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Oney Tapia: Un Campione Paralimpico dell’Atletica Italiana
Oney Tapia è uno degli atleti paralimpici più rappresentativi dell’atletica italiana. Nato a L’Avana, Cuba, il 27 febbraio 1976, Tapia ha trovato nell’Italia la sua seconda casa e il luogo in cui ha costruito la sua straordinaria carriera sportiva. Specializzato nel lancio del disco e nel getto del peso, l’atleta ha raggiunto traguardi prestigiosi a livello internazionale, diventando un simbolo di determinazione e successo nell’atletica paralimpica.

Dalla Passione per il Baseball all’Atletica Paralimpica
Prima di emergere nell’atletica, Oney Tapia era un promettente giocatore di baseball. Trasferitosi in Italia nel 2002, ha militato come lanciatore in squadre come l’Old Rags Lodi e il Montorio Veronese. La sua carriera sportiva, tuttavia, ha subito una svolta drastica nel 2011, quando un grave incidente sul lavoro gli ha causato la perdita della vista. Questo evento avrebbe potuto segnare la fine della sua attività sportiva, ma Tapia ha trovato la forza di reinventarsi, avvicinandosi prima a discipline come il goalball e il torball e poi all’atletica leggera paralimpica.
I Primi Successi nell’Atletica
Nel 2013, Tapia si è affacciato per la prima volta al mondo dell’atletica, dimostrando subito un talento straordinario nel lancio del disco e nel getto del peso. Lo stesso anno ha stabilito il record nazionale italiano nel lancio del disco nella categoria F11 con 30,99 metri. Solo due anni dopo, nel 2015, ha raggiunto il vertice del ranking mondiale con un lancio di 40,26 metri durante i campionati italiani di Cernusco sul Naviglio.
Grazie a questi risultati, Tapia è entrato a far parte della nazionale italiana di atletica, partecipando ai Mondiali paralimpici di Doha nel 2015, dove si è classificato tredicesimo. Il vero exploit è arrivato nel 2016, con la vittoria della medaglia d’oro nel lancio del disco agli Europei paralimpici di Grosseto e la conquista della medaglia d’argento ai Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro.
Il Consolidamento nel Mondo dell’Atletica
Nel 2018, Tapia ha confermato il suo dominio nell’atletica paralimpica vincendo due medaglie d’oro agli Europei di Berlino, una nel getto del peso e una nel lancio del disco, stabilendo anche un nuovo record mondiale con la misura di 46,07 metri. Questo successo lo ha consacrato come uno dei migliori atleti paralimpici al mondo.
L’anno successivo, ai Mondiali paralimpici di Dubai, ha ottenuto un’altra prestigiosa medaglia d’argento nel lancio del disco F11. Il percorso di crescita dell’atleta è proseguito con le Paralimpiadi di Tokyo 2021, dove ha conquistato due medaglie di bronzo: una nel getto del peso (con il suo miglior risultato personale di 13,60 metri) e una nel lancio del disco.
L’Apice della Carriera: Il Trionfo ai Mondiali e alle Paralimpiadi di Parigi 2024
Nel 2024, Tapia ha raggiunto l’apice della sua carriera sportiva nell’atletica paralimpica. Ai Mondiali di Kobe ha vinto il suo primo oro iridato nel lancio del disco F11 con la misura di 42,72 metri, guadagnandosi la qualificazione per i Giochi Paralimpici di Parigi. Qui, ha coronato il sogno di una vita, vincendo la sua prima medaglia d’oro paralimpica nel lancio del disco, con una prestazione di 41,92 metri.
Un Atleta Esemplare per il Mondo dell’Atletica
Oney Tapia non è solo un campione dell’atletica, ma anche un esempio di resilienza e determinazione. La sua storia ha ispirato molti, dimostrando come la forza di volontà possa superare ogni ostacolo. Il suo talento e la sua dedizione gli sono valsi non solo numerosi titoli sportivi, ma anche il riconoscimento ufficiale dello Stato Italiano: nel 2016, Tapia è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Il Futuro di Oney Tapia nell’Atletica
Con una carriera ricca di successi e un futuro ancora tutto da scrivere, Oney Tapia continua a rappresentare un punto di riferimento per l’atletica paralimpica italiana. Il suo impegno costante lo rende un atleta di spicco e un modello per le nuove generazioni di sportivi. Con le Paralimpiadi di Parigi che hanno consacrato il suo talento, il mondo dell’atletica attende con curiosità le sue prossime sfide e traguardi.
Grazie alla sua determinazione, il suo spirito combattivo e i suoi successi, Oney Tapia rimane una delle figure più iconiche dell’atletica paralimpica italiana e internazionale.
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Speciale Sanremo su Tg2-Storie
Con la copertina dedicata al Festival di Sanremo si apre Storie, la rubrica del Tg2, dedicata interamente all’evento. Ospiti in studio con Adriana Pannitteri, Dario Salvatori, critico musicale al suo 49/esimo Festival e Annalisa Minetti, cantautrice e atleta paralimpica. source
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io credo che certe volte il cervello delle persone incontri un ostacolo, come un muro. Il ragionamento fa A, B, C e poi basta, non riesce a fare D. Altrimenti non si spiega come cavolo si faccia a pensare di dare un orologio da polso alla premiazione di una gara ciclistica paralimpica dove partecipano persone senza braccia
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Chiacchierando con Martina Caironi campionessa paralimpica
Chiacchierando con Martina Caironi campionessa paralimpica
Per la rubrica #ChiacchierandoconItaliAccessibile, ospite di Sabrina Longi la pluricampionessa di atletica leggera paralimpica, Martina Caironi.#atleticaleggera #paralimpica #Fispes Martina Caironi è un’atleta paralimpica italiana, vincitrice di due medaglie d’oro e un argento ai Giochi paralimpici 2012 a Londra nei 100 m piani. Mentre nel 2013 ai Mondiali paralimpici di Lione ottiene due ori,…

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#atleta paralimpica#Atletica leggera paralimpica#Chiacchierando con ItaliAccessibile#giochi paralimpici#interviste#italiaccessibile#matina caironi#sabrina lingi#sport disabile
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La atleta pretendía ser la primera parapléjica y la mujer de mayor edad en atravesar sola ese océano El cuerpo de la remera paralímpica estadounidense Angela Madsen, de 60 años, ha sido encontrado sin vida a bordo del bote en el que partió hace dos meses en su intento de cruzar en solitario el océano Pacífico. Para más información de esta noticia u otras destacadas, haz clik en el enlace que aparece en nuestra biografía 👉🏻 @unionmundo 👈🏻 Nos gustaría leer tu opinión en los comentarios. ⬇️ ⬇️ ⬇️ ⬇️ #paralimpica #atleta https://www.instagram.com/p/CB4fpR1BJG-/?igshid=ievsfjj2p4eh
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Quella di Oney Tapia è una storia che merita davvero di essere raccontata. Cubano di nascita, una grande passione per lo sport nazionale, il baseball. Poi l’arrivo in Italia, nel 2002, a 26 anni, a un’età in cui la carriera di un atleta è all’apice. Per lui, quella vera, non è ancora neanche all’orizzonte. Gioca professionalmente a baseball, poi a rugby. Solo che non basta per sbarcare il lunario, così Oney trova lavoro come giardiniere. È il 25 maggio del 2011 quando un enorme tronco, piegato dal taglio, gli crolla sul viso, all’altezza degli occhi, provocandogli lo scoppio dei bulbi oculari. La diagnosi dei medici è impietosa: “Mi dissero che non avrei più visto.” “All'inizio ridevo quando mi spiegavano quante cose possono fare i non vedenti, non mi sembrava possibile” racconterà un giorno, “anche perché quello era stato un mondo a me totalmente estraneo fino a quel momento. E invece ho scoperto che era vero.” Abbandona baseball e rugby e si dà all’atletica paralimpica, specialità lancio del disco. Ed è un successo dietro l’altro. Primatista italiano nel 2013, argento a Rio 2016, campione europeo nel 2018 con tanto di record del mondo. Infine - è notizia di queste ore - lo storico bronzo a Tokyo nel getto del peso a 45 anni compiuti. Nel frattempo si è tolto pure la soddisfazione di vincere l’edizione 2017 di “Ballando con le stelle”, esibendosi in una salsa da brividi insieme alla maestra Veera Kinnunen bendata. “Sinceramente non farei a cambio con uno che ci vede” dice lui. “Questa esperienza mi sta arricchendo.” Insieme a Bebe Vio, Oney Tapia è il simbolo di questa Paralimpiadi da record. L’Italia da cui - specie in questi tempi di indecenza morale - imparare a vivere. Lorenzo Tosa
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Fare come i razzisti, ma al contrario È una storia che va raccontata quella dell’aggressione a Beatrice Ion, atleta della nazionale italiana paralimpica di basket e di origine rumena.
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Riconoscimento per meriti sportivi ad Atleti paralimpici
Riconoscimento per meriti sportivi ad Atleti paralimpici
L’allenatrice e atleta Biolcati ha portato nello scorso weekend 18-20 novembre 2022 tre atleti ai loro primi Campionati Italiani Nuoto Pinnato paralimpico “Trofeo ori e valori” e due ai campionati Interregionali Finp Fisdir di Lignano Sabbiadoro. La neo squadra paralimpica, composta da 4 atleti, ha disputato 34 gare totali in due giorni, ottenendo l’inaspettato risultato di 20 ori 13 argenti e 1…

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FvgTech #151 - Katia Aere e Gloria Clama con Gabriele Gobbo
FvgTech #151 – Katia Aere e Gloria Clama con Gabriele Gobbo
In questa puntata speciale Gabriele Gobbo ospita nel suo gobboverso Katia Aere e Gloria Clama, per intervistarle su digital e social network. In collaborazione con CNA FVG, con un ringraziamento a Massimiliano Petri. (l’audio è ambientale, ci scusiamo per la qualità a tratti non limpida) KATIA AERE, ATLETA PARALIMPICA. Dal 2003 una malattia autoimmune le distrugge la muscolatura. Nel 2012 sfida…

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Giusy Versace aderisce ad Azione
Giusy Versace aderisce ad Azione
Giusy Versace aderisce ad Azione<img src="” title=”Giusy Versace aderisce ad Azione” />La parlamentare eletta con Forza Italia ed atleta paralimpica Giusy Versace ha aderito ad Azione, il partito di Carlo calendaRead MoreDirettaToday

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Campionessa paralimpica, 'discriminata dallo sciopero dei treni'
“Non ho potuto prendere il treno alla stazione Mediopadana perché il servizio per aiutare i disabili nella salita e nella discesa era in sciopero. Però per i normodotati il viaggio era garantito”. Una storia di discriminazione quella che denuncia dalle pagine del Resto del Carlino di Reggio Emilia, Ana Maria Vitelaru, 40enne atleta paralimpica della Nazionale italiana e campionessa di…
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26 lug 2022 08:43 UN UOMO SOLO ALLO SBANDO - PER BERLUSCONI I SUOI PARLAMENTARI NON CONTANO UN CAZZO - NEL SUO PARTITO PADRONALE CONTA IL LEADER E LE USCITE DI DISSIDENTI, DA GELMINI E BRUNETTA FINO A VERSACE E BARONI, NON HANNO EFFETTO - SORGI: “BERLUSCONI IN ALTRE PAROLE PENSA CHE ANCHE IL CALO DI CONSENSI SUBITO DA FORZA ITALIA, RIDOTTA ANCHE NEI SONDAGGI AL DI SOTTO DEL 10%, SIA DIPESO DAL SUO FORZATO ALLONTANAMENTO DALLA SCENA POLITICA. CHE UN SUO RITORNO POSSA CAMBIARE LE COSE. E CHE LA GENTE NON ASPETTI CHE RIVEDERE 'BERLUSCONI PRESIDENTE'. CONVINTO LUI...”
Marcello Sorgi per “la Stampa”
L'uscita di altre due deputate - l'ex-atleta paralimpica Giusy Versace e Annalisa Baroni - oltre all'assessore regionale alla Casa della giunta lombarda Alessandro Mattinzoli, dopo l'addio dei tre ministri di Forza Italia, aggrava la crisi di identità del partito, un problema che, come s' è visto, né Berlusconi né le persone a lui vicine intendono riconoscere e affrontare.
Le due deputate e l'assessore pongono infatti la questione della svolta che ha portato il Cavaliere, nel giro di mezza giornata, a schierarsi con Salvini nel dare il benservito a Draghi, rinunciando al tradizionale ruolo di moderazione avuto da Forza Italia nel centrodestra.
Dei tre, soprattutto Versace ha reagito anche al modo in cui sono stati trattati i ministri, dal «riposino in pace» di Berlusconi all'accenno alla statura di Brunetta della sua compagna, Marta Fascina. In un partito normale e non "personale", come ormai sono quasi tutte le forze politiche, tolto forse il Pd, i punti sollevati da Versace, Baroni e Mattinzoli sarebbero degni di discussione.
Tra l'altro i tre sono esponenti, non certo di secondo piano (un assessore regionale oggi vale anche più di due deputate) del partito lombardo pazientemente costruito da Gelmini, quando ne era coordinatrice, prima di essere sostituita da Ronzulli, nella convinzione, appunto che i consensi, specialmente al Nord, dove Forza Italia da tempo ha seri problemi, vadano cercati con un'organizzazione ramificata nel territorio, e non solo con il carisma del leader.
Peraltro, nel caso del Cavaliere, piuttosto ammaccato di salute. Ma questo genere di ragionamenti, si sa, non sono mai piaciuti a Berlusconi. Contrario da sempre alla «democrazia interna», refrattario a qualsiasi contestazione che venga dal basso e sicuro che solo un'emanazione diretta dall'alto della sua volontà possa mantenere l'indispensabile rapporto diretto tra il leader e la sua gente.
Berlusconi in altre parole pensa che anche il calo di consensi subito da Forza Italia, ridotta anche nei sondaggi abbondantemente al di sotto del dieci per cento, sia dipeso dal suo forzato allontanamento dalla scena politica quotidiana. Che un suo ritorno possa cambiare le cose. E che in sostanza la gente non aspetti altro che rivedere «Berlusconi presidente». Convinto lui.
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Chiacchierando con Assunta Legnante campionessa paralimpica
Chiacchierando con Assunta Legnante campionessa paralimpica
Chiacchierando con Assunta Legnante campionessa paralimpica. Intervista di Sabrina Longi Assunta Legnante (è una pesista italiana, campionessa europea indoor nel 2007, primatista nazionale assoluta (sia outdoor che indoor) con la misura di 19,20 m, nonché campionessa paralimpica e detentrice del record mondiale di categoria con 17,32 m.

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#Assunta Legnante#atleta paralimpica#Chiacchierando con ItaliAccessibile#interviste su facebook#Paralimpiadi#Sabrina Longi
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A Gela in 15 anni sono nati 450 bambini malformati. Ma sulle loro vite è calato il silenzio Gela. Orazio osserva ma non vede. Non parla ma agita le mani per esprimere la sua felicità o la sua tristezza improvvisa, seduto in braccio alla mamma su una panchina di un distributore di benzina che qui, nella Gela urbanizzata senza regole, è diventato un po’ tutto: luogo di ritrovo per i ragazzini all’ora dell’aperitivo, svago per le famiglie grazie alle giostrine sul prato finto, fermata per i tir che percorrono il Sud più a Sud d’Italia, da Ragusa verso Agrigento. La mamma, Giovanna Gastrucci, lo tiene stretto appoggiato sul suo fianco nonostante il peso, da lontano svettano ancora le due torri ormai senza fumo della grande raffineria dell’Eni, da tempo chiusa e in fase di riconversione. Orazio ha sei anni, è nato con una cecità quasi totale e la spina bifida. Le sue emozioni profonde le capisci dagli occhi nerissimi che dicono più di mille parole. «Mio figlio, tra i bambini di Gela con malformazioni, è uno dei più gravi. Quando è nato, un ginecologo mi aveva proposto addirittura di abbandonarlo in un centro dopo aver saputo della malformazione, ma io non ci ho pensato un attimo. È mio figlio, non lo abbandonerò mai, anche se a Gela sono stata io ad essere abbandonata da tutti. Non ci sono centri di recupero, istituti dove fare terapie, nulla di nulla. Anche una sua cuginetta ha la stessa malformazione, anzi forse più grave». «E una parente di mio marito ha un problema molto serio», aggiunge la cognata di Giovanna, seduta accanto a lei su questa panchina che dà su cinque colorate pompe di benzina. Di famiglia in famiglia, di parente in parente, di voce in voce, a Gela tanti hanno un legame più o meno diretto con qualche caso di bambino nato malformato dagli anni Novanta ad oggi. Questo angolo di Sicilia adagiato verso il mare che guarda dritto all’Africa ha tra le percentuali più alte d’Italia e d’Europa per malformazioni congenite. Qui nell’arco di meno di quindici anni sono nati almeno 450 bambini malformati, uno ogni 166 abitanti. Un numero enorme, se si pensa che a Taranto, una delle aree più inquinate, in rapporto alla popolazione ne sono nati due volte di meno, uno ogni 331 abitanti. Cifre comunque approssimative perché da queste parti non c’è stato mai un monitoraggio costante delle malformazioni e un controllo capillare delle nascite nelle famiglie che vivono a Gela (...) Ma quando li abbiamo contati, ed è accaduto soltanto una volta, i casi erano abnormi, troppo alti rispetto ad altre parti del Paese e dell’Europa», dice Sebastiano Bianca, genetista dell’ospedale Garibaldi di Catania incaricato nel 2012 dalla procura gelese di fare uno studio sulle malformazioni neonatali. Una ricerca che come le altre sull’inquinamento di questa città si è fermata all’ingresso dei cancelli dell’Eni: uno sbarramento che la procura di Gela non ha potuto mai oltrepassare, perché nei tanti processi, conclusi o in itinere, ancora non si è arrivati a dimostrare un nesso causale tra la grande raffineria che dagli anni Sessanta ha portato lavoro, fumi e mercurio, e i casi di tumori e malformazioni. Il professore Bianca nel 2015 consegnò una perizia, pubblicata allora in esclusiva dall’Espresso, che analizzava dodici casi di malformazioni e li legava l’inquinamento della raffineria. Si legge in quella perizia: «Il collegio della commissione tecnica… ritiene che la possibilità che la spina bifida di Kimberly Scudera (atleta paralimpica, ndr) sia stata favorita dalla presenza nell’ambiente di sostanze chimiche prodotte dal polo industriale sia del tutto concreta». Dopo questo scoop dell’Espresso su Gela è calato il silenzio. L’Eni si difende ribadendo che «nel giugno 2018 il Tribunale ha emesso una sentenza di merito con la quale ha escluso, anche solo ai fini civili, l’esistenza di un nesso di causa tra il presunto inquinamento di origine industriale e un caso di malformazione neonatale». A breve si concluderà invece un secondo processo civile che vede cento famiglie chiedere un risarcimento da 80 milioni all’Eni, tutte difese dall’avvocato Luigi Fontanella. Dal Palazzo di Giustizia fanno osservare che a differenza di Priolo, dove l’Eni con una sua controllata ha riconosciuto un ristoro da 11 milioni ad alcune famiglie con bambini malformati ma senza arrivare ad un processo, a Gela il cane a sei zampe ha risarcito soltanto un’azienda per inquinamento, la Lucauto, che ha incassato oltre un milione di euro: si tratta di una concessionaria di auto con sede accanto allo stabilimento, appena sequestrata perché appartenente ad imprenditori che per la Dda di Caltanissetta avrebbero riciclato i soldi del clan mafioso dei Rinzivillo. Alla mafia, insomma, qualcosa sarebbe arrivato per l’inquinamento della raffineria. (...) Di Gela non parla più nessuno. Tranne qualche testimone, come il ginecologo Michele Curto, in servizio all’ospedale fino al 2015, che con le sue mani ha fatto nascere centinaia di bambini e tanti malformati: «Ricordo bene cosa accadde in particolare in alcuni anni, tra il 1993 e il 1998. Ci arrivavano decine di donne con gravidanze difficili, allora non c’erano molte strumentazioni per diagnosi complesse prenatali, e così tanti bambini nascevano con malformazioni molto gravi. Quello che mi ha sempre colpito è stata la vastità della tipologia di malformazioni, che non aveva riscontro in altre aree d’Italia. Quando sono andato in pensione ho cercato di ricostruire dei dati, ma non ho trovato più le cartelle cliniche e le nostre segnalazioni: alcune erano in un deposito e mi hanno detto che sono state rosicchiate dai topi». (...) Nel suo studio in via Benedetto Croce, nel groviglio di case a due passi dall’ospedale (a Gela un piano regolatore c’è, ma solo sulla carta) Antonio Rinciani, pediatra che sulle sue t-shirt si fa stampare i personaggi dei cartoni per far sorridere i bambini, ha uno sguardo malinconico: «In questa città non cambierà nulla, anche a causa di una classe politica che non ha voluto cambiare le cose. È la cosiddetta schiavitù del bisogno: il lavoro viene prima della salute». Il pediatra nei suoi quasi trent’anni di professione ha visitato centinaia di bambini con problemi e ha cercato di capirne di più, trovandosi però davanti fin da subito un muro di gomma: «Un feto a Gela può essere esposto a circa 200 sostanze chimiche e questo ha numerosi effetti sulle donne in gravidanza. Qui è calato il silenzio. La raffineria è chiusa e in riconversione, la speranza è che torni a dare lavoro, la certezza è che nessuno crede a un futuro migliore. L’ex sindaco Rosario Crocetta sul lungomare fece appendere una targa con una frase di Quasimodo: «Sulla sabbia di Gela colore della paglia mi stendevo fanciullo in riva al mare, antico di Grecia con molti sogni, nei pugni, stretti nel petto». La sabbia è tornata gialla, da quando il petrolchimico ha chiuso i battenti. I sogni, quelli, sono svaniti per sempre. di Antonio Fraschilla e Alan David Scifo
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Salvetti premia Giulia Aringhieri campionessa nazionale di Sitting Volley e atleta paralimpica
Il sindaco Luca Salvetti ha donato una pergamena di riconoscimento a Giulia Aringhieri campionessa nazionale di Sitting Volley e atleta paralimpica Livorno, 12 gennaio 2022 Si è svolta a Palazzo Comunale la cerimonia di consegna di una pergamena di riconoscimento a Giulia Aringhieri, campionessa nazionale di Sitting Volley e atleta paralimpica. Da due anni l’Amministrazione Comunale premia gli…

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Amalia Pérez “levanta” el corazón de todos los chihuahuenses con su conferencia “Impacto en el deporte a través de un atleta tetracampeona paralímpica”. https://elpuntero.com.mx/inicio/2022/01/07/amalia-perez-levanta-el-corazon-de-todos-los-chihuahuenses-con-su-conferencia-impacto-en-el-deporte-a-traves-de-un-atleta-tetracampeona-paralimpica/ https://www.instagram.com/p/CYcc0ILPEdp/?utm_medium=tumblr
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