#Uso consapevole della rete
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technewssocial · 7 months ago
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Genitori, internet e figli. Con Gabriele Gobbo e Max Valle - 207
In questo episodio di FvgTech, Gabriele Gobbo ospita Max Valle, autore del libro “Genitori e Internet” e consulente digitale, per discutere della sicurezza e dell’uso di internet da parte di bambini e ragazzi, vista attraverso gli occhi dei genitori. L’episodio esplora come i genitori possano proteggere i propri figli dalle problematiche e dai pericoli della rete, mantenendo al contempo il…
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Roma, la Polizia e Skuola.net tornano con la nuova campagna contro le fake news: "Maturità al sicuro"
Roma, la Polizia e Skuola.net tornano con la nuova campagna contro le fake news: "Maturità al sicuro" Passano gli anni ma, per gli studenti che si apprestano a sostenere la Maturità, il rischio di cadere in una delle tradizionali fake news sulle regole d'esame rimane altissimo. Quanto basta per alzare il livello di attenzione su possibili "bufale" legate alle regole di base che governano l'Esame di Stato. Cosa che puntualmente fa la Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica con "Maturità al sicuro", la campagna di sensibilizzazione svolta assieme al portale specializzato Skuola.net, che per il diciassettesimo anno consecutivo si pone proprio l'obiettivo di "smontare" le principali notizie false sull'argomento. Le nuove tecnologie in particolare, con il costante sviluppo di "aiuti" digitali, possono indurre in tentazione. Diventando un possibile amplificatore di errori di comportamento. Che, nelle peggiori delle ipotesi, possono addirittura portare all'esclusione dall'esame. Il rischio è concreto. Lo mostrano chiaramente le risposte date dai circa 1.000 maturandi raggiunti dal monitoraggio effettuato proprio da Skuola.net per la Polizia di Stato a circa una settimana dal via della Maturità 2024. Quasi 1 studente su 4, ad esempio, è convinto che durante le prove scritte gli smartphone si possano tenere con sé in postazione. Quando, invece, devono essere consegnati al banco della commissione, come correttamente dimostra di sapere il 77% del campione interpellato. E se il 17% è consapevole che comunque i telefoni debbano rimanere rigorosamente spenti, il 6% pensa che si possano persino usare rischiando al massimo di essere richiamati o penalizzati in fase di correzione e non, come potrebbe avvenire, di vedere invalidato l'intero esame. La quota di coloro che potrebbero incappare in un uso scorretto dello smartphone all'esame, inoltre, aumenta del 20% rispetto all'anno precedente. Non proprio un buon viatico. Qualcosa di simile avviene con un altro "sorvegliato speciale": lo smartwatch. In questo caso è quasi 1 su 6 (il 17%) a pensare che l'orologio tech si possa indossare e usare tranquillamente al polso durante le prove scritte, basta che non sia connesso a Internet. Mentre il 4% è convinto che si possa usare senza alcuna limitazione anche per accedere alla Rete. Se già la prima è una credenza errata, figuriamoci la seconda, che è di fatto una pratica assolutamente vietata. Visto che l'utilizzo dello smartwatch - di qualsiasi tipologia - è inibito tanto quanto quello del telefonino, eppure complessivamente 1 su 5 è convinto del contrario. La funzione di "Maturità al sicuro", però, non è solo quella di informare su possibili ipotesi di infrazioni connesse alla Maturità ma anche di ricordare alcuni aspetti fondamentali del regolamento d'esame il cui mancato rispetto potrebbe portare all'esclusione: dalla necessità di presentarsi con un documento di identità a quella di non introdurre altri fogli che non siano quelli forniti dalla commissione. Senza dimenticare le fake news vere e proprie. Circa un quarto dei maturandi (26%) è infatti convinto che la Polizia possa controllare gli smartphone "da remoto" per capire chi eventualmente sta copiando; cosa non corrispondente al vero. E addirittura quasi la metà (46%) ritiene che, durante gli esami, i membri della commissione possano perquisire i candidati, alla ricerca di oggetti proibiti. Anche in questo caso, si tratta di informazioni non corrette che vanno sfatate, invitando comunque alla prudenza, visto che i commissari d'esame, se dovessero notare manovre illegali, hanno comunque il diritto di escludere i candidati colti in "flagranza di copiato". E poi c'è il grande, annoso, tema delle tracce d'esame. Specie di quelle dello scritto di Italiano. Perché sono ancora troppi gli studenti che pensano di trovare in anticipo gli spunti da sviluppare il giorno della prova, soprattutto online. Ad avere ben presente che online si possano trovare solo indiscrezioni, previsioni o, al massimo, degli esempi, è "solo" il 76% dei maturandi. Il 24%, invece, crede che quantomeno gli argomenti vengano diffusi prima; il 4% pensa che con le giuste mosse si possano mettere le mani con qualche ora di vantaggio sulle tracce vere e proprie. E oltre 1 su 3 immagina che il Ministero possa cambiare le tracce anche all'ultimo minuto. Così non stupisce che circa 1 su 7 sia tentato, nell'immediata vigilia della Maturità, di presidiare fino a tarda notte piattaforme social e siti specializzati sperando nell'imbeccata vincente. Ecco perché campagne come quella "antibufale" di Polizia di Stato e Skuola.net sono estremamente utili per diffondere messaggi corretti e sgomberare il campo da convinzioni fuorvianti. L'esame di Maturità è un appuntamento molto importante per gli studenti e per questo è necessario mantenere la serenità necessaria per affrontarli. Le false notizie, invece, possono portare a sterili distrazioni, facendo calare la concentrazione che invece è necessaria per affrontare uno dei momenti più importanti del percorso scolastico. Tutti messaggi, questi, racchiusi anche in uno short video costruito in linea con le tendenze social del momento, utilizzando quindi un linguaggio più vicino possibile a quello dei protagonisti dell'esame. Il contenuto, che vede come protagonista lo youtuber ufficiale Nikolais, verrà sulla piattaforma di Skuola.net e sui canali social Instagram, TikTok, Facebook, X della Polizia di Stato e del media per studenti. Gli operatori del Commissariato di Polizia di Stato online anche quest'anno saranno perciò a disposizione dei ragazzi per rispondere a tutti i loro quesiti e dubbi sulle informazioni che circolano in Rete. Inoltre, un rappresentante della Polizia di Stato parteciperà alla tradizionale diretta di Skuola.net alla vigilia del primo giorno d'esami, per fare il proprio in bocca al lupo a tutti gli studenti protagonisti dell'Esame di Stato 2024.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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dailygreenit · 2 years ago
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Internet, 5 regole per un uso consapevole in azienda
“L’importanza di parlare della sicurezza in rete cresce proporzionalmente alla nascita di nuove tecnologie, ma anche di nuove minacce e di pericoli” afferma Alessandro Manfredini, Presidente di AIPSA, l’Associazione Italiana dei Professionisti di Security Aziendale, in occasione del Safer Internet Day. La giornata mondiale per la sicurezza in rete, che si celebra da vent’anni in contemporanea in…
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spiritismo-italiano · 4 years ago
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IPOTESI ED ESPERIENZE Equilibrio psico-fisico e personalità spirituale: quali i collegamenti?
VITA NUOVA: IPOTESI ED ESPERIENZE Equilibrio psico-fisico e personalità spirituale: quali i collegamenti?
“Se l'individuo vuole, può e sa agire, porre in movimento volontario qualunque pensiero, consapevolmente spinto dalle motivazioni che lo indirizzano a ricercare, confrontare, esprimersi fuori da se stesso.
Nell'articolo precedente abbiamo accennato alla volontà quale presunta qualità del cervello umano, ma anche quale possibile attributo dello spirito. Come può questo spirito, ipoteticamente compresso e soffocato dalla materia in cui è costretto, fare un uso appropriato dei suoi attributi, esprimere le sue capacità e avvalersi delle sue sconosciute possibilità? Come può, abbiamo chiesto allo spirito istruttore che è stato medico psichiatra, il nostro spirito emergere e renderei consapevoli dell'aiuto che possiamo dare a noi stessi? Come possiamo collaborare al nostro benessere psico-fisico, al nostro equilibrio, avvalendoci delle nostre capacità spirituali?
Le risposte, in effetti, erano già implicitamente contenute nelle varie istruzioni che avevamo ricevuto in tutti questi anni; gli Spiriti, però, non si stancano mai di ripetere e insistere su alcuni concetti che noi con determinazione dobbiamo maturare e chiare.
Ecco l'attuale risposta:
"Prima di tutto dovete fermamente volerlo e mettere in atto quelle tecniche che aiutano ad allentare le tensioni, ad eliminare le memorizzazioni spiacevoli, i pensieri sommati ai pensieri, a sbloccare i nervosismi accumulati e non scaricati nel corso della vita. Tutte queste situazioni di sovraccarico, infatti, tengono la mente agitata, impediscono alla psiche di far partire ordini che non siano soltanto automatici: cioè quegli ordini di calma, essenziali, direi indispensabili, per azioni costruttive e vitali.
Di proposito vi parlo di mente e psiche, distinguo i due termini che dovete imparare a comprendere a fondo, perché possiate essere padroni della vostra mente e della vostra psiche che hanno la capacità e la possibilità importantissima di agire sulla rete elettrica la prima, sulla rete energetica la seconda, portandovi all'autocontrollo energetico della macchina (il soma) che dovete imparare a gestire.
E questo il primo passo per poter meglio approfondire la funzione dei meccanismi naturali che, proprio perché sconosciuti, vi sembrano difficilmente comprensibili e quindi utilizzabili.
La mente ha la pecurialità di elaborare il pensiero, di rendere accettabile, con il ragionamento bilanciato da certi specifici circuiti del cervello, l'elaborazione mentale; essa è come un trasformatore che controlla tutte le componenti principali di una centrale elettrica (rete elettrica del soma).
La psiche è una fucina di energie, produce, bilancia, organizza, emana energie; va così a strutturare la rete energetica, strumento che lo spirito, guidato dalla volontà, usa per inviare impulsi di ogni tipo sia alla mente e di conseguenza al soma, sia alla psiche e conseguentemente ancora alla rete energetica, sollecitandola a produrre e organizzare energie, a fornire ottimismo salutare e vivificante per la mente e per il fisico in un continuo rinnovarsi di forze. Ogni impulso allora diviene azione positiva e costruttiva, volontariamente messa in atto, consapevolmente espressa. La volontà, questo misterioso, astratto strumento dello spirito, acquista tutto il suo valore per mettere in atto il libero arbitrio, per costruire attivamente anziché subire passivamente. La volontà prende forma come propulsore di energie, di dinamismo di pensiero e di forze benefiche per la mente e per il soma. La volontà assume la sua veste di agente e guida consapevole nei processi di scarico necessari a sbloccare energia statica o caotica, in una parola disorganizzata; a rendere percorribili canali dapprima superficiali e quasi tangibili, nel soma, ma successivamente più profondi e ancora sconosciuti nella rete energetica.
Come esercitare questa volontà perché possa porsi in azione costruttivamente, come darle spazio perché possa divenire una capacità da utilizzare per rendere dinamico ogni pensiero, per trasformare in azione ogni impulso?
Sforzandovi di usarla in ogni circostanza della vita, anche la più semplice, non lasciandovi mai andare alla corrente, trascinare, condurre o, al limite, rendendo attive, volute, consapevoli, anche queste situazioni.
Esercizio continuo dunque, nelle piccole cose, nella quotidianità degli avvenimenti piccoli e grandi. Esercizio quotidiano e costante per mantenere sufficientemente scorrevole la rete elettrica, percorribile quella energetica.
La struttura energetica, non soltanto strumento della psiche, ma anche della personalità spirituale, è situata più profondamente in voi e più sottilmente organizzata rispetto alla rete elettrica, m'lo è ad essa strettamente collegata. E come un bozzolo costituito da sottili filamenti, molto elastici, intersecantesi l'un l'altro, i più vicini come i più lontani, perché formati più che di materia (ma anche di questa) di energia.
Un'energia ancora sconosciuta all'uomo e spesso confusa con la bioenergia, il fluido, il magnetismo, tutti termini che definiscono un qualcosa di carattere essenzialmente somatico. In modo parallelo ai percorsi della rete elettrica, questa energia portante scorre nella rete preposta, spinta da propulsori che corrispondono, nella rete elettrica, ai plessi e che per questo io vi ho a suo tempo indicativamente segnalati come strumenti di forza. Aggregati di forza organizzata che la volontà può usare come strumenti agenti sia sulla psiche, attraverso la rete energetica, sia indirettamente sul soma, attraverso la rete elettrica. Strumenti di forza che si possono anche chiamare sensi psichici e dei quali lo spirito si serve per inviare i suoi messaggi. Perché questi sensi psichici sono come assopiti e perciò inutilizzati?
Perché la rete elettrica è sovraccarica, i plessi somatici o "centraline" sono in tilt. Infatti i plessi sono le porte esterne, i punti di comunicazione tra struttura energetica e sistema nervoso, tant'è vero che il sistema endocrino e soprattutto le sue ghiandole meno conosciute, vengono attivate da meccanismi non soltanto elettrici o somatici, ma anche energetici.
E il caso dell'epifisi, o ghiandola pineale, così importante nello sviluppo della medianità, che, stimolata dal plesso coronario, può a sua volta stimolare meccanismi e capacità guidati dalla volontà. Sempre di volontà individuale si tratta, mai si può derogare da scelte e decisioni che un corretto impiego del libero arbitrio comporta!
Il mantenere pulita la propria rete elettrica dipende dalla ferma volontà, prima, di non sovraccaricarla, mantenendo il pensiero attivamente dinamico, affrontando ogni problema con decisione ed ottimismo e poi, all'occorrenza (e occorre sempre!) attuando quelle tecniche di respirazione e di rilassamento capaci di mettere in movimento e quindi scaricare l'energia elettrica eccedente o bloccata.
Una volta padroni di questi meccanismi, e soltanto allora, è possibile ristabilire la naturale attività dei sensi psichici, far sì che i plessi somatici ne captino ed utilizzino, come conduttori materiali, le forze aggregate di cui parlavo prima, rivitalizzare le forze fisiche con precisi ordini che la volontà, ricevendo impulsi e messaggi dello spirito, metterà in atto.
Che cosa significa, mi chiederete, mantenere il pensiero attivamente dinamico? Ogni impulso che giunge alla mente dall'esterno o dall'interno, crea immediatamente un pensiero di reazione.
Questo pensiero certamente non è statico, ma soggetto a varie elaborazioni, collegamenti con altri pensieri e, quel che più conta, adattabile all'espressione. Se il pensiero viene espresso sotto forma di comunicazione semplice, confronto, verifica, è senz'altro attivo, perché ha provocato reazioni comportamentali attive.
Capacità di espressione: ecco il primo termine-chiave ed ecco dove si può cominciare ad innescare la volontà. Capacità di espressione, una capacità della mente che invece di seguire schemi, di rielaborare dati visti in modo unilaterale, si esprime, si apre al confronto e lascia alla volontà, attributo della personalità spirituale, spazio per giungere alla vera messa in atto del libero arbitrio.
Libero arbitrio che è per l'uomo dono prezioso, ma dall'uomo stesso è sovente sottovalutato o valutato in modo confuso.
È molto più comodo e riposante seguire schemi preordinati, elaborare pensieri condizionati da questi schemi, soggiacere a motivazioni interpretative e adagiarsi, lasciando che le energie del pensiero vadano per così dire in circolo e si riciclino con la continua spinta del medesimo pensiero anch'esso riciclato (ecco lo pseudo-dinamismo del pensiero "non" attivo!).
Se l'individuo vuole, può e sa agire, porre in movimento volontario qualunque pensiero, consapevolmente spinto dalle motivazioni che lo indirizzano a ricercare, confrontare, esprimersi fuori da se stesso.
Ed ecco la struttura energetica, sollecitata, fornire energia ed ottimismo salutare per la mente e per il fisico. Ogni impulso allora diviene motivazione positiva, desiderio di modificare situazioni sgradevoli e stressanti consapevolmente e volontariamente, in una parola: azione.
Allora, e solo allora, l'apatia viene cancellata, la routine respinta con decisione, gli schemi vengono annullati per lasciare spazio a precisi atti di volontà. La volontà è quindi agente del mantenimento e anche del recupero dell'equilibrio psico-fisico ove sia compromesso, nel senso di una collaborazione dell'individuo sia nel pulire e mantenere in ordine la rete elettrica, sia nel vivificare la struttura energetica mantenendo attivo un meccanismo, in un continuo scambio di messaggi e propulsioni".
Quante idee nuove, quanti concetti tutti da capire in queste righe tratte da istruzioni che, da parecchio tempo, ribadiscono continuamente la necessità di una collaborazione attiva e consapevole al mantenimento o al recupero del nostro equilibrio, lasciando emergere le capacità del maggior artefice del nostro benessere psico-fisico: il nostro spirito, incarnato e spesso assopito, ma in grado, se gliene diamo la possibilità, di agire.
I nostri istruttori desiderano farei capire come possiamo riuscire in questo intento, vogliono aiutarci in questo modo a vivere meglio.
Ci prendono per mano e ci indicano la strada: la strada del conosci te stesso, dello studio e della ricerca per arrivare da soli a scoprire ciò di cui la natura è stata generosamente provvida e per utilizzare le conoscenze già acquisite per raggiungerne di nuove.
Leggiamo ad esempio nel testo "Physiologia Nova" di Giovanni Mancini:
"Dobbiamo dire che la vita ci appare come un caso particolare di applicazione dell'elettricità alla materia: lungi con ciò dall'assumere caratteristiche eccezionali, il fenomeno si inquadra in una legge fondamentale che è comune a tutte le cose dell'universo".
E ancora: "La vita sarebbe inconcepibile se non ricevessimo continuamente dal mondo che ci circonda una massa notevole di segnali. Sappiamo che tutti i segnali del mondo circostante pervengono al cervello sotto forma di correnti elettriche.
Gli strumenti misuratori inventati dall'uomo hanno rilevato che, nei cervelli di tutti gli esseri viventi, si incrociano segnali elettrici variamente modulati.
"Quando si dice che il cervello è in grado di percepire un solo linguaggio, quello dei segnali elettrici, bisogna chiarire quello che si vuoi dire: un segnale elettrico è in sostanza una corrente elettrica capace di produrre un dato effetto: accendere una lampadina, far muovere un motore, far scattare un relais e via di seguito. Una corrente può essere vista sotto due aspetti lapalissiani: passa in un conduttore, oppure non passa. Se passa produce un lavoro nel "carico" (lampada, motore) collegato al conduttore.
Se non passa, nessuna azione si riscontra nel "carico" che perciò resta inerte. "Allo scopo di regolare il passaggio di una corrente lungo un conduttore si può far ricorso a un interruttore. Quando l'interruttore è chiuso la corrente passa e compie un lavoro; quando è aperto la corrente non passa. Quando un essere vivente viene al mondo è una macchina già sufficientemente programmata. Quando i pionieri della cibernetica cominciarono a scambiarsi informazioni con gli studiosi di neurologia, scoprirono che comportamenti tipici del calcolatore coincidevano con comportamenti tipici della mente umana e viceversa.
Se parlando genericamente dell'uomo, intendiamo riferirei al suo aspetto di "congegno pensante", possiamo rilevare che esistono numerose analogie tra l'uomo, inteso come tale, e il calcolatore. Per mezzo dei suoi "input" sia l'uomo che il calcolatore recepiscono le relative informazioni: affinché tali informazioni possano essere accolte nella sfera pensante (sia del calcolatore sia dell'uomo), devono essere ridotte tutte in segnali elettrici".
Come non collegare queste avanzate teorie a quanto gli spiriti istruttori indicativamente ci orientano a fare, senza tralasciare di spingerci a ricercare e studiare quanto in merito già è stato scoperto? Come non pensare che la natura ci riserva infinite sorprese che gli Spiriti vogliono aiutarci a scoprire?
E inoltre come non collegare e quindi approfondire i termini "rete elettrica" e " struttura energetica" che i medici spirituali spesso usano e ci stimolano a verificare su noi stessi, alle teorie esposte ormai da molti scienziati sulla "meravigliosa elettrologia dell'organismo',?
Troviamo nella collana "Frontiere della scienza" un testo realizzato da due affermati giornalisti scientifici americani con l'aiuto e la collaborazione di quasi duecento scienziati e ricercatori, "L'universo della mente"
di Judith Hooper e Dick Teresi.
Da esso traiamo ad esempio: "La coscienza è una proprietà emergente di alto livello del cervello e una volta emersa, assume il comando. I prodotti della mente, religione e psicologia comprese, esercitano un'influenza dall'alto al basso sul meccanismo fisico-chimico del cervello, mettendo in movimento molecole ed atomi.
"Le idee comandano. il gioco, esercitando un controllo verso il basso sul traffico della propagazione degli impulsi nervosi. (Sperry)".
E ancora: John Eccles, che nel 1963 vinse un premio Nobel per le sue ricerche sulle sinapsi, dichiara di essere persuaso che la coscienza non risieda nel cervello, ma in uno "spirito" (immateriale e immortale) che vivifica quella macchina simile ad un computer che è il cervello. Il cervello è uno strumento prezioso che ci fornisce le linee di comunicazione da e per il mondo materiale, ma noi non siamo il cervello.
Un atto di volontà, come lo vede Eccles, è un caso quotidiano della mente che muove pezzetti di materia.
La parte di cervello che assicura il collegamento è, a suo giudizio, l'area motoria supplementare (AMS) della parte superiore del cervello. E qui che la mente bisbiglia alle cellule nervose ed è qui che la libera volontà attiva la macchina.
Le dichiarazioni di Eccles sono rare fra gli scienziati odierni e i suoi critici tendono a considerare l'AMS una sorta di ripresa della ghiandola pineale non molto attendibile scientificamente, anche tra coloro che adottano rigorosi metodi scientifici, abbiamo trovato molti che hanno imboccato la strada di un certo possibilismo.
Per questa volta fermiamoci qui, ma certe ipotesi affascinanti non potrebbero, se gli Spiriti ci aiutano, portarci alla conoscenza di meccanismi naturali ancora ignoti?
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vele-e-vento · 4 years ago
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La Young ha successivamente perfezionato il suo questionario diagnostico con lo IAT (Internet Addiction Test), composto da 20 item diversi.[12] che mirano a identificare coloro che fanno di Internet un uso prolungato o a trascurare gli affetti familiari, il lavoro, lo studio, le relazioni sociali e la propria persona (notti insonni, ansia, agitazione psicomotoria, depressione legata al fatto di essere off-line, sogni e fantasie riguardanti Internet)[5]. Alle domande si risponde scegliendo tra 5 modalità differenti: 1) rare volte; 2) occasionalmente; 3) piuttosto spesso; 4) spesso; 5) sempre. A seconda del punteggio ottenuto rispondendo a tutte le domande, il soggetto può autovalutare il suo livello di dipendenza da Internet identificandosi in uno dei tre profili che corrispondono a tre range di risultati possibili: a) massimo controllo dell'uso di Internet; b) si evidenziano problemi relativi all'impatto che l'uso della Rete ha sulla vita del soggetto; c) la Rete causa importanti problemi di dipendenza[12].
Dipendenza da smartphone
Un capitolo a parte sembra costituito ormai dall'uso degli smartphone, che  si prestano facilmente a un utilizzo compulsivo. Nel 2019, il giornalista francese Bruno Patino ha pubblicato "La civiltà del pesce rosso" (La civilisation du poisson rouge) in cui argomenta che l'utilizzo degli smartphone è strutturato in modo da provocare la consultazione compulsiva: lui stesso nel 2018 avrebbe consultato il suo smartphone 198.000 volte, cioè 542 volte al giorno, 30 volte all'ora e una volta ogni 3 ore di sonno. Questo avrebbe portato il tempo medio di attenzione a 9 secondi, cioè solo 1 secondo di più del pesce rosso[20]. Secondo un'inchiesta, il 41% dei Francesi rinuncerebbe al sesso serale piuttosto di privarsi dello smartphone: la proporzione della dipendenza da smartphone preoccupa psicologi, neurologi e medici[21].
In un comunicato stampa del 2018, la Apple ha dichiarato di essere consapevole del problema e di avere fornito alcuni strumenti in modo da disattivare le notifiche delle applicazioni su smartphone[22].
https://www.psiconline.it/servizi/i-test-psicologici/internet-addiction-test-iat.html
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cinquecolonnemagazine · 3 years ago
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Safer Internet Day 2022: il web e le nuove generazioni
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La giornata di ieri è stata quella del Safer Internet Day 2022 ovvero la giornata mondiale dedicata all'uso responsabile di internet. Una iniziativa nata dall'Unione Europea. https://youtu.be/c6kc8ZyLeSo Safer Internet Day 2022: cos'è? Safer Internet Day (SID: Giornata per internet più sicuro) ha lo scopo di incentivare i giovani a un uso consapevole di internet, di promuovere una maggiore conoscenza delle tecnologie online, di formare le nuove generazioni sui pericoli dei contenuti illegali e in generale non desiderati ai quali stare attenti in rete. E’ celebrato a livello mondiale in 130 paesi, in collaborazione con la Commissione europea e dei centri nazionali di sicurezza per la sicurezza in tutta Europa. In Italia, la sua organizzazione coinvolge il progetto Generazioni Connesse che coinvolge un gran numero di organismi tra i quali Save the Children Italia, la Polizia Postale, Telefono Azzurro, l’Università La Sapienza di Roma, l’Università degli Studi di Firenze e il Movimento Difesa del Cittadino. Con l’abbassarsi dell’età con cui i giovani iniziano a maneggiare smartphone e dispositivi simili, la necessità di formare sui rischi del web è diventata ancora più impellente. Un po' di "storia" La giornata nasce dall'Unione Europa che dal 1999 fino al 2004 aveva creato un programma chiamato Safer Internet. Il programma prevedeva due contenuti, destinati ad un diverso trattamento: contenuti nocivi e contenuti illegali. Il programma, inoltre, promuoveva gli scopi di: - percorrere la strada dell'autoregolamentazione, - dotare gratuitamente genitori e docenti di sistemi di classificazione e filtraggio dei contenuti, a tutela dei minorenni loro affidati. Oltre a proporre la promozione dell'uso sicuro di Internet, l'obiettivo generale era quello di "incoraggiare, a livello europeo, un ambiente favorevole allo sviluppo dell'industria legata a Internet" Le finalità Il Safer Internet Day si pone l’obiettivo di fornire consigli e informazioni ai giovani sui pericoli della rete e su come proteggersi dalle insidie digitali: dal cyberbullismo alla pedopornografia, dal sexting alla pedofilia online. I pericoli veicolati attraverso internet si sono moltiplicati negli ultimi anni, e spesso nemmeno i genitori o gli adulti che si occupano della formazione dei più piccoli sono abbastanza aggiornati da adempiere nel migliore dei modi ai propri compiti. Spam, phishing, truffe online, fake news, i modi messi in piedi dai malviventi per mettere a repentaglio i nostri dati si fanno ogni giorno più audaci e innovativi. Read the full article
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lavoroconstile · 4 years ago
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Come funziona una sessione di coaching con LinkedIn
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Linkedin ha offerto delle sessioni di coaching per usare al meglio la piattaforma
Lo scopo di queste sessioni one-to-one era far capire agli utenti che usano attivamente LinkedIn per cercare lavoro come funzionano gli strumenti di recruiting per le aziende. La teoria del buon uso di LinkedIn la conosciamo tutti, ma la pratica è un’altra cosa. In questo contributo della rubrica, Provati per te, scopri finalità e organizzazione di un'iniziativa davvero utilissima!
Come utilizzare al meglio Linkedin se cerchi lavoro
Quello che ho capito appena la mia coach ha iniziato a spiegarmi come usare LinkedIn per farmi trovare dai recruiter è stata che l'ottica da cui dovevo partire era: "Che parole userebbero quelli che cercano un profilo come il mio?" e inserirle, anche più volte, sia nella parte Informazioni sia nella parte relativa all'Esperienza, nel rispetto di un italiano il più naturale possibile. Compreso ciò, abbiamo analizzato la sezione Informazioni: va bene riassumere chi siamo e cosa abbiamo fatto, ma nel mio caso dovevo orientarla meno verso cosa ero stata e più verso cosa cercavo nel mio futuro: voglio rimanere nello stesso ambito o voglio cambiare? Cerco la stessa posizione che ricoprivo oppure no? Dove mi vedo tra 5 anni?La coach mi ha consigliato poi di mettere in risalto anche la parte relativa al Volontariato, perché i valori di una persona sono sempre più in primo piano e possono rappresentare un plus da non sottovalutare quando un’azienda si trova a dover scegliere tra noi e qualcun altro.Ottimizzato il profilo per renderlo accattivante, siamo passate alla parte quotidiana dell’uso di LinkedIn, il cosiddetto networking, che richiede precisione e soprattutto costanza: il primo step è cominciare a seguire le aziende a cui potremmo essere interessati e attivare i job alert, perché durante la selezione le aziende hanno a disposizione un filtro apposito per individuare chi li ha attivati e ha quindi dimostrato interesse in maniera proattiva; il secondo è commentare i post delle aziende seguite, perché in fase di recruiting l'algoritmo di LinkedIn dà maggior risalto ai profili che hanno uno storico di interazioni con i post dell’azienda; il terzo step è pubblicare sul proprio profilo con regolarità, per esempio scrivendo post per dimostrarsi attivi, condividendo i webinar a cui si partecipa, i corsi che si fanno, gli articoli che meglio esprimono i nostri valori. È importante anche, se ci sono dei professionisti, taggarli così che loro li possano commentare e/o condividere, aumentando le visualizzazioni del nostro post. Per quanto riguarda la rete di contatti, la mia era sostanzialmente divisa in due, perché la mia esperienza lavorativa si discosta molto dal campo in cui mi sono laureata, per questo tra i miei 500+ collegamenti c’erano quelli che avevo inserito all'inizio, subito dopo la laurea quando mi ero creata il profilo e avevo fatto quello che fanno tutti, ossia cominciare a cliccare sul tasto Collegati ad amici, parenti e chiunque facesse il lavoro che sognavo, incurante che fossero attivi o meno, e quelli recenti, che sono soprattutto ex clienti diretti o dipendenti/manager di aziende con cui avevo collaborato.Consapevole di questa discrepanza, ho chiesto se fosse il caso di fare pulizia per creare un profilo più mirato e la risposta è stata un netto sì, perché così facendo si possono ottimizzare le interazioni del profilo. Bisogna sempre aver presente, infatti, che LinkedIn è pur sempre un social network e come tale mira a creare relazioni. Una volta fatto questo, la mia coach mi ha consigliato di cominciare a usare lo strumento Chiedi una referenza per domandare a ex colleghi o ex clienti di descrivere com'è stato lavorare con me; al contempo, per stimolare questo tipo di interazioni, mi ha suggerito di cominciare a valutare le Competenze e conferme sui profili altrui, per invogliarli a fare altrettanto sul mio.
Cosa ho imparato dalla sessione di coaching di Linkedin
È stato un colloquio molto interessante e istruttivo, ben mirato e focalizzato sul mio profilo e non tanto su nozioni generali su come si usa LinkedIn, che a volte lasciano un po' il tempo che trovano. Poter entrare negli strumenti a disposizione dei recruiter, vedere che parametri usano, che filtri hanno a disposizione, come impostano la ricerca manuale, ha messo tutto sotto una luce diversa. Come primo step ho eliminato dai miei collegamenti quei contatti che non aggiungevano valore al mio profilo e l’ho ottimizzato per la ricerca inserendo le parole chiave relative al mio ambito di lavoro. A quel punto ho iniziato a fare networking: seguo profili interessanti di utenti e aziende, creo i job alert, valuto le competenze altrui, chiedo referenze, interagisco, rispondo ai sondaggi, pubblico gli aggiornamenti dei corsi che seguo e le certificazioni finali, i libri che leggo che hanno attinenza con il mio percorso professionale. E i risultati si vedono, perché le statistiche personali di LinkedIn non mentono.Come contattare Stefania DiafaniSpero che la mia esperienza ti possa essere d'aiuto. Ti lascio con alcune note su di me e con l'invito a cercarmi su LinkedIn per entrare in contatto se ti va! Di cosa mi occupo?! Sono un Account Manager capace di coltivare la relazione sia nella fase di sviluppo iniziale sia nella gestione e fidelizzazione della clientela. Negli ultimi anni ho colto un'opportunità e mi sono reinventata come Project Manager dell'unità di produzione nel campo dei servizi finanziari e delle informazioni commerciali, curando in toto la gestione del flusso di lavoro: contrattazioni con i fornitori, richieste dei clienti, gestione del team di lavoro, assistenza post vendita. In questo periodo mi sto dedicando alla mia formazione personale e professionale, per rendere tangibili le competenze che negli anni ho imparato sul campo. Read the full article
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purpleavenuecupcake · 4 years ago
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Vincere il cyberbullismo, approfondimento a Digitale Italia
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Strumenti e buone pratiche per tutelare i minori, nel format di Aidr Cosa genera la violenza in rete, come aiutare i nostri ragazzi ad un uso più consapevole dei social? A Digitale Italia, nuovo appuntamento dedicato ai temi della digitalizzazione con focus sul fenomeno del cyberbullismo.  Ospiti del format di Aidr, Rosj Guido – Psicologa e Psicoterapeuta e Milly Tucci – responsabile dell’Osservatorio Donne Digitali di Aidr. “Il Cyberbullismo è una forma di violenza molto subdola, i cui effetti possono essere molto gravi per i ragazzi che ne rimangono vittime.  È necessaria una stretta correlazione tra scuola, famiglia e contesto sociale per accompagnare i minori nel percorso di crescita digitale- così la dottoressa Guido nel suo intervento. “La promozione della cultura digitale, può aiutare non solo i più piccoli, ma anche i genitori ad un migliore uso delle nuove tecnologie. Per questo come Aidr, abbiamo proposto tantissime iniziative in questa direzione- così nel suo intervento Milly Tucci. Vedi la puntata Ascolta il podcast Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Sviluppo economico e sostenibilità. La moda e il design dialogano per Milano
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Sviluppo economico e sostenibilità. La moda e il design dialogano per Milano.  Oggi negli spazi di BASE, nell'ambito dell'evento 'Milano Circolare 2024', l'assessora allo Sviluppo economico con delega a Moda e Design Alessia Cappello ha incontrato in un inedito dialogo a tre la presidente del Salone del Mobile.Milano, Maria Porro, e il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa. Un'occasione unica per dialogare e confrontarsi sulle prospettive e sulle strategie di moda e design per promuovere pratiche sostenibili, ridurre gli sprechi e valorizzare il riciclo dei prodotti. "È  la prima volta che le massime autorità di due settori come Moda e Design, tanto importanti per il Made in Italy e per Milano, si incontrano per condividere quanto stiano realizzando per integrare sempre più il concetto di sostenibilità ambientale e sociale e per promuovere le buone pratiche all'interno dei loro settori  di riferimento - ha dichiarato l'assessora Cappello -. Sono convinta che fare rete e promuovere un continuo dialogo tra pubblico e privato sia la giusta chiave per raggiungere risultati concreti e per plasmare un futuro più responsabile e consapevole per la nostra città". "La moda italiana è impegnata sulla sostenibilità da diverso tempo, CNMI ha fondato infatti la sua prima commissione sostenibilità nel 2011. Contribuire a un uso responsabile delle risorse naturali è un impegno che la moda deve assumersi, sia attraverso iniziative dei singoli brand sia grazie a iniziative collettive coordinate da CNMI - aggiunge il presidente di CNMI Capasa -. La collaborazione con il Comune di Milano è in questo fondamentale, sono stato felice di aver partecipato a questo convegno sull'economia circolare che rappresenta oggi la sfida del momento ed un obiettivo futuro imprescindibile. Adottare pienamente questo modello richiede un lungo percorso ed un ripensamento totale delle realtà aziendali e dei settori collegati alla moda, la sinergia tra pubblico e privato è oggi più che mai fondamentale per il raggiungimento di obiettivi comuni". "La sostenibilità per FederlegnoArredo e per il Salone del Mobile. Milano è un lavoro di sistema, che coinvolge tutta la filiera, dai produttori di materia prima, ai grandi brand del design passando per piccoli laboratori di alto artigianato fino alle aziende che offrono servizi come noleggio e riparazione o le imprese addette al riciclo dei materiali, con un approccio olistico e obiettivi concreti e misurabili: un percorso intrapreso con l'ambizione di rendere la filiera del legno-arredo pioniera della Green Industry e voce autorevole sul tema in Europa -  ha detto la presidente del Salone del Mobile Milano Porro -. Stiamo lavorando su tutti gli aspetti della produzione, dalla progettazione secondo i principi dell'eco design fino alle problematiche EPR del ciclo di vita del prodotto, migliorandone le performance ambientali. E, sempre in quest'ottica, il Salone del Mobile.Milano, dopo l'adesione al Global Compact delle Nazioni Unite, si è certificato come grande evento sostenibile nel 2023, ha stilato linee guida per la realizzazione di allestimenti green, promuovendo l'utilizzo di materiali riciclati e riciclabili per le proprie installazioni oltre a ridurre ove possibile lo spreco di materiali (ad esempio, rinunciando alla moquette nei corridoi) così come da anni ha facilitato e promosso la raccolta differenziata per un corretto smaltimento dei rifiuti. Di questi giorni, poi, è il rinnovo della Politica di Sostenibilità in linea con la certificazione ISO20121, che ci permette di acquisire sempre più consapevolezza nel nostro agire quotidiano ma anche nel costruire un dialogo ancora più costruttivo con tutti gli stakeholder coinvolti, tra cui anche il Comune di Milano coinvolto, con il Politecnico, nel progetto Ecosistema Salone per la creazione di un osservatorio permanente sulla settimana del design. Al Salone 2024 tante le iniziative in questo senso a partire dall'installazione, realizzata nei padiglioni 6–10, dedicata al water saving e all'impatto del design sul ciclo dell'acqua".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giuseppecocco · 4 years ago
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Internet siamo noi a renderlo più sicuro e vivibile come ogni ecosistema
Internet siamo noi a renderlo più sicuro e vivibile come ogni ecosistema
Safer Internet Day (Giorno per l’Internet Più sicuro) 2021: oggi, come ogni 9 febbraio, ricorre la Giornata mondiale per la sicurezza in rete.  Istituita e promossa dalla Commissione Europea, ha come obiettivo quello di porre l’attenzione su un uso consapevole della rete e di portare ad una riflessione tra i ragazzi.  Oggi il Safer Internet Day si celebra in circa 140 paesi in tutto il…
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smart-butler · 5 years ago
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Generazione Z: but first internet
Sono una stedentessa universitaria, e da quando ricordo internet è sempre stato presente sul mio percorso accademico, per questo credo sia interessante raccontare del mio primo approccio alla rete, in quanto soggetto rappresentativo della Generazione Z, la prima ad avere accesso a internet fin dalle scuole elementari, se non prima.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale, mi ritengo fortunata: all’età di 6 anni, i miei genitori, sempre propensi ad approcciare le nuove prassi più comuni, non tardarono ad acquistare un personal computer come avevano fatto o stavano facendo molti loro amici; ben presto cercai di scoprire quell’affascinante macchinario, inizialmente mi fu presentato come un gioco e un’alternativa al televisore ( sia perché potevo usufruirne come ulteriore mezzo per guardare film in dvd, sia per i diversi programmi ludici già presenti sul sistema ); in seguito divenne principale strumento per svolgere ricerche scolastiche: allora scoprii internet, che diventa mezzo per cercare ‘costumi e pietanze tipiche’ di regioni e stati che ci raccomandava la maestra di geografia, ma anche per togliermi qualche curiosità personale: credevo che ogni domanda nella mia testa potesse trovare risposta su una pagina web. 
Sicuramente però, l’aspetto più influente che ebbe sulla mia adolescenza fu la possibilità di comunicare con amici a distanza: una compagna di scuola scaltra e sveglia mi introdusse al mondo di msn, per rimanere in contatto con lei e altri compagni di scuola; era possibile rimanere in contatto anche con persone conosciute in occasioni sporadiche, ai tempi mi sembrò eccezionale e per niente scontato.
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Interfaccia Microsoft outlook nel 2001; Fonte: Wikimedia Commons
Solo a posteriori mi resi conto di come aveva anche rivoluzionato alcune dinamiche familiari: ho ricordi molto vaghi di mia madre che comprava delle tessere dal tabaccaio per effettuare delle brevi chiamate extraeuropee e mettersi in contatto con la nonna, ma internet le aveva dato la possibilità di contattare le zie tramite mail, e avere quindi notizie da casa con maggiore frequenza.
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Alcuni esempi di scheda telefonica; Fonte: Wikimedia Commons
Come per ogni novità, internet presentava risvolti anche spiacevoli: poteva mettere a rischio l’incolumità di chi lo utilizzava, e poteva presentare dei pericoli concreti come ‘il mondo vero’, anche se pensavo di esserne consapevole più di quanto non fossi in realtà, e i miei genitori più attenti di quanto non lo sembrassero; grazie a campagne di sensibilizzazione riguardo all’uso consapevole di internet che iniziavano a diffondersi nelle scuole, sviluppai un buon senso critico per fare un uso consapevole di quel potente strumento messo a disposizione di tutti.
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Ad oggi le campagne di sensibilizzazione continuano nelle scuole, promosse dal pubblico; Fonte: Portale MIUR
Presto io e mia sorella superammo le scarse competenze dei nostri genitori, che ne facevano un uso sporadico ed erano palesemente più legati al televisore,inteso come mezzo ludico e fonte di informazioni; oggi mi rendo conto che fu soprattutto questo aspetto a generare il gap generazionale di cui si parla ancora oggi, con le sue conseguenze, positive e negative.
Rawan Yasin
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corallorosso · 7 years ago
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Adesso basta. Il tenore di questi commenti ha superato il limite consentito. Ho deciso che d'ora in avanti farò valere i miei diritti nelle sedi opportune. Ho riflettuto a lungo se procedere o meno in questo senso, ma dopo quattro anni e mezzo di quotidiane sconcezze, minacce e messaggi violenti ho pensato che avevo il dovere di prendere questa decisione come donna, come madre e come rappresentante delle istituzioni. ...Credo che educare le nuove generazioni a un uso responsabile e consapevole della rete sia una necessità impellente e su questo continuerò a impegnarmi. Nel frattempo, però, non possiamo stare a guardare. Soprassedere rischia di inviare un messaggio di sfiducia verso le istituzioni preposte a far rispettare le leggi e a garantire la sicurezza dei cittadini. Come posso chiedere ai nostri giovani di non soccombere e di denunciare i bulli del web se poi io stessa non lo faccio? Ai nostri figli dobbiamo dimostrare che in uno Stato di diritto chiunque venga aggredito può difendersi attraverso le leggi. E senza aggiungere odio all'odio, ne abbiamo già abbastanza. Laura Boldrini
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giancarlonicoli · 5 years ago
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15 DIC 2019 16:12
UN MONDO STUPEFACENTE – LE NUOVE DROGHE POSSONO ESSERE MILLE VOLTE PIÙ FORTI DELL’EROINA E MANDANO IN OSPEDALE PAZIENTI ALLUCINATI, DELIRANTI, VIOLENTI E INCONTROLLABILI - LA PIÙ UTILIZZATA È LA CHETAMINA MENTRE NEI CHEMSEX VENGONO USATI I CATINONI, LA COSIDDETTA "DROGA DEL CANNIBALE" CHE OTTIMIZZA LE PRESTAZIONI SESSUALI – E SE QUESTE SOSTANZE PROVOCANO DISTURBI PSICOTICI INGUARIBILI ANCHE TRA GLI ADOLESCENTI, ANCORA SI SOTTOVALUTA LO SPINELLO: NE BASTA UNO PER...
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Sara Cariglia per “Libero quotidiano”
Sono fallaci tanto quanto l' estasi che generano in chi si avvicina alla loro iper-seduzione. Rispondono a un mirabolante desiderio di emozione, disincanto e rincanto.
Promettono di comprare l' oblio a bordo di una sfavillante carrozza da gala inflazionata da insostenibile leggerezza. Neppure il salutismo ha saputo metterle in discussione.
Così, in caso di défaillance, la magic portion è ancora una volta la presenza più costante nella cambusa del landò di coloro che alimentano il mercato dello sballo. Ma con una differenza: se ieri la rimessa era provvista di hashish, eroina, cocaina ed ecstasy, oggi è equipaggiata da molecole stupefacenti all' ultimo grido: «Si chiamano Nuove Sostanze Psicoattive (NSP), stanno facendo stragi sul mercato, sono sintetiche, molto pericolose e fino a 1.000 volte più potenti dell' eroina» fa sapere il professor Carlo Locatelli, direttore e fondatore del Centro Antiveleni e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica dell' Istituto Maugeri di Pavia, nonché consulente dello Stato per i casi di terrorismo chimico.
A distribuirle ci pensano prevalentemente le moderne e virtuali cattedrali del consumo, diventate vere e proprie mete di pellegrinaggio: «Il negozio dello spacciatore al momento è anzitutto la rete, angelo e diavolo insieme.
Lì tutto è veloce, a portata di clic e di mano, considerato che le nuove droghe arrivano principalmente per posta. Il giro d' affari italiano è di circa 40 miliardi annui, ma è forse questo il costo della salute?» dice Locatelli, altresì coordinatore per gli aspetti clinico-tossicologici del Sistema Nazionale di allerta rapida per le sostanze d' abuso del Dipartimento delle politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri.
Quali sono le principali sostanze d' abuso al mondo?
«Secondo l' Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in prima linea c' è l' alcol etilico, che pur essendo giuridicamente legale è da considerarsi una droga a tutti gli effetti.
Seguono poi il tabagismo e la marijuana: la ricerca ci dice che il 98 per cento delle persone almeno una volta nella vita ha fumato "erba". Per quanto riguarda le Nuove Sostanze Psicoattive si posizionano, invece, al quarto posto. Vengono poi cocaina ed eroina».
Che differenza c' è tra le nuove e le vecchie droghe?
«Le nuove sono circa un migliaio. Rispetto alle tradizionali sono molto più numerose e di gran lunga più potenti. Il rapporto è da 4 o 5 a 1.000 volte. I quadri clinici ci parlano di pazienti allucinati, deliranti, violenti e incontrollabili. Non è un caso che buona parte dei ricoveri abbia luogo nei reparti di rianimazione e psichiatria».
Le più in voga?
«A far parlare di sé sono soprattutto i cannabinoidi e gli oppioidi sintetici, ma anche le ketamine e i catinoni. Se una persona desidera sperimentare gli effetti della cocaina probabilmente li ricercherà nei catinoni.
La cosiddetta droga del cannibale rientra certamente in questa categoria, così soprannominata poiché in grado di scatenare forme di pseudo-cannibalismo.
Se ne fa particolarmente uso nei chemsex al fine di ottimizzare la prestazione sessuale».
Nei party chemsex, per facilitare e prolungare il sesso, si ricorre anche alla droga da stupro?
«Generalmente sì. La droga da stupro, infatti, pur essendo principalmente utilizzata per favorire la violenza sessuale -facendo cadere facilmente e rapidamente i freni inibitori - è sicuramente fra le più in auge anche nei chemsex.
Le due molecole più comuni sono il GHB (Gamma-idrossibutirrato, nota come ecstasy liquida) e il GBL. Quando utilizzate per abusi sessuali, possono essere disciolte in acqua o in bibite e somministrate alla vittima senza il suo consenso.
Causano amnesia, quindi la malcapitata una volta rinsavita potrebbe aver prevedibilmente dimenticato che cosa è accaduto nelle ore precedenti. Nei chemsex, invece, l' assunzione è consapevole».
Qual è lo stupefacente che vince su tutti?
«È la ketamina, una molecola ampiamente utilizzata come farmaco. Conosciuta per i suoi effetti anestetici e analgesici, a dosi e in quantitativi diversi, viene però impiegata anche come sostanza d' abuso.
Generalmente determina stati psichedelici, allucinazioni ed euforia, questo spiega perché circoli a dosi massicce nei festini o nei ritrovi di gruppo, dove essendo inodore e insapore si presta a essere perfettamente miscelata con ogni genere di bevanda. Purtroppo se ne sottovaluta la pericolosità, ma può essere letale e mandare in coma».
Parliamo di tendenze.
«Mentre nel Nord Europa c' è sempre stata la piaga dell' alcol e delle anfetamine, nel Sud quella da cocaina.
Per intenderci: se Italia, Spagna e Inghilterra sono il trionfo della "coca", Svezia Norvegia e Finlandia sono il trionfo delle anfetamine e, in parte, anche dei nuovi oppioidi».
Quali i danni irreversibili?
«Disturbi psicotici al di sopra di tutto. Ma mentre le vecchie sostanze d' abuso portavano bene o male a psicosi almeno in parte reversibili, le nuove, sono la causa di esordi psicotici che sembrano inguaribili. Altri fattori di rischio sono overdose e dipendenza (anche se gli anni di osservazione sono ancora pochi per confermarlo).
A seconda dei casi si potrebbe incappare ulteriormente in danni permanenti sia a livello del sistema cardiovascolare sia di quello nervoso centrale (morte dei neuroni), così come del rene e del fegato.
Non per tutte sono ancora noti gli effetti dannosi. Quel che è certo, comunque, è che le droghe sintetiche seppur in quantità minime sono in grado di provocare avvelenamenti mortali».
Chi le acquista?
«La tipologia dei consumatori è diversificata. La nostra casistica, per esempio, parte dai sedici anni. È l' età più critica. Gli adolescenti, di solito, dopo aver fatto esperienza con alcol, sigarette e marijuana, shiftano su altro. I dati europei ci dicono che l' 8 per cento dei giovani adulti di età compresa tra i 16 e i 24 anni ha provato le nuove sostanze psicoattive.
Così, se in Italia metà della casistica si riferisce a questa fascia d' età (tre su quattro sono maschi), l' altra mezza parte è di norma personificata dagli over 30.
Purtroppo ad avvicinarsi a questa pericolosa realtà sono però anche ragazzini tra i 10 e i 15 anni (3 per cento)».
Perché questa caccia disperata alle emozioni?
«Non sono né uno psicoterapeuta né uno psichiatra, di conseguenza risposto da intesivista e tossicologo clinico quale sono. Dico che le droghe vengono assunte per avere una vita performante, per stare svegli più a lungo, o ancora per accrescere il divertimento ad una festa tra amici o in discoteca.
Insomma, inebriando il sistema nervoso ingannano dando l' impressione di poter fare cento "operazioni" in un minuto anziché in un' ora. Chi è sotto il loro effetto si sente avvolto da un' energia notevole e da forte desiderio di socializzare.
C' è un guaio però, il consumatore a molecole così potenti non è evidentemente preparato: dal 2011 a oggi i casi per i quali ci hanno chiesto consulenza sono stati circa 18mila».
Da dove arrivano le droghe moderne?
«Provengono prevalentemente da Cina e India. Sono realizzate sia da aziende chimiche e farmaceutiche sia da laboratori clandestini che hanno sede specialmente nel Nord Europa. In Italia non ne sono ancora stati trovati».
Sono a buon mercato?
«Certo, sono molto cheap, costano poco più di uno spinello».
A proposito di spinelli, tra le nuove sostanze illecite rientrano anche i cannabinoidi sintetici. Si dice vadano a rimpiazzare la classica "canna". Verità o menzogna?
«È opinione comune pensare che i cannabinoidi - Spice o K2 - per via del loro nome sostituiscano il classico spinello. Niente di più sbagliato. Il loro effetto, infatti, è centinaia di volte più potente della marijuana; ricorda quello della cocaina e il consumatore ne prende atto solo una volta "saggiati" gli effetti».
Fumare cannabinoidi mette a rischio di morte?
«Certamente! Si muore di avvelenamenti, di stroke ischemici, di problemi di coagulazione, di complicazioni renali o di psicosi acute, che spingono a compiere gesti insulsi».
Si può morire di marijuana?
«Anche per un solo spinello. Arresto cardiaco e aritmia i potenziali moventi del decesso. La marijuana è una droga e come tale non va sottovalutata. Iniziata a fumare precocemente, per esempio, abbassa il QI (quoziente intellettivo). A lungo andare provoca invece un inesorabile decadimento dei neuroni.
Ma non è tutto: l'"erba" modifica altresì la normale maturazione di un adolescente, influendo sia sulla personalità sia sulla capacità decisionale; riduce inoltre l' apprendimento scolastico, la capacità di controllo, di giudizio e la stima del pericolo. Anche gli attacchi di panico sono strettamente correlati all' uso di marijuana. È l' uso frequente o quotidiano a lasciare il segno».
Le leggi attuali sono sufficienti?
«Assolutamente no, tant' è che il mercato dello sballo è un fenomeno del tutto incontrollabile e incontrollato. Lo assicura la stessa agenzia dell' Unione Europea che ha sede a Lisbona e fornisce dati sul problema della droga in Europa.
Trattandosi, infatti, di sostanze non tabellate e dunque di libero commercio, cioè ancora al di fuori dal mercato illecito, generano una falsa e diffusa percezione di innocuità. L' aggravante poi è che le Nuove Sostanze Psicoattive passano inosservate ai vari drug-test (test antidroga).
Insomma, la medicina ha sempre studiato tutte le molecole, cercando di trovarne usi terapeutici anche per quelle molecole che poi sono risultate essere solo sostanze illegali e d' abuso (per esempio cocaina, ecstasy), e molte delle NSP sono state inizialmente brevettate come potenziali farmaci senza poi però riuscire a essere fruite in campo medico per l' elevata tossicità: non tutto si può utilizzare come farmaco».
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paoloxl · 7 years ago
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Vennero con le ruspe. Vennero con le divise ed una carta in mano: l’ingiunzione di abbattimento, in nome della Legge, dell’Europa e della Scienza. In nome di analisi condotte di nascosto e mai mostrate ai proprietari. Era il 13 aprile 2015 quando il primo ulivo secolare di Oria (BR), marchiato come infetto, cadde a pezzi sotto le motoseghe. Intorno contadini in protesta e solidali, che per qualche ora, assediando le ruspe, erano riusciti a fermarle. Triste epilogo della gestione Vendola del governo regionale, inaugurata con la legge a protezione degli ulivi monumentali e conclusa con i loro abbattimenti. Lo stesso Servizio Fitosanitario Regionale, che avrebbe dovuto difendere i patriarchi, contribuiva invece a condannarli. Tre mesi prima il Consiglio dei Ministri aveva decretato lo stato di emergenza “in conseguenza della diffusione nel territorio nella Regione Puglia del batterio patogeno da quarantena Xylella Fastidiosa”1. Non era una novità nel paese dell’emergenza permanente. Il nemico: un microorganismo trasportato da un insetto, bandito dall’Unione Europea, ed accusato di essere l’unico responsabile del disseccamento rapido che da anni sta bruciando gli uliveti dell’agro leccese e brindisino. Un nemico da annientare tramite irrorazione massiva di veleni contro gli insetti vettori, e tramite gli abbattimenti di massa delle piante, in un cortocircuito logico dove per ‘salvare gli ulivi’ bisogna distruggerli e distruggere gli equilibri del loro ecosistema. Ma forse salvare gli ulivi della tradizione salentina dal disseccamento rapido non era nel novero degli obiettivi di una vasta serie di soggetti. Il complesso del disseccamento rapido dell’ulivo (CoDiRO) è una fitopatologia che porta la complessità già scritta nel suo nome. Di tale complessità la scienza sembrava aver preso atto nei primi anni di sviluppo della malattia, considerandola il frutto dell’attacco di una serie di patogeni in connessione fra loro, in un contesto di abbassamento delle difese immunitarie delle piante, degrado dei terreni e inquinamento da pesticidi. Numerose analisi rilevavano sulle piante malate non solo la presenza sporadica di Xylella Fastidiosa, ma spesso l’esistenza di funghi lignicoli capaci di impedire la circolazione linfatica, oltre ai canali delle larve del rodilegno, che aprono la strada alle infezioni fungine. Questo suggeriva che il batterio da quarantena non fosse l’unico responsabile della patologia. Una multiformità dei patogeni veniva riscontrata dell’Osservatorio Fitosanitario Regionale, dai ricercatori dell’Università di Foggia, dall’Università e dal CNR di Bari, dalla Rete di Laboratori Pubblici di Ricerca SELGE.2 Pietro Perrino, già Direttore dell’Istituto del Germoplasma del CNR di Bari, poneva in correlazione il largo uso del glifosato, utilizzato per decenni per diserbare gli uliveti, con la maggiore vulnerabilità delle piante, l’impoverimento dei suoli, la distruzione dell’equilibrio microbiologico, la virulenza delle infezione fungine.3 Cristos Xiloyannis, docente dell’Università della Basilicata, dimostrava l’importanza di rafforzare le difese immunitarie degli ulivi nutrendoli, ripristinando lo strato di sostanza organica distrutto da decenni di gestione chimica dei suoli.4 Interventi antitetici a quelli imposti dalla Commissione Europea, il cui obiettivo dichiarato è sempre stato esclusivamente rivolto alla ‘eradicazione’ (il virgolettato è d’obbligo, viste le scarse possibilità di eradicarlo davvero) del batterio da quarantena, anche con dosi massiccie di chimica, e non alla diagnosi delle cause complesse del CoDiRO ed alle cure, soprattutto se condotte con metodiche in conflitto col mercato dei pesticidi. E’ tipico della mentalità tecnocratica identificare un obiettivo ristretto, avulso dal suo contesto, da perseguire senza porsi il problema se le metodologie utilizzate abbiano o meno delle conseguenze devastanti. E’ il caso della Decisione di esecuzione UE 2015/789 che imponeva di rimuovere, nel raggio di 100 m. da ogni pianta ritenuta infetta da Xylella, tutte le piante potenzialmente ospiti del patogeno, indipendentemente dal loro stato di salute. In pratica, ordinava di creare più di tre ettari di deserto attorno ad ogni singolo ulivo risultato positivo alle analisi. Misura devastante e dai dubbi risultati in termini di efficacia, se l’obiettivo dichiarato era quello di eradicare il batterio. Erano infatti noti i fallimenti a livello mondiale di tutti i tentativi di eliminare la Xylella attraverso la distruzione delle piante, così elencati dall’ European Food Safety Authority (EFSA): “I tentativi di eliminare X. fastidiosa sono stati fatti in tutto il mondo, inclusa l’eradicazione della clorosi variegata di agrumi in Brasile e della malattia di Pierce sull’uva nel centro di Taiwan. Nonostante questi tentativi, la percentuale di piante infette in Brasile è aumentata dal 15,7 % del1994 al 34% del 1996 e, secondo recenti indagini, circa il 40% delle 200 milioni di piante di arance dolci a São Paulo sono infettate da X. Fastidiosa. A Taiwan, la malattia persiste, nonostante la rimozione tempestiva di migliaia di vitigni colpiti dalla malattia di Pierce dalla scoperta della malattia nel 2002. In California, la malattia di Pierce è endemica. Purcell osserva che “Nonostante questa eradicazione di vitigni in diverse località che hanno coinvolto piani di grandi dimensioni per più anni, non c’era alcuna prova che lo sforzo di rimozione avesse alcun vantaggio misurabile“. Di questi fallimenti la Commissione Europea ne era ben consapevole, dato che l’EFSA è la sua consulente scientifica sulla Xylella, ma l’inutilità delle devastazioni auspicate non è servita a farle cambiare idea, visto che l’Italia è sotto procedura d’infrazione per non aver abbattuto abbastanza. Per dirla con Pietro Perrino : “leggendo le direttive e le decisioni della C.E. si ha la percezione che esse fissino prima l’obiettivo che vogliono raggiungere (abbattimento delle piante d’olivo) e poi costruiscano artatamente il percorso per raggiungerlo.” Tutti i provvedimenti normativi europei, nazionali e regionali sull’emergenza Xylella nel Salento, prevedevano inoltre ulteriori misure a forte impatto ambientale, quali l’irrorazione a tappeto di insetticidi per lo sterminio del Philaenus spumarius, l’insetto vettore. In proposito l’EFSA avvertiva: “L’uso intensivo del trattamento con insetticidi per limitare la trasmissione delle malattie e il controllo del vettore degli insetti può avere conseguenze dirette e indirette per l’ambiente modificando intere reti alimentari con conseguenze cascate e quindi interessando diversi livelli trofici. Ad esempio, l’impatto indiretto dei pesticidi sull’impollinazione è attualmente una questione di grave preoccupazione. Inoltre, i trattamenti su larga scala di insetticidi rappresentano anche rischi per la salute umana e animale.” Eppure l’uso a tappeto di insetticidi veniva imposto agli agricoltori, con tanto di controllo delle fatture di acquisto5. La Regione Puglia consigliava in particolare l’uso di: Clorpirifos, riconosciuto anche dal nostro Ministero della Salute come interferente endocrino con gravi effetti sui feti e sui bambini. Dimetoato, neurotossico. Nocivo per l’uomo per ingestione, inalazione e per contatto con la pelle. Piretroidi, neurotossici. Non sono insetticidi selettivi, eliminano tutti gli insetti nell’area di irrorazione. Etofenprox, tossico per le api e altri insetti non target. Imidacloprid, neonicotinoide. Sospetto responsabile della moria delle api del 2008-2009, e delle morie di insettivori. Buprofezin, irritante. Un avvelenamento di massa, un danno ambientale con conseguenze imprevedibili. (Continua) Alexik da Carmilla Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 10 febbraio 2015: dichiarazione dello stato di emergenza per la diffusione del batterio Xylella fastidiosa in Puglia, 10 febbraio 2015. ↩Nota del 15/10/2013 n. 16/2013 del CRN – Istituto di Virologia vegetale di Bari, Università degli Studi di Bari- Dipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti e Selge – Rete di Laboratori Pubblici di Ricerca. Antonia Carlucci, F. Lops, F. Cibelli, M. L. Raimondo (2015). Phaeoacremonium species associated with olive wilt and decline in southern Italy. Eur. J. Plant Pathol (2015)141:717–729 DOI 10.1007/s10658-014-0573-8. A. Guario, F. Nigro, D. Boscia, M. Saponari, Disseccamento rapido dell’olivo. Cause e misure di contenimento, in “Informatore Agrario”, n. 46, 2013, pp. 51/54. Nigro F., Boscia D., Antelmi I., Ipp olito A. (2013), Fungal species associated with a severe decline of olive in southern Italy. Journal of Plant Pathology, 95, 668. Nigro F., Antelmi I., Ippolito A. (2014),  Identification and characterization of fungal species associated with the quick decline of olive. Proceedings International Symposium of the European Outbreak of Xylella fastidiosa in Olive. Gallipoli-Locorotondo, Italy, 29. ↩Pietro Perrino, Xylella? Le vere cause del CoDiRO sono glifosato, veleni e criticità di sistema, ‘Il Foglietto’, 22 luglio 2015. ↩Cure sostenibili contro Xylella, il metodo Xiloyannis fa il giro d’Italia, Telerama news, 29 maggio 2015. ↩D.M. 2777/2014 – Misure fitosanitarie obbligatorie per il contenimento delle infezioni di Xylella fastidiosa da attuare nella zona infetta. Regione Puglia, Determinazione del Dirigente Ufficio Osservatorio Fitosanitario, 6 febbraio 2015, n. 10.
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italian-malmostoso · 7 years ago
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dalla pagina Facebook ufficiale di Laura Boldrini, post del 14 agosto 2017:
«Adesso basta. Il tenore di questi commenti ha superato il limite consentito. Ho deciso che d'ora in avanti farò valere i miei diritti nelle sedi opportune. Ho riflettuto a lungo se procedere o meno in questo senso, ma dopo quattro anni e mezzo di quotidiane sconcezze, minacce e messaggi violenti ho pensato che avevo il dovere di prendere questa decisione come donna, come madre e come rappresentante delle istituzioni. Il calore e il sostegno che finora mi sono giunti da più parti, fuori e dentro la rete, mi hanno spinta a non temporeggiare oltre. Da oggi in poi quindi tutelerò la mia persona e il ruolo che ricopro ricorrendo, se necessario, alle vie legali. E lo farò anche per incoraggiare tutti coloro – specialmente le nostre ragazze e i nostri ragazzi – che subiscono insulti e aggressioni verbali a uscire dal silenzio e denunciare chi usa internet come strumento di prevaricazione. È ormai evidente che lasciar correre significhi autorizzare i vigliacchi a continuare con i loro metodi e non opporre alcuna resistenza alla deriva di volgarità e violenza.  Nessuno deve sentirsi costretto ad abbandonare i social network per l'assalto dei violenti. Ma purtroppo anche molti casi di cronaca recente – dalla professoressa di Cambridge Mary Beard ad Alessandro Gassmann, dal cantante Ed Sheeran ad Al Bano – dimostrano che le ingiurie e le intimidazioni hanno l'effetto di una gogna difficile da sopportare. Credo che educare le nuove generazioni a un uso responsabile e consapevole della rete sia una necessità impellente e su questo continuerò a impegnarmi. Nel frattempo, però, non possiamo stare a guardare. Soprassedere rischia di inviare un messaggio di sfiducia verso le istituzioni preposte a far rispettare le leggi e a garantire la sicurezza dei cittadini.  Come posso chiedere ai nostri giovani di non soccombere e di denunciare i bulli del web se poi io stessa non lo faccio? Ai nostri figli dobbiamo dimostrare che in uno Stato di diritto chiunque venga aggredito può difendersi attraverso le leggi. E senza aggiungere odio all'odio, ne abbiamo già abbastanza.»
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Offendi Laura Boldrini? Sei un coglione ignorante e/o uno stupido:
un coglione, perché puoi esprimere il tuo dissenso in modi diversi dai soliti, noiosi insulti, che lasciano il tempo che trovano e non convincono certo nessuno, se non i già convinti;
un ignorante, perché l’insulto è l’argomento preferito della categoria alla quale chiaramente appartieni, spesso per il motivo che non sai esprimerti in altro modo;
uno stupido, perché vai a cacciarti in cause legali, da cui evidentemente non puoi che uscirne male, data le innegabili prove a tuo carico e, inoltre, perché hai di fronte una querelante con mezzi decisamente più notevoli dei tuoi.
Comunque, anche se ho sempre evitato l’offesa fine a se stessa e, quindi, dovrei essere in una botte di ferro, su questo misero blog mi asterrò accuratamente, d’ora in avanti, dal nominare o accennare in qualunque modo alla Presidente (o Presidenta o Presidentessa o come caspita preferisce essere chiamata) della Camera, di cui non condivido nulla, e della quale potete vedere qui un ritratto istituzionale:
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A scanso di rogne...
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purpleavenuecupcake · 5 years ago
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I pazienti con tumori del sangue fanno rete: insieme medici ed istituzioni novecentomila italiani vivono guariti dal cancro
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(di Nicola Simonetti) Sulla base anche del sondaggio “Le voci contano” che ha messo in evidenza importanti lacune informative riferite dai malati in merito alla malattia, al percorso di cura e alle conseguenze causate da un tumore del sangue sulla qualità di vita e per rispondere in modo più incisivo ai bisogni dei pazienti è stata costituito e presentato a Rona,  F.A.V.O. Neoplasie Ematologiche, il primo network nazionale, nato all’interno della storica Federazione di Associazioni Pazienti di Volontariato in Oncologia (F.A.V.O.), che riunisce le Associazioni Pazienti con tumori del sangue (presidente Davide Petruzzelli): una nuova ed importante realtà associativa che vuole rispondere ai bisogni delle persone che hanno ricevuto o che riceveranno diagnosi di neoplasia ematologica. Sono oltre 30.000 ogni anno in Italia le persone che ricevono una diagnosi di neoplasia ematologica: è in costante aumento l’incidenza, ma anche il numero di chi guarisce o cronicizza la malattia. Dal sondaggio, emerge un dato significativo: due terzi degli intervistati (65%), al momento della diagnosi, non sono a conoscenza della esistenza al momento della diagnosi, e poco meno della metà (41%) è stato invitato a contattarle, perlopiù da altri pazienti. Per contro, circa l’80% di chi vi si è rivolto ha trovato molto utile il supporto ricevuto. La metà dei pazienti la malattia ha causato problemi nella sfera lavorativa propria e dei familiari, mentre più del 30% ha incontrato difficoltà nell’accesso al credito e ai prodotti assicurativi. La nascita di F.A.V.O. Neoplasie Ematologiche si inserisce in un contesto epidemiologico caratterizzato da una crescita costante dell’incidenza delle malattie onco-ematologiche: negli ultimi 13 anni, infatti, le diagnosi di Linfoma Non Hodgkin sono aumentate del 45% e quelle delle leucemie del 26% Oggi, la sopravvivenza a cinque anni per tutte le forme di leucemia si aggira intorno al 43% negli adulti, al 50% nel mieloma e raggiunge per il Linfoma di Hodgkin il 75%, grazie soprattutto alla ricerca e a terapie innovative che hanno radicalmente modificato la storia clinica di queste malattie. «Oggi in Italia – dice  Francesco De Lorenzo, presidente F.A.V.O, vivono circa 900.000 persone guarite dal cancro, e questo è un dato nuovo ed  estremamente importante poiché impone alle Associazioni Pazienti un nuovo obiettivo: lavorare coese per eliminare le barriere che ostacolano il ritorno alla vita normale. «Dato che oggi grazie alla ricerca si può guarire, una diagnosi in giovane età non può costituire un ostacolo insormontabile all’inclusione sociale e lavorativa e, di conseguenza, alla piena realizzazione della propria vita». Molte le carenze informative lamentate dai pazienti: infatti solo il 35%degli intervistati aveva sentito parlare della sua patologia prima della diagnosi, e prevalentemente attraverso la televisione e la radio o da parenti e amici, mentre più di due terzi degli intervistati (73%) non sa cosa sia un campione biologico, uno strumento fondamentale per una diagnosi corretta e per la ricerca di nuovi trattamenti, nel momento in cui il paziente decide di affidarlo ad una biobanca. «Quando questo accade, il paziente ha diritto non solo ad una informazione accurata, ma anche a dare un consenso informato alla ricerca, diverso e molto più dettagliato di quello che si firma per l’accesso alle cure» –spiega Elena Bravo, Senior Researcher dell’Istituto Superiore di Sanità.«Un paziente informato, consapevole delle potenzialità del proprio campione, oltre a vigilare su un uso corretto del proprio materiale biologico, può fornire un contributo essenziale nella definizione dei principi di gestione etici, sociali e scientifici». Altro rilevante deficit informativo emerso dal sondaggio riguarda il Consenso Informato. L’80% degli intervistati dichiara di aver firmato un Consenso Informato, ma solo il 66% ritiene di aver ricevuto un’informazione chiara e completa sulle cure.«Il Consenso Informato non è un atto istantaneo»–DICE Francesco Angrilli, Responsabile Centro Diagnosi e Terapia Linfomi dell’Ospedale Civile Spirito Santo, Pescara –«bensì è una vera e propria procedura nell’ambito della quale il paziente deve essere anche messo nelle condizioni di porre domande e ricevere risposte dal medico, del tempo necessario, se lo ritiene, per discutere della proposta con i propri familiari, medici e/o persone di fiducia, prima di comunicare la propria decisione». Troppo spesso invece l’adesione si limita a una firma su un documento non compreso appieno e sottoscritto in un momento di grande fragilità emotiva. In merito infine al supporto psicologico, più della metà dei pazienti intervistati (64%) ha dichiarato di non avere ricevuto alcuna proposta di assistenza specialistica: tutti coloro che, al contrario, hanno usufruito di uno psicologo attraverso i servizi offerti dalle Associazioni Pazienti, ne hanno tratto grandi benefici, a livello personale e di nucleo familiare. Un’informazione negata o poco esaustiva si traduce in minori opportunità di opzioni di cura, come l’accesso a studi clinici sperimentali: meno del 20% vi ha partecipato e solo l’11% ha ricevuto spiegazioni di cosa si trattasse: il fatto che la stragrande maggioranza non abbia risposto alla domanda è chiaro segno di una mancanza di condivisione tra medici e pazienti delle informazioni sulle opzioni terapeutiche. I percorsi terapeutici oggi si snodano attraverso tempi sempre meno trascorsi nelle strutture ospedaliere e sempre più sul territorio e i pazienti, diversamente da un tempo, a volte riescono a condurre una vita vicina alla normalità, prevalentemente vissuta lontano dal proprio specialista di riferimento: per questo il ruolo del MMG è determinante. «Al fine di evitare ulteriori disagi al paziente, già provato dal carico della malattia» –sottolinea infatti Paolo Spriano, Vice Presidente SNAMID –«è auspicabile che si migliori la comunicazione tra specialista ematologo e MMG e tra queste due figure mediche e il paziente, creando quella triangolazione necessaria a trasferire in modo corretto le informazioni che riguardano l’evoluzione della patologia e della cura. In uno scenario di crescita di consapevolezza sul ruolo della comunicazione tra medico e paziente, le Associazioni, grazie anche al loro capitale di speranza e di esperienza, possono svolgere un ruolo di grande supporto». 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