#albarola
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clipstone · 7 months ago
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Possa
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Possa Cinque Terre Liguria, Italy 2022 Blend - Bosco, Rossesse Bianco, Albarola A wine from the steep Ligurian World Heritage Site slopes overlooking the ocean. Spends just 5 days on skins for texture rather than colour to accentuate the pure, dense fruit. A long saline finish and pronounced herbal character from a place famous for its basil. Aged in a mixture of small oak and acacia barrels and stainless tanks for 8 months. A fresh, light white that is savoury, intensely aromatic and mineral.
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The region The regions of Lombardy, Piedmont, Liguria and Aosta Valley have intermediate to cool climates, meaning, the season is slightly shorter - thus, red wines tend to be more elegant, aromatic, and earthy in style. Whites sparkle with ample acidity. This region is typified by its high acidity, tart fruit and herbaceous flavours. Liguria is one of the smallest wine regions in Italy making this a rare find.
Regional wine production of Northern Italy: Prosecco, Pinot Grigio, Soave, Barbera, Valpolicella and Barolo (Nebbiolo). Possa A winery founded in 2004 to protect the rapidly disappearing vineyards in Cinque Terre - 100 years ago the grape cultivation area was 1400 hectares but has been drastically reduced now to just 100. Possa are one of only a dozen winemakers left on these steep slopes. Reviving and replanting several native grape varieties and using local acacia and cherry tree wood to make the barrels, they champion and protects the unique identity of Cinque Terre. The grapes Bosco - hyper local grape grown predominantly in Liguria, a DOC of Cinque Terre. Great for blending it results in a full bodied wine as it gives structure and richness. Rossesse Bianco - a DOC of Langhe, Piedmont. Light bodied with fresh flavours. Albarola - from Liguria. Can develop honey, perfume and floral aromas. Relatively neutral in flavour. Tasting notes: salinity, minerality, basil, melon, smoke, green apple, gooseberry Pairing: shellfish, pasta, mature and hard cheese, cured meat
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wineafterwine · 3 years ago
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#vino #wine #winetasting #cinqueterre #vermentino #albarola #whitewine #vinobianco #vinorosso #cantinacappellini #liguria #sommelier #winetour Oggi in visita alla cantina Cappellini di Volastra alle Cinque Terre (at Volastra) https://www.instagram.com/p/CdiRgGGt_NN/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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#cantinelunae #windelivery #vermentino #albarola #cavagino #rossodoc #instawine #instagood #winetasting #winelovers (presso Ponzanello, Liguria, Italy)
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andreasposini · 8 years ago
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Un #vino da #ricordare. #albarola @cantinelunea #👍 #winelover (presso La Rotonda Di Camogli)
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vinhonosso · 8 years ago
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Encerrando os belos vinhos degustados no último domingo, um vinho de sobremesa pouco conhecido mas delicioso: Cinque Terre Sciacchetrà 2014. . Uma verdadeira jóia da linda região de Cinque Terre, a pequena DOC Sciacchetrà produz vinhos doces das uvas Bosco, Albarola e Vermentino, passificadas. . Este vinho foi elaborado pela Cantina Sassarini (localizado na em Monterosso Al Mare) com uvas plantadas em terraços de frente para o mar e colhidas à mão. As uvas são deixadas em esteiras durante 2 meses e o calor e a brisa marítima se encarregam de ressecá-las e concentrar seus açúcares (técnica chamada "Appassimento"). As uvas passificadas são então fermentadas (mas mantendo açúcar residual) e envelhecidas em tanques de aço por 16 meses. . Na taça tem coloração âmbar e exala aromas intensos de damasco seco, laranja compotada, mel de laranjeira e um interessante toque mineral (salino). Na boca é delicioso! Aromas de damasco e mel, doçura moderada e bem equilibrada com a alta acidez, deixando uma sensação de untuosidade e frescor à boca, com longa persistência no palato. . São habitualmente consumidos um pouco mais resfriados, e são ótimos acompanhamentos para sobremesas. Este aqui harmonizou muito bem com meu doce predileto, o Tiramissu! . Foi uma deliciosa maneira de encerrar o almoço com os amigos e fechar com chave de ouro a belíssima sequência de vinhos italianos! . . #sciacchetrà #cinqueterre #sassarini #cantinasassarini #monterossoalmare #laspezia #bosco #albarola #vermentino #appassimento #passito #dessertwine #sweetwine #vindoux #vindouxnaturel #winetime #winetasting #tastingnotes #winebottle #wineglass #instawine #wine #vino #vinho #vin #wein (em Campinas, Sao Paulo)
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taccuindivino · 8 years ago
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Portofino Bianchetta Genovese U Pastine 2013, Bisson, 12,5 gradi.
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Ho per i vini bianchi liguri un debole antico; non necessariamente per i pregiati Cinqueterre o i potenti Pigato del Ponente: anche per quelli più corrivi. Sarà che per noi cresciuti a Milano quello ligure è il mare amico, che sta a portata di mano, che lì di norma ci accompagnano bambini i nostri genitori e che a quei profumi e quei sapori ti ci abitui. Oppure perché son le prime gite che fai crescendo, con gli amici prima e poi con gli amori, e quei vini gustati a bordo mare sono la tua idea di libertà e il tuo sogno di un domani. Tant’è: li amo perchè asciutti e nudi, senza tante svenevolezze; li amo perchè intensi e solari, con quell’acidità guizzante che rinfresca e pulisce la bocca. Li amo - li ho amati - persino sfusi in una caraffa, per quei pregi lì. La Bianchetta Genovese U Pastine di Bisson mi è sempre parsa il prototipo del vino ligure se vogliamo più semplice e quotidiano, ma fatto bene, con cura precisione e pulizia: un vino che si apre senza troppo pensiero e che non ti tradisce mai: per un antipasto o un primo di mare, un pesce; ma anche per preparazioni vegetariane; per l’aperitivo; per la tua sete, per la compagnia. Bisson lo produce in purezza coltivando la bianchetta - meglio conosciuta come albarola nello spezzino - sulle alture di Trigoso, nel comune di Sestri Levante. Sono vigne che sentono, vedono il mare; se direttamente, non so, ma quella luce che si riflette nelle due baie di Sestri Levante, così intensa e vibrante in certi giorni dell’anno da apparire quasi mistica, l’immagino accarezzare i grappoli per farli biondi: “guarda il calor del sole che si fa vino”, come diceva Dante. E quel vino l’ho nel calice non più giovanissimo, col suo color limone di media profondità, trasparente e luminoso, con le sue gocciole che scorrono sul vetro molto veloci, molto evanescenti e molto rade; con il suo aroma misurato ma solare, finissimo, delicato e puro, sfaccettato come un diamante: mi pare di trovarvi i fiori di campo, la camomilla; le erbe: borragine e tè bianco; gli agrumi: limone, cedro, pompelmo; un tocco iodato e uno di miele, un fondo di origano e di lieviti. L’assaggio: il suo corpo è medio, tendente al sottile, ma la sua acidità è molto alta, quasi frizzante, siche sospetto un po’ di carbonica sia rimasta discosta e si senta a bottiglia appena aperta. Nettamente salino, il suo gusto ha media concentrazione, ma con una progressione ed una persistenza superiori alle mie attese: sfuma con una  punta di alcol minima e perciò piacevole, persino golosa. Semplice, se vuoi, ma ben teso per quella sua bella articolazione di rimandi acido-salini, con appena una minima abboccatura quando l’hai sulla punta della lingua, che rimane però negli ambiti del secco e perciò non mi dispiace affatto. A riprova della sua acidità spiccatissima, la salivazione che provoca non solo è lunghissima: basta il solo pensiero o ricordo del sorso perché riparta. Ecco un vino amico, di quelli che vogliono solo esser bevuti, dei quali basta un sorso per essere allegri e sentirsi in riva al mare. Per me, oggi, l’abbinamento è stato del cuore e della memoria: antipasti di mare, focaccia di Recco, trofie al pesto. (Assaggio del 30 agosto ‘16)
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whyneblog · 7 years ago
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Di due signori russi e dell'Albarola 2016, Colli di Luna DOC - Cantina Lunae
Di due signori russi e dell’Albarola 2016, Colli di Luna DOC – Cantina Lunae
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Un signore russo, al tavolo vicino al mio, con la barba a mo’ di treccioline strette e fine imbiancate dalla cinquantina, nemmeno si siede che già ha chiesto un prosecco. La carta dei vini del Salgari, il ristorante del Grand Hotel Savoia di Genova dove sono seduto, non è certo ricchissima, ma ciò non esime dal (quasi) obbligo di virare su un bianco locale. Il menù chiama pesce e, ad ogni modo,…
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cleonoiosa-blog · 5 years ago
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presso L'Antica Trattoria di Albarola https://www.instagram.com/p/BzWEdYoovgExtl6vw2D-vYJ-1UOjhjF_3ELfiQ0/?igshid=1ppm9q9qdc1s8
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burde · 3 years ago
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Lardo di Colonnata nella cucina di Venanzio a #Colonnata e gli autoctoni di @diego.bosoni 🐖🏔🙌 • • • • • • • • Albarola Colli di Luni 2020 • Mea Rosa Rosato 2020 Liguria di Levante Igt • Ciliegiolo Liguria di Levante Rosso 2020 • Vermentino Nero Liguria di Levante Igt 2020 • • • #colonnata #lardodicolonnata #venanzio #lunae #diegobosoni #wine #vino #osteria #venanziocolonnata #food #apuane #marmo (presso Ristorante Venanzio Colonnata) https://www.instagram.com/p/CRyQgHurDc4/?utm_medium=tumblr
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stelladilemmen · 6 years ago
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Devastation
Spring has passed and the summer solstice too.
Just imagine having dedicated all your energy on looking after your heart’s desire for months, for years and then, suddenly, a few steps from harvesting the first fruits of all those efforts, everything you had strived for … puff! Everything disappears, everything is ruined, everything evaporates into nothing!
That is exactly what happened to us here in Stella di Lemmen where a massive, unexpected attack from roe deer and wild boar together almost destroyed three years of hard work. Many, far too many, thirty centimeter long shoots with tiny bunches of grapes looking like apostrophes or accents, witnesses to our loving work, all devoured by our animal guests. Arriving in surprisingly large numbers, driven by vigorous spring energy and with voracious appetites, they and their offspring descended on the vines in their masses; the vineyard, of course, had not yet been fenced in and the animals feasted to their hearts content, leaving most of the little vines stripped of their buds and shoots as if in midwinter.
Until a few years ago, the wildlife had been undisputed masters of the half burnt woods that were Stella di Lemmen, of the Mediterranean bushland and of the uncultivated, abandoned territory thereabouts and now, quite naturally, they had fallen upon the more inviting, succulent meal laid out before them. They took advantage of this during their night raids and were meticulous about satisfying their finer tastes and chose the very best vines. Their favourite was definitely “Albarola”. Like true “gourmands” they chose the most tender grapevines.
And then there were the new custodians of the land, the new tenants: slow, half asleep, inexperienced human beings, unskilled and weighed down by worries and prejudices. Always late in finding the rhythm of life.
So the surprise and disappointment were great and our attempts clumsy in finding a solution, in limiting the damage and in protecting the vineyard: we tried to block all entry points, even our own, we tried to raise the temporary fencing and to wrap up the grapevines as if in shrouds. We even made some unusual attempts to dissuade our hungry guests; put on radios at full blast,  shot dog pistols above their heads, used nasty smelling sprays all to no avail!  It was hard to walk amongst our vines in those days and hold back the tears.
Reflecting later on what had happened, we realized that it wasn’t so surprising: nature grows and multiplies constantly every spring and is in need of nourishment regardless of boundaries and other people’s property or hard work. And who more than the elegant roes and the impetuous boars need to defend their species and their survival in this impervious, difficult land which had been neglected by humans for so many years.
Once the worst was over, as our enologist, Adrian, pointed out, we saw a kind of miracle take place:  most of the young vines in a rush of vigour, recovered and started to grow new shoots, some even bearing fruit. In the meantime we completed the fencing and protection of the vineyards and under a blazing sun and the dog days of summer, Stella di Lemmen is winding its way to its first harvest.
Nature had taught us a new lesson, a hard one, but useful and overflowing with life. Once again we had been reminded that we are part of a whole and that we are never truly alone. 
Devastazione È passata la primavera ed anche il solstizio d'estate è alle spalle. Immaginatevi di dedicare tutte le vostre energie nella cura di ciò che vi sta a cuore, per mesi, per anni, e poi, ad un passo dal raccogliere i primi frutti del vostro impegno, dal risultato tanto anelato...puff! Tutto scomparso, distrutto, evaporato! Proprio questo è successo a noi, qui a Stella di Lemmen, dove un attacco massiccio e imprevisto di caprioli e cinghiali all'unisono ha quasi vanificato tre anni di lavoro. Tanti, troppi meravigliosi germogli alti trenta centimetri, con i loro grappolini appena accennati sulla sommità come apostrofi o accenti, testimoni dell’amorevole operato di noi coltivatori, sono finiti in pasto ai nostri “ospiti” animali. Accorsi in numero inaspettato e sostanzioso, sostenuti dalle rinnovate, vigorose energie primaverili e vogliosi di soddisfare i loro appetiti e quelli dei loro piccoli, si sono riversati in massa nei vigneti ancora sprovvisti dell’adeguata recinzione ed hanno banchettato alla grande, lasciando buona parte dei vitigni deturpati, privi di germogli come se fossero nel cuore dell'inverno, devastati. Gli animali selvatici, fino a qualche anno fa padroni incontrastati del bosco semi-bruciato che era Stella di Lemmen, della macchia, dell’incolto e abbandonato territorio, hanno (giustamente!) approfittato del più invitante, succulento, appetitoso pasto di tutto il circondario. E lo hanno fatto con grande meticolosità, compiendo mirati raid notturni, scegliendo il meglio e soddisfacendo i loro gusti – senza dubbi hanno preferito il vitigno “Albarola”, il più tenero – come veri gourmet!
E poi...ci siamo noi, nuovi custodi del luogo, nuovi “inquilini”: lenti, addormentati, sprovveduti umani, inesperti, appesantiti dalle nostre ovvietà, dai nostri pensieri e pregiudizi. Sempre in ritardo, a rincorrere il ritmo della vita.
Così la sorpresa e il disappunto sono stati grandi, e laboriosa è stata la ricerca, un po' a tentoni, di una soluzione per arginare il problema e difendere il nostro operato: ostruire le vie d'accesso, innalzare recinzioni temporanee, impacchettare i vigneti con ogni materiale disponibile (neanche fossimo Christo!), arrivando ad intralciare ed impedire l'accesso addirittura a noi stessi.
In aggiunta abbiamo i metodi più improbabili e disparati per dissuadere ed allontanare i nostri voraci ospiti...ma radioline a tutto volume, raid con la pistola scacciacani all’imbrunire, dissuasori olfattivi e quant'altro hanno avuto scarsi o nulli risultati.
Non possiamo negarlo, attraversando i vigneti in quei giorni era quasi impossibile trattenere le lacrime!
Riflettendo a mente fredda su quanto accaduto, però, non c'è di che stupirsi: la natura cresce e si moltiplica costantemente, ogni primavera – per questo ha bisogno di nutrimento, senza badare a confini o al lavoro altrui. E chi più di loro, gli elegantissimi caprioli, gli irruenti cinghiali, i loro cuccioli, da anni unici abitanti di questi luoghi impervi e negletti dagli uomini, deve difendere la propria specie e la propria sopravvivenza?
Passato il brutto momento, come ha fatto notare il nostro enologo Adriano, è accaduto un mezzo miracolo: le giovani viti, sotto la spinta del loro grande vigore, si sono in gran parte riprese, hanno ricacciato e addirittura, in alcuni casi, formato nuovi frutti!
Nel frattempo abbiamo terminato la recinzione a protezione dei vigneti e, sotto il solleone, Stella di Lemmen ha ripreso il suo cammino e il suo ritmo lavorativo, in attesa della prima vendemmia.
La natura ci ha impartito una nuova lezione. Pur nella sua durezza è stata utile, sorprendente e traboccante di vita. Ancora una volta ci è stato ricordato che siamo parte di un tutto e che proprio no, davvero non siamo soli!
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italiaatavola · 5 years ago
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Ripartiamo dal vino Albarola Colli di Luni Doc Lunae http://dlvr.it/RTPtDk
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alotoftrips · 5 years ago
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Italian Riviera the place where mountain's falls into the sea
Surely you saw at least one postcard image with some colorful, dainty cottages nestled on cliffs that give the feeling that they can collapse anytime in the sea. Situated on the northwestern coast of the country, in the Ligurian province, somewhere below Genoa, on the so-called Italian Riviera, the Cinque Terre National Park annually attracts millions of tourists. And for this reason, a spring or autumn escape is more inspired than one in the summer, when you risk not having a leisurely enjoyment of the landscapes because of the crowds of visitors. The climate is mild in the second part of March, for example, with many days with temperatures above 16-18 degrees, often even 20 degrees. The framework is not lacking in any tourist guide that wants to present the most attractive places in Europe. Cinque Terre or Five Lands, according to the translation, is one of the favorite destinations of those who want to see Italy, beyond grand palaces and historical monuments, but also beyond the urban bustle of the big cities suffocated by an economy now on the slide. The villages have their own cliché, but the strengths of the landscape are Vernazza and Manarola, followed by Riomaggiore. Monterosso is the smallest and the only one with the beach, while Corniglia is farthest from the sea and is set up on the rocks. It is worth seeing all, and this can happen someday. There are, of course, variants of several days combined with accommodation in one of them, but it must be kept in mind that prices are higher in villages than in La Spezia or Pisa, much larger cities and multiple possibilities stay overnight. Why is it worth visiting Cinque Terre? Because it is something of old Italy, I pray that in Italy almost everything seems old, in which part of the charm of the medieval fishing villages, preserved where nature created something unique, and the mountain collapses and its spurs in the Mediterranean Sea . The settlements are simple. A fairly narrow main street, the church, vividly colored dwellings built in block style, three four-storey, seldom with balconies, which paint was flushed by time, small terraces in which it talcates tactically from an espresso, Italians are drinking cam five times a day, and restaurants from which fish and calamari rides. There is no smell of pizza and pasta, limoncello flavor, and at least one glutton, able to bend even the most faithful enemy of ice cream. If not enough, Italian, white and purple wines, and cheese, olives and prosciutto plates, seasoned with a freshly baked focus, can convince you. Culinary temptations are countless, you are just in Italy. At the end of each village, except Corniglia, there is the sea, in green-blue shades, with waves breaking into the rocks of undefined shapes. Implicitly, there are several boats in the landscape that locals take off almost all year round, except in winter, for personal use, ie fishing or hiking, for those who want to see the village offshore. Without wanting, you think that the one who prophesied the Dolce far notte has gone to Cinque Terre, and the dream of a quiet pension in a cottage with a lemon at the gate can not give you even a thrill of pleasure. There are plenty complaining about the area becoming commercial, but the term is still exaggerated. It is true, in the summer season Cinque Terre tourists gems, undoubtedly many Asians, who can become upset when posing 500 times the same frame, but eventually tourism means free movement, and everyone can walk where he wants, as long as he wants and how it wants. It is impossible for such a destination to be a wilderness corner, in one of the most visited countries in the world, who knows how to bring out beautiful money from any stone, out of tourism. The connection between the villages is also done on foot. In fact, it's much more attractive to take the step. From Riomaggiore to Manarola, the so-called path of love, Via dell amore, flows between the mountain and the sea. The route is not hard at all, or almost flat, and makes all the money. As an expression, because the walk is free of charge, that is, it enters the account of the 16 euro ticket, which gives you free access on any path and grooming. Only things in Manarola make things more complicated for those who choose to roam the paths above the sea, besides olive groves, rosemary shrubs and jasmine flowers, because the climb starts and it takes feet as solid as possible to cope . Truly difficult is just the segment between Vernazza and Monterosso, where the trail is often half a meter wide and any wrong step can cause great problems. It's even recommended if you do not have hikking equipment, at least some serious shoes (except for footwear, sandals, ballerinas, etc.) and much attention, but the 75-90 minutes, maybe two hours, as long as you go along the trail, which views are wonderful. By a decree of the President of Italy on 6 October 1999, Cinque Terre was declared a National Park with an area of ​​4,226 hectares and a population of 5,000. On the 3rd Saturday of May, the lemon festival is held at Monterosso, and tourists can dine with limoncino, lemon cream, lemon marmalade, lemon cake and other specialties. Among the culinary specialties in the area that can not be missed are: Sciacchetrà - a red and sweet wine made from dried grapes, Albarola variety, Acciughe -ansoa prepared in two ways: with lemon or in brine and Pesto - basil leaves, oil olives, parmesan and pine sprouts. Cinque Terre is also reachable by the sea, with numerous mini-cruises in La Spezia or even Genoa, especially in the summer season. In the event of rain it is completely forbidden to cross the path, especially Monterosso and Vernazza. The road is accidental and landslides may occur. The advantage is that in the summer, after the rain, the soil dries very quickly. Portofino and Portovenere are two other picturesque locations that can be visited in a circuit at Cinque Terre. Top five destinations where you can enjoy mountain and sea simultaneously
You can not decide if you want to go on vacation this summer in the mountains or the sea. Who says you have to choose and that you can not have both?
You have a few days off and want to make the most of them. No time to go on holiday in the mountains and the sea, so we have to decide what you want more scenery to admire and what activities you want to have in this period. There are also destinations where you can enjoy the sea and mountains at the same time. Here are some of them. 1. Amalfi Coast, Italy Tourists arriving in the towns of the Amalfi Coast sunbathe in special conditions. When you get bored to stay seafront can go on a hiking trail on the mountain Gods write economica.net . 2. Cinque Terre, Italy Another is the ideal holiday destination and Cinque Terre, a region made up of five villages turned into state or Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola and Riomaggiore. You can do hiking in the area.One of the most popular trails called Sentiero Azzurro.
3. Côte d'Azur, France Tourists who choose a holiday on the French Riviera can go hiking and mountain biking trails in the Esterel, but part and incredible beaches.
4. Mallorca, Spain Mallorca offers beautiful beaches with fine white sand, and a route of 135 km that can be done within eight days.
5. Montenegro This destination offers tourists many options for hiking, but also for going to the beach. In the mountain resorts of Budva and Kotor you can visit, and if you want to enjoy a spectacular view of the mountains you can go to Kotor Bay.
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#winedelivery #wines #cantinelunea #instawine #vermentino #albarola #cavagino #etichettanera #wine (presso La Passeggiata di Nervi)
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cloudwine9 · 7 years ago
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Albarola Lunae
Adriano Guerri in Degustazioni.
L’ azienda Lunae si trova nel cuore della Lunigiana ed i vigneti si estendono nei Colli di Luni, su un comprensorio di 45 ettari, dalla pianura a sud del fiume Magra, alle alpi Apuane, all’interno della provincia di La Spezia. Ultimo lembo della Liguria di levante, al confine con la Toscana. Nei comuni di Ortonovo e Castelnuovo Magra (La Spezia).
L’ Albarola è…
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classifivini · 7 years ago
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I vini dellEmilia Romagna
La regione emilia romagna offre un certo numero di vini rossi allegramente spumosi che si prestano in modo egregio ad accompagnare le grasse vivande di tale cucina. Questi vini sono:
Barbera
Bonarda
Gutturnio
Sangiovese
Lambrusco
Occorre chiarire che del vino Lambrusco esiste non un solo tipo come molti ritengono, bensì una vera e propria famiglia con caratteri differenti.
Alcuni vini Lambruschi si distinguono con il nome della località di produzione (Albinea, Fàbbrico, Maestri, Sorbara), altri con una sotto-specificazione del vitigno (salamino e graspa rossa); variano il sapore, il profumo, la stoffa.
Tra tutti questi vini rossi dell’emilia romagna primeggia il Lambrusco di Sorbara, aspretto, brioso, facile alla schiuma, in grado di aiutare anche le digestioni più difficili, dolcemente profumato alla viola, asciutto o amabile sulla vena.
Il vino Sangiovese discende dal vitigno toscano sangioveto, lo stesso che entra nella composizione del vino rosso Chianti. Fino a tredici gradi, asciutto o abboccato, vena amara, singolare freschezza, odore di mammola, con l’invecchiamento sale al rango di bevanda d’arrosto.
Tipico delle tre province di Bologna, Ravenna e Porli, manifesta pienezza di caratteri nelle zone di Predàppio, Cesena e Rimini.
Pare che il vino Sangiovese piacesse pure all’astemio Benito Mussolini, come si desume da una vecchia fotografia in cui si vede il duce sorseggiare un bicchierotto di Sangiovese.
Il vino Gutturnio, esclusivo della provincia di Piacenza, sboccia dal connubio delle uve barbera e bonarda rivelando gusto ammandorlato, “bouquet” di lampone e fragola con pepatura di garofano, alcoolicità sui dodici gradi. Il nome è di fantasia e non ha nulla in comune con il gutturnium romano, speciale coppa adoperata per bere il cosiddetto bicchiere della staffa.
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vino rosso frizzante emilia romagna” width=”268″ height=”188″ />Giunge da Ziano,  i vini Carpaneto, Castel San Giovanni, Gropparello, Vigolzone, Castell’Arquato. L’ultima località richiama alla memoria il nome di Paolo III, grande estimatore di vini bianchi e rossi, che in un banchetto in onore della regina di Navarra troncò una dotta disquisizione sui vini tra i cardinali Contarini e Sandoneto, chiamando il bottigliere e ordinandogli: « Portateci di quello di Castell’Arquato, il solo degno di cotanti ingegni».
Il più celebre vino bianco della regione emilia romagna è l’Albana, dodici-tredici gradi, sapido, odoroso di gigli, nei tipi asciutto, amabile, dolce, che non permette eccessive confìdenze in quanto a berne troppo taglia le gambe. Lo incontriamo nelle stesse province del Sangiovese; il migliore vino viene da Bertinoro.
A tale proposito si ricorda che Galla Placidia, sorella dell’imperatore Onorio, arrivando un giorno in questa cittadina ricevette dalla popolazione affettuose accoglienze insieme a offerte di prodotti locali: vino, frutta, pane. La principessa bevve e ribevve il vino e alla fine, quasi ebbra, levando in alto il rustico boccale, esclamò: « Vorrei berti in oro! ». Vero o no, l’aneddoto risulta ben congegnato.
Tra i migliori vini dell’emilia romagna troviamo il vino Trebbiano in Romagna e nel Piacentino; qui si ha pure un Trebbianino, un vino meno alcoolico e impegnativo, ma fìne e garbato. Ancora della provincia di Piacenza vanno segnalati il vino Muller Thurgau di Ziano e il vino bianco Malvasia di Seminò, l’uno e l’altro da pesce.
Vini da dessert sono il Brachetto di Albarola, il Vinsanto di Soragna, la Malvasia di Vigolo Marchese, il Filtrato di Lancellotta, il vino Bianco di Scandiano una volta chiamato per antonomasia vino sciampagnino italiano, e la Malvasia di Maiàtico.
Questa fu assaggiata da Garibaldi che la trovò di gusto delicato e volle coltivarla a Caprera. Dopo anni di cure ne ricavò, con grande delusione, un vinello acidulo e scadente.
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vinoproduzione · 7 years ago
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I vini dell’Emilia Romagna
La regione emilia romagna offre un certo numero di vini rossi allegramente spumosi che si prestano in modo egregio ad accompagnare le grasse vivande di tale cucina. Questi vini sono:
Barbera
Bonarda
Gutturnio
Sangiovese
Lambrusco
Occorre chiarire che del vino Lambrusco esiste non un solo tipo come molti ritengono, bensì una vera e propria famiglia con caratteri differenti.
Alcuni vini Lambruschi si distinguono con il nome della località di produzione (Albinea, Fàbbrico, Maestri, Sorbara), altri con una sotto-specificazione del vitigno (salamino e graspa rossa); variano il sapore, il profumo, la stoffa.
Tra tutti questi vini rossi dell’emilia romagna primeggia il Lambrusco di Sorbara, aspretto, brioso, facile alla schiuma, in grado di aiutare anche le digestioni più difficili, dolcemente profumato alla viola, asciutto o amabile sulla vena.
Il vino Sangiovese discende dal vitigno toscano sangioveto, lo stesso che entra nella composizione del vino rosso Chianti. Fino a tredici gradi, asciutto o abboccato, vena amara, singolare freschezza, odore di mammola, con l’invecchiamento sale al rango di bevanda d’arrosto.
Tipico delle tre province di Bologna, Ravenna e Porli, manifesta pienezza di caratteri nelle zone di Predàppio, Cesena e Rimini.
Pare che il vino Sangiovese piacesse pure all’astemio Benito Mussolini, come si desume da una vecchia fotografia in cui si vede il duce sorseggiare un bicchierotto di Sangiovese.
Il vino Gutturnio, esclusivo della provincia di Piacenza, sboccia dal connubio delle uve barbera e bonarda rivelando gusto ammandorlato, “bouquet” di lampone e fragola con pepatura di garofano, alcoolicità sui dodici gradi. Il nome è di fantasia e non ha nulla in comune con il gutturnium romano, speciale coppa adoperata per bere il cosiddetto bicchiere della staffa.
vino rosso frizzante emilia romagna” width=”268″ height=”188″ />Giunge da Ziano,  i vini Carpaneto, Castel San Giovanni, Gropparello, Vigolzone, Castell’Arquato. L’ultima località richiama alla memoria il nome di Paolo III, grande estimatore di vini bianchi e rossi, che in un banchetto in onore della regina di Navarra troncò una dotta disquisizione sui vini tra i cardinali Contarini e Sandoneto, chiamando il bottigliere e ordinandogli: « Portateci di quello di Castell’Arquato, il solo degno di cotanti ingegni».
Il più celebre vino bianco della regione emilia romagna è l’Albana, dodici-tredici gradi, sapido, odoroso di gigli, nei tipi asciutto, amabile, dolce, che non permette eccessive confìdenze in quanto a berne troppo taglia le gambe. Lo incontriamo nelle stesse province del Sangiovese; il migliore vino viene da Bertinoro.
A tale proposito si ricorda che Galla Placidia, sorella dell’imperatore Onorio, arrivando un giorno in questa cittadina ricevette dalla popolazione affettuose accoglienze insieme a offerte di prodotti locali: vino, frutta, pane. La principessa bevve e ribevve il vino e alla fine, quasi ebbra, levando in alto il rustico boccale, esclamò: « Vorrei berti in oro! ». Vero o no, l’aneddoto risulta ben congegnato.
Tra i migliori vini dell’emilia romagna troviamo il vino Trebbiano in Romagna e nel Piacentino; qui si ha pure un Trebbianino, un vino meno alcoolico e impegnativo, ma fìne e garbato. Ancora della provincia di Piacenza vanno segnalati il vino Muller Thurgau di Ziano e il vino bianco Malvasia di Seminò, l’uno e l’altro da pesce.
Vini da dessert sono il Brachetto di Albarola, il Vinsanto di Soragna, la Malvasia di Vigolo Marchese, il Filtrato di Lancellotta, il vino Bianco di Scandiano una volta chiamato per antonomasia vino sciampagnino italiano, e la Malvasia di Maiàtico.
Questa fu assaggiata da Garibaldi che la trovò di gusto delicato e volle coltivarla a Caprera. Dopo anni di cure ne ricavò, con grande delusione, un vinello acidulo e scadente.
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