#andrea vive
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solixr · 7 months ago
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Mercy of the Cards
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Choose your fate, she declares
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wildcmbcrsupdates · 6 months ago
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andreaxchaparro: 💋💋💋💋💋💋💋💌🗣️
Andrea Chaparro, Ester Expósito, Isidora Vives and Nini Vélez via andreaxchaparro on Instagram, 02/14/2024.
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rwpohl · 10 months ago
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les assassins du dimanche, alex joffé 1956
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kermit-coded · 5 months ago
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Rictor and Shatterstar, (1991-2024)
franz kafka // x force (1991) // always only you by chloe liese // x force (1991) // medusa by carol ann duffy // x force (1991) // problem area by melissa broder // x factor investigations (2006) // night walk by franz wright // avengers: children's crusade (2010) // @moodylilac // x factor (2020) // xenotransplantation by sam sax // excalibur (2019) // coffin heart? bury me by fatima aamer bilal // knights of x (2022) // vive, vive by traci brimhall // knights of x (2022) // a house in nebraska by ethel cain // excalibur (2019) // lord of the butterflies by andrea gibson
@ricstarweek2024
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papesatan · 1 year ago
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schegge da un pomeriggio d'ordinaria follia
Romeo caracolla verso il banco, in tenuta da calcetto. Controllo il diario: compito di italiano: leggere pagina 6, trasformare il testo descrittivo soggettivo in oggettivo, per poi illustrarlo con un disegno. Guardo il testo: L’elefante. “L’elefante è uno degli esseri viventi più grandi al mondo. Possiede due zanne di 3 metri e una proboscide con cui attacca, se minacciato, e si procura cibo e acqua. Vive prevalentemente in Africa e Asia...” Il testo è già oggettivo. Cosa accidenti devo fare? Scrivo alla madre. Romeo mi guarda, sperso: “Intanto lascia una pagina e fai il disegno” dico “Sai disegnare un elefante?” “Sì, ma alle 4 e mezza me ne devo andare”.
Nel frattempo corro a segnare i compiti di Paolo, gentilmente offerti dal registro elettronico inviatogli da sua madre: compito di aritmetica: pag. 172, es. 160-163-165. Apriamo il libro a pag. 172: il nulla. Paolo gioisce entusiasta, “Forse è giusto così, non bisogna fare niente, mi sa”, cerco di tenermi calmo, la prof ha sbagliato chiaramente pagina. Scrivo alla madre. Indico il problema, chiedo ragguagli. Invito Paolo a svolgere la materia successiva. Jacopo mi chiama a gran voce: “Giuseppe, il bagno è allagato, qualcuno ha fatto pipì per terra!” Non ho tempo d'andare a controllare, perciò lo invito momentaneamente a scansarla. Si mette a ridere e continua: “Sai che somigli a Daniele? Siete fratelli!” Daniele per tutta risposta lo guarda e fa: “Magari Giuseppe fosse mio fratello!” poi fissa mio padre e aggiunge: “E Andrea è mio nonno”. Mio padre gongola felice e in un certo senso lo sono anch’io, se il mio lavoro ha il potere di compensarlo dei nipoti che non ha. “Qui siamo tutti fratelli” conclude Jacopo “e Giuseppe è nostro padre”. Prossimo alla commozione, li invito piuttosto a sbrigarsi. Controllo il telefono, la mamma di Romeo ha risposto: “Dicono che il testo è soggettivo e devono trasformarlo in oggettivo”, “Ma non è vero!” m’incazzo, “Faglielo fare come credi. Non so che dirti”. Getto via il telefono. Sono seriamente tentato di bruciare il libro. Che faccio? Romeo sta disegnando ancora l’elefante. È un elefante bello grosso, quindi ho ancora un po’ di tempo. Ma devo pensare a una soluzione, e in fretta. Nel frattempo entra Melissa, secondo superiore: “Domani ho il compito di letteratura sui Promessi Sposi” vorrei uccidermi “E tu ti ricordi il giorno prima? Sono due settimane che ti ripeto di cominciare a prepararti per il compito. Sai che dobbiamo studiare oltre 30  pagine, vero? Come pretendi di poter fare tutto in un giorno?” Mi guarda sconsolata “Comincia a fare le mappe, mo vengo e vediamo insieme”. Una voce fuori campo grida: “Giuseppe alle 5 meno un quarto me ne devo andare!”. Fingo di non sentire e corro da Paolo. La madre ha finalmente risposto: “È giusto così”. Ma come può essere giusto così? La chiamo. Ribadisco il problema, non capisce, “Ok, non farglielo fare”. Paolo gioisce al settimo cielo. Su tutte le furie, lo minaccio di dargli dei compiti extra se non la smette. Volo da Romeo, ha finito l’elefante, devo farmi venire un accidenti d’idea. Trasformarlo da oggettivo in soggettivo è impossibile, dovrebbe aggiungere delle considerazioni personali, farlo proprio, non voglio spingerlo a sbagliare, data la consegna, in più non c’è più tempo, così gli dico: “Ok, lo vuole oggettivo? Lo facciamo oggettivissimo”. Ricopiamo il testo, estromettendo avverbi e aggettivi, rendendolo così ancor più neutro e scientifico. “Giuseppe tra mezz’ora me ne devo andare!” Mi precipito da Melissa. La professoressa ha stabilito uno schema base per indicare i punti che vorrebbe veder analizzati nel commento del primo e del secondo capitolo dei Promessi Sposi il giorno dopo: biografia dell’autore, cenni storici, analisi del periodo, influenze e ispirazioni, commento al primo capitolo, commento al secondo capitolo. Melissa mi mostra le mappe: “Vanno bene così?” ha appena iniziato la biografia di Manzoni, sarà un lunghissimo pomeriggio. Giankarol intanto langue addormentato, “Giankarol studia scienze” “No” risponde “Non ho il libro”, “Usa quello della compagna”, “NO, non mi va” e si rimette a dormire, “Giankarol, guarda che chiamo tua madre! Studia scienze e non farmi arrabbiare!” “No” sussurra riaddormentandosi, mentre m’allontano. “Giuseppe tra dieci minuti me ne devo andare!”
Squilla il telefono, è la mamma di Paolo. “Giuseppe, avevi ragione, la professoressa ha sbagliato, era pagina 138, grazie”, Paolo smette di ridere e comincia a piangere disperato, dimenandosi matto sulla sedia. Chiedo ad una delle mie dipendenti di metter fine alle sue pene, mentre Giankarol persiste a dormire. “Giankarol, fai scienze”, “No”. Loris mi saluta zaino in spalle: “Giuseppe, ho finito, me ne devo andare” “Ma non ti ho ancora corretto!” “Mio padre mi sta aspettando, è già fuori!”. Bestemmiando, lo costringo a togliersi lo zaino e a farmi vedere i compiti. Lo spedisco fuori a calci e corro da Melissa, in lacrime: “È troppo… ho mal di testa, non ce la faccio”, mi siedo accanto a lei e sottolineo le informazioni essenziali al posto suo, la sprono a continuare. Ha finito la biografia, siamo alle influenze. Il romanzo storico, Walter Scott. So già come andrà a finire, ma non voglio dirlo. Bisogna fare le maledettissime mappe, dopodiché studiarle ed elaborarle infine in un discorso organico (cosa che in secondo superiore non è ancora in grado di fare), creando una bozza di commento, una simulazione di prova. La vedo nera. “Giuseppe alle 5 e mezza me ne devo andare!” Giankarol intanto sogna. All’ennesimo rifiuto, chiamo la madre. Sta arrivando, dice. Il doposcuola si svuota, m'accorgo che Melissa è allo stremo, sono già le sei, non ce la farà. M’avvicino a lei, ha smesso già da un po' di lavorare e, preso esempio da Giankarol, s’è lasciata andare sul banco, atrocemente afflitta. “Chiama mamma” le dico “le devo parlare”. Intanto arriva la mamma di Giankarol. Lo grida un po’, lo redarguisce, fanno teatro, lei lo prega, lui le sibila parole d’odio alle spalle, soddisfatta se ne va. Mentre assisto al bieco spettacolo, la mamma di Melissa chiede spiegazioni al telefono: “Allora domani non la mando a scuola…” Non so che dirle. Per me è un enorme fallimento. Mi siedo accanto a Melissa e le faccio un veemente discorso sul reagire e tramutare la rabbia e le emozioni negative in determinazione e voglia di rivalsa. Se ne va, guardandomi sconsolata. Il compito dovrà comunque farlo, se non quel giorno, un altro ancora. L’appuntamento con Manzoni è solo rimandato, ma almeno avremo tempo per prepararlo con più calma. Giankarol dorme ancora. Mi siedo con lui e lo prego di studiare. Cerco di convincerlo in ogni modo, ma non m’ascolta. Odia la prof di scienze e tutto ciò che ad essa è collegato. “Io non voglio fare lo scienziato” dice “non me ne frega niente”. Non so che fare. Lo supplico, come se ne andasse della mia stessa vita e mi domando se forse non dovrei essere io stesso a instillargli quella voglia che gli manca, inventarmi qualcosa, la differenza fra un bravo maestro ed uno mediocre. Finisce con lui sonnecchiante ed io a ripetergli asmr le varie tipologie di tessuto: epiteliale, connettivo, muscolare e nervoso, sperando entrino in lui per via inconscia. Buonanotte Giankarol, e fai bei sogni.   
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ragazzoarcano · 1 year ago
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“E poi c’è questo nostro tempo
in cui di sogni non si vive,
ma senza si muore.”
— Andrea Ivaz Melis
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occhietti · 10 months ago
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Stare con me è difficile,
lo so e l’ho sempre saputo.
Sono una di quelle che vive di piccoli gesti e di attenzioni. Un fiore, qualche bella parola, una cena fuori, una canzone, una porta tenuta aperta per farmi passare per prima, uno sguardo ogni tanto.
Sono una di quelle che danno peso alle parole. A quali vengono scelte, come vengono dette, al tono di voce. E le parole, quelle che segnano, devi dirle bene. Devi dimostrarle bene.
Sono una di quelle che non si accontenta, mai. Non mi accontento di un amore mediocre, di una relazione mediocre, di un uomo mediocre.
Sono una di quelle che ama la propria libert��, e proprio perchè la amo mi rifiuto di metterla da parte per il primo che promette amore eterno. Che poi si sa, le parole se le porta via il vento.
Sono una di quelle che è capace di mettersi a ballare senza musica sotto la pioggia, solo per sentirsi un po’ più viva, un po’ più libera, un po’ più selvaggia.
Sono una di quelle che se c’è una strada dritta, spianata, distesa sceglie quella più tortuosa, più diroccata e insidiosa, ma che in un modo o nell’altro arriva alla meta.
Sono una di quelle che non rimane indifferente o zitta se una cosa non le sta bene. No. Io sono una di quelle che sbatte pugni contro il muro, che si incazza e bestemmia contro il cielo per farsi sentire.
Sono una di quelle che non tieni in un angolo, perchè se voglio stare in disparte mi ci metto da sola.
Sono una di quelle che non sceglie chi giura amore o chi ostenta affetto in pubblico, ma che sceglie quelli con l’anima in fiamme, delusi e feriti e che per strappargli uno sguardo amorevole devi pregare, perchè se scegli loro stai sicura che ti distruggeranno, ma ti ameranno davvero.
Sono una di quelle che fa ciò che vuole, come vuole, con chi vuole, anche pentendosene ma lo fa perchè in quel momento vuole così.
Sono una di quelle che indossa un sorriso e la sua armatura e non la vedi crollare manco se ti impegni, anche se poi magari crollo a casa da sola.
Sono una di quelle che passa le nottate sveglia, perchè la notte è per persone vere.
Sono una di quelle che vede e sente tutto, ma che non lo dà a vedere per poi colpirti e farti male quando vuole.
Sono una di quelle che incassa colpi su colpi ma non cade, e se cade si rialzerà sempre una volta in più. Perchè mi è stato insegnato così: toccare il fondo per avere più spinta.
Sono una montagna russa, io.
E voi preferite le giostre a cavalli.
- Andrea Nicole 
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julix41-blog · 11 days ago
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Danny's World
Synopsis: Danny's World is a project that tells the story of Danny Lilybell, a U.N.I.QUO Mage girl who lives in the Floating City "Alvaluz" with her father Dan, a Non-Mage. Her story will tell how Danny adapts to her own social problems while trying to solve the mystery around her mother and family in general.
Danny "Daniela" Lilybell
Janice Lilybell
Dan Magne Lilybell
Dante Magne
Jaiden Lilybell
Zaneri Batillie
Velvet
Jaden Draco "JD" Lockheart
Elric Magne
Rafaela Andreas
Kallan Milijove
Irina Ivanovna
Andrei Leroy
Morgan Huved Perks
Flora Perks Huved
Alfonsina Huved Perks
Lorenzo Huved Perks
Trisha Goldheart
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El Mundo de Danny
Sinopsis: El Mundo de Danny es un proyecto que va sobre la historia de Danny Lilybell, una chica U.N.I.QUO que vive en la Ciudad Flotante "Alvaluz" con su padre Dan, un No-Mago. su historia va a relatar como Danny se adapta a sus propios problemas sociales mientras trata de resolver el misterio alrededor de su madre y familia en general.
Danny "Daniela" Lilybell
Janice Lilybell
Dan Magne Lilybell
Dante Magne
Jaiden Lilybell
Zaneri Batillie
Velvet
Jaden Draco "JD" Lockheart
Elric Magne
Rafaela Andreas
Kallan Milijove
Irina Ivanovna
Andrei Leroy
Morgan Huved Perks
Flora Perks Huved
Alfonsina Huved Perks
Lorenzo Huved Perks
Trisha Goldheart
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chez-mimich · 20 days ago
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LINA ALLEMANO: FLIP SIDE
È uscito lo scorso 4 ottobre il nuovo disco di Lina Allemano, trombettista, compositrice, improvvisatrice canadese-berlinese che vede nel CD, oltre che la sua adamantina tromba, Dan Peter Sundland al basso elettrico, Michael Griener, alla batteria e, talvolta ospite in alcuni brani, Andrea Parkins alla fisarmonica, oggetti ed elettronica. Lina e la sua tromba, pur avendo salde basi nel jazz, spaziano in territori liminari alla musica colta o cosiddetta tale. Ad aprire il magnifico lavoro del trio-quartetto “Lina Allemano’s Ohrenschmaus” (che significa smorfia), è il brano dal titolo “Sidetrack” che, in riferimento all’originalissimo nome della formazione, la prima smorfia la offre in apertura con una accattivante “intro” tutta rumorista, con qualche insufflazione di tromba, quasi a voler ingolosire l’ascoltatore su quanto successivamente lo aspetta. E in effetti il brano prosegue, dopo le fascinose titubanze iniziali, con la tromba della Allemano sempre più presente, anche se mai dominante, mentre le atmosfere restano inquiete; anche “Signal” si apre con rumori e percussioni, ma più decisi, come appare più certo e definito il ruolo della tromba. I toni sono rilassati e le parti sembrano più dialogiche, così come il “clima sonoro” in “Heartstrings” è pieno e ben definito, con la tromba che sembra aver preso decisamente il sopravvento o quantomeno, sembra tenere decisamente in pugno la situazione con un rumorismo delizioso, sia all’inizio che al termine del brano. Con “Sideswipe” (primo brano con l’intervento dell’elettronica di Andrea Parkins), il dialogo con la tromba diventa quasi un’invettiva dissacrante per un formidabile calando nelle parte finale dove spatole, carillon e ticchettii introducono l’ultimo lamento della tromba di Lina. Malinconico e lunare “Stricken” serba nel suo ventre un magnifico assolo al basso di Dan Peter Sundland che rende il brano quasi espressionista. “Flip Side”, che dà il titolo all’intero lavoro, è un pezzo sublime, di grandissimo spessore, notturno e solenne, dove le percussioni gravi e profonde sembrano dettare il tempo, un tempo di cupa sontuosità, con l’archetto del contrabbasso che diffonde rasoiate di vibrazioni rendendo ancora più drammatica l’atmosfera, ma sulla quale la tromba di Lina Allemano, ricama un disegno sonoro fatto di pacata leggerezza. È proprio in questo contrasto che vive “Flip Side”, ultimo brano dell’album edito dalla LUMO Records, etichetta della stessa compositrice, registrato dal vivo sul pavimento di una vecchia aula scolastica nel quartiere Schöneweide di Berlino, e non poteva essere altrimenti, poiché oltre ad essersi parzialmente stabilita a Berlino, Lina Allemano, pregna della cultura musicale della vecchia Europa, ha certamente assimilato la lezione della musica colta contemporanea della capitale tedesca, facendola rinascere a nuova vita, grazie allo straordinario sound della sua tromba, le cui radici sono saldamente piantate nella improvvisazione, nella ricerca e anche nel free jazz. Dopo una produzione discografica qualitativamente e quantitativamente notevolissima alla quale si aggiunge questa preziosa perla.
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elrincondelcinefilo · 20 days ago
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ℍ𝕚𝕕𝕕𝕖𝕟: 𝕋𝕖𝕣𝕣𝕠𝕣 𝕖𝕟 𝕂𝕚𝕟𝕘𝕤𝕧𝕚𝕝𝕝𝕖 (2015)
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"Hidden", protagonizada por Alexander Skarsgård, Andrea Riseborough y Heather Doerksen, es una película de terror psicológico que se destaca por su atmósfera tensa y su enfoque en el suspenso más que en el gore o los sustos convencionales. Dirigida por los hermanos Matt y Ross Duffer, quienes más tarde ganaron fama con "Stranger Things" , la película ofrece una visión interesante de un mundo postapocalíptico desde una perspectiva íntima y emocional.
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La trama sigue a una familia de tres personas —Ray (Skarsgård), Claire (Riseborough) y su hija Zoe— que se esconden en un refugio subterráneo después de un misterioso brote que ha devastado el mundo exterior. La mayor parte de la película se desarrolla dentro de este búnker, lo que crea una sensación de claustrofobia y desesperación creciente a medida que el tiempo avanza y los recursos se agotan. La familia vive con el temor constante de los "bufadores", una entidad desconocida que ronda afuera y que representa un peligro mortal para cualquiera que sea descubierto.
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Uno de los aspectos más destacados de la película es la actuación. Skarsgård y Riseborough ofrecen interpretaciones poderosas como padres desesperados que luchan por proteger a su hija en un entorno aterrador. Sus actuaciones son llenas de vulnerabilidad y fortaleza, lo que da peso emocional a la historia. Heather Doerksen, aunque tiene un papel más limitado, también contribuye a la sensación de aislamiento y paranoia que impregna la película.
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El desarrollo del suspenso es gradual, y los hermanos Duffer manejan con habilidad el misterio en torno a los bufadores. Sin embargo, algunos espectadores pueden encontrar el ritmo de la película demasiado lento, especialmente en los primeros dos tercios. Gran parte del tiempo se dedica a explorar la dinámica familiar y el trauma psicológico de vivir en constante miedo, lo que puede hacer que la acción se sienta contenida hasta el final.
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El giro final, cuando finalmente se revela la naturaleza de los bufadores y lo que realmente sucedió en el mundo exterior, es sorprendente y ofrece una nueva capa de complejidad a la trama. Sin embargo, algunos podrían sentir que el desenlace, aunque impactante, llega demasiado tarde y no tiene tiempo suficiente para ser explorado en profundidad.
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Visualmente, "Hidden" es efectivo a pesar de sus limitaciones de presupuesto. La mayor parte de la acción ocurre en espacios cerrados, lo que contribuye a la sensación de aislamiento. Los efectos especiales son mínimos, pero se utilizan con eficacia para mantener el tono sombrío de la película. Sin embargo, las escenas fuera del refugio carecen de la misma fuerza visual, lo que puede reducir el impacto de las revelaciones finales.
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En resumen, "Hidden" es una película de terror psicológico que se centra más en la construcción de una atmósfera opresiva y en la tensión emocional que en el horror visual. Las actuaciones de Skarsgård y Riseborough elevan la historia, y el giro final añade una dimensión interesante, aunque algunos espectadores podrían desear un ritmo más acelerado y un mayor desarrollo del clímax. A pesar de sus defectos, es una propuesta sólida para quienes buscan una película de terror más contenida y centrada en los personajes.
Se merece tres estrellitas ⭐⭐⭐
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solixr · 8 months ago
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Name: Andrea Vive
Heir to a multinational casino empire, Andrea spends her days dealing to the high rollers. Her grasp of probability seems supernatural to outsiders, and her ability to source information grants her many favours.
Don't get on her bad side:
The house always wins.
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scorcidipoesia · 2 years ago
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E poi c’è questo nostro tempo in cui di sogni non si vive, ma senza si muore.
Andrea Ivaz Melis
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agendaculturaldelima · 4 months ago
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#ElEscenarioDelMundo
📣 FESTIVAL DANZA NUEVA 💃
💥 En su XXXVI edición se cuenta con la participación de ocho espectáculos seleccionados mediante convocatoria nacional, en los que la danza contemporánea y otros estilos dancísticos, así como diferentes expresiones artísticas se fusionan para dar como resultado creaciones escénicas únicas, diversas y dialogantes con nuestra realidad social. Esta edición dedicada a la más reciente e innovadora producción dancística peruana, con una treintena de artistas nacionales que se unen para ofrecer una experiencia única. La programación incluye clases maestras y conversatorios con los artistas.
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📜 PROGRAMA
🗯 Se inicia el 02 y 03 de julio con PosTacto, obra creada y dirigida por Ana Brito, Cory Cruz y Pachi Valle Riestra,con la participación de Andrea Pereda, Joselyn Ortiz, Lui Vizcarra.Continúa el 05 y 06 de julio con Albagané, propuesta de La Trenza Colectivo y Tumbes_204, bajo la dirección e interpretación de Luz Gutiérrez Privat y Joelle Gruenberg, creación escénica contemporánea, inspirada en la ritualidad festiva del Señor de la Soledad en Huaraz de la Región Ancash.
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👁 Desde Cusco, llega la compañía Transdisciplinar Escénicas con Amazonasdelcuerpo, amazonasdelalma, obra de danza teatro y video programada para el 09 y 10 de julio, dirigida e interpretada por Marisol Zumaeta, acompañada por la cantante Gladys Conde. Luego de la función del 10 de julio se propone un conversatorio con las artistas. El 13 y 14 de julio se presenta el Ballet de San Marcos con Ello sensible,  coreografía de Arturo Vela, Luis Valdivia, Marlon Cabellos y la participación de Leila León, Karol Martínez, Naysha Meneses, María Elena Riera, Vanessa Rivera, Ana María Tarazona, Rudy Quispe, Juan Salas Ariza, Raúl Trujillo y Luis Valdivia.
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🤩 El 16 y 17 de julio se aprecia AYACÁN, dirigida porPável Paniagua, interpretada por Pável Paniagua y Alonso Núñez. Inspirado en el contacto con la noche, propone irrumpir la lógica racional del día presentando la oscuridad como un espacio-tiempo para el redescubrimiento de la existencia personal a partir de la magia, la ternura, el juego, el placer, la violencia y el riesgo. El 17 de julio se realiza un conversatorio con los artistas, inmediatamente después de la presentación
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👸 Ojalá que al ocaso tengas compañía, se presenta el 19 y 20 de julio, obra de la Compañía Médula Danza, con coreografía y dirección de Carla Picón, está interpretada por Andrea Zamora, Andreína Dueñas, Fabián Henostroza, Héctor Quispe, Melisa Luna, Pierina Bullón, Sebastián Cornejo y Taty Correa. La pieza explora la paleta de colores de la vida, desde el amor hasta el dolor, y cómo estas experiencias nos enriquecen.
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🎯 El humor y el sarcasmo están presentes en El presidente más feliz, que va el 23 y 24 de julio, bajo el concepto y la dirección de Cristina Velarde. Participan, Cristina Velarde, Mariel Tamayo, Fer Escudero, Miguel Campana, Lui Vizcarra, Paul Lazo. La obra plantea una nueva lectura del ejercicio de autoridad y de la percepción de desamparo que sentimos como ciudadanos.
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👀 La función de cierre, el 26 y 27 de julio con la presentación de Dejar ir / Orquídea azul de Hevia Dance Company, con la dirección y coreografía de Pepe Hevia. Participan: Ariam León, Valentina Hidalgo, Jesús Paiva, Alejandro Cabel, Diago Borda, Naidubys Ferrer, Sofía Murrugarra y André Tempo.La obra cuestiona la belleza y la pureza en toda regla, toma como metáfora a la orquídea azul y su extrema plasticidad y perfección, haciéndonos valorar lo hermoso que vive en el paisaje que habitamos y diseñamos, asumiendo el dolor del destierro, el olvido y la ofrenda que generamos al dejar ir, intuyendo a lo lejos una nueva vida.
▶️ Video Promocional: https://bit.ly/45Do6Hp
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📌 TEMPORADA:  
📆 Del 02 al 27 de Julio
🕗 8:00pm.
🏪 Auditorio del ICPNA (av. Angamos Oeste 160 – Miraflores).
🏷️ Entradas:
🎫 Adultos: S/.40
🎟️Jubilados: S/.35
🎟 Estudiantes S/.30
🖱 Reservas en Joinnus: https://bit.ly/3crtXYZ
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littlebookfairy · 5 months ago
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Juliette y las canciones perdidas
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¡Hola! Hoy vengo a hablar de mi última lectura: "Juliette y las canciones perdidas", un libro de romance escrito por la autora española Andrea Longarela.
Todos estamos rotos, Juliette, pero en tu caso es distinto. Tú estás rota y, aun así, brillas. ¿Es que no lo entiendes? Por eso no puedo dejar de mirarte. No puedo tenerte cerca sin desear tocarte.
Sinopsis:
Juliette es una chica que se encuentra perdida, como si viviese en un agujero. En medio de esta crisis, recibe la noticia de que su padre, un músico famoso que nunca se ha hecho cargo de ella, ha fallecido.
Como herencia, su padre, Bastien, le deja una casa en un pequeño pueblo de Francia: Alsacia. Allí, Juliette descubrirá más de su padre y del porqué de sus actos a través de unas cartas que le ha dejado escritas, además de conocer a las personas que viven en el pueblo, cada una con su encanto particular, y a un chico que ama el color pero que pareciera que vive en blanco y negro.
Ojalá siempre sepas ver el brillo de la vida, incluso cuando esta te parezca más gris.
Opinión personal:
Lo que más que ha cautivado de esta lectura es sin lugar a dudas la pluma de la autora. Andrea tiene una forma de escribir tan especial que te cala en el alma, hace auténtico arte con las palabras y, para mí, es una de las autoras con mejor pluma en el panorama literario actual.
Por supuesto, la trama siempre tiene algo que te enamora, algún elemento que la hace diferente al resto de novelas románticas.
En este caso, destacaría la simbología del color y los mensajes detrás del libro; el perdón, el autodescubrimiento... y sobre todo el dolor, que se presente como un tema que, a priori, puede parecer que siempre está enfocado en un conflicto concreto del libro, pero que realmente está presente en cada personaje a su manera.
Hoy he pensado en ti y me he arrepentido de perderte. Hoy me he odiado por quererte.
Lo recomiendo:
En definitiva, me parece una lectura muy especial a la vez que importante al tratar temas dolorosos que son sin duda difíciles por su complejidad desde la delicadeza y una perspectiva positiva.
Hubo alguien que nunca quiso un hogar, pero que creó uno por si alguna vez tú lo necesitabas.
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C'è ancora domani ((2023))
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𝐂𝐁𝟎𝟏 𝕘uarda C'è ancora domani (2023) 𝕗ilm 𝕔ompleto, C'è ancora domani 𝕤treaming 𝕚ta, C'è ancora domani 𝕤treaming 𝕒ltadefinizione, C'è ancora domani 𝕤enzalimiti, C'è ancora domani 𝕤carica
✔️ 𝐒𝐓𝐑𝐄𝐀𝐌𝐈𝐍𝐆 𝐎𝐑𝐀 𝐐𝐔𝐈 ▶ https://t.co/zFZOIdS9Qu
:: Trama C'è ancora domani ::
Delia è "una brava donna di casa" nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però "ha il difetto che risponde", in un'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua "mancanza". La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un'amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa.
E proprio pensando a loro anche C'è ancora domani ripropone il suo format vincente tutto incentrato sulle vicende di Sofì e Luì alle prese con il cattivo di turno. La costruzione della sceneggiatura di Emanuela Canonico, Andrea Boin, Luigi Calagna, Sofia Scalia e Gianluca Leuzzi, che dirige come sempre il film, è in questo senso emblematica: viene svelato il pericolo incombente, Sofì e Luì partono, insieme a Chicco, Tara e Ajar, per l'avventura nel tentativo di risolvere il problema, tornano infine al punto di partenza una volta che il pericolo è scongiurato con tanto di morale della favola - perché tutti rincasano un po' cambiati e scoprono che essere diversi ci arricchisce - e di immancabile cliffhanger per l'episodio numero 6.
Il regista Gianluca Leuzzi si diverte ancora una volta a mettersi completamente al servizio di Luigi Calagna e Sofia Scalia le cui invenzioni linguistiche non sembrano avere mai fine anche perché, avendo come stella polare il pubblico dei più piccoli, sia la recitazione che i passaggi cruciali della storia sono di una elementarità alla fine ipnotica. Esattamente come gli incantatori dei serpenti, Sofì e Luì, con le loro faccette, mossette, vocali aperte, occhi che strabuzzano, posizioni marionettistiche del corpo, si rivolgono a un pubblico che non aspetta altro che la conferma di tutti questi elementi che costituiscono una vera e propria zona di comfort per i piccoli spettatori (non sappiamo per gli adulti che li accompagnano…). Il tutto confezionato con un preciso stile confettoso e fumettistico a cui il montaggio aggiunge i giusti tempi.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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fridagentileschi · 2 years ago
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Dal pianeta comunista arrivano solo storie orribili come quella di Heidi Krieger
Doveva diventare una protagonista internazionale nel lancio del peso e del disco. Per promuovere la DDR, per affermare la supremazia del comunismo nel mondo. Non solo nella politica o con gli eserciti ma anche nello sport. A soli 13 anni conobbe Manfred Ewald, il vero artefice del sistema doping tedesco orientale, colui che impartiva gli ordini allo staff medico: somministrare ai ragazzi e alle ragazze sostanze proibite e nocive per trasformarli/e in atleti-robot, perfetti e imbattibili. La Krieger fu oggetto di una vero e proprio cambiamento fisico: non solo perché a soli 15 anni riusciva già a lanciare il peso ad oltre 14 metri, ma anche perchè il suo aspetto diventava sempre più mascolino. Ma presto iniziarono i problemi, presto cominciò la decadenza fisica. Forti dolori muscolari la costrinsero a sottoporsi a delle cure fin quando nel 1991 decise di ritirarsi. Un dramma.
Scoprì poi che i guai le furono provocati da uno steroide che le era stato somministrato per anni: l’Oral-Turinabol. Qualche anno dopo, afflitta nel corpo e soprattutto nell’ anima (provò anche a suicidarsi), Heidi decise di cambiare sesso e diventò Andreas Krieger. In un’intervista Andreas disse che le sostanze che assumeva inconsciamente lo avevano trasformato in una persona in cui non si riconosceva più e perciò lottò strenuamente contro coloro che l’avevano ridotto così. Sino a quando ottenne la condanna di Manfred Ewald e dei suo sgherri. Oggi Andreas vive una vita normale con sua moglie Ute Krause, una ex nuotarice, ma di certo non dimenticherà mai il suo passato. 
Il “carnefice” di Heidi Krieger si chiamava Manfred Ewald e per un trentennio è stato il numero 1 dello sport della Germania Orientale (o DDR). Membro del comitato centrale del Partito comunista e presidente del CIO nazionale, ha diretto a lungo (dal 1961 al 1988) il Gruppo di lavoro mezzi di sostegno per atleti, una specie di centrale del doping che ha coinvolto oltre un centinaio di persone. Fu lui, con il suo più stretto collaboratore Manfred Hoeppner, a provocare gravi lesioni a una ventina di giovani atlete, fra le quali anche delle minorenni, con la somministrazione, a loro insaputa, di ormoni maschili. E per questo motivo fu condannato a 22 mesi di prigione, sospesi con la condizionale, per il doping imposto
agli atleti del suo paese.
Alla base della sua incriminazione ci fu la denuncia di 22 ex atlete che testimoniarono poi al processo di aver riportato gravi e permanenti danni fisici a causa di un preparato a base di steroidi anabolizzanti imposto loro dai vertici dello sport tedesco-orientale. Effetti come il mutamento della voce, le malformazioni fisiche, le malattie gravi come il cancro.
I comunisti non hanno anima, sono bestie capaci di camminare sui cadaveri pur di affermare i loro disumani principi.
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