#accoglienza studenti.
Explore tagged Tumblr posts
Text
Marengo Day: Celebrazione della storia e della cultura locale. Un evento per celebrare le radici di Marengo, tra storia napoleonica, tradizioni e prospettive future
Un appuntamento imperdibile per il territorio alessandrino
Un appuntamento imperdibile per il territorio alessandrino Sabato 14 dicembre 2024, alle ore 17:00, presso l’Auditorium del Polo Culturale di Marengo, in via della Barbotta a Spinetta Marengo, si terrà il tanto atteso Marengo Day. L’iniziativa, organizzata per valorizzare le relazioni costruite negli anni con associazioni, enti pubblici e volontari, si propone come un momento di condivisione,…
#225° anniversario Marengo#accoglienza studenti.#Alessandria cultura 2025#Alessandria eventi 2024#Alessandria today#appuntamenti culturali#artigianato locale#Cultura alessandrina#Cultura e Tradizione#educazione e territorio#Efrem Bovo#Eventi Alessandria#festival giugno 2025#giovani e cultura#Google News#Inclusione sociale#italianewsmedia.com#laboratori artigianali#laboratori orafi#Marengo Day#Marengo DOC#Marengo e Teodolinda#Maurizio Sciaudone#Memoria storica#Moto Club Marengo#musica tradizionale#Pier Carlo Lava#Polo Culturale Marengo#Progetti scolastici#promozione storica
0 notes
Text
IUS SCHOLAE
Fermo restando che ho una enorme fiducia nella capacità della scuola di creare senso di comunità e integrazione reale..
Ritengo tuttavia che si tratti di un provvedimento a mio modo di vedere incompleto e insufficiente che deve essere migliorato per rafforzare la tutela degli interessi dei minori.
in determinate occasioni, sia emergenziali che ordinarie, il fatto che un minore abbia una cittadinanza differente da quella dei genitori può costituire una fonte di problemi di difficile soluzione.
Non dimentichiamoci che in determinate circostanze, come in occasione di vacanze nella madre patria, la cittadinanza di origine rappresenta una tutela per il minore e la possibilità di accedere più facilmente a determinati servizi.
È opportuno che il provvedimento preveda la possibilità di mantenere la doppia cittadinanza. Sarà il minore stesso al compimento della maggiore età a decidere se mantenere la doppia cittadinanza o se scegliere una delle due.
Una reale politica di integrazione si persegue conoscendo e riconoscendo, anzi esaltando la differenza tra le diverse culture, che rappresentano una grande ricchezza da preservare,
non è attraverso una mera omogeneizzazione burocratica che si costruisce una società multietnica.
E neppure attraverso una omogeneizzazione di tipo commerciale che passa attraverso alla diffusione di beni di consumo e di intrattenimento uguali per tutti.
Questo modello di integrazione ha già mostrato tutta la sua drammatica inefficacia in America, come in Francia.
Non è consigliabile tentare di appiattire e smussare le differenze culturali in una pappa indistinta e indifferenziata.
Al contrario è necessario apprendere il più possibile gli uni dagli altri in modo da gestire le differenze nella loro talvolta incredibile complessità.
In questo la Scuola italiana ha fatto e sta facendo dei miracoli, malgrado ogni governo si accanisca su di essa, con tagli selvaggi, gravami burocratici, privatizzazioni. Le morti degli studenti durante l'alternanza scuola-lavoro che gridano vendetta, gli insegnanti e i bidelli più sottopagati d'Europa usati come carne da cannone durante la pandemia, i sistemi di aerazione e il potenziamento dei trasporti pubblici mai attuati.
Esattamente come il Green Pass, lo Ius Scholae è il tentativo burocratico di nascondere le inadempienze dei governi.
Centri di accoglienza simili a lager gestiti per fare profitto, lavoratori stranieri sfruttati e sottopagati quando non schiavizzati dal caporalato, assenza di accordi per corridoi umanitari, rotte migratorie pericolosissime appaltate alla vigilanza di enti privati invece che agli Stati.
Ci servono azioni concrete sull'integrazione, sulla scuola, sulla sanità e non i soliti paraventi con cui creare alibi all'inattività, o peggio, tentativi maldestri di insabbiare i delitti contro la personalità dello Stato e contro gli esseri umani.
2 notes
·
View notes
Text
Bologna, lite con accoltellamento in pieno centro: denunciato un 29enne
Bologna, lite con accoltellamento in pieno centro: denunciato un 29enne I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bologna hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Bologna un 29enne gambiano per porto abusivo di armi e lesioni personali aggravate. La denuncia è scaturita a seguito di un intervento dei Carabinieri in Piazza Antonio Scaravilli, una zona frequentata dagli studenti e purtroppo anche dai malviventi, dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti. Potrebbe essere questa una delle cause che ha scatenato una violenta lite tra due africani che ha attirato l'attenzione dei passanti, i quali hanno avvisato subito i Carabinieri telefonando al 112. Appresa la notizia, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile sono intervenuti, identificando tre persone, il presunto aggressore, 29enne gambiano, disoccupato, domiciliato in un centro cittadino di accoglienza notturna e due senegalesi, la vittima, 26enne e un suo amico 25enne, che ha assistito ai fatti. Il 26enne senegalese, ferito al braccio da un fendente, è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato al pronto soccorso in codice di media gravità, mentre il 29enne gambiano è stato medicato a seguito di alcune ferite più lievi alle mani. Il coltello, lungo 32 cm, con una lama di 20 cm, è stato trovato nelle vicinanze dai Carabinieri, che lo hanno sequestrato. Per i Carabinieri non è stato possibile acquisire le immagini della videosorveglianza pubblica perché gli involucri dei dispositivi erano stati precedentemente imbrattati con la vernice, allo scopo di oscurare le telecamere, con tutta probabilità dai partecipanti alle manifestazioni dell'ultimo periodo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
“Borgo Materdei”: un nuovo modo di fare turismo
Il cuore pulsante di Napoli si rinnova con "Borgo Materdei", un innovativo progetto di accoglienza turistica promosso dall'associazione Passioni di Napoli, che rivoluziona il concetto di turismo attraverso la valorizzazione della comunità locale. Borgo Materdei nasce dall'idea di trasformare l'intero quartiere di Materdei in una comunità responsabile di ospitalità turistica (“CBT: Community Based Tourism”), dove gli ospiti possono sentirsi “cittadini temporanei”, identificandosi nel ritmo e nello stile di vita locale, ritrovando una dimensione più vera ed autentica. Una Comunità che vuole creare legami e dove persone accolgono persone, come amici venuti da lontano, con la gioia di rivederli ed il piacere di raccontargli tutto quello di cui sono orgogliosi. Borgo Materdei, Tavola Rotonda Così le botteghe storiche, le attività commerciali diventano infopoint diffusi, fornendo tutte le informazioni di cui si può avere bisogno: d’altro canto, chi meglio di chi vive da sempre quel luogo potrebbe darle? I vicoli, le strade e le piazze diventano un “Museo Diffuso”, in cui ogni abitante è narratore della Bellezza e custode dei luoghi e delle tradizioni locali. Non solo le eccellenze del nostro patrimonio, ma le persone sono il grande tesoro che il progetto vuole offrire: grazie all'installazione di QR Code strategici, i visitatori potranno accedere ai Luoghi delle memorie e delle passioni: non solo arte e storia, ma anche racconti, aneddoti, ricordi e piccoli segreti, narrati da una pluralità di voci, quelle di chi ci è “nato, cresciuto e pasciuto”, per esplorare le radici culturali e la vitalità di uno dei borghi più autentici di Napoli. Lo start-up del progetto, a cui da tempo Passioni di Napoli è a lavoro, culminerà in una serie di eventi culturali il 24 maggio, presso il teatro Bolivar, partner di questo ambizioso disegno che aspira ad una crescita sociale, culturale, ambientale ed umana del territorio. Borgo Materdei, infatti, deve costituire un’opportunità non solo per i visitatori, ma soprattutto per i residenti, in termini di creazione di valore e miglioramento della qualità della vita. Il pomeriggio alle ore 17.00 si terrà la round table "Ti racconto... il borgo" che vedrà coinvolti Romina Adaggio, direttrice del teatro, Ciro Guida, presidente dell’associazione VIA NOVA e Vicepresidente della III Municipalità del Comune di Napoli con delega alla Cultura, Antonio Esposito, tra i fondatori della Casa Editrice Edizioni MEA con sede a Materdei, lo scrittore Tonino Scala, autore di diversi saggi, romanzi e libri di narrativa per ragazzi e già Presidente della 𝗖𝗼𝗺𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗦𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗔𝗻𝘁𝗶𝗰𝗮𝗺𝗼𝗿𝗿𝗮, Giuseppe Esposito dell’associazione VIVIQuartiere, ideatore del progetto PASSIONI DI NAPOLI-BORGO MATERDEI. Guarattelle Presente inoltre lo Studio Fotografico di Bruno Ciniglia, che sta curando la realizzazione dei contributi video de I Luoghi delle Memorie e delle Passioni, Carmine Ciniglia, giornalista e videomaker, e gli alunni della scuola media del plesso Lombardi-Fontanelle dell’ IC Statale 19 “Russo-Montale”, con la Dirigente Scolastica, prof.ssa Fabiana Alfieri, ed Il corpo docenti. L’incontro si concluderà con una perfomance a tema degli studenti, frutto di un’attività laboratoriale realizzata durante l’intero anno scolastico, in collaborazione con Passioni di Napoli. La serata si accenderà alle ore 20.30 con lo spettacolo teatrale "Guarattelle - L'impudente rivoluzione del libero arbitrio", una produzione a Km0 interamente creata nel quartiere Materdei. Questo evento unico metterà in scena talenti locali in ogni aspetto della sua realizzazione: da autori, attori e musicisti fino ai costumisti, scenografi e truccatori, per non parlare della location, il Teatro Bolivar, celebrando così la cultura e l'arte del borgo. Critica, riflessione e autenticità sono i valori portanti della pièce teatrale che vuole porre l’accento sulla lotta agli stereotipi con un feroce, ed “impudente”, attacco alla più tradizionale delle rappresentazioni. Attraverso "Borgo Materdei", l'associazione Passioni di Napoli non solo promuove un turismo più consapevole, responsabile e partecipativo, ma rilancia anche Materdei come modello di comunità creativa e sostenibile, dove residenti e “cittadini temporanei” possono sentirsi parte di una storia viva, palpitante, vera! Per maggiori informazioni su Borgo Materdei e gli eventi correlati, visitare il sito www.passionidinapoli.it. Read the full article
0 notes
Text
Per quello che ho inteso io non e stato il tentativo di cercare strade diverse per l'economia. Il motivo che ha portato la destra al potere, indipendentemente dal disaccordo della sinistra, è stato il voler limitare l'ingresso agli extra comunitari. Hanno pagato la stolidità con la quale continuavano a imbarcare gente che neanche capisce il valore della democrazia e che si dimostra irrispettosa delle regole civili al punto da creare malessere sociale tra quelle fasce di anziani maggiormente a contatto con gli stranieri al punto di esserne intimiditi. E non è neanche difficile da capire. Per anni gli americani come i contingenti di pace in Afghanistan hanno cercato di esportare la democrazia. Appena hanno mollato sono tornati al potere i talebani. La democrazia è una conquista, se manca questa consapevolezza non serve a niente regalare diritti democratici a persone che non hanno rispetto di chi questi diritti li ha consolidati col sangue. Il mio non vuole essere un discorso razzista, abbiamo esempi quotidiani di persone che credono di potersi imporre con la violenza come se non fossero mai cambiati i modelli che fin ora hanno seguito. Tra l'altro assisterli li fa entrare nella pretesa. E tanta gente di sinistra per toglierseli di dosso ha votato a destra. Se vogliamo fare una verifica è sufficiente che una volta tornata al potere la sinistra torni ad aprire una accoglienza indiscriminata. Il tempo di un giro di porta girevole e torna al potere la destra. È inutile ignorare questo punto, la gente più grande non può più tollerare di starsene in casa perché i centri cittadini sono tutti occupati da loro. Si sentono derubati della loro identità e libertà in casa loro. È inutile continuare a pensare che tra noi e loro non c'è differenza. Questa differenza è fin troppo evidente anche senza parlare di razze. Non si può sfamare il cane che ti morde la mano. Il QI degli studenti è regredito di quasi venti punti. Quasi tutto lo spaccio è in mano a loro che essendo considerati in stato di bisogno hanno una reiterata indulgenza dei magistrati che permette loro di pagare otto mesi là dove un italiano prende quattro anni. A livello ideale vorremmo essere tutti uguali davanti alla legge, così non è. Non si possono regalare gli stessi diritti a gente che non li capisce. I diritti e i doveri sono due facce della stessa medaglia, non può essere che a loro tocchino i primi e a noi i secondi. Che ci pagheranno le pensioni, con tutto il sostegno del welfare che hanno, è una cazzata bella e buona. Chiunque sta su una barca sa che non si può prendere in carico tutto il mondo senza che si ribalti. A un certo punto diventa o noi o loro, e così è stato. Provate a immaginare come si può sentire una persona anziana che occupa la casa popolare da una vita e adesso è l'unica italiana in un palazzo quasi interamente occupato da extracomunitari. Il razzismo è una forma di identità naturale. C'è un razzismo al contrario in Sud Africa verso i bianchi che sono meno del 10%. C'è un razzismo sulla base della pelle più o meno scura anche in Sud America, tra neri e creoli. C'è un razzismo antimperialista in Russia contro tutti gli stati occidentali filo americani. C'è una discriminazione verso i milanesi bauscia, da parte di coloro più modesti, siano liguri, sardi o altoatesini. È inutile fare finta che non sia così, è il politically correct che è innaturale non il razzismo. Ed è per questo che si è votato a destra anche se di sinistra. Vista la stolidità con la quale la classe dirigente non coglieva il malessere degli strati più deboli, anche se ci stanno sul cazzo, si è votato i fasci perché almeno loro in questo non ritrovarsi uguali dimostrano più intelligenza. Meno ipocrisia. Quando avranno finito il lavoro sporco, la gente tornerà a sinistra. Sempre che la dirigenza non riparta con la stessa canzone. Io questo voto l'ho letto così. Era fin troppo chiaro che continuando ad alzare la percentuale di stranieri senza vedere oltre, a un certo punto sarebbe tornato il razzismo anche tra coloro che idealmente lo rifiutano.
Operai, pensionati, giovani, disoccupati e terroni che hanno votato questo governo
47 notes
·
View notes
Text
IL MODELLO SCOLASTICO MIGLIORE AL MONDO
youtube
Marteena Satana II Weed Remix e Vittoria Elena Simone presentano il Liceo Artistico Carlo Levi di Matera (oggi capitale della cultura) come modello scolastico migliore al mondo, per la sua struttura storica, la sua posizione strategica a ridosso del panorama della Gravina e il suo perenne clima di accoglienza verso studenti di qualsiasi estrazione e attitudine, accompagnando la presentazione con letture dal testo più importante dell'autore a cui la scuola è intitolata, Carlo Levi, esule in Basilicata durante il regime fascista.
0 notes
Text
Ceccano, l'Università al S. Maria della Pietà, 150 studenti ma sconosciuta alla città
Sono tanti, arrivano ogni giorno per le lezioni, affittano appartamenti, vanno nei bar e nei ristoranti, danno un po’ d’anima a quell’edificio. Insomma Ceccano è una città universitaria ma nemmeno se ne accorge, non fa accoglienza, non organizza eventi per gli studenti e i professori che pure si vedono al S. Maria della Pietà, per le lezioni, gli esami, le tesi di laurea. Il corso di laurea in…
View On WordPress
0 notes
Text
Primo evento di primavera in mensa con la Erasmus Welcome Dinner
La primavera si apre con uno degli eventi speciali firmati Ersu Sassari. Grande accoglienza ieri in mensa per gli oltre cento studenti stranieri, provenienti da ogni parte d’Europa, che hanno scelto Sassari per trascorrere un periodo di studi all’estero con il programma Erasmus+. Ersu Sassari, ormai come da tradizione, ha voluto porgere il proprio benvenuto nella forma più efficace, la buona…
View On WordPress
0 notes
Text
Questo lavoro scientifico di Singapore dimostra anche in Asia come sia iniziata la sensibilizzazione verso la Medicina di Genere LGBTI a partire dai temi della Omo-Transfobia Sanitaria:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9904294/#!po=38.0597
Il personale sanitario per essere qualificato ed accogliente deve avere appreso almeno le basi delle specifiche differenze sostanziali tra la popolazione generale e i vari sottogruppi.
Come Amigay noi proponiamo, sulla base delle conoscenze scientifiche attuali e dei consensus internazionali i seguenti temi durante i nostri Corsi Di Formazione in Medicina Psicologia Infermieristica di Genere LGBTI che potete richiedere scrivendo ad [email protected]
Se siete Studenti o Professionisti in Medicina Psicologia Infermieristica e siete LGBTI o friendly, ISCRIVETEVI AD AMIGAY aps
https://amigayonlus.wixsite.com/website
CORSO DI FORMAZIONE IN MEDICINA PSICOLOGIA INFERMIERISTICA DI GENERE LGBTI AMIGAY APS:
PRIMO LIVELLO PARTE PRIMA Inquadramento Generale
1) Storia e Legislazione in Medicina di Genere LGBTI
2) Sex & Gender Orienteering, il Lessico per dirlo
3) Il modello Epigenetico e il Neuroimaging
4) Accoglienza Infermieristica e Messaggio Inclusivo
5) ICD 11 e Depatologizzazione
6) Le Linee Guida WPA, la carriera ALIAS, le altre linee guida e la Deontologia Professionale
7) Prevenzione Diagnosi Cura e Accoglienza per Donne Lesbiche o Bisex
8) Le Tre P del Sesso (Preservativo, Popper, PrEP) e le Tre C del Sesso (Condom, Chemsex e Cybersex)
9) Contrasto attivo all’Omo-Trans Fobia Sanitaria nel CCNL e nei regolamenti CUG
PRIMO LIVELLO PARTE SECONDA La Psicologia e l’Infanzia
10) Minority Stress
11) Coming Out
12) Intersessualità, Nuovi Percorsi dalla Nascita fino all’Adolescenza
13) Consenso Informato per Adolescenti e Adulti Transgender
14) Le Terapie Affermative
15) Prevenzione Diagnosi Cura e Accoglienza per Persone Transgender
16) U=U e Sex Workers, Sesso delle persone Disabili o Anziane e Kinky: come diminuire lo Stigma
17) Corsi Pre-parto e ruolo di Ginecologi, Pediatri e Medici di Famiglia
18) Virago ed effeminati, il comportamento e l’identità a rischio, tra machismo e omofobia
1. SECONDO LIVELLO PARTE PRIMA Le Cliniche LGBTI
19) MFT, Anagrafica Inclusiva Sanitaria e Ricerca Scientifica
20) Salute Mentale delle Persone LGBTI
21) Dermatologia e Oncologia Paola Possanzini
22) Cardiologia
23) Medicina di Base
24) Endocrinologia e Transizione Ormonale
25) La Transizione SOLO chirurgica dai minori Intersex e Gender Variant agli adulti Transgender
26) I Minori Gender Variant e il bisogno di usare Triptorelina o Estrogeni
27) HIV, MONKEYPOX e COVID, le epidemie e il razzismo, Preservativi e Mascherine, l’epidemia e la prevenzione
SECONDO LIVELLO PARTE SECONDA Approfondimenti e Casi Clinici
28) Donne, Lesbiche e Transgender, un discorso sulla maternità e la genitorialità LGBTI
29) Violenza nelle coppie LGBTI, Violenza verso le persone Transgender Trauma e PTSD, dal Pronto Soccorso alla Salute Mentale
30) Nascere Intersessuali l’Identità Negata. Il Centro Esperti per Intersessuali e Minori Gender Variant e loro famiglie
31) Essere confusi tra ruolo sociale, identità di genere, comportamento e orientamento sessuale; il bisogno di corsi in Sex Orienteering e il Divieto di Terapie Riparative
32) Il corpo e l’alimentazione, tra Obesità e DCA nelle persone LGBTI
33) Contrasto Attivo all’Omo-Trans Fobia Sanitaria al Pronto Soccorso, nei Reparti e nei LEA
34) I Modelli di Valutazione come quello HEI e l’obbligo di Formazione, sulla base delle precedenti considerazioni
35) Restituzione dei Questionari e Casi Clinici
#Formazione #medici #infermieri #psicologia #LGBTI #Amigay
0 notes
Text
Arresto per vandalismo: tutta una farsa
#PlusBrothers #PlusWordPress L'arresto della studentessa è stato un errore, anzi, una farsa. J. H., anzi Joleen Hunter, è innocente.
Non ci voleva. L’arresto di ChaserJolly, la figlia di Hunter, ha costretto il Campus IBUOL a rimandare l’evento organizzato come accoglienza degli studenti appena iscritti per l’anno accademico in corso. Si spera di poter dare loro un dignitoso benvenuto durante l’inaugurazione del nuovo Campus in via Nureyev, grande festa che avrà luogo il 6 gennaio 2023. Adesso la priorità è quella di capire…
View On WordPress
0 notes
Text
#scuola#educazione#educere#insegnanti#frasi forza#amarsi#tumblr#resilienza#coraggio#professori#studenti#tumblr tumblr#frasi tumblr#insegnare#maestra#maestri#scolari#accoglienza#inclusione#bes#dsa#neurodiversita
6 notes
·
View notes
Text
Mastrocola e Ricolfi distrutti
Ho terminato di leggere il libro di Paola Mastrocola e Luca Ricolfi, Il danno scolastico.
Premessa
Non avevo mai letto nulla di Paola Mastrocola, ma vi assicuro che ho letto questo libro e, a dispetto di tante persone che hanno scritto su questo libro, io l'ho letto per bene e l'ho pure studiato nella sua parte statistica (chi vi scrive è fisico e dirigente scolastico, e sottolineo : prima fisico e poi dirigente scolastico) quindi non vi parlerò per sentito dire o per aver letto riassunti e recensioni altrui.
Non conosco gli autori, non sapevo nulla dei loro libri precedenti. L'ho comprato perché mi affascinava il titolo, quindi l'ho letto con spirito di accoglienza e curiosità (senza essere prevenuto).
I FATTI
Gli autori partono da una ipotesi della Mastrocola del 2017, cosiddetta della disuguaglianza , ovvero: una scuola di bassa qualità (che prepara male), che è fortemente permissiva, che tende a promuovere tutti, a non bocciare, a ridurre le richieste cognitive, è una scuola che alimenta la disuguaglianza sociale, il tasso di iniquità .
Possiamo misurare il grado di iniquità come il rapporto tra chi nei ceti alti al termine degli studi raggiunge il ceto alto e chi tra i ceti bassi, al termine degli studi raggiunge i ceti bassi.
Sto semplificando, ma il tasso di iniquità, in Italia è 4.0!!
In sostanza se nasci in una famiglia ricca, agiata, se sei figlio di avvocato, hai una possibilità 4 volte maggiore di fare l'avvocato o il notaio, rispetto ad un tuo compagno che nasce in una famiglia di idraulici.
Secondo Mastrocola, una scuola permissiva, di bassa qualità, aumenta tale tasso di iniquità.
Ricolfi verifica l'ipotesi utilizzando i dati ISTAT recenti per il ceto sociale e i dati Invalsi come Proxy, non essendoci oggi alcun dato che misura il grado di qualità (discipline? Programmazioni svolge? Etc.) delle Istituzioni scolastiche e il loro impatto sul processo di apprendimento.
I dati sono sbalorditivi (vi risparmio dettagli al contorno su alcuni indici) .
Una scuola che abbassa l'asticella, che riduce le richieste, che promuove a tutti i costi, in sostanza porta quel rapporto a 5 e oltre. Soffoca ancora di più ile possibilità di ascensore sociale.
Una scuola di qualità invece riduce quel rapporto a meno di 3 e, in luoghi come il sud, fa una differenza enorme.
Una scuola di qualità è davvero una scuola che fa la differenza, che premia, ma soprattutto permette ai meritevoli e capaci di svincolarsi dal loro stato sociale e di invertire la rotta.
L'ANALISI
Gli autori non dicono cosa è per loro una scuola di qualità, ma si limitano a raccontare quello che hanno visto.
Con i loro occhi. Con le loro esperienze.
Ricolfi, docente universitario, se la cava anche bene.
Descrive una università dove il livello medio degli studenti e dei docenti si è abbassato. Da una parte a causa di esami spezzettati in esamini, dall'altra perché il docente universitario deve inseguire le pubblicazioni e poi fare didattica (lo scrive in molte pagine, riassumo solo le sue opinioni)
Mastrocola è più diretta e lo fa con una scrittura a tratti davvero coinvolgente ed emozionante.
È il momento in cui parla della parafrasi, per me il passo più bello del libro. Qui si vede che Mastrocola ha una passione smodata per la letteratura, la sua penna si illumina. Spiega che le parafrasi sono quasi sparite dai libri di teso scolastici, che si è ceduto il posto ad una scuola facile, riduttiva. Ad una scuola dove si fanno riassunti, magari trovati su Wikipedia, in nome di un promuviamoli tutti...
Racconta dei suoi anni alle scuole medie dove si studiava il latino e di come questo l'ha portata a livelli alti di istruzione.
In un passo molto forte critica Don Milani, a suo dire, tra i promotori di una scuola che ha abbassato la sua qualità, dando a Gianni e a Pierino una scuola pratica, piuttosto che cultura astratta.
Critica anche la scuola delle competenze recente e la scuola progettificio.
Insomma critica e criticano la scuola data in mano ai progressisti, causa di tutti i Mali della scuola...
Mastrocola e Ricolfi non citano in alcun punto nessuna teoria o modello pedagogico degli ultimi 60 anni.
Non citano mai nomi come Malaguzzi, Dewey, Castelnuovo, Montessori, Ciari. ..
In realta non citano mai neppure le scienze o l'arte o la musica o la danza...
Per Mastrocola sembra esserci solo la latteratura.
E nel leggerli sembra essere immersi in una scuola di 60 anni fa.
Fatta da lezioni frontali, libri cartacei, interrogazioni...
Per loro questa scuola del passato è morta
Ma è davvero così?
Cari Mastrocola e Ricolfi, vi scrivo dopo aver letto il vostro libro.
E chi vi scrive non solo lo ha letto, ma lo ha capito.
Appartengo, potrei dire, a quegli studenti che voi chiamate plus dotati.
A scuola ho sempre preso 10 o quasi. All'università sempre 30 o 30 e lode.
Mi sono diplomato nel 1996 e la mia scuola era uguale a quella che vissuto come docente.
Non ho visto grandi differenze tra la scuola del 1996 e quella del 2015!!
Eppure nella vostra scuola io mi annoiavo. E mi annoiavo non perché era una scuola di qualità, ma perché io volevo fare altro.
I miei prof parlavano di parafrasi e di verbi e declinazioni, o di esercizi e derivate, mentre io volevo capire come funzionava l'universo!!
In quella vostra scuola non ho mai fatto attività di gruppo.
I banchi erano sempre rivolti verso il docente.
Esistevano i primi pc, ma non li utilizzavamo!
Non ho studiato latino alle medie, ma ho fatto il liceo scientifico con latino e pure informatica e mi sono laureato anche con 110 e lode.
Voi dite che la vostra scuola oggi è morta.
Ha ceduto il passo a progressisti, alla scuola azienda, dove le competenze si riducono solo a saper fare, avvitare etc.
Ma ne siete certi?
No perché io fino al 2019 ho insegnato matematica e fisica nei licei, e ho visto proprio la vostra scuola, quella di 60 anni fa.
Ho visto banchi in posizioni frontali.
Ho visto la cattedra. Ho visto pagine e pagine di appunti di carta
La Scuola delle competenze?
Tranquilli, oggi pochissimi lavorano per competenze, perché forse è difficile o perché nessuno glielo ha mai insegnato. O forse perché è difficile lavorare per competenze.
Insomma, tranquilli, la scuola di oggi, non è cambiata poi così tanto rispetto alla scuola di 50 anni fa.
E se un docente, se lei, viole fare lezione frontale tutti i giorni o zitti e buoni a fare parafrasi, potete farlo! Nessuno vi impone nulla.
Nella vostra indagine, affascinante, nella verifica della vostra ipotesi manca un dato fondamentale:
Non misurate il tasso di iniquità della vostra scuola, di quella che avete frequentato, quella degli anni 60 e 70 o 80 o la mia anni 90.
Non lo potete fare, certo, perché non avete i dati Invalsi.
Ma siamo certi che quella scuola non fosse più iniqua di quella di oggi?
E siamo certi che il tasso di iniquità ci dica tutto di Gianni e Pierino?
Perché vedete, in tutto questo, non fate entrare i Gianni e i Pierino che rimangono nei ceti bassi, ma che magari hanno fatto arte e musica e magari sono stati indirizzati da una scuola che ha saputo guardare Gianni e Pierino per quello che sono e non solo per la loro capacità di fare parafrasi.
Anche su Don Milani avrei qualcosa da dire: la scuola di Don Milani era una scuola seria, si studiava anche di sabato e domenica, si andava a scuola ogni giorno. Non si faceva latino, ma si insegnava a vivere. Perché Gianni e Pierino nella vostra scuola si perdevano.
CONCLUSIONI
Su una cosa però concordo con voi, la scuola in questi anni ha avuto, ha subito troppe riforme, ma non riforme sistemiche, ma piccoli rattoppi. Sistemiamo l'esame di stato qui, togliamo questo di là etc
E forse si poteva e si può lavorare di più sulla qualità, che però c'è, esiste. Venite in alcune scuole, veniteci voi e portateci anche il mondo dell'Università, che magari capisce cosa fa la scuola!
Giorni fa leggevo, in un post, di una scuola che ha "curvato" (eh oggi si parla così) il proprio indirizzo verso l'intelligenza artificiale, l'iot, i big data e cose del genere.
Lo ha fatto utilizzando l'autonomia scolastica, ma soprattutto lo ha fatto decidendo, come scriveva l'autore, in poche settimane.
In poche settimane... Capite? Ora io ho studiato Iot, big data e intelligenza artificiale, ma non sapevo che questa mia curvatura oggi andasse di moda.
Insomma, concordo con voi, quando dite che la scuola deve vantarsi quando dice che si fa pensiero, critico, logico, si insegna e bene la filosofia o la matematica. La vera scuola di qualità è quella che ti permette di curvare e di di lasciarti libero di scegliere, anche attraverso le discipline o meglio la loro commistione.
Ed allora su questo sono concorde con voi: la scuola, che non è la vostra, oggi trova dall'altra parte innovatori che non hanno la stessa forza della vostra scuola.
Almeno la vostra scuola, quella che mi ha sempre annoiato, aveva il gusto dell'antico, della noia, delle lezioni e compiti infiniti, era la scuola che uccideva la creatività, ma almeno sapeva perché lo faceva: per essere uguale a se stessa!
Quella di alcuni innovatori ha il gusto dell'improvvisazione.
E allora avete ragione anche nelle vostre conclusioni : occorre ricostruire la scuola pezzo pezzo, ma i pezzi buoni non sono da voi, da quella vecchia scuola (che è pure presente oggi e in tantissimi docenti e nella cultura dei molti) e non sono neppure dalla parte opposta, degli innovatori improvvisati, colorati e fascinosi, che cambiano indirizzi e discipline in poche settimane, per il tempo di un post. Miglioriamo la scuola, ma con tempi e persone nuove."
Alfonso D'Ambrosio
3 notes
·
View notes
Text
Bologna, Programma di mobilità Erasmus: arrivati in città bambine e bambini spagnoli accompagnati da genitori e insegnanti
Bologna, Programma di mobilità Erasmus: arrivati in città bambine e bambini spagnoli accompagnati da genitori e insegnanti. Sono arrivati a Bologna questa mattina e saranno ospiti della nostra città fino a venerdì 12 aprile. Si tratta di un gruppo di 8 bambine e bambini provenienti dalla Escuela de Educación Infantil La Julianita della città di Aracena, nella provincia di Huelva in Spagna. Quella che si realizza in questi giorni a Bologna è una delle prime esperienze in Europa di mobilità all'estero di bambine e bambini di una scuola dell'infanzia: si tratta di un'occasione unica di scambio e questa prima esperienza di accoglienza potrà fare da apripista, nel prossimo futuro, anche per i bambini e le bambine che frequentano i nostri servizi. Bambine e bambini sono accompagnati da un genitore ciascuno e da 3 insegnanti per vivere una settimana di attività presso la scuola dell'infanzia comunale Grosso nel Quartiere Navile. Insieme alla scuola dell'infanzia Grosso, con la collaborazione del nido Grosso, del Centro Bambini e Famiglie Tasso Inventore e con il Servizio Educativo Territoriale Aula Didattica Parco Grosso, insieme alla collaborazione delle famiglie del Polo Grosso, avranno l'occasione di visitare la città e le tante opportunità che offre alle famiglie. In sinergia con il personale della scuola inviante, il personale della scuola Grosso, il coordinamento pedagogico e il team Erasmus, è stato costruito un programma ricco di attività sia al mattino, in collaborazione con CBF e SET, che al pomeriggio per la fruizione libera delle famiglie, affinché possano scoprire le attività di Bologna a misura di bambina/o. Il gruppo avrà anche l'occasione di partecipare a una performance teatrale presso il Teatro Testoni grazie al contributo de La Baracca e le insegnanti avranno l'opportunità di partecipare alla Bologna Children Books Fair per accrescere le competenze in ambito narrativo. Il programma Erasmus + Le opportunità del Programma Erasmus + sono rivolte a un vasto pubblico di persone e organizzazioni. I principali beneficiari del programma sono i singoli individui, coinvolti attraverso progetti o partenariati attivati da organizzazioni, istituzioni, enti o altri gruppi. Le opportunità per il mondo della scuola in Erasmus + mirano a migliorare la qualità e l'efficacia dell'istruzione, al fine di permettere a tutti i cittadini europei di acquisire le competenze fondamentali. All'interno di un progetto di Mobilità Erasmus+ (finanziato con l'Azione chiave 1 del Programma), alunni e alunne hanno l'opportunità di vivere un'esperienza europea, individuale o di gruppo, di confronto con altre scuole, e di trascorrere un periodo di studio o tirocinio in uno dei paesi del programma. Si tratta di un'occasione di crescita, sviluppo di abilità e competenze per alunne e alunni e un'esperienza di grande arricchimento per la scuola nel suo insieme. Tutte le scuole possono partecipare a Erasmus+: classi intere o gruppi di studenti possono visitare scuole partner, mentre singoli studenti e studentesse hanno la possibilità di trascorrere un periodo più lungo in una scuola di un altro paese. Questa attività permette agli alunni di fare esperienza di culture, lingue e sistemi scolastici diversi, imparando con coetanei di una scuola ospitante in un altro paese.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
"Insieme": parte il format di Still I Rise per le scuole italiane
Il format educativo di Still I Rise destinato alle scuole italiane è ai nastri di partenza: dopo l’annuncio avvenuto negli scorsi mesi, il programma “Insieme” è ora disponibile gratuitamente in modalità virtuale e asincrona. Cos'è Still I Rise? Still I Rise è un’organizzazione internazionale indipendente nata per assicurare istruzione, protezione e dignità a minori profughi e vulnerabili. Crediamo nel potere trasformativo dell’educazione e portiamo istruzione a bambini e bambine i cui diritti sono stati negati per troppo tempo. Oltre ai centri educativi, l'organizzazione apre anche Scuole Internazionali di altissima qualità negli angoli del mondo divenuti crocevia delle maggiori rotte migratorie. Le Scuole Internazionali offrono istruzione di alto livello ai minori profughi e vulnerabili tramite un diploma internazionale riconosciuto tra i più forti al mondo. Intervista a Rachele Pizzi, Coordinatrice del progetto scuole Eccoci arrivati al momento dell'intervista. Andremo a scoprire il progetto "Insieme" tramite le parole di Rachele Pizzi, Coordinatrice del progetto scuole: Cos'è il progetto "Insieme"? “Insieme” è un viaggio interattivo per avvicinarsi a temi importanti, come la migrazione, l’accoglienza, il lavoro minorile e il diritto all’istruzione: il percorso è pensato per scuole di ogni ordine e grado, università, istituti di formazione e associazioni giovanili in lingua italiana. Come si articola il progetto? Il programma è caratterizzato da una forte versatilità: ogni educatore può modulare il percorso scegliendo le fasi più adatte alla propria classe, ai temi che si vogliono approfondire e al tempo che si decide di dedicare. La prima fase del format prevede due momenti: - Informare, dedicato agli educatori, offre una panoramica sull’approccio educativo e didattico utilizzato dagli insegnanti di Still I Rise nelle scuole in Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Grecia e Nord Ovest della Siria. - Sensibilizzare, da condividere con gli allievi, si focalizza sulla nascita di Still I Rise, i suoi obiettivi e l’importanza del Diritto all'Istruzione. La seconda fase si snoda invece in tre proposte: - Lettura prevede un approfondimento sui libri di Nicolò Govoni, con la possibilità di partecipare a un incontro nazionale con l’autore che si svolgerà online entro l'anno scolastico 2022/23; - Fotografia espone la classe allo studio della mostra fotografica Through Our Eyes - Attraverso i Nostri Occhi, offrendo delle attività pratiche; - Cittadinanza sviluppa e arricchisce il percorso didattico curriculare di Cittadinanza & Costituzione del MIUR, attivando un viaggio che partirà dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite e avrà come destinazione il Diritto all’educazione, caposaldo della missione di Still I Rise. Alla fine di tutti i percorsi, il gruppo di allievi e allieve riceverà un Certificato Still I Rise di Costruttori & Costruttrici del Cambiamento. Qual è l'obiettivo del progetto? Con “Insieme” entreremo nelle classi italiane per far conoscere le nostre scuole, con l’obiettivo di stimolare idee e riflessioni. Agli educatori racconteremo del nostro metodo educativo e pedagogico, mentre ai nostri allievi offriremo la parte attiva di questo progetto: iniziative, eventi, attività pratiche e di sensibilizzazione, affinché non siano semplici osservatori, ma parti attive di un cambiamento. Abbiamo scelto di utilizzare un linguaggio child-friendly, in grado di rispettare il processo evolutivo di una popolazione di allievi molto vasta, che va dagli 8 ai 18 anni Quali sono le vostre sensazioni? Con questo nuovo progetto educativo, Still I Rise intende rimarcare il suo ruolo di catalizzatore di cambiamento all’interno del contesto educativo italiano. Attraverso “Insieme”, ci impegniamo a stimolare il pensiero critico e le coscienze degli studenti italiani e a sviluppare la loro sensibilità ed empatia affinché i valori di accoglienza e inclusione diventino parte attiva del loro vivere quotidiano Read the full article
0 notes
Photo
Siria, la mattanza di bambini di Umberto De Giovannangeli Lacrime di coccodrillo. Che durano il tempo della visione dell’immagine di un corpicino scheletrico di una bambina morta di freddo. Lacrime che nascondono la vergogna di quanti hanno trasformato un popolo in una moltitudine di profughi e un Paese in un ammasso di macerie, devastato da una guerra per procura che dura da nove anni. Morta di freddo tra le braccia del padre che tentava a piedi di raggiungere un ospedale per curare la sua piccola malata di bronchite: è accaduto nella Siria nord-occidentale martoriata dal conflitto e dove, secondo l'Onu, circa 800mila persone sono in fuga in condizioni umanitarie disperate, strette nella morsa del gelo e, in molti casi, senza acqua potabile e un rifugio dove ripararsi. La storia di Iman, deceduta giovedì nel distretto di Afrin al confine con la Turchia, è anche quella di Abdelwahhab, un altro neonato morto assiderato nei giorni scorsi nella vicina regione di Idlib. E quella di altri 123 bambini siriani uccisi dai gelidi inverni nel corso degli ultimi otto anni di guerra, secondo quanto riferito dalla Rete siriana per i diritti umani. L’altro ieri si era sparsa la notizia di una intera famiglia - padre, madre e due figlie - morte soffocate nella loro tenda di fortuna a Idlib a causa del malfunzionamento di una stufa mai riparata. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria Ondus, la famiglia non aveva i mezzi per provvedere a una stufa nuova e si era invece procurata un mezzo di riscaldamento non propriamente funzionante, che si era rivelato letale nel diffondere nella tenda un fumo tossico. L'Osservatorio afferma che la piccola Iman si era ammalata di bronchite, e che le sue condizioni erano peggiorate, tanto da indurre il padre a rischiare di mettersi in cammino per diverse ore per raggiungere il più vicino ospedale attraversando all'alba, a piedi, un percorso di montagna. Secondo l'Osservatorio siriano, la bimba è morta prima di arrivare in ospedale Secondo le fonti, anche l'uomo, Mahmud Laila, è morto poco dopo la figlia. Profugo originario della regione di Damasco, Mahmud era sfollato assieme alla famiglia almeno altre tre volte. L'ultima regione di provenienza era la periferia sud-occidentale di Aleppo vicina a Idlib. Da lì la famiglia di Mahmud aveva raggiunto le campagne di Afrin, dove nevica da giorni e dove mancano le più basilari strutture di accoglienza per i profughi. L’escalation del conflitto in corso – spiega in una nota Save the Children – ha provocato la fuga di almeno 290.000 bambini, costretti ad abbandonare le loro case a causa della violenza. Impressionanti i numeri resi noti dall’Ong: sono state chiuse 278 scuole nella città di Idlib e nelle campagne e oltre 160.000 studenti sono rimasti senza la possibilità di ricevere istruzione. Il sovraffollamento dei campi profughi inoltre, aggrava la vulnerabilità delle nuove famiglie di sfollati, già messe a dura prova dalle inondazioni e dalle tempeste, che si sono abbattute sulla regione. Secondo Hurras Network, dell’organizzazione partner di Save the Children a Idlib, “la portata di questa fuga è terrificante. È la prima volta infatti che vediamo un’onda di sfollati così grande dall’inizio del conflitto. ...“Sono anni – denuncia Sonia Khush, direttore della Risposta all’emergenza di Save the Children in Siria – che lanciamo l’allarme sulla catastrofe umanitaria, e in particolare su quella che si sta verificando proprio in Siria ora a Idlib”, dove “quasi un quarto della popolazione, di cui l’80% è costituito da donne e bambini, è stato costretto a fuggire dalle proprie case in poche settimane a temperature inferiori allo zero. La paura – prosegue – è che come avvenuto negli inverni precedenti, i bambini e i neonati non hanno resistito e sono morti quando il termometro è precipitato”. ...
18 notes
·
View notes
Text
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
(EDITH STEIN)
1891 - 1942
Martire
Patrona d'Europa
Patrona delle Giornate Mondiali della Gioventù
Festa, 9 agosto
Edith, affamata di verità ma non credente
A Breslavia, allora città tedesca, Edith Stein nacque il 12 ottobre 1891 (quell'anno ricorreva la festa ebraica del "Kippur", cioè della Riconciliazione-Espiazione) da Sigfrido e da Augusta Courant, ultima di undici figli di cui quattro morti in tenera età. La famiglia, d'origine e di osservanza ebraica, per la precoce morte del capo famiglia fu presto tutta a carico della signora Augusta, che, da vera donna forte, seppe condurla per la via dell'onestà e dell'agiatezza.
Edith, cosciente del proprio ingegno precoce, della memoria eccezionale e della brama di sapere che prestava nell'ascolto e la lettura, diede da piccola qualche segno d'orgoglio, di vanità, di ostinazione: ordinarie nubi, tempestivamente dissipate. Nel sano ambiente familiare trascorse l'infanzia e l'adolescenza abbastanza serenamente, con un progressivo affinamento del carattere. Alle scuole elementari e medie si classificò sempre fra le migliori alunne; perciò, con il consenso della mamma, decise di andare avanti negli studi.
Superato in modo brillante l'esame di licenza liceale, si iscrisse all'Università. Frequentò corsi di storia, di filologia e di psicologia sperimentale; ma, attratta dalla speculazione filosofica, dopo due anni di intensa applicazione a Breslavia, volle andare a Gottinga, dove fioriva l'indirizzo filosofico di Edmund Husserl. Intendeva trascorrervi solo un semestre, tuttavia l'ambiente particolarmente propizio agli studi prediletti, la presenza di professori illustri, quali Adolf Reinach, Max Scheler, Max Lehmann, Leonard Nelson, Eduard Schröder, Giorgio Ellia Müller, e soprattutto, la benevola accoglienza dello stesso Husserl, la indussero a proseguire i corsi a Gottinga.
Allo scoppio della guerra 1914 - 1918 la Stein si offrì volontaria e si prodigò quale infermiera della Croce Rossa in un ospedale militare della Moravia.
Nel 1916 Husserl lasciò Gottinga per passare alla cattedra di filosofia a Friburgo in Brisgovia: Edith Stein lo seguì e si laureò con lui "summa cum laude" facendo una tesi sull'Einfühlung (empatia), ed egli la scelse per sua assistente. La giovane professoressa si applicò nel raccogliere e riordinare gli scritti del "maestro", tenne corsi di propedeutica allo studio della fenomenologia, diede avvio all'opera "Contributi per una base filosofica della filosofia e delle scienze dello spirito". Tutta tesa nell'impegno scientifico, rinunciò anche alle vacanze estive in famiglia, nel 1917 e nel 1918. Studentessa e insieme docente universitaria, Edith era di condotta ineccepibile. Semplice, serena, pronta al sacrificio per compiacere professori e studenti, era assetata di verità, di oggettività. Era affettuosa verso i suoi cari, specie verso la madre, sebbene non ne condividesse la fede religiosa. Era infatti divenuta agnostica circa il problema religioso, che riteneva insolubile.
Conversione a Dio e impegno di testimonianza nel mondo
Dio si fa incontro per mille vie a chi cerca la verità con cuore puro e sincero. La Stein, superando poco alla volta la sua preconcetta negazione di Dio, aprì gli occhi alla luce che promanava da chi viveva con coraggio la fede, come Max Scheler, o da chi accettava con una rassegnazione umanamente inspiegabile la perdita del marito in guerra, come accadde alla sua amica Anna Remach. Alludendo a questo, la Stein avrebbe scritto più tardi: "Fu quello il momento in cui la mia incredulità crollò, impallidì l'ebraismo e Cristo si levò raggiante davanti al mio sguardo: Cristo nel mistero della sua Croce!".
L'ultima incertezza svanì nell'estate 1921 alla lettura, del tutto occasionale e protratta di seguito per un'intera notte, dell'autobiografia di Santa Teresa d'Avila. Al mattino, si procurò subito un catechismo e un messalino. Di lì a non molto venne ammessa al Santa Battesimo, che le fu amministrato nella chiesa di Bergzabern il Capodanno 1922, con l'imposizione anche del nome di Edvige. La gioia di quel giorno fu coronata dal primo incontro con Gesù Eucarestia. Circa un anno dopo, il 2 febbraio 1923, a Spira ricevette il sacramento della Cresima.
Ormai per Edith Stein la filosofia, da fine supremo era diventata un mezzo per meglio conoscere e amare la Verità vivente, Cristo Redentore e la sua Chiesa. La sua conversione fu radicale, convinta: nulla potè farla retrocedere, né le vaste conoscenze del mondo universitario, né lo smarrimento dei suoi parenti, in particolare della sua amata mamma, che difendeva la tradizione ebraica della famiglia. Per essere tutta di Dio Edith avrebbe anzi voluto lasciare il mondo e ritirarsi fra le mura di un chiostro carmelitano teresiano. La trattenne l'umile sottomissione al confessore, il canonico J. Schwind, che le consigliò di lasciare Friburgo per un luogo più tranquillo e meglio adatto al suo orientamento spirituale.
Si trasferì così a Spira, dove insegnò lingua e letteratura tedesca presso l'Istituto Magistrale delle Domenicane. Vi trascorse otto anni, appartata, tutta dedita alla preghiera, alla scuola, allo studio di San Tommaso d'Aquino. Divenne apostola di verità. Seppe infatti rompere le maglie di una filosofia chiusa, nelle quali si era impigliato lo stesso Husserl, per approdare "all'ontologismo trascendentale", alla verità di tutto che viene dal Tutto Dio.
In occasione del 60° compleanno di Husserl (1929), gli dedicò uno studio: "La fenomenologia di Husserl e la filosofia di San Tommaso d'Aquino". Tenne frequenti conferenze su argomenti di pedagogia, filosofia e religione a Heidelberg, Friburgo, Monaco, Colonia, Zurigo, Vienna, Praga, Salisburgo, ecc.
Dopo la morte del suo primo direttore spirituale, mons. Schwind (17 settembre 1927), di cui scrisse un ricordo per la rivista del clero edita a Innsbruck, conobbe l'abbazia di Beuron. Qui nel 1928 trascorse la Settimana Santa e la Solennità Pasquale, favorita da grazie spirituali ineffabili. Il padre abate Raffaele Walzer divenne il suo nuovo direttore di spirito: egli pure la esortò a proseguire la sua opera feconda di apostolato del sapere nel mondo. Edith, per dedicarsi maggiormente all'attuazione di poderosi progetti filosofici, senza sottrarsi a continui inviti per conferenze di alto interesse, il 27 marzo 1931 lasciò Spira. Portò a termine la traduzione tedesca delle "Questioni discusse sulla verità" di S. Tommaso, edita in due volumi (1931-1932). Dopo alcuni tentativi per una libera docenza alle Università di Friburgo e Breslavia, ebbe la nomina a insegnante presso l'Istituto Superiore tedesco di pedagogia scientifica a Mlinster (primavera del 1932). Abitava in un collegio diretto dalle Suore di Nostra Signora ed edificava tutti per santità di vita e semplicità e delicatezza di modi. Sulla cattedra emergeva per profondità e chiarezza di insegnamento, per vigorosa difesa del pensiero cattolico.
Contribuì al ritorno a Dio di non poche persone specialmente giovani. Non mancava di stare accanto alla mamma, a Breslavia, e a sostenere e incoraggiare la sorella Rosa nel cammino verso la Chiesa. Studiò un piano di riforma dell'insegnamento universitario da sottoporre al competente Ministero.
Si occupò molto spesso del problema della donna: ne difese la dignità e il ruolo specifico nella società e nella Chiesa. Nel settembre 1932 prese parte a Juvisy, vicino a Parigi, ad un convegno di studiosi di fama internazionale sul tema "Fenomenologia e Tomismo" e tra gli altri conobbe anche J. Maritain. In ottobre andò ad Aquisgrana per un incontro su "L'atteggiamento spirituale della giovane generazione".
Ma ormai in Germania, con l'ascesa al potere di Adolf Hitler, non c'era più posto per chi era di stirpe ebraica. E così anche Edith Stein dovette lasciare l'insegnamento: il 25 febbraio 1933 tenne infatti l'ultima sua lezione universitaria. Presagendo quello che avrebbe significato per il suo popolo e la Chiesa, per la Germania e il mondo intero l'affermazione del nazional-socialismo, Edith si mostrò pronta ad accogliere la Croce di Cristo quale "unica speranza di salvezza".
Il sogno s'avvera: Carmelitana!
Libera finalmente di rispondere a quella vocazione claustrale che l'aveva attratta fin dal momento della conversione nel lontano 1921, si rivolse al Carmelo. Trascorsi a Breslavia due mesi accanto alla mamma diletta, che era addoloratissima per il passaggio della figlia al cattolicesimo, la vigilia della festa di Santa Teresa d'Avila del 1933, con eroica fortezza "varcò la soglia" del monastero di Colonia. I suoi quarantadue anni d età, la sua eccezionale cultura e la fama internazionale non le impedirono di divenire la religiosa più semplice, più mite, più pronta agli inconsueti mestieri di cucina e guardaroba. Fu una carmelitana povera e lieta. Immersa in Dio, visse di preghiera e di immolazione. Con la vestizione religiosa (che avvenne la domenica 15 aprile 1934), chiese di essere chiamata Teresa Benedetta della Croce. Fu una grande festa dello Spirito, appuntamento per gran numero di persone illustri. Lo stesso Husserl le inviò gli auguri.
II noviziato lo trascorse "nascosta con Cristo in Dio", attenta ai più minuti doveri. Era fedele alle amicizie, trepidante per la mamma veneranda, a cui inviava settimanalmente uno scritto filiale. Emise la professione temporanea (voti semplici) la domenica 21 aprile, giorno di Pasqua, del 1935. Quel giorno apparve trasfigurata dall'intima gioia, pronta a seguire dovunque l'Agnello senza macchia, quale sua "sposa". Fu di guida e sostegno alle consorelle più giovani.
edith-stein2
Suor Teresa Benedetta della Croce
Il 14 settembre 1936 perdette la mamma, di ottantasette anni: l'integrità di vita e la perfetta buona fede di lei le mitigarono il grande dolore. Il 14 dicembre successivo cadde e si fratturò un piede e una mano: portata in ospedale, potè intrattenersi più a lungo con la sorella Rosa, giunta da Breslavia a completare la sua preparazione al Battesimo per la vigilia di Natale del 1936.
Già da tempo il Padre Provinciale, conscio dei servizi inestimabili che Suor Teresa Benedetta poteva rendere alla scienza e alla religione, le aveva ordinato di rivedere e portare a termine la sua opera fondamentale: "Essere finito ed essere eterno''. Altri studi, altri scritti su argomenti diversi le vennero chiesti quasi senza interruzione; e lei vi si applicò in perfetta sottomissione, con notevole fatica per il tempo tanto limitato e frazionato, poiché non voleva mancare in nulla alla piena osservanza regolare, da degna figlia di Santa Teresa di Gesù.
Martire!
Il 21 aprile 1938 sigillò per l'eternità la sua consacrazione a Dio con la professione solenne (voti perpetui) seguita, dieci giorni dopo, dalla sacra velazione. Ma quell'anno il clima di feroce persecuzione hitleriana contro gli ebrei e contro la Chiesa costituiva un grave pericolo per Suor Teresa Benedetta, tanto più che, in occasione delle elezioni ella non nascose la più aperta condanna al mostruoso regime. La stessa esistenza del Carmelo di Colonia poteva essere compromessa dalla sua presenza. Perciò l'ultimo giorno dell'anno 1938 dovette separarsi dalle amate consorelle e riparare nascostamente in Olanda, presso le Carmelitane di Echt.
A Echt riprese serena la sua vita di silenzio adorante e di immolazione, quasi nulla fosse mutato. Imparò la lingua olandese e proseguì, per obbedienza, la sua attività scientifico-letteraria. In vista del centenario della nascita di San Giovanni della Croce (1942), intraprese nel 1941 uno studio sull'idea ispiratrice della vita e dell'opera del mistico Dottore, a cui diede per titolo "Scientia Crucis", che risultò una preparazione al suo martirio.
Iniziate le ostilità della guerra mondiale nell'autunno 1939, l'esercito nazista invase Belgio e Olanda nel 1940. L'odio contro gli ebrei giunse a tal punto che le Carmelitane di Colonia ritennero prudente distruggere lettere e scritti confidenziali della Stein, e le consorelle di Echt si adoperarono per trovarle un asilo in un Carmelo svizzero. Il nobile tentativo aggravò la situazione di suor Teresa Benedetta perché, costretta a presentarsi alla polizia nazista per i necessari documenti di emigrazione, venne notata per la sua origine e la sua impavida professione di fede cristiana. Cosicché, quando il 26 luglio 1942 nelle chiese cattoliche d'Olanda venne letta una famosa lettera collettiva dell'Episcopato contro la barbara persecuzione antiebraica in terra olandese, le sorelle Stein furono subito incluse nel numero delle vittime della ritorsione nazista. Alle cinque pomeridiane del 2 agosto, vennero improvvisamente prelevate, caricate su un carro d'assalto e brutalmente sospinte, con numerosi altri infelici, verso il loro ultimo destino.
Il dramma finale della Via Crucis, a cui Edith andò in contro consapevole e tranquilla, rispondeva a una sua lucida previsione. Già la Domenica di Passione del 1939 aveva chiesto alla sua M. Priora il permesso di offrirsi "vittima espiatrice" al Cuore di Gesù per la pace nel mondo, e su un immaginetta aveva scritto l'atto di offerta della propria vita per la conversione degli ebrei.
Le due sorelle Stein, condotte prima a Maastricht e poi ad Amersfoort, nella notte tra il 3 e il 4 di agosto arrivarono al campo di concentramento di Westerbok (Olanda). A persone di fiducia che poterono avvicinarle, Edith dichiarò: "Sono pronta a tutto". E alla Priora di Echt fece sapere: "Finora ho potuto pregare benissimo, e ho detto di tutto cuore: Ave Crux, spes unica!". Nel lager si prodigò a consolare e assistere mamme e piccoli in preda alla disperazione.
Nella notte tra il 6 e il 7 di agosto 1942, lei, Rosa e altri religiosi e molti cattolici vennero fatti partire verso il campo di sterminio di Auschwitz (Slesia). Edith il 9 agosto successivo, assieme alla sorella Rosa, entrò nella camera a gas e andò incontro a Cristo glorioso.
A guerra finita, la fama di questa eroica figlia della Chiesa, esponente esimia del popolo ebraico, si diffuse rapidamente per il mondo. Molti la presero presto come modello e la ritennero una martire data da Dio per indicare al mondo, e soprattutto al popolo ebraico, la via della Verità, che in Cristo purifica, illumina e svela "l'Essere eterno". Presso la Curia Arcivescovile di Colonia, dall'anno 1962 al 1972, furono preparati i processi canonici ordinari per la raccolta degli scritti e si raccolsero le testimonianze sulla sua fama di santità eroica. Il 1° maggio 1987 il Papa Giovanni Paolo II la beatificò a Colonia; il giorno 11 ottobre 1998 si celebrò la sua canonizzazione in Piazza San Pietro a Roma. Nel 1999 è stata dichiarata co-patrona d'Europa insieme a Santa Caterina di Siena e a Santa Brigida di Svezia.
di P. Rodolfo Girardello ocd
da Pregare, Anno 6, nn. 6-7, settembre-ottobre 1998.
https://www.carmeloveneto.it/joomla/s-teresa-benedetta-della-croce
3 notes
·
View notes