#apuleio
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Fu così che l'innocente Psiche, senza accorgersene, s'innamorò di Amore. E subito arse di desiderio per lui e gli si abbandonò sopra e con le labbra schiuse per il piacere, di furia, temendo che si destasse, cominciò a baciarlo tutto con baci lunghi e lascivi.
Sic ignara Psyche sponte in Amoris incidit amorem. Tunc magis magisque cupidine fraglans Cupidinis prona in eum efflictim inhians patulis ac petulantibus saviis festinanter ingestis de somni mensura metuebat
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«Psiche, senza accorgersene, s’innamorò di Amore e subito arse di desiderio per lui e gli si abbandonò sopra e con labbra schiuse per il piacere, di furia, temendo che si destasse, cominciò a baciarlo tutto, con baci lunghi e lascivi. Ma mentre l’anima sua s’abbandonava a quel piacere, la lucerna maligna e invidiosa, quasi volesse toccare e baciare anch’essa quel corpo così bello, lasciò cadere dall’orlo del lucignolo sulla spalla destra del dio una goccia d’olio ardente.»
Ma quanto è attuale? Finalmente vediamo una donna che abbraccia, bacia, che desidera un uomo! Trovo che questa favola, oltre ad essere molto bella, apra gli occhi su un passato troppo spesso dimenticato, ignorato, sottovalutato e, a maggior ragione, lo consiglio davvero a tutti!
#apuleio#Amore e Psiche#classici#adone#marino#giambattista marino#barocco#Letture#lettura#il vizio di leggere#analisi#analizzare
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"Bevi, Psiche, e sii immortale! Amore non sarà mai sciolto dal vincolo che lo unisce a te. Da oggi voi site sposi per tutta l'eternità.”
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"Tu non sai una cosa: che i pregiudizi senz'ombra di verità rendono del tutto incredulo l'uomo innanzi a quei fatti che egli creda di non aver mai sentito o visto, o che comunque per la loro difficoltà gli sembrino al di sopra della sua comprensione. Ma esamina questi fatti con un po' più d'attenzione. Ti accorgerai allora che non solo riescono evidenti alla mente, ma anche son facili a realizzarsi."
Apuleio, L'asino d'oro o le metamorfosi
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"Angelica o la notte di maggio", non è soltanto, come a prima vista evidente, un raffinatissimo testo
Il romanzo che Alberto Savinio pubblica nel 1924, dal titolo Angelica o la notte di maggio, non è soltanto, come a prima vista evidente, un raffinatissimo testo che in modo libero si ispira all’apuleiana fabula di Amore e Psiche, ma è anche la più impressionante riscrittura dell’intero romanzo delle Metamorfosi che sia mai stata fatta, intendendo questo nel senso della sua portata esegetica e…
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"Angelica o la notte di maggio", non è soltanto, come a prima vista evidente, un raffinatissimo testo
Il romanzo che Alberto Savinio pubblica nel 1924, dal titolo Angelica o la notte di maggio, non è soltanto, come a prima vista evidente, un raffinatissimo testo che in modo libero si ispira all’apuleiana fabula di Amore e Psiche, ma è anche la più impressionante riscrittura dell’intero romanzo delle Metamorfosi che sia mai stata fatta, intendendo questo nel senso della sua portata esegetica e…
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A Bergamo Alta, in questo locale storico dal nome mesopotamico e dalle atmosfere ellenistiche, si può gustare un gelato all'essenza di rosa. Così anch'io ho mangiato le rose🌹 🌹 🌹
Rito degno di una metamorfosi apuleiana.
In Bergamo Alta, in this historic venue with a Mesopotamian name and Hellenistic atmosphere, you can enjoy a rose essence ice cream. So I ate roses too🌹 🌹 🌹
Rite worthy of an Apuleian metamorphosis.
#writing#books and art#art#media#poetry#margininversi#Claudia Ciardi#Kunst#Bergamo#Lombardia#Italia#locali storici#cities#Italy#made in italy#traditions#roses#Apuleio#metamorphosis#latin literature#Babilonia#ice cream
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La favola di Amore e Psiche è racchiusa nelle Metaformosi di Apuleio. Il termine Psiche in greco fa riferimento all'anima e la scelta di questo nome per la protagonista non è casuale.
Nella favola Psiche rappresenta l'amore immaginato o platonico. Si fa riferimento alla concezione platonica di amore per cui l'uomo è un essere diviso tra anima e corpo e la bellezza di cui ci si innamora è un ricordo della bellezza ideale.
Psiche viene descritta come una fanciulla che soffre di solitudine ma è venerata da tutti gli uomini. La vendetta della dea Venere costringe i genitori della ragazza a portarla su una rupe dove dovrà incontrare un uomo vile, meschino che sarà denominato Amore.
Nel racconto Psiche corrisponde alla persona che immagina come sarà il suo amore, a una persona che idealizza il suo prototipo ideale e costruisce attorno a esso delle immagini.
Un altro modo per definire il personaggio di Psiche in psicologia è "Sindrome di Amelie". L'espressione fa riferimento al film "Il favoloso mondo di Amelie" nel quale il personaggio “terapeuta” Raymond Dufayel (il suo vicino di casa con le ossa di vetro) coglierà perfettamente nel segno la giovane ragazza dicendo “Lei preferisce immaginare un rapporto con qualcuno che non c’è, piuttosto che creare un legame con quelli che sono qui con lei”.
Psiche non vuole un uomo in carne ed ossa, ma è costretta infatti a scegliere Amore che dai suoi racconti alle sorelle non ha sempre la stessa sembianza ma assume caratteristiche umane fisiche sempre diverse perchè Amore la mette in guardia dal non rivelare mai il suo aspetto.
L'amore platonico di Psiche nasce perchè ha delle mancanze di affetto, mancanza di sguardi e di carezze reali che la costringono a immaginare e a vivere desiderando qualcosa che nella realtà non c'è.
Psiche nel racconto infatti viene descritta così:" Frattanto Psiche non ricavava alcun frutto da quella sua bellezza straordinaria di cui era consapevole. Era guardata da tutti, tutti ne tessevano le lodi, ma non c'era nessuno, nè re nè figlio di re, e neanche un uomo qualsiasi che si presentasse a chiedere la sua mano. Ne ammiravano la divina bellezza, ma la ammiravano come quella di una statua splendidamente scolpita."
" Ma Psiche, rimasta in casa, vergine e sola, non faceva altro che piangere nella sua desolata solitudine. Sofferente nel corpo, ferita nell'anima, odiava quella sua bellezza che piaceva tanto a tutti."
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"Per vivere, proprio come per nuotare, va meglio chi è più privo di pesi, ché anche nella tempesta della vita umana le cose leggiere servono a sostenere, quelle pesanti a far affondare" Lucio Apuleio
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Mente delirava ferita dall’eccitazione di quell’indicibile piacere, la lucerna, o per malvagia perfidia o per odiosa gelosia o perché desiderosa anch’essa di toccare è quasi di baciare un corpo così bello, fece schizzare fuori dalla punta della sua fiamma una goccia di olio sulla spalla destra del Dio.
Oh audace e temeraria lucerna, vile strumento d’amore, tu hai osato bruciare il Dio di ogni fuoco, tu che sei stata certamente inventata da un innamorato che voleva godere più a lungo, anche di notte, le dolcezze tanto desiderate!
Così il Dio, sentendosi scottare, balzò su dal letto e vide l’oltraggio è il tradimento di ogni promessa di fedeltà. Senza dire una parola volò via, sfuggendo ai baci e alle mani dell’infelicissima sposa.
Ma Psiche, mentre egli si alzava in volo, si aggrappò al piede destro del Dio con tutta la sua forza, come una miserabile appendice di quel sublime innalzamento, e continuò così a seguirli ancora per le regioni nuvolose del cielo, finché esausta so abbatté al suolo.
Il divino amante non la abbandonò così buttata per terra, ma volò su un cipresso lì vicino è profondamente commosso le parlò in questo modo:
“Proprio io, mia ingenua Psiche, proprio io disobbedendo ai comandi di mia madre Venere che ti voleva innamorata di un uomo miserabile e abbietto, condannata a sposarlo, sono volato da te e sono divenuto il tuo sposo. Ho agito con troppa leggerezza, lo so; io, il famosissimo arciere, mi sono ferito con le mie stesse armi perché tu poi mi credessi una bestia e volessi con un’arma tagliarmi la testa, quella testa che porta gli occhi innamorato di te! Eppure in ogni momento io ti mettevo in guardia contro un tale pericolo è più di una volta ti ho amorosamente avvertito! Ma quelle tue consigliere avranno il classico che si meritano per i loro malvagi insegnamenti; tu invece sarai punita soltanto con la mia fuga”.
E, dopo aver parlato in questo modo, si levò rapidamente in alto sulle ali.
#apuleio#amore e psiche#la favola di amore e psiche#Giambattista Marino#Adobe#barocco#letteratura#amore#mitologia#mitología#mito tempo
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Voglio raccontarvi una storia...
È lunghetta vi avviso, però, almeno secondo me interessante.
"Quando la bellezza non basta"
Ho una cara amica bellissima (lo è ancora oggi, nonna di un nipotino bello quanto lei) che soffre di una profonda insicurezza.
Da ragazza era molto corteggiata, eppure non si è mai sentita bella
e la sua insicurezza ha sempre compromesso la sua serenità.
Ho pensato a lei ammirando questo dipinto di Waterhouse: "Psiche che apre la scatola d'oro".
Non sto a raccontarvi il mito, storia avventurosa piuttosto complicata (inserita da Apuleio nel suo "L'asino d'oro"). Potete trovarla sul web, se ne avete voglia, ma vi narro in sintesi il punto focale.
Eros, splendido dio dell'amore,
si innamora (contraccambiato) di Psiche. Tuttavia Venere, madre di lui, non tollera che esista al mondo un'altra donna stupenda quanto lei... o anche di più. Quindi la allontana dal figlio e la sottopone a una serie
di terribili prove.
Tra queste, la invita a scendere agli Inferi a prendere un cofanetto dove,
a suo dire, Proserpina conserva la sua eccezionale bellezza.
Psiche si fida, va e lo apre, ma in realtà nel cofanetto c'è solo una nebbia malefica che la fa cadere in un sonno infernale.
Rispetto ai miti dell'epoca questa favola, stranamente, finisce bene: Eros, che non ha mai smesso di cercarla, la salva, intercede presso suo padre Giove, chiede la ragazza
in sposa e la porta con sè nell'Olimpo.
L’episodio mi ricorda la storia di Pandora, (anche lei vittima della sua curiosità), ma si arricchisce di un elemento sottovalutato: la donna più bella del mondo - talmente bella da far invidia a Venere stessa - è insicura al punto da voler prendere la bellezza di un’altra perché pensa che la sua non le basti...
Perchè l'ingenua Psiche ha desiderato la bellezza di Proserpina, rischiando conseguenze letali?
Ma perché non ha fiducia in se stessa, teme che l'abbandono di Eros sia colpa sua e dipenda dal suo aspetto e dal non essere all'altezza!
La morale l'avete già capita, no?
Non facciamoci sopraffare dall’insicurezza, guardiamoci con stima, riconosciamo il nostro valore. È unico e irripetibile e non dobbiamo dipendere dal giudizio degli altri per riconoscerlo!
🎨 John William Waterhouse
pittore britannico
(1849-1917)
"Psiche che apre la scatola d'oro"
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Quanto al tuo volto, io non cerco più di scoprirlo, ormai non mi turbano più neanche le tenebre della notte: ho te, e tu sei la mia luce.
Apuleio
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Perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi la passione.
Apuleio, Amore e Psiche
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Ho pensato spesso all'amore, inteso come sentimento, talmente tante volte che credo sia stato un unico pensiero. Che mi ha accompagnato nel corso della mia vita.
Non ho mai compreso se davvero io abbia mai amato, se ne sono stato davvero capace. Essendo cresciuto in un ambiente anaffettivo.
Un dubbio. Spesso ho pensato come risposta che in fondo, come ogni cosa, si può sempre imparare ad amare. Come s'impara l'amore per i propri figli quando diventi genitore, come quando impari a soffrire nel dolore o a mantenere la calma quando tutto intorno è il caos.
Che poi "imparare" non è neanche il verbo giusto, forse è più adatto "scoprire". Perché certe capacita o si hanno dentro oppure è difficile produrle a comando. Ho citato il dolore prima. Si può imparare a soffrire fisicamente gestendo il dolore, ma la sofferenza interiore o la sai sopportare di natura o implodi.
Sapete quando si parla di risorse interne, quelle capacità inaspettate che escono nel momento del bisogno. Ecco questo intendo.
Penso che per saper dare valore all'amore bisogna non averne mai abusato. Come quando brancoli nel buio, i tuoi occhi poi si abituano e cominciano a vedere gli ostacoli e gli oggetti anche senza la luce. Se sei stato nel buio dell'indifferenza un raggio d'amore lo noti subito seguendolo senza indugi.
Senza un perché senza calcoli, del resto "fu così che l'innocente Psiche, senza accorgersene, s'innamorò di Amore". Come scritto ne La favola di Amore e Psiche di Apuleio.
Ti accorgi che il sentimento verso una persona cambia quando per lei si trova sempre un minuto, da dedicarle, quando questa persona si sente desiderata da te. Quando noti che i suoi occhi reagiscono al tuo sguardo dilatandosi, come quelli di un gatto in penombra.
Ultimamente mi chiedo come si possa vivere senza provare sentimenti, emozioni o passioni. Come quelli che dicono di non provare nulla. Quasi come se fosse un super potere di cui vantarsi.
Mentre io provo tutto, anche quando non sarebbero affari miei o fatti della mia vita. A volte, di alcune persone, sento la loro profondità. Una profondità che tocca vette altissime, rendendole ai miei occhi come persone speciali.
Con alcuni sentimenti bisogna proteggersi, come se fossero una brutta influenza, perché debilitano lo spirito e il corpo. Fanno perdere il tempo, che è prezioso.
I sentimenti generano impulsi, che si chiamano emozioni.
Le emozioni, in quanto tali, prima o poi se ne andranno. Credo.
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“ Il primo bicchiere è per la sete,
il secondo per l’allegria,
il terzo per la voluttà,
il quarto per la pazzia.”
Apuleio
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