#anfore terracotta per vino
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Vinificazione
Vinificazione
La vinificazione è il processo di produzione del vino, che prevede la trasformazione del mosto d’uva in vino attraverso una serie di processi chimici e biologici.
Il processo di vinificazione si divide generalmente in due fasi principali: la fermentazione alcolica e la maturazione. La fermentazione alcolica prevede l’utilizzo dei lieviti per convertire gli zuccheri presenti nel mosto d’uva in alcol etilico e anidride carbonica. Durante questo processo, le sostanze aromatiche e i coloranti del vino si sviluppano gradualmente. La fermentazione può durare da alcuni giorni a diverse settimane, a seconda delle caratteristiche del mosto e delle condizioni di fermentazione.
Una volta terminata la fermentazione alcolica, il vino viene sottoposto alla maturazione, che può avvenire in vari contenitori, come botti di legno, tini di acciaio o cemento. Durante la maturazione, le sostanze presenti nel vino si combinano e si trasformano, sviluppando ulteriormente i suoi caratteri organolettici.
Durante tutto il processo di vinificazione, sono fondamentali la pulizia e l’igiene degli strumenti utilizzati, per evitare la contaminazione del mosto e del vino da parte di batteri e altri microorganismi. Inoltre, il processo di vinificazione varia in base alle caratteristiche delle uve utilizzate, alle tradizioni locali e alla tecnologia utilizzata.
Ci sono diversi sistemi di vinificazione, ognuno dei quali mira a produrre un vino con caratteristiche specifiche. Ecco alcuni dei sistemi di vinificazione più comuni:
Vinificazione in rosso: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini rossi e consiste nella fermentazione del mosto in presenza delle bucce delle uve rosse. Le bucce contengono pigmenti e tannini che conferiscono al vino colore, corpo e struttura.
Vinificazione in bianco: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini bianchi e prevede la separazione immediata delle bucce dalle uve appena raccolte. Il mosto viene quindi fermentato senza le bucce, in modo da ottenere un vino chiaro e delicato.
Vinificazione in rosato: questa tecnica prevede una breve macerazione delle bucce delle uve rosse nel mosto, in modo da conferire al vino un colore rosato. La durata della macerazione può variare da poche ore a qualche giorno, a seconda del risultato desiderato.
Vinificazione in recioto: questa tecnica prevede la raccolta delle uve dopo che sono state appassite sul ceppo per un certo periodo di tempo. In questo modo, gli zuccheri delle uve si concentrano, producendo un vino dolce e aromatico.
Vinificazione in appassimento: questa tecnica prevede l’appassimento delle uve su graticci per un certo periodo di tempo, in modo che gli zuccheri si concentrino. Le uve appassite vengono poi utilizzate per produrre vini corposi e intensi.
Vinificazione in botte: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in botti di legno per un certo periodo di tempo. Durante questo periodo, il vino acquisisce aromi e sapori derivanti dal legno, conferendo al vino una maggiore complessità e profondità.
Vinificazione in acciaio: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in serbatoi di acciaio inox. In questo modo, il vino non entra in contatto con il legno, mantenendo il suo sapore originale e la sua freschezza.
Vinificazione in anfora: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in anfore di terracotta. Questo metodo, che risale all’antichità, conferisce al vino un sapore particolare e unico, grazie all’assenza di contatto con il legno e all’interazione con la terracotta.
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La vinificazione è il processo di produzione del vino, che prevede la trasformazione del mosto d’uva in vino attraverso una serie di processi chimici e biologici.
Il processo di vinificazione si divide generalmente in due fasi principali: la fermentazione alcolica e la maturazione. La fermentazione alcolica prevede l’utilizzo dei lieviti per convertire gli zuccheri presenti nel mosto d’uva in alcol etilico e anidride carbonica. Durante questo processo, le sostanze aromatiche e i coloranti del vino si sviluppano gradualmente. La fermentazione può durare da alcuni giorni a diverse settimane, a seconda delle caratteristiche del mosto e delle condizioni di fermentazione.
Una volta terminata la fermentazione alcolica, il vino viene sottoposto alla maturazione, che può avvenire in vari contenitori, come botti di legno, tini di acciaio o cemento. Durante la maturazione, le sostanze presenti nel vino si combinano e si trasformano, sviluppando ulteriormente i suoi caratteri organolettici.
Durante tutto il processo di vinificazione, sono fondamentali la pulizia e l’igiene degli strumenti utilizzati, per evitare la contaminazione del mosto e del vino da parte di batteri e altri microorganismi. Inoltre, il processo di vinificazione varia in base alle caratteristiche delle uve utilizzate, alle tradizioni locali e alla tecnologia utilizzata.
Ci sono diversi sistemi di vinificazione, ognuno dei quali mira a produrre un vino con caratteristiche specifiche. Ecco alcuni dei sistemi di vinificazione più comuni:
Vinificazione in rosso: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini rossi e consiste nella fermentazione del mosto in presenza delle bucce delle uve rosse. Le bucce contengono pigmenti e tannini che conferiscono al vino colore, corpo e struttura.
Vinificazione in bianco: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini bianchi e prevede la separazione immediata delle bucce dalle uve appena raccolte. Il mosto viene quindi fermentato senza le bucce, in modo da ottenere un vino chiaro e delicato.
Vinificazione in rosato: questa tecnica prevede una breve macerazione delle bucce delle uve rosse nel mosto, in modo da conferire al vino un colore rosato. La durata della macerazione può variare da poche ore a qualche giorno, a seconda del risultato desiderato.
Vinificazione in recioto: questa tecnica prevede la raccolta delle uve dopo che sono state appassite sul ceppo per un certo periodo di tempo. In questo modo, gli zuccheri delle uve si concentrano, producendo un vino dolce e aromatico.
Vinificazione in appassimento: questa tecnica prevede l’appassimento delle uve su graticci per un certo periodo di tempo, in modo che gli zuccheri si concentrino. Le uve appassite vengono poi utilizzate per produrre vini corposi e intensi.
Vinificazione in botte: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in botti di legno per un certo periodo di tempo. Durante questo periodo, il vino acquisisce aromi e sapori derivanti dal legno, conferendo al vino una maggiore complessità e profondità.
Vinificazione in acciaio: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in serbatoi di acciaio inox. In questo modo, il vino non entra in contatto con il legno, mantenendo il suo sapore originale e la sua freschezza.
Vinificazione in anfora: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in anfore di terracotta. Questo metodo, che risale all’antichità, conferisce al vino un sapore particolare e unico, grazie all’assenza di contatto con il legno e all’interazione con la terracotta.
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La vinificazione è il processo di produzione del vino, che prevede la trasformazione del mosto d’uva in vino attraverso una serie di processi chimici e biologici.
Il processo di vinificazione si divide generalmente in due fasi principali: la fermentazione alcolica e la maturazione. La fermentazione alcolica prevede l’utilizzo dei lieviti per convertire gli zuccheri presenti nel mosto d’uva in alcol etilico e anidride carbonica. Durante questo processo, le sostanze aromatiche e i coloranti del vino si sviluppano gradualmente. La fermentazione può durare da alcuni giorni a diverse settimane, a seconda delle caratteristiche del mosto e delle condizioni di fermentazione.
Una volta terminata la fermentazione alcolica, il vino viene sottoposto alla maturazione, che può avvenire in vari contenitori, come botti di legno, tini di acciaio o cemento. Durante la maturazione, le sostanze presenti nel vino si combinano e si trasformano, sviluppando ulteriormente i suoi caratteri organolettici.
Durante tutto il processo di vinificazione, sono fondamentali la pulizia e l’igiene degli strumenti utilizzati, per evitare la contaminazione del mosto e del vino da parte di batteri e altri microorganismi. Inoltre, il processo di vinificazione varia in base alle caratteristiche delle uve utilizzate, alle tradizioni locali e alla tecnologia utilizzata.
Ci sono diversi sistemi di vinificazione, ognuno dei quali mira a produrre un vino con caratteristiche specifiche. Ecco alcuni dei sistemi di vinificazione più comuni:
Vinificazione in rosso: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini rossi e consiste nella fermentazione del mosto in presenza delle bucce delle uve rosse. Le bucce contengono pigmenti e tannini che conferiscono al vino colore, corpo e struttura.
Vinificazione in bianco: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini bianchi e prevede la separazione immediata delle bucce dalle uve appena raccolte. Il mosto viene quindi fermentato senza le bucce, in modo da ottenere un vino chiaro e delicato.
Vinificazione in rosato: questa tecnica prevede una breve macerazione delle bucce delle uve rosse nel mosto, in modo da conferire al vino un colore rosato. La durata della macerazione può variare da poche ore a qualche giorno, a seconda del risultato desiderato.
Vinificazione in recioto: questa tecnica prevede la raccolta delle uve dopo che sono state appassite sul ceppo per un certo periodo di tempo. In questo modo, gli zuccheri delle uve si concentrano, producendo un vino dolce e aromatico.
Vinificazione in appassimento: questa tecnica prevede l’appassimento delle uve su graticci per un certo periodo di tempo, in modo che gli zuccheri si concentrino. Le uve appassite vengono poi utilizzate per produrre vini corposi e intensi.
Vinificazione in botte: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in botti di legno per un certo periodo di tempo. Durante questo periodo, il vino acquisisce aromi e sapori derivanti dal legno, conferendo al vino una maggiore complessità e profondità.
Vinificazione in acciaio: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in serbatoi di acciaio inox. In questo modo, il vino non entra in contatto con il legno, mantenendo il suo sapore originale e la sua freschezza.
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Il processo di vinificazione si divide generalmente in due fasi principali: la fermentazione alcolica e la maturazione. La fermentazione alcolica prevede l’utilizzo dei lieviti per convertire gli zuccheri presenti nel mosto d’uva in alcol etilico e anidride carbonica. Durante questo processo, le sostanze aromatiche e i coloranti del vino si sviluppano gradualmente. La fermentazione può durare da alcuni giorni a diverse settimane, a seconda delle caratteristiche del mosto e delle condizioni di fermentazione.
Una volta terminata la fermentazione alcolica, il vino viene sottoposto alla maturazione, che può avvenire in vari contenitori, come botti di legno, tini di acciaio o cemento. Durante la maturazione, le sostanze presenti nel vino si combinano e si trasformano, sviluppando ulteriormente i suoi caratteri organolettici.
Durante tutto il processo di vinificazione, sono fondamentali la pulizia e l’igiene degli strumenti utilizzati, per evitare la contaminazione del mosto e del vino da parte di batteri e altri microorganismi. Inoltre, il processo di vinificazione varia in base alle caratteristiche delle uve utilizzate, alle tradizioni locali e alla tecnologia utilizzata.
Ci sono diversi sistemi di vinificazione, ognuno dei quali mira a produrre un vino con caratteristiche specifiche. Ecco alcuni dei sistemi di vinificazione più comuni:
Vinificazione in rosso: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini rossi e consiste nella fermentazione del mosto in presenza delle bucce delle uve rosse. Le bucce contengono pigmenti e tannini che conferiscono al vino colore, corpo e struttura.
Vinificazione in bianco: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini bianchi e prevede la separazione immediata delle bucce dalle uve appena raccolte. Il mosto viene quindi fermentato senza le bucce, in modo da ottenere un vino chiaro e delicato.
Vinificazione in rosato: questa tecnica prevede una breve macerazione delle bucce delle uve rosse nel mosto, in modo da conferire al vino un colore rosato. La durata della macerazione può variare da poche ore a qualche giorno, a seconda del risultato desiderato.
Vinificazione in recioto: questa tecnica prevede la raccolta delle uve dopo che sono state appassite sul ceppo per un certo periodo di tempo. In questo modo, gli zuccheri delle uve si concentrano, producendo un vino dolce e aromatico.
Vinificazione in appassimento: questa tecnica prevede l’appassimento delle uve su graticci per un certo periodo di tempo, in modo che gli zuccheri si concentrino. Le uve appassite vengono poi utilizzate per produrre vini corposi e intensi.
Vinificazione in botte: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in botti di legno per un certo periodo di tempo. Durante questo periodo, il vino acquisisce aromi e sapori derivanti dal legno, conferendo al vino una maggiore complessità e profondità.
Vinificazione in acciaio: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in serbatoi di acciaio inox. In questo modo, il vino non entra in contatto con il legno, mantenendo il suo sapore originale e la sua freschezza.
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La vinificazione è il processo di produzione del vino, che prevede la trasformazione del mosto d’uva in vino attraverso una serie di processi chimici e biologici.
Il processo di vinificazione si divide generalmente in due fasi principali: la fermentazione alcolica e la maturazione. La fermentazione alcolica prevede l’utilizzo dei lieviti per convertire gli zuccheri presenti nel mosto d’uva in alcol etilico e anidride carbonica. Durante questo processo, le sostanze aromatiche e i coloranti del vino si sviluppano gradualmente. La fermentazione può durare da alcuni giorni a diverse settimane, a seconda delle caratteristiche del mosto e delle condizioni di fermentazione.
Una volta terminata la fermentazione alcolica, il vino viene sottoposto alla maturazione, che può avvenire in vari contenitori, come botti di legno, tini di acciaio o cemento. Durante la maturazione, le sostanze presenti nel vino si combinano e si trasformano, sviluppando ulteriormente i suoi caratteri organolettici.
Durante tutto il processo di vinificazione, sono fondamentali la pulizia e l’igiene degli strumenti utilizzati, per evitare la contaminazione del mosto e del vino da parte di batteri e altri microorganismi. Inoltre, il processo di vinificazione varia in base alle caratteristiche delle uve utilizzate, alle tradizioni locali e alla tecnologia utilizzata.
Ci sono diversi sistemi di vinificazione, ognuno dei quali mira a produrre un vino con caratteristiche specifiche. Ecco alcuni dei sistemi di vinificazione più comuni:
Vinificazione in rosso: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini rossi e consiste nella fermentazione del mosto in presenza delle bucce delle uve rosse. Le bucce contengono pigmenti e tannini che conferiscono al vino colore, corpo e struttura.
Vinificazione in bianco: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini bianchi e prevede la separazione immediata delle bucce dalle uve appena raccolte. Il mosto viene quindi fermentato senza le bucce, in modo da ottenere un vino chiaro e delicato.
Vinificazione in rosato: questa tecnica prevede una breve macerazione delle bucce delle uve rosse nel mosto, in modo da conferire al vino un colore rosato. La durata della macerazione può variare da poche ore a qualche giorno, a seconda del risultato desiderato.
Vinificazione in recioto: questa tecnica prevede la raccolta delle uve dopo che sono state appassite sul ceppo per un certo periodo di tempo. In questo modo, gli zuccheri delle uve si concentrano, producendo un vino dolce e aromatico.
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Una volta terminata la fermentazione alcolica, il vino viene sottoposto alla maturazione, che può avvenire in vari contenitori, come botti di legno, tini di acciaio o cemento. Durante la maturazione, le sostanze presenti nel vino si combinano e si trasformano, sviluppando ulteriormente i suoi caratteri organolettici.
Durante tutto il processo di vinificazione, sono fondamentali la pulizia e l’igiene degli strumenti utilizzati, per evitare la contaminazione del mosto e del vino da parte di batteri e altri microorganismi. Inoltre, il processo di vinificazione varia in base alle caratteristiche delle uve utilizzate, alle tradizioni locali e alla tecnologia utilizzata.
Ci sono diversi sistemi di vinificazione, ognuno dei quali mira a produrre un vino con caratteristiche specifiche. Ecco alcuni dei sistemi di vinificazione più comuni:
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Vinificazione in bianco: questa tecnica viene utilizzata per la produzione di vini bianchi e prevede la separazione immediata delle bucce dalle uve appena raccolte. Il mosto viene quindi fermentato senza le bucce, in modo da ottenere un vino chiaro e delicato.
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Vinificazione in botte: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in botti di legno per un certo periodo di tempo. Durante questo periodo, il vino acquisisce aromi e sapori derivanti dal legno, conferendo al vino una maggiore complessità e profondità.
Vinificazione in acciaio: questa tecnica prevede l’affinamento del vino in serbatoi di acciaio inox. In questo modo, il vino non entra in contatto con il legno, mantenendo il suo sapore originale e la sua freschezza.
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Antonelli San Marco 🇮🇹 Italia, Umbria Una delle più storiche tenute dell’Umbria, locata a Montefalco: la famiglia Antonelli (originaria di Spoleto) è qui presente dal 1881 con 5 generazioni di viticoltori, fino a Filippo che dal 1986 decide di attuare numerose innovazioni. Con i suoi 170 ettari di terreno (boschi, oliveti, allevamenti) di cui 50 vitati, è una realtà molto estesa, a un’altezza di 350 m su suoli argillosi e calcarei. L’azienda si fregia della certificazione biologica dal 2012 e coltiva viti di 15-30 anni, sia vitigni rossi e bianchi. L’antica casa padronale è disposta al centro dei possedimenti ma l’edificio di vinificazione è moderno e tecnologico. Sagrantino, Grechetto e Trebbiano Spoletino sono esposti a sud e ovest. La vinificazione e la svinatura avvengono per gravità, preservando le uve e la loro ricchezza polifenolica. I metodi di affinamento coinvolgono ceramica, anfore di terracotta e botti troncoconiche in cemento oltre ai nuovi tulipani. La ricerca continua riesce tuttavia a non disperdere l’identità di questa cantina, di riferimento per tutto il Montefalco. Il maggior riguardo è sicuramente verso il Sagrantino, vino storico di quest’area e protagonista di un processo di zonazione e da Antonelli è diviso in due Crus (Chiusa di Pannone e Molino dell’Attone). #antonellisanmarco #anteprimatonda #trebbianospoletino #degustameet #viniumbri #umbriawines #winestagram #instawine #vignaioliindipendenti (presso Cantina Antonelli) https://www.instagram.com/p/CozZsfqNFHE/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#antonellisanmarco#anteprimatonda#trebbianospoletino#degustameet#viniumbri#umbriawines#winestagram#instawine#vignaioliindipendenti
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Alentejo: Vidigueira tra vini, arte e tradizioni millenarie
Alentejo: Vidigueira tra vini, arte e tradizioni millenarie. #portogallo #alentejo
Che amo profondamente l’Alentejo, se mi seguite da un po’, lo sapete oramai. Devo però ammettere che non lo conosco ancora come vorrei. Approfittando di una vacanza, abbiamo deciso di organizzare un tre giorni (che poi si sono trasformati in cinque) a Vidigueira nel basso Alentejo. Cosa abbiamo scoperto e perché abbiamo prolungato la vacanza? Continuate a leggere per scoprirlo. Quando ho…
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#adega cooperativa vidigueira alvito cuba#alentejo cosa visitare#alentejo dove andare#alentejo portogallo#alentejo quinta do carmo#alla scoperta del portogallo#alloggio vidigueira alentejo portogallo#anfore terracotta per vino#artigianatao alentejo#artigiano talha terracotta vidigueira alentejo#basso alentejo cosa visitare#blogger italiana portogallo#casas da vidigueira#cosa visitare portogallo#cosa visitare vidigueira#curiosità portogallo#dove dormire a vidigueira basso alentejo#fine settimana in portogallo#gite fuori porta lisbona#in portogallo con lilly#italiani in portogallo#itinerario portogallo#liliana navarra#manuel carvalho artigiano vidigueira#pillole di portogallo#Portogallo#portogallo imperdibile#portogallo in auto#portogallo insolito#portogallo non turistico
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Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Dante e il Vino nel medioevo Se noi parliamo di vino nel Medioevo, non possiamo astenerci del padre della lingua Italiana il sommo poeta Dante Alighieri, lui ci concede questa definizione sul nettare del Dio Bacco: il vino nasce dalla fusione ottima fra il calore del sole e gli umori terrestri della vite. Da classico uomo del Medioevo Dante non vuole soffermarsi a parlare del vino, utilizza questa definizione come metafora al fine di arrivare a una elaborazione di un concetto religioso, incomincia a parlare dicendo che nel momento in cui Dio immette nel feto l’anima intellettiva, cosa che distingue l’uomo da tutti gli esseri viventi. Con questo gesto, l’anima composta dal suo intelletto riprende in sé le due anime naturali, espressione fin dalla fecondazione quella vegetativa simile con le piante, e quella sensitiva, specifica degli animali. Il vino il sangue di Cristo I diverse significati, che danno dell’umanità viene sempre ricondotto al vino. Tutto questo pensiero rispecchia fondamentalmente la concezione dell’uomo medievale, per il quale il vino rappresenta una bevanda da bere , da scambiare dal punto di vista commerciale, ma esprime anche il sangue del Cristo, espressione religiosa per antonomasia, pieno di significati . Il vino e il Demonio Il vino per il pensiero del tempo esprime un abuso o vizio decadente, per questi motivi teologici la Chiesa odia il vino e lo denigra dal punto di vista morale e religioso, vedendo in lui un’espressione subdola del demonio, anche se il vino viene usato dai religiosi durante la celebrazione della sacra Messa. Il vino e la Chiesa nel medioevo Questo rapporto di amore e odio che ha la Chiesa verso il vino provoca indirettamente una buona produzione di questa blasfema bevanda, infatti in Italia nel basso Medioevo, quello dei Comuni si produce una grande quantità di vino. Come si faceva il vino nel medioevo? L’Italia divenne il centro del commercio di tutti i vini e di tutto il mediterraneo e verso l’Europa Continentale (si passò dall’antichità al Medioevo usando al posto dell’anfora botte di legno, come alcuni sanno la vinificazione ebbe un’evoluzione si adoperarono anfore in terracotta rese impermeabili dalla cera, resine, gesso e pece, mentre nel Medioevo si impose l’utilizzo del legno ritenuto più idoneo per una funzione conservativa ) anche se con l’avvento dell’epoca Medievale si persero alcune tecniche di vinificazione produttiva che si erano realizzate in epoca romana, quindi assistiamo ad un arretramento della produzione vitivinicola. Questa differenza di tecniche di produzione si evince in epoca Medievale, mentre nel periodo del tardo impero romano si erano varie tipologie di vini da quelli a prezzi abbordabili a quelli molto raffinati, cioè vini fermi e frizzanti fino ad arrivare a un vino territoriale, ovviamente si andava al tempo di Roma dal vino che si prestava ad essere invecchiato a quello consumabile subito. Cosa bevevano nel medioevo? Nel Medioevo si tornò ad una produzione di vino primordiale e semplice a quelli che riuscivano a conservarsi oltre i sei mesi di vita, dovranno passare secoli prima che gli uomini … Leggi tutto
https://online-wine-shop.com/il-vino-nel-medio-evo-ai-tempi-di-dante-alighieri/
#cantine nel medioevo#come si faceva il vino nel medioevo#il vino nel rinascimento#la storia del vino riassunto#storia del vino#storia del vino in italia
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Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Dante e il Vino nel medioevo Se noi parliamo di vino nel Medioevo, non possiamo astenerci del padre della lingua Italiana il sommo poeta Dante Alighieri, lui ci concede questa definizione sul nettare del Dio Bacco: il vino nasce dalla fusione ottima fra il calore del sole e gli umori terrestri della vite. Da classico uomo del Medioevo Dante non vuole soffermarsi a parlare del vino, utilizza questa definizione come metafora al fine di arrivare a una elaborazione di un concetto religioso, incomincia a parlare dicendo che nel momento in cui Dio immette nel feto l’anima intellettiva, cosa che distingue l’uomo da tutti gli esseri viventi. Con questo gesto, l’anima composta dal suo intelletto riprende in sé le due anime naturali, espressione fin dalla fecondazione quella vegetativa simile con le piante, e quella sensitiva, specifica degli animali. Il vino il sangue di Cristo I diverse significati, che danno dell’umanità viene sempre ricondotto al vino. Tutto questo pensiero rispecchia fondamentalmente la concezione dell’uomo medievale, per il quale il vino rappresenta una bevanda da bere , da scambiare dal punto di vista commerciale, ma esprime anche il sangue del Cristo, espressione religiosa per antonomasia, pieno di significati . Il vino e il Demonio Il vino per il pensiero del tempo esprime un abuso o vizio decadente, per questi motivi teologici la Chiesa odia il vino e lo denigra dal punto di vista morale e religioso, vedendo in lui un’espressione subdola del demonio, anche se il vino viene usato dai religiosi durante la celebrazione della sacra Messa. Il vino e la Chiesa nel medioevo Questo rapporto di amore e odio che ha la Chiesa verso il vino provoca indirettamente una buona produzione di questa blasfema bevanda, infatti in Italia nel basso Medioevo, quello dei Comuni si produce una grande quantità di vino. Come si faceva il vino nel medioevo? L’Italia divenne il centro del commercio di tutti i vini e di tutto il mediterraneo e verso l’Europa Continentale (si passò dall’antichità al Medioevo usando al posto dell’anfora botte di legno, come alcuni sanno la vinificazione ebbe un’evoluzione si adoperarono anfore in terracotta rese impermeabili dalla cera, resine, gesso e pece, mentre nel Medioevo si impose l’utilizzo del legno ritenuto più idoneo per una funzione conservativa ) anche se con l’avvento dell’epoca Medievale si persero alcune tecniche di vinificazione produttiva che si erano realizzate in epoca romana, quindi assistiamo ad un arretramento della produzione vitivinicola. Questa differenza di tecniche di produzione si evince in epoca Medievale, mentre nel periodo del tardo impero romano si erano varie tipologie di vini da quelli a prezzi abbordabili a quelli molto raffinati, cioè vini fermi e frizzanti fino ad arrivare a un vino territoriale, ovviamente si andava al tempo di Roma dal vino che si prestava ad essere invecchiato a quello consumabile subito. Cosa bevevano nel medioevo? Nel Medioevo si tornò ad una produzione di vino primordiale e semplice a quelli che riuscivano a conservarsi oltre i sei mesi di vita, dovranno passare secoli prima che gli uomini … Leggi tutto
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Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Dante e il Vino nel medioevo Se noi parliamo di vino nel Medioevo, non possiamo astenerci del padre della lingua Italiana il sommo poeta Dante Alighieri, lui ci concede questa definizione sul nettare del Dio Bacco: il vino nasce dalla fusione ottima fra il calore del sole e gli umori terrestri della vite. Da classico uomo del Medioevo Dante non vuole soffermarsi a parlare del vino, utilizza questa definizione come metafora al fine di arrivare a una elaborazione di un concetto religioso, incomincia a parlare dicendo che nel momento in cui Dio immette nel feto l’anima intellettiva, cosa che distingue l’uomo da tutti gli esseri viventi. Con questo gesto, l’anima composta dal suo intelletto riprende in sé le due anime naturali, espressione fin dalla fecondazione quella vegetativa simile con le piante, e quella sensitiva, specifica degli animali. Il vino il sangue di Cristo I diverse significati, che danno dell’umanità viene sempre ricondotto al vino. Tutto questo pensiero rispecchia fondamentalmente la concezione dell’uomo medievale, per il quale il vino rappresenta una bevanda da bere , da scambiare dal punto di vista commerciale, ma esprime anche il sangue del Cristo, espressione religiosa per antonomasia, pieno di significati . Il vino e il Demonio Il vino per il pensiero del tempo esprime un abuso o vizio decadente, per questi motivi teologici la Chiesa odia il vino e lo denigra dal punto di vista morale e religioso, vedendo in lui un’espressione subdola del demonio, anche se il vino viene usato dai religiosi durante la celebrazione della sacra Messa. Il vino e la Chiesa nel medioevo Questo rapporto di amore e odio che ha la Chiesa verso il vino provoca indirettamente una buona produzione di questa blasfema bevanda, infatti in Italia nel basso Medioevo, quello dei Comuni si produce una grande quantità di vino. Come si faceva il vino nel medioevo? L’Italia divenne il centro del commercio di tutti i vini e di tutto il mediterraneo e verso l’Europa Continentale (si passò dall’antichità al Medioevo usando al posto dell’anfora botte di legno, come alcuni sanno la vinificazione ebbe un’evoluzione si adoperarono anfore in terracotta rese impermeabili dalla cera, resine, gesso e pece, mentre nel Medioevo si impose l’utilizzo del legno ritenuto più idoneo per una funzione conservativa ) anche se con l’avvento dell’epoca Medievale si persero alcune tecniche di vinificazione produttiva che si erano realizzate in epoca romana, quindi assistiamo ad un arretramento della produzione vitivinicola. Questa differenza di tecniche di produzione si evince in epoca Medievale, mentre nel periodo del tardo impero romano si erano varie tipologie di vini da quelli a prezzi abbordabili a quelli molto raffinati, cioè vini fermi e frizzanti fino ad arrivare a un vino territoriale, ovviamente si andava al tempo di Roma dal vino che si prestava ad essere invecchiato a quello consumabile subito. Cosa bevevano nel medioevo? Nel Medioevo si tornò ad una produzione di vino primordiale e semplice a quelli che riuscivano a conservarsi oltre i sei mesi di vita, dovranno passare secoli prima che gli uomini … Leggi tutto
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Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Dante e il Vino nel medioevo
Se noi parliamo di vino nel Medioevo, non possiamo astenerci del padre della lingua Italiana il sommo poeta Dante Alighieri, lui ci concede questa definizione sul nettare del Dio Bacco:
il vino nasce dalla fusione ottima fra il calore del sole e gli umori terrestri della vite.
Da classico uomo del Medioevo Dante non vuole soffermarsi a parlare del vino, utilizza questa definizione come metafora al fine di arrivare a una elaborazione di un concetto religioso, incomincia a parlare dicendo che nel momento in cui Dio immette nel feto l’anima intellettiva, cosa che distingue l’uomo da tutti gli esseri viventi.
Con questo gesto, l’anima composta dal suo intelletto riprende in sé le due anime naturali, espressione fin dalla fecondazione quella vegetativa simile con le piante, e quella sensitiva, specifica degli animali.
Il vino il sangue di Cristo
I diverse significati, che danno dell’umanità viene sempre ricondotto al vino. Tutto questo pensiero rispecchia fondamentalmente la concezione dell’uomo medievale, per il quale il vino rappresenta una bevanda da bere , da scambiare dal punto di vista commerciale, ma esprime anche il sangue del Cristo, espressione religiosa per antonomasia, pieno di significati .
Il vino e il Demonio
Il vino per il pensiero del tempo esprime un abuso o vizio decadente, per questi motivi teologici la Chiesa odia il vino e lo denigra dal punto di vista morale e religioso, vedendo in lui un’espressione subdola del demonio, anche se il vino viene usato dai religiosi durante la celebrazione della sacra Messa.
Il vino e la Chiesa nel medioevo
Questo rapporto di amore e odio che ha la Chiesa verso il vino provoca indirettamente una buona produzione di questa blasfema bevanda, infatti in Italia nel basso Medioevo, quello dei Comuni si produce una grande quantità di vino.
Come si faceva il vino nel medioevo?
L’Italia divenne il centro del commercio di tutti i vini e di tutto il mediterraneo e verso l’Europa Continentale (si passò dall’antichità al Medioevo usando al posto dell’anfora botte di legno, come alcuni sanno la vinificazione ebbe un’evoluzione si adoperarono anfore in terracotta rese impermeabili dalla cera, resine, gesso e pece, mentre nel Medioevo si impose l’utilizzo del legno ritenuto più idoneo per una funzione conservativa ) anche se con l’avvento dell’epoca Medievale si persero alcune tecniche di vinificazione produttiva che si erano realizzate in epoca romana, quindi assistiamo ad un arretramento della produzione vitivinicola.
Questa differenza di tecniche di produzione si evince in epoca Medievale, mentre nel periodo del tardo impero romano si erano varie tipologie di vini da quelli a prezzi abbordabili a quelli molto raffinati, cioè vini fermi e frizzanti fino ad arrivare a un vino territoriale, ovviamente si andava al tempo di Roma dal vino che si prestava ad essere invecchiato a quello consumabile subito.
Cosa bevevano nel medioevo?
Nel Medioevo si tornò ad una produzione di vino primordiale e semplice a quelli che riuscivano a conservarsi oltre i sei mesi di vita, dovranno passare secoli prima che gli uomini riscoprano o che vengono reintrodotte le tecniche di conservazione del vino.
I vini medievali duravano pochi mesi e andavano bevuti entro tre mesi se no perdevano il gusto, infatti un notaio fiorentino Lapo Mazei(1350-1412) scrisse in merito che:
il vino assumeva un odore e un sapore imbevibile.
Addirittura la vendemmia andava fatta per tutti nello stesso tempo, per evitare che qualcuno si avvantaggiasse speculando, perchè il primo vino nel Medioevo era il più buono, si cominciò in seguito come ai tempi degli etruschi e dei greci ad aggiungere spezie, aromi, zucchero etc.
La fine del vino medioevale
La fine del vino Medievale si realizza quando gli uomini riescono ad evitare la ossidazione, comunque il vino medievale veniva annacquato e usato soprattutto dagli aristocratici quello più raffinato, si può affermare che il vino Medievale scompare nel XVII secolo quando le tecniche di conservazione migliorano drasticamente.
Quanto vino si beveva al giorno nel medioevo?
Nel Medioevo ogni uomo consumava due litri vino, anche se di solito si trattava di un vinello a bassa gradazione alcolica, oggi un uomo consuma mediamente 20 litri all’anno, in epoca medievale si era di più sotto l’effetto etilico, perché sovente l’acqua dei fiumi e dei pozzi era inquinata, provocando un enorme mortalità, quindi si consumava il così detto vinello in senso spregiativo per sicurezza e perché si riteneva che il vino contenute nelle botti avesse una funzione curativa e di prevenzione per le malattie in Particolare cardiovascolari.
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Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Dante e il Vino nel medioevo
Se noi parliamo di vino nel Medioevo, non possiamo astenerci del padre della lingua Italiana il sommo poeta Dante Alighieri, lui ci concede questa definizione sul nettare del Dio Bacco:
il vino nasce dalla fusione ottima fra il calore del sole e gli umori terrestri della vite.
Da classico uomo del Medioevo Dante non vuole soffermarsi a parlare del vino, utilizza questa definizione come metafora al fine di arrivare a una elaborazione di un concetto religioso, incomincia a parlare dicendo che nel momento in cui Dio immette nel feto l’anima intellettiva, cosa che distingue l’uomo da tutti gli esseri viventi.
Con questo gesto, l’anima composta dal suo intelletto riprende in sé le due anime naturali, espressione fin dalla fecondazione quella vegetativa simile con le piante, e quella sensitiva, specifica degli animali.
Il vino il sangue di Cristo
I diverse significati, che danno dell’umanità viene sempre ricondotto al vino. Tutto questo pensiero rispecchia fondamentalmente la concezione dell’uomo medievale, per il quale il vino rappresenta una bevanda da bere , da scambiare dal punto di vista commerciale, ma esprime anche il sangue del Cristo, espressione religiosa per antonomasia, pieno di significati .
Il vino e il Demonio
Il vino per il pensiero del tempo esprime un abuso o vizio decadente, per questi motivi teologici la Chiesa odia il vino e lo denigra dal punto di vista morale e religioso, vedendo in lui un’espressione subdola del demonio, anche se il vino viene usato dai religiosi durante la celebrazione della sacra Messa.
Il vino e la Chiesa nel medioevo
Questo rapporto di amore e odio che ha la Chiesa verso il vino provoca indirettamente una buona produzione di questa blasfema bevanda, infatti in Italia nel basso Medioevo, quello dei Comuni si produce una grande quantità di vino.
Come si faceva il vino nel medioevo?
L’Italia divenne il centro del commercio di tutti i vini e di tutto il mediterraneo e verso l’Europa Continentale (si passò dall’antichità al Medioevo usando al posto dell’anfora botte di legno, come alcuni sanno la vinificazione ebbe un’evoluzione si adoperarono anfore in terracotta rese impermeabili dalla cera, resine, gesso e pece, mentre nel Medioevo si impose l’utilizzo del legno ritenuto più idoneo per una funzione conservativa ) anche se con l’avvento dell’epoca Medievale si persero alcune tecniche di vinificazione produttiva che si erano realizzate in epoca romana, quindi assistiamo ad un arretramento della produzione vitivinicola.
Questa differenza di tecniche di produzione si evince in epoca Medievale, mentre nel periodo del tardo impero romano si erano varie tipologie di vini da quelli a prezzi abbordabili a quelli molto raffinati, cioè vini fermi e frizzanti fino ad arrivare a un vino territoriale, ovviamente si andava al tempo di Roma dal vino che si prestava ad essere invecchiato a quello consumabile subito.
Cosa bevevano nel medioevo?
Nel Medioevo si tornò ad una produzione di vino primordiale e semplice a quelli che riuscivano a conservarsi oltre i sei mesi di vita, dovranno passare secoli prima che gli uomini riscoprano o che vengono reintrodotte le tecniche di conservazione del vino.
I vini medievali duravano pochi mesi e andavano bevuti entro tre mesi se no perdevano il gusto, infatti un notaio fiorentino Lapo Mazei(1350-1412) scrisse in merito che:
il vino assumeva un odore e un sapore imbevibile.
Addirittura la vendemmia andava fatta per tutti nello stesso tempo, per evitare che qualcuno si avvantaggiasse speculando, perchè il primo vino nel Medioevo era il più buono, si cominciò in seguito come ai tempi degli etruschi e dei greci ad aggiungere spezie, aromi, zucchero etc.
La fine del vino medioevale
La fine del vino Medievale si realizza quando gli uomini riescono ad evitare la ossidazione, comunque il vino medievale veniva annacquato e usato soprattutto dagli aristocratici quello più raffinato, si può affermare che il vino Medievale scompare nel XVII secolo quando le tecniche di conservazione migliorano drasticamente.
Quanto vino si beveva al giorno nel medioevo?
Nel Medioevo ogni uomo consumava due litri vino, anche se di solito si trattava di un vinello a bassa gradazione alcolica, oggi un uomo consuma mediamente 20 litri all’anno, in epoca medievale si era di più sotto l’effetto etilico, perché sovente l’acqua dei fiumi e dei pozzi era inquinata, provocando un enorme mortalità, quindi si consumava il così detto vinello in senso spregiativo per sicurezza e perché si riteneva che il vino contenute nelle botti avesse una funzione curativa e di prevenzione per le malattie in Particolare cardiovascolari.
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Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Dante e il Vino nel medioevo
Se noi parliamo di vino nel Medioevo, non possiamo astenerci del padre della lingua Italiana il sommo poeta Dante Alighieri, lui ci concede questa definizione sul nettare del Dio Bacco:
il vino nasce dalla fusione ottima fra il calore del sole e gli umori terrestri della vite.
Da classico uomo del Medioevo Dante non vuole soffermarsi a parlare del vino, utilizza questa definizione come metafora al fine di arrivare a una elaborazione di un concetto religioso, incomincia a parlare dicendo che nel momento in cui Dio immette nel feto l’anima intellettiva, cosa che distingue l’uomo da tutti gli esseri viventi.
Con questo gesto, l’anima composta dal suo intelletto riprende in sé le due anime naturali, espressione fin dalla fecondazione quella vegetativa simile con le piante, e quella sensitiva, specifica degli animali.
Il vino il sangue di Cristo
I diverse significati, che danno dell’umanità viene sempre ricondotto al vino. Tutto questo pensiero rispecchia fondamentalmente la concezione dell’uomo medievale, per il quale il vino rappresenta una bevanda da bere , da scambiare dal punto di vista commerciale, ma esprime anche il sangue del Cristo, espressione religiosa per antonomasia, pieno di significati .
Il vino e il Demonio
Il vino per il pensiero del tempo esprime un abuso o vizio decadente, per questi motivi teologici la Chiesa odia il vino e lo denigra dal punto di vista morale e religioso, vedendo in lui un’espressione subdola del demonio, anche se il vino viene usato dai religiosi durante la celebrazione della sacra Messa.
Il vino e la Chiesa nel medioevo
Questo rapporto di amore e odio che ha la Chiesa verso il vino provoca indirettamente una buona produzione di questa blasfema bevanda, infatti in Italia nel basso Medioevo, quello dei Comuni si produce una grande quantità di vino.
Come si faceva il vino nel medioevo?
L’Italia divenne il centro del commercio di tutti i vini e di tutto il mediterraneo e verso l’Europa Continentale (si passò dall’antichità al Medioevo usando al posto dell’anfora botte di legno, come alcuni sanno la vinificazione ebbe un’evoluzione si adoperarono anfore in terracotta rese impermeabili dalla cera, resine, gesso e pece, mentre nel Medioevo si impose l’utilizzo del legno ritenuto più idoneo per una funzione conservativa ) anche se con l’avvento dell’epoca Medievale si persero alcune tecniche di vinificazione produttiva che si erano realizzate in epoca romana, quindi assistiamo ad un arretramento della produzione vitivinicola.
Questa differenza di tecniche di produzione si evince in epoca Medievale, mentre nel periodo del tardo impero romano si erano varie tipologie di vini da quelli a prezzi abbordabili a quelli molto raffinati, cioè vini fermi e frizzanti fino ad arrivare a un vino territoriale, ovviamente si andava al tempo di Roma dal vino che si prestava ad essere invecchiato a quello consumabile subito.
Cosa bevevano nel medioevo?
Nel Medioevo si tornò ad una produzione di vino primordiale e semplice a quelli che riuscivano a conservarsi oltre i sei mesi di vita, dovranno passare secoli prima che gli uomini riscoprano o che vengono reintrodotte le tecniche di conservazione del vino.
I vini medievali duravano pochi mesi e andavano bevuti entro tre mesi se no perdevano il gusto, infatti un notaio fiorentino Lapo Mazei(1350-1412) scrisse in merito che:
il vino assumeva un odore e un sapore imbevibile.
Addirittura la vendemmia andava fatta per tutti nello stesso tempo, per evitare che qualcuno si avvantaggiasse speculando, perchè il primo vino nel Medioevo era il più buono, si cominciò in seguito come ai tempi degli etruschi e dei greci ad aggiungere spezie, aromi, zucchero etc.
La fine del vino medioevale
La fine del vino Medievale si realizza quando gli uomini riescono ad evitare la ossidazione, comunque il vino medievale veniva annacquato e usato soprattutto dagli aristocratici quello più raffinato, si può affermare che il vino Medievale scompare nel XVII secolo quando le tecniche di conservazione migliorano drasticamente.
Quanto vino si beveva al giorno nel medioevo?
Nel Medioevo ogni uomo consumava due litri vino, anche se di solito si trattava di un vinello a bassa gradazione alcolica, oggi un uomo consuma mediamente 20 litri all’anno, in epoca medievale si era di più sotto l’effetto etilico, perché sovente l’acqua dei fiumi e dei pozzi era inquinata, provocando un enorme mortalità, quindi si consumava il così detto vinello in senso spregiativo per sicurezza e perché si riteneva che il vino contenute nelle botti avesse una funzione curativa e di prevenzione per le malattie in Particolare cardiovascolari.
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Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Dante e il Vino nel medioevo
Se noi parliamo di vino nel Medioevo, non possiamo astenerci del padre della lingua Italiana il sommo poeta Dante Alighieri, lui ci concede questa definizione sul nettare del Dio Bacco:
il vino nasce dalla fusione ottima fra il calore del sole e gli umori terrestri della vite.
Da classico uomo del Medioevo Dante non vuole soffermarsi a parlare del vino, utilizza questa definizione come metafora al fine di arrivare a una elaborazione di un concetto religioso, incomincia a parlare dicendo che nel momento in cui Dio immette nel feto l’anima intellettiva, cosa che distingue l’uomo da tutti gli esseri viventi.
Con questo gesto, l’anima composta dal suo intelletto riprende in sé le due anime naturali, espressione fin dalla fecondazione quella vegetativa simile con le piante, e quella sensitiva, specifica degli animali.
Il vino il sangue di Cristo
I diverse significati, che danno dell’umanità viene sempre ricondotto al vino. Tutto questo pensiero rispecchia fondamentalmente la concezione dell’uomo medievale, per il quale il vino rappresenta una bevanda da bere , da scambiare dal punto di vista commerciale, ma esprime anche il sangue del Cristo, espressione religiosa per antonomasia, pieno di significati .
Il vino e il Demonio
Il vino per il pensiero del tempo esprime un abuso o vizio decadente, per questi motivi teologici la Chiesa odia il vino e lo denigra dal punto di vista morale e religioso, vedendo in lui un’espressione subdola del demonio, anche se il vino viene usato dai religiosi durante la celebrazione della sacra Messa.
Il vino e la Chiesa nel medioevo
Questo rapporto di amore e odio che ha la Chiesa verso il vino provoca indirettamente una buona produzione di questa blasfema bevanda, infatti in Italia nel basso Medioevo, quello dei Comuni si produce una grande quantità di vino.
Come si faceva il vino nel medioevo?
L’Italia divenne il centro del commercio di tutti i vini e di tutto il mediterraneo e verso l’Europa Continentale (si passò dall’antichità al Medioevo usando al posto dell’anfora botte di legno, come alcuni sanno la vinificazione ebbe un’evoluzione si adoperarono anfore in terracotta rese impermeabili dalla cera, resine, gesso e pece, mentre nel Medioevo si impose l’utilizzo del legno ritenuto più idoneo per una funzione conservativa ) anche se con l’avvento dell’epoca Medievale si persero alcune tecniche di vinificazione produttiva che si erano realizzate in epoca romana, quindi assistiamo ad un arretramento della produzione vitivinicola.
Questa differenza di tecniche di produzione si evince in epoca Medievale, mentre nel periodo del tardo impero romano si erano varie tipologie di vini da quelli a prezzi abbordabili a quelli molto raffinati, cioè vini fermi e frizzanti fino ad arrivare a un vino territoriale, ovviamente si andava al tempo di Roma dal vino che si prestava ad essere invecchiato a quello consumabile subito.
Cosa bevevano nel medioevo?
Nel Medioevo si tornò ad una produzione di vino primordiale e semplice a quelli che riuscivano a conservarsi oltre i sei mesi di vita, dovranno passare secoli prima che gli uomini riscoprano o che vengono reintrodotte le tecniche di conservazione del vino.
I vini medievali duravano pochi mesi e andavano bevuti entro tre mesi se no perdevano il gusto, infatti un notaio fiorentino Lapo Mazei(1350-1412) scrisse in merito che:
il vino assumeva un odore e un sapore imbevibile.
Addirittura la vendemmia andava fatta per tutti nello stesso tempo, per evitare che qualcuno si avvantaggiasse speculando, perchè il primo vino nel Medioevo era il più buono, si cominciò in seguito come ai tempi degli etruschi e dei greci ad aggiungere spezie, aromi, zucchero etc.
La fine del vino medioevale
La fine del vino Medievale si realizza quando gli uomini riescono ad evitare la ossidazione, comunque il vino medievale veniva annacquato e usato soprattutto dagli aristocratici quello più raffinato, si può affermare che il vino Medievale scompare nel XVII secolo quando le tecniche di conservazione migliorano drasticamente.
Quanto vino si beveva al giorno nel medioevo?
Nel Medioevo ogni uomo consumava due litri vino, anche se di solito si trattava di un vinello a bassa gradazione alcolica, oggi un uomo consuma mediamente 20 litri all’anno, in epoca medievale si era di più sotto l’effetto etilico, perché sovente l’acqua dei fiumi e dei pozzi era inquinata, provocando un enorme mortalità, quindi si consumava il così detto vinello in senso spregiativo per sicurezza e perché si riteneva che il vino contenute nelle botti avesse una funzione curativa e di prevenzione per le malattie in Particolare cardiovascolari.
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Il vino nel Medioevo ai tempi di Dante Alighieri
Dante e il Vino nel medioevo
Se noi parliamo di vino nel Medioevo, non possiamo astenerci del padre della lingua Italiana il sommo poeta Dante Alighieri, lui ci concede questa definizione sul nettare del Dio Bacco:
il vino nasce dalla fusione ottima fra il calore del sole e gli umori terrestri della vite.
Da classico uomo del Medioevo Dante non vuole soffermarsi a parlare del vino, utilizza questa definizione come metafora al fine di arrivare a una elaborazione di un concetto religioso, incomincia a parlare dicendo che nel momento in cui Dio immette nel feto l’anima intellettiva, cosa che distingue l’uomo da tutti gli esseri viventi.
Con questo gesto, l’anima composta dal suo intelletto riprende in sé le due anime naturali, espressione fin dalla fecondazione quella vegetativa simile con le piante, e quella sensitiva, specifica degli animali.
Il vino il sangue di Cristo
I diverse significati, che danno dell’umanità viene sempre ricondotto al vino. Tutto questo pensiero rispecchia fondamentalmente la concezione dell’uomo medievale, per il quale il vino rappresenta una bevanda da bere , da scambiare dal punto di vista commerciale, ma esprime anche il sangue del Cristo, espressione religiosa per antonomasia, pieno di significati .
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Il vino per il pensiero del tempo esprime un abuso o vizio decadente, per questi motivi teologici la Chiesa odia il vino e lo denigra dal punto di vista morale e religioso, vedendo in lui un’espressione subdola del demonio, anche se il vino viene usato dai religiosi durante la celebrazione della sacra Messa.
Il vino e la Chiesa nel medioevo
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Cosa bevevano nel medioevo?
Nel Medioevo si tornò ad una produzione di vino primordiale e semplice a quelli che riuscivano a conservarsi oltre i sei mesi di vita, dovranno passare secoli prima che gli uomini riscoprano o che vengono reintrodotte le tecniche di conservazione del vino.
I vini medievali duravano pochi mesi e andavano bevuti entro tre mesi se no perdevano il gusto, infatti un notaio fiorentino Lapo Mazei(1350-1412) scrisse in merito che:
il vino assumeva un odore e un sapore imbevibile.
Addirittura la vendemmia andava fatta per tutti nello stesso tempo, per evitare che qualcuno si avvantaggiasse speculando, perchè il primo vino nel Medioevo era il più buono, si cominciò in seguito come ai tempi degli etruschi e dei greci ad aggiungere spezie, aromi, zucchero etc.
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Nel Medioevo ogni uomo consumava due litri vino, anche se di solito si trattava di un vinello a bassa gradazione alcolica, oggi un uomo consuma mediamente 20 litri all’anno, in epoca medievale si era di più sotto l’effetto etilico, perché sovente l’acqua dei fiumi e dei pozzi era inquinata, provocando un enorme mortalità, quindi si consumava il così detto vinello in senso spregiativo per sicurezza e perché si riteneva che il vino contenute nelle botti avesse una funzione curativa e di prevenzione per le malattie in Particolare cardiovascolari.
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