#assunzioni pilotate
Explore tagged Tumblr posts
Text
#prefettura#catania#maria carmela librizzi#corruzione#assunzioni pilotate#prestanome#imprenditori#consorzi#capi commessa
0 notes
Photo
La fonte di ogni iattura è il presepe burocratico a cui hanno contribuito tutti i partiti in decenni di assunzioni pilotate.
2 notes
·
View notes
Text
«Le assunzioni alla “Solidale”? Pilotate» - Cronaca | www.lacittadisalerno.it
«Le assunzioni alla “Solidale”? Pilotate» – Cronaca | www.lacittadisalerno.it
View On WordPress
0 notes
Photo
Link: https://api.cving.com/v1/deep-links/jobs-page/280/ #ita ex Alitalia #assunzioni #job #work #cv #curriculumvitae #curriculum #vitae #candidati #candidatura #varie #posizioni #aperte #lavoro #lavorareadaltaquota #fly #flight #hostess #steward #life #hostesslife #stewardlife #assistentidivolo #assistenti #volo #pilot #pilotlife #management #pilots #pilotslife (presso Italy) https://www.instagram.com/p/CTHfKBmLR3L/?utm_medium=tumblr
#ita#assunzioni#job#work#cv#curriculumvitae#curriculum#vitae#candidati#candidatura#varie#posizioni#aperte#lavoro#lavorareadaltaquota#fly#flight#hostess#steward#life#hostesslife#stewardlife#assistentidivolo#assistenti#volo#pilot#pilotlife#management#pilots#pilotslife
0 notes
Link
15 APR 2019 08:57
SCANDALO SANITÀ IN UMBRIA, L’AFFARE SI INGROSSA - GLI INDAGATI PER LE ASSUNZIONI PILOTATE NEGLI OSPEDALI DI PERUGIA SAPEVANO DELL'INCHIESTA A LORO CARICO, E DI ESSERE INTERCETTATI AL PUNTO DI CERCARE E TROVARE LE MICROSPIE IN UFFICIO - PER I PM, FURONO AVVERTITI DALL'EX SOTTOSEGRETARIO ALL'INTERNO, GIANPIERO BOCCI - LA SPARTIZIONE DEI POSTI: “LE SISTEMAMO TUTTE E TRE COSÌ ABBIAMO FATTO CONTENTI TUTTI...TANTO BENE È VENUTA, UN BIJOUX”
-
Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
Non soltanto gli indagati per le assunzioni pilotate negli ospedali di Perugia sapevano dell' inchiesta a loro carico, e di essere intercettati al punto di cercare e trovare le microspie in ufficio; avvertiti - secondo i pubblici ministeri - dall' ex sottosegretario al ministero dell' Interno Gianpiero Bocci. Nel «torbido sistema» messo in piedi per gestire i concorsi, potevano contare anche sulla «collaborazione» delle persone danneggiate in favore dei raccomandati, che appena interrogati come testimoni andavano a riferire agli interessati il contenuto delle loro dichiarazioni.
È successo quando due donne escluse per fare posto all'amante dell'ormai ex direttore generale dell' azienda ospedaliera Emilio Duca hanno raccontato di essere state sentite dalla polizia giudiziaria proprio a Duca e alla sua amica. Per i pm si tratta di un episodio «grave e significativo», perché dimostra che due persone «penalizzate nell' ambito di una procedura selettiva per un incarico di prestigio, hanno temuto che le loro dichiarazioni fossero male accolte dal sistema di potere che gestisce con criteri non trasparenti il sistema sanitario».
Nelle oltre 500 pagine dell'atto d'accusa con cui la Procura di Perugia aveva chiesto il carcere per quattro indagati e gli arresti domiciliari per altri dodici, ottenendo dal giudice solo quattro domiciliari e sei misure interdittive, è descritto «un quadro avvilente di totale condizionamento della sanità pubblica agli interessi privatistici e alle logiche clientelari politiche»; nonché «uno stabile e consolidato asservimento della dirigenza sanitaria agli interessi di parte della locale classe politica».
L'obiettivo dei politici è il consenso elettorale; quello dei dirigenti «acquisire consenso presso i propri referenti politici e conseguentemente assicurarsi il mantenimento dell' attuale posizione lavorativa». Conclusione: «Il criterio della selezione per merito non esiste, o meglio è stato bandito dall' Ospedale di Perugia. E che ciò avvenga in un settore così nevralgico ed importante per la vita e la salute dei cittadini quale il servizio sanitario rende tali condotte ancora più odiose».
In un colloquio registrato, Duca confessa che se fosse intercettato verrebbero fuori «cinque reati ogni ora» e gli inquirenti gli danno amaramente ragione. Hanno chiesto gli arresti alla vigilia delle elezioni, ma anche della scadenza per il rinnovo delle cariche nella Sanità umbra: secondo i pm era giunto per i dirigenti il momento «di incassare i "crediti" maturati con la politica» a suon di raccomandazioni giunte a buon fine. E dalle intercettazioni s' intuisce come il «sistema» non fosse limitato agli ospedali.
Il 7 maggio 2018, Duca evocava con Moreno Conti, componente della direzione regionale del Pd e «factotum di Bocci», il «rischio di andarci a finì in galera, per cui cercamo de fà le cose prudenti». E Conti rassicura: «Io quando esco da qua manco mi ricordo di esserci venuto. Anche perché adesso devo andare all' Agenzia delle Entrate a portà a un altro... per Gianpiero (Bocci, ndr ), perché c' è un concorso anche all' Agenzia delle Entrate». Duca dice che la cosa interessa pure sua figlia, «se c' ho bisogno me muovo», e Conti lo incita: «Ma tu diglielo che Gianpiero è messo bene lì... per le Entrate Gianpiero è messo molto bene».
La assunzioni pilotate avvenivano secondo rigide spartizioni tra le diverse anime del partito egemone. Nel concorso per cui è indagata la presidente della Regione Catiuscia Marini, gli investigatori della Guardia di finanza hanno ascoltato in diretta l' incontro in cui la governatrice avrebbe ricevuto le domande per l' esame da recapitare alla sua candidata (circostanza che lei nega).
«Tu ce l'hai tutte?» chiede la presidente, e Duca spiega: «Ci sono tre prove. La prima sarà la più selettiva, quindi è naturale che se non ci attrezziamo...». Poi si parla di una busta, e in un' altra circostanza Duca confessa a un diverso interlocutore: «Ho portato le domande alla Marini (...) Adesso vedemo com' è la situazione...su 'ste cose è sempre un casino... a me m' ammazza, questo è il problema».
Quando capisce di poter sistemare sia la candidata della Marini che quelli di Bocci e dell' ex assessore Barberini, Duca esulta con il direttore amministrativo Maurizio Valorosi: «Le sistemamo tutte e tre così abbiamo fatto contenti tutti... tanto bene è venuta, un bijoux». Anche Valori è contento, e in un' altra circostanza aveva spiegato il diverso valore delle raccomandazioni, a seconda della provenienza: «Se me lo chiede Barberini mi pesa eccetera, e qualcosa famo. Se lo chiede Mirabassi (vicepresidente del Consiglio comunale, ndr ) non me ne frega 'na sega».
0 notes
Text
La sberla
La pre-premessa è una richiesta semiseria a Marco Staglianò, ’l Dirtur di questa variopinta Armada che è «Orticalab» («Ortica», in amicizia): apra una sezione di questa testata solo per il ’Lavoro’, ché a scriverne è multidisciplinare, non si sa mai se metterla in Economia, in Società o in Politica.
Ordunque, andiamo ad incominciare. La notizia è il ’No’ dei lavoratori dell’Alitalia-Ethiad al pre-accordo sul recupero della compagnia aerea, pre-accordo (lo sapete) che avrebbe previsto tagli per esuberi, contratti di solidarietà, ridimensionamenti stipendiali, perdita di diritti: tutti e solo nuovi sacrifici per i lavoratori, insomma.
Lucia Annunziata ha scritto che i dipendenti hanno scelto il suicidio ad un salvataggio, uno dei tanti che negli anni sono stati dedicati alla compagnia aerea con l’agonia più lunga.
La storia dell’Alitalia sfiora l’assurdo.
Invocata ed evocata come l’unico vessillo d’italianità da salvare (e perché mai? Per via del tricolore sulla pinna di coda? Tutto qui?), la compagnia è costata agli Italiani un botto, tutto per volontà politiche. Urlando all’invasione, non si accettò la proposta di Air France, per poi capitolare con Ethiad, che manco europea è. Anyway.
Il fallimento dell’Alitalia è un gomitolo di concause e non tutte sorelle della sfiga. Sicuramente c’entra molto l’incapacità dei dirigenti, compresi i loro emolumenti. Le tariffe di Alitalia sono sempre rimaste alte e non era proprio nei favori dei consumatori.
Il popoloso carrozzone, ahimè, è tale per via di anni di assunzioni facili, pilotate dalla politica clientelare, esattamente come è avvenuto nel passato in tante altre situazioni sotto il diretto controllo dei Governi.
Non è difficile indignarsi per i soldi buttati nei vari salvataggi (otto miliardi), ma al di là del rammarico, resta comunque il fatto che quei lavoratori su quel lavoro hanno fondato famiglie, acceso mutui, aiutato l’INPS, l’IRPEF ed il SSN.
Non so a voi, ma la vicenda della compagnia (ex) di bandiera è molto simile a quella dell’Italia, governata da un carrozzone da personaggi strapagati che se ne impippano delle sorti del Paese, molto più attenti invece alle loro fortune personali.
E come per l’Italia, anche l’Alitalia ha avuto il suo referendum, cui il 70% dei votanti ha espresso un inequivocabile ’No’.
Ma come, a fronte di un lavoro-purché-sia (di questi tempi, poi!), migliaia di lavoratori (50mila con l’indotto) hanno deciso per l’eutanasia collettiva? Morire tutti? Cui prodest?
Ve lo dico io cui prodest: alla dignità.
Sarà stato per la massa critica dei lavoratori in gioco, ma un altro bel ‘No’ alle solite soluzioni (al pari delle manovre finanziare e delle manovre finanziare aggiuntive di stampo nazionale) di tagli, diete, spending review e sacrifici è un dato che costringerà almeno a mettere in crisi il luogo comune che occorra accettare il lavoro massacrato, svilito, concesso, laddove il lavoro è senso, è mezzo, è cultura, è crescita.
Un altro bel ‘No’ massiccio è la risposta che dobbiamo ai nostri figli: non arrendersi ai voucher, alla precarietà sine die, al nero, alla flessibilità che in Italia è tutta in uscita (ti licenzio e ti ridimensiono/demansiono quando voglio).
Cada Sansone con tutti i Filistei? Tutte le risposte sono valide, compresa la rabbia.
Qualcuno ha immaginato che il referendum sia stato un autogol dei sindacati.
Ma ‘sti benedetti sindacati servono o no? Abbiamo invocato maggiore partecipazione dei lavoratori alle decisioni che si prendono sulla loro pelle per poi recriminare allorquando i lavoratori decidono di rifiutare un accordo?
Il brutto è—come mi hanno insegnato anni di sindacato militante—che nel caso di Alitalia non esiste un Piano B. Davvero gli attori dei negoziati hanno pensato che l’accordo passasse? Cosa si fa ora? Un commissariamento per la liquidazione?
Costa di più rifinanziare l’Alitalia o pagare la disoccupazione per due anni e poi ognuno chieda al proprio Dio?
Se per un attimo lasciamo perdere gli inciuci sulla moglie di Macron, se solo per un attimo ci fermiamo a riflettere, chissà se ci accorgeremmo della squassante sberla di quest’altro bel ‘No’ all’arroganza della nostra recente classe dirigente. Uno schiaffo che deve svegliarci dal torpore e dalla pavidità, rintanati come siamo per la rassegnazione.
In Italia, l’importante è che il lavoratore sia infelice.
2 notes
·
View notes
Text
{Pd, non c'è soltanto lo scandalo Umbria: ormai cinque regioni traballano sotto il peso delle inchieste giudiziarie. Eccole - Il Fatto Quotidiano
Salgono a cinque le regioni travolte da inchieste a carico di dirigenti locali e governatori daem. Mentre i sondaggi rianimano il partito e il tempo restituisce all'ex sindaco Marino la sua innocenza, nel Pd tornano la questione morale e il no giustizia. Il nuovo segretario marca la linea della "fiducia nella magistratura", ma sotto le ceneri cova l'anatema berlusconiano
In Umbria lo scandalo sanità fa saltare la testa del partito, con l’arresto dell’assessore Luca Barberini e del segretario regionale Gianpiero Bocci, ai domiciliari. Indagata la governatrice Catiuscia Marini. Nicola Zingaretti commissaria, Salvini chiama elezioni subito. Nel fianco del Pd ci sono però anche Abruzzo, Basilicata, Puglia, Calabria. Macigni sulla campagna elettorale di un partito uscito un anno fa con le ossa rotte e che ora sta cercando di ricomporsi. Zingaretti tutto poteva aspettarsi, tranne che il banco di prova della sua reggenza delle europee iniziasse a traballare sotto il peso delle inchieste giudiziarie. Proprio ora che i sondaggi sono in ripresa e il tempo ha restituito a Ignazio Marino, l’ex sindaco di Roma, la patente di estraneità al malaffare degli scontrini cavalcato dalla corrente capitolina e renziana in ascesa. L’ultima tegola travolge l’Umbria, affare di assunzioni pilotate in sanità che riempie ancora i giornali di episodi e ricostruzioni che – oltre al possibile criminale in senso tecnico – illuminano consuetudini clientelari e dinamiche di potere difficilmente compatibili con il passo che il neosegretario vorrebbe imprimere al partito. Il rapporto con la giustizia, al di là del caso locale, è una variabile importante del suo mandato. Nel Pd che ha eredito cova da tempo una spaccatura profonda sul tema, emersa con più evidenza in occasione dell’indagine a carico dei genitori dell’ex segretario Matteo Renzi, quando qualcuno – ricorda oggi Repubblica – ha rispolverato la formula berlusconiana della “giustizia a orologeria”. Il segretario-governatore sembra indisponibile a seguire questa linea, avendo limitato il suo commento ai fatti di Perugia alla “piena fiducianella magistratura”.
Basilicata, la débâcle dopo un quarto di secolo
Appena due settimane fa, il Pd aveva subito un storica sconfitta in Basilicata, regione che governava da 25 anni. Determinante l’inchiesta giudiziaria che a luglio aveva portato all’arresto del governatore Marcello Pittella. Sempre storiaccia di concorsi truccati, raccomandazioni e sanità usata come ascensore per ricchezza e potere dei notabili locali del partito e loro amici e parenti. A fine marzo si è votato per il rinnovo del consiglio regionale, Pittella disarcionato dall’inchiesta sulla sanità lucana è tornato in consiglio forte di oltre 8mila preferenze e la sua lista “batte” quella del Pd. E i suoi ex assessori, indagati, siedono insieme al lui in consiglio.
Puglia, Emiliano e le primarie
In Puglia è finito sotto inchiesta Michele Emiliano per una vicenda legata al finanziamento delle primarie del Pd, quando il governatore sfidava Renzi e Orlando. Per la procura di Bari due imprenditori con interessi diretti sugli appalti della Regione pagarono la campagna elettorale dell’ex magistrato. Da qui l’accusa di abuso d’ufficio e traffico illecito di influenze alle quali Emiliano si dichiara estraneo.
Calabria, Oliverio tentato dal ritorno
Guai per il Pd anche in Calabria dove è indagine anche il presidente della Regione, Mario Oliverio. Per lui era stato disposto l’obbligo di dimora, misura però annullata a marzo dalla Cassazione. L’indagine riguarda presunte irregolarità in due appalti gestiti dalla Regione e per i quali la guardia di finanza, oltre ai presunti reati contestati a Oliverio, per gli altri indagati aveva riscontrato quelli di falso, corruzione e frode in pubbliche forniture. Dopo più di tre mesi, il presidente Oliverio torna libero con un provvedimento della Cassazione che, a questo punto, potrà sfruttare anche in chiave politica: siamo agli sgoccioli della legislatura, presto si tornerà a votare per le regionali e ha intenzione di ricandidarsi nonostante le perplessità di parte del Pd calabrese.
Il terremoto delle inchieste in Abruzzo
In Abruzzo proprio due giorni fa il tribunale dell’Aquila ha disposto l’archiviazione della posizione dell’ex presidente regionale Luciano D’Alfonso, oggi senatore dem. L’inchiesta era uno dei filoni seguiti dalla procura della Repubblica dell’Aquila sugli appalti della Regione: tra i principali, la gara per l’affidamento dei lavori di ricostruzione di palazzo Centi, sede della giunta regionale all’Aquila. Il primo di ottobre però si terrà l’udienza preliminare per un’altra vicenda in cui rischia il processo, quella della Procura di Pescara su una delibera di giunta del 2016, avente come oggetto la riqualificazione e la realizzazione del parco pubblico Villa delle Rose di Lanciano (Chieti) con le accuse di falso ideologico, per aver falsamente attestato, stando all’accusa, la presenza del governatore in giunta.
Sei arrivato fin qui
Se sei qui è evidente che apprezzi il nostro giornalismo. Come sai un numero sempre più grande di persone legge Ilfattoquotidiano.it senza dover pagare nulla. L’abbiamo deciso perché siamo convinti che tutti i cittadini debbano poter ricevere un’informazione libera ed indipendente.
Purtroppo il tipo di giornalismo che cerchiamo di offrirti richiede tempo e molto denaro. I ricavi della pubblicità non sono sufficienti per coprire i costi de ilfattoquotidiano.it e pagare tutti i collaboratori necessari per garantire sempre lo standard di informazione che amiamo.
Se ci leggi e ti piace quello che leggi puoi però aiutarci a continuare il nostro lavoro per il prezzo di un cappuccino alla settimana.
Grazie,
Peter Gomez}
Copia e incolla
0 notes
Text
Diventare Piloti Alitalia: ecco il Cadet Pilot Program 2018
Diventare Piloti Alitalia: ecco il Cadet Pilot Program 2018
Alitalia si appresta ad assumere nuovi Piloti di linea.
La compagnia aerea ha dato il via al programma di recruiting Cadet Pilot 2018 dedicato alla selezione, formazione e assunzioni di nuovi Piloti. Sono disponibili ben 60 posti per aspiranti piloti da inserire nella Scuola di volo del gruppo.
Ecco tutte le informazioni utili sui posti disponibili e sulle modalità per inviare le candidature in…
View On WordPress
0 notes
Text
Selezionate con Google Alert - #INPS - Scandalo ad Agrigento. Indagato papà Alfano per assunzioni pilotate https://t.co/EbzNI5m46T
Selezionate con Google Alert - #INPS - Scandalo ad Agrigento. Indagato papà Alfano per assunzioni pilotate https://t.co/EbzNI5m46T
— Cortexlan (@cortexlan) January 18, 2018
from Twitter https://twitter.com/cortexlan January 18, 2018 at 09:12AM via IFTTT
0 notes