#abito da cocktail
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Selvatica - 45. Piacevole oblio
Corinna fissò lo schermo del telefono fermo sulla chat con Ante. L'ultimo messaggio non era stato letto, così come tutti quelli che gli aveva mandato durante il giorno. La mattina le aveva lasciato un bigliettino in cucina in cui le diceva che sarebbe andato a fare allenamento, dopodiché era sparito. Non aveva risposto alle sue telefonate né ai messaggi. Solo poche parole verso ora di pranzo: 'stasera esco con Rade e Mario.'
Ante non si era mai comportato in quel modo, era ovvio che ci fosse qualcosa che non andava. Forse il fatto che lo avesse svegliato nel cuore della notte con un incubo era stato troppo per lui. Forse cominciava a vedere la sua fragilità e cominciava ad averne paura.
Mandò giù un altro sorso abbondante del cocktail che aveva davanti, mentre l'alcool le bruciava la gola e la trascinava piano piano verso un piacevole oblio. La musica alta la stordiva, sovrastava i pensieri e la confondeva.
«Va tutto bene?»
Corinna voltò la testa verso Isotta che si era appena seduta sul divanetto accanto a lei. Annuì e mise via il cellulare.
«Per caso Rade ti ha detto dove andavano stasera?»
«No. Ma non preoccuparti, staranno parlando di calcio in qualche posto noioso.»
Accennò un sorriso. Probabilmente era così, però c'era qualcosa che non andava se non rispondeva ai suoi messaggi. Dentro di lei le sensazioni erano ben altre.
«Andiamo a ballare, ti va?»
Corinna fissò le persone che si muovevano intorno a lei. Era uscita proprio per questo, per distrarsi, lasciarsi andare e ignorare quella sottile ansia provocata dalla vocina nella sua testa che le diceva che con Ante era successo qualcosa, qualcosa che lei ancora non sapeva. Si alzò, ingollando l'ultimo sorso del liquido alcolico rimasto nel bicchiere.
Isotta l'aveva telefonata dopo cena e le aveva proposto di uscire con lei, visto che i ragazzi si erano organizzati tra loro. Aveva accettato anche perché non ne poteva più di pensare ad Antonio e a come spiegare tutta la situazione al suo ragazzo, che era sparito per tutto il giorno e con molta probabilità la stava evitando di proposito. Si era preparata, aveva indossato un abito carino e aveva deciso che quella serata sarebbe stata solo per lei.
Si alzò, spostandosi verso la parte libera dai tavolini del privé nel quale si trovavano. Si lasciò avvolgere dalla musica, sentendo tutti i muscoli sciogliersi a mano a mano che l'alcool entrava in circolo e la mente si distendeva. Stava così bene in quel momento. Sarebbe stata meglio se ci fosse stato anche Ante, ma lui non c'era e Corinna non voleva pensarci. Voleva dissetare la gola secca, intorpidire la testa e lasciare libero il corpo di muoversi, di scrollarsi di dosso la tensione.
Appoggiò le mani alla balaustra del privé per riprendere fiato. Il cuore le martellava nel petto, tutto intorno a lei era confuso e le piaceva. Il locale era molto affollato, poco distante da lei i ragazzi ballavano assiepati in un angolo, altri circondavano il bancone. Si sentì sfiorare i capelli e subito dopo avvertì una presenza al suo fianco.
«Hai dei bellissimi capelli.»
Accanto a lei c'era un ragazzo con una camicia bianca infilata in un paio di pantaloni blu. La carnagione scura faceva risaltare il bianco dei suoi denti e degli occhi, dalle iridi nere come i capelli.
Gli sorrise. «Grazie.»
Questi si accostò, sfiorandole la guancia con la propria, avvicinando la bocca al suo orecchio. «È la prima volta che vieni? Non ti ho mai vista.»
«Tu invece sei sempre qui?»
Sorrise mentre annuiva. «Quasi sempre, sono il proprietario.»
«Ah, il proprietario. Io sono un'amica di Isotta.»
«Posso offrirti qualcosa da bere? Ti faccio fare un giro del locale, andiamo nel mio privé» indicò dall'altro lato della sala, verso uno spazio racchiuso dietro una vetrata. Qualcuno stava ballando anche lì.
Corinna guardò il bicchiere che il ragazzo aveva in mano. «Cos'è quello?»
«Un gin tonic.»
Glielo tolse dalle mani e fece un sorso. «Grazie.»
Lui sorrise. «Ok.» Fece scivolare lo sguardo sul corpo della ragazza. «Almeno posso sapere come ti chiami?»
«Corinna.»
«Io Luca.»
Corinna distolse lo sguardo da quello di Luca, fissandolo su un punto del pavimento. «Oh... mi gira la testa.»
«Questo è meglio se lo ridai a me» Luca le tolse il bicchiere dalle mani e le prese un braccio. «Vuoi sederti?»
Mani forti e possessive le circondarono la vita. Il ragazzo la lasciò e lei cercò di divincolarsi, ruotando il busto per capire chi la stesse trattenendo. I suoi occhi ne incontrarono un paio azzurri, belli come il mare della Croazia.
«Ante!» Cercò di baciarlo ma lui la lasciò andare e fece un passo indietro. Non era molto contento di averla vista. Corinna lo osservò per cercare di capire cosa c'era che non andava.
«Ciao, Ante» Luca gli diede una pacca sulla spalla. «Come va?»
«Lui è il proprietario» disse lei a Ante, circondandogli il busto.
Ante le sorrise un istante. «Lo so» spostò lo sguardo sul ragazzo. «Lo conosco.»
Arrabbiato e triste, questo traspariva dai suoi occhi. Non si soffermavano mai più di qualche secondo su di lei e le mani non la stringevano come al solito.
«Non sapevo fosse la tua ragazza, scusami.»
«Tranquillo.»
Corinna gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarla. «Che hai?»
Lui sospirò, passando le dita tra i suoi ricci. «Quanto hai bevuto?»
«Un po'»
Di nuovo distolse lo sguardo. «Non pensavo di trovarti qui.»
«Ti ho mandato dei messaggi, non mi hai risposto.»
«Ho lasciato il telefono a casa.»
Corinna gli afferrò la maglietta. «Va tutto bene?»
«Andiamo, dai. Ti accompagno a casa.»
«Non voglio tornare a casa, voglio stare qui. Balliamo?»
Ante la fissò con uno sguardo glaciale. «Corinna, non ti reggi in piedi.»
«È solo un attimo, tra poco mi passa» minimizzò.
In realtà si sentiva parecchio stordita e anche il malessere che provava ogni volta che lui allontanava lo sguardo da lei spariva in fretta, cancellato via dall'effetto lenitivo dell'alcool.
Ante intrecciò le dita alle sue. «Per stasera è meglio tornare a casa.»
Corinna si mordicchiò il labbro. «Sei arrabbiato con me?»
«No.»
Sapeva che non era così. Era troppo evidente persino a lei che aveva la mente annebbiata dai fumi dell'alcool. Ma in mezzo a tutta quella confusione cercare di capire cosa avesse Ante era difficile. Cominciava a sentirsi a disagio, la testa le girava forte e lo stomaco minacciava di rigettare tutto fuori.
«Va bene, andiamo a casa.»
Lo seguì cercando di non pensare alla testa che ruotava come un tornado a ogni piccolo passo. Rade lanciò le chiavi della macchina a Ante, che le afferrò al volo.
«Torno subito.»
«Fai con calma» rispose l'amico.
Isotta era seduta in braccio a lui e mandò un bacio a Corinna con la mano. C'era anche Mario; Corinna lo vide scambiarsi un'occhiata con Ante e annuire, per poi alzare una mano nella sua direzione e salutarla.
Chissà se i suoi amici sapevano perché Ante era così arrabbiato con lei. Perché l'aveva evitata tutto il giorno. Si accostò a lui.
«Dopo torni qui? Non resti?»
«Devo riportare la macchina a Rade» rispose senza neanche guardarla.
Le teneva la mano, le era accanto, ma era come se fosse distante chilometri. Strinse più forte le dita alle sue, appoggiandosi al suo fianco. Stava succedendo davvero, Ante si stava allontanando da lei.
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Moda: Dalla Vintage Chic al Lusso, Esplorando l'Arte di Vestirsi"
Introduzione La moda è molto più di abiti e accessori; è un'espressione di sé, un mezzo per comunicare la nostra personalità e il nostro stile di vita. Nel mondo multiforme della moda, ci sono infinite strade da percorrere, dalle radici vintage ai brand di lusso scintillanti. In questo articolo, esploreremo l'ecosistema della moda, dall'essere alla moda all'arte di sfidare le regole.
La Vintage Ricerca della Bellezza Molti di noi sono affascinati dalla nostalgia e dalla bellezza intramontabile del passato. L'abbigliamento vintage offre l'opportunità di immergersi in epoche passate, di sperimentare lo stile di decenni passati. Dal glamour degli anni '50 alle vibrazioni boho degli anni '70, la moda vintage è un viaggio attraverso la storia, con capi che raccontano storie uniche.
L'acquisto da negozi dell'usato è diventato un'alternativa sostenibile e alla moda. Raccogliere abiti vintage è come cacciare tesori, e ogni pezzo ha una storia da raccontare. Dal raro abito da cocktail agli intramontabili jeans Levi's, la moda vintage ci connette al passato, rivisitandolo con un tocco moderno.
Il Fascino dei Brand di Lusso Dall'altra parte dello spettro della moda, ci sono i brand di lusso. Da Louis Vuitton a Gucci, possedere un pezzo di alta moda è un simbolo di prestigio. Questi brand incarnano l'arte e la maestria dell'abbigliamento, con tessuti pregiati, design unici e dettagli impeccabili.
I capi di lusso sono investimenti, passati di generazione in generazione. Posseggono un'eleganza senza tempo e una qualità che resiste al passare del tempo. Indossare un abito di un brand di lusso è un'esperienza altolocata che eleva la nostra autostima.
Dall'Accessorio all'Arte: Orologi, Cappelli e Scarpe La moda non si ferma agli abiti; gli accessori giocano un ruolo fondamentale nella creazione di uno stile unico. Gli orologi non sono solo strumenti per misurare il tempo ma anche dichiarazioni di stile. Un orologio elegante aggiunge un tocco di classe, mentre un orologio sportivo riflette un'energia dinamica.
I cappelli sono un modo per sperimentare e completare il proprio look. Dai cappelli a tesa larga degli anni '70 ai berretti alla moda degli anni 2000, un cappello può trasformare l'intero aspetto. Sono una forma di espressione personale.
Le scarpe, oltre a essere pratiche, sono una passione per molti. Dalle sneakers di lusso alle classiche scarpe da ginnastica, le opzioni sono infinite. Una coppia di scarpe ben scelta può definire lo stile e conferire un senso di sicurezza.
La Moda Come Espressione Personale Essere alla moda non è solo una questione di seguire i trend; è una dichiarazione di chi siamo. La moda ci fa sentire sicuri e riflette la nostra personalità. Seguire i trend può essere divertente, ma abbracciare uno stile unico e personale è ancora più gratificante.
Per alcuni, la moda è una tela vuota in cui possono esprimere liberamente la loro creatività. Colori audaci, abbinamenti sorprendenti e sperimentazione sono la loro firma. Questi individui celebrano la moda come forma d'arte, non come una regola da seguire.
Vetrine dei Negozi e la Magia del Design Le vetrine dei negozi rappresentano una forma d'arte e uno strumento essenziale nel mondo della moda. Questi spazi espositivi sono progettati con cura per catturare l'attenzione dei passanti e invitare gli acquirenti ad entrare nel negozio. Le vetrine sono molto più di semplici finestre; sono opere d'arte effimere che raccontano storie, creano atmosfere e riflettono l'immagine del marchio. La progettazione delle vetrine richiede una profonda comprensione delle tendenze di design e di stile, oltre a un tocco creativo per presentare i capi in modo irresistibile. Questi spazi hanno un impatto significativo sulle vendite e contribuiscono a plasmare la percezione della moda nel pubblico. Le vetrine dei negozi continuano ad esercitare una magia unica che influisce sulla nostra esperienza di shopping e sulla nostra comprensione della moda.
Prezzi Accessibili e Troppo Alti: Una Bilancia Sottile L'industria della moda affronta la sfida complessa di bilanciare prezzi accessibili e prestigio del marchio. L'accessibilità è fondamentale per includere un vasto pubblico e consentire a tutti di partecipare alle tendenze della moda. Dall'altra parte, i marchi di lusso preservano il loro prestigio attraverso prezzi elevati dando vita a un senso di esclusività.
La sfida sta nel trovare un equilibrio tra questi due estremi, soprattutto considerando i costi di produzione sostenibile e l'attenzione crescente alla responsabilità sociale e ambientale. Alcuni marchi esplorano soluzioni intermedie, mentre altri cercano modi innovativi per soddisfare le esigenze mutevoli dei consumatori moderni. In un'industria in continua evoluzione, la questione dei prezzi resta centrale nel definire il successo e la percezione della moda.
Conclusione La moda è una tela in continua evoluzione, su cui ognuno di noi dipinge la propria storia. Dal richiamo del passato con l'abbigliamento vintage alla sofisticazione dei brand di lusso, dai dettagli degli accessori all'arte personale dell'abbigliamento, la moda ci permette di esprimerci in modi unici. Sia che tu segua i trend o li ignori completamente, la moda è la tua tela, il tuo modo di dire al mondo chi sei. E ricorda, alla fine, la moda dovrebbe sempre farti sentire sicuro, bello e autentico.
Michele
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🇫🇷❓❓Hello les amoureux du tire-bouchon. Et vous connaissez-vous des liqueurs faites à l'étranger 🇫🇷❓❓
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🥃Liqueur de prune Meijian créé par Meijian Officiel 🥃
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🍇:
Prunes vertes Chine
Alcool de Sorgho
Sucre
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💰:
20,00€ environ
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🌡️:
12°
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👁️:
Robe de couleur or brillante
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👃:
Un nez sur des notes de prunes, fraîcheur.
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💋:
En bouche on a une liqueur légère, fruité, d'une rondeur bien gourmande. Sur des arômes de Prunes, fruits exotiques (ananas, mangue). Une belle longueur en bouche avec une finale sur des notes acidulées type bonbons Arlequin très plaisant.
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📜 En résumé📜:
Grosse découverte pour moi de cette liqueur de prune de Chine, savoureuse et gourmande. Je l'ai dégusté avec un canard à l'orange. Un accord très sympa avec le sucré salé. J'ai beaucoup aimé ce côté acidulé. Une liqueur très dépaysante.
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🔞« L'abus d'alcool est dangereux pour la santé, à consommer avec modération »🔞
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#lesdegustationsugo #whisky #whisky #scotch #singlemalt #bourbon #whiskylover #whiskygram #scotchwhisky #whiskyporn #vodka #bar #drinks #cocktails #gin #instawhisky #whiskeygram #beer #wine #whiskylife #rum #alcohol #singlemaltwhisky #scotland #whiskytasting #drink #bourbonwhiskey #whiskeylover #dram #instadram
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⏬🇫🇷Français dans les commentaires🇫🇷🇮🇹Italiano nei commenti 🇮🇹⏬
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🇬🇧❓❓Hello corkscrew lovers.And do you know liquors made abroad ��🇧❓❓
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🥃Meijian plum liqueur created by Official Meijian 🥃
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🍇:
Green plums China
Sorghum Alcohol
Sugar
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💰:
20,00€ around
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🌡️:
12°
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👁️:
Shiny gold color dress
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👃:
A nose with notes of plums, freshness.
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💋:
On the palate we have a light, fruity liqueur, with a very greedy roundness. With aromas of plums, exotic fruits (pineapple, mango). A nice length in the mouth with a finish on very pleasant Arlequin candy type acidulous notes.
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📜 In summary📜:
Big discovery for me of this Chinese plum liqueur, tasty and gourmet. I tasted it with a duck à l'orange. A very nice pairing with sweet and salty. I really liked this tangy side. A very exotic liqueur.
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🔞 "Alcohol abuse is dangerous for your health, consume in moderation"🔞
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#lesdegustationsugo #whisky #whisky #scotch #singlemalt #bourbon #whiskylover #whiskygram #scotchwhisky #whiskyporn #vodka #bar #drinks #cocktails #gin #instawhisky #whiskeygram #beer #wine #whiskylife #rum #alcohol #singlemaltwhisky #scotland #whiskytasting #drink #bourbonwhiskey #whiskeylover #dram #instadram
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🇮🇹❓❓Ciao amanti dei cavatappi. E conosci i liquori prodotti all'estero 🇮🇹❓❓
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🥃Meijian liquore alla prugna creato da Official Meijian 🥃
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🍇:
Prugne verdi Cina
Sorgo Alcool
Zucchero
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💰:
20,00€ circa
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🌡️:
12°
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👁️:
Abito color oro lucido
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👃:
Un naso con note di prugne, freschezza.
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💋:
Al palato abbiamo un liquore leggero, fruttato, con una rotondità molto golosa. Con aromi di prugne, frutta esotica (ananas, mango). Una bella lunghezza in bocca con un finale su piacevolissime note acidule tipo caramella Arlecchino.
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📜 In sintesi📜:
Grande scoperta per me di questo liquore alla prugna cinese, gustoso e gourmet. L'ho assaggiato con un'anatra all'arancia. Un abbinamento molto bello con dolce e salato. Mi è piaciuto molto questo lato piccante. Un liquore molto esotico.
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🔞 "L'abuso di alcol è pericoloso per la salute, consumalo con moderazione"🔞
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Primavera 2023 : abito a pois con ritorno agli anni '60
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/primavera-abiti-a-pois-con-ritorno-agli-anni-i60/114691?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=114691
Primavera 2023 : abito a pois con ritorno agli anni '60
La moda della primavera del 2023 si ispira agli anni ’60 e uno dei trend più popolari è l’uso di abiti a pois. Questi abiti a pois, con i loro puntini colorati su uno sfondo neutro, sono stati un vero e proprio must-have negli anni ’60 e ora sono tornati alla ribalta come uno dei trend più caldi della stagione.
Gli abiti a pois possono essere indossati in diversi modi, dalle gonne corte e aderenti alle lunghe maxi gonne, dalle camicette alle bluse, dai vestiti monospalla agli abiti da cocktail. I colori tradizionali dei pois, come il bianco e il nero, sono stati rivisitati con colori più vivaci come il rosso, l’azzurro e il giallo, creando un look fresco e moderno.
Gli abiti a pois sono perfetti per la primavera, poiché i colori vivaci e le stampe allegre si adattano perfettamente alla stagione. Inoltre, gli abiti a pois possono essere indossati sia in occasioni formali che informali, rendendoli un’ottima scelta per qualsiasi evento.
Look completo
Per creare un look completo, gli abiti a pois possono essere abbinati a scarpe con tacco alto, per un look più elegante, o con scarpe basse, per un look più casual. Gli accessori come i cappelli e le borse possono essere scelti in tonalità complementari per completare il look.
In generale, gli abiti a pois sono un’ottima scelta per la primavera del 2023, poiché offrono un’ampia varietà di stili e colori per soddisfare i gusti di tutti. Sono facili da abbinare e possono essere indossati in molte occasioni diverse, rendendoli un vero e proprio must-have per la stagione.
In conclusione, gli abiti a pois sono un trend di moda in voga negli anni ’60 e che ritorna in primavera del 2023, offrendo un’ampia varietà di stili e colori per soddisfare i gusti di tutti. Un ottima scelta per occasioni formali e informali, gli abiti a pois si abbinano perfettamente con gli accessori per creare un look unico e sofisticato.
Gonna a pois
La gonna a pois degli anni ’60 è caratterizzata da una stampa a pois su uno sfondo neutro, tipicamente in bianco e nero o in tonalità pastello. La gonna solitamente è di lunghezza media, sopra al ginocchio, con un taglio aderente e una linea dritta.
Il tessuto utilizzato per le gonne a pois degli anni ’60 era solitamente il cotone, ma si potevano trovare anche in lana o in lino. Il tessuto era leggero e fresco, adatto alle stagioni calde come la primavera e l’estate.
La gonna a pois degli anni ’60 era solitamente indossata con una camicia bianca semplice e scarpe con tacco alto per creare un look elegante e sofisticato. Alcune donne sceglievano di abbinarla con una camicetta colorata o una maglietta per un look più casual.
In generale, la gonna a pois degli anni ’60 era caratterizzata da una stampa a pois, un taglio aderente e una lunghezza media, in tessuti leggeri e freschi, solitamente indossata con una camicia bianca semplice e scarpe con tacco alto.
Inoltre, i pois non erano necessariamente di dimensioni uguali, c’era una certa varietà di dimensioni e i pois potevano essere disposti in modo casuale o in modo ordinato.
Gonna anni ’60 rivisitata in chiave moderna
La gonna a pois rivisitata in chiave moderna è una versione aggiornata del classico modello degli anni ’60. In questa versione, i pois vengono proposti in colori più vivaci e vengono utilizzati tessuti più moderni e tecnologici.
In questa nuova versione, la gonna a pois può essere proposta in diversi modelli, dalle gonne corte e aderenti alle lunghe maxi gonne, dalle gonne a ruota a quelle a tubo. Inoltre, i pois non sono necessariamente di dimensioni uguali, c’è una certa varietà di dimensioni e i pois possono essere disposti in modo casuale o in modo ordinato.
I tessuti utilizzati per queste gonne possono essere sia naturali che sintetici, come la lana, il lino, il cotone, la seta o il poliestere. Possono essere anche trattati con speciali finiture, come il laminato o l’effetto lucentezza, per un look più trendy.
Per quanto riguarda i colori, si possono trovare gonne a pois nei toni più vivaci e accattivanti come rosso, giallo, verde, azzurro, rosa. Inoltre, si possono trovare anche gonne a pois con pois di colori diversi su uno stesso tessuto.
Gonna a pois anni ’60
Per quanto riguarda l’abbigliamento, la gonna a pois rivisitata in chiave moderna può essere abbinata sia con capi classici che con capi più moderni e attuali. Ad esempio, può essere indossata con una camicia bianca classica o con una maglietta di cotone o un top di lino per un look più casual. Inoltre, può essere abbinata con scarpe con tacco alto per un look più elegante o con sneakers per un look più sportivo.
In generale, la gonna a pois rivisitata in chiave moderna è un’ottima scelta per coloro che amano il classico modello degli anni ’60 ma vogliono un look più attuale e vivace. Con una vasta gamma di modelli, tessuti e colori, questa gonna è adatta a qualsiasi occasione e può essere abbinata con un’ampia varietà di capi d’abbigliamento e accessori.
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. ♡ ᴛʜɪꜱ ɪꜱ ʙʀᴀɴᴅᴏɴ'ꜱ ᴘᴇɴꜱɪᴇᴠᴇ ㅤ02.12.2025 ⌵ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ㅤ⚠️: accenni a disturbi alimentari ( arfid ) ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ℋ La mano libera dalla borsetta - magistralmente ampliata con la magia così da contenere vestiti, glitter e pigiamino per la sera - picchietta con le nocche sul legno della porta. L’espressione dovrebbe essere felice e raggiante e entusiasta per la festa — ma il sorriso più grande Gaia lo riesce a tirare su solo quando incontra con lo sguardo la figura di Brandon. E vaga bene, questo sguardo: è ancora molto incredibile per la sua mente realizzare che lui sia effettivamente il suo fidanzato. « Amore » boccheggi, Gaia? « Sei bellissimo — » ℬ La mano è già sulla maniglia, quando la sente bussare. In verità, è lì da quando gli ha detto che sarebbe scesa – insomma, freme giusto un po', ché il tempo che hanno trascorso insieme dopo il suo ritorno ancora non lo ritiene sufficiente a colmare quello perso a causa del brevissimo viaggetto lavorativo. « Ciao, amore! » si china a stamparle un bacio sulle labbra, appena arrossito per il modo in cui gli ha dato del "bellissimo". Fa un giro su se stesso per farsi ammirare meglio, dunque, e ne approfitta pure per lasciarle spazio necessario a entrare in camera. « Ti piace l'outfit che ho scelto, allora? » ℋ Il sorriso si fa un po’ più sentito di fronte alla giravolta dell’altro, avanzando nella camera e chiudendo la porta alle proprie spalle. Ah, se le è mancato - così tanto che un giorno le è parso un mese intero. La verità è che ultimamente riesce a non sentirsi sola solo quando è insieme a lui – una delle tante cose che non gli dice, ché evidentemente Gaia non è tipo che impara dai propri errori. « Mi piace molto » allunga una mano per toccare la maglia, come volesse sentire di che stoffa è fatta « ormai con tutte queste feste stai diventando bravissimo a scegliere gli outfit - pure troppo, mi sa. » arriccia il naso, fintamente indispettita: « Speriamo di non dover tirare cocktail a qualcuno, stasera. » ℬ « Perché sprecare così del dolce nettare dionisiano? » porta la mano sulla sua, così da tenerla un po' di più sul petto – giusto qualche istante, in realtà, perché presto tenta d'intrufolarla al di sotto per poter intrecciare le dita. « I cocktail beviamoceli, tanto questi vari "qualcuno" possono soltanto guardare. E sognare, al massimo proprio » aggrotta la fronte, ché sta facendo tanto quello sciallo, ma non gli piacerebbe proprio se qualcuno sognasse Gaia in determinati contesti. « Vabbè, non ci pensiamo: tu che cosa hai preparato per te? » ℋ Accoglie la richiesta tacita e le dita si intrecciano presto a quelle dell’altro. « Non mi piace nemmeno che guardino o che sognino, però » è un borbottio, rivolto più a se stessa, più al bisogno di palesare la gelosia che prova verso di lui, piuttosto che per intavolarci un vero e proprio discorso. E infatti, si avvicina subito a lui, riposando per qualche secondo il viso sul suo petto. « Io — » esordisce dopo un po’, quindi, risollevandosi e lasciando a malincuore la sua mano per aprire la borsetta. Si allontana, dirigendosi verso il letto di Brandon dove inizia a poggiare tutto quanto: « ho portato i glitter! Sono dovuta tornare indietro ma li ho ricordati » quanta soddisfazione nel tono, poi! « Per me ho portato- no, questo è il pigiama, questo è il profumo… forse l’ho fatta troppo grande la borsa. Ah! Ecco, ho portato questo qui. » e lancia sul letto il vestito, che visto così sembra piuttosto uno straccetto striminzito persino per una piccola come Gaia, « È l’unico abito da “discoteca” che avevo. Non so come mi sta, però. Lo provo? » ℬ Non perde l'occasione di accarezzarle i capelli con la mano libera, nei pochi secondi in cui si adagia al petto. Lasciarla allontanarsi è quasi doloroso, ma necessario se vogliono presentarsi alla festa in tempo – la segue verso il letto, allora, scrutando con curiosità tutto quello che tira fuori dalla borsa, quasi fossero conigli dal cappello di un prestigiatore. « I glitter me li puoi spargere un po' tra i capelli? Sembrano argento, sarebbero perfetti » l'attenzione, tuttavia, è concentrata unicamente sul vestito: s'abbassa a sistemarlo meglio, in modo che sia visibile senza pieghe e in tutta la sua interezza... Striminzita, ma dettagli. « Il mio cervello ha già immaginato e te lo spoilero: ti sta – » chiude un occhio, come a concentrarsi per trovare il termine giusto. Non arriva, però, perché sembra tutto troppo 𝘱𝘰𝘤𝘰. « D'incanto? Non lo so, l'immagine mi ha destabilizzato – provalo, così svengo direttamente » e in uno slancio teatrale si lascia cadere sul materasso, attento a non finire sui preziosi averi della ragazza. ℋ « Certo — capelli e addominali, mh? » e un sopracciglio si alza appena, sembra quasi una frecciatina ma priva di alcuna malizia nel senso negativo del termine. Infatti, dopo aver parlato ride sommessamente, riponendo più ordinatamente le cose che ha portato con sé: il pigiama lo piega e lo lascia sul cuscino, mentre i glitter (e le sue famose mega-cuffie) finiscono sul comodino del ragazzo. Solo quando è soddisfatta del ritrovato ordine, torna ad osservare il vestito e poi il viso di Brandon. « Magari invece sarai delusissimo dall’immagine reale. » 𝐶ℎ𝑒 𝑝𝑖𝑧𝑧𝑎, 𝐺𝑎𝑖𝑎: pare urlarlo una voce nella sua testa, che purtroppo non appartiene a nessuna anima defunta. È proprio la stessa vocina che le dice che forse, dovrebbe andare a cambiarsi in bagno - e solo per non risultare troppo schiva, sfila il maglione e si occupa di slacciare i pantaloni proprio lì, davanti a lui. « Ah — non ci sono i tuoi compagni di stanza, vero? » domanda con le guance ancora più rosse di quanto già non fossero: farsi vedere nuda da Brandon è ancora un’impresa importante, per lei - soprattutto dopo i chili persi - figuriamoci farsi vedere / per sbaglio / nuda dai suoi compagni di stanza. 𝐶ℎ𝑒 𝑣𝑒𝑟𝑔𝑜𝑔𝑛𝑎 𝑖𝑚𝑚𝑒𝑛𝑠𝑎. ℬ « / Gaia / » il tono è catalogabile quasi come da rimprovero, cozza lo sguardo che le mostra non appena si gira per sdraiarsi sulla schiena, intriso di dolcezza – come glielo deve più spiegare che per lui sarebbe bellissima in qualsiasi versione? Domanda che si pone nel privato, in alcun modo spazientito: lui 𝘷𝘶𝘰𝘭𝘦 ricordarle ogni giorno quanto sia bella, lei deve saperlo e rendersene conto, accettarlo. « "Delusissimo" e simili non esistono nel dizionario della nostra relazione, lo sai? » continua, pur scuotendo la testa subito dopo per rispondere alla domanda. « Non credo tornino a breve, amore, quindi puoi cambiarti qui, se vuoi » il rossore torna a palesarsi, seppur leggero, sulle guance: il pensiero che possa trasparire un viscido desiderio d'approfittarsi della visione di lei nuda lo attraversa per qualche secondo, ma lo porta a fare una celere aggiunta: « O in bagno, insomma: mi stanza es tu stanza. » ℋ Il sorriso sulle labbra prende una piega dolce, influenzato dalla tenerezza delle parole dell’altro. Non replica, solo perché aprirebbe un battibecco di no e sì che forse non è il caso di intraprendere - e non lo è perché lei non è dell’umore, perché si conosce, perché sa che lo renderebbe più serio di quanto in realtà non sia. « Resto qui » un mormorio, più che altro. Le luci della camera sono accese, il che la fa sentire appena sotto i riflettori. Sceglie di sedersi, prima di sfilare i pantaloni e restare ufficialmente solo con l’intimo. Che cosa assurda, vergognarsi del proprio corpo davanti a lui, anche dopo che l’ha vista in tutti i modi. Certo, c’è da specificare che senza vestiti l’ha solo vista in occasioni in cui la luce era poca - e l’attenzione forse non era rivolta a tutti i suoi difetti. Si rende conto del silenzio solo quando si sporge a prendere il vestito, e lo sguardo vola sulla figura del suo fidanzato, a cui accenna un sorriso: « Mi sa che devo stare senza reggiseno, però » commenta. Perché, poi, lo sa solo lei - in ogni caso, stavolta si volta, e per sganciare quell’ultimo impiccio gli dà le spalle. Poi, al termine di quella che pare un’immensa trafila, indossa finalmente il vestito - con il vertiginoso spacco che lascia poco all’immaginazione - e si volta. « … ta-dah? » ℬ Obiettivo principale è quello di non farla sentire a disagio: la loro relazione intima è appena agli inizi, dunque si sforza di non guardarla troppo e soprattutto di non manifestare espressioni facciali un po' troppo bavose – 𝘤𝘰𝘮'𝘦𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘭𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘪𝘭𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘴𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦 𝘢 𝘔𝘫𝘰𝘭𝘯𝘪𝘳? 𝘐𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘷𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘦 𝘷𝘦𝘳𝘳𝘶𝘤𝘩𝘦? È 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘪𝘨𝘪𝘢𝘮𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘵𝘰? 𝘗𝘦𝘳ò, 𝘣𝘦𝘪 𝘨𝘭𝘪𝘵𝘵𝘦𝘳! Tentativi spazzati via dall'altrui menzione al reggiseno, purtroppo, perché si gira a guardarla e s'allunga pure un po' nel tentativo di posarle un bacio sulla spalla, bacio che alla fine non avrà luogo: il tempo si cristallizza, al pari degli occhi su quel corpo che nota essere ben più spigoloso di quanto abbia mai constatato, specie a un confronto con immagini e tocchi di mesi prima. 𝘐 𝘷𝘦𝘴𝘵𝘪𝘵𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘢𝘮𝘶𝘧𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘴ì 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰, 𝘪𝘭 𝘥𝘪𝘮𝘢𝘨𝘳𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘦𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪𝘷𝘰 𝘤'è. 𝘕𝘰𝘯 𝘵𝘪 𝘴𝘣𝘢𝘨𝘭𝘪. Lo sguardo si apre ancora, approfitta del suo essere voltata altrove per studiare, attento e preoccupato. Eppure, ha cercato di fare attenzione, di stare con lei durante i pasti per accertarsi che mangiasse, oltre che per piacere di trascorrere del tempo insieme. Dov'è che sta sbagliando? Non ha tempo di capirlo, ché l'altra è ormai vestita e cerca il suo parere: il cambio di mimica è falsamente immediato, nella speranza che non intercetti il suo timore. Non sopporterebbe il pensiero di farla sentire 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘢 in accezione negativa. Si tira su e va ad abbracciarla, allora, ma soltanto dopo averle baciato la punta del naso. « Sei bellissima, Gaia » e lo crede sul serio, proprio come ogni volta che le rivolge il complimento in questione. La differenza, adesso, sta nel fatto che vorrebbe aggiungere ben altro: 𝘵𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘰, 𝘴𝘵𝘢𝘪 𝘮𝘦𝘨𝘭𝘪𝘰, ad esempio. 𝘕𝘰𝘯 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢𝘳𝘮𝘪. 𝘏𝘰 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘦. « Sei consapevole del fatto che questo vestito sia illegale? » un modo per provare a riprendersi: concentrarsi sull'abito, sulla festa. Essere adolescenti ancora per una sera, ancora per un po'. ℋ 𝑆𝑒𝑖 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑜?, vorrebbe chiedergli, 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑎, 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑖 𝑝𝑖𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜, 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖𝑎 𝑡𝑟𝑜𝑝𝑝𝑜, 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑒𝑏𝑏𝑎 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑟𝑚𝑖? Ma la quantità di domande che le rimbombano in testa, non incontrano il coraggio necessario a renderle effettive parole. Quel che si limita a fare, Gaia, è stringere forte le braccia attorno al busto di Brandon: 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑎𝑢𝑟𝑎. Che paura la possibilità di non piacergli, o di aver osato tanto da finire per offenderlo. Ma, anche, che paura diventare un peso, interporre tra di loro tutte quelle paranoie che potrebbero annoiare. Si sforza, Gaia, di pensare che lo sguardo che ha notato, che è durato non più di qualche secondo, non sia stato altro che frutto delle proprie agitazioni. Della propria tristezza, di quella sensazione stomachevole d’essere di troppo ovunque mette piede. 𝐸𝑝𝑝𝑢𝑟𝑒 𝑛𝑒𝑚𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑡𝑖 ℎ𝑎 𝑎𝑣𝑣𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎𝑡𝑎, parla per lei quella vocina nella testa: 𝑒𝑟𝑖 𝑛𝑢𝑑𝑎 𝑒 𝑛𝑒𝑚𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑡𝑖 ℎ𝑎 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑟𝑒𝑧𝑧𝑎𝑡𝑎. Prende un respiro profondo, incapace di lasciare quelle braccia: « Forse sarebbe stato meglio qualcosa di più coperto – però adesso, poi si fa tardi. Ti toccherà starmi vicinissimo tutta la sera. Sei pronto per questa missione? » e tenta, in quel modo, di scacciare via le brutte sensazioni appena provate. Appoggia il mento sul suo petto, per guardarlo dal basso e potergli sorridere, « Agente Köhler e agente Fortescue. Suonano bene insieme, però. » ℬ Sfiora la punta del naso col proprio, lento. Spera di riuscire a farla sentire a suo agio, perché merita momenti spensierati sempre, ma ora più che mai. « Tutto ciò che ci riguarda suona bene insieme, non lo hai notato? » parole sussurrate sulle labbra di lei, negli istanti che precedono un contatto dolce, delicato, quasi accennato – soltanto perché ha altro da aggiungere, però. « Starò talmente attaccato alla tua gonna che mi 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘩𝘦𝘳𝘢𝘪 di togliertela, agente Köhler » in fondo, distrarsi insieme non è affatto complicato. Anzi. [ . . . ]
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Capitolo 58 - Il patto, il nome e il principe (Seconda Parte)
Nel capitolo precedente: Angie fa uno strano incubo sul suo futuro in cui diventa una scrittrice di romanzetti rosa a sfondo fantasy e viene svegliata da una telefonata di Eddie, che le ricorda che finalmente è venerdì, cioè il giorno in cui riveleranno agli amici che stanno insieme. Stone, dopo essere sparito per un po’ per riflettere su quanto gli aveva detto Grace, va a prenderla al lavoro e chiarisce le cose con lei. Angie e Eddie si baciano sotto casa di lei, convinti che Jeff, Mike e Dave, che li aspettano nel furgone della band per andare insieme al concerto, li abbiano visti e stiano parlando di loro. Quando arrivano al van, invece, li scoprono intenti a discutere dell’ultimo episodio di Twin Peaks.
***
Rosa. Stanno diventando rosa. I miei colpi di sole viola si stanno lentamente, ma inesorabilmente, sbiadendo in un fucsia-gomma da masticare triste di sottomarca, mentre la tinta blu scuro sta via via scaricando del tutto, lasciando il posto al mio vecchio e banale castano. China, in bilico, sopra la turca, analizzo le ciocche che mi penzolano davanti alla faccia, illuminate dalla luce ronzante del bagno dell'Ok Hotel. Dopo aver tirato l'acqua ed essermi ricomposta, sento il volume della musica del locale alzarsi e abbassarsi subito dopo, seguito da chiacchiere e risate femminili. Qualcun altro è entrato in bagno e allora io resto qui. Non so perché, ma non mi piace incontrare altra gente uscendo dal bagno, mi mette a disagio. Non ho nulla contro l'andare al cesso in due, tre, cinque, dieci ragazze, ma se devo fare pipì, io sono quella che la fa sempre per ultima e dice alle altre di andare pure e che le raggiungerà fuori. Non posso certo usare questo sistema con le sconosciute, soprattutto nei cessi dei locali con file interminabili fuori dalla porta, allora che faccio? La tengo oppure cedo, cercando di evitare di incrociare lo sguardo con quello della tizia che entra dopo di me, a cui non frega un cazzo della sottoscritta ovviamente e vuole solo farla. Stavolta però è presto, il concerto deve ancora iniziare e i bagni erano vuoti, almeno finché non sono entrate queste. Chissà quante sono? Dalle voci sembrano tre, dovrò aspettare qua dentro per poco, sperando che nessuna cominci a farsi domande sul perché la mia porta è chiusa a chiave.
"Ma voi li avete già sentiti questi Pearl Jam?" la domanda posta da una di loro non sfugge alle mie orecchie, concentrate sui loro discorsi, fino a quel momento solo allo scopo di capire quando se ne sarebbero andate, ma ora ancora più attente.
"Non ancora, ma Emma sì, vero?" risponde un'altra voce un po' più acuta della precedente.
"Sì, e il cantante è un figo pazzesco" la terza voce ha un accento vagamente bostoniano, non riesco a capire se è un accento vero che la ragazza cerca di camuffare o se è una parlata che non le appartiene ma che calca apposta, non saprei per quale motivo. Ed è l'accento ad attirare per primo la mia attenzione, più che quello che dice.
"Va beh, per quello non serve sentirlo cantare, basta avere gli occhi per guardare" ribatte la prima voce sghignazzando.
"Sì, visto così è carino, ma sul palco è ancora più sexy. Vedrete che mi darete ragione"
"Non è male, ma io sono più orientata sul bassista" interviene di nuovo la voce numero due, che viene subito coperta da quella delle sue amiche.
"Lo sappiamo, lo sappiamo!"
"E' dai Green River che sei orientata su di lui, magari dovresti cambiare orientamento, visto che non c'è storia, che dici?"
"Tornerà single prima o poi, no? Mica se la sposerà Miss Perfezione" l'innocuo, e tutto sommato lusinghiero, soprannome dato da queste tipe alla mia amica mi dà un po' fastidio, diversamente dagli apprezzamenti su Eddie, che mi fanno quasi... piacere? Sì, piacere. Sono normale o cosa?
"Punta sui single della band, fidati" Emma-forse-Boston cerca di dissuadere l'amica dalla sua cotta per Jeff.
"Che poi sarebbe solo il chitarrista"
"Ma chi? Stone? Non si è ancora ripreso dalla storia disagiata con Valerie? O intendi l'altro?"
"L'altro. Stone ha la ragazza, avrà ritrovato la fiducia nel genere femminile"
"Oppure questa tipa la tiene a distanza di sicurezza dalle sue chitarre eheheh"
Ma chi è Valerie? Devo ricordarmi di chiederlo a Meg.
"Quindi restano la chitarra solista e il cantante. Tu ti prendi il chitarrista"
"Il cantante non è single"
"No?" chiedono le altre due in coro.
"No, ha la ragazza a casa che lo aspetta, o che sta per raggiungerlo, dipende da come va con la band"
"Ma di dov'è?"
"California, non so bene dove"
"Los Angeles"
"Secondo te uno che vuol fare musica parte da Los Angeles, che è il centro di tutto, e viene a infognarsi a Seattle? Ho sentito che è di San Francisco"
"NO, SAN DIEGO "sul momento quasi non capisco di chi sia la quarta voce, poi realizzo: sono io stessa, uscita dal bagno praticamente urlando.
"E tu... che ne sai? Chi sei?" ora che vedo il terzetto mi rendo conto che non è per niente come lo avevo immaginato. Voce numero 1, che nella mia testa è una sorta di capo del gruppetto, è alta quanto me, magrissima, e tutta occhi, occhi grandi e verdi, bellissimi, i capelli scuri raccolti in una coda alta tiratissima, orecchini a cerchio giganti. La ragazza di Boston sembra uscita da un episodio di Baywatch, bionda, occhi azzurri e fisico da urlo strizzato in un mini-abito nero, mentre la fan di Jeff con la voce acuta è la più alta di tutte, con spalle da nuotatrice evidenziate da un top a fascia, occhi neri e naso leggermente aquilino che le dà un'aria esotica e affascinante.
"Lo so perché lo conosco" faccio spallucce mentre mi butto sul lavandino a lavarmi le mani, focalizzando tutta la mia attenzione sul rosa dei miei cazzo di colpi di sole nello specchio.
"Sì, aspetta...ti ho vista con l'amica di Stone e Jeff, la bionda che lavora da Roxy... come si chiama?"
"Meg, è la mia coinquilina" rispondo al capo guardandola attraverso lo specchio.
"Conosci Jeff? E' ancora fidanzato?"
"Eheh sì, mi spiace"
"Visto, te l'avevo detto?"
"Allora ripiego sul cantante, tanto se la tipa è a San Diego che ne sa? Occhio non vede, cuore non duole"
"Non sta più con quella ragazza, si sono lasciati quando si è trasferito qui" mi fermo prima di aggiungere altri particolari intimi e non richiesti, anche se ho un insensato e improvviso desiderio di riverarli tutti, fino all'ultimo.
"VISTO? ALLORA E' SINGLE!"
"Lo dicevo io"
"In realtà... sta uscendo con un'altra ragazza, una che sta qui a Seattle" e che poi sarei io, ho una voglia matta di dirlo, ma perché? Che mi sta succedendo? Non starò mica diventando gelosa? Ho detto a Eddie che la sua gelosia nei confronti di Jerry non aveva alcun senso, ma almeno quella aveva delle basi. Dopotutto Jerry è il mio ex, è venuto a cercarmi e abbiamo passato del tempo in uno spazio ristretto da soli. Queste invece sono delle ragazze random che hanno solo detto che Eddie è carino. E grazie al cazzo. E' normale che lo pensino .Allora, perché parlo?
"E chi è?"
"Va beh, uscire non significa avere una fede al dito o chissà cosa"
"Ma come si chiama lui?"
"Già, è vero, come cazzo si chiama?"
"Eddie"
"E com'è Eddie? Come tipo, intendo"
"E'..." è dolce, sexy, divertente, timido, fuori di testa, romantico, buffo, protettivo, silenzioso, sgraziato, intelligente, appassionato, concreto, fedele, sincero, affidabile e altri ottocento aggettivi che mi vengono in mente, ma che tengo per me "... è ok, non parla molto, ma è simpatico"
"Un figo che parla poco: l'uomo perfetto" sentenzia la bionda, scatenando le risate di tutte e tre.
Io intanto continuo a sciacquarmi le mani e se insisto ancora un po' mi verranno le dita palmate. Chiudo il rubinetto e scrollo le mani nel lavandino, prima di indirizzarmi verso il ventilatore asciugamani con tre paia di occhi addosso.
"Allora ce lo presenti?" mi chiede la pertica quando ho già una mano sulla maniglia della porta e sto per uscire.
"Sì, certo!" sto ancora cercando di interpretare il mio comportamento quando esco dal bagno, seguita a ruota dal gruppetto, e chi ti trovo proprio lì, di fronte, con una mano in tasca e l'altra impegnata a reggere un bicchiere?
"Ehi, finalmente! Mi stavo preoccupando, c'era coda?" mi chiede notando che non sono l'unica a uscire dal bagno. Io gli vado incontro strofinando le mani ancora un po' umide sui miei jeans e, ben conscia di avere gli occhi del trio puntati su di me, faccio una cosa onestamente incomprensibile: allaccio le braccia al collo di Eddie e lo bacio come se lo avessi baciato per l'ultima volta un mese prima e non venti minuti fa, nel backstage, cercando di suscitare una qualche reazione in Stone e Dave, che però proprio in quel momento non stavano guardando dalla nostra parte. Cos'è? Improvvisamente sono diventata un'esibizionista?
"Stavo parlando con le ragazze" mi stacco dalle sue labbra, gli rubo la birra dalle mani e ne bevo un sorso, dopodiché mi giro verso il terzetto di mandibole cadute a terra alle mie spalle.
"Parla poco, ma si fa capire" il capo è la prima a rompere il ghiaccio, facendo ridere le altre due, e anche me, sotto i baffi.
"Si fa capire molto bene, direi" aggiunge la stangona.
"Ahah dai andiamo, ciao Eddie, buon concerto!" la Boston vamp prende le altre due per mano e le invita ad allontanarsi con lei.
"Ciao Eddie!"
"Dio che figura di merda"
"Ma va, che abbiamo detto in fondo?"
"Beh, insomma..."
Seguo finché posso la conversazione a tre, poi, quando le ragazze scompaiono dal mio radar, mi volto di nuovo e trovo l'espressione perplessa di Eddie.
"Le conosci?"
"Più o meno. Dai, andiamo che fra poco tocca a voi"
Io e Eddie ci salutiamo sotto il palco con un bacio, poco dopo aver intravisto Meg venire dalla nostra parte, ma quando ci separiamo notiamo che la mia coinquilina è più impegnata a imprecare contro un tizio, reo di averla urtata e aver quasi rovesciato il suo cocktail sulla maglietta nuova di lei, piuttosto che a guardare noi e le nostre effusioni. Eddie alza le spalle, fa un cenno di saluto a Meg e se ne va nel backstage a prepararsi.
"Non devi più far finta di non sapere niente di Eddie e me"
"Ah no? Ok, comunque quello stronzo davvero non guardava dove andava!" ribadisce voltandosi verso l'anonimo malcapitato, ormai già sparito fra la gente.
"No, abbiamo deciso di dirlo. Cioè, di farlo sapere, più che altro. Non nasconderci, ecco"
"Ah! Allora è per questo che state limonando a caso per tutto il locale?"
"Esagerata"
"No, hai ragione, forse sotto al mixer non l'hai ancora slinguazzato. E nemmeno davanti ai cessi"
"Ahahah piantala! E comunque, ehm, davanti ai cessi sì, anche"
"HA!"
"A tal proposito, ho bisogno di una consulenza. Della dottoressa Meg"
"Uhm"
"Sai che non mi piace approfittare dei tuoi studi in psicologia"
"Studi alquanto miseri"
"E della tua grande passione non solo accademica per la materia, ma... sono strana e ho bisogno che mi dici perché sono strana"
"Allora, prima di tutto ti ringrazio per la fiducia che hai in me, probabilmente malriposta, perché deve essere enorme se pensi che basti così poco per risolvere l'enigma Angelina Pacifico"
"Sto parlando seriamente"
"E poi sono lusingata, perché in genere sono io a impicciarmi dei cazzi tuoi cercando di psicanalizzarti e farti ragionare, mentre stavolta sei tu a chiedermelo spontaneamente. Sento che c'è una lacrima di commozione pronta a uscire"
"Ho fatto una cosa strana prima e non me la spiego"
"Ok, spara"
Ignoro il suo sarcasmo, pur apprezzandolo, e le racconto tutto quello che è successo con le tre sconosciute in bagno, mentre lei mi ascolta in un silenzio innaturale. Innaturale sia per lei, perché onestamente non penso di averla mai sentita tacere così a lungo, sia per il luogo, un locale affollato di persone, voci e rumori, anzi, casino puro.
"Quindi? Che mi sta succedendo? Sono diventata gelosa come Eddie? La gelosia è contagiosa? Oppure sono diventata stronza e basta?"
"Eddie è geloso?"
"Sì. Beh, un pochino" questo capitolo meglio affrontarlo un'altra volta.
"Il giusto, insomma"
"Oddio, giusto... cos'è giusto? La gelosia non è giusta, è stupida. E sto diventando stupida anch'io a quanto pare"
"Non sono del tutto d'accordo con la tua affermazione, comunque la gelosia non c'entra un cazzo col tuo exploit di prima"
"No?"
"No bella, non è gelosia, te lo dico io cos'è. Sono tre cose"
"Tre? Addirittura?"
"Numero uno: sei pedante"
"Vuoi dire pesante?"
"No, proprio pedante, è più forte di te. Se uno dice una cosa sbagliata lo devi correggere, nulla ti può trattenere, neanche la tua timidezza patologica. Se fosse stata una questione di gelosia saresti saltata fuori subito dal gabinetto, insultandole e dicendo loro di tenere giù le mani dal tuo uomo, invece te ne sei rimasta lì, buona buona, chiusa in quella toilette puzzolente a sentire le tipe sbavare per il tuo ragazzo finché non hanno cominciato a snocciolare informazioni sbagliate. A quel punto non ce l'hai fatta, dovevi dire la tua e illuminarle"
"Quindi mi sarei messa al centro dell'attenzione solo per fare la maestrina?"
"Non solo, ma anche. In questo, lasciatelo dire, tu e Stone siete uguali. Spaventosamente uguali"
"Smettila, mi dai i brividi"
"Numero due: cerchi approvazione"
"Approvazione?"
"Tutti vogliono piacere agli altri, per qualcuno è un po' più importante, soprattutto se ha un'autostima che traballa"
"Cos'è un'autostima?"
"Se fossi stata gelosa mi avresti descritto quelle tre come delle stronze o delle racchie o entrambe le cose, invece sembra quasi ti stessero simpatiche"
"Infatti, è così"
"Appunto. Tre ragazze simpatiche e carine che avevano un interesse comune con te, senza saperlo. Gli hai detto che conosci Eddie perché, inconsciamente, volevi ti accettassero"
"Oh"
"Numero tre... beh, il numero tre è il mio preferito"
"Ah sì?"
"Sì. Perché, cara Angie, sono lieta di comunicarti che alla veneranda età di diciotto anni"
"E mezzo"
"Diciotto anni e mezzo..." si corregge alzando gli occhi al cielo "... dopo tutto questo tempo, hai finalmente appreso uno dei concetti fondamentali della vita, nonché una delle sensazioni più gradevoli"
"Ovvero?"
"Ahahahah tirarsela, è ovvio"
"Tirarsela? Io non me la sono mai tirata nella mia vita!" forse giusto due secondi, quella famosa sera sfigata, con la cameriera del Canlis, aspettando Jerry. Si è visto poi com'è andata a finire.
"Appunto, ti ho detto che ci hai messo qualche annetto..."
"Ma poi tirarmela per cosa?"
"Perché Eddie è il tuo ragazzo, no?"
"E che c'entro io? Mica è un merito di cui vantarsi!"
"Questo lo dici tu, ma il tuo subconscio la pensa diversamente. Rifletti, hai trovato l'approvazione delle tue nuove amichette e quando hai visto Eddie potevi limitarti a presentargliele di sfuggita e andartene con lui, invece hai puntato dritto su Vedder e lo hai baciato lì davanti a loro, sapendo bene che le avresti lasciate di sasso. E non provarci neanche a dirmi che ti è venuto spontaneo e non hai pensato nemmeno per un secondo alla loro reazione, perché non ci credo per un cazzo"
"Beh, in effetti, ok, sì, ci ho pensato, un po'..."
"Stai col tipo che piaceva a tutte loro, quella è l'approvazione definitiva, quasi una consacrazione"
"Me la tiro senza un motivo valido, cosa sono diventata?"
"Pfff adesso non esagerare, dai!"
"Sono una persona orribile!"
"Ecco che parte l'Angie-dramma in 3, 2, 1" Meg fa il conto alla rovescia con le dita a un centimetro dal mio naso.
"Non capisci? Vuol dire che ho trattato Eddie come un oggetto, una merce di scambio!"
"Stai con un ragazzo carino e te la sei tirata un attimo, capirai!"
"Un trofeo per alimentare la mia autostima"
"La stai facendo più grave di quanto non sia, davvero. Cioè come tuo solito"
"Un ragazzo decente mi caga e mi monto la testa?"
"Un ragazzo decente ti caga, state insieme e non vi dovete nascondere per un motivo o per l'altro. Da quant'è che non ti capita?"
"Ehm... un sacco di tempo?" una relazione normale? Sono anni, direi. Ma poi, ce l'ho mai avuta una relazione normale?
"Stai col cantante di una band coi contro-cazzi di cui parlano tutti in città, io lo urlerei a tutti quelli che incontro, figurati. Vedila così: non sei orgogliosa di Eddie e di cosa sta facendo nella band?"
"Beh sì"
"E allora, sei orgogliosa e lo comunichi in giro, come lo hai comunicato a quelle tre"
"Infilandogli la lingua in gola davanti a loro?"
"Esatto. Ad ogni modo, considerando che lo stai facendo in ogni angolo di questo locale, ti avrebbero vista comunque a un certo punto"
"Non è detto, soprattutto se sono attente come i nostri amici, che non si sono ancora accorti di niente"
"O magari se ne sono accorti, ma vogliono essere discreti"
"Discrezione? Stone?"
"Beh, in effetti..."
"A proposito di Stone: chi è Valerie"
"ODDIO, VALERIE??? DOV'E'?!"
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"Mi sembra assurdo che tutti odino il Kingdome. Voglio dire, è il vostro stadio!" da quando sono qui a Seattle non ho trovato un tifoso che sia uno che non si sia lamentato dello stadio o che non l'abbia liquidato con sufficienza come una semplice location mai troppo amata dai cittadini. Jerry non è da meno, mentre discutiamo al bancone del bar in attesa dei nostri drink.
"Non è che lo odiamo, è che c'è di meglio. Sicuramente per il football non fa così schifo come per il baseball. O forse è solo questione di punti di vista: se i Mariners non giocassero così di merda, sarebbe lo stadio del cuore, come Wrigley Field per Chicago eheh"
"Non bestemmiamo, per cortesia! Non ci sono ancora stato comunque, devo andare a vedere coi miei occhi" lo spintono per gioco, afferro il bicchiere che il barista mi ha appena allungato e Cantrell fa lo stesso, facendomi un cenno di ringraziamento perché ho offerto io e continuando a parlare.
"Io ci ho camminato, anzi, ci ho corso! Sei anni fa, no, sette, quando i Seahawks hanno battuto i Raiders 13 a 7 al Wild Card Game e c'è stata una mega-invasione di campo dei tifosi. Ovviamente poi è andato a finire tutto in merda e la settimana dopo le abbiamo prese da Miami, ma in quel momento ci credevamo! Comunque il Kingdome lo fa la gente"
"Il dodicesimo uomo, no?" annuisco e, mentre faccio scorrere lo sguardo in giro per il locale, lo incrocio per caso con quello di Angie, poco lontana.
"Già, tolto quello e l'adrenalina, il campo di per sé fa cagare, sembrava di camminare su del cemento ricoperto di moquette verde"
"Io invece ci dormirei sull'erba di Wrigley..." guardo di nuovo nella stessa direzione di prima, ma non vedo più la mia ragazza "Ma anche sulle gradinate"
"Anche al Kingdome si può dormire bene, quando piove c'è la copertura che ti ripara. Al massimo te ne può cadere qualche pezzo in testa, ma che vuoi che sia" Jerry ridacchia sorseggiando il suo whisky, ma quasi si strozza, e io pure, quando una persona a caso compare dal nulla, praticamente urlando nelle nostre orecchie.
"CIAO RAGAZZI! VI STATE DIVERTENDO??"
"Oddio! Ciao Angie, uhm sì, direi di sì" Jerry la guarda perplesso mentre io istintivamente le circondo le spalle con un braccio.
"PERCHE'?"
"Come perché?"
"Cioè, ehm, voglio dire, come mai? Di che parlate?"
"Baseball" rispondo, probabilmente con gli occhi a forma di stella, come ogni volta che penso al mio sport preferito.
"E football" aggiunge Cantrell per poi finire in un sorso il suo drink.
"Sport eh? Una normale conversazione tra maschi, insomma..."
"Non necessariamente tra-" sto per obiettare sull'interesse prettamente maschile per lo sport quando il mio interlocutore mi interrompe.
"Vado a cercare Sean. Ho visto Layne con Demri quindi mi sa che hanno rifatto pace e mi tocca andare a casa col mio batterista. Ci vediamo!"
"Ci si vede!" lo saluto mentre si allontana con le mani in tasca e Angie fa lo stesso, ma a voce più alta.
"CIAO! Ok, che succede?" mi chiede rivolgendosi subito dopo a me con un'espressione serissima sul volto.
"Che succede? Niente, che deve succedere?"
"Di che stavate parlando davvero?"
"Che vuoi dire? Di sport, te l'ho già detto"
"Sì e io sono Doris Sams" ribatte incrociando le braccia e guardandomi male.
"Non è che sai giocare anche a baseball per caso?" la lascio andare a incrocio le braccia anch'io guardandola con sospetto per prenderla in giro.
"No"
"Non ci posso credere! Dobbiamo fare due lanci qualche volta"
"Non so giocare! Ma so come si gioca e so quattro cose di storia, ti ricordo che mio padre è un tifoso praticamente di tutti gli sport"
"Non lo so... sei molto brava a fingere di non saper fare le cose, non è vero?"
"E tu e il tuo amico siete molto bravi a fare finta di niente e cambiare argomento al momento giusto, non è vero?"
"Il mio amico?"
"Jerry... sì beh, amico per modo di dire"
"Guarda che stavamo parlando davvero del Kingdome"
"Sì, certo. E il dibattito era così animato che l'hai pure strattonato. Ovvio"
"Ahah gli ho dato una spintarella, per scherzo!"
"Oh sì, per scherzo"
"Angie, non so che cosa ti frulla per la testa e non so cos'hai visto, ma davvero, stavamo chiacchierando del più e del meno e stop"
"Stavate chiacchierando?"
"Sì"
"Tu e Jerry chiacchierate?"
"Sì. Come ben sai gli esseri umani sono animali sociali, interagiscono tra di loro e-"
"Piantala! Sai cosa voglio dire..."
"Non è che siamo migliori amici o cosa, ma ci conosciamo, perciò capita di fare quattro chiacchiere ogni tanto" alzo le spalle e da un lato mi viene da ridere al pensiero di Angie che accorre temendo un imminente duello tra me e il suo ex, dall'altro penso che tutto sommato un paio di pugni se li meriterebbe anche.
"E non avete parlato di nient'altro?"
"No, di che dovevamo parlare?"
"Non so, magari gli hai detto qualcosa per l'altra sera..."
"Perché avrei dovuto?" pensavo che Angie mi mandasse a fare in culo dopo quella prima scenata del cazzo, invece abbiamo fatto pace, la cosa è risolta. Perché dovrei andare a smuovere le acque?
"Boh, non lo so, forse perché a me hai fatto una testa così!" ribatte lei e d'un tratto mi sembra quasi esserci rimasta male.
"Che c'entra, io sto con te, mica con lui..."
"Ok, ma mi hai quasi mangiata viva al telefono. Invece lui niente? Se la cava così? Quattro chiacchiere al bar tra amiconi?"
"Angie, non ho capito, un secondo fa eri tutta allarmata perché pensavi gli avessi detto qualcosa e ora invece sei offesa perché non l'ho fatto. Sono io che non ci arrivo o non ha un cazzo di senso?"
Apre la bocca come per rispondere, poi la richiude e si guarda attorno come se fosse in cerca delle parole giuste fra la folla del locale, prima di ammettere, quasi mortificata: "Non ha un cazzo di senso, non lo so nemmeno io onestamente"
"Ehi, guarda che è tutto a posto, ok? Io e Jerry abbiamo un rapporto civile tra colleghi. E poi chi cazzo se ne frega di Jerry" le prendo il viso tra le mani e la costringo a guardarmi mentre la accarezzo e le sorrido per tranquillizzarla e farle capire che si sta agitando per niente.
"Ok. Ma come fate? Cioè, quando si parla di me, intendo"
"Semplice: noi non parliamo di te. Vuoi qualcosa?" rispondo secco, voltandomi verso il bancone e richiamando l'attenzione del barista per ordinare un altro giro per me, visto che Angie fa di no con la testa.
"Sì, va beh, ma se capita?"
"Non capita. Neanche una coca? O un succo?"
"No, grazie. Ma come fai a esserne sicuro? Se salto fuori come argomento in una discussione come vi comportate?"
"Non ci comportiamo in nessuna maniera perché non può succedere, Angie... Windbreaker?"
"Sbagliato. Comunque il fatto che non sia mai successo finora non esclude possa capitare in futuro" Angie sorride al mio tentativo buttato lì indovinare il suo secondo nome, ma non demorde sul tema.
"Lo escludo io, al 100%. Io e Jerry non parliamo di te e basta"
"Mai?"
"Mai, anche perché abbiamo fatto un patto" mi lascio sfuggire l'ultimo dettaglio e me ne pento un secondo dopo, non appena vedo l'espressione di Angie che registra questa informazione.
"Voi avete fatto... COSA??"
"Abbiamo stretto un accordo di non belligeranza che soddisfa entrambe le parti" ok, io non sono soddisfatto al 100%, e sicuramente nemmeno lui, ma almeno per ora sta funzionando.
"Hai fatto un patto con Cantrell? Su di me? E quando?" dopo ogni domanda lascia un paio di secondi di pausa, in cui io faccio sì con la testa. Ma la terza richiede una risposta più articolata.
"A San Diego" articolata per modo di dire.
"A SAN DIEGO? Hai detto a Jerry di noi quando me ne sono andata?"
"In realtà, prima..."
"COME PRIMA??"
"E comunque non gliel'ho detto io, è stato lui" Angie non mi sembra convinta o forse è solo che non ci sta capendo molto. Allora le racconto del nostro mini-battibecco allo Yates Club, di come Jerry aveva capito tutto e si era incazzato perché non gliel'avevo detto prima.
"Cioè, fammi capire: lui ha fatto quel cazzo che voleva con me e ha avuto il coraggio di prendersela con te perché non gli hai fatto sapere prima di essere interessato alla sua ex ragazza, che lui ha trattato come una pezza da piedi? Perché avresti dovuto riservargli questa cortesia? E poi, da cosa l'avrebbe capito che ci piacevamo, scusa?"
"Si vede che è un buon osservatore." o che io faccio schifo a nascondere cosa provo, ma evito di dirlo perché lei fa altrettanto schifo a capire i sentimenti degli altri e non voglio ferirla "Comunque un po' aveva ragione perché eravamo in tour assieme e ogni tanto lui mi chiedeva di te e si confidava con me e io avrei potuto confessare i miei sentimenti o almeno cambiare argomento e invece stavo lì a sentirlo. Quindi un po' merda lo sono stato"
"Si confidava con te?"
"Già"
"E che ti diceva di me?"
"Perché ti interessa? E' importante? E poi, non lo immagini?" se mi sono ingelosito così tanto l'altra sera è anche perché so che lui le sbava ancora dietro, mica per niente.
"No, ma sarei curiosa di sapere: 1) come fa ad essere ancora vivo e 2) come hai fatto a trattenerti durante tutto il tour"
"Non so, sarà che forse avevo fatto una certa promessa a una certa persona speciale di non spaccare la faccia a un certo ex e di mantenere un certo segreto e non combinare casini in generale"
"Caspita, sei proprio un tipo di parola, allora"
"Sono uno di cui ci si può fidare"
"Allora lo fai un patto anche con me?"
"Certo, tutto quello che vuoi"
"Il patto è... che non parliamo di Jerry"
"Ah"
"Tipo mai, ok?"
"Beh ecco..."
"Io non lo nomino a te e tu non lo nomini a me. Non è che lo possiamo cancellare dalle nostre vite, semplicemente non avremo mai più attivamente una conversazione su di lui, va bene?
"Non è così semplice..."
"Beh, se puoi fare un patto con lui non vedo perché non puoi fare lo stesso patto con me, che per giunta sono la tua ragazza" incrocia di nuovo le braccia e da come mi guarda so che non uscirò vivo da questa situazione se non accettando questo cazzo di accordo. L'unica cosa che posso fare è cercare di trarne il maggior vantaggio possibile.
"Infatti, posso farlo. Ci sto..." le tendo la mano e lei me la stringe "A una condizione"
"Quale sarebbe?" molla la mia mano sospettosa e secondo me davvero non sa dove sto per andare a parare.
"Che mi riveli finalmente il tuo secondo nome" alza gli occhi al cielo e nasconde a malapena un sorrisetto, forse si aspettava qualcosa di peggio.
"Ok, ci sto" mi stringe di nuovo la mano e io sono tutt'orecchi.
"Quindi?"
"Lo sai che ti sto offrendo un'arma potentissima, vero? Mi prenderai per il culo a vita per questa cosa"
"Scommetto che è un nome stupendo"
"Più che stupendo, stupefacente, come le sostanze che si facevano i miei quando hanno deciso di chiamarmi così"
"Così come?"
"Angelina...Qualcosa Wind Pacifico"
"Ma se è W puntato non può essere-"
"Anche l'altro pezzo inizia per W"
"Whirlwind!"mi viene di getto e per una spontanea associazione di idee nella mente mi scorre il testo di Like a hurricane di Neil Young e già me la vedo perfetta protagonista di quel capolavoro.
"No, è tutto insieme ma in teoria sarebbe una parola separata"
"Oh" sicura sicura? Perché quella ci stava davvero bene.
"E' un aggettivo" precisa mentre nel mio film mentale esco definitivamente dal bar fumoso di Neil e mi chiudo la porta alle spalle.
"Windy Wind?"
"Ahahah vaffanculo, Eddie!"
"Ok, serio. Warm Wind?" penso al calore dei suoi abbracci e della sua sola presenza in generale, ma lei fa no con la testa.
"Mia madre era...è una fan di Nina Simone. Quindi?"
"Uhm..."
"Forse se ti dico Station to station di David Bowie ti aiuto di più"
Scorro mentalmente la tracklist del disco finché non arrivo a forse una delle migliori performance vocali di Bowie di sempre, proprio alla fine.
Wild is the wind.
"Angelina Wildwind Pacifico"
"Colpita e affondata"
"Ma è fighissimo!"
"Ok ma... Vento folle? Io? mi ci vedi?" arrossisce e scuote la testa e si nasconde il viso con le mani.
"A dire il vero, ti si addice perfettamente"
"Come no? Si addice perfettamente alla persona più noiosa e banale del mondo"
"No, alla persona più forte e imprevedibile e bella da mozzare il fiato del mondo. Almeno, della parte di mondo che conosco io, che è poi l'unica che mi interessa perché ci sei tu" Angie si leva le mani dalla faccia e mi guarda seria seria senza aprire bocca e per un attimo mi illudo davvero di averla lasciata senza parole o per lo meno nella condizione di essere costretta a riconoscere e accettare un cazzo di complimento una volta tanto.
"Ahahah bel mondodi merda!" scoppia a ridere di botto e mi abbraccia, stretto.
"Quanto cazzo sei scema da uno a dieci?" io stringo di più.
"Non lo so, ma direi che a questo punto abbiamo un patto, giusto?" alza la testa per guardarmi e libera la sua manina destra dalla mia presa per siglare il nostro accordo definitivamente.
"Giusto. Affare fatto" la sciolgo dall'abbraccio e le stringo la mano, per poi tirarla di nuovo verso di me e sigillare il patto nella maniera che preferisco.
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Time to take a ride, time to take it in a midnight eye
And if you want to go, get on below
"Va beh, dove cavolo sono finiti quei due? Io e Dave dobbiamo aprire i regali!" siamo riusciti a raggrupparci più o meno tutti attorno a un paio di tavoli dell'Ok Hotel, do una pacca sulla spalla di Krusen che si risveglia di botto. Stava in fissa da quando è iniziato il pezzo dei Sonic Youth. O forse da quando è iniziata la serata.
"Prima li ho intravisti al bar" il batterista azzarda un'ipotesi e considerando che al bar ci ha trascorso tutto il tempo prima e dopo il concerto, Angie e Eddie potrebbe averli visti chissà quando. Potrebbero essere benissimo in Messico a quest'ora.
"Non ci sono più al bar, veniamo giusto da lì" McCready e Staley si uniscono a noi con due birre fresche fresche in mano, a proposito di gente che dovrebbe darsi una calmata.
"Ma sì, saranno in giro a limonare in qualche angolo del locale" è il commento di Stone, seduto di fronte a me, che tiene una mano sulla spalla di Grace, mentre agita l'altra nell'aria come per scacciare via un pensiero di poco conto.
"Ma chi? Eddie e Puffetta?" Gazzettino Cornell dall'altro capo del tavolo non poteva lasciarsi sfuggire il gossip dell'ultim'ora e sia Stone che Grace annuiscono.
"E' tutta la sera che non fanno altro, siamo al limite degli atti osceni in luogo pubblico" Mike condisce ulteriormente il pettegolezzo, seguito da Ben e Kim, che iniziano un vero e proprio siparietto, serissimo, che ci fa piegare tutti in due dalle risate.
"Io non ho mai visto una cosa del genere"
"A un certo punto li abbiamo cronometrati"
"Ci annoiavamo"
"Dodici minuti e mezzo di lingua"
"Ma lingua ininterrotta eh? Cioè, senza pause"
"Sembravano due cazzo di quattordicenni"
"Beh, Angie non è che sia tanto più grande, ci può stare"
"Ok, ma Eddie? Ma poi anche a livello pratico, cioè, io non ho capito come cazzo facevano a respirare"
"Avranno le branchie, cazzo ne so"
"Ahahahah ma che stronzi che siete!" la mia ragazza ci rimprovera tutti, ma prende a sberle sul coppino solo me.
"Si vede che stanno recuperando il tempo perso e voi siete solo invidiosi" Meg si unisce nel difendere i due piccioncini.
"Ho capito, ma DODICI MINUTI E TRENTA SECONDI" Kim ribadisce il concetto scandendo bene la tempistica da record.
"Invidiosi e guardoni!" ci si mette pure Grace.
"Erano in cima alle scale, era impossibile non vederli" il chitarrista fa spallucce e il suo bassista annuisce.
"Da qualsiasi punto e angolazione"
"Dodici minuti e mezzo sulle scale?" mi diverto a gettare benzina sul fuoco, i due musicisti mi guardano e allargano le braccia per ribadire la loro incredulità.
"Sì!"
"Allora il record è che Angie non sia caduta di sotto su qualcuno, visti i precedenti" commenta Cornell ridendo sotto i baffi.
"Dio, quanto ti piace quella storia!" Layne quasi si strozza con la sua birra e poi ride in faccia a Chris.
"Va beh, comunque siete delle merde, tutto questo casino per qualche effusione. Solo perché si sono lasciati un po' andare non significa che stiano sempre lì a sbaciucchiarsi ventiquattr'ore su ventiqu- Oh, aspè, sì, eccoli lì, si stanno baciando vicino alla porta" Meg interrompe bruscamente la sua arringa di difesa e il momento è comico perché tutti ci giriamo all'unisono e fra quelli che stanno dietro c'è chi si alza, chi si avvicina e chi allunga il collo per vedere meglio la nuova coppia non tanto nuova accanto all'ingresso del locale. Anche gli sconosciuti che ci passano davanti si girano dalla stessa parte per capire che cazzo stiamo fissando.
Non sappiamo se siano passati più di dodici minuti e mezzo dall'inizio di quest'ultima sessione, ma quei due si staccano e Eddie butta l'occhio proprio verso di noi, che come dei cazzoni ci giriamo e torniamo a parlare tra di noi, o meglio, a fare finta di chiacchierare del più e del meno, come se niente fosse, come se non ci avesse sgamati in pieno. Con la coda dell'occhio li vedo avvicinarsi e alzo la voce a caso.
"Va beh, anch'io adoro Goo, è un disco della madonna, non c'è neanche bisogno di dirlo. Dicevo solo che metterlo su per intero in un locale, lasciandolo andare, mi sa tanto di... sciatteria? Si dice così? Cioè, non dico tenere un dj o uno stronzo qualsiasi solo a mettere i dischi e fare una selezione, ma almeno prendersi il tempo in settimana di fare una cazzo di compilation e suonare quella, anche in repeat, non mi sembra uno sforzo così immane. Oh, ciao ragazzi, dov'eravate?" mi rivolgo prima a Stone e Dave, che mi guardano stralunati, poi a Angie e Eddie che arrivano al tavolo.
"In giro. Hai già aperto i regali? Manca il mio!" Angie alza le spalle e ravana nella sua borsa in cerca di qualcosa, per poi estrarre un pacchetto non troppo piccolo, anzi.
"Che figo, un set di pennelli nuovi, grazie!" esulto scartandolo.
"Me l'ha detto un uccellino che ti servivano..." Angie guarda per aria facendo la gnorri, esattamente come quell'uccellino che conosco bene e che le sta accanto. Questi due pirla stanno proprio bene assieme.
"Oh e questo è il mio" l'uccellino infila le mani nella borsa della sua bella e ne tira fuori un altro pacchetto tutt'altro che piccolo, che si rivela essere Subway art, un libro fotografico sulla graffiti art che volevo prendermi da una vita.
Posso dire di concludere questo compleanno in attivo, tra corde, cavi, kit di attrezzi, set di acrilici, un paio di buoni dell'Easy Street Records, ambìti e apprezzati tanto quanto il buono spesa del supermercato che mi ha preso Meg, e altri regali apparentemente più inutili, ma graditissimi, come l'appendichiavi da muro a forma di testata di Marshall con quattro portachiavi a jack: grazie Alice!
In tutto questo scambio di doni e auguri, Eddie e Angie sono seduti in un angolo e praticamente osservati speciali da parte di tutto il tavolo, che li guarda come si guarda un documentario sugli animali nella stagione degli amori. I due partecipano alle conversazioni e fanno finta di niente, anche se di tanto in tanto parlano zitti zitti tra di loro.
"Angie deve dirvi una cosa comunque" Eddie se ne viene fuori con questa cosa così dal nulla, in un momento in cui siamo tutti in silenzio a riprendere fiato dopo una battuta letteralmente del cazzo di Stone, che ha suggerito come titolo del brano di punta della nostra band fittizia nel film di Cameron Crowe Touch me I'm Dick, tanto per prendere un po' per il culo Mark Arm e soci. A proposito, chissà se Chris ha già buttato giù i brani del demo di Cliff? Devo ricordarmi di chiederglielo.
"Che cosa?" chiede Meg per prima, visto che nessuno parla, nemmeno Angie, che ha prima squadrato malissimo Eddie e poi ha iniziato a guardarci uno per uno e a sbiancare.
"C'entra il film?" chiede Layne.
"No, non c'entra il film"
"Molli l'università?" prova Dave.
"No! Perché dovrei?" nega quasi schifata Angie.
"E' una cosa personale?" se non lo conoscessi direi che Stone sta cercando di mettere Angie a suo agio aiutandola a sputare il rospo, ma visto che lo conosco posso dire senz'ombra di dubbio che si sta solo divertendo alle spalle della poveretta.
"Beh, sì, ma... mmm... non riguarda solo me, ecco"
"E chi?" la incalzo io.
"Eddie" "Io" rispondono i due piccioncini in coro.
"Oh cazzo, sei incinta?" McCready si distingue come sempre per il tatto e la delicatezza.
"ODDIO NO! Ma che cazzo dici?" Angie si alza in piedi allibita, mentre Eddie ride e basta.
"E allora? Qual è questa notizia?" Cornell è tutto orecchi e in questo momento me lo immagino armato di penna e blocchetto come un cronista di altri tempi.
"Quello che Angie sta cercando di dire è che-" Eddie si asciuga gli occhi con la manica della camicia e prova a rispondere, ma la ragazza lo interrompe.
"Stiamo insieme"
"..."
"Io e Eddie. Stiamo assieme"
"..."
"Da un po'"
"Quasi un mese" le suggerisce lui sottovoce.
"Quasi un mese" ripete lei e guarda le nostre facce in cerca di qualcosa che non riesce a trovare ed evidentemente ha deciso che la cosa migliore da fare è continuare ad aggiungere particolari o a ripetere lo stesso concetto con parole diverse finché non l'avrà trovato. O finché qualcuno di noi non aprirà la bocca.
"..."
"Tre settimane e qualcosa"
"..."
"Praticamente siamo una coppia"
"..."
"Cioè, lui è il mio ragazzo e io-"
"E lei è la mia ragazza"
"Wow, che coincidenza" Stone non si trattiene e io mi nascondo la faccia tra le mani per non far vedere che rido.
"In che senso?"
"Ok. State insieme e...?" Mike cerca di indagare ancora e se le chiede di nuovo se è incinta giuro che rotolo giù dalla sedia.
"E basta" Angie risponde e si risiede.
"E sarebbe questa la notizia?" Kim domanda mantenendo un'espressione serissima.
"Perché? Qual è il problema? E' perché pensate sia troppo piccola? Guardate che ne abbiamo parlato, lo so bene anch'io che-" Angie sta per lanciarsi in un discorso senza uscita, ma la sua coinquilina la blocca e fa scoppiare tutti a ridere.
"Angie-dramma del tutto immotivato in 3, 2, 1..."
Tutti tranne Angie, ovviamente.
"Perché ridete? C'è qualcosa che non so?"
"Quello che non sai è che tutti ora sanno che quello che tu sei convinta nessuno di noi sapesse, in realtà era ben noto a tutti quanti" Stone risponde alla sua maniera e la faccia di Mike mi lascia intendere che non ci ha capito molto.
"Eh?" il chitarrista conferma la mia ipotesi.
"Cioè ridiamo perché la notizia la sapevamo già" gli spiego riaccendendo la lampadina nel suo cervello.
"Ah!"
"Allora ci avete visti, insomma, stasera? No perché non dicevate niente..."
"Per chi ci hai presi? Noi siamo tipi discreti!" dichiara Cornell e sembra quasi crederci lui stesso.
"E comunque lo sapevamo già da prima di stasera" aggiunge Ben senza pensarci.
"Come lo sapevate già? MEG?? GLIEL'HAI DETTO, VERO??" Angie si rialza e ruggisce contro la sua amica.
"Come faceva a dirlo, scusa, se non lo sapeva?" Eddie domanda alla sua ragazza, ormai ufficiale, con perplessità.
"No! Infatti! Non lo sapeva! Ma... boh, magari lo aveva intuito. LO AVEVI INTUITO?"
"Lo avevo intuito" confessa Meg.
"ECCO!"
"Ma non ho detto un cazzo a nessuno, giuro" alza le mani come per difendersi, Angie decide di crederle e allora torna a squadrare noi uno per uno, prima di puntare dritto sul suo ragazzo.
"GLIEL'HAI DETTO TU!"
"No no, ti assicuro che io non ho aperto bocca, ho fatto come mi hai chiesto tu"
"E allora come facevate a saperlo?"
"A me l'ha detto Stone" dal nulla la voce dell'innocenza di McCready.
"Anche a me l'ha detto Stone, perché c'ero anch'io quella sera. E anche Dave" confesso e pure il batterista annuisce.
"Anche a noi l'ha detto Stone, ma un'altra sera, almeno credo" Chris guarda Kim e Ben che fanno sì con la testa.
"Per ovvi motivi, l'ha detto anche a me" Grace alza la mano e confessa timidamente.
"A me l'ha detto Jeff. Che gliel'ha detto Stone" anche Laura dice la sua.
"C'è qualcuno a cui Stone non l'ha detto, cazzo?" Angie sbotta incredula.
"Io! Io ho capito tutto da solo, sono un genio!" Layne alza la mano e la agita in aria tutto felice, come il vincitore di un gioco a premi in tv.
"E tu, invece? Tu come lo sapevi, genio?" Angie si rivolge a Gossard in cagnesco, ma Stone le risponde tranquillissimo.
"Io penso di averlo saputo ancora prima di te che sareste finiti insieme, Puffetta"
"Che vuoi dire?"
"Che fate entrambi schifo a fare gli innamorati inconsapevoli. Siete fatti l'uno per l'altra" traduco in Jeffese e tutti annuiscono, perfino Eddie.
"Eravamo così ovvi?"
"Noooooo"
"Non così tanto"
"Ma vaaaaa"
"E' che Stone è un acutissimo osservatore"
"E' che Stone non si fa i cazzi suoi, punto"
Sono solo alcune delle nostre risposte date in ordine sparso per non far sentire troppo una merda la piccola Angie.
"Dai, si è capito subito che avevano una certa intesa. Dalla prima sera che si sono incontrati, l'ho capito a mie spese visto che ci avevo scommesso su, ti ricordi Mikey?" mi piace che Stone, un po' come me, rievochi i ricordi in base alle scommesse fatte.
"Vero! Anch'io ci ho rimesso un deca perché pensavo non vi sareste cagati, invece avete attaccato bottone subito, sembrava vi conosceste già"
"Sorvolo sull'ennesima scommessa fatta sulla pelle di un'amica... ma, in un certo senso, noi ci conoscevamo già per davvero" Angie confessa e fa scattare mille campanelli d'allarme nella mia testa.
"COSA? COME? SUL SERIO?"
"Jeff?" Stone mi apostrofa dubbioso, mentre io continuo a dissimulare, alla mia maldestra maniera.
"IN CHE SENSO VICONOSCEVATE GIA'? QUESTA Sì CHE E' UNA NOTIZIA!"
"L'avevo incontrato da Roxy la sera prima, era venuto lì a mangiare"
"NOTIZIA NEL SENSO CHE E' UN FATTO NUOVO, MAI SENTITO"
"Jeff tu non ne sapevi niente, vero?" Stone non molla e ormai è chiaro che mi ha già sgamato alla grande, sono fregato.
Il mio sputtanamento per lo meno ha un merito: il battibecco che scatta subito dopo tra me, Stone e Mike circa i venti dollari che secondo loro gli dovrei restituire, sposta un po' l'attenzione da Angie che, finalmente libera dall'imbarazzo, si risiede e si gode la scena dei nostri amici che mi fanno il culo, mano nella mano con il suo nuovo ragazzo.
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Evaluna: « Non mi segui e metti like alle foto che posto. Wow. Che fuckboy.» Sorrise e poi sporse il labbro fingendosi meravigliata. Portò il pacchetto di sigarette pieno sul bancone e poi prese posto sullo sgabello. Non c’era molta gente. « Grazie per le sigarette papi. Tienile tu, io non ho la borsa. Nel guardaroba me le rubano.»
dorian: Dorian era intento a pulire il bancone, avrebbero chiuso presto se nessuno si fosse presentato, erano occupati solo tre tavoli da ragazzi ormai sbronzi. « ma tu ti prendi tutta sta confidenza con chiunque? » e si schiarì la voce portandosi una sigaretta alle labbra, facendosi strada verso lo sgabuzzino, iniziando a fumare. Non si potrebbe ma suo cugino non c’era quella sera e suo zio era fuori città, spettava a lui chiudere la baracca. « le tengo dietro al bancone, ricordamele. »
Evaluna: Lo osservò allontanarsi e si sporse un po’ con la testa per osservarlo meglio, stava fumando nel locale? poi annuì e decise di seguirlo con in mano uno dei cocktail che lui stesso aveva preparato. Solo allora, verso lo sgabuzzino , gli rispose seria e sprezzante. « Lo faccio solo perché mi convieni. Di solito non cago nessuno.» Portò le labbra alla cannuccia e poi si distaccò appena per rivolgergli un languido sorriso.
dorian : « ti convengo? In cosa? » si appoggiò allo stipite della porta così da continuare a guardare l’intero locale che comunque veniva sorvegliato da due bodyguard all’entrata principale e altri due sul retro. « comunque dovevo sul serio prima, cerca di arrivare in orario o sei fuori. »
Evaluna : « vediamo.. bevo i tuoi cocktail speciali gratis, mi paghi le sigarette, mi porti nei posticini segreti.» Gli occhioni marroni ispezionarono il luogo come fosse chissà cosa e l’indice sfiorò il suo petto lentamente. « mi metti in guardia, facendomi la ramanzina..» alzò le spalle e riprese a bere. « Non penso che avresti fatto tutto questo in una sera, senza un po’ di confidenza.»
Roteò le iridi fino al soffitto e aggiunse sbuffando. « Lo hai detto anche tu che non sei mio padre.»
dorian : « hai ragione anche tu — è che al tuo colloquio c’ero anche io e mi sembrava di aver capito che avessi bisogno di questo posto di lavoro più di altre persone — ho chiesto io di assumetti ma probabilmente mi sbagliavo. E si non sono tuo padre ma a questo locale ci tengo e non voglio ci lavorino persone svogliate. Ci sta ridere e scherzare ma non sempre. » e disse serio, quel tono non gli apparteneva molto ma voleva davvero che si rendesse conto di non poter fare ciò che voleva, forse perché lui qualche anno prima era nella sta stessa situazione. « non prenderlo come vizio, quello delle sigarette soprattutto. »
Evaluna : Sul suo volto si accese subito un’espressione contrariata e infastidita. Evaluna era più che suscettibile e in un minuto divenne furibonda. « Mi stai dicendo che non so lavorare, che mi hai fatto un favore perché ti faccio pena! Benissimo, ho afferrato il concetto, grazie.» Gli mollò il cocktail tra le dita, poi abbandonò quel luogo immediatamente, per poi voltarsi. « Troverò un altro impiego quanto prima, stanne certo. Dopo ti restituisco quanto ti devo. Stavo solo scherzando.» E scosse la testa, rapita da una risata nervosa. « Ma poi guardati, la morale da uno che spaccia sul retro e fuma nello sgabuzzino. Fammi il piacere, Dorian.»
dorian : « guarda che non ti sto facendo nessuna morale — non ti ho detto di prendermi come esempio Luna! » e spense la sigaretta dentro il cocktail che le aveva mollato in mano la ragazza, facendo qualche passo verso di lei.
« non ho detto nulla di tutto quello che hai percepito tu, è che mi dispiacerebbe non vederti e non averti nei paraggi. Sai fare bene il tuo lavoro e hai la possibilità di guadagnarti qualcosa in più, perché fare la scema? io il posto assicurato per ora ce l’ho, spaccio si, ma durante il pomeriggio e dopo il turno di notte, mai durante. Non mi reputo migliore di te, ti sto solo chiedendo di prendere seriamente questa cosa e poi puoi fare quello che ti pare. »
Evaluna : « Va bene. Puoi non disturbarmi? Sto lavorando. Tu continua a giocare con le figurine dei tuoi amici, è entrato un cliente. » Non lo guardò e lo liquidò su due piedi, avvicinandosi mansueta al signore che aveva da poco varcato la soglia. Una volta accompagnato al tavolo, annotò sul suo taccuino l’ ordinazione e poi strappò il biglietto, premendolo senza alcuna esitazione sul petto di Dorian. « Tieni. Fai con comodo.»
dorian : « fai come ti pare, non ho pazienza. » asserì prendendo il foglio dell’ordinazione ed eseguendo poi i vari cocktail. Dopo una decina di minuti fece cenno alla ragazza di venire a prendere il vassoio. « vai sono pronti. » ed ecco di nuovo il tono freddo di chi non beva intenzione di correre dietro a nessuno. « tra venti minuti chiudiamo. » annunciò così agli altri dipendenti che fecero poi i giri dei tavoli per avvertire la clientela. « ho un’urgenza e non posso tenere aperto. » tutto inventato, ovviamente.
Evaluna : Il nipotino del capo, ecco come si meritava di essere chiamato. E gli avrebbe risposto a tono, se solo fosse servito a qualcosa, ma rimase in silenzio tutto il tempo, almeno fino a che la serata non divenne più strana del solito. « Facciamo che chiudo io se tu devi andare via. Mi serve un’ora. » Confidò a Dorian sulla soglia del bancone. « Il signore di prima ha detto che se gli faccio compagnia e bevo con lui, mi offre cento dollari.»
[0 dorian: « visto che avevo ragione? Non erano domande su rose quelle di prima, ma per te. E no, non ti lascerò chiudere, ti do tempo fino alle due poi ve ne andate tu e il tuo amichetto. » Ed eccolo, infastidito, nervoso. Picchiettò le dita sul bancone prima di ritrarsi.
Evaluna : « Erano su Rose. Che hai nel cervello? Io torno a casa mia, non con lui.» scosse la testa ancora più infastidita di prima, « Come ti pare. Fossi il custode del tesoro di ali babà. Tieniti pure la tua chiusura del cazzo.» Evaluna voleva solo fargli un favore dopo tutto, no? poi andò a quel tavolo e non pensò a nient’altro, se non ai suoi cento dollari e allo sbronzarsi senza tirar fuori un soldo. (...)
dorian : [ ... ] Erano passate delle ore e nel locale erano rimasti solo loro tre: un ubriacone, evaluna e Dorian che era visibilmente infastidito. Era finito con il dover fare da babysitter ancora una volta. Si avvicinò al loro tavolo e di caricò l’uomo di peso cercando di portarlo fuori dal locale. Era abituato a quel genere di cose. Una volta accompagnato alla fermata del taxi appena fuori il locale rientrò tornando da lei. Si accovacciò portando le braccia sulle due cosce così da guardarla meglio. « sei ubriaca persa, non è vero? Devo riaccompagnarti a casa? »
Evaluna: Non si accorse perfettamente di cosa stesse succedendo, ricordava solo l’insistenza di quell’uomo e la sua figura sballottata da quello che gli sembrava Dorian. Si, era Dorian. Non riuscì a trattenere una risata. « Ha detto che se avrei bevuto di più, avrei guadagnato di più. Visto!? Centocinquanta!» Glielo sventolò sotto il naso, ignorando completamente la sua domanda.
dorian : « bene sono contento ma — devo chiudere adesso... » e la sua voce si fece più dolce, più calma, quasi la supplicò di alzarsi, era stanco di stare in piedi, aveva bisogno di dormire e staccare da quel posto. « avanti andiamo » sussurrò nuovamente porgendole entrambe le mani per aiutarla ad alzarsi. « andiamo fuori, chiudo, ci fumiamo una sigaretta e ti riaccompagno a casa — dove abiti? »
Evaluna: « Dove abito? Non mi avevi promesso una canna?» si aggrappò alle sue spalle a peso morto, poi sorrise, allacciando le braccia attorno al suo collo. « Hai gli occhi verdi.»
dorian : « non mi sembri nelle condizioni migliori per fumare anche ... ho gli occhi verdi, si, ti piacciono? » e la prese, l’afferrò stringendola a se fino all’uscita dove si premunì di lasciarla per qualche minuto, il tempo di chiudere il negozio e la saracinesca. « ecco fatto — la fumeremo domani, potresti star male. »
Evaluna : Si, le piacevano molto, ma non lo disse. Piuttosto chiuse gli occhi e si lasciò portare fuori. L’aria fresca fece contrasto sulle sue guance, le girò un po’ la testa e poi udì la sua voce e gli rispose. « va beeene papà.» nemmeno il tempo di farlo, che il tempo scorse velocemente. Il sedile di quell’auto le parve il luogo più confortante del mondo. E uno, due, tre, quattro... Non riuscì a rimanere sveglia, si addormentò di sasso.
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Dimagrire menopausa velocemente
Se lo si desidera, il porridge può essere variato con uvetta, albicocche secche, prugne ... Svantaggi. Il principale svantaggio di una dieta proteica è che non può essere definita equilibrata. Sono ricchi di calorie, contengono zucchero e vengono digeriti rapidamente. Ha detto di aver messo in ammollo la farina di mais di notte e la mattina a digiuno ha bevuto un bicchiere di quest'acqua, ha mangiato il porridge di mais a colazione e non aveva cambiato tutto il resto nella sua dieta (2-2,5 litri di acqua al giorno)... [Continua a leggere→]
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Dieta bilanciata per sportivi
In generale, ci sono serie di esercizi, ma la palla da ginnastica è un'opzione eccellente per un proiettile dimagrante. Le recensioni delle ragazze indicano che questa dieta è molto efficace, ma molto difficile. Inoltre, in termini percentuali, è stato questo gruppo a perdere più pericoloso ... I pasti dimagranti ipocalorici con calorie sono in aumento oggi. Assicurati di includere una zuppa di cetrioli tonificante e rinfrescante nella tua dieta durante la stagione di maturazione. Quando l'acqua al limone è buona. Potresti anche essere interessato ai nostri articoli con consigli sulla vita per dimagrire e dimagrire senza stress • A volte vuoi davvero mangiare qualcosa di dannoso che di solito non mangi, e più tardi ... Basta dedicare 10-15 minuti al mattino a esercizi leggeri e facili per sentire i muscoli, eseguire semplici movimenti e rendersi conto di come ...
Fucus vesiculosus per dimagrire forum
La domanda se sia possibile mangiare il formaggio a dieta preoccupa tutti coloro che stanno perdendo peso. I media pubblicano periodicamente notizie su celebrità che soffrono di disturbi alimentari. Segui questa dieta per più di tre giorni ... Molto spesso, nella speranza di una rapida perdita di peso sui fianchi, si ricorre a diete rigide, allenamenti estenuanti Come perdere peso ai fianchi in una settimana? Non abbiamo potuto fare a meno di includere lo zenzero nella ricetta del frullato di oggi. Le recensioni di pillole dimagranti cinesi interessano tutti coloro che hanno intenzione di provarle da sole Nelle recensioni di pillole dimagranti cinesi, puoi spesso trovare riferimenti a Queste sono capsule basate su una speciale fitocomposizione. Brodo di pollo per dimagrire Dieta a base di brodo di pollo per dimagrire I benefici del brodo di pollo per la malattia sono stati dimostrati da più di una generazione di persone. Perdere peso non è un compito facile. Godimento? È stato dimostrato che la sua accoglienza rallegra, lenisce, attenua la sensazione di solitudine. Questo è solo un ottimo modo da includere nella tua dieta, quindi non puoi bere frullati in un sorso, devi bere a piccoli sorsi, godendoti l'ottimo gusto.
Esercizi dimagrire spalle
Detergente per dimagrire, acne e gonfiore. I componenti naturali del farmaco hanno un effetto positivo su ... Forse non puoi nemmeno mangiare la zuppa di cavolo. Inoltre, sarai soddisfatto della dieta del succo di pomodoro: recensioni. Ciclico. L'essenza dei giorni di digiuno ciclico sono le pause dell'assunzione di cibo. Dimagrire menopausa velocemente A seconda della loro presenza, un ulteriore effetto di influenza sulla pelle, sangue e ... Tatyana Rybakova: altezza e peso prima e dopo aver perso peso. Come usare un abito dimagrante per ... L'azione del farmaco protegge i germogli rossi e bianchi dell'ematopoiesi da fattori dannosi, aiuta a ripristinare l'emopoiesi dopo l'esposizione a vari fattori esterni negativi, promuove ...
Esercizi a casa per pancia e glutei
Cocktail proteico alla vaniglia - recensioni. Struccante per il corpo. Ottimo per perdere peso, rafforzare ... La temperatura del liquido diminuisce, il che è ancora più efficace per bruciare i grassi. Ma fino all'80% dei polisaccaridi. L'allenamento aiuterà con la perdita di peso del vitello? E ognuno di questi video ha ottenuto oltre 1 milione. Qualsiasi varietà di datteri richiede troppo tempo per essere digerita, quindi è meglio. È difficile, ma ne vale la pena! A seconda delle tue esigenze, la cyclette ti aiuterà a scegliere la giusta intensità per perdere peso su fianchi, gambe e persino addome.
Dieta dimagrante kcal
Espira quei chili in più. Da domani riprendo me stessa, voglio tornare ragazza, non donna, ho perso 10 kg. Per rendere evidente l'effetto lifting sul viso Per la perdita di peso, ai pazienti a volte vengono prescritti farmaci aggiuntivi - lipolitici ... Gli stessi allenamenti della durata di 50-60 minuti dovrebbero essere ripetuti almeno 3-4 volte a settimana. Frullato: questa parola significa una bevanda densa a base di bacche, verdure o frutta. Massaggiatrici private a Dolgoprudny - annunci con foto. L'impacco dimagrante al bicarbonato di sodio ha un effetto positivo sulla rigenerazione dei tessuti, deterge perfettamente la pelle, rimuove i liquidi accumulati e le tossine dai tessuti Impacco dimagrante a base di soda a casa: istruzioni passo passo e ricette efficaci.
Dieta veloce per perdere 3 kg
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Dieta per dimagrire l'addome
Yoga e trattamento di ernie intervertebrali, protrusioni. C'è molta vitamina A nei prodotti a base di cereali, serve per stabilire ... Cosa fare se durante la perdita di peso il peso si ferma e non diminuisce. Decotti di erbe molto utili di camomilla, erba di San Giovanni, finocchio, radice di tarassaco, sambuco nero. Soddisfatto del risultato !! Ciò ti consente di rimuovere danni, maledizione o cospirazione per l'obesità senza conseguenze e le preghiere cristiane per la perdita di peso differiscono nella forza dell'effetto su una persona e la preghiera di Matronushka per la perdita di peso è il più potente di tutti gli appelli esistenti da ... La quantità di perdita di peso dipende da fattori come il peso corporeo e la ritenzione di liquidi. Che salsa cucinare per le frittelle di zucca.
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Elena Accardi. New ID.
Il padrone del locale era un damerino patetico e logorroico, è bastato niente per strappargli quel biglietto dalle mani. Il pass che mi avrebbe consentito l’entrata diretta in Paradiso… o all’Inferno, dipende dai punti di vista. Un locale per persone un po’ peculiari, coppie particolarmente affabili, mi spiego? Dove passata una certa ora chiunque diventa free sex e qualsiasi angolo e divanetto è trincea di lussuria. Beh, non posso parlarvene qui, se siete interessati vi basterà frequentare i giri giusti e l’arcano vi sarà svelato, ma ve lo dico subito, l’ingresso si fa pagare profumatamente se non avete una conoscenza all’interno. È a giro chiuso. C’è gente con tanta, tanta grana. Ero piuttosto eccitato di tornare ad abbracciare le vecchie abitudini segrete, le mie affascinanti identità, vite parallele cariche d’erotismo e adrenalina, sì… mi sento fottutamente vivo quando frammento il mio Io, celandomi dietro una maschera. Un tempo ero stato “Raffaela” oppure “Rossana”, ma stavolta pretendevo tutto. Ambivo ad un cocktail di orgasmi ambivalenti fra un elettroshock che attraversa il corpo uccidendolo di puro piacere e lo sventramento più truce delle viscere, la disperata negazione chinatasi all’accettazione. Mi ribattezzai Elena Accardi. L’occasione richiedeva qualcosa di grazioso, me li giocavo bene i travestimenti, io. Allora indossai un abito nero, talmente contraddittorio da rasentare lo scandalo. Lungo fino alle ginocchia, un modello senza ricami, anonimo e illibato come quello di una suora, ma sulla schiena partiva uno spacco che si fermava appena al limite della conclusione “vuole sesso”. Ero un punto di domanda vivente e agli spettatori facevo chiedere “è qui da sola perché cerca qualcosa, oppure è già in buona compagnia?”. Sì, esigevo di destabilizzare la mia preda fra queste dualità esistenti, gli concedevo un assaggio; la sua fantasia avrebbe potuto cavalcare la mia colonna vertebrale fino a scivolare dentro il vestito, il più in basso possibile. Un tacito invito “aggrappati forte, tesoro”. Nika che ribalta gli occhi ogni qual volta che vede la mia pelle “massacrata” da graffi profondi come solchi. Capelli riccissimi, un velo di trucco per valorizzarmi gli occhi e l’incarnato, poi il resto della partita al cervello. Intrighi del genere vanno giocati d’astuzia, soprattutto se nel mirino hai donne mature, svezzate a simili raggiri, indurite dalle circostanze balorde che presenta la vita. Rifiutai con la classe di un nobile le inutili, stucchevoli avance di chi credeva d’avere davanti una versione reale di Cappuccetto Rosso, sprovveduta e smarrita nel bosco depravato, che si lascia scegliere e ammaliare. Signori miei, siete vomitevoli pedine sacrificali… viscidi e bavosi, mi fate un sincero ribrezzo. Trattenevo l’istinto di piantare gli artigli su quelle facce da ricchi rotti in culo, mischiargli i cazzo di connotati, ma la copertura era un sorriso clemente che perpetuava sulle mie labbra. All’improvviso ridevo, una risata simile a un ruggito. All’interno Luna piena; ululavo. L’apparenza talvolta inganna. E nel formicaio stracolmo d’opulenza, adocchiai una piacente signora sulla sessantina seduta davanti al bancone del bar e ad attirarmi come una falena, una luce: i capelli tinti di un delicato rosso aranciato. In quell’istante alzai gli occhi al cielo e sorrisi tra me, grato per tale sorprendente casualità. Provvidenza o meno, chiesi a Cristo di non guardare ciò che stavo per montare, come fosse stato mia moglie. Mi sedetti accanto a lei e chiesi informazioni al barista su cosa la “signorina” avesse ordinato poiché desideroso della stessa bevanda. Usai apposta quella semplice parola affinché al suo orecchio sarebbe poi risuonata come una sincera, innocente lusinga di un’ordinaria studentessa. Rise e mi riprese con una battuta; abboccò in men che non si dica. Inventai di avere appena 20 anni, di lavorare come cameriera in un ristorante del centro e che il mio segno zodiacale fosse Vergine. Già, come uno stupido cliché di una qualsivoglia troietta, ci ironizzai su solo per stuzzicarla. Sondavo il terreno, dovevo capire chi fosse, cosa cercasse e quanto vantaggio avrei potuto trarne oltre al classico passatempo sessuale. Il mio cervello si trasformava puntualmente in un’agenda che annotava ogni informazione utile e alcune mie sottilissime intuizioni. Sembrava così materna, così assennata, sarebbe potuta essere davvero mia madre. Un moderato uso di chirurgia l’aveva aiutata a mantenere un aspetto giovanile, gradevole. Io poi, gli piacevo da matti. Sposata, senza figli, una casa da paura, un lavoro importante, gioielli d’oro vero brillavano ovunque su di lei. Prima che la baciassi sulle labbra, a me disse che avrebbe desiderato sopra ogni cosa una figlia tutta per sé, la compagnia di una bambina un po’ ragazzaccia… ma è da non prendere alla lettera la definizione di “figlia”. La signora non la vuole mica consanguinea la pupa. Inoltre mi spiegò che seppur il marito fosse d’accordo non ne voleva entrare nel vivo, al massimo come spettatore. La storia non mi era affatto nuova, però stavolta era un caso differente; il chiamarla “mammina” mi eccitava. Iniziammo a frequentarci, i nostri appuntamenti si svolgevano costantemente in luoghi lussuosi, mi portava in ristoranti di classe e non mi lasciava mai mettere mano al portafoglio. Dal canto mio ricambiavo con regalini di poco conto, tipo letterine piccanti, cioccolatini, fiori, le solite inutili stronzate che usavano i giovanotti di una volta per adularti. A lei stava bene perché appunto credeva fosse il massimo che potessi permettermi, mi considerava giovanissima e di famiglia umile. Mi andava alla grande. A suo favore vi posso assicurare che è stata una vera signora, lei non mi ha mai chiesto esplicitamente di scopare, credo abbia aspettato che fossi io a compiere quel passo. Ma sono stato generoso con i nostri desideri, non l’ho fatta aspettare troppo. Vedete, c’è un copione da seguire in questi casi, necessaria noiosa diplomazia… fosse stato per me l’avrei scopata la sera stessa che l’ho conosciuta, ma il rischio di un suo rifiuto non sarebbe stato così remoto, perché carne fresca sì, però degustata su un piatto d’argento; capite la mentalità di questa gente? Pensano di comprarti, di negoziare una relazione fondata su selvatici rapporti sessuali, si zittiscono la coscienza a spendere soldi per te e tu, intelligente, devi lasciarglielo credere. Lasciagli avere le redini di quel vincolo teatrale, poi a letto la musica cambia. A letto queste micione infuocate sono più versatili e sporche di una comunissima puttana forbita da 2000€. A me, avere il controllo su una creatura capace d’intendere e di volere, o di una situazione dalle sfumature erotiche, mi fa impazzire. Degradanti approcci diversi, però l’appagamento è perfettamente equo. Ecco, lo ammetto: sono un porco, uno zozzone, o come direbbe mia nonna, una carogna, un filibustiere. Mi divertono oltremisura gli impicci, le situazioni strampalate, bizzarre, difficili, il rischio e la vittoria. In aggiunta a ciò, non voglio scadere nel volgare, ma la zietta ha una figa bellissima. Probabile che sarà pure ritoccata chirurgicamente come le bocce, però ‘sti cazzi, è proprio ben modellata. Penetrarla con le dita mi da’ l’assurda sensazione di infilarle in un mango. Beh, ha senz’altro un canale vaginale spassoso. Mi ricordo quella volta che mi sono presentato a casa sua vestito da scolara, una gonna a pieghe svolazzante e due fermagli dalla forma di farfalla appuntati sui capelli, ho richiesto un po’ di musica soft e quasi romanticamente abbiamo ballato un lento. Le baciai il collo e adagio, in maniera quasi insopportabile, la spogliai. Sfilata la gonna l’ho spinta sul letto con il corpo, assaltandogli la carne come una bestia digiuna da mesi. E infervorato, mentre me la scopavo sul letto, le ho detto “è come se mi stessi fottendo mia madre”, allora lei ha risposto “sono tua mamma, amore” “sì, mammina. Sei mia, la tua figa è mia come il giorno che m’hai partorito. Ricordi? Godevi nel frattempo che spingevi?”. Banalissime oscenità che mi vengono lì per lì, sebbene la parte che preferisco in assoluto è quando mi chiama per nome. Geme e ripete “Elena, Elena, Elena”. È tsunami di emozioni discordanti, inizio a fotterla quasi con odio. Le afferro i capelli rossi e la mordo talmente forte da lasciarle i lividi. Un pomeriggio successe che il marito rincasò in anticipo, fu elettrizzante essere scoperti intanto che ci stavamo dando da fare come conigli. In generale ci parlavo con lui quando capitava, era un tipo che stava molto sulle sue, non di grandi discorsi. Tuttavia ci accorgemmo in ritardo che era già entrato in stanza. Mi fermai non appena sentii il trafficare dell’accendino, i passi avvicinarsi alla poltrona posizionata vicino a letto. A primo impatto mi venne istintivo fermarmi, lo osservai, seduto con le gambe accavallate e un sigaro fumante fra le dita. Mi scrutava con una sorta di rigidezza. “Continuate pure” assentì, il timbro di voce evidentemente autoritario. Eppure, in quel frangente di stallo fra di noi, mi venne voglia di essere carino, ospitale. In fondo dell’altra benevolenza non avrebbe potuto che tornarmi utile. Raddrizzai la schiena e allungai un braccio nella sua direzione, verso di lui. La mano tesa, pronta ad afferrare saldamente la sua, a invitarlo nel gorgo della mia avida immoralità; “bentornato… paparino”. Così, Elena Accardi, ammazza l’amore sconsiderato che nutre ancora per una squallida sgualdrina di chiesa.
22012020
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22/2 Jason Derulo fa scatenare Just Cavalli Milano
Il 22 Febbraio Just Cavalli Milano ospiterà Jason Derulo, in occasione della Milano Fashion Week, un evento unico e irripetibile con il cantautore e ballerino statunitense, una vera e propria star a livello mondiale, un artista che ha saputo trarre sempre nuova linfa per reinventarsi. Nel 2015 ha venduto 45 milioni di singoli e 2 milioni di dischi; la sua arte va oltre la musica, si mixa con il ballo in una performance unica e originale.
E' l'esclusiva ed elegante cornice degli eventi piu' glamour e delle cene di qualità il Just Cavalli Restaurant & Club, location firmata dal noto stilista Roberto Cavalli e punto di riferimento per la città e per gli eventi internazionali. Armonie di vetro e metallo, giardino fiabesco, esclusivo dehor estivo e atmosfere glamour tutto l'anno, è il ritrovo per eccellenza del mondo della moda, dello sport e dello spettacolo. Mantiene l'impronta tipica del famoso stilista, a partire dai cuscini animalier, ma in un sapiente mix con gli arredi black e le pareti cristallo. E' situato alla base della Torre Branca, progettata da Gio' Ponti e il grande giardino a ridosso del Parco Sempione si trasforma, durante l'estate, in una grande ed elegante discoteca all'aperto. Ideale per un aperitivo, la cena e la serata in discoteca, propone una cucina di qualità, diretta da Fabio Francone, un couturier del gusto-chiamarlo chef sarebbe riduttivo-che ricama, piatto dopo piatto, un menu a la carte ricco di specialità internazionali e ricette figlie della piu' alta tradizione italiana con tocchi originali e piatti per tutti. Nella lounge, invece, va in scena la fantasia, con l'esclusiva selezione di piatti eclettici e cocktail ad alto tasso creativo. Il ristorante, che dà il via ad un'esperienza culinaria innovativa, con servizio molto attento e carta vini con ampia selezione di etichette di qualità, ha una struttura semicircolare in acciaio e soffitto in cristallo e pavimenti in teak, all'interno i colori sono il nero, con cuscini animalier diventati un segno distintivo dello stile Cavalli. Arredi e mise en place sono altamente glamour e sofisticati, il ristorante ha un audio ad alta tecnologia e un sistema di illuminazione con fibra ottica e mini proiettori, tra zone lounge e chill out sotto il dehor. Di sera il tocco glamour è ancora piu' spiccato, tra divani, cuscini, torce, candele e candelabri. La mise en place è fatta con prodotti unici, Roberto Cavalli Home, gia' da tempo applicato nella decorazione delle sue case, delle barche, dei negozi e dei suoi Club nel mondo. Le fonti di ispirazione sono il viaggio, il sogno, la bellezza, la fantasia, il mix tra moda e design e glamour e sensualità, tra stampe iconiche e patterns delle collezioni della Maison, dall'animalier, ia damaschi, alle sovrapposizioni di colori e textures, con grande attenzione per materiali, tessuti, lavorazioni. " Quando creo un abito, voglio che faccia risaltare in ogni momento la femminilità di una donna, così per quanto riguarda la casa, cerco di individuare il carattere delle persone a cui mi rivolgo, pensando di diffondere con i colori, il calore e la gioia di vivere che si dà innanzitutto a se stessi"-ha dichiarato Roberto Cavalli-"la mia collezione Home nasce proprio dal desiderio personale di condividere con chi mi ama l'ottimismo della mia moda, della mia creatività, della mia filosofia e del mio stile anche nel mondo della decorazione della casa….non c'è alcuna differenza tra il pensare una collezione moda o una linea per la casa.Il mio lifestyle è sempre un incontro di passioni" Durante la bella stagione lo spazio esterno è coperto da tettoie tensostrutture, con due piste all'aperto, tre bar, tre aree privè. Le serate iniziano tutto l'anno alle 19.30 con l'aperitivo, i cocktail e i buffet. Dopo mezzanotte, si aprono le danze e non è difficile incontrare personaggi del mondo dello spettacolo, della tv e dello sport. La musica è selezionata dai dj italiani e internazionali durante serate e feste e la filosofia del locale è quella di proporre feste uniche.Il Just Cavalli è la soluzione sofisticata per ogni vostra serata.
VIA LUIGI CAMOENS C/O TORRE BRANCA MILANO 02/311817
www.justcavallimilano.com
Diffuso da ltc - lorenzo tiezzi comunicazione per press office Francesca Lovatelli Caetani
special adv by ltc - lorenzo tiezzi comunicazione
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DF - All’università Episodio 13 Guida
- Risultato negativo / Risultato neutro + Risultato positivo / o + Significa che il mio Lov’o’metro con quel personaggio è al massimo, ciò vuol dire che il risultato può essere sia neutro che positivo.
Punti Azione: 1.200 - 1.400 massimo
Illustrazioni: 5 in totale, una per ogni ragazzo. E’ possibile prendere 1 illustrazione per giocata. Se volete l’illustrazione con la vostra crush bisogna avere il lov’o’metro più alto con lui/lei, con il colpo di fulmine.
La zia: La trovate alla fermata del bus, prima di andare al lavoro.
Soldi: - 195 $ Vestito lungo con spacco: Rayan - 195 $ Abito di pizzo giallo: Nathaniel/Hyun - 195 $ Giubbotto di pelle: Castiel/Priya
~ Nuova giornata.
Melody: A. Già, non siamo state il duetto più dinamico della classe. Ma ce la siamo cavata lo stesso. - B. È stato bello lavorare insieme. Mi ha fatto piacere. + C. Faremo meglio la prossima volta. /
Chani: A. I miei genitori invece non si sono neppure degnati di farsi vivi! - B. Sono in pensiero per la loro figliola? La piccola Chani che fa urbex e ogni sorta di strane esperienze? + C. Ha ragione di preoccuparsi per sua figlia. Cosa vuoi, è una mamma! /
A. Sì, puoi metterla così. B. È in parte grazie a te. / C. Sapessi, sono successe così tante cose questa settimana, mi sembra quasi che sia passato un anno intero! +
A. Ho l'impressione di parlare solo di me quando siamo insieme. + B. Vi capita di uscire insieme, a prescindere del fatto che sia la tua coinquilina? /
Responsabile amministrativo: A. No! Ho solo dimenticato di mettere la sveglia! Ma certo che avevo intenzione di andare a lezione! / B. Si è messo a fare le ronde di notte? /
Se avete Rayan come crush:
A. Non mi aspettavo di vedere il mio nome sulla lavagna. / B. Devi assolutamente rimanere concentrato a lezione… La prossima volta mi siederò in fondo. - C. Se lei mi chiama ogni volta alla fine della lezione, gli altri finiranno per capire… professore. +
Nathaniel: A. Credevo che dovessimo incontrarci per parlare. Hai… altre intenzioni? - B. Andiamo, sono curiosa di vedere com'è il tuo appartamento. +
A. Sono ancora qui, no? + B. Nath, devi assolutamente andare dalla polizia, qualunque sia il prezzo da pagare. C. Non riesco a credere che tu abbia fatto questo… Come… /
A. Anche tu hai lezione. No? + B. Sì, hai ragione… È meglio che torni. /
Se avete Nath come Crush:
A. Chi ha detto che volevo che tu facessi il bravo? + B. Beh, allora è meglio che mi riaccompagni.
~ Andiamo al lavoro.
Hyun: A. Ti senti meglio? / B. A proposito… i tuoi genitori stanno bene? Hai riparlato con loro? +
Se avete Hyun come crush:
A. Sono contenta di vederti, la settimana è stata lunga senza di te. + B. A proposito… i tuoi genitori stanno bene? Hai riparlato con loro?
Alexy: A. Mi sembra che ti sia ripreso alla grande, tu! + B. È un ricatto inaccettabile, signore! /
~ Allo snake room.
Priya: A. Sul serio? Eppure sembri così forte, dai l'impressione di non incontrare difficoltà negli studi. + B. Ne so qualcosa! Forza dai. /
Se avete Priya come crush:
A. S-sì, no, davvero, tutto va bene. B. Credo che dovremmo aspettare un po' prima di farci vedere insieme. C. È solo che… è la prima volta per me. È sciocco, mi sembra che tutti ci guardino. +
A. Senti, probabilmente la mia coinquilina non è ancora tornata… Potresti venire in camera mia. + B. Sono felice di averti incontrata stasera… Imprevisti così, rendono le serate più belle. /
Se avete Castiel come crush:
A. Credevo che non potessimo vederci perché eri troppo impegnato… E aspettavo tue notizie per il week-end. B. Mi sarebbe piaciuto passarla con te, la serata… Mi dispiace non averti visto prima. +
A. Dovete proprio? B. Capisco, sarai stanco morto dopo una giornate di prove… + C. Quindi questo week-end non ci vediamo?
A. Lo so, avresti già dovuto essere con loro, come fanno ad andare avanti con il lavoro senza il cantante del gruppo? B. Grazie per avermi accompagnata. +
A. Confesso che mi dà un po' fastidio sapere che magari c'è un paparazzo nascosto dietro un cespuglio in attesa di scattare la foto perfetta. B. No… In realtà sono sorpresa. Pensavo che non te la sentissi di “assumerti” la responsabilità della nostra relazione. +
Castiel: A. Volevo dirti l'ultima volta, so che ci hanno interrotti… B. Sono felice di vederti. / C. Allora, le foto di noi due sul giornale non ti hanno causato troppi problemi? +
~ Il giorno dopo.
Yeleen: A. È tua madre che ti ha fatto ottenere il colloquio? / B. Volevo ben dire, pensavo a un posto di gallerista alla Tate! -
A. Tua madre sa… che lavorerai come guida? + B. (Ho preso il cellulare, ho voglia di starmene ancora un po' a letto.)
Finale con Rayan:
A. Non potrai accompagnarmi fino alla porta della mia stanza, ma… niente male. B. Sono con te e possiamo parlarci sottovoce, quindi sì, complimenti. C. Sono con te e Bruce Willis, quindi sì, perfetto, complimenti. +
Finale con Castiel:
A. Allora… La serata a casa tua ieri è andata bene? B. Sei riuscito a lavorare ieri sera? + C. Stento a credere che ce l'abbiamo fatta a vederci.
A. (Mi son avvicinata, gli ho messo una mano intorno alla vita e ho premuto le mie labbra contro le sue.) B. (Ho messo la mia mano nella sua senza farmi vedere.) +
Finale con Nathaniel:
A. Non ti sentirai male? Devo tenere a portata di mano l'ossigeno? B. Faccio fatica a crederti. Ti sarà sicuramente capitato di avere degli appuntamenti negli ultimi anni? C. Allora avremmo dovuto farlo alla grande: ristorante, cinema, festa da ballo e cocktail. +
Finale con Priya:
A. Hmm, i film horror non sono i miei preferiti, ma tu sai vendere bene! - B. Lo vedrei pure, ma per i film horror sono davvero terra a terra, sarò spaventata a morte, lo so già! +
Finale con Hyun:
A. Non siamo riusciti a vederci, e dire che solo un piano ci separa. B. La cosa più difficile è averti accanto al bar. /
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Dress code Tenue de Cocktail
Lydia Kamitsis, Sylvie Richoux-Bérard
Musées de Marseille, Marseille 2006 , 120 pages
ISBN 9782911213052
euro 30,00*
email if you want to buy :[email protected]
Musée de la mode à Marseille, exposition du 19 mai au 10 septembre 2006
During prohibition in the US at the end of the l920’s, the cocktail dress was born.It’s status improved greatly in the l940’s when the French couturiers integrated the look into their collections after the war. Lydia Kamitsis as the curator of the current exhibition at Le musee de la Mode de Marseille explores the paradoxical history of the cocktail dress. The scenographie was designed by Philippe Blondez who recreates the festive atmosphere of the cocktail. The lighting design: Patricia Canino and videos: Patricia Canino and Sergei Pescei.
l00 oeuvres: clothing, accessories and documents are presented gathered from the archives of the couture houses as well as from private collections.
The exhibit explores the chronological history of the cocktail dress starting with the moment that black became the emblematic color of what we now call the ‘little black dress’.
orders to: [email protected]
twitter: @fashionbooksmi
flickr: fashionbooksmilano
instagram: fashionbooksmilano
tumblr fashionboooksmilano
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3 FACILI ACCONCIATURE PER LE VACANZE
Idee per acconciature veloci ed efficaci da provare questa stagione festiva.
Hai scelto un abito da cocktail che ruba la scena e la perfetta borsa da abbinarci per il prossimo party delle vacanze, ma pensare a come truccarti e pettinarti per l'occasione potrebbe essere un altro dilemma di stile che stai affrontando in questa stagione. Prendendo ispirazione da alcune delle celebrità più esperte di stile, Hailey Bieber, Zendaya e Bella Hadid, abbiamo raccolto 3 semplici idee per acconciature e suggerimenti per l'accessorio che puoi provare a Natale e a Capodanno. Dalla classica cipolla bassa ai vecchi boccoli di Hollywood rimbalzanti, trova qui sotto i tuoi capelli da vacanza.
Hailey Bieber: Cipolla bassa tirata.
Zendaya: Boccoli classici.
Bella Hadid: Cipolla alta disordinata.
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