#altalenando
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Ogni cittadino è chiamato al suo dovere
Specialmente verso i primi di febbraio, in Italia, a noi uomini di ingegno viene richiesta come a tutti la partecipazione al rito collettivo del Festival di Sanremo, soprattutto se ci troviamo calati in un contesto familiare e non invece ritirati nella quiete del nostro eremo celeste a leggere Arturo Schopenhauer. Bisogna solo accettare di indossare una maschera, fare come i giapponesi, che in pubblico offrono una facciata socialmente rispettabile (tatemae), e dentro tengono nascosti i loro veri sentimenti (hon'ne). Io credo che molti dei problemi di socializzazione di noi timidi introversi nascano dal non accettare di indossare questa maschera in pubblico, vuoi per dignità, vuoi per manifesta incapacità di recitazione, vuoi perché vorremmo che in noi l'individuo sociale coincidesse quanto più possibile con quello interiore: non è possibile. Al festival di Sanremo, qui da noi, non ci si può sottrarre, forse abitando all'estero, ma all'estero-estero, che non vale essere di San Marino o Città del Vaticano, siamo tutti coscritti noi residenti dello italico stivale, e chi non partecipa è un disertore, un ladro o una spia, russa, ovviamente. Detto questo, quest'anno proprio non ce la faccio a fare l'italiano, a pipparmi ancora Benigni, gli applausi a Mattarella e tutta l'autocelebrazione farlocca e vanagloriosa della patria (ma quale patria? disse raccogliendo a tulipano le cinque dita della mano destra, altalenando quel fiore nella ipotiposi digito-interrogativa tanto in uso presso gli Apuli), la maschera mi scende, nemmeno a tenerla su con gli elastici dietro alla nuca, quelli che non tirano le orecchie, non ce la faccio, per quest'anno mi chiamo fuori, sono out.
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Godimi in quest'attimo
godi l'interezza del pensiero
saziati di corrompente incertezza,
altalenando con il senso di pienezza
e l'utopica visione di mistero
mai scoperto
sul ciglio di quell' uscio che è la tua pazzia
nel centro del mio ventre che poi è quella mia
mai celata
concreta salita verso un piacere immenso
consapevolezza e sdegno del mio senso.
Almina Madau
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Voltando l'ultima pagina, e rendendomi conto che non c'era più altra storia, sono dovuta tornare indietro e rileggere le ultime righe. Davvero finisce così? Magari sono io, ma la sensazione che mi sia imbattuta ancora in un finale ad interpretazione del lettore non mi abbandona. E non sono proprio una grande fan di storie del genere. Facciamo un passo indietro. Sicuramente l'autrice sa scrivere. I Terrestri è un romanzo che ti trasporta lungo la storia folle, confusa e assurda (ma realistica) che narra. Si, ci sono parecchi Trigger Warning che fanno capolino qua e là nel testo, ma parlarne sarebbe un enorme spoiler quindi non voglio svelare nulla (comunque dalla trama se ne intuiscono parecchie). So che tantissime persone ne sono uscite sconvolte. Personalmente, a parte una scena, non mi hanno toccato minimamente. Anche il famoso ultimo capitolo è stato un "tutto qui?". (Questo per darvi un idea di come funziono e quindi come prendere la mia opinione) La storia saltella avanti e indietro nel tempo, parlandoci di Natsuki prendendo un frammento della sua infanzia per poi portarci vent'anni dopo, altalenando queste linee temporali per farci capire cosa successe e cosa sta succedendo nella sua vita. Natsuki è una ragazzina intelligente, ma con una famiglia oscena. La madre non perde occasione per distruggerla in favore della sorella, quest'ultima un concentrato di insicurezze ma soprattutto pestare un cactus a piede nudo è meglio che imbattersi in lei (e la madre), e il padre praticamente inutile, fa presenza fisica e stop. Questo giusto un accenno, conoscendoli questa breve presentazione li rende simpatici. Ogni anno vanno a trovare i nonni ad Akishina, insieme a tutto il resto della famiglia, e lì in particolare c'è Yu un cugino con cui ha legato moltissimo, perché entrambi hanno dei segreti che hanno condiviso fra loro, rendendoli più uniti che mai. Lei infatti gli racconta che si è imbattuta in Piyut, un alieno (ora sotto forma di peluche) del pianeta Poapipinpobopia (se non sapete come si pronuncia, benvenuti nel club!), che le ha dato la missione di salvare la terra. Continua ⬇️ https://instagr.am/p/Cr28m78I_4D/
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There is something very magical about swings. As a child in the local neighbourhood gardens in Italy, I used to love the adrenaline of swinging as fast as I could, with the excitement of closing my eyes and pushing through the air as fast as I could, only to look at the sky and breathing in the air at full speed! The air this afternoon was so cold, but the memory of it all warmed my heart up straight away. It’s funny to see how certain memories, particularly connected with our experiences of being alive, never fade, they stay with us forever . Wherever we are! . . . . . . #swingingfromtrees #altalenando #inghilterraitalia #childhoodmemories #certainmemorieswillneverfade #beingachild #swing #infanzia #nottinghamshire #nottslife #waterreflections (at Nottingham, United Kingdom) https://www.instagram.com/p/CH_GK-XFOQs/?igshid=1wrhuxsa9ws1z
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Bimba sull'altalena... #bimbaaiueo #altalenadecor #donnafindabambina #altalenando #bambina #bimbafelice #bimba #bambinamia #altalenafanzine #abbigliamentobambina #bimbaylola #prilaga #altalena #altalenandofelicemente #altalenatime #bimbaylolabag #bimbang #bimbaylolaoriginal #bambinas #modabambina #boutiquebambina #bimbaylolamurah #bambinafelice #bellabambina #bimbamia #altalenante #altalenanti #altalenagigante #lamiabambina #altalenasullaluna #bimbaylolasale https://www.instagram.com/p/B12OdqeoHZR/?igshid=1h84ft5zdzjpc
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Mettersi a camminare mano con mano altalenando i bracci in un marciapiede affollato, tenersi per mano, guardarsi mentre si cammina, sorridere di noi, io la chiamo felicità, piccoli gesti che fanno una storia, la nostra.
Franco Rinaldi
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disturbo da alimentazione incontrollata guarire
disturbo da alimentazione incontrollata guarire
#disturbodaalimentazioneincontrollata #guarire: #bingeeating Guarire dopo 20 anni di dolore riflessione e testimonianza
disturbo da alimentazione incontrollata guarire: Mi chiamo Stefania, avevo 15 anni quando ho cominciato a soffrire di binge eating, cioè abbuffate compulsive senza vomito. Sono stata malata per oltre 20 anni, quella era la mia vita, l’unica che conoscevo. Altalenando tra dolore…
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3671° scatto: @veronica_barbieri_ Stai contando i giorni alla rovescia. 12 giorni al tuo arrivo. 9 giorni al tuo trasferimento. 6 giorni alla consegna dell'obiettivo. Febbraio è il mese della conta, in ansia per far arrivare merce, amori e immobili, la voglia di tornare a respirare è così tanta che la routine ti sta spezzando la testa e i pensieri rallentandoti. Non hai voglia di far nulla se non star seduto e aspettare che il giorno fatidico arrivi. Hai tutti i vestiti sullo stendino nonostante sia asciutti da settimane, la macchina fotografica e l'attrezzatura è tutta sparpagliata per la camera in attesa di essere portata via, stai mangiando solo junk-food perché non vuoi lasciare che il cibo marcisca in frigo. Sei pronto. Sei pronto a traslocare, altalenando tra le nuvole su come sarà la nuova vita, ti attendo. Insieme a te, per mano, varcheremo per la prima volta la prima soglia.· · #modelagency #modelka #modella #girl #modelling #modeladora #modelphotography #style #modelstatus #moda #modelife #photoshoot #modelsearch #makeup #instagood #beauty #modellife #modele #models #modell #modeller #modela #modelado #model #modelos #art #modelagem #modelaje #modeling #fashion (presso Cuneo) https://www.instagram.com/p/BtlEKA4jcKV/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=zi0h05arwurk
#modelagency#modelka#modella#girl#modelling#modeladora#modelphotography#style#modelstatus#moda#modelife#photoshoot#modelsearch#makeup#instagood#beauty#modellife#modele#models#modell#modeller#modela#modelado#model#modelos#art#modelagem#modelaje#modeling#fashion
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Febbraio all’insegna della grande musica a Vernante, in provincia di Cuneo, con una rassegna di quattro imperdibili eventi nel teatro San Nicolao, organizzati in collaborazione con l’associazione Meltin Pop e Bazum Circus.
Il cantautorato elegante di Zibba, la musica esplosiva e talentuosa dei Magasin du Cafè, le risate assicurate con la ½ Ora canonica e l’energia del folk rock occitano dei Lou seriol saranno gli ingredienti preziosi di questa nuova iniziativa dedicata alla musica di qualità.
ZIBBA
Un nuovo viaggio per ZIBBA.
Dopo #LECOSETour, partito dall’Alcatraz di Milano prima di toccare i principali club italiani, ecco un nuovo capitolo live che porterà il suo ultimo disco Le Cose, uscito il 2 febbraio 2018 per Platonica, di nuovo sul palco.
Le cose da solo metterà al centro la musica di ZIBBA, nella sua dimensione più intima.
Il pubblico potrà così scrutare il cantautore ligure da un punto di vista diverso e vicino al cuore di ogni sua canzone. Accanto alla delicatezza acustica non mancherà l’energia che da sempre accompagna ZIBBA, per un equilibrio raro ed emozionante.
La carriera
Una delle più interessanti realtà del nuovo cantautorato italiano. In bilico tra il roots rock e la poetica dei grandi cantautori, altalenando tra echi jazz e ritmi in levare, nel 1988 forma la band Zibba e Almalibre.
Savonese d’origine, vincitore della Targa Bindi nel 2011, del Premio Tenco nel 2012 e del Premio della Critica al Festival di Sanremo nel 2014, Zibba è oggi non solo cantautore e talent scout, ma anche autore per l’etichetta Warner.
Ha prodotto testi per Eugenio Finardi, Cristiano De Andrè, Patty Pravo, Emma Marrone, Max Pezzali e ha collaborato con mostri sacri della musica come Jack Savoretti, Tiziano Ferro, Alex Britti, Federico Zampaglione, Jovanotti e molti altri.
https://ift.tt/eA8V8J
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Non è vero. #impareremo #imparare #parola #calligrafia #calligraphy #nero #nerosubianco #bianco #biancosunero #testadura #dimenticare #avanti #domani #futuro #nonsense #senso #arrivederci #pausa #basta #stop #disagio #sincronia #altalenando #distanza #follia #ancora #diary #tu
#testadura#bianco#stop#ancora#biancosunero#dimenticare#calligrafia#impareremo#parola#follia#tu#sincronia#disagio#basta#nonsense#nero#futuro#calligraphy#diary#distanza#arrivederci#pausa#senso#domani#imparare#altalenando#nerosubianco#avanti
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2018/04/13/antonio-mingolla/
Antonio Mingolla, tra sguardi, corporeità e leggerezza
Antonio Mingolla, Equilibrio
di Alessio Palumbo
Trattandosi della prima intervista per il sito della Fondazione Terra d’Otranto, le chiediamo di presentarsi ai nostri lettori. Ci dia qualche nota biografica, ma soprattutto ci parli del suo percorso artistico.
Sono nato a Brindisi il 10 marzo 1983 ed ho studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce; appassionato cultore della nostra storia, sono stato co-fondatore del Gruppo Archeo Brindisi, collaborando a numerosi progetti per lo studio e la salvaguardia del patrimonio storico ed artistico della mia città e del suo territorio.
Nonostante la giovane età, ho già nel mio pregresso numerose mostre personali e diverse collettive d’arte. Oggi vivo in Veneto e insegno discipline pittoriche in un istituto superiore.
Per ciò che attiene il mio percorso artistico, in un primo periodo ho realizzato soprattutto architetture dipinte e paesaggi urbani tutti molto dettagliati. Tanto rigore e precisione geometrica, che sembrava sottintendere tranquillità, poneva in risalto l’inconsapevole assenza della figura umana.
Durante il soggiorno a Venezia, bellissima città che mi ha fortemente segnato nel carattere e nelle vedute personali, ho avviato una sorta di seconda fase: ho rivisto e maturato diverse tecniche, concentrandomi sulle figure e particolarmente sui volti e sul fisico, sforzandomi di cogliere ed evidenziare la differenza tra la corporeità dell’uomo e la leggerezza della sua psiche.
Il risultato di tale percorso sono state le varie mostre tenute in numerose città come Lecce, Milano, Pechino e, ultima in ordine di tempo, Venezia, presso la Carriòn Gallery.
paesaggio architettonico
Ritratto
studio per un personaggio del fumetto. Olio su carta
senza tempo. olio e foglia oro su tela.
Soffermiamoci per un momento sulla produzione artistica. La prima impressione che si ha osservando le sue opere è quella di trovarsi di fronte ad un affascinante gioco temporale: soggetti appartenenti al passato, volti e corpi da arte classica, rinascimentale o barocca, ma con tracce di attualità
Tecnicamente mi ritengo legato al passato, ma le tematiche, i corpi e gli sguardi sono decisamente attuali, anche perché sono ispirato dalle persone che incontro casualmente o volutamente. Mi sforzo di ritrarre il loro pensiero, tentando di fermare il loro inconscio che cerco di percepire dallo sguardo e dalla mimica facciale, tendendo ad un surrealismo che è slegato dagli schemi classici. Magari poi gioco con i sentimenti percepiti, specie se il soggetto ed il suo sguardo lo consentono, altalenando tra la sua fisicità, che carico di pensieri, il tempo e lo spazio, evidenziando contrapposizioni e ambivalenze e soprattutto la malinconia e la gioia.
Il rapporto tra peso e leggerezza è un altro tema da me molto avvertito da quando sono a Venezia, città lagunare caratterizzata dalla mole dei suoi palazzi sontuosi che apparentemente galleggiano sull’acqua: un’eccezionale metafora della fragilità umana impostata su apparenze spesso inconsistenti se non vane.
Tobiolo, olio su tela.
Tritone, olio e foglia oro
Veniamo ora ai soggetti delle sue ultimissime opere, ossia i dogi veneziani. I motivi di questa scelta? Un omaggio alla “patria d’elezione”?
Una bella prova, che è felicemente capitata nel mio percorso artistico. I ritratti dei dogi mi sono stati commissionati dall’hotel Antico Doge di Venezia, grazie alla segnalazione loro pervenuta dalla professoressa dell’Accademia di Belle Arti Francesca di Gioia, cui va la mia gratitudine e riconoscenza.
Pur se dura prova, ho subito accolto la proposta con entusiasmo, dando inizio ad una quadreria di ritratti di alcuni dogi della Serenissima. Ovviamente la rassegna è parziale, vista la lunga serie dei celebri personaggi.
A conferma di quanto le ho detto, gli sguardi sono il punto di forza dei personaggi ritratti, per ognuno dei quali ho voluto ricercare una interazione con chi li osserva, che non è più semplice spettatore ma protagonista anch’egli. Tenga presente che per alcuni dogi ritratti sono ricorso a modelli reali, i cui nomi ovviamente qui non rivelerò; sono tuttavia certo che essi vi si riconosceranno, magari ricusando quelle tinteggiature rosseggianti che ho pastellato intorno ai loro volti, per astrarli dalla contemporaneità e per conferire loro la sacralità che conviene ad eterni personaggi che hanno scritto la storia della Serenissima.
Pur nelle loro pose ieratiche, consapevoli del ruolo importante ricoperto, paludati negli sfarzosi abiti del tempo in cui vissero, ecco che attraverso gli occhi si rivelano comuni mortali, magari fragili, malinconici, paurosi. Buona parte dei soggetti da me ritratti, come può notare, li ho voluti raffigurare in età giovanile, racchiudendo in ognuno di essi l’inconsapevolezza ed il mistero della vita che sta loro davanti, con le sue mille sorprese, belle o brutte che siano, ma comunque meritevole di essere vissuta.
Il ritratto del Doge Ottone Orseolo, olio su tela.
Ritratto del Doge Pietro Candiano, olio su tela.
Alla base di questa eccezionale abilità realizzativa c’è, presumibilmente, l’esempio e l’insegnamento dei grandi “maestri”. C’è qualche pittore al quale fa uno speciale riferimento?
Non ho una particolare predilezione per un pittore, ma tecnicamente mi sono ispirato a quelli del passato a me tanto cari e che ho particolarmente studiato e continuo ad osservare. Dei nomi? Tiziano, Tintoretto, Jacopo Palma il Giovane, Caravaggio, etc.
Un’ultima domanda a chiusura di questo nostro primo incontro: ha già pensato alla prossima fase della sua vita artistica?
Vivo al presente, giorno per giorno cercando di migliorarmi sempre più e mi auguro che le mie opere arrivino nel cuore di chi le osserva.
bozza per un dipinto sulla tauromachia.
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Voltando l'ultima pagina, e rendendomi conto che non c'era più altra storia, sono dovuta tornare indietro e rileggere le ultime righe. Davvero finisce così? Magari sono io, ma la sensazione che mi sia imbattuta ancora in un finale ad interpretazione del lettore non mi abbandona. E non sono proprio una grande fan di storie del genere. Facciamo un passo indietro. Sicuramente l'autrice sa scrivere. I Terrestri è un romanzo che ti trasporta lungo la storia folle, confusa e assurda (ma realistica) che narra. Si, ci sono parecchi Trigger Warning che fanno capolino qua e là nel testo, ma parlarne sarebbe un enorme spoiler quindi non voglio svelare nulla (comunque dalla trama se ne intuiscono parecchie). So che tantissime persone ne sono uscite sconvolte. Personalmente, a parte una scena, non mi hanno toccato minimamente. Anche il famoso ultimo capitolo è stato un "tutto qui?". (Questo per darvi un idea di come funziono e quindi come prendere la mia opinione) La storia saltella avanti e indietro nel tempo, parlandoci di Natsuki prendendo un frammento della sua infanzia per poi portarci vent'anni dopo, altalenando queste linee temporali per farci capire cosa successe e cosa sta succedendo nella sua vita. Natsuki è una ragazzina intelligente, ma con una famiglia oscena. La madre non perde occasione per distruggerla in favore della sorella, quest'ultima un concentrato di insicurezze ma soprattutto pestare un cactus a piede nudo è meglio che imbattersi in lei (e la madre), e il padre praticamente inutile, fa presenza fisica e stop. Questo giusto un accenno, conoscendoli questa breve presentazione li rende simpatici. Ogni anno vanno a trovare i nonni ad Akishina, insieme a tutto il resto della famiglia, e lì in particolare c'è Yu un cugino con cui ha legato moltissimo, perché entrambi hanno dei segreti che hanno condiviso fra loro, rendendoli più uniti che mai. Lei infatti gli racconta che si è imbattuta in Piyut, un alieno (ora sotto forma di peluche) del pianeta Poapipinpobopia (se non sapete come si pronuncia, benvenuti nel club!), che le ha dato la missione di salvare la terra. Continua ⬇️
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Ho cambiato url.
Adesso non sono più altalenando, bensí risbocciando.
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noi
Mettersi a camminare mano con mano altalenando i bracci in un marciapiede affollato, tenersi per mano, guardarsi mentre si cammina, sorridere di noi, io la chiamo felicità, piccoli gesti che fanno una storia, la nostra.
Franco Rinaldi
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#Educatrice #Infantile crea un progetto di supporto alle #famiglie
Educatrice Infantile crea un progetto di supporto alle famiglie: Daniela Gardino, vive a #LasPalmas da anni e ha cominciato da tempo, con passione ed energia, a sensibilizzare in vari modi: scuole, conferenze, interviste, giornali, TV.
Daniela, che è parte integrante di MondoSole ( una vera e propria attivista), mi ha inviato un suo scritto che sarà presto divulgato:
C’ero io… e c’era LEI…
C’ero io, piccola e debole… e c’era Lei, grande e forte
C’ero io, triste e sola… e c’era Lei che mi faceva compagnia
C’ero io con un enorme vuoto al cuore… e c’era Lei che lo riempiva
Cero io con un immenso dolore… e c’era Lei che mi anestetizzava
C’erano i miei traumi e le mie paure… e c’era Lei che li soffocava dentro il cassetto più nascosto del mio inconscio
C’ero io completamente impotente… e c’era Lei a farmi sentire onnipotente
C’ero io, brutta, grassa, inutile… e c’era lei ad aiutarmi a dimagrire
C’ero io e quel piatto, quella tentazione, quel VELENO… e c’era SEMPRE Lei a ricordarmi il PECCATO, ad aiutarmi a non cadere, a ricordarmi quanto il mio corpo facesse schifo e quanto quel piatto mi fosse PROIBITO
C’ero io che avevo BISOGNO di qualcosa… e c’era Lei che mi convinceva di aver bisogno di Lei
C’ero io che la consideravo la mia migliore amica… e c’era Lei ad INGANNARMI
C’ero io che avevo solo Lei… e c’era Lei pronta a pugnalarmi alle spalle
C’ero io che volevo MORIRE… e c’era Lei che mi uccideva!
C’erano mia madre, mio padre e i miei zii che volevano mi curassi… e c’era LEI, più forte di tutti, mi diceva NO, non puoi lasciarmi, non puoi vivere senza di Me
C’erano loro a ripetermi che avevo bisogno di aiuto… e c’era Lei che mi ripeteva che Lei era il mio aiuto
C’erano loro che volevano che io mangiassi quel cibo… e c’era Lei a salvarmi da tutto quel VELENO
C’era la terapia… difficile, lunga, tremendamente dolorosa… e c’era Lei che mi scongiurava di non lasciarla
C’ero io che ci provavo con tutte le mie forze… e c’era Lei che mi faceva cadere
C’ero io che cercavo di rialzarmi… e c’era Lei che cercava di tenermi aggrappata in fondo al pozzo
C’ero io, DECISA ad affidarmi al mio percorsa di CURA… e c’era Lei che stava svanendo
CI SONO IO che ho elaborato, metabolizzato, superato i miei traumi, le mie dinamiche, le mie paure, le mie cause… e c era Lei… rimasta solo un ricordo
C’ERA LEI CHE VOLEVA UCCIDERMI… E CI SONO IO CHE HO VINTO LA VITA!! di Daniela Gardino
clicca di seguito per le immagini di questo scritto in spagnolo e in italiano:
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Daniela Gardino ha sofferto di Disturbi dell’alimentazione, altalenando tra Anoressia, Binge e Bulimia cercando ogni forma di anestesia al suo dolore. Dopo vari tentativi di cura ha intrapreso il suo percorso terapeutico a MondoSole dove ha sconfitto la malattia.
Nel 2008 pubblica il libro autobiografico “Al di la delle apparenze” (eBook scaricabile gratuitamente qui) . Segue un primo corso di educazione emozionale e si forma come Educatrice Infantile creando un progetto di supporto alle famiglie.
Ho vissuto quelli che sarebbero dovuti essere gli anni dove il mio problema più grande doveva essere un ginocchio sbucciato o un giocattolo rotto sono diventati anni infernali dove il mio unico pensiero era quello di morire. Una bambina trasformata in donna. Una donna assolutamente infelice. Una donna MALATA di una malattia grave e MORTALE.
Per tanti anni ho altalenato tra ANORESSIA e BULIMIA. Passavo da lunghi periodi di digiuno quasi totale a lunghi periodi di grandi abbuffate di cibo con compensazioni di vomito. Non mi interessava se fosse cotto, crudo o congelato, buono o avariato, non sentivo sapore, non masticavo. Non era fame, era BISOGNO.
Correvo per chilometri ogni giorno, correvo attorno al tavolo e su e giù per le scale, mi inventavo cene a casa di amiche per andare a correre di nascosto, lo sport insieme al cibo e all’alcool era diventato un bisogno, un ossessione. Soffrivo tantissimo, piangevo ogni notte, il mio DOLORE era TROPPO grande per essere spiegato.
Non riuscivo a esprimere ciò che provavo a parole e ho iniziato a usare il mio corpo. Cercavo INCONSCIAMENTE un anestesia alla mia sofferenza.
La mia malattia peggiorava di anno in anno. A soli quattordici anni ho tentato il suicidio. Ho odiato chi mi ha salvata, ero stanca di tutto quel peso, volevo MORIRE.
Ho intrapreso vari percorsi di cura, in diversi centri e in diverse città, non avevo speranza.
All’età di 21 anni il mio ennesimo tentativo, arrivai a MondoSole, un centro per disturbi dell’alimentazione fondato a Rimini. Mi sono affidata a loro completamente, un percorso totalmente diverso da quelli fatti in precedenza, un percorso che mi ha SALVATO la vita.
MondoSole mi ha presentato la vera Daniela, con loro ho trovato la mia personalità, scoperto chi ero e cosa volevo, un percorso alla ricerca delle CAUSE, ho ripercorso il mio passato, ho lavorato su tutti quei traumi subiti fin da BAMBINA, sulle DINAMICHE malate che hanno circondato la mia infanzia. Ho dato un nome al mio dolore, ho vomitato parole. Ho composto il puzzle più bello della mia vita, ogni pezzettino della mia vita. Sarò grata a ChiaraSole Ciavatta, Matteo Mugnani e tutto MondoSole per tutta la mia vita. Oggi il sole fa parte di me e voglio regalare un piccolo raggio a ognuna delle persone che sta attraversando un dolore troppo grande per essere riconosciuto. Nel corso degli anni mi sono chiesta davvero tante volte come sarebbe stata la mia vita se fossimo intervenuti prima, se i miei genitori avessero riconosciuto già nei miei primi anni di vita il mio disagio, se avessero avuto gli strumenti giusti per evitare che questo si trasformasse in INCUBO, se avessero avuto la conoscenza delle conseguenze di alcune frasi o situazioni.
Non si nasce malati, non si nasce tristi, non si nasce con la voglia di morire; si riempie un vaso, si accumulano traumi, sofferenze e dolori già da bambini. Ho deciso di riprendere in mano gli studi formandomi come Educatrice Infantile e di unire la mia esperienza di vita alla conoscenza appresa con lo studio formando questo nuovo progetto di vita e di speranza.
Daniela
Educatrice Infantile crea un progetto di supporto alle famiglie #Educatrice #Infantile crea un progetto di supporto alle #famiglie Educatrice Infantile crea un progetto di supporto alle famiglie: Daniela Gardino, vive a #LasPalmas da anni e ha cominciato da tempo, con passione ed energia, a sensibilizzare in vari modi: scuole, conferenze, interviste, giornali, TV.
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