#Trekking Birmania
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giudittapills · 2 years ago
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Ma che cos’è il Nord della #Thailandia? Vivo ogni minuto di questo viaggio senza caricarlo di alcuna particolare aspettativa. Ma, ve lo dico, alla provincia di #chiangmai si può chiedere molto, senza temere d’essere delusi. Chiang Mai stessa è bella da morì. Uscire al mattino presto e entrare per primi nel complesso del tempio del #CrystalBuddha e del Buddha in marmo di 2800 anni fa è stato divino. E non c’è altro da dire. I templi sono tantissimi, qui. Ogni decoro urla bellezza, ogni fiore perfezione, ogni colore meraviglia. A Chiang Mai abbiamo pure beccato una mega festa, quindi ci siamo goduti anche la fiera di paese: cibo, casino e persone; tanto di tutto, normalmente dentro, attorno o vicino al giardino di un tempio. Ma Chiang Mai vuol dire anche Parco Nazionale. Vuol dire #trekking, immersi in una natura che ripaga ogni passo, ogni fatica nell’umido e nel caldo, con forza, potenza, acqua, piante, animali. Tutto sano. Tutto VIVO. Per una volta, vale la pena anche per viaggiatori non troppo convenzionali, lasciarsi portare da chi organizza gite e scegliere, fra le tante opzioni possibili, quella più adatta a sè. Noi ci siamo scoppiati una dozzina di km piuttosto wild, il primo giorno, anche incrociando elefanti al lavoro, serpenti verdi sottili e bufali a bagno; poi, il secondo giorno, siamo saliti di quota, facendo un po’ più di viaggio in auto, quindi due ore di #PhaDokSiew, sentiero tenuto a regola d’arte, fra #bambù, #caffè, cascate, risaie, ficus mangioni e villaggi #Kareen. Il #doiinthanon è anche la vetta più alta della Thailandia, 2565 metri celebrati da #QueenandKingPagodas e un giardino meraviglioso, dove i cavoli sono belli quanto i fiori più belli. Si è quasi in Birmania, lassù. Cambiano gli occhi delle persone e i colori degli abiti, anche nel mercato #Hmong. E fa freddo. Per due giorni siamo stati accompagnati da persone squisite, che non si sono risparmiate mai. Vero è che ci sarebbe voluto un altro massaggio dai monaci del tempio del centro città, per chiudere in bellezza. Ma, si sa, non tutto è possibile. Si mette il punto con un’ultima cena da mercato e via. #giudittapills #travelphotography #instagood #igthailand (presso Chiang Mai, Thailand) https://www.instagram.com/p/CmJoxDiPrhq/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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wholenesswanderer-blog · 7 years ago
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Day 186, "children's joy at Mandalay slums" . . #mandalay, #football, #fishermenvillage, #blackandwhite, #wanderlust, #travel, #traveling, #traveldeeper, #travelblogger, #travellife, #instatravel, #traveltheworld, #globetrotter, #adventuretravel, #exploretheworld, #backpacking, #solotravel, #worldnomads, #intothewild, #hiking, #trekking, #mountainlovers, #peaceandlove, #mindfulness, #meditation, #instadaily, #mobilephotography, #myanmar, #burma, #birmania
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El Lago Inle en Myanmar, pescadores tradicionales y huertos flotantes.
En el Lago Inle, este paisaje acuático en el corazón de Myanmar, todo sucede sobre el agua: se pesca, se rescata tierra para abonar, se planta, se recolecta, se reza, se lían cigarrillos en hojas de maíz, se compra, se vende, se transita, se cose, se come, se duerme, se ama. Se vive.
El lago es el territorio de los Intha, “los hijos del lago” y su modo de vida no ha variado prácticamente nada en…
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linguario · 4 years ago
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here: https://youtu.be/qw34vOfJITI 🇿🇦🇳🇦 5️⃣1️⃣ 51 Afrikáans - afrikaans - Afrikaanos Die #wet van die #wêreld is om #voordeel te trek uit ander, anders wil ons hê dat ander ons moet benut. 🇰🇷 5️⃣2️⃣ 52 Coreano - hangugeo - Korean #세상의 #법칙은 다른 사람을 이용하는 #것입니다. 그렇지 않으면 다른 사람이 우리를 이용하기를 원합니다. 🇱🇰 5️⃣3️⃣ 53 Cingalés - සිංහල - Sinhala #ලෝකයේ #නීතිය වන්නේ අන් අයගෙන් #වාසි ලබා ගැනීමයි, එසේ නොවුවහොත් අන් අය අපෙන් වාසි ලබා ගැනීමයි. 🇸🇪 5️⃣4️⃣ 54 Sueco - svenska - Swedish #Världens #lag är att #dra-nytta av andra, annars vill vi att andra ska dra nytta av oss. 🇹🇭 5️⃣5️⃣ 55 Tailandés - ภาษาไทย - Thai #กฎของ #โลก คือการ #เอาเปรียบ ผู้อื่��มิฉะนั้นเราต้องการให้ผู้อื่นใช้ประโยชน์จากเรา 🇹🇷 5️⃣6️⃣ 56 Turco - türkçe - Turkish #Dünyanın #kanunu başkalarından #yararlanmaktır, aksi takdirde başkalarının bizden yararlanmasını isteriz. 🇺🇦 5️⃣7⃣ 57 Ucraniano - украї́нська - Ucrainian #Закон #світу полягає у тому, щоб #скористатися перевагами інших, інакше ми хочемо, щоб інші скористалися нами. 🇻🇳 5️⃣8️⃣ 58 Vietnamita - Việt - Vietnamese Quy #luật của #thếgiới là #lợidụng người khác, nếu không, chúng ta muốn người khác lợi dụng mình. 🇲🇰 5️⃣9️⃣ 59 Catalán - català - Catalan La #llei del #món és #aprofitar-se dels altres, sinó volem que els altres s'aprofitin de nosaltres. 🇲🇲 6️⃣0️⃣ 60 Birmania - Myanmar - Birmano #လောက #နိယာမသ #ည်အခြားသူများ၏အားသာချက်ကိုရယူရန်ဖြစ်သည်။ (en South Africa) https://www.instagram.com/p/CN6MZHKhTPB/?igshid=d6p8by8ijpc8
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Paese montuoso, senza sbocchi sul mare, il Laos confina con la Cina, la Birmania, il Vietnam, la Thailandia e la Cambogia. Architettura colonialista francese, templi, monaci, siti unesco e una birra di tutto rispetto, questo piccolo paese incastonato regala forti emozioni. Il processo di modernizzazione che è stato avviato nei territori vicini non ha avuto spazio qui, complice la storia del paese che fino al 1989 è stato isolato. Da questa data in poi, sono state aperte le frontiere ai turisti, che di certo non mancano nemmeno ora. Il Laos è meno noto di alcuni paesi vicini ma ha davvero molto da offrire e in un clima ospitale e rilassato. Diverse etnie si incontrano, la cultura buddista affascina e ci sono grandi bellezze naturali ancora poco contaminate. Se non scegliete di partecipare ad un tour organizzato, ma state organizzando un viaggio indipendente all’avventura, è bene conoscere prima gli spostamenti interni da fare. Oltre le mete più famose, come ad esempio la capitale Vientiane o Luang Prabang o la Piana delle Giare, c’è infatti molto altro da scoprire. Laos: cosa vedere? Centri urbani e luoghi più sperduti tra le attrattive del Laos. La parola d’ordine è esplorare per non perdersi proprio niente di questa piccola gemma asiatica. Da semplici passeggiate e spostamenti in bicicletta o tramite battello, fino al trekking, elenchiamo di seguito una serie di località da visitare assolutamente, durante una vacanza in questa porzione di mondo. Vientiane Capitale del paese, si trova sulla sponda sinistra del fiume Mekong e al confine con la Thailandia. Monumenti? Certamente! Tra i più famosi, il Pha That Luang, il più importante a livello nazionale. Simboleggia sia la religione buddhista che la sovranità politica del Laos. C’è poi il Patuxai, l’Arco di Trionfo di Vientiane, dedicato ai caduti per la lotta per l’indipendenza dalla Francia. I templi: Wat Si Saket tra i più antichi, Haw Pha Kaeo arte sacra anche qui. Il Wat si Muang invece custodisce il lak meuang ovvero il pilastro fallico considerato come la dimora dello spirito della città. Ci sono diversi templi più piccoli e discreti, altrettanto affascinanti e molto amati dai locals. Xieng Khuan in lingua lao, il Buddha Park, a pochi km dalla capitale è uno stravagante parco dove si trovano diverse statue di Buddha appunto e divinità induiste. Creato dall’artista Luang Pu, uno sciamano. La sera, il lungo Mekong si accende e si può fare shopping nelle bancarelle del night market. Luang Prabang La meta più turistica e frequentata, la città è dal 1195 è nella lista di patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Pur essendo presa più d’assalto, non perde la sua essenza a livello paesaggistico e culturale. Il Palazzo Reale (Haw Kham) che oggi è un museo, Wat Xieng Thong il monastero per eccellenza e il Wat Mai altro tempio importante. La collina Phou Si permette di godere di una vista eccezionale. Salendo i gradini si potrà ammirare un incredibile tramonto sul fiume. Ci sono poi le grotte di Pak Ou dove dietro una parete rocciosa si custodisce un luogo di culto e un po’ più lontane, le cascate di Kaung Si con piscine naturali. Infine nel centro città, c’è un mercato notturno dove artigiani espongono la loro merce. Nam Ha Una delle aree protette del Laos, uno dei diversi parchi nazionali. Chi ama l’eco-turismo apprezzerà moltissimo questo luogo al nord del paese, che offre la possibilità di vedere animali come elefanti e tigri oltre ad un elevato numero di specie diverse di uccelli. Sempre parlando del cuore verde del paese, vale la pena segnalare, tra gli altri, anche il Bokeo Nature Reserve creato per la protezione dei gibboni e il Phou Khao Khouay in cui poter vedere l’orso asiatico e il leopardo maculato. Piana delle Giare. Un altopiano misterioso, in cui sono presenti centinaia di giare in pietra arenaria. I siti più importanti sono tutte intorno a Phonsavan. L’origine e il significato sono sconosciute, la spiegazione più accreditata è quella di una funzione funeraria. Si Phan Don Le isole del Mekong. Ebbene sì, questo straordinario fiume regala anche le cosiddette “quattrocento isole”, un arcipelago in realtà di migliaia di isole. Durante il periodo di secca affiorano e permettono ai contadini di coltivare riso e cereali. Le più visitate sono Khong, Det e Khon. Se sarete fortunati potrete avvistare i rari delfini dell’Irrawaddy. Le località da visitare nel Laos di certo non sono solo queste, ci sono grotte (ad esempio, Konglor), piccole cittadine (Savannakhet) o posti più remoti che richiedono spostamenti maggiori per essere raggiunte ma che regalano emozioni indimenticabili. Diversi itinerari da poter seguire, anche in base alle attività che si vogliono svolgere. Il silenzio regna spesso sovrano insieme alla calma di un luogo pacifico e accogliente. Laos: cosa sapere Quando andare? Il clima in questa zona vicina alla Thailandia è tropicale, il periodo meno piovoso quindi più secco è quello che va da novembre a marzo, dunque il periodo migliore in cui visitarla. L’estate invece ha temperature elevate a causa di una percezione del calore maggiore dovuta alla forte umidità. Indossare vestiti impermeabili è essenziale così come scegliere più strati, meglio mettere in valigia un abbigliamento adatto alla pianura e alla montagna. Se si ha intenzione di superare i 1000 metri, sono consigliati vestiti di mezza stagione. Il cibo ha influenze francesi e del sud-est asiatico. Citiamo due dei piatti tradizionali: il laap a base di carne tritata (pollo o anatra) e il Tam Mak Houng che è un’insalata di papaya. Rinomatissima la birra Lao. La popolazione è amichevole e ospitale, lo scorrere del tempo lento. Lasciatevi conquistare da Laos, la “Terra del milione di elefanti”. https://ift.tt/35vvt3i Laos, viaggio nel cuore dell’Asia: cosa vedere Paese montuoso, senza sbocchi sul mare, il Laos confina con la Cina, la Birmania, il Vietnam, la Thailandia e la Cambogia. Architettura colonialista francese, templi, monaci, siti unesco e una birra di tutto rispetto, questo piccolo paese incastonato regala forti emozioni. Il processo di modernizzazione che è stato avviato nei territori vicini non ha avuto spazio qui, complice la storia del paese che fino al 1989 è stato isolato. Da questa data in poi, sono state aperte le frontiere ai turisti, che di certo non mancano nemmeno ora. Il Laos è meno noto di alcuni paesi vicini ma ha davvero molto da offrire e in un clima ospitale e rilassato. Diverse etnie si incontrano, la cultura buddista affascina e ci sono grandi bellezze naturali ancora poco contaminate. Se non scegliete di partecipare ad un tour organizzato, ma state organizzando un viaggio indipendente all’avventura, è bene conoscere prima gli spostamenti interni da fare. Oltre le mete più famose, come ad esempio la capitale Vientiane o Luang Prabang o la Piana delle Giare, c’è infatti molto altro da scoprire. Laos: cosa vedere? Centri urbani e luoghi più sperduti tra le attrattive del Laos. La parola d’ordine è esplorare per non perdersi proprio niente di questa piccola gemma asiatica. Da semplici passeggiate e spostamenti in bicicletta o tramite battello, fino al trekking, elenchiamo di seguito una serie di località da visitare assolutamente, durante una vacanza in questa porzione di mondo. Vientiane Capitale del paese, si trova sulla sponda sinistra del fiume Mekong e al confine con la Thailandia. Monumenti? Certamente! Tra i più famosi, il Pha That Luang, il più importante a livello nazionale. Simboleggia sia la religione buddhista che la sovranità politica del Laos. C’è poi il Patuxai, l’Arco di Trionfo di Vientiane, dedicato ai caduti per la lotta per l’indipendenza dalla Francia. I templi: Wat Si Saket tra i più antichi, Haw Pha Kaeo arte sacra anche qui. Il Wat si Muang invece custodisce il lak meuang ovvero il pilastro fallico considerato come la dimora dello spirito della città. Ci sono diversi templi più piccoli e discreti, altrettanto affascinanti e molto amati dai locals. Xieng Khuan in lingua lao, il Buddha Park, a pochi km dalla capitale è uno stravagante parco dove si trovano diverse statue di Buddha appunto e divinità induiste. Creato dall’artista Luang Pu, uno sciamano. La sera, il lungo Mekong si accende e si può fare shopping nelle bancarelle del night market. Luang Prabang La meta più turistica e frequentata, la città è dal 1195 è nella lista di patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Pur essendo presa più d’assalto, non perde la sua essenza a livello paesaggistico e culturale. Il Palazzo Reale (Haw Kham) che oggi è un museo, Wat Xieng Thong il monastero per eccellenza e il Wat Mai altro tempio importante. La collina Phou Si permette di godere di una vista eccezionale. Salendo i gradini si potrà ammirare un incredibile tramonto sul fiume. Ci sono poi le grotte di Pak Ou dove dietro una parete rocciosa si custodisce un luogo di culto e un po’ più lontane, le cascate di Kaung Si con piscine naturali. Infine nel centro città, c’è un mercato notturno dove artigiani espongono la loro merce. Nam Ha Una delle aree protette del Laos, uno dei diversi parchi nazionali. Chi ama l’eco-turismo apprezzerà moltissimo questo luogo al nord del paese, che offre la possibilità di vedere animali come elefanti e tigri oltre ad un elevato numero di specie diverse di uccelli. Sempre parlando del cuore verde del paese, vale la pena segnalare, tra gli altri, anche il Bokeo Nature Reserve creato per la protezione dei gibboni e il Phou Khao Khouay in cui poter vedere l’orso asiatico e il leopardo maculato. Piana delle Giare. Un altopiano misterioso, in cui sono presenti centinaia di giare in pietra arenaria. I siti più importanti sono tutte intorno a Phonsavan. L’origine e il significato sono sconosciute, la spiegazione più accreditata è quella di una funzione funeraria. Si Phan Don Le isole del Mekong. Ebbene sì, questo straordinario fiume regala anche le cosiddette “quattrocento isole”, un arcipelago in realtà di migliaia di isole. Durante il periodo di secca affiorano e permettono ai contadini di coltivare riso e cereali. Le più visitate sono Khong, Det e Khon. Se sarete fortunati potrete avvistare i rari delfini dell’Irrawaddy. Le località da visitare nel Laos di certo non sono solo queste, ci sono grotte (ad esempio, Konglor), piccole cittadine (Savannakhet) o posti più remoti che richiedono spostamenti maggiori per essere raggiunte ma che regalano emozioni indimenticabili. Diversi itinerari da poter seguire, anche in base alle attività che si vogliono svolgere. Il silenzio regna spesso sovrano insieme alla calma di un luogo pacifico e accogliente. Laos: cosa sapere Quando andare? Il clima in questa zona vicina alla Thailandia è tropicale, il periodo meno piovoso quindi più secco è quello che va da novembre a marzo, dunque il periodo migliore in cui visitarla. L’estate invece ha temperature elevate a causa di una percezione del calore maggiore dovuta alla forte umidità. Indossare vestiti impermeabili è essenziale così come scegliere più strati, meglio mettere in valigia un abbigliamento adatto alla pianura e alla montagna. Se si ha intenzione di superare i 1000 metri, sono consigliati vestiti di mezza stagione. Il cibo ha influenze francesi e del sud-est asiatico. Citiamo due dei piatti tradizionali: il laap a base di carne tritata (pollo o anatra) e il Tam Mak Houng che è un’insalata di papaya. Rinomatissima la birra Lao. La popolazione è amichevole e ospitale, lo scorrere del tempo lento. Lasciatevi conquistare da Laos, la “Terra del milione di elefanti”. Laos è un affascinante Paese situato nel cuore del Sud-Est asiatico dove è possibile immergersi nella natura e nalla cultura del posto in modo unico.
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emiliopez · 5 years ago
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Conocí a "Los Cuatro Fantásticos" el pasado diciembre en Kalaw, Birmania, cuando buscaba un guía de trekking para cruzar las montañas para ir al lago Inle. Estaban de pie junto a la entrada del mercado, y mientras caminaba me apuntaron con sus armas. Todo lo que pude hacer fue rendirme. Se veían demasiado duros como para enfrentarme a ellos...
I met "The Fantastic Four" last December at Kalaw, Burma, when looking for a trekking guide to cross the mountains to go to the Inle Lake. They were standing by the market entrance, and as I walked by they pointed their guns at me. All I could do was surrendering. They looked too tough as to confront them...
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culturizando · 7 years ago
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#UnDíaComoHoy: 26 de agosto en la historia
El 26 de agosto es el 238.º día del año. Quedan 127 días para finalizar el año. A continuación te presentamos una lista de eventos importantes que ocurrieron un día como hoy 26 de agosto.
-1665: Abraham Ihle descubre el cúmulo globular M22.
-1740: nace Joseph-Michel Montgolfier, inventor francés, que junto con su hermano Jacques-Étienne, crearon el globo aerostático.
-1789: la Asamblea Constituyente francesa aprueba la Declaración de los Derechos del Hombre y del Ciudadano. Inspirada en la declaración de independencia estadounidense de 1776, marcó el fin del Antiguo Régimen y el advenimiento de una nueva era. En ella se reconoció el derecho a la propiedad, a resistirse a la opresión, seguridad, igualdad, libertad.
-1821: se inaugura oficialmente la Universidad de Buenos Aires.
-1885: nace Jules Romains, autor y poeta francés.
-1899: nace Rufino Tamayo, reconocido pintor mexicano.
-1910: nace en Albania, Agnes Gonxha Bojaxhiu, más tarde conocida como la Madre Teresa De Calcuta, religiosa católica célebre por su brillante labor humanitaria en la India, al lado de los más pobres. Tras su muerte en 1997, fue beatificada por el Papa Juan Pablo II en el año 2003.
-1914: nace Julio Cortázar, escritor argentino. Cortázar fue un escritor, renovador del género narrativo, especialmente del cuento breve, tanto en la estructura como en el uso del lenguaje. Se nacionalizó francés, como protesta ante la toma del poder de las diferentes juntas militares en Argentina, fue un autor plenamente integrado en la literatura hispanoamericana. Es considerado uno de los escritores más innovadores y originales de su tiempo, maestro del cuento, la prosa poética y la narración breve en general, creador de importantes novelas que inauguraron una nueva forma de hacer literatura en Latinoamérica, rompiendo los moldes clásicos mediante narraciones que escapan de la linealidad temporal y donde los personajes adquieren una autonomía y una profundidad psicológica pocas veces vista hasta entonces. Entre sus obras destacaron: La Otra Orilla 1945. Bestiario 1951, Final del Juego 1956, Las Armas Secretas, 1959, Los Premios 1960, Historias de Cronopios y de Famas 1962, Todos los Fuegos el Fuego1966, Octaedro 1974. Deshoras 1982, Divertimento 1986 (obra póstuma) y Rayuela 1963, es la novela más trascendental del escritor argentino Julio Cortázar. Considerada como una de las novelas más influyentes de la literatura hispanoamericana contemporánea.
-1936: primera transmisión mundial de TV, realizada por la British Broadcasting Corporation, mejor conocida como la BBC.
-1940: se funda la Universidad de Costa Rica, en San José, Costa Rica.
-1952: un avión de reacción británico realiza por primera vez en un día el vuelo de ida y vuelta sobre el Océano Atlántico.
-1961: Birmania se convierte en la primera república budista del mundo.
-1971: nace Thalía, reconocida cantante, actriz y empresaria mexicana.
-1972: con presencia de 121 países y 10.088 deportistas, se inauguran en Munich las XVII Olimpiadas de la Era Moderna. Durante su transcurso, Septiembre Negro, grupo terrorista palestino, secuestró a la delegación israelí asesinando a 2 de sus componentes y, tras un rescate desastroso, murieron 9 más. Los Juegos se clausuraron el 11 de septiembre.
-1976: nace Amaia Montero, cantante española.
-1980: nace Chris Pine, actor estadounidense. Conocido por ser parte del elenco de Star Trek, Unstoppable, Jack Ryan, Hell or High Water, Wonder Woman, entre otras.
-1980: nace Macaulay Culkin, actor estadounidense. Reconocido por ser el protagonista de películas como Home Alone, The Good Son y Ri¢hie Ri¢h.
-2004: muere Laura Branigan, cantante estadounidense, famosa por la versión de la canción ‘Gloria’ de Umberto Tozzi (n. 1957).
La entrada #UnDíaComoHoy: 26 de agosto en la historia aparece primero en culturizando.com | Alimenta tu Mente.
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casafabrizia · 8 years ago
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Growing up 👫 (Hsipaw, Burma | JANUARY 2017)
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luigiviazzo · 6 years ago
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Birmania, Scacchi, Gioco del Futuro
How to Play #Burmese #Chess - #Sittuyin https://youtu.be/ebRVTzKSP-0 https://en.wikipedia.org/wiki/Sittuyin
By https://www.facebook.com/giocodelfuturo/
Davvero mitici gli #scacchi e le #scacchiere, allestiti su più piani, della serie classica di #StarTrek (quella del Capitano #Kirk e del Signor #Spock per intenderci). Really legendary chess and chessboards, set up on several floors, of the classic Star Trek series (that of Captain Kirk and Mr. Spock to be clear). Vere fabulosae latrunculorum et latrunculorum tabulae, in pluribus contignationibus, classicae series Star Trek (#Dux Kirk et Mr. Spock). http://luigialfonsoviazzo.altervista.org/scacchi-che-passione-astronomica/ https://www.facebook.com/SportCuriosity/
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icilaoscambodge · 6 years ago
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Paysage de trek pendant un mois d'août entre Kalaw et le lac Inlé Voir mon article ici : https://bit.ly/trek-kalaw-lac-inle . . . #birmanie #birmania #travel #voyage #southeastasia #travelasia #travelling #traveler #beautifuldestinations #wanderlust #travelphotography #travelgram #travelblog #beautifulplaces #beautiful #blog #travelblogger #worldtravelpics #picoftheday #photooftheday #instagood #travelphotography #neverstopexploring #worldcaptures #beautifuldestinations #southeastasia #trek #kalaw #inle (à Kalaw) https://www.instagram.com/p/BpW1c1SF8WM/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=vztgbj6am570
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andreainthailandia · 6 years ago
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Parco Nazionale di Kaeng Krachan: 6 cose che ho fatto e qualche consiglio pratico!
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Phetchaburi e il Parco Nazionale di Kaeng Krachan:
se solo penso che pochi giorni prima dalla partenza per Phetchaburi  le notizie dei telegiornali e le immagini di alluvioni e straripamenti trasmesse dalla TV stavano per farci cambiare programma, mi ritengo fortunato perché alla fine al parco nazionale di Kaeng Krachan ci siamo andati, siamo stati benissimo e di pioggia ne abbiamo beccata relativamente poca!
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Vi dirò di più: anche se gran parte dei quasi 3.000 km² del parco in questa stagione sono chiusi al pubblico, andare a Phetchaburi durante il periodo del passaggio dei monsoni significa ritrovarsi padroni assoluti di un intero resort, trovare zero traffico e mischiarsi al turismo locale senza sgomitare con cinesi schiamazzanti o russi alticci (sempre che poi ci vadano da quelle parti visto che preferiscono di gran lunga Pattaya). Partiamo dal perché della scelta di Phetchaburi . Un paio di settimane prima eravamo andati al mare. Tempo fantastico, spiagge deserte. Potevamo bissare ma invece abbiamo deciso di passare la Festa della Mamma a contatto con la natura. E cosi ci siamo messi a tavolino a spulciare il sito in inglese con i Parchi Nazionali Tailandesi e quello forse con una grafica meno accattivante ma pur sempre interessante del Dipartimento dei parchi nazionali, della fauna selvatica e della conservazione delle piante. La mappa della Thailandia con appuntati quelli non ancora visti e non impossibili da raggiungere con il poco tempo a disposizione ha fatto il resto. DESTINAZIONE:  IL PIÙ GRANDE PARCO NAZIONALE DELLA THAILANDIA!
Il Parco Nazionale di Kaeng Krachan è stato dichiarato parco nazionale nel 1981e con una superficie di ben 2.914 km² è in assoluto il parco più grande di tutta la Thailandia. Si estende a cavallo delle province di Phetchaburi e Prachuap Khiri Khan, lungo il confine con la Birmania e fa parte del Western Forex Complex che copre ben 18.730 km² attraverso 19 siti protetti tra Birmania e Thailandia. Per decidere di partinre queste poche informazioni ci sono state più che sufficienti! Il Parco Nazionale Kaeng Krachan è famoso per la sua fauna selvatica, per le nebbie mattutine e per i suoi due fiumi principali, i fiumi Phetchaburi e Pran Buri, e il bacino artificiale della diga Kaeng Krachan.
Il picco più elevato, che si trova lungo il confine birmano e sfiora i 1500 metri, lo abbiamo visto solo da lontano perché come molti altri sentieri per il trekking segnalati nel parco, il percorso che ne consente la scalata è chiuso al pubblico da oramai oltre 4 anni (e le guardie non sanno se verrà riaperto o meno visti i problemi che nella zona ci sono).
All’interno del parco vivono 57 specie conosciute di mammiferi, ben 420 specie di uccelli e circa 300 specie di farfalle. Noi però orsi, tigri, macachi dalla coda mozza, cervi ed elefanti selvatici non ne abbiamo visti nonostante abbiamo passato gran parte del tempo nei boschi.
Scelto il parco abbiamo dovuto scegliere dove soggiornare e cosa vedere.
Bell’inghippo. Non conoscendo affatto la zona ci siamo affidati ai consigli di un’amica e, per la prima volta, ce ne siamo pentiti. Non che il resort consigliato non fosse comodo, accogliente, pulito e carino, anzi. Per quello che abbiamo pagato abbiamo decisamente avuto più di quanto aspettato! Il problema è che si trova fuori dal parco, a una 25cina di chilometri.
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Il The Canal Garden Resort (cliccando qui il sito ufficiale) è a metà strada fra il mare e il parco, immerso nel verde con tanto di lago e torrente, circondato da piantagioni di banani e ananas. Una piscina molto bella e camere spaziose e pulite. Offre inoltre molte attività ricreative – compresa una parete artificiale per le arrampicate. Ma quei 25 chilometri verso il lago o verso l’ingresso del parco o gli oltre 30 verso le sorgenti calde sembrano interminabili da quelle parti dove il segnale GPS è debole e i cartelli stradali sono esclusivamente in tailandese nel 90% dei casi. Sinceramente, se lo scopo è vedere il parco scegliete una struttura più verso le montagne (come ad esempio il Boathouse Paradise Resort o il Wang Won Resort – che se anche meno belli sono decisamente più adatti allo scopo).
Ed eccoci finalmente all’elenco di quello che siamo riusciti a fare noi, a parte starcene a poltrire in piscine o a leggere in giardino:
Delle sorgenti termali calde di Nong Ya Plong ve ne ho parlato qualche tempo fa ma non mi stanco di dire che sono state una piacevole (ri)scoperta del piacere di divertirsi e stare bene con il nulla e facendo nulla.
  Wildlife Friends Foundation Thailand (WFFT): oltre alle sorgenti abbiamo cercato di trascorrere una giornata nel centro del Wildlife Friends Foundation Thailand (WFFT), senza però riuscirci. Colpa nostra che siamo andati senza avvisare e al nostro arrivo una volontaria (decisamente scontrosa e poco disponibile) ci ha detto che senza prenotazione non si può accedere, non si possono fare foto, non si possono fare domande e non si po’ neppure parcheggiare fuori dai recinti dove sono tenuti gli animali.
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Diga Kaeng Krachan Dam: venne ufficicialmente inaugurata da Re Bhumibol (Rama 9) e da sua moglie nel 1966. Si tratta di una diga terrestre lunga 760 m e alta 58 m, con un bacino di 46,5 km. Oltre a produrre elettricità, serve come riserva per l'irrigazione, l'approvvigionamento idrico e la pesca. Oltre alla passeggiata panoramica dalla cima della diga parte un bel sentiero che si addentra nei boschi. Noi ci abbiamo trascorso una giornata intera ma solo il punto panoramico si visita in un apio di ore scarse.
Farfalle del Ban Krang Camp: come perdersi lo spettacolo di così tante farfalle? Questo punto di osservazione del parco non è facile da raggiungere ma vale la pena organizzare l’escursione perché a me non era mai capitato di vedere così tante farfalle tutte insieme. Non sono un esperto ma credo che ci sia un motivo dietro tale abbondanza. Un consiglio pratico: se non avete un pick-up non avventuratevi oltre il torrente. Parcheggiate e risalite il ruscello lungo il sentiero. La passeggiata è semplice e molto rilassante.
Cascate Thor Thip: sono piccole e ci vogliono 3 ore in salita per percorrere i 9 chilometri la campo Phanoen Thung Camp (che è più ad ovest – verso la Birmania - rispetto al Ban Krang Camp). Una bella passeggiata nei boschi. Il sentiero in certi punti è sdrucciolevole per cui evitatelo se non avete le scarpe adatte – e per di più dicono ci siano diversi serpenti non proprio innocui.
Cascate Guangzhou: nella parte più orientale del parco. Sono piuttosto famose fra i tailandesi essenzialmente per 2 motivi. In primo luogo sono facilissime da raggiungere. In secondo luogo nel fine settimana ci fanno un mercato che in realtà è un ristorante galleggiante che offre la possibilità di mangiare a poco prezzo.
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Ovviamente non posso non darvi almeno un paio di consigli su dove mangiare: 2 ristoranti dove ci siamo trovati così bene (per atmosfera e cibo) che abbiamo optato per tornarci una seconda volta:
- Krua Mee Raphụng Phochna ครัวแม่รำพึงโภชนา che che è la mia translitterizzazione dal tailandese visto che il posto non ha un nome in inglese. Qui ci siamo fermati all’andata e ci siamo ripassati al ritorno perché prezzi stracciati e cibo ottimo. Per praticità ecco la mappa su google
- Raan Maok Isaan Gin Gium ร้านมะกออีสาน จิ้มจุ่ม anche in questo caso al è la mia translitterizzazione. Si trova in un piccolo villaggio (Tha Yang) e lo abbiamo scelto la prima sera perché unico ristorante con un po’ di vita dopo le 9 di sera. La seconda sera siamo tornati perché il cibo e l’atmosfera c’erano davvero piaciute! Prezzi ottimi – menù non disponibile in inglese ma basta lasciarsi consigliare dalle cameriere o guardare le figure. Qui sotto la mappa
In realtà devo ancora parlarvi delle grotte, ma non posso certo dirvi tutto in una sola volta.
Non conosciamo mai il valore dell’acqua finché il pozzo non si prosciuga Thomas Fuller
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wholenesswanderer-blog · 7 years ago
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Day 191, bamboo pole climbing to celebrate the Independence Day @Thabarwavolunteering Community, Thanlyin, Myanmar. . Myanmar got its independence from the United Kingdom on 4 January 1948. . . #thanlyin, #thabarwacentre, #volunteering, #strength, #wanderlust, #travel, #traveling, #traveldeeper, #travelblogger, #travellife, #instatravel, #traveltheworld, #globetrotter, #adventuretravel, #exploretheworld, #backpacking, #solotravel, #worldnomads, #intothewild, #hiking, #trekking, #mountainlovers, #peaceandlove, #mindfulness, #meditation, #instadaily, #mobilephotography, #myanmar, #burma, #birmania
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Trekking en Myanmar. De Kalaw al lago Inle.
Búfalos de agua arando los campos, chiles secándose al sol, olor a jengibre y cúrcuma, arrozales infinitos, diferentes tribus y sabor a té en cada aldea. Myanmar nos abrió su corazón más puro, su paisaje más rural y étnico, en este trekking en Myanmar desde Kalaw al Lago Inle.
“Abrid los ojos. No tengáis miedo ni verguenza de hablar con las tribus con las que conviviréis. Preguntad todo lo que os…
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elviajemehizoami · 7 years ago
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En #Myanmar hay mucha gente que vive de la agricultura. Durante el #trekking que va desde #Kalaw al #LagoInle pudimos ver de primera mano las duras condiciones de vida de estas personas. Esto no les dificulta sacar una sonrisa y saludar a los extranjeros que pasamos cerca de ellos. * * * * * * * * * * * * #igersmyanmar #birmania #iatiporelmundo #elviajemehizoami #vivimosdeviajes #dromomaniacxs #myanmartrip #myanmarburma #myanmarphotos #mochilerosmyanmar #myanmarbackpacker #senderismo #senderismomyanmar #myanmartrekking #hayazgosemanal #photooftheday #sueñoviajero #felizdomingo #pickofday http://ift.tt/2HoZk1Y
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porlapuertatrasera · 7 years ago
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DÍAS 18 y 19 - VUELTA A YANGON Y OPERACIÓN RETORNO A MADRID Se acabó el #AnaPisaMyanmar. Ahora sí que sí. Toca guardar todas estas imágenes en la memoria, volver a casa y empezar a pensar cuál será el próximo destino. Porque puedo dejar de hacer muchas cosas, pero no pienso dejar de viajar. El domingo arranca madrugando. Bus y avión para volver a Yangón. Ya estuvimos dos días en esta ciudad que no me gustó absolutamente nada, así que eso y lo extremadamente cansada que estoy son razones más que suficientes para decidir pasar toda la tarde en el hotel. Necesito tumbarme y dedicar la tarde a leer, escribir y despejar la cabeza con pelis para terminar de cargar pilas para la vuelta. Me voy a dormir temprano. El lunes nos esperan muchas horas de vuelos. A las 5:30 salgo del hotel. Aeropuerto. Primer vuelo de 7 horas de Yangon a Doha. Escala de 3:30 horas. Aburrimiento y vuelo de 8 horas de Doha a Madrid. A las 21.40 del lunes aterrizo en Barajas. Al día siguiente toca ir a trabajar, así que espero la maleta, me despido de los compis de viaje (a muchos de los cuales se que volveré a ver), llamo a Uber y a casa. Ya tengo ganas de pillar mi cama y mis rutinas. En el camino de vuelta escribo este cierre del viaje y algunas cosas que he aprendido. 1. Viajar con amigos y por libre es definitivamente lo que más me gusta, pero viajar con un grupo de desconocidos también puede ser maravilloso. He compartido esta aventura con 15 personas de las que hace 3 semanas no sabía absolutamente nada y vuelvo con algunas amistades en el bolsillo que espero sigan asentándose en Madrid. He conocido más gente, más historias, más vidas y eso me hace ampliar la mirada y crecer. Y bueno... también he bebido decenas de mojitos y caipirinhas por las noches  2. El Myanmar de pagodas, stupas y templos de Bagan es alucinante. Una de las imágenes que no se me va a borrar de la retina son los no-atardeceres viendo a mis pies la llanura verde de acacias y roja de caminos de tierra salpicada de pagodas mires a donde mires. Pero ese Myanmar de pagodas también empacha y ha habido más de un día en el que he sentido que no podía entrar en ninguna más. Por suerte, el viaje estaba bien planificado para ir alternando días de pagodas con muchas otras cosas molonas que hacer  3. Como contrapunto estaba la preciosa Myanmar más rural. La verde, la de preciosos campos sembrados, la de aldeas con gentes de mirada curiosa y permanente sonrisa en la cara. Me guardo en un lugar muy especial los 3 días de trekking entre Kalaw y el lago Inle. No me voy a olvidar de ese sol que te abrasa, esa humedad que te hace sudar a chorros y esa lluvia intensa que te cala de pies a cabeza en un par de minutos. 4. Le reservo un lugar especial a los días en el lago Inle. Definitivamente es mi lugar favorito de este país y sé bien por qué. Es un perfecto resumen de Birmania: templos, verde, agua y gentes. 5. Myanmar te deja los pies más que sucios, asquerosos. Entrar y salir en pagodas es sinónimo de quitarte y ponerte zapatos. Andar descalzo por ellas te deja las plantas de los pies negras, los talones resecos y el empeine requemado. Sobre todo en las que están más sucias y por las que vas pisando restos, en el mejor de los casos, de cacas de paloma, murciélago o monos. 6. He estado 20 días fea y pegajosa. Pero no me importa. Ya os he contado mi teoría de que una está más fea en un viaje cuanto más lo está disfrutando. Combinad sudor con reflex en cantidades industriales para los mosquitos y con crema solar +50 para no morir abrasada. ¿Resultado? Cara y cuerpo brillantes y sudorosos que son el mejor antídoto contra cualquier posibilidad de ligar. Pongo punto final al #AnaPisaMyanmar, pero esto no acaba aquí. Tengo que pensar si monto vídeo del viaje y lo comparto. Os debo un par de post más que tengo pensados sobre política del país y budismo. Y tengo que contaros algún libro más que he leído y un par de películas y documentales que he visto. Mientras tanto, ya estoy pensando en el próximo destino y tengo un par de candidatos muy molones. Como os decía al principio, no pienso dejar de viajar nunca. Una vez leí en un bar un cartel que decía que somos el resultado de los libros que leemos, los viajes que hacemos y las personas que amamos. Y no puedo estar más de acuerdo. Todo eso es lo que nos hace crecer, así que dejar de leer, de vivir, de amar o de viajar es pecado.
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horacioibanez · 8 years ago
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Myanmar: Una realidad paralela
En Yangon, ex capital de Myanmar se manejaba por la mano izquierda, como les gusta a los ingleses, ya que este país fue colonia británica, hasta que el dictador de turno consultó con su astrólogo –otros dicen que tuvo un sueño- y este le reveló que la única manera de enmendar el rumbo era volver a manejar por la derecha. Entonces de un día para otro en ese país del sudeste asiático todos tuvieron que empezar a manejar por ese lado, pero en los autos que habían sido diseñados para la otra forma.
Es que Myanmar, que hasta 1989 se llamaba Birmania, es como una realidad paralela, un pedazo de un mundo que parece que ya no existe, pero que todavía está ahí aunque no está claro por cuanto tiempo más. Un estado que se viene despertando de varias décadas de dictadura militar, liberado por monjes budistas que salieron a protestar y por una líder carismática, Aung San Suu Kyi, que estuvo encerrada en su casa por décadas, que fue premio Nobel de la Paz y que hoy se pasea con su sarong de seda, ajustado como se usa acá, entre los líderes más poderosos del mundo.
Yangon es la ciudad más grande de Myanmar y su centro comercial e intelectual, aunque ya no sea el político. Acá en Yangon Neruda fue diplomático y se enamoró de una mujer que al parecer lo persiguió hasta Bangladesh para celarlo. En la misma época estaba George Orwell en Mandalay y luego en un pueblo del Delta actuando de policía. Me gusta imaginarme que los dos escribían bajo las mismas noches calurosas de la época de los monzones y que después los dos visitaban el bar del Hotel Strand, una joya colonial que hoy está cerrada por renovaciones y que enfrenta el gran río Bago.
Allá en donde Neruda vivió están los edificios antiguos de la colonia venidos a menos, intervenidos por el musgo y la pobreza y esa mezcla asiática de olor a comida, incienso y meado de gato.
A mi mujer, como a mi mamá y mi abuela, le encanta encontrar comparaciones odiosas con Chile en sus viajes. Es como si así les fuera más fácil hacerse del lugar, entender a la gente, sentirse menos turistas. Entonces decimos que esta ciudad es como un Valparaíso del Plan antes de ser destrozado por las inmobiliarias de edificios clonados.
La liberalización política y económica le está dando nuevos aires al país, y de a poco hoteles, tiendas de diseño y restoranes pequeños empiezan a tomarse parte de esos edificios. Comemos en uno que podría ser un local en Manhattan y terminamos tomándonos unas cervezas en un bar en donde tocaban jazz de Coltrane. Ahí el guitarrista californiano se nos acerca a conversar y cuenta que lleva tres años en Yangon y que hace poco tiempo no existía ahí ningún bar con música en vivo. Llega también el trompetista, un aficionado que lleva cuatro años en Myanmar a cargo de un grupo de prospección de petróleo. Dice que su mujer está en casa cuidando a los niños y tiene un tic en el ojo derecho que nos hace sospechar de todos sus dichos.
Las mujeres son atractivas y los hombres el reflejo del punto medio entre China e India. Sonríen, pero son tímidos. Casi no hablan inglés y los pocos que lo hacen se escuchan como si tuvieran un puñado de clavos en la boca. Por su puesto que nos preguntan de donde somos y nadie sabe que hay algunos millones de habitantes en esa larga y angosta franja de tierra, paraíso fitosanitario como le gusta declararnos el SAG. Los Myarmonesianos o Myarmanenses andan de Sarong escocés elegante y camisa blanca. Las mujeres siempre usan Sargón largo hasta el tobillo. No se ven muchos jeans o pokemones por acá. Las calles del centro son un mercado de comida vivo. Nos preguntamos en cada esquina por qué en Chile las autoridades le tienen tanto miedo a la comida callejera si es tan rica y sana. Nos comemos una cosas de nombre impronunciable y compramos unos duraznos que no son duraznos.
Nos vamos a acostar tarde a nuestro hotel medio pelo de papel mural dorado desde le cual vemos la gran Pagoda de Shwedagon, dorada entera también, pero de láminas de oro pagadas por los fervientes budistas. Es la pagoda más sagrada del país ya que contiene algunas reliquias de Buda, entre ellas un trozo de tela y ocho cabellos de él.
La guinda del pastel en un viaje de una semana a Bagan, uno de los lugares arqueológicos y espirituales más importantes de este lado del mundo, a unos 600 kilómetros al norte de Yangon. Después de ocho horas en bus cama que no es cama, llegamos a  nuestro hotel , el Bagan Thande Hotel, que alguna vez fue elegante y recibió a alguien de la realeza inglesa y que hoy es como una reliquia de un pasado mejor. Estamos en frente del río Ayeryarwady, que es como un mar de grande. Barcos inmensos cargando desde troncos de bosques nativos (¿dónde está Greenpeace cuando se lo necesita?) hasta turistas alemanes con impecables zapatos de trekking y cámaras con zoom astronómicos lo cruzan de arriba abajo esta bella arteria que comunica al país entero con el mar.
Afuera del hotel arrendamos dos motos eléctricas chinas para recorrer la zona. Es una tontería, pero como no suenan es como si fueran de mentira. Comenzamos a dar vueltas a perdernos por la zona protegida entre pagodas de miles de años. Son casi tres mil templos en total, varios de ellos en el suelo tras el último terremoto en Agosto del 2016. Todas responden a diferentes épocas de diferentes reinados y monarcas. Todas dedicados a Buda, cada uno de ellos con una o más imágenes de él, casi siempre sentado en posición de Loto, representando alguna mudra (gesto sagrado) diferente. Es conmovedor. Nos compramos gorros de paja en vez de cascos porque el calor es de locos y no perdemos entre cultivos de maní y palmeras y más templos y pagodas.
Hasta que sol empieza a esconderse detrás de las montañas, detrás del río, entonces nos encaramamos a uno de los templos y vemos un de los atardeceres más memorables que recuerdo. Hay árboles distintos, nim, pimientos, más palmeras y templos y sus pagodas, algunas de oro y otras de un ladrillo rojo que se hace con esa misma tierra rojiza. Y nosotros ahí con un par de turistas israelitas que toman café en botella de litroymedio plástica, a la espera del momento exacto en que el sol se esconde. Entonces la luz se pone rojiza y todo se enciende de ese naranjo kitsch de las postales. Los que lo construyeron lo habrán hecho para el solo deleite de ese preciso momento, imaginamos. Los grillos empiezan a cantar, nos vamos de vuelta para comer en un restaurante vegetariano que recomienda la guía Lonely Planet, tan silenciosos como nuestras motos.
Myanmar o Burma o Birmania. La llamamos Burma porque nos suena más poético y es como el nombre de su cultura. Un país aún resolviendo probleas étnicos y religiosos, aún en tránsito a una democracia, es un lugar que hay que visitar antes que los turistas se lo devoren y su gente pierda la inocencia y todo se convierta en una Disneylandia arqueológico como Machu Pichu o Angkor Wat.
Myanmar es un botín para el viajero difícil de entender, pero fácil de amar. Si por casualidad le gusta viajar a Asia y gastar miles de horas en vuelos y paradas ridículas en aeropuertos monstruosos, éste es un lugar que vale la pena ser incluido entre los destinos imperdibles del viajero.
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