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Roma. Giovani e sclerosi multipla: la diagnosi come un nuovo inizioStorie di forza e resilienza da chi affronta una malattia cronica con coraggio
Roma, dicembre 2024 – La diagnosi di una malattia neurologica autoimmune come la sclerosi multipla (SM), la neuromielite ottica (NMO) o la MOGAD rappresenta spesso uno spartiacque nella vita di una giovane persona.
L’impatto della diagnosi Roma, dicembre 2024 – La diagnosi di una malattia neurologica autoimmune come la sclerosi multipla (SM), la neuromielite ottica (NMO) o la MOGAD rappresenta spesso uno spartiacque nella vita di una giovane persona. È un momento carico di emozioni contrastanti: paura, incredulità, incertezza. Ma per molti, questo evento segna anche l’inizio di un nuovo capitolo, fatto di…
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Odio la disonestà.
#disonestà#titoli comprati#zero sforzi#ingiustizia#accettazione#vita al margine#fuggire via da qui#posti insani#malattia
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La parola di oggi è ESISTENZA.
Parola densa, ricca di significati.
Etimologicamente deriva da " essere da qualcos'altro " attribuendo un potente valore di creazione.
L'esistenza è più della vita: è l'universo della vita.
La fatica di vivere la conosciamo tutti: non si può cambiare.
Non si può annullare il dolore, la sofferenza, la malattia in quanto tutto è proiettato verso la morte, perché già appena concepiti ci si misura con il tempo.
Ma la morte non è che un passaggio, altrimenti non si spiegherebbe la vita.
Penso valga la pena provare a ribaltare gli atteggiamenti che inducono ad appesantire la nostra fragilità, preferendo la caparbietà della gioia e della gratitudine.
Alla parola Esistenza abbiniamo Insistenza.
Insistiamo ad essere sereni operando un lieve distacco e una calda accettazione.
Proviamo ad INSISTERE ad ESISTERE.
(Angela P.)
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Nove di Spade.
"E la Strada si apre, passo dopo passo".
Mentre si allenta per qualche istante la morsa Energetica dei trascorsi giorni, possiamo riprenderci dal respiro affannoso, ricompattarci e prepararci alla prossima ondata.
Essa sarà maggiormente potente, ma diversa.
Come anche il nostro Corpo oramai è diverso e assimila con maggior plasticità i cambiamenti, anche se apparentemente sembra avvenire l'esatto contrario.
Se solo qualche anno fa, aveste ricevuto una scarica di Frequenze così alte come quelle della recente ondata, non sareste certo qui a raccontarlo.
Siamo davvero maturati a livello cellulare.
E questo, anche se non è direttamente visibile agli occhi, è altamente rilevabile in determinati movimenti raffinati di protezione e guarigione fisica e psichica.
Se stiamo molto male e siamo doloranti e distrutti quando avvengono questi picchi inauditi di vibrazione è perchè il nostro Corpo reagisce. E se reagisce vuol dire che riconosce la "necessità dell'adattamento". E questo è un ottimo segno.
Più le nostre reazioni fisiche e psichiche sono potenti, più siamo di fronte alla scelta del nostro Sistema Inconscio di liberarsi dalle scorie radioattive che deperiscono la Struttura interiore.
Più sensibili e recettivi siamo a livello nervoso, più i nostri sistemi di blocco della "ricaptazione naturale" sono sofisticati e pronti a entrare in gioco nella trasformazione e modifica degli assetti emozionali.
Chi è meno sensibile, è meno adattabile. E fatica a sciogliere i blocchi interiori.
La "malattia" se non trova sbocchi di rilascio, non viene espulsa, né consapevolizzata. Non c'è movimento "circolatorio". Si accumula, si accumula e poi si riverbera nel Sistema in un unico movimento di implosione.
Ciò non significa che la "persona sensibile" sia sempre pronta a mettere in gioco il suo "funzionamento partecipato" nel modo corretto e coerente.
Anche lo strumento della Sensibilità, se privato dello sviluppo di una radicata Coscienza Emozionale, potrebbe incagliarsi nella opposizione del Rilascio, solo con meccanismi diversi. Ma l'esito è simile. Ci si ammala irreversibilmente.
Perciò è bene conoscer-si. Familiarizzare con i nostri meccanismi di espulsione e di guarigione. Aiutarli ad esprimersi correttamente, affinché nulla di ciò che viene individuato e processato come scarto per l'organismo, si trattenga più del necessario all'interno del nostro Corpo.
Non ci deve intimorire la "scalata" dei sintomi. Essi sono sinonimo di profondo lavoro interiore.
Ciò che potrebbe piuttosto impensierirci è la possibile tolleranza e accettazione passiva al movimento rilascio.
Se piuttosto che affrontare il processo, ci si anestetizza, ci si ritira dentro se stessi, ci si arrende, ci si rifugia nelle "vecchie abitudini", si corre nuovamente tra le braccia rassicuranti della disfunzione e della dipendenza, allora stiamo boicottando la nostra stessa volontà di maturazione. Stiamo negando l'Evoluzione.
E' comprensibile il sentirsi esasperati e stanchi. Non siamo macchine. Ma reiterare le dinamiche distruttive del Passato ci porta solamente ad un sollievo temporaneo e fugace, per poi renderci ancora più intossicati e fragili.
Se possiamo, affrontiamo ora.
Siamo sollecitati a tal punto che rilasciare è più semplice e più immediato. Certo, sembra una tortura senza fine. Ma questo perché c'era tanto dolore accumulato dentro. C'era tanta violenza da smaltire. C'era già malattia in accumulo.
Non durerà per sempre. Sono cicli.
Per noi umani sono spesso inconcepibili. Ma la Natura li vive costantemente. Si adatta. Si trasforma. Cerca soluzioni innovative di risoluzione. Si "ingegna".
E no, questa non è una "brutta Vita" per questo.
E' brutta quando la paura e l'angoscia prendono il sopravvento. Quando per un briciolo di evanescente sicurezza, ci imprigioniamo in un "finto ruolo" per un'intera esistenza. Questo è brutto.
La "recita" è brutta. I "copioni imparati a memoria" sono brutti.
Il "teatro degli applausi" è brutto. Le "relazioni di cortesia" sono brutte.
E tanti altri aspetti di "negazione dell'Autenticità" non più accettabili. E nemmeno sostenibili.
Lasciamo pure che il Corpo e la Psiche si spoglino e si rinnovino.
Fa male? Sì, certo.
Non si sta bene. Ovvio.
Ma è fisiologico.
Aiutiamo-ci. Scaviamo fino in fondo al nostro Cuore e togliamo le ultime erbacce.
Ricrescono?
Si, magari sì, ma sempre più rade e deboli.
Ci sarà un momento in cui tutta la "disinfestazione dalle Antiche memorie di Dolore" si sarà completata. E allora capiremo quanto sia stato importante affrontarla, anziché reprimerla o anestetizzarla.
Per ora possiamo solo evitare di andarci in opposizione. E regalarci maggior riposo e coccole.
I rilasci non sono momenti ottimali per le grandi scelte. Sono più indicati per dissodare terreni e piantare qualche sperimentale semino.
Ma qualche incredibile Rivelazione giungerà.
L'Estate ci offrirà tutto il tempo per prepararci ai "grandi eventi" autunnali.
Per qualcuno la "notizia di Cambiamento" arriverà prima.
Luglio, per alcune Anime, porterà messaggi di Trasformazione importanti. Ma gli avvenimenti concreti nella Materia si svilupperanno maggiormente nei mesi autunnali e invernali.
Non mancheranno le Rivoluzioni nei prossimi mesi.
Questo è certo.
Poiché quando si muove così potentemente il Cuore Cristallino, nulla è scontato. Tutto si muove nell'Incanto e nello Stupore.
Buon venerdì, Anime del Rilascio.
Un passo dopo l'altro.
Mirtilla Esmeralda
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"Dottore, le posso portare il cane per fare quella siringa, quella per addormentarsi?"
"Ma cos'ha il cane?"
"È vecchio!"
"Ma che cure sta facendo?"
"Un anno fa ha preso del cortisone, ma adesso si muove a stento."
"E in un anno nessuna visita e nessuna cura?"
"Dottore, ha 15 anni!!!"
Quando si adotta un cane si dovrebbe fare un giuramento come nei matrimoni: "Lo adotti nella buona e nella cattiva sorte? In salute e in malattia? […]", e invece al primo problema tutti a cercare di disfarsene. Beh, con me cascano male, sono un medico, non un killer. Con questo non voglio dire che sono contrario all’eutanasia. Spesso sono costretto a praticarla, ma solo per rimuovere inutili sofferenze laddove non esistano ragionevoli speranze di cura.
Ricordiamo brevemente due casi in cui la legge consente l’eutanasia:
1) grave stato di sofferenza;
2) impossibilità di guarigione in malattia che provochi sofferenza
È evidente che la vecchiaia NON È una malattia e la 'non voglia' di spendere soldi nelle cure non è una giusta causa!
Ma poi che insegnamento date ai vostri figli? Che l’anziano, al primo problema, si getta in un ospizio? Che la misericordia è una perdita di tempo? Che i nonni prima muoiono e meglio è?
Qualche tempo fa mi telefonò un tizio dicendo: "Dottore, ho un cane con un tumore alla mammella, vorrei sapere quanto costa operarlo e quanto costa l’eutanasia, così scelgo”. Per decenza non vi scrivo cosa risposi.
Un'altra volta venne un tizio in ambulatorio il 31 luglio (data molto sospetta) dicendo: "Dottore, dovrei abbattere questo cane perché beve ed urina in continuazione, e mia moglie sta sempre ad asciugare e non ce la fa più", e io: "Guardi che potrebbe essere semplicemente un diabete, in 5 minuti potrei trovare una terapia per riportarlo alla normalità!". Lui: "Lo abbatte lei o devo portarlo da qualcun altro?"
Ecco il problema: c’è sempre qualcun altro che si mette qualche bel biglietto da 100 euro in tasca e lava la coscienza del cliente... 'Ma fa bene... Ma era vecchio... Tanto sarebbe morto lo stesso...'
La vita va rispettata, non si può essere così privi di etica. È proprio da noi veterinari che devono partire quegli input che aiutano le persone a rispettare gli animali; il rispetto della vita aiuta anche ad avere migliori rapporti fra noi umani. La velocità della parabola della vita dei nostri amici a quattro zampe è una meravigliosa metafora che ci aiuta a fare i conti anche col nostro fine vita; la vecchiaia e la sua accettazione è una stupenda palestra in cui si fortifica il rispetto.
La vita merita rispetto e il rispetto è l’ultima arma che c’è rimasta contro il cinismo.
Voglio guadagnare di meno ma continuare a parlare col piccolo idealista che è ancora dentro di me.
Dottor Vincenzo Minuto
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“Prima della malattia ero Mike l'attore di Ritorno Al Futuro, poi sono diventato Mike l'attore col Parkinson. Adesso sono solo Mike col Parkinson. La malattia ha consumato la mia carriera e in certo senso è diventata la mia carriera. Ho dovuto ricostruirmi una nuova vita quando ero già molto felice di quella vecchia.
Non guardo alla vita come a una battaglia o come a una lotta. So accettare. Dico ‘vivere con’ o ‘lavorare con’ il Parkinson.
Accettazione non significa rassegnazione, ma significa capire che ogni cosa è quello che è e che ci deve essere sempre un modo per passarci in mezzo. Mi vedo come se fossi un fluido che passa attraverso le crepe e le fessure. A volte mi dà fastidio quando non riesco a fare quello che voglio, ma non me ne frega niente di apparire così.
Con la Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research siamo diventati i più grandi finanziatori privati per la ricerca sul Parkinson nel mondo.
Abbiamo creato un’infrastruttura per aiutare gli scienziati a trovare un biomarker in grado di identificare il Parkinson prima che i sintomi siano presenti e monitorare l’avanzamento della malattia.
Non importa cosa faccia. Mi piace essere vivo. Mi piace la possibilità di fare le cose. Ecco cosa è la felicità”.
Michael J. Fox
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Ogni tanto mi scordo che la mia quotidianitá non è la normalitá.
Me lo ricordo solo quando parlo con le mie amiche o con le mie colleghe. O quando vedo la pubblicità degli assorbenti.
Sono talmente abituata a prendere la pillola ogni giorno, alla stessa ora che ormai è routine, non mi ci soffermo neanche più troppo sopra.
Sono 610 giorni che dovevano venirmi le mestruazioni e per fortuna non sono più arrivate.
I due anni precedenti a questi 610 giorni sono stati un inferno, prima stando male senza sapere perché e poi sapendolo senza trovare un medico che mi aiutasse. Stavo male anche prima di scoprire l'endometriosi ma era un dolore gestibile, odioso, ma gestibile con gli antidolorifici, che non mi impediva di uscire, mangiare, alzarmi dal letto, avere dei programmi per una giornata o per una serata.
Poi qualcosa è peggiorato e sono stati anni di dolore cosí forte che non può essere descritto, di deterioramento psicologico, di rassegnazione e di difficilissima accettazione.
Perché come lo accetti un corpo malato? Come accetti di non essere più sempre autosufficiente? Come spieghi al prossimo un male invisibile, che è sempre presente, ma si manifesta in modo improvviso e incostante?
Oggi sono una privilegiata che non ha più sintomi facendo solo terapia ormonale. Terapia ormonale che costa 41 euro al mese, che posso fortunatamente permettermi, quindi doppiamente privilegiata.
Ma il dolore è indimenticabile. La malattia è ancora qui anche se è stata "silenziata". Mi gonfia la pancia, mi annebbia il cervello a volte, mi rende stanca. Ma quantomeno sto in piedi e non mi atterra.
Inizialmente vivere cosí è stato uno shock. Il mio corpo ci ha messo tempo ad abituarsi e a disabituarsi al dolore. È stato traumatico vederlo cambiare ed è stato traumatico sentire il mio umore cambiare. Veder sparire la sindrome premestruale, ma anche la libido che accompagnava l'ovulazione che non ho più. Ripartire da zero, fare conoscenza con un nuovo corpo.
Caro corpo,
Tutto sommato che la stiamo cavando bene.
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Tra le domande che non avranno mai risposta: ma per quale stracazzo di motivo le persone magre/normopeso devono polemizzare in merito a ogni tentativo di veicolare un messaggio di accettazione del proprio corpo perché "sì però la salute. Sì però attenzione che l'obesità è una malattia e bla bla blaaa"
Guarda caso la salute degli altri vi importa così tanto, in maniera proprio morbosa, solo quando si tratta di persone grasse. Andatevene a fanculo, che il modo in cui vi sentite legittimati ad essere delle teste di cazzo solo grazie a degli indici di peso per cui avreste la Salute dalla vostra parte non merita neanche un secondo di ascolto, neanche uno
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A RUVIANO FOCUS SULLA PREVENZIONE ONCOLOGICA, EVENTO RIUSCITO
Grazie alla ‘regia’ della dirigente scolastica Silvana Santagata e alla collaborazione di esperti, docenti, alunni e volontari
RUVIANO - Una giornata tutta dedicata alla prevenzione, iniziata la mattina nel Plesso di Ruviano con i ragazzi, e continuata con famiglie e cittadini il pomeriggio nell’accogliente Centro Funzionale della frazione Alvignanello. “Il potere della prevenzione nell’era post pandemica” questo il titolo della manifestazione, datata 6 aprile, voluta fortemente dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo Silvana Santagata in collaborazione con le associazioni La Mongolfiera (Castrovillari – CS) e Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus celebrale; la Cooperativa di Comunità Icare di Cerreto Sannita e della Pro Loco Raiano. Un evento a più voci grazie al contributo fornito da numerosi esperti, professionisti del settore sanitario e del mondo associazionistico che hanno, con parole semplici e comprensibili a tutti, parlato dell’importanza dei controlli, della diagnosi precoce, di nuove sperimentazioni e tecniche chirurgiche, degli effetti del Covid, di risultati significativi emersi da progetti scolastici, della distinzione tra i concetti di benessere e di ben essere, della differenza delle emozioni e soprattutto degli screening e dei controlli a cui purtroppo - colpa dello stop pandemico - moltissimi malati oncologici non si sono sottoposti incrementando il numero dei pazienti che lottano contro la morte.
Uno scambio molto interessante che ha visto protagonisti i ragazzi, rappresentanti istituzionali, docenti che hanno vissuto la malattia e medici in prima linea, sempre pronti a divulgare concetti fondamentali per la riduzione dei fattori di rischio e “per rendere mortale il mostro”, il mostro nero, che finirà al centro di un’idea editoriale, un libro il cui ricavato sarà devoluto per l’acquisto di materiale da destinare a reparti di Oncologia, che vedrà autori proprio i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa. Gli studenti, infatti, elaboreranno osservazioni, pensieri, racconti, impressioni raccolti a margine del convegno, tutto per narrare un’esperienza che ha suscitato in loro curiosità e riflessione. Registrata una interessante partecipazione alle visite gratuite (oncologiche, nutrizionali e celebrali), consegnati kit messi a disposizione dell’Asl di Caserta per la prevenzione del carcinoma al colon retto. All’iniziativa, sostenuta da alcuni esercizi locali, hanno partecipato: il vicesindaco Roberto Cusano e l’assessore Giuseppe Izzo, nonché della consigliera comunale dott.ssa Valentina Vecchiarelli, nei panni anche di Gastroenterologa dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta; dott. Ivano Schito, oncologo, ricercatore e dirigente medico Oncologia ASP Cosenza; dott. Gian Paolo Pitruzzella, Responsabile della Breast Unit di Caserta, Specialista in Chirurgia Generale e in Chirurgia Plastica; dott.ssa Maria Antonietta Santagata, specialista in Medicina di Emergenza-Urgenza, dirigente medico UOC Medicina di Accettazione e di Urgenza dell’Ospedale Spoke Castrovillari; dott.ssa Orsola Farina, psicologa, psicoterapeuta, specialista in psicoterapia breve Strategica; dott.ssa Carolina Bologna, internista e geriatra dell’Ospedale del Mare – Asl di Napoli 1 e Presidente di Alice Campania ODV, Associazione per la Lotta all’Ictus celebrale; Prof. Antonio Popolizio e Chiara Mastroianni, docenti dell’Istituto Comprensivo di Caiazzo; il pediatra dott. Antonino Puorto, don Matteo Prodi, presidente della Cooperativa di Comunità Icare e l’estetista Lucia Covino. Ha dato un tocco di effetto, bellezza e di stupore all’evento la sfilata resa possibile grazie all’Atelier Donna Luna di Telese Terme e gli abiti tradizionali, di Folklore del gruppo Kaiatia e storico di Ruviano, indossati da alunni della scuola, in nome di un passato che è fonte di cultura senza tempo per il presente e per il futuro. “Un ringraziamento doveroso va a quanti hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione”, commenta la dirigente Santagata, in particolare ai docenti della Commissione Eventi: il vicepreside Stefano Giannelli; il prof. di Arte e Grafico Federico Ricciardi che, anche in questa occasione, ha realizzato egregiamente la locandina; la Prof.ssa Carmelina Di Meola, la Prof.ssa Benedetta Puorto, le insegnanti Monica Morra e Federica Landolfi (che ha anche moderato e condotto la giornata), e l’assistente amministrativa dott.ssa Teresa Di Sorbo. Grazie anche agli insegnanti del corso Musicale della scuola che hanno scandito il pomeriggio con brani suonati e cantati: M° Guido Tazza, M° Alfonso Carullo, M° Fernando Ciaramella, M° Antonella Pietrangiolillo, M° Raffaele Fuccio e M° Paola Petillo (voce).
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ONORARE LA MALATTIA
Nella spiritualità, "onorare la malattia" può significare accettare la malattia come parte del proprio percorso di vita e trattarla con rispetto e compassione anziché vederla come un'ostacolo da combattere o da cui fuggire. Significa anche riconoscere che la malattia può portare con sé insegnamenti, crescita personale e opportunità per approfondire la comprensione di sé e degli altri. Inoltre, può implicare l'adozione di pratiche che favoriscono la guarigione fisica, emotiva e spirituale, rispettando il corpo e il suo processo di guarigione. La malattia è l' espressione di un malessere dell' Anima attraverso il corpo fisico, nel momento in cui ci si ammala, le nostre porte interiori si aprono ed è in quel momento che è più opportuno intervenire con pratiche energetiche rivolte alla guarigione di quel malessere, che può essere collegato a qualcosa che abbiamo vissuto in passato o nel momento attuale e che richiede la nostra attenzione. Può essere un trauma, una sofferenza profonda che non è mai stata "digerita", può essere una perdita a cui non ci si è mai rassegnati, può essere un umiliazione e così via........ Nel momento in cui le nostre porte interiori si aprono, il malessere è più accentuato e accessibile per intervenire e portare in esso guarigione sotto ogni forma. Nel momento della malattia, le nostre porte interiori possono aprirsi, consentendo l'accesso a emozioni, pensieri e esperienze che potremmo aver soppresso o ignorato in precedenza. Per affrontare e guarire un trauma che emerge durante la malattia, è importante seguire alcuni passaggi: 1. Riconoscimento e accettazione: Accetta e riconosci il trauma che emerge senza giudizio o resistenza. Ammettere e comprendere ciò che si prova è il primo passo per la guarigione. 2. Esplorazione: Esplora il trauma con gentilezza e compassione. Puoi farlo parlandone con un terapeuta, tenendo un diario o praticando la meditazione per connetterti con le tue emozioni più profonde, o chiedendo il sostegno di pratiche energetiche. 3. Elaborazione: Lavora sul comprendere le radici del trauma, cercando di capire quali eventi o esperienze passate possano aver contribuito alla sua formazione. Questo può aiutarti a mettere in prospettiva il tuo dolore e a individuare modi per affrontarlo. 4. Guarigione: Cerca modi sani per affrontare il trauma e promuovere la guarigione. Ciò potrebbe includere la partecipazione a terapie specifiche per il trauma, pratiche spirituali, attività creative o il coinvolgimento in comunità di supporto. 5. Auto-compassione: Pratica l'auto-compassione durante il processo di guarigione. Sii gentile con te stesso e concediti il tempo e lo spazio necessari per guarire. Ricorda che il percorso di guarigione è personale e può richiedere tempo. È importante essere pazienti e dedicati e prendersi cura di sé stessi mentre si affronta il trauma emergente durante la malattia. Se senti di non farcela da solo, non esitare a chiedere un qualsiasi tipo di aiuto!
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Torino: Arriva la "Vitiligine Week" in Campania e in tutta Italia, incontri gratuiti con i dermatologi per i pazienti
Dal 25 al 30 novembre, un’iniziativa nazionale promossa da SIDeMaST per sensibilizzare sulla vitiligine e offrire supporto specialistico gratuito.
Dal 25 al 30 novembre, un’iniziativa nazionale promossa da SIDeMaST per sensibilizzare sulla vitiligine e offrire supporto specialistico gratuito. Articolo Completo: Dal 25 al 30 novembre, l’Italia ospiterà la Vitiligine Week, una settimana dedicata a chi convive con la vitiligine, una malattia autoimmune che colpisce la pigmentazione della pelle. La campagna, organizzata dalla Società Italiana…
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L'EQUILIBRIO TRA MENTE E CORPO: AFFRONTARE LA PAURA PRIMA DI UN INTERVENTO
La paura di un intervento chirurgico è un'esperienza che coinvolge profondamente le emozioni e mette alla prova la resilienza psicologica di chi deve affrontarla. In questo contesto, è comune che sentimenti negativi come la paura, il timore e l'ansia emergano in modo significativo.
La sfera della salute, in particolare, è un terreno emotivo delicato poiché tocca la nostra vulnerabilità intrinseca. Scoprire che qualcosa nel nostro corpo non funziona correttamente può generare emozioni contrastanti, tra cui rabbia, paura dell'ignoto, timore della morte e senso di vulnerabilità.
Questi sentimenti possono intensificarsi ulteriormente quando si tratta di interventi chirurgici, specialmente quelli delicati che comportano rischi significativi per la salute o persino la vita stessa. La malattia e le condizioni critiche spesso scatenano un malessere diffuso, e l'ansia e la paura diventano compagni di viaggio durante questa fase.
Affrontare questa situazione richiede una comprensione approfondita dei meccanismi psicologici coinvolti. In molti casi, la reazione "fight or flight" emerge come risposta naturale alla paura, spingendo alcune persone a procrastinare o evitare l'intervento chirurgico. Tuttavia, l'affrontare la paura è essenziale per preservare la propria salute.
In queste circostanze, il sostegno emotivo da parte di familiari, amici e professionisti della salute può fare la differenza. La vicinanza fisica ed emotiva di chi ci circonda può contribuire a mitigare le paure e a fornire il supporto necessario per affrontare l'incertezza e il nuovo.
Ecco alcuni consigli pratici per gestire la paura di un intervento chirurgico:
Accettazione delle emozioni: Riconoscere e accettare la paura e l'ansia come reazioni normali è il primo passo per affrontarle in modo costruttivo. Esprimere apertamente queste emozioni favorisce un processo di elaborazione e accettazione.
Informazione: Ottenere informazioni sulla procedura chirurgica può contribuire a ridurre l'incertezza e la paura. Comprendere il processo in modo non tecnico fornisce una visione più chiara di ciò che ci si aspetta durante e dopo l'intervento.
Condivisione di esperienze: Ascoltare le esperienze di coloro che hanno già affrontato interventi simili può fornire una prospettiva positiva. Sentire voci di successo può aumentare la fiducia e ridurre l'ansia.
Supporto sociale: Coinvolgere familiari e amici nel percorso può essere un elemento chiave. La condivisione delle preoccupazioni e la presenza di persone care contribuiscono a creare un ambiente di sostegno.
Consulenza psicologica: In alcuni casi, rivolgersi a uno psicologo o a un professionista della salute mentale può essere benefico. L'approfondimento psicologico può aiutare a sviluppare strategie specifiche per gestire l'ansia legata all'intervento.
Affrontare la paura di un intervento chirurgico richiede un approccio olistico che integri la dimensione psicologica con il supporto sociale e professionale. La consapevolezza delle proprie emozioni e la ricerca attiva di risorse possono facilitare il percorso verso l'accettazione e la gestione della paura, contribuendo a preservare il benessere psicologico complessivo. Se hai bisogno di ulteriore supporto o consulenza personalizzata, non esitare a contattare i nostri professionisti. La tua salute è la nostra priorità.
"Sconfiggi la paura e affronta l'intervento chirurgico con fiducia e serenità. Scopri le strategie psicologiche per superare l'ansia e navigare questa sfida con determinazione. Il tuo benessere è la priorità. Contattaci ora per un supporto emotivo personalizzato e affronta il tuo intervento con forza interiore. Il primo passo verso la tranquillità inizia qui❗️"
Tito Bisson
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Io stasera ho deciso che non scendo. Ho capito che in questo momento per come mi sento ho estremo bisogno di cose che già so che oggi non posso avere: considerazione, coinvolgimento costante, attenzioni, dimostrazione di affetto, accettazione di quella che sono, leggerezza, sorrisi.
Quindi piuttosto che elemosinare tutto ciò ottenendo probabilmente indifferenza perchè un giorno va così e un altro cosà, preferisco non rischiare e starmene da sola con la mia depressione.. che volevo informare è una malattia, non basta e non si riesce sempre a “mascherare il malessere dietro a un sorriso” e il fatto di farlo pesare ed evidenziarlo davanti agli altri non è proprio una cosa carina invece di soffermarsi sulle volte in cui nonostante tutto trovo ancora l’entusiasmo di sorridere per qualcosa anche piccola. E ricordo sempre che io non mi cullo su questa malattia ma sto sotto cura di farmaci (che non è come mangiare caramelle) e terapia. Quindi non mi pare proprio di non fare nulla sul mio “par semp che passat nu uaj”
Comunque detto ciò.. io ho avvisato delle mie motivazioni, quindi magari puoi pure già decidere di proporre a Sara ad esempio di venire stasera così almeno sei più contenta della compagnia. Come se poi con me non potessi avere le stesse cose.. ma siccome decidi di guardarmi in quel modo che non sono perchè ti soffermi sul mezzo “negativo” (non deciso e voluto nemmeno da me perchè fidati che non mi piace stare male o giù di morale) su 100 cose positive, allora pazienza..
buona giornata
10:53
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Fante di Coppe
"La Fine di un Epoca interiore".
Opporci alle scelte che abbiamo compiuto è presuntuoso.
Giudicare ciò che abbiamo vissuto con l'occhio della moralità, della contestazione etica e morale, del senso di colpa, ci distoglie dall'essenza dell'Esperienza.
L'Esperienza non ha giudizio.
E non ha colpa.
La "Colpa" è un vissuto puramente umano.
Non esiste come costrutto d'Anima.
La "Colpa" e le "sensazioni" che essa attiva sui diversi livelli della psiche e del sentito, rappresentano, nella loro composizione più profonda, la contraddizione dei piani di integrazione emozionale.
Il suo movimento strisciante e ambivalente ci riporta alla separazione dalla Verità interiore.
All'allontanamento dall'Amore.
Ci ingabbia attraverso un profondo e denso Dolore interiore e si dondola a cavallo tra la morte dell'Ego, lo svilimento dell'identità e la vergogna di esistere.
Si espande e si cristallizza nella Paura di non essere mai abbastanza e nel terrore della Punizione e del Rifiuto.
La "colpa" ci rende piccoli. Ci umilia. Ci costringe a stare all'angolo. Emarginati, indifesi, reietti e colpevoli.
Ci porta a non sentirci meritevoli di nulla. Di nessun eredità, di nessun gesto d'Amore vero, di nessuna espressione di "Vincita".
Ci fa restare immobili, fermi, impotenti, in punizione, all'angolo per un'intera esistenza, separati dai nostri talenti e dalla nostra generatività. Dal nostro Corpo fisico. Dalla nostra voglia di condividere, brillare, muoverci, risplendere. Dalla nostra Vita.
Dicembre ci porge la mano.
Ci invita a separarci dal nostro "angolo di Dolore". A salutare la malattia dell'"invisibilità", della "solitudine interiore", della "espiazione dei nostri presunti peccati".
Per risplendere.
Per ritornare alla Vita.
Per celebrare i nostri Doni e porgere un saluto ed un inchino di accettazione ed armistizio a coloro che li hanno calpestati. Con o senza consapevolezza.
Ogni nostro "incontro ravvicinato" con l'Impotenza e il Rifiuto ha attivato e foraggiato la nostra menzogna, la nostra bugia interiore, il nostro "Sdegno incarnazionale".
La Colpa è la rappresentazione antica del "peccato originale" ed è un'eredità "collettiva", non solo "individuale". Va risolta attraversando tutti i diversi piani della Coscienza.
Ciascuno di noi detiene tra le pieghe dell'Inconscio, nel Cuore Cristallino, oltre la Paura e il Senso di Colpa, il "Diritto all'Esistenza".
Esso sta guarendo. Si sta risvegliando e radicando nel Corpo e nella Psiche.
Avete Diritto di Esistere. Tutti. Indistintamente. Vittime e Carnefici.
Non siete colpevoli di nessun "reato esistenziale". Non siete obbligati a morire o ad ammalarvi di Dipendenza e di Dolore.
Anche se nessuno vi voleva. Anche se non eravate visti o amati. Anche se i vostri bisogni non erano contemplati all'interno delle relazioni di cura dell'Infanzia.
Siate onesti. Non è una "colpa" venire al mondo. E' un'opportunità d'Amore.
E se affronterete con integrità, compassione e bellezza i vostri prossimi passi nella Direzione dei saluti, vi accorgerete che la Guarigione emozionale non passerà attraverso la negazione, il rigetto, il rifiuto violento o il giudizio impietoso verso voi stessi o verso l'Altro, ma nella pienezza di Gratitudine.
Dicembre pone fine all'isolamento. Si porta via con sé quel senso di abbandono e di emarginazione che tanto ha ferito i Cuori nella "diversità di sentito".
"Tornerete ad amare". Dopo millenni di "separazione".
E questo è l'annuncio più bello che il vostro Sistema interiore possa mai ricevere.
Lo aspettavamo da tempo questo Amore condiviso con la nostra Anima.
Per noi stessi e per l'Altro. Da Cuore a Cuore. Da Anima ad Anima.
Ma non potevamo viverlo da Vittime. O da Carnefici.
L'Amore doveva risplendere libero dalle "colpe", dai ruoli, dagli schemi.
Non avrà più bisogno di ricatti e costrutti disfunzionali.
E lo scopriremo presto.
Gennaio è alle porte. Preparate lo slittino. Nei prossimi potenti e scoppiettanti giorni si scivola via ancora più spediti e veloci.
Mirtilla Esmeralda
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Sensibilità e Resistenze della Vite
Sensibilità e Resistenze della Vite
La vite è una pianta molto sensibile alle malattie e alle condizioni climatiche avverse. Ciò la rende vulnerabile a numerose patologie fungine e batteriche, che possono compromettere la produzione e la qualità dell’uva.
Tuttavia, esistono alcune varietà di vite che si sono dimostrate particolarmente resistenti a determinati patogeni e alle avversità climatiche. Queste varietà vengono definite “resistenti” o “tolleranti” e sono sempre più utilizzate nell’agricoltura vitivinicola moderna.
Le principali malattie che colpiscono la vite sono la peronospora (o malattia della muffa), l’oidio (o mal bianco), la botrite (o marciume grigio) e la rogna. La peronospora è causata da un fungo che attacca le foglie, i germogli e i grappoli di uva, provocando la loro caduta prematura. L’oidio è invece causato da un fungo che attacca le foglie e i grappoli, provocando una copertura biancastra sulla superficie delle piante. La botrite è invece causata da un fungo che attacca le uve mature, causando la loro decomposizione. La rogna è invece causata da un batterio che attacca le foglie e i germogli, causando la loro deformazione e la caduta prematura.
Le varietà di vite resistenti sono state selezionate per la loro capacità di resistere a queste malattie e di sopportare le condizioni climatiche avverse. Ad esempio, alcune varietà di vite sono resistenti alla peronospora, come il Regent, il Souvignier Gris, il Johanniter, il Muscaris e il Solaris. Altre varietà, come il Bianca, il Cabernet Jura e il Monarch, sono resistenti all’oidio. Inoltre, ci sono varietà resistenti alla botrite, come il Bianca, il Cabernet Blanc e il Riesling Renano, e varietà resistenti alla rogna, come il Chambourcin, il Baco Noir e il Corot Noir.
L’utilizzo di varietà di vite resistenti permette di ridurre l’utilizzo di prodotti chimici per la difesa delle piante, riducendo l’impatto ambientale dell’agricoltura vitivinicola. Inoltre, le varietà resistenti offrono la possibilità di produrre vini di alta qualità in zone in cui le condizioni climatiche avverse renderebbero difficile la coltivazione di varietà tradizionali.
Tuttavia, l’utilizzo di varietà resistenti è ancora limitato e spesso scontroso con le normative nazionali e internazionali sulla qualità dei vini, che spesso richiedono l’utilizzo di varietà tradizionali. Ciò limita la diffusione di queste varietà e la loro accettazione da parte dei consumatori, che spesso preferiscono i vini prodotti con le varietà tradizionali.
La vite può essere sensibile o resistente a diverse malattie, parassiti e condizioni climatiche avverse. Di seguito, vediamo alcuni esempi:
Oidio: è una malattia fungina che può attaccare la vite in diverse fasi del ciclo vegetativo, causando la formazione di macchie biancastre sulla superficie delle foglie e dei grappoli. La sensibilità della vite all’oidio varia a seconda della varietà e delle condizioni ambientali.
Peronospora: è un’altra malattia fungina che può attaccare la vite, soprattutto in primavera e in autunno. Si manifesta con la formazione di macchie gialle sulle foglie e con la caduta dei grappoli. Anche in questo caso, la sensibilità della vite dipende dalla varietà e dalle condizioni climatiche.
Botrite: è una malattia causata da un fungo che può attaccare i grappoli della vite, causando la formazione di muffe e la marciume dei chicchi. Anche in questo caso, la sensibilità della vite varia a seconda della varietà e delle condizioni ambientali.
Fillossera: è un parassita che attacca le radici della vite, causando la morte delle piante. Alcune varietà di vite sono più resistenti alla fillossera rispetto ad altre.
Mosca dell’uva: è un insetto che può attaccare i grappoli della vite, deponendo le uova all’interno dei chicchi. La sensibilità della vite alla mosca dell’uva dipende dalla varietà e dalle condizioni ambientali.
Gelate: la vite è una pianta che teme molto le gelate primaverili, che possono danneggiare i germogli e i fiori. Alcune varietà di vite sono più resistenti alle gelate rispetto ad altre.
Siccità: la vite è una pianta che ha bisogno di una certa quantità di acqua per crescere e produrre frutti. Tuttavia, alcune varietà sono più resistenti alla siccità rispetto ad altre.
In generale, la sensibilità e la resistenza della vite dipendono dalle caratteristiche genetiche della pianta, dalle condizioni ambientali e dalle pratiche colturali adottate dal viticoltore. Per questo motivo, è importante scegliere le varietà più adatte al proprio terreno e al proprio clima, adottare tecniche di coltivazione sostenibili e intervenire tempestivamente in caso di malattie o parassiti.
un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/sensibilita-e-resistenze-della-vite/
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Sensibilità e Resistenze della Vite
Sensibilità e Resistenze della Vite
La vite è una pianta molto sensibile alle malattie e alle condizioni climatiche avverse. Ciò la rende vulnerabile a numerose patologie fungine e batteriche, che possono compromettere la produzione e la qualità dell’uva.
Tuttavia, esistono alcune varietà di vite che si sono dimostrate particolarmente resistenti a determinati patogeni e alle avversità climatiche. Queste varietà vengono definite “resistenti” o “tolleranti” e sono sempre più utilizzate nell’agricoltura vitivinicola moderna.
Le principali malattie che colpiscono la vite sono la peronospora (o malattia della muffa), l’oidio (o mal bianco), la botrite (o marciume grigio) e la rogna. La peronospora è causata da un fungo che attacca le foglie, i germogli e i grappoli di uva, provocando la loro caduta prematura. L’oidio è invece causato da un fungo che attacca le foglie e i grappoli, provocando una copertura biancastra sulla superficie delle piante. La botrite è invece causata da un fungo che attacca le uve mature, causando la loro decomposizione. La rogna è invece causata da un batterio che attacca le foglie e i germogli, causando la loro deformazione e la caduta prematura.
Le varietà di vite resistenti sono state selezionate per la loro capacità di resistere a queste malattie e di sopportare le condizioni climatiche avverse. Ad esempio, alcune varietà di vite sono resistenti alla peronospora, come il Regent, il Souvignier Gris, il Johanniter, il Muscaris e il Solaris. Altre varietà, come il Bianca, il Cabernet Jura e il Monarch, sono resistenti all’oidio. Inoltre, ci sono varietà resistenti alla botrite, come il Bianca, il Cabernet Blanc e il Riesling Renano, e varietà resistenti alla rogna, come il Chambourcin, il Baco Noir e il Corot Noir.
L’utilizzo di varietà di vite resistenti permette di ridurre l’utilizzo di prodotti chimici per la difesa delle piante, riducendo l’impatto ambientale dell’agricoltura vitivinicola. Inoltre, le varietà resistenti offrono la possibilità di produrre vini di alta qualità in zone in cui le condizioni climatiche avverse renderebbero difficile la coltivazione di varietà tradizionali.
Tuttavia, l’utilizzo di varietà resistenti è ancora limitato e spesso scontroso con le normative nazionali e internazionali sulla qualità dei vini, che spesso richiedono l’utilizzo di varietà tradizionali. Ciò limita la diffusione di queste varietà e la loro accettazione da parte dei consumatori, che spesso preferiscono i vini prodotti con le varietà tradizionali.
La vite può essere sensibile o resistente a diverse malattie, parassiti e condizioni climatiche avverse. Di seguito, vediamo alcuni esempi:
Oidio: è una malattia fungina che può attaccare la vite in diverse fasi del ciclo vegetativo, causando la formazione di macchie biancastre sulla superficie delle foglie e dei grappoli. La sensibilità della vite all’oidio varia a seconda della varietà e delle condizioni ambientali.
Peronospora: è un’altra malattia fungina che può attaccare la vite, soprattutto in primavera e in autunno. Si manifesta con la formazione di macchie gialle sulle foglie e con la caduta dei grappoli. Anche in questo caso, la sensibilità della vite dipende dalla varietà e dalle condizioni climatiche.
Botrite: è una malattia causata da un fungo che può attaccare i grappoli della vite, causando la formazione di muffe e la marciume dei chicchi. Anche in questo caso, la sensibilità della vite varia a seconda della varietà e delle condizioni ambientali.
Fillossera: è un parassita che attacca le radici della vite, causando la morte delle piante. Alcune varietà di vite sono più resistenti alla fillossera rispetto ad altre.
Mosca dell’uva: è un insetto che può attaccare i grappoli della vite, deponendo le uova all’interno dei chicchi. La sensibilità della vite alla mosca dell’uva dipende dalla varietà e dalle condizioni ambientali.
Gelate: la vite è una pianta che teme molto le gelate primaverili, che possono danneggiare i germogli e i fiori. Alcune varietà di vite sono più resistenti alle gelate rispetto ad altre.
Siccità: la vite è una pianta che ha bisogno di una certa quantità di acqua per crescere e produrre frutti. Tuttavia, alcune varietà sono più resistenti alla siccità rispetto ad altre.
In generale, la sensibilità e la resistenza della vite dipendono dalle caratteristiche genetiche della pianta, dalle condizioni ambientali e dalle pratiche colturali adottate dal viticoltore. Per questo motivo, è importante scegliere le varietà più adatte al proprio terreno e al proprio clima, adottare tecniche di coltivazione sostenibili e intervenire tempestivamente in caso di malattie o parassiti.
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