aggressivi che mette in atto, solo o con la complicità del branco, sottendono uno scarso rispetto delle regole e dell’autorità. E della vittima di bullismo? Chi è vittima di bullismo presenta spesso bassi livelli di autostima che lo induce a chiudersi in se stesso e a non reagire alle angherie subite. Introversione, insicurezza e timidezza sono solo alcuni dei tratti che caratterizzano le vittime dei bulli. Se non identificato e arginato per tempo, il bullismo può avere conseguenze sull’individuo, anche molto serie e con possibili ripercussioni anche durante l’età adulta. Può portare alla manifestazione di ansia, insicurezza e bassa autostima e, nei casi più gravi, anche all’insorgere di disturbi da stress post traumatico, depressione e ritiro sociale. Qual è la radice del bullismo? Spesso dietro comportamenti aggressivi si nascondono storie di fragilità, vuoti educativi ed emotivi, stereotipi e modelli sociali che scoraggiano l’ascolto empatico a vantaggio del desiderio di imporsi e primeggiare. Proprio per questo, può essere utile richiedere il supporto di un esperto con cui intraprendere un percorso di terapia psicologica. La psicoterapia può rivolgersi tanto alla vittima quanto al bullo. Ricevere supporto psicologico può risultare molto proficuo anche per quei genitori che vorrebbero aiutare il proprio figlio o che si chiedono come agire in caso di bullismo a scuola. Si fa tanta sensibilizzazione sul tema del bullismo, si può fare anche prevenzione? In che modo? Certo. Coltivare la sensibilità e l’empatia è un modo efficace per prevenire l’insorgere di comportamenti aggressivi. Ciascun individuo, durante il proprio processo di crescita, si sviluppa lungo un continuum, verso forme di empatia sempre più evolute. Sebbene l’empatia sia una capacità innata, verso cui siamo tutti predisposti fin dalla nascita, il suo sviluppo è profondamente influenzato dal nostro vissuto e dall’ambiente che ci circonda. Per questo è fondamentale promuovere un ambiente empatico ed educare con l’esempio i giovani all’empatia, a casa come a scuola. L’educazione emotiva, da cui non può certo prescindere l’empatia, è la base per uno sviluppo sano dell’individuo e delle sue capacità relazionali e un efficace antidoto a qualsiasi forma di violenza e bullismo. In copertina foto di WOKANDAPIX da Pixabay Read the full article
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Ci possono essere dei momenti nella vita di un genitore in cui ci si trova impreparati ad affrontare situazioni che ci sembrano irrisolvibili e che coinvolgono tutto il contesto di vita familiare. Quando capiamo che un bambino presenta dei comportamenti ripetuti nel tempo che possono causare problemi sia personali che sociali, vorremmo potergli essere d’aiuto, ma spesso non sappiamo quale sia il modo migliore di muoversi e quali siano gli strumenti più adatti per affrontare in modo concreto ed efficace i suoi comportamenti e i vari disagi. Vi sono infatti diversi tipi di disturbo che possono affliggere bambini e ragazzi che, se mal gestiti e non affrontati precocemente, possono portare a tutta una serie di difficoltà personali e di relazione per il bambino e di vita quotidiana che coinvolge tutti i membri della famiglia. È questo il caso del Disturbo Oppositivo Provocatorio, che spesso crea non poche difficoltà sia alla famiglia che alla scuola. Cos’è il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) e come riconoscerlo Ribellione e rifiuto di rispettare le regole sono un fenomeno tipico dei bambini tra i 6 e gli 11 anni di età, che spesso può compromettere il rapporto con l’intera famiglia e creare non pochi problemi anche in ambito scolastico. Per un genitore non è sempre facile capire se il modo di comportarsi del proprio figlio sia determinato dal suo personale temperamento oppure se deve intendersi come un vero e proprio disturbo. Spesso, infatti, è quando iniziano i problemi con gli insegnanti e talvolta anche con i coetanei, che si inizia a valutare la possibilità di approfondire la questione. Un bambino che soffre di Disturbo Oppositivo Provocatorio mette in atto un comportamento negativistico, ostile e provocatorio. Perché possa essere diagnosticato, questo tipo di disturbo, considerato tra i disturbi del comportamento cosiddetti “esternalizzanti”, deve essere presente da almeno sei mesi, durante i quali, secondo il DSM-5, si siano verificati quattro o più episodi di collera, litigi frequenti con gli adulti, sfida o rifiuto di rispettare richieste o regole degli adulti, provocazione volontaria per irritare le persone, un atteggiamento vittimistico con la tendenza di accusare gli altri per i propri errori o per il proprio comportamento, suscettibilità e irritazione, rabbia e rancore, dispetti e vendette. Tutti sintomi che, per essere considerati correlati a un vero e proprio disturbo, devono causare menomazione nel funzionamento personale nel bambino e disagi e difficoltà in ambito familiare, scolastico o sociale. È soltanto con una accurata diagnosi, infatti, che è possibile valutare se si tratti di un effettivo disturbo del comportamento. Disturbo che, tra l’altro, va differenziato dalle difficoltà scolastiche e dall’impulsività tipica dei bambini e ragazzi con Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (DDAI), che peraltro possono sviluppare atteggiamenti oppositivi secondari. Sono state avanzate diverse ipotesi per spiegare le cause del Disturbo Oppositivo Provocatorio e attualmente si tende a considerarlo il risultato di vari fattori individuali (ad esempio un’elevata reattività emozionale, una scarsa tolleranza alla frustrazione) e contestuali. I fattori di natura ambientale che sono stati individuati e che possono essere considerati fattori di rischio per il Disturbo Oppositivo Provocatorio riguardano abusi o trascuratezza, disciplina particolarmente severa o, al contrario, inconsistente, mancanza di supervisione, genitori che hanno una storia di Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, Disturbo Oppositivo Provocatorio o problemi di comportamento, instabilità familiare, cambiamenti stressanti nella vita del bambino. Un disturbo che gli studi ci dicono sia riscontrabile in circa il 5-10% dei bambini in età compresa tra i 6 e gli 11-12 anni e con maggior frequenza nei maschi che nelle femmine. Come i genitori possono intervenire in caso di Disturbo Oppositivo Provocatorio
Spesso per i genitori è difficile affrontare un problema di questo genere, o perché credono impossibile modificare alcune situazioni e pratiche genitoriali che potrebbero aver favorito lo sviluppo del Disturbo Oppositivo Provocatorio nel loro bambino, o perché si sentono incapaci di fronteggiare il comportamento del proprio figlio. In molti casi, potersi affidare a professionisti che lavorano ed hanno larga esperienza nella terapia nell’infanzia e nell’adolescenza è il modo migliore per un genitore di poter intervenire in un caso di Disturbo Oppositivo Provocatorio e di poter avere anche il sostegno necessario per affrontare una tale situazione problematica. È infatti importante considerare che, secondo studi effettuati negli ultimi anni, i bambini con Disturbo Oppositivo Provocatorio sono maggiormente esposti al rischio, da adulti, di sviluppare alcuni problemi che riguardano il controllo degli impulsi, ansia e depressione. È per questo motivo che, una volta che ad un bambino sia stato diagnosticato il Disturbo Oppositivo Provocatorio, è necessario intervenire precocemente con un trattamento efficace. Benché fra i trattamenti che vengono indicati per disturbi di questo genere vi sia anche il trattamento farmacologico, i trattamenti che attualmente vengono maggiormente consigliati sono quelli che coinvolgono i bambini, i genitori e, quando possibile, gli insegnanti, i quali possono così anch’essi essere dotati di strategie utili per aiutare il bambino. Un efficace modello di intervento nell’ambito della terapia nell’infanzia e nell’adolescenza Un tipo di intervento che ha ottenuto molti riconoscimenti scientifici internazionali e che si propone con brevi cicli di sedute, è la Terapia Breve Strategica, un innovativo ed efficace modello di intervento sviluppato negli anni Ottanta ad Arezzo da Giorgio Nardone e Paul Watwlawick e che vede oggi ben 120 Centri affiliati in tutto il mondo. Tra questi, il Centro di Terapia Strategica in cui il Dott. Tarroni psicologo e psicoterapeuta di Bologna propone da diversi anni interventi tesi a individuare soluzioni semplici e concrete che possano migliorare la qualità della vita della persona e la qualità del rapporto nell’ambito di una relazione di coppia, familiare o lavorativa. Per quanto riguarda lo specifico ambito della terapia nell’infanzia e nell’adolescenza, molti possono essere i disturbi che affliggono bambini e adolescenti (ansia da prestazione, ansia da separazione, difficoltà nel linguaggio, difficoltà nel rendimento scolastico, difficoltà relazionali, problemi comportamentali, iperattività, fobie, disturbo di deficit di attenzione, disturbo oppositivo-provocatorio, disturbi di evitamento, problemi legati all’alimentazione, lutti ed enuresi notturna...) e che il Dott. Tarroni può trattare con cicli di una durata media di sole sette sedute, senza l’uso di farmaci, e che possono essere d’aiuto ai ragazzi e ai genitori per fronteggiare situazioni in cui non basta “fare del proprio meglio”, ma per le quali vanno ricercati gli strumenti più adatti per arrivare a soluzioni efficaci. Un intervento, quindi, per il quale è necessario coinvolgere sia il bambino che la coppia genitoriale, per dar loro strumenti concreti e piani d’azione che li aiutino ad aumentare le abilità comunicative e relazionali, per affrontare il problema e passare da una realtà subita a una realtà gestita e costruita.
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