#Università di Newcastle
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PRIMI MONANCI INGLESI ERIGONO MONASTERO NEI PRESSI DI UN SITO TARDO NEOLITICO, CROWLAND, INGHILTERRA
PRIMI MONANCI INGLESI ERIGONO MONASTERO NEI PRESSI DI UN SITO TARDO NEOLITICO, CROWLAND, INGHILTERRA Il villaggio di Crowland, Lincolnshire, in Inghilterra, oggi è dominato dalle rovine della sua abbazia medievale. Tuttavia, la tradizione locale vuole che la zona fosse sede di un eremo anglosassone intitolato a a San Guthlac Eremita, morto nell'anno 714 e famoso per la sua vita...
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#bbazia di Crowland#Crowland#Duncan Wright#henge#Hugh Willmott#San Guthlac Eremita#Tardo Neolitico#Università di Newcastle#Università di Sheffield
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31 dicembre 2022 ore 17.29
Quest’anno ancora non ho avuto il tempo di fare un recap mentale di questo 2022 . Ma pensandoci è stato prorpio il tempo uno dei fattori principali di quest’anno . Ci sono state persone c, come il mio ex ragazzo , con le quali tre mesi mi sono sembrati tre anni e invece ci sono persone con cui 6 mesi mi sono sembrati un paio di giorni . Non vi so dire quale sia la cosa migliore so solo che il tempo a volte è beffardo con tutti noi . Ci sono giorni in cui hai una marea di tempo ma nessuna motivazione e giorni in cui non ti bastano 24 ore ma vorresti spaccare il mondo . Detto ciò ripensando a quest’anno così di getto mi vengono in mente dei momenti speciali legati a poche persone , la scoperta migliore è stata il mio ex fidanzato , la mia prima volta , la mia prima storia , con un ragazzo che mi ha dato tutto l’amore che provava per il mondo e me l’ha spedito dritto al cuore per poi farmelo andare in circolo per tutte le vene del corpo . C’è stato poi un incontro strano con un ragazzo con cui il fato ha giocato molto tra Newcastle , Como e Malaga. C’è stato il primo compleanno di mio nipote e infine una vacanza bellissima con la mia migliore amica in un posto stupendo .ripercorrendo un po’ l’anno però gennaio è stato duro , lo sconforto di una sessione in cui nonostante i miei continui sforzi tra lavoro e università non riuscivo ad avere risultati , ero esausta . Febbraio invece ho visitato un posto nuovo con la mia famiglia e ho passato tanto tempo con la mia migliore amica .a marzo ho fatto un viaggio rigenerante in Liguria con un gruppetto di amici per un po’ di leggerezza . A marzo decido di prendere in mano la mia vita e in un mese perdo 10 kg e nel mentre incontro lui che mi fa ricredere su tutto ciò in cui credevo . Ad aprile perdo ancora peso , prendo il covid ma intorno a me sento solo tanto amore . A maggio vado in palestra , mi diverto un mondo e sono innamorata persa . A giugno vado a Verona , faccio festa ma incominciano a venirmi dubbi sulla persona che avevo affianco perché eravamo due poli opposti . A luglio volo a Barcellona e mi rendo conto che non era quello che volevo , torno festeggio il mio compleanno divertendomi da matta e volo a Malaga . Agosto incontro L. Un bronzo di marmo , bellissimo e voleva prorpio me , non ci potevo credere ; volo in Calabria e torno per il primo compleanno di Leo , non potevo perderlo .a settembre esami , il concerto più bello della mia vita , il viaggio più bello di sempre a Porto e divento finalmente donatrice di sangue ! Ottobre accompagno mia mamma a Salerno e mi rendo sempre più conto di quanto sia la strada giusta per me , ma intanto i pensieri sul mio peso che continuava ad aumentare e i pensieri sulle mie scelte continuavano a salire e nel mentre inizio un nuovo lavoro ma lo odio . Decido di provare a continuare e scopro un gruppo di persone splendide a novembre che passo principalmente a studiare e lavorare e togliendomi una vena . Dicembre lo passo in solitudine e con la mia famiglia , avendo sempre meno tempo per me . Questo anno è stato pieno di alti e di bassi ma lo concludo con la consapevolezza di non aver dato sempre spazio e tempo a ciò che volevo . Spero che tu Camilla dlfuturo riesca a esaudire tutti i tuoi desideri e sono sicura che lo farai ❤️
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La Vie En Blanc Atelier protagonista delle giornate di formazione della LUISS
La Vie En Blanc Atelier protagonista delle giornate di formazione della LUISS
L’Ateneo Capitolino ha organizzato un importante momento formativo presso la storica Maison di Alta Moda Sposa, per 27 studenti di Management dell’Università di Newcastle.
Giorgia Albanese, titolare de La Vie En Blanc Atelier, durante la spiegazione agli studenti
Per il secondo anno consecutivo La Vie En Blanc Atelier è stata protagonista di uno dei tre importanti Visit Companyche, oltre alla…
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#Bulgari#Cinecittà#Daniela di Francesco#Giorgia Albanese#La Vie en Blanc Atelier#Maria Luisa D’Orazi#Mariangela Barbuzzi#Università di Newcastle
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Il 4 ottobre la Gran Bretagna è stata protagonista di uno sciopero senza precedenti, che ha interessato l’intero paese. Le lavoratrici e i lavoratori di McDonalds, TGI Friday’s e Wetherspoon per il mondo del fast food e di Uber, UberEats e Deliveroo per il mondo del delivery e del trasporto, hanno incrociato le braccia e attraverso picchetti a sorpresa e manifestazioni improvvisate sono riusciti ha portare , ancora una volta, al centro del dibattito pubblico la condizione lavorativa presente nelle grosse multinazionali e nel mondo della gig economy.
Fast food shutdown! In UK è in corso un'ondata mai vista di scioperi nei fastfood
La mobilitazione non ha interessato solo UK, ma si inseriva in una più vasta mobilitazione internazionale che ha interessato paesi e città di quattro continenti diversi; in particolare molte azioni di solidarietà sono state compiute negli USA dove sindacati e gruppi di lavoratori hanno colto l’occasione per sostenere non solo lo sciopero britannico ma anche per rilanciare la lotta negli Stati Uniti. Lo sciopero è stato indetto da molteplici trade union, tra cui: United Private Hire Drivers (UPHD), IWW Couriers Network Strike, BFAWU (Bakers, Food and Allied Workers' Union), Unite the Union, IWGB (Independent Workers Union of Great Britain), GMB (General Municipal Boilermakers).
La mobilitazione si regge su due principali istanze: l’aumento della retribuzione salariale e il miglioramento delle condizione lavorative sia per quanto riguarda lo spazio fisico di lavoro che la scansione dei turni e il carico di lavoro stesso, quest’ultimo più che raddoppiato a seguito dei licenziamenti sistematici degli ultimi anni.
Le grosse multinazionali della ristorazione, in primis McDonalds, si avvalgono del contratto “flessibile” ovvero che non comporta gli stessi impegni e doveri da parte del datore di lavoro presenti invece nei contratti a tempo indeterminato e determinato. Il contratto permette alle aziende di avere a disposizione i lavoratori in maniera flessibile, ovvero sulla base di specifiche necessità, quali il periodo dell’anno e la presenza di temporanei maggiori o minori afflussi di avventori. Inoltre consente alla direzione del personale di compiere rapidi tagli al personale in modo da allinearsi alla politica generale sostenuta dall’azienda in specifiche finestre temporali. Le politiche del personale sono connesse all’adozione di strategie economiche mirate all’aumento degli utili. Una prima strategia sostiene il taglio massiccio del personale, senza chiudere punti vendita, con conseguente aumento del carico di lavoro su un ristretto gruppo di dipendenti, la cui paga rimane invariata; una seconda strategia vede il taglio alla manutenzione delle strutture e alla qualità del posto di lavoro. Le due politiche sono spesso impiegate dalle grosse aziende unitamente di modo da aumentare gli introiti senza dover fare investimenti né aumentare la qualità del servizio. I lavoratori di JD Wetherspoon, McDonald's e TGI Fridays chiedono che la paga oraria sia aumentata a 10£ con inoltre un miglioramento dei contratti, in quest’ultimo riguarda anche la possibilità di ricevere le mance durante l’orario di lavoro cosa invece ad oggi vietata dagli accordi lavortivi, questo riguarda soprattutto gli impiegati in JD Wetherspoon che è la più grossa catena di pub presente in UK.
Per i lavoratori del delivery la mobilitazione si è incentrata anch’essa sull’aumento della retribuzione, in particolare i riders e autisti di Uber vogliono essere pagati 5£ per consegna più 1£ per ogni miglio percorso. Questo perché lo scorso mese il colosso della gig economy ha ridotto la soglia minimi di pagamento per ogni consegna da 4.26£ a 3.50£. Uber, come le altre aziende presenti nella “nuova economia”, motiva l’impiego per i propri lavoratori di contratti di lavoro autonomo e la non elevata retribuzione sostenendo che le mansioni svolte sono “lavoretti” e che sono utilizzati come strumento di arrotondamento del guadagno mensile e non come unica fonte di profitto, inoltre esprime come la natura stessa del lavoro in questione comporta un’adozione da parte di esso della sola popolazione giovanile, impegnata perlopiù nel mondo della formazione superiore e universitaria. Questo tipo di narrazione permette all’economia digitale di riprodurre forme di sfruttamento del lavoro classiche dell’economia di mercato, ottenendo valore grazie alla messa a disposizione di forza fisica (i riders per poter eseguire il loro lavoro e ottenere un guadagno decente devono fare il più alto numero di consegne nel minor tempo possibile) oppure grazie alla messa a valore della produzione cognitiva di uomini e donne, il tutto viene sostenuto dall’impiego della tecnologia digitale nel funzionamento dell’azienda e nella gestione del personale. L’interfaccia elimina gli ostacoli e le spigolature presenti nella vecchia organizzazione industriale e della produzione in generale acuendo lo sfruttamento del lavoro in tutti i campi sociali e estendendo la valorizzare a tutte le dimensioni dell’esistente, disintegrando confini e scansionature temporali di vita già in precedenza rotte. La composizione di Uber, come delle altre multinazionali del delivery, smentisce però la narrazione da essa sostenuta infatti una rilevante fetta dei lavoratori impiegati nell’azienda utilizza il sistema come principale strumento di sostentamento e inoltre la composizione generazionale non è totalmente schiacciata sugli strati giovanili ma vede anche la presenza di fasce d’età avanzate.
La questione del tempo è per i lavoratori dello sciopero di estrema importanza, la flessibilità richiesta comporta l’imposizione di orari pressanti e stancanti non tenenti conto della salute psico-fisica degli impiegati, che si trovano a fare lunghi turni notturni e poi magari a dover iniziare un altro turno per un altro lavoro a causa della scarsa paga, oppure a recarsi a scuola o in università.
La giornata del 4 ottobre ha visto l’impiego di una molteplicità di pratiche di sciopero. Gli impiegati nel mondo della ristorazione hanno compiuto picchetti e presidi di fronte ai punti vendita e in contemporanea diversi cortei hanno attraversato le strade delle città, con l’obiettivo di portare lo sciopero nelle strade e di raggiungere le sedi delle aziende in questione o altri punti vendita per diffondere la mobilitazione.
I riders e i guidatori Uber hanno invece fatto cortei in bicicletta e motorizzati, riuscendo a Londra ad occupare l’ingesso della sede di Uber UK. Le città interessate sono state: Londra, Glasgow, Brighton, Cardiff, Newcastle, Plymouth, Southampton e Manchester.
In particolare negli Stati Uniti è stata l’occasione per la campagna “Fight for $15”, presente anche in Canada, per rilanciare la mobilitazione in Nord America, dove negli ultimi mesi importante è stata la mobilitazione dei lavoratori del fast food. Gli stati attivi nella mobilitazione sono stati: Wisconsin, Connecticut, Illinois, Georgia, Michigan, California and Florida.
Elemento da evidenziare è quindi la natura internazionale dello sciopero che ha permesso alla mobilitazione di avere una maggior portata sia in termini contrattuali che mediatici. Inoltre la mobilitazione sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti è proseguita in questi giorni, nel primo caso protagonisti sono i riders di Uber mentre nel secondo i lavoratori del mondo del fast food, soprattutto di McDonalds.
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Spondiloartrite assiale: perchè si arriva sempre in ritardo alla diagnosi corretta?
La spondiloartrite assiale (axSpA) è una malattia reumatoide-infiammatoria sistemica cronica associata a infiammazione della colonna vertebrale. I pazienti colpiti hanno spesso sofferto di dolore alla colonna vertebrale sin dalla prima età adulta. Nel tempo, la struttura del i cambiamenti dello scheletro assiale e la sua capacità di muoversi diventa sempre più limitata. I pazienti hanno difficoltà a vestirsi, a fare il bagno, a farsi la doccia, a indossare scarpe e a salire le scale, tra le altre cose. L'inizio di axSpA colpisce i pazienti più giovani, con i primi sintomi già manifestati da pazienti di età compresa tra 20 e 30 anni. I sintomi possono variare ampiamente e i medici inizialmente non riescono ad associarli alla malattia. La natura insidiosa della malattia può essere fuorviante, poiché i periodi di apparente inattività della malattia possono infatti essere periodi di grande dolore, rigidità e affaticamento per i pazienti. Tale discrepanza, in molti casi, porta i pazienti a sentirsi fraintesi o ignorati, e quindi meno propensi a condividere le proprie esperienze con altri, compreso il proprio medico. Di conseguenza, il disimpegno del paziente si traduce in pazienti meno coinvolti nelle decisioni mediche, nonché scarsa aderenza al trattamento, scarsi risultati di salute, peggioramento del decorso della malattia e qualità della vita. Per questi motivi, e come indicato nell'aggiornamento delle raccomandazioni ASAS/EULAR per la gestione di axSpA, considerare la prospettiva del paziente nella gestione della propria malattia e garantire che i pazienti siano sufficientemente preparati a partecipare alle discussioni sono fondamentali per il successo del trattamento e una buona aderenza. Ma una diagnosi introduce un trattamento specifico e appropriato e porta speranza per il futuro. Lo studio sulla Mappa Europea della Spondiloartrite Assiale (EMAS) ha studiato quali fattori possono influire sul tempo necessario per la diagnosi. Allo studio hanno partecipato 2.846 pazienti di 13 paesi europei con un'età media di 48 anni, che in media avevano sofferto di spondiloartrite assiale per 17 anni. Il professor Dr Marco Garrido-Cumbrera dell'Università di Siviglia, consulente scientifico dell'International Axial Spondyloarthritis International Federation (ASIF), insieme al Comitato Direttivo EMAS ha supervisionato la ricerca. I pazienti avevano la malattia 26+/-11 anni in media all'insorgenza dei sintomi, l'età media alla diagnosi era di 33 +/- 11,5 anni e il tempo medio di diagnosi era di 7 +/- 8 anni. Diverse variabili sono state associate a tempi di diagnosi più lunghi, tra cui l'età più giovane all'insorgenza dei sintomi e il genere femminile. Il parametro più fortemente associato, tuttavia, era il numero di professionisti medici coinvolti prima della diagnosi. Poiché questi professionisti hanno proposto diagnosi errate, ciò ha ritardato il tempo impiegato per arrivare alla diagnosi corretta da un reumatologo. In questo ampio campione, il ritardo diagnostico medio è stato di quasi 7 anni e mezzo, ma può arrivare anche a 15 anni. L'onere della malattia per il paziente è enorme, specialmente perché soffrono di dolore terribile e invalidante per così tanti anni, senza nemmeno conoscere la fonte del dolore. Il professor Dr John Isaacs, direttore di Therapeutics, Università di Newcastle, Inghilterra e presidente del comitato scientifico EULAR, cita il dolore come un sintomo che colpisce tipicamente la parte bassa della schiena e la parte superiore della schiena, compreso il collo. Possono passare molti anni fino a quando non viene fatta la diagnosi corretta. È importante, tuttavia, rilevare e di conseguenza trattare la malattia il più presto possibile. Un trattamento tempestivo può aiutare a prevenire danni permanenti a ossa e articolazioni. Lo studio EMAS è stato già in grado di determinare che esistono alcuni fattori che possono esacerbare la malattia, come per esempio l’obesità. E questo è logico data la produzione da parte del tessuto grasso di citochine/adipochine, che hanno attività infiammatoria. Ma qui si parla di competenza professionale e fattore burocratico ed organizzativo, se si vuole. Secondo il professor Denis Poddubnyy della Charité-Universitätsmedizin di Berlino, che ha anche partecipato allo studio, il fatto che visitare un numero più elevato di operatori sanitari ha ritardato la diagnosi mostra che è urgentemente necessario adottare misure per prevenire rinvii indiretti e portare pazienti con un'alta probabilità di axSpA direttamente a un reumatologo. Il miglioramento della formazione professionale potrebbe effettivamente prevenire inutili ritardi nella diagnosi. Anche perché questi pazienti nel tempo diventano a forte rischio di sviluppare sbilanciamenti della loro salute o igiene mentali. L’elevata invalidità, il dolore cronico e i sentimenti di frustrazione che attanagliano questa categoria di pazienti, li espone a forte rischio di problemi psichiatrici il più diffuso dei quali è sicuramente la depressione (media riportata 20-45%) seguita dai disturbi del sonno, soprattutto della sua qualità. E’ stato ipotizzato in precedenza che un forte determinante del ritardo diagnostico potesse risiedere nella incorrettezza del paziente nel descrivere accuratamente i suoi sintomi, il che può succedere. Ma è obbligo del medico indagare più selettivamente, una volta che la terapia antalgica di un dolore sospettato come “transitorio” o da comune attacco artritico non si risolve nell’arco di qualche settimana. Spesso si è propensi ad orientare la diagnosi verso una forma di artrite reumatoide, che spesso non riscontra le deformità delle estremità che compaiono in questa patologia. Ma dalla comparsa dei sintomi a quella delle deformità possono passare 10 anni, il che vuol dire trattare la malattia con farmaci che non sono indicati. Senza contare che la axSpA ha un interessamento della colonna che è tipico, e che invece è marginale per l’artrite reumatoide. Eppure ci sono eccezioni anche per questa situazione. Nella primavera di quest’anno è stato pubblicato uno studio clinico che ha riportato 22 casi di pazienti con spondilite anchilosante ed artrite reumatoide in comorbidità (AR/SA). L'età media al momento della diagnosi di AR/SA era di 51 anni, mentre la durata media del ritardo diagnostico era di 5,5 anni. Le manifestazioni cliniche comuni erano l'artrite sistemica, simmetrica, periferica e assiale. I tipici cambiamenti radiologici per le due condizioni coesistevano nei pazienti, inclusi i biomarkers infiammatori sierologici (PCR e VES). Le donne di mezza età erano il sottogruppo più comune nella coorte RA/AS, il che è concorde con la nota distribuzione di questo tipo di patologia fra i due sessi. Se è già problematico diagnosticare una AxSpA, dunque, si pensi alle difficoltà che possono insorgere quando eventualmente essa coesista con un'altra malattia reumatica. Ecco perché è necessario implementare l’invio di questi pazienti dal reumatologo il più velocemente possibile. Ogni anno passato con una diagnosi errata sono anni di qualità di vita perduta. a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica. Pubblicazioni scientifiche Zhang Y et al. Medicine (Baltimore) 2021 Apr; 100(13):e25051. Adshead R et al. Curr Rheumatol Rep. 2020 Aug; 22(10):59. Merino M, Braçe O et al. Clin Exp Rheumatol. 2020 Jun 30. Bindesbøll C et al. Curr Rheumatol Rep. 2020 Jun; 22(8):43. Garrido-Cumbrera M et al. Curr Rheumat Rep. 2019; 21(5):19. Redeker IM et al. Rheumatology (Oxford) 2019; 58(9):1634-38. Read the full article
#articolazioni#benessere#colonnavertebrale#diagnosiprecoce#dolorecronico#fattoredirischio#flogosicronica#infiammazione#qualitàdivita#reumatismo#spondiliteanchilosante#spondiloartrite#spondiloartrosi#spondilopatia
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https://www.mobiviaggi.com/destinazioni/europa/regno-unito/
Regno Unito
Il Regno Unito è un agglomerato di storia, cultura e tradizioni. Sede delle più importanti università a livello europeo e mondiale, Oxford e Cambridge, ha dato alla luce poeti e scrittori di fama mondiale. Attraversando le più importanti città del territorio, da Londra ad Edimburgo, da Glasgow a Liverpool, passando ancora per la leggendaria Nottingham, per la vivace Newcastle e …
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Evergreen Life Products, ogni giorno benessere naturale dalle foglie d’olivo
Integratori alimentari, prodotti per la bellezza e la cura della persona a base di OLIVUM®, il brevettato Infuso di Foglie d’Olivo dalle riconosciute proprietà benefiche Evergreen Life Products è l’azienda italiana nata nel 2011 a San Giovanni al Natisone (UD) che per prima si è specializzata nella produzione di integratori alimentari, prodotti per la bellezza ed il benessere della persona a base di OLIVUM®, il brevettato Infuso di Foglie d’Olivo nato dall’intuito del fondatore Livio Pesle.
Una storia, la sua, caratterizzata da viaggi, incontri e scoperte, tra cui la più importante è sicuramente quella legata agli straordinari benefici delle foglie d’olivo, utilizzate già in epoche antiche come metodo curativo sotto forma di decotto. Dopo anni di studi ed esperimenti, a Pesle va il merito di aver elaborato un metodo di estrazione unico per ottenere un Infuso di Foglie d’Olivo piacevole al gusto e capace di valorizzare i principi attivi della pianta.
OLIVUM®, infatti, è ricco di Oleuropeina, Acido Elenolico, Idrossitirosolo, Tirosolo e Rutina, molecole di cui sono stati scientificamente attestati effetti benefici quali la forte azione antiossidante, l’accelerazione del metabolismo dei lipidi e dei carboidrati, il controllo fisiologico della pressione arteriosa, della glicemia e del colesterolo, l’azione energizzante, detossinante e di rinforzo del sistema immunitario. Per la produzione di OLIVUM®, Evergreen Life Products seleziona esclusivamente foglie d’olivo di origine certificata, assolutamente naturali, totalmente prive di additivi chimici e provenienti da particolari “cultivar” ricchi di Oleuropeina. Grazie ad uno stretto rapporto di collaborazione con le Università di Trieste e Padova, OLIVUM® è costantemente analizzato nella sua composizione e nei suoi benefeci, a garanzia di un ingrediente naturale, efficace e di qualità, dedicato al benessere quotidiano delle persone.
Partendo da OLIVUM® quale componente base, Evergreen Life Products ha sviluppato una vasta gamma di prodotti, tutti Made in Italy, composta da: Olife, l’integratore alimentare che contiene ben il 93% di Infuso di Foglie d’Olivo e disponibile anche in versione monodose da 70 ml; Osprint, integratore ricco di sali minerali, ideato appositamente per gli sportivi; Ojelly, gelatine di frutta disponibili nei gusti arancio, mela verde e lampone, ideali sia per la prima colazione che per una merenda sana ed equilibrata; Chocolivum, gli unici cioccolatini con OLIVUM®; Olisan, il primo igienizzante e deodorante per ambienti a base di OLIVUM®; gli integratori per animali Olicat e Olidog; “Mediterranean Secret”, la linea di prodotti naturali per la cura di viso, corpo e capelli ricchi di OLIVUM® e privi di parabeni, siliconi e oli minerali; la linea “Natural Care”, pensata per i piccoli ed importanti gesti quotidiani di cura della persona di cui fanno parte dentifricio, collutorio lenitivo e shampoo riequilibrante; infine, la linea “Alexandra Cosmetics”, dedicata alle pelli più mature e composta da crema anti-age 24H e siero viso.
Alla qualità dei prodotti, Evergreen Life Products ha associato una ben precisa strategia commerciale, identificando nel Network Marketing la formula vincente per la distribuzione. Il passaparola si conferma infatti come lo strumento più adatto per diffondere la cultura legata ai benefici di OLIVUM® e, ad oggi, sono migliaia gli Incaricati di Vendita Indipendenti che se ne fanno portavoce e ai quali l’azienda offre una concreta opportunità professionale. Consapevole dell’importanza rivestita dal capitale umano all’interno della propria struttura, nel 2013 l’azienda ha creato Evergreen Life Academy, un’accademia formativa per tutti gli Incaricati di Vendita organizzata in corsi base commerciali ed in corsi di formazione personale, utili ad apprendere ed aggiornare le tecniche di vendita.
Associata Avedisco (Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori), l’azienda ha saputo creare un modello d’impresa di tale successo da essere preso come oggetto di studio dalla Newcastle University Business School (UK) nel 2016.
Il percorso di crescita di Evergreen Life Products è esponenziale: nel 2016 l’azienda ha realizzato un fatturato di 13 milioni di Euro, moltiplicando i ricavi nel corso di soli 4 anni. Un risultato frutto sia dei continui investimenti in Ricerca & Sviluppo sia dell’espansione verso nuovi mercati, possibile grazie alle 4 aziende compartecipate strategicamente locate in Spagna, Austria, Russia e USA. Queste si aggiungono al quartier generale situato a San Giovanni al Natisone dove hanno sede gli uffici amministrativi ed operativi, nonché la logistica nazionale ed europea.
Profondamente legata al territorio da cui trae origine e desiderosa di investire sui giovani, Evergreen Life Products, nel 2014, ha fondato la Evergreen Life Foundation Onlus, l’associazione di solidarietà sociale nata con l’obiettivo di supportare attraverso borse di studio i giovani meritevoli che si distinguono nella scuola, nello sport e nelle discipline artistiche.
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Faculty Profiles: Diego Edisson Cortés Velásquez and Francesco Chianese
The George L. Graziadio Center for Italian Studies at California State University, Long Beach is excited to welcome and introduce two new scholars from Italy. See below for their bios and research interests:
Diego Edisson Cortés Velásquez
Diego Edisson Cortés Velásquez is a Full-Time Lecturer in the Department of Romance, German, Russian Languages and Literatures (RGRLL) at California State University, Long Beach. In 2013 he received his Ph.D. in Linguistics and Teaching Italian as a Second Language from the Università per Stranieri di Siena, with a doctoral thesis entitled, “Oral Intercomprehension and Metacognition.” His research fields and project areas include: Intercomprehension in Romance Languages and Plurilingual Education, Cross-cultural pragmatics, Task-based Language Teaching, Approximation in Speech, and Translation Studies. He is also the co-coordinator of the DISDIR Project (DIsdette e altre Strategie DI Rifiuto / Cancellations and other refusal strategies). His impressive academic career has led him to teaching positions in prestigious universities both in Italy and abroad. His publications include Intercomprensione orale: ricerca e pratiche didattiche (2015) [Oral Intercomprehension: Research and Teaching Practices], several book chapters, and journal articles, including “Analizzare i manuali per l’insegnamento delle lingue: strumenti per una glottodidattica applicate” (2018) [Analyzing Language Textbooks: Tools for Second Language Teaching].
Francesco Chianese
Francesco Chianese is Fulbright Scholar-in-Residence at California State University, Long Beach, where he teaches Italian-American literature and culture. He holds an MA in Contemporary Italian Literature from the University of Naples Federico II, and a PhD in Comparative Literature (Italian and American Literature) from the University of Naples L’Orientale, where he wrote a thesis on father and son representations in Pier Paolo Pasolini’s and Philip Roth’s fiction. He published a book on Pasolini, “Mio padre si sta facendo un individuo problematico”: Padri e figli nell’ultimo Pasolini (1966-75) (Milan 2018), and wrote on Don DeLillo, John Fante, F. S. Fitzgerald, Pasolini, Roth, Walter Siti, and topics related to the representation of the Italian diaspora and the Italian American experience for the journals Italian Studies (2018), Il Mulino (2016), Between (2015, 2016) and Iperstoria (2014), and in the volumes Italia Transculturale: Il sincretismo italofono come modello eterotopico (ed. by D. Reichardt and N. Moll, Florence 2018), Harbors, Flows and Migrations: The USA in/and the World (ed. by V. Bavaro, G. Fusco, S. Fusco and D. Izzo, Newcastle Upon Tyne 2017), Scrivere tra le lingue (ed. by D. Comberiati and F. Pisanelli, Roma 2017) and Le attese (ed by E. Abignente and E. Canzaniello, Napoli 2016).
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Nata a Washington Hall il 14 luglio 1868, Gertrude Margaret Lowthian Bell era Al Khatun, la regina del deserto, oltre ad essere archeologa, alpinista, linguista, scrittrice, fotografa, cartografa e ufficiale politico dell’Arab Bureau, aperto in Egitto dall’intelligence britannica nel 1916.
Primogenita di una famiglia benestante, la Bell a 16 anni s’iscrisse al Lady Margaret Hall di Oxford, dove si diplomò a pieni voti in materie storiche in soli due anni.
Dopo essersi laureata in Storia moderna all’Università di Oxford, e aver viaggiato per diversi mesi nell’Est Europa e in Asia tra Bucarest e Teheran, la Bell compì due giri del mondo, nel 1897-1898 e nel 1902-1903.
In seguito decise di approfondire sul campo la conoscenza e lo studio del mondo arabo, facendo viaggi fin nel cuore dell’Arabia Saudita, esperienze che le permisero di acquisire informazioni e stringere relazioni con i capi arabi, di cui rispettò sempre la cultura e le tradizioni.
Ma il suo viaggio più pericoloso lo compì a Hāʾil, al centro dell’Arabia Saudita, la roccaforte dei rivali degli Ibn Saud, sostenuti dagli inglesi e pertanto avversi a Gertrude.
La Bell rischiò la vita, ma alla fine si diresse verso la Siria raccogliendo preziose informazioni per gli inglesi.
Oltre a diversi dialetti arabi d’area, Geltrude parlava il farsi e il turco e, allo scoppio della prima guerra mondiale, alti funzionari di Londra le chiesero di far parte, con il grado da ufficiale, in questo caso onorifico, dei servizi segreti militari inglesi.
Nel 1916 fu nominata segretaria per l’Oriente a Baghdad, un ruolo che segnò il suo destino e il futuro dell’Iraq, costituito unendo le tre province ottomane di Mosul, Bassora e Baghdad, e che ha portato molti storici a definirla come la fondatrice del neonato Stato.
L’archeologia e lo studio dell’architettura, sua passioni giovanili, rimasero sempre il cuore degli interessi personali della Bell, che fu anche la promotrice della fondazione del Museo archeologico di Baghdad nel 1923, due anni dopo la creazione della monarchia in Iraq.
Sul versante politico, la Bell focalizzò i suoi sforzi sullo sviluppo e l’assetto istituzionale dell’area mesopotamica, dove Faisal, figlio dello sceriffo hascemita della Mecca, divenne Re dello Stato dell’Iraq.
La conoscenza dei luoghi e delle persone le permise di porre fine ad antichi odi tribali e la tutela delle minoranze fu un obiettivo che perseguì sempre con tenacia, per la creazione di uno Stato arabo e filo-inglese.
La Bell ebbe anche delicati compiti istituzionali nell’apparato istituzionale britannico, fu il consigliere politico a Bassora in Iraq nel 1916, poi disegnò cartografie dettagliate per individuare rotte sicure per l’Esercito Britannico dislocato nel Paese.
Nel 1921 partecipò, come esperta orientalista, alla Conferenza del Cairo del 1921, con Lawrence d’Arabia, dove veniva deciso l’assetto mandatario inglese per l’area giordano-irachena.
Gertrude Bell morì il 12 luglio 1926 a Baghdad, e qui fu sepolta con gli stessi onori di un fondatore della nazione, quale effettivamente lo fu.
La Bell ha lasciato in eredità al mondo il Gertrude Bell Papers, attualmente conservato presso la Newcastle University, uno straordinario archivio fotografico e documentario dei suoi viaggi e incontri.
Gertrude Bell Tra l’Europa e il deserto Nata a Washington Hall il 14 luglio 1868, Gertrude Margaret Lowthian Bell era Al Khatun, la…
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Gagliato, le università studiano la rivoluzione urbana del piccolo centro Docenti di Newcastle, ospiti in paese, si confrontano con i colleghi di Reggio e Cosenza
#calabria#calabriawebtv.it#gagliato#nanogagliato#newcastle#rivoluzione urbana gagliato#telemia sede di soverato
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SPADE DELL'ETA' DEL BRONZO E LORO UTILIZZI
SPADE DELL’ETA’ DEL BRONZO E LORO UTILIZZI
Una squadra guidata da studiosi dell’Università di Newcastle ha esaminato migliaia di scalfitture sulle spade dell’Età del Bronzoe ha organizzato singolari esperimenti di archeologia sperimentale attraverso combattimenti usando repliche delle antiche armi. Lo scopo è comprendere come i guerrieri di quel periodo avrebbero potuto adoperare quelle armi, le tecniche di combattimento utilizzate, la…
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#Andrea Dolfini#Bronze Age Combat Project#Raphael Hermann#spade Età del Bronzo#Università di Newcastle
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BinCam: osservati in casa nostra.
Mi sono sempre chiesto se con il continuo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza arriveremo un giorno ad esserne completamente invasi : telecamere per la sicurezza , per il controllo del traffico , afflusso di gente ecc. Mai però potremmo pensare di essere controllati in casa. La realtà è ben diversa.
Infatti una ricerca di team di studenti dell' università di Newcastle ha pensato di posizionare un dispositivo nella parte interna del bidone della spazzatura che tutti noi abbiamo in casa facendo fotografie ogni qualvolta si chiuda il coperchio e postando su Facebook tutto ciò che noi buttiamo. L'obbiettivo è quello di informarsi gli uni con gli altri di ciò che buttiamo per far si che si esegua un corretto smaltimento dei rifiuti o raccolta differenziata grazie ai consigli che chiunque potrà darci sul social network o facendo leva sulla paura della gente ad essere etichettata su una piattaforma come Facebook come 'incivile' . (Qui il video per capire come funzioni "BinCam" ).
(Dispositivo BinCam installato su un bidone.Fonte :Google immagini)
Personalmente sono impaurito da queste invenzioni , impaurito perché sembra che ormai tutto debba essere controllato , anche i nostri rifiuti e magari essere anche giudicati o etichettati come incivili se buttassimo qualcosa di sbagliato fra la nostra immondizia . La pensa così anche il giornalista del "The Guardian" Leo Hickman (Qui l'articolo) e aggiunge che questo è un altro esempi di come usare il "bastone" ( in questo caso usando la vergogna che gli utenti del social inducono verso colui che ricicla in maniera scorretta) per far si che la gente ricicli .
(Fotografie del contenuto del bidone caricate su Facebook. Fonte: Google immagini)
Sembra che però i ricercatori stiano riscontrando problemi futuri per quanto riguarda la privacy e il dubbio degli effettivi benefici portati alla società, lo confermano in un documento da loro scritto ( Qui l'articolo). Sapremo solamente con il passare del tempo se questo progetto sarà respinto o verrà accettato , cambiando completamente le regole del "gioco" della privacy.
Di Carloalberto Urbano
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