#artigiano legno
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Small things
Mi piacciono le cose che gli altri nemmeno notano, quelle che appaiono come piccole, imperfette e spesso banali.
Le venature delle foglie, per esempio, che tracciano righe via via più sottili, mano a mano che si allontanano dal centro verso le estremità della foglia come tante minuscole vene che irrorano la pianta trasportando il nutrimento nel suo sangue verde di crolofilla al pari del lavoro svolto dal nostro sangue; mi piace come ogni pianta abbia le sue foglie, diverse da quelle altrui e persino difformi tra loro poiché non ve ne sarà mai una in tutto e per tutto identica ad un'altra.
I fiori ed il muschio che crescono tra i ricami di cemento spezzando il nero con i loro colori brillanti e festosi, svettando mossi dal vento a suggello della loro vittoria sul catrame dell'asfalto e della loro resilienza.
Le differenti tipologie di cinguettii emessi dagli uccellini, incasellati uno dietro all'altro per avvertire di un pericolo, per corteggiare, per ammaliare o semplicemente per cantare al mondo intero la loro esistenza mentre eleganti e leggeri prendono il volo librandosi nel cielo di frasca in frasca.
Le sfumature che la flora e la fauna acquatiche conferiscono all'acqua rendendola viva e pulsante e permettendole di cangiare a proprio piacimento dal blu, al verde, al celeste o al nero pece a seconda del mondo che va ad accogliere e delle stagioni che andranno a susseguirsi, creando specchi più o meno cristallini in cui riflettersi e dove riflettere.
Le "consistenze" difformi delle nuvole, più o meno dense, soffici, sfibrate che conferiscono alle stesse quel magico gioco di mutare forma e solleticare la nostra fantasia ad associarvene una per ciascuna o viceversa ad associarle alla panna, allo zucchero filato e via discorrendo mentre puntiamo in su i nostri nasi.
L'odore che permea la carta dei libri a seconda della cellulosa scelta per creare il foglio, dell'inchiostro che vi è stato intriso, delle mani delle persone che lo hanno stretto, assume quando aperto se ne respira la storia, la realizzazione nel frattempo che si leggono mirabolanti avventura, si studiano nuove informazioni, si notano i piccoli dettagli delle figure o le finiture che ne rilegano le pagine alla copertina stessa.
Il sapore dolce e zuccherino della frutta appena raccolta, leggermente calda per via della temperatura, ma così soddisfacente da addentare durante l'estate quando è accatastata nelle ceste in vimini costruite a mano da chissà che artigiano esperto e che profumano di frutta, d'estate, di sole e di terra; che vengono riportate nelle case per realizzare deliziose confetture e marmellate da conservare per l'inverno.
Il profumo persistente del legno che scricchiola nel camino e che riscalda la casa diffondendo la sensazione di coccola emanata dal cedro, dal pino, dal ciliegio e che ti si appiccica addosso come un profumato scudo contro il gelo.
La morbidezza della pelle dei neonati quando solamente gli sfiori e con la forza di quelle manine tanto piccole ti stringono il dito e tu senti tutta la vita e la sua forza in un piccolo esserino morbido e profumato, che seppur fragile all'esterno è spesso molto più forte di noi all'interno.
La laboriosità delle formiche che in fila indiana trasportano le briciole di pane e si muovono come un piccolo esercito minuscolo, ma compatto formando a volte anche curiosi "disegni" durante il tragitto.
Mi piacciono i nei, quelli piccoli o dalle forme particolari, quelli che se uniti creano quasi delle forme o delle costellazioni sulla pelle delle persone,come se seguissero il loro personale schema.
Le sfumature di colore, le pagliuzze più o meno dorate, le punte più accese di una sfumatura quando guardando una persona negli occhi sotto diverse luci, secondo diverse angolazioni o altresì a seconda dell'umore animano la persona da dentro, accendendo ora una sfumatura, ora un'altra permettendo di cogliere nel suo complesso quest'opera d'arte straordinaria.
Sono belle le rughe in un viso, in un punto preciso, le fossette, le voglie o le lentiggini, sono preziosi i riflessi tra le ciocche di capelli, i vari particolari che danno senso al tutto; come pennellate di colore su una tela che sigillano la composizione.
L'andatura di coloro che mi trovo ad osservare mentre passeggiano, il modo di adagiare il piede al suolo o viceversa di sollevarlo dal terreno per spostarsi, l'ampiezza della falcata, il punto esatto in cui si possono il tacco o la punta della scarpa, il movimento oscillatorio o assente delle mani, composte o sbarazzine.
Sentire il mare dentro una conchiglia, il ticchettio della pioggia, la neve posarsi sulle superfici ricoprendole, il suono del mare, del vento.
Il timbro di una voce, il suo tono, l'incriminazione di una parola, il sentimento in un'altra, l'accento utilizzato o la sua assenza, le vocali chiuse e quelle aperte, la scelta delle parole in un discorso o l'assenza del suono stesso; l'intensità del silenzio.
Contare i puntini sul dorso delle coccinelle o i cerchi nei tronchi degli alberi per calcolarne l'età; il cambio di "casa" di un paguro che lascia una conchiglia per sceglierne un'altra con chi adornarsi.
Le impronte lasciate dalla farina sui vestiti quando si prepara un dolce e che sembra di farci uscire dal forno del Mulino Bianco talmente abbiamo gli indumenti cosparsi.
Le filastrocche, i giochi e le ninnnananne di quando ero bambina e che ancora ricordo e canticchio di tanto in tanto come svagare la mente o per addormentarmi la notte.
Saltare nelle pozzanghere formate dopo i temporali, camminare nei cumuli di foglie secche in autunno e sentirle scricchiolare sotto le suole delle scarpe, stendersi sulla coltre bianca e fare gli angeli di neve rabbrividendo per via del freddo, ma ridendo per il divertimento dato dal gioco.
Potrei proseguire ancora, ma non mi basterebbe una vita intera, perché troppo belle e straordinarie sono le piccole cose ed io le amo tutte.
-umi-no-onnanoko ( @umi-no-onnanoko )
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Mario Rigoni Stern. «Allora, io considero che si dovrebbero fare le cose bene, perché non c’è maggiore soddisfazione di un lavoro ben fatto. Un lavoro ben fatto, qualsiasi lavoro, fatto dall’uomo che non si prefigge solo il guadagno, ma anche un arricchimento, un lavoro manuale, un lavoro intellettuale che sia, un lavoro ben fatto è quello che appaga l’uomo. Io coltivo l’orto, e qualche volta, quando vedo le aiuole ben tirate con il letame ben sotto, con la terra ben spianata, provo soddisfazione uguale a quella che faccio quando ho finito un buon racconto.
E allora dico anche questo: una catasta di legno ben fatta, ben allineata, ben in squadra, che non cade, è bella; un lavoro manuale, quando non è ripetitivo, ricordo ‘Tempi moderni’ di Charlot, è sempre un lavoro che va bene, perché è anche creativo. Un bravo falegname, un bravo artigiano, un bravo scalpellino, un bravo contadino; e oggi dico sempre quando mi incontro con i ragazzi: voi magari aspirate ad avere un impiego in banca, ma ricordatevi che fare il contadino per bene è più intellettuale che non fare il cassiere di banca. Perché un contadino deve sapere di genetica, di meteorologia, di chimica, di astronomia persino. E allora tutti questi lavori che noi consideriamo magari lavori così, magari con un certo disprezzo, sono lavori invece intellettuali».
La foto è di Vittorio Giannella.
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FONDAZIONE ANGELO BOZZOLA
Secondo il grande poeta francese Paul Valery la massima libertà deriva solo dal massimo rigore. Questa riflessione mi è tornata alla mente visitando la magnifica Fondazione Angelo Bozzola di Galliate, ad una manciata di chilometri da Novara, aperta per le giornate di primavera del FAI e curata da quello spirito indomito che è Giorgia Bozzola che con il fratello, non solo ha conservato il patrimonio artistico del nonno, ma lo ha reso visitabile e ne sta facendo un centro di attrazione per molte iniziative. Ma chi era Angelo Bozzola? Potremmo dire che è stato un grande poeta della forma, un artista alla ricerca dell’unicità nella ripetizione. Bozzola la cui attività ha inizio negli anni Cinquanta come artigiano del legno, si persuade dell’idea non già di trovare la forma perfetta in pittura, nel disegno e nella scultura, ma di coniugare una forma dalla irregolare lirica geometrica, come il “trapezio ovoidale” e di poterla poi variare in una combinatoria pressoché infinita, senza mutarne il presupposto geometrico. Cos’è il trapezio ovoidale? È, naturalmente, un trapezio scaleno irregolare inscritto in una sorta di ogiva, anch’essa irregolare. Questa forma, disegnata, fotografata, sbalzata, fusa, scolpita diverrà non già o non solo una cifra stilistica, ma un limite dato. Questo limite, grazie alle sue infinite variazioni, secondo Angelo Bozzola, avrebbe potuto diventare, grazie alla continua sperimentazione e ad abbinamenti seriali mutanti, bellezza “in purezza”. E così è stato, solo che Angelo Bozzola non ci ha donato il frutto finale e definitivo di questa ricerca, ma ci ha dimostrato che la bellezza (o la verità) è, un po’ hegelianamente, il movimento della bellezza (o della verità) stessa. Nell’edificio principale, su diversi piani, sono conservate le piccole sculture, i bassorilievi, i dipinti, i bozzetti, mentre all’esterno le sculture di grandi dimensioni. Angelo Bozzola fu esponente del MAC, il Movimento Arte Concreta fondato a Milano nel 1948 da Atanasio Soldati, Bruno Munari, Gianni Monnet, Gillo Dorfles e che annoverò tra le proprie fila, tra gli altri, anche architetti e designer come Ettore Sottsass, Vittoriano Viganò, Carlo Perogalli, Marco Zanuso. Influenzò i giovani artisti di allora come Carla Accardi, Piero Dorazio e tanti altri. Una magnifica opera di Angelo Bozzola è ancora esposta al Palazzo della Triennale di Milano, fucina di idee e progetti e sempre uno dei cuori pulsanti dell’architettura e del design milanese ed italiano. Ci potremmo anche fermare qui, ma mi piace sottolineare come l’Italia sia davvero il paese delle “isole del tesoro” per riprendere il titolo di un famoso volume di Allemandi scritto da Umberto Eco, Renzo Piano, Augusto Graziani e Federico Zeri. Questo piccolo gioiello che è la Fondazione Angelo Bozzola è stata ampliato e abbellito con un magnifico giardino che ospita le grandi sculture in pietra e impreziosito, spiritualmente e architettonicamente, da una microscopica cappella voluta dagli indomiti nipoti dell’artista, dove si può ammirare uno dei più bei Crocifissi dell’arte contemporanea (e non è cosa semplice trovarne di raffinati). La bellezza è spesso, molto spesso, a portata di mano, basta cercarla e volerne la sua verità.
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La cassapanca dell’imperatore
In Cina viveva un artigiano la cui abilità e maestria gli avevano procurato una fama tale che giunse presto all’orecchio dell’imperatore. Curioso, il sovrano decise di convocarlo e commissionargli una cassapanca, ponendo però una condizione: l’opera doveva essere consegnata ai messi imperiali esattamente entro trenta giorni, altrimenti l’artigiano avrebbe pagato con la vita.
Il giorno seguente, l’artigiano uscì di buon’ora, dirigendosi verso il bosco dove era solito procurarsi il legno per le sue creazioni. Tuttavia, invece di raccogliere materiali, si sedette su un tronco, immobile, contemplando la natura. I suoi discepoli pensarono che si stesse preparando per affrontare l’importante incarico, ma il giorno successivo accadde lo stesso: l’artigiano rimase fermo, in silenzio. Con il passare dei giorni, la preoccupazione tra i suoi familiari e amici crebbe, poiché l’artigiano sembrava non fare nulla per iniziare l’opera.
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Comunicato Stampa #833: Nei Sassi di Matera la mostra “L’Evoluzione della Forma” dello scultore Carlo Michele Petruzziello
Dal 7 settembre al 31 ottobre 2024, le opere in marmo dell’artista campano saranno esposte negli ambienti della Storica Casa Grotta di Vico Solitario. Inaugurazione Sabato 7 settembre alle 18.00. Ingresso gratuito per i visitatori della Casa Grotta.
Avrà luogo nei Sassi di Matera, dal 7 settembre al 31 ottobre 2024 prossimi, la mostra di scultura “L’evoluzione della forma” di Carlo Michele Petruzziello. L’evento culturale, che presenta opere prevalentemente in marmo, sarà ospitato dalla Storica Casa Grotta di Vico Solitario, e raccoglie il patrocinio del Comune di Matera e la collaborazione di numerosi partner. L’accesso per tutto il periodo, con gli stessi orari, è libero per i visitatori della Casa Grotta (ingresso gratuito per i visitatori di età pari o inferiore a dieci anni, persone con disabilità, giornalisti, guide autorizzate e cittadini residenti nella città di Matera – v. www.casagrotta.it). L’esposizione è curata da Raffaella Anecchino e Daniela Zereni.
L’inaugurazione della mostra è in programma alle 18.00 di Sabato 7 settembre 2024, presente l’autore.
Come si legge nella sua biografia, “Carlo Michele Petruzziello è nato a Londra nel 1965 da genitori italiani, emigrati dall’Irpinia. Rientra in Italia all’età di otto anni ed appena quindicenne comincia a lavorare come artigiano. Nel 1997 perde l’uso del braccio destro in seguito a un incidente di moto. Da questo momento per superare la terribile sofferenza psicologica, seguita al trauma, comincia a scolpire prima il legno, poi il marmo e la pietra e infine lavora con l’acciaio, realizzando opere in stile figurativo. Sono opere eseguite con le difficoltà di un autodidatta e il lento adattamento all’uso del braccio sinistro.”
“Nel giro di pochi anni, grazie alla sua inventiva e al naturale talento, percorre, inconsapevolmente, alcune esperienze significative del secolo scorso conquistando un forte controllo dei materiali e dei valori plastici. Il 2002 segna una nuova fase artistica volta alla ricerca incessante di nuove forme ispirandosi al mondo immaginario del cosmo, realizzando diverse variazioni sul tema. Un altro elemento di innovazione è rappresentato dall’utilizzo di pietre irpine per recuperare e valorizzare il materiale presente nel territorio in cui vive.”
“Le ultime opere dell’artista hanno una doppia genesi: artistica e tecnologica. Esse rappresentano il prodotto dello sviluppo del precedente studio delle forme e i risultati di una lunga ricerca scientifica sulle diverse possibilità di produzione di energia alternativa (fotovoltaica, termosolare, eolica e geotermica). Sono in sintesi delle monumentali sculture, realizzate con diversi materiali, che ospitano impianti ad energia pulita. Tali opere si rivestono di un valore fortemente etico: obbediscono infatti al desiderio dell’autore di diffondere l’uso di energia pulita creando impianti che valorizzano il contesto urbano e paesaggistico in cui vengono allestiti. Carlo Michele Petruzziello vive e lavora a Prata di Principato Ultra (AV).”
Non nasconde il suo entusiasmo Raffaella Anecchino, responsabile e coordinatrice della Casa Grotta nei Sassi di Matera: “Siamo felici di ospitare la mostra di scultura di Carlo Michele Petruzziello, che si aggiunge ai numerosi eventi culturali che, negli anni, si sono avvicendati all’interno dei locali del nostro museo. La scultura è l’elemento comune degli storici rioni che appartengono al nostro patrimonio, e che già rappresentano architetture rupestri uniche, scavate nella roccia. Il nostro contributo intende confermare l’idea dei Sassi come un immenso contenitore, già apprezzato dagli artisti che si sono succeduti nei decenni, e sempre pronto a congiungere stili, materiali ed epoche differenti in una poliedrica visione culturale”.
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La Settimana Santa di Pasqua a Lanciano
Intensa devozione e 416 anni di tradizione per la suggestiva Settimana Santa di Lanciano che parte domenica delle Palme. Tra le novità la nuova lettiga interamente intagliata a mano in legno di tiglio, arricchita da foglia di acanto in oro, in stile Rococò napoletano. Lo ha scolpito il rinomato maestro artigiano ed ebanista, professor Paolo Ricchiuti di Bisceglie (Barletta-Andria- Trani), noto…
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Natale 2023 a Comacchio
Le festività natalizie sono il periodo perfetto per visitare luoghi davvero incantevoli, come la cittadina di Comacchio, chiamata anche la piccola Venezia, nata grazie all’unione di tredici isole situate alla foce del Po e ha una forma simile a quella della Serenissima con ponti e canali, grazie all’adattamento del suo impianto urbanistico all’elemento dell’acqua. Durante il periodo natalizio, sotto le arcate dei ponti, nelle chiese e lungo i canali tipici della città emiliana, sono collocati meravigliosi presepi, che possono essere visitati seguendo un percorso delineato o scovati in una sorta di caccia al tesoro girovagando per la città, rigorosamente a piedi, alla ricerca di angoli nascosti. I presepi, creati sia da artisti che da bambini delle scuole, permettono di riflettere su varie tematiche, illustrate grazie ai cartelli posizionati accanto alle opere. Infatti alcuni sono costruiti su memelùch, tipiche imbarcazioni di valle, o su mosconi, barche del luogo usate per il salvataggio marino, allo scopo di unire i valori della comunità locale lagunare con quelli della cristianità. Altri presepi sono creati con materiale di recupero, plastica, metallo, legno o gomma, trasportati a riva dal mare, per dare nuova vita ad oggetti abbandonati e la Natività più significativa, simbolo di pace, è stata realizzata da un artigiano della Terra Santa per rappresentare il Patto di Amicizia stretto tra Comacchio e Betlemme. Sono presenti anche presepi più tradizionali ma ugualmente stupendi nelle varie chiese del territorio, come quelli all’interno della Cattedrale, con uno tipico comacchiese, noto per un enorme sfondo dipinto che sfrutta sapientemente le statuine per dare un’idea di tridimensionalità, e uno storico napoletano, dove a fare da sfondo alle scene di vita quotidiana e alla Natività c’è il Vesuvio. La cittadina è incantevole di giorno ma di notte, grazie anche alla nebbia, vede le piazze principali e i ponti che si colorano di mille luci e di fiocchi di neve, mentre nei canali si accendono alberi di Natale variopinti che si riflettono nell’acqua e le nasse per il trasporto delle anguille vengono trasformate in enormi lampade che indicano il cammino e i presepi illuminati regalano ancora più emozioni che di giorno, riempiendo gli occhi e i cuori della magia del Natale. Read the full article
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I TAGLIERI DI ROBERTO
Lui si chiama Roberto Saccani ed è un artigiano straordinario che realizza taglieri che sono piccole opere d’arte. Nel suo laboratorio a Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, produce taglieri personalizzati anche con dedica, della forma e delle dimensioni richieste dal cliente, oltre ai coltelli per ceppi e taglieri con cassetto. «Ho sempre avuto la passione per il legno e per oltre 33 anni ho fatto mobili e cucine artigianali su misura. Nel tempo libero ho iniziato a creare taglieri di design, cominciando dal classico tagliere a scacchi da cucina. Ora non produco più mobili ma esclusivamente taglieri artigianali in legno pregiato». Ma come si arriva a questi piccoli capolavori? «Sono 4 le fasi di lavorazione: si inizia con la stroncatura delle assi in legno. La mano dell’esperto si vede subito: non sono ammessi errori! Segue la piallatura dei lati del tagliere, per essere sicuri che la forma sia precisa, esattamente come progettata. Nella calibratrice tutto deve avere la stessa dimensione, senza intoppi o rigonfiamenti. Si conclude il lavoro con la lisciatura finale: una passata di olio protettivo che fa risaltare le venature naturali del legno». E ricordate: i taglieri di Roberto si meritano solo le carni e i salumi più buoni.
Fonte: Carne & Dintorni, Eurocarni 7/23
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Sedia antica; recupero imbottiture e sua nuova tappezzeria. Per inoltrare la tua richiesta consulta il sito ⬇️ www.arredoartigiano.it ⬆️📩📞🗓️ Arredo Artigiano Interior e Tappezzeria Artigianale , , , #arredamento #design #interiordesign #casa #madeinitaly #home #homedecor #arredamentointerni #arredocasa #homedesign #arredarecasa #interior #arredo #architecture #mobili #architettura #arredamentomoderno #italy #legno #living #interni #homesweethome #cucina #handmade #arredare #italia #ristrutturazione #furniture #progettazione #designinspiration (presso Roma, Italia / Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/Cq9oTG3IS27/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Questo romantico centrotavola o oggetto d’arredo in stile country chic / shabby chic dice di te che sei una persona sensibile e amante della natura. Completamente realizzato a mano, le decorazioni sono assortite e donano un carattere unico proprio per questo. Si usa con candele, moccoli e tealights, donando alla casa un’atmosfera calda, suggestiva e naturale. Foglie e fiori sono modellati, assortiti e di colori diversi. La base è di legno ed è anche un tagliere per food. Contenuto: - 1 tagliere con manici corda diametro cm 30 circa - 3 tealights in vetro compresi di candeline profumatissime - 1 contenitore vetro alto con fiori assortiti - 1 centrino di carta decorativo È anche una deliziosa idea regalo che sarà certamente gradito. Non perdertelo! Fino ad esaurimento scorte! 💯❤️ • • For order: 📲 whatsapp +39 3206139569 📩 [email protected] ✈️ worldwide shipping 🛒 10% sconto newsletter • • #portiamolapuglianelmondo #lafavolaincantata #WeAreinPuglia #fattoamano #bombonierefood #handmade #pugliafactory #madeinitaly #tuttofattoamano #artigianato #bonsaiulivo #creazioniartigianali #artigianatoitaliano #fattoamanoconamore #fattoconilcuore #foodbomboniere #visitpuglia #instacreazioni #instacreazioniartigianali #viamagazine #italianstories #segnapostioriginali #creazionihandmade #wellmade #segnapostipersonalizzati #blogger #creazionipersonalizzate #bomboniere #segnaposto #maestroartigiano (presso La Favola Incantata - Marchio Artigiano) https://www.instagram.com/p/CpzVrJ8qNmK/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Siro Viérin - Maestro artigiano del legno - Valle d'Aosta
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Se ne è andato Mastro Tonino, un signore di 90 anni (ne avrebbe compiuti 91 a gennaio).
Questo simpatico signore di Pretoro ha una manualità straordinaria nello scolpire il legno. Se si capita nella sua bottega è possibile trovare monumenti nazionali ed esteri come la chiesa di Sant'Antonio di Padova, la Torre Eiffel e tanti altri. Tutti fatti a mano, in legno e realizzati guardando le fotografie perché Mastro Tonino non ha mai potuto viaggiare.
Qui potete trovare un video che lo racconta, in parte.
Se vi capita di passare per Pretoro in provincia di Chieti, passate per la sua bottega. Sperando che la sua eredità in qualche modo venga tramandata.
A spiace solo non averlo potuto conoscere di persona.
#Mastro Tonino#l'uomo di legno#artigiano di altri tempi#Pretoro#se passate in abruzzo fatemelo sapere#se passate per le sue parti rendetegli omaggio
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I grandi marchi: Louis Vuitton
L’ideatore di uno del brand simbolo della moda francese… Louis Vuitton nacque il 4 agosto 1821 ad Anchay, un villaggio nella regione montuosa dello Jura, a est della Francia, e rimase orfano di madre a soli dieci anni. A tredici Louis decise di scappare di casa per raggiungere a piedi Parigi, in un viaggio lungo quattrocento chilometri che durò ben due anni, durante i quali per sopravvivere fece qualsiasi lavoro gli capitasse. Giunto a Parigi nel 1837, grazie alla sua intraprendenza il giovane riuscì a farsi assumere come apprendista da Romain Maréchal, il più prestigioso imballatore e fabbricante di bauli della città, un mestiere che consisteva non solo nel realizzare scatole e contenitori, ma anche nel preparare e impacchettare il loro contenuto, incluse le crinoline degli abiti del tempo. Louis divenne in pochissimo tempo un artigiano molto apprezzato e tra i clienti che si affidarono ai suoi servizi c’era Eugénie di Montijo, futura imperatrice di Francia. All’età di trentatré anni il giovane sposò la diciassettenne Clemence-Emilie Parriaux e decise di mettersi in proprio così nel 1854 , dopo diciassette anni alle dipendenze di Monsieur Marechal, aprì il suo negozio al numero 4 di Rue Neuve-des-Capucines, vicino a Place Vendome. L’imperatrice nominò Vuitton suo Emballeur ufficiale e gli aprì le porte dell’aristocrazia parigina, così Louis decise di espandere l’attività aprendo un laboratorio ad Asnières, poi distrutto durante il conflitto franco-prussiano e ricostruito poco tempo dopo. Nel 1858 Louis ripensò completamente i pesanti bauli dal coperchio bombato in uso a quei tempi, che divennero piatti e impilabili, realizzati con legno di pioppo rinforzati sugli angoli con placche di metallo, rivestiti in tela impermeabile e dotati di cassetti e scomparti completamente customizzabili. L’amicizia con Charles Frederick Worth, il primo couturier della storia, gli permise di restare aggiornato sui cambiamenti della moda e di innovare costantemente le sue creazioni. Così, quando corsetti e crinoline vennero sostituti da abiti più snelli e pratici, Louis inventò il Wardrobe trunk, un baule-armadio verticale organizzato internamente con appendiabiti e cassetti che permetteva ai viaggiatori di trasportare il guardaroba senza dover disfare i bagagli una volta giunti a destinazione. I suoi clienti ne furono entusiasti, come personaggi del calibro di John Davison Rockefeller, Sarah Bernhardt e persino Frédéric Auguste Bartholdi, che se fece costruire uno su misura per spedire a New York il delicato prototipo in argilla della Statua della Libertà. Louis escogitò anche una soluzione per proteggere il contenuto dei bauli nel 1886, insieme al figlio Georges, grazie ad un innovativo sistema di chiusura a cinque tamburi a molla. Il grande inventore morì il 27 febbraio 1892, lasciando le redini del brand al figlio Georges, che da Louis aveva ereditato la straordinaria caparbia e l’indole visionaria. Nel 1896 venne ideato il celeberrimo Monogram, creato da Georges da un pattern in cui le lettere LV si alternano al disegno di un quadrifoglio e a quello del suo negativo, ispirato alle decorazioni realizzate anni prima da Louis sulle piastrelle della cucina della casa di famiglia ad Asnières. Oggi il brand Vuitton è uno dei più noti dei mondo grazie alle numerose innovazioni, come la linea di travel bags e handbags alla quale il fondatore aveva cominciato a lavorare negli ultimi anni della sua vita, seguendo i bisogni e i desideri di uomini e donne. Read the full article
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