#Tradizioni Alessandria
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Provvedimenti viabili ad Alessandria: Trasloco e festa dei Santi Antonio e Biagio
Due eventi, due regolamentazioni. Alessandria si prepara a gestire il traffico per garantire ordine e sicurezza in occasione di un trasloco in via Inviziati e del posizionamento di banchi per la vendita di dolciumi in via Venezia durante la festa dei Sant
Due eventi, due regolamentazioni. Alessandria si prepara a gestire il traffico per garantire ordine e sicurezza in occasione di un trasloco in via Inviziati e del posizionamento di banchi per la vendita di dolciumi in via Venezia durante la festa dei Santi Antonio e Biagio. 1. Trasloco in via Inviziati – 9 gennaio 2025. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio Stampa del Comune di Alessandria, il…
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Vigilia di Natale da Nord a Sud: la tradizione non passa mai di moda
a cura di Jacopo Scafaro Vigilia di Natale da Nord a Sud: la tradizione non passa mai di moda Regione che vai...usanza che trovi! Il cenone della vigilia di Natale nel Belpaese abbraccia gusti e antiche tradizioni che si tramandano di casa in casa, di generazione in generazione. Viaggio gastronomico tra le tavole d'Italia, tra il vin brulè lombardo e i ghiotti fritti del Sud. Regione che vai…
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Tradizioni nella gioielleria russa e sovietica dal XII al XX Secolo
Pусское и советское ювелирное искусство XII -XX векoв
Saggi : Irina Aleksandrovna Rodimceva, Emma Petrovna Cernucha, Natalja Ivanovna Korovina
Fotografie : A.V. Elizarov
Cassa di Risparmio di Alessandria - Edizioni WR, Alessandria 1988, 142 pagine, 20x20cm,
euro 30,00
email if you want to buy : [email protected]
Per la prima volta in Italia è stato possibile ammirare oggetti la cui squisita fattura viene arricchita e nobilitata dalla patina del tempo. I 32 pezzi provenienti dalle raccolte dell'Armeria del Cremlino (orecchini, bracciali, corone, croci e collari, scatole e tabacchiere) coprono infatti un arco di tempo che dal XII secolo arriva fino ai primi anni del '900 in una continuità di gusto e di stile che resterà nella cultura del popolo russo e che, ripresa dalle fabbriche sovietiche, arriva fino a noi.
24/07/23
orders to: [email protected]
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twitter:@fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano
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tumblr: fashionbooksmilano
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Una domenica tra i campi di zafferano: colori, tradizioni e sapori unici
Una domenica tra i campi di zafferano: colori, tradizioni e sapori unici
L’associazione “Sole sui Sicani”, in collaborazione con l’azienda agricola “Noro” di Alessandria della Rocca, offre un’occasione unica per immergersi nei campi fioriti di zafferano, esplorando colori vividi e profumi intensi di questa preziosa spezia. L’iniziativa si terrà domenica 10 e 17 novembre, con un programma che unisce natura, cultura e tradizioni culinarie siciliane. A dare il benvenuto…
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I performer che saliranno sul palco dello Spazio211
Federico Sanesi inizia a studiare percussioni in giovanissima età con i maestri Italo Savoia e Enrico Lucchini. In seguito con David Searcy presso la Civica Scuola di Musica di Milano. Si nutre di numerose e fondamentali esperienze artistiche con suo padre Roberto Sanesi, artista, poeta e traduttore. Dal 1980 viaggia in India, dove intraprende lo studio del Tabla con il Maestro Pt.Sankha Chatterjee tra Venezia, Calcutta e Berlino. Il suo lavoro di musicista si volge all'integrazione di diverse culture e linguaggi musicali ed extra musicali come teatro, danza, cinema, arti visive e poesia. Dal 2001 insegna Tabla nel Dipartimento “Tradizioni musicali extraeuropee ad indirizzo Indologico” presso il Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza. Ha svolto attività didattica anche presso i Conservatori di Alessandria, Cagliari, Milano, Padova, Parma e Brescia. Ha tenuto concerti in Europa, Africa, Asia, Nord e Sud America, suonando con musicisti di tutto il mondo.
Nuria Sala Grau è nata a Barcellona, in Spagna. Ha studiato le tecniche di danza moderna Graham e Limon a Losanna, Svizzera e ha continuato la sua formazione nella danza classica e contemporanea in Francia, Lione e Parigi. Ha lavorato con la compagnia di danza "Cecil P. Booth", diretta da Chantal De Launay, e al Conservatorio di Vicenza. Nel 1988 incontra Savitry Nair, con la quale inizia gli studi di Bharatanatyam. Ballerina di danza contemporanea, Nuria ha scelto l’India come luogo di formazione e la guida di celebri maestre come Krishnaveni Lakshmanan e Kamala Rani. Il suo lavoro oggi la porta a rileggere in chiave moderna e occidentale la secolarità di questa danza ieratica, dalle origini millenarie.
Barbara Giuliani, nata a Pescara nel 1979, ha frequentato il collettivo Voici la Bombe e Cochonnerie Labile; ha fondato due piccole case editrici, Barrette Indipendenti e le edizioni trepuntinidisospensione; è stata slammer e MC per PoetrySlamAbruzzo; è redattrice per la sezione Odile della rivista Neutopia; da gennaio 2019 insegna scrittura poetica presso la Scuola Macondo di Pescara; con Debora Vinciguerra, la trilogia di installazioni di poesia reale (Eptá - 2912 metri sul livello del mare - Velanidiá); direttrice artistica del FLAP (Festival di libri e altre cose sezione Poesia). Ha pubblicato le raccolte di poesia Bergamo Mantova solo andata (BCE Samiszdat - 2009), Floppy (Autoprodotto - 2015), Cloroformio (Prospero Editore - 2016), L’Aria Rancida (Gli elefanti edizioni - 2018), Bianca (Neo Edizioni - 2022), Occidente (Round Midnight Edizioni - 2023). Al Premio Roberto Sanesi presenterà una performance tratta dal suo ultimo poema inedito, Materia Madre.
#V Premio Roberto Sanesi#Performer#Barbara Giuliani#Federico Sanesi#Nuria Sala Grau#21 Settembre#Spazio211#Torino
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Il Carnevale tradizione della Magna Grecia
Alcune tradizioni in Calabria affondano le proprie radici nell’antica Magna Grecia e hanno in comune l’elogio alla primavera, alla vita, alla rinascita! Il 4 febbraio 2024 si è svolto il carnevale tradizionale di Alessandria del Carretto (CS), un piccolo borgo immerso nel Parco Nazionale del Pollino a 1000 m. s.l.m. Non esiste solo la maschera napoletana Pulcinella, ma anche quella calabrese.…
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Le coste mediterranee: approdo a tesori millenari
Il Mar Mediterraneo, con le sue coste mozzafiato e la storia ricca, è una delle regioni più affascinanti e culturalmente ricche del mondo. Circondato da tre continenti - Europa, Asia e Africa - il Mediterraneo ospita una vasta varietà di paesi, ciascuno con le sue peculiarità geografiche e culturali. In questo viaggio, esploreremo la diversità delle coste mediterranee e i tesori nascosti di questa affascinante regione. Coste mediterranee: Europa Le coste italiane del Mediterraneo sono celebri per la loro bellezza senza tempo. Dalla Costa Amalfitana con le sue pittoresche città affacciate sulle scogliere, come Positano e Amalfi, alla Costa Smeralda in Sardegna con le sue acque cristalline e spiagge di sabbia bianca, l'Italia offre una vasta gamma di paesaggi costieri. Le antiche rovine romane a Pompei e Ercolano aggiungono un tocco di storia millenaria alla già ricca esperienza mediterranea. Le coste greche, punteggiate da antiche rovine e isole incontaminate, sono una delle perle del Mediterraneo. Dalla Costa Ionica con le sue spiagge di sabbia finissima alle scogliere bianche di Santorini, la Grecia offre una varietà di paesaggi che mescolano l'antico e il moderno. Le rovine di Atene, i templi di Delphi e i monasteri delle Meteore sono testimonianze tangibili della ricca storia culturale greca. Le coste spagnole del Mediterraneo riflettono la diversità culturale del Paese. Dalla vivace Barcellona alle tranquille spiagge della Costa Blanca, la Spagna offre una varietà di esperienze costiere. L'influenza moresca a Ibiza, la vibrante cultura catalana a Valencia e i tesori artistici di Malaga creano un mosaico di tradizioni e colori lungo la costa mediterranea spagnola. Il Mediterraneo e l'Oriente La Turchia è una nazione unica che funge da ponte tra Europa e Asia, e le sue coste mediterranee non fanno eccezione. Dalla cosmopolita Istanbul alle coste della Riviera Turca, la Turchia offre una combinazione affascinante di storia e bellezza naturale. Antiche città come Efeso e il paesaggio incantevole di Cappadocia sono solo alcune delle gemme che rendono unica la costa turca. Situato sulla costa orientale del Mediterraneo, il Libano offre una serie di città costiere come Beirut e Tripoli, che sono caratterizzate da una storia ricca e dalla fusione di diverse influenze culturali. Anche se la situazione politica attuale ha creato incertezze, la Siria si affaccia sulla parte orientale del Mediterraneo. Città costiere come Latakia e Tartus sono importanti centri sulla costa siriana. Israele ha una breve ma significativa porzione di costa sul Mediterraneo, con città come Tel Aviv e Haifa. La costa israeliana è nota per le sue spiagge vivaci e la vita notturna. Gaza e Cisgiordania (Territori Palestinesi): La Striscia di Gaza e parte della Cisgiordania, sono situati sulla costa orientale del Mediterraneo. La situazione in continua evoluzione rende importante considerare il contesto politico. Il Mediterraneo africano Spostandoci verso il lato africano del Mediterraneo, il Marocco aggiunge un tocco di magia e mistero alla regione. La città di Chefchaouen, con le sue case dipinte di blu, e le antiche medine di Marrakech sono affascinanti esempi della ricca cultura marocchina. Le coste del Marocco sono una fusione di paesaggi desertici e spiagge incontaminate che catturano l'essenza dell'Africa nordoccidentale. La costa settentrionale dell'Algeria si estende lungo il Mediterraneo, con città come Algeri (la capitale), Orano e Annaba. Anche la Tunisia si trova sulla costa orientale del Mediterraneo, con città costiere come Tunisi (la capitale), Sfax e Sousse. La Libia ha una vasta costa mediterranea, con città importanti come Tripoli, Bengasi e Misurata. Ultimo Paese della nostra carrellata, non per importanza o bellezza, è L'Egitto che si estende dal Mar Mediterraneo attraverso la penisola del Sinai fino al Mar Rosso. Le principali città costiere includono Alessandria, Il Cairo (vicino al delta del Nilo) e Port Said. in copertina foto di Russell_Yan da Pixabay Read the full article
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SABATO 18 MARZO 2023 - ♦️ SAN CIRILLO DI GERUSALEMME♦️ Cirillo di Gerusalemme (Gerusalemme, 313 o 315 – Gerusalemme, 18 marzo 386) è stato un vescovo e teologo greco antico, vescovo di Gerusalemme dal 350 circa al 386. Sia la Chiesa cattolica che la Chiesa ortodossa lo venerano come santo e ne celebrano la memoria il 18 marzo. Papa Leone XIII il 28 luglio 1882 lo proclamò dottore della Chiesa. Poco o nulla si sa della sua gioventù, nacque nel 313 o nel 315 a Gerusalemme, da genitori cristiani. Le informazioni che si hanno su di lui giungono dai contemporanei Rufino, Epifanio e Geronimo e da vari storici del V secolo tra cui Sozomeno, Socrate e Teodoro. Venne ordinato sacerdote dal vescovo Macario di Gerusalemme o dal suo successore Massimo III nel 335. Sotto Massimo III operò come sacerdote della Diocesi di Gerusalemme. Molto incline al dialogo e alla riconciliazione, partecipò alle dispute teologiche più importanti della sua epoca. Sulla disputa cristologica (la natura di Gesù Cristo), egli abbracciò la corrente di Eusebio di Cesarea, che si situava in una posizione mediana tra la teologia di Atanasio di Alessandria (che divenne poi quella accettata dalla Chiesa), e quella di Ario. Gli ariani non la accettavano, Atanasio sosteneva la consustanzialità (stessa natura del Padre), mentre Eusebio e Cirillo erano per una posizione dove Cristo era definito ὅμοιος (homoios, simile al Padre). Cirillo esercitò il suo ministero in una città che, dopo molti anni di violenze e di soprusi, tornava a suscitare l'interesse dei potenti. La madre dell'imperatore, Elena, vi si era recata nel 323, mentre nel 335 lo stesso imperatore Costantino fece erigere la basilica del Santo Sepolcro, che vide in seguito Cirillo operare e predicare. Sotto un altro imperatore, Giuliano, si tentò anche di ricostruire il Tempio di Gerusalemme distrutto duecento anni prima. Cirillo venne nominato vescovo nel 347 da Acacio vescovo di Cesarea. Tra i due sorsero quasi immediatamente forti attriti, sia per questioni amministrative che per questioni teologiche. Questi dissidi sfociarono nella condanna all'esilio, formulata da un concilio indetto dal patriarca Acacio nel 358: Cirillo venne accusato di (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/Cp7-XSOImGQ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Epidemie
Si dice spesso che un grande romanzo è quello che racchiude in sé, oltre sue le storie, un Tempo che il suo autore ha voluto fermare nelle sue pagine. Questa è ovviamente una delle possibili soluzioni alla domanda su cosa sia un grande romanzo, ma se vogliamo tenerla per buona, questo che ho appena finito di leggere è un grandissimo romanzo. Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006, torna con un libro che si rifà negli intenti ai romanzi storici dell’Ottocento, quelli di Tolstoj, di Manzoni, di Stendhal: Le Notti Della Peste (Einaudi) Lo è nella struttura, nell’incedere, nella costruzione della trama. Ma è allo stesso tempo tempo una grandiosa allegoria dei nostri tempi, soprattutto di un epocale biennio appena passato.
Tutta la storia è incentrata nei circa 240 giorni che sconvolsero l’isola di Mingher, tra aprile e ottobre del 1901: isola fittizia, è situata sulla rotta che da Alessandria d’Egitto porta a Smirne, non lontano da Creta. Perla dell’Impero Ottomano, in quei tempi sull’orlo della dissoluzione, è famosa per l’acqua di rose, la bellezza dei paesaggi e per la pacifica e centenaria convivenza tra i romei, ovvero le diverse popolazioni orientali di tutte le regioni dell'antico Impero bizantino che utilizzavano il greco come lingua franca nei servizi liturgici, per i commerci e gli affari, i musulmani e le altre minoranze. Ma dall’Asia sono arrivati, su una nave proveniente da Honk Kong, dei ratti portatori di peste. Ai primi segnali, su una nave che trasportava anche una principessa nipote del Sultano, Pakize, con suo marito medico, il dottor Nuri, scende il Dottor Bonkowski, il massimo esperto di malattie infettive dell’Impero, con il suo fido assistente, Dottor Ilias, tutte e due inviati dal Sultano. La prima cosa che trova Bonkowski è la reticenza delle autorità che non credono ci sia la peste, infatti tutto sembra scorrere come sempre: arrivano le navi dagli altri porti, le strade brulicano di commerci, i minareti e i campanili chiamano alla preghiera. Ma basta una settimana a Bonkowski per confermare, scientificamente, che è in atto un’epidemia di peste. Subito la voce percorre le strade, sono già in atto le prime azioni di contenimento e di quarantena, quando il Dottor Bonkowski viene trovato senza vita. Pochi giorni dopo stessa sorte toccherà al Dottor Ilias, avvelenato durante un pranzo. Il Sultano ordina al Dottor Nuri di indagare sulle morti dei due medici. In un drammatico crescendo di eventi, la peste dilaga, acutizzando e frantumando quell’equilibrio che aveva regnato, magari fittiziamente, sull’isola: ogni decisione ha troppe implicazioni politiche, religiose, di diplomazia internazionale (l’isola è contesa dalle grandi potenze europee che fiutano la malattia dell’Impero intero), dove si intrecciano vecchi dissapori, nazionalismo, paura della scienza, obblighi tradizionali. L’isola ne verrà totalmente sconvolta, in modi talmente travolgenti che la Storia verrà totalmente cambiata, facendo anche di chi era lì per altri motivi radice storica e comunitaria indelebile, pedina indiretta di una nuova speranza.
Questo è un libro monumentale, per l’idea mondo che contiene: le analogie, le sensazioni che trasmette nelle sue oltre 600 pagine, sono un motivo per ricordare ciò che tutta l’umanità ha appena passato, non si sa nemmeno ancora se definitivamente. È un affresco che brulica di personaggi, di strade e monumenti inventati, di personaggi storici e di religioni, tradizioni, profumini e cibi esotici, e che indaga a fondo e in maniera esemplare alcuni dei problemi dei nostri giorni: il legame tra paura e potere, tra particolare e generale, tra fede e ragione, tra pratica e scienza, tra passato, presente e futuro.
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Quando fai #toccataefuga ad #alessandria ma anche #pitstop per fare riferimento di #focacciadolce 🤩😋🤩😋 #focacciaalessandrina #sweet #flatbread #sweetflatbread #chrygemini #danilo #instafood #italyfood #fooditaly #tradizioni #cucinaitaliana #merenda #snack #snacktime #zucchero https://www.instagram.com/chrygemini/p/BxU97fGBNaw/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=hcu44fd05gn7
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Il 2025 è Arrivato: Tradizioni e Festeggiamenti nei Paesi Dove il Nuovo Anno È Già Iniziato
Un Viaggio Attraverso le Prime Celebrazioni del Nuovo Anno nel Mondo.
Un Viaggio Attraverso le Prime Celebrazioni del Nuovo Anno nel Mondo. Mentre alcuni Paesi aspettano ancora il conto alla rovescia, in altri il 2025 è già iniziato. Questo articolo ci porta in un viaggio attraverso le prime celebrazioni del nuovo anno, esplorando tradizioni uniche, curiosità e il modo in cui le culture di tutto il mondo accolgono il nuovo anno. Il Primo Saluto al Nuovo Anno: Le…
#Alessandria today#Australia capodanno#canti tradizionali#Capodanno 2025#Capodanno in Russia#capodanno nel mondo#capodanno sostenibile#celebrazioni globali#celebrazioni remote#comunità globali#connessioni globali.#Corea del Sud capodanno#digitalizzazione capodanno#eventi Capodanno#eventi internazionali#famiglia e tradizioni#festeggiamenti capodanno#festività culturali#Fiji capodanno#fuochi d’artificio Sydney#Giappone capodanno#Google News#italianewsmedia.com#Joya no Kane#Kiribati capodanno#natura e festività#Nuovi inizi#Oceania capodanno#Pier Carlo Lava#riti di purificazione
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Lacabòn e Santa Lucia: il sapore autentico di Alessandria
di Jacopo Scafaro Lacabòn e Santa Lucia: il sapore autentico di Alessandria La festa di Santa Lucia ad Alessandria è un tuffo nelle tradizioni, tra luci, profumi e ricordi. Protagonisti indiscussi sono i Lacabòn, dolcetti simbolo dell’identità alessandrina. Un pochino in ritardo rispetto al 13 dicembre, giorno della festa di Santa Lucia, oggi sono finalmente riuscito a mangiare di nuovo, come…
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Quel grazie che spesso manca.
Il dolore è grande per quei vigili, nel pieno della vita, morti per una truffa ad un’associazione.
3 morti e 3 feriti, sei famiglie nel dolore.
Sono in momenti come questi che bisognerebbe domandarsi a cosa serve litigare, al voler imporre le proprie idee senza condividerle, a non accettare il punto di vista altrui, da ognuna delle parti.
L’amore, la paura, l’odio, sentimenti umani che se ben indirizzati sono utili a confrontarsi, a crescere.
Ma che se sfuggono di mano dividono, portano a giudizi, al dolore.
In questi ultimi giorni si è molto parlato di tradizioni, culti, passato, presente, futuro, post su post, io per prima.
E poi il dolore di assistere alla morte di 3 eroi.
Questi giovani che sono la speranza del futuro, si perchè se ci sono ancora uomini che lavorano con stipendi che non sono certo alti, che affrontano la morte ogni giorno in nome della giustizia, che spesso devono adattarsi a non essere sempre capiti, con turni che comprendono feste e nottate di ronda e attenzione e poi vedono morire i loro compagni e sono ancora lì, allora c’è speranza.
E il mondo deve migliorare partendo da noi, glielo dobbiamo.
Lo dobbiamo alle loro famiglie, ai nostri figli e alla comunità.
Un abbraccio ai nostri vigili del fuoco e a tutte le forze dell’ordine ricordando che non sono lì solo per dar multe ma anche e sopratutto per proteggerci.
Quando si parla di educare al rispetto partiamo anche e sopratutto da questi concetti, ricordando il loro valore : sono eroi nel silenzio.
Non salgono sul palco, di loro si parla solo quando capitano vicende come quella di Alessandria.
Qui non c’è un’idea che divide: c’è solo onore, e un’applauso che unisce nel dire loro grazie.
Cesarina Briante
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/02/23/dialetti-salentini-pirumafu/
Dialetti salentini: pirumafu
di Armando Polito
In tempi in cui quasi tutte le emittenti televisive hanno fatto dei programmi di culinaria il fulcro dei loro palinsesti, chi non sa che la piròfila è una pentola, un tegame, un recipiente fabbricato con materiale resistente al fuoco?
L’importante, però,, è cucinare e poi, naturalmente, mangiare, per la qual cosa non tutti sanno che piròfila alla lettera significa amica del fuoco, perché, il vocabolo, pur essendo nato alla fine degli anni ’50 dello scorso secolo, utilizza le voci greche πῦρ antiche (leggi piùr), che significa fuoco, e φίλη (leggi file), che significa amica. Piròfila non è l’unico vocabolo moderno costruito con voci greche antiche; in particolare, fra quelle che hanno come primo componente πῦρ, basti ricordare pirotecnico (alla lettera: relativo all’arte del fuoco), piromane (alla lettera: pazzo per il fuoco) e, con πῦρ come secondo componente, il nome commerciale Tachipirina, in cui il suffisso diminutivo quasi indica l’effetto sul fuoco della febbre annunciato dal primo componente che è da ταχύς.(leggi tachiùs), che significa veloce, per cui il tutto evoca un prodotto che agisce velocemente sulla febbre.
L’atmosfera conviviale domestica, però, molto più delle suggestioni televisive, è in grado di fornire alimento, anche culturale. Non a caso della voce sdialettale del titolo avrei continuato ad ignorare l’esistenza se non fosse venuta fuori nel corso di una delle solite cenette con mio cognato Giuseppe Presicce al quale devo le tre foto di testa (raffiguranti, rispettivamente lastre di pirumafu e vista anteriore e posteriore di un forno costruito con questa pietra) per gentile concessione dell’azienda Mater carparo di Ezio Stifanelli..
Il pirumàfu mi obbliga, però, a parlare in prima battuta delle voci italiane corrispondenti sul piano solo formale, come vedremo, entrambe nate in epoca moderna La prima è piròmaca, usata anche nella locuzione selce piròmaca, detta anche pietra focaia.1 È la selce, quasi sempre organogena, che in noduli e straterelli si trova frequente nei calcari, specialmente in quelli giurassici e cretacei. Ha frattura scheggiosa o concoide, colore vario, grigio, giallastro, rossastro, bruno; sulle superficie esterne è spesso ricoperta da una patina farinosa bianca.
Tuttavia va detto che piròmaca è la riesumazione moderna di una voce antica, della quale tratterò a breve. Se la dimestichezza col fuoco della pietra focaia (utilizzata negli acciarini) giustifica il piròmaca della mineralogia, più sottile è il suo utilizzo in botanica. Si tratta dell’Artemisia Pyromacha, classificata da Domenico Viviani nel suio Florae Libycae specimen, Pagano, Genova, 1826. Da p. 54 ne riporto la scheda e la traduco:
(ARTEMISIA PYRONACA: Arbustiva, bianca. con le foglie frangiate verso l’apice o pennate; con foglioline ora integre, ora incise inferiormente arrotondate; superiormente solcate. Tab. XIII fig. 5. Il suo habitat è nel deserto della Grande Sirte.
Osserva: ho voluto che questa specie di Artemisia fosse ricordata perché di essa i nuovi viaggiatori diano notizia più completa. Tutti dettagli che posseggo mancano del fiore né mai toccò ad un nostro viaggiatore di vederla in fiore; forse <assalita dalla puntura di qualche insetto, dalla quale si trovano colpiti qua e là il suo stelo e i rami dai glomeruli coperti da una densa peluria setosa. Con questi glomeruli come alimento gli Arabi del deserto utilizzano le scintille scaturite dalla selce per attizzare il fuoco).
I piròmaca e pyromacha fin qui esaminati sono, dunque, rivisitazioni moderne di un termine antico che trova, proprio nella voce dialettale del titolo un precedente cronologico e non solo.
Pirumàfu è in uso solo nel Leccese e, in particolare, nella forma riportata nel titolo ad Alezio, Bagnolo, Galatina e Maglie, mentre la variante pilumafu è in uso a Cursi, Galatina, Sogliano, pilumàfiu ad Aradeo e Parabita, pilumacu a Specchia, pilumahu a Melpignano, piromaho a Martano, pilomafo a Corigliano, Soleto e Zollino.
Si tratta di un tipo di pietra usato nella costruzione di forni e camini per la sua spiccata proprietà refrattaria, come dimostra eloquentemente l’etimo. Tutte le voci riportate, infatti, sono dal greco πυρόμαχος (leggi piuròmachos), composto da πῦρ (leggi piùr), che significa fuoco, e dalla radice di μάχομαι (leggi màchomai), che significa combattere.
Oltre a πυρόμαχος attestato in Teofrasto (III secolo a. C.), De lapidibus, 9, esiste anche, con identica composizione, la variante più antica πυρίμαχος (leggi purìmachos) attestata da Aristotele (IV secolo a. C.), De mirabilibus ausuiltationibus,, XLVIII, in cui la nostra pietra entra nella purificazione del ferro: Λέγεται δὲ ἰδιοτάτην εἶναι γένεσιν σιδήρου τοῦ Χαλυβικοῦ καὶ τοῦ Μισικοῦ, συμφύεται γὰρ, ὤς γε λέγουσιν, ἐκ τῆς ἄμμμου τῆς καταφερομένης ἐκ τῶν ποταμῶν. Ταύτην δὲ οἱ μἑν ἀπλῶς φασι πλύναντας καμινεύειν· οἱ δὲ τὴν ὑπόστασιν τὴν γενομένην ἐκ τῆς πλύεως πολλάκις πλυθεῖσαν συγκαίειν, παρεμβάλλειν δὲ τὸν πυρίμαχον καλούμεον λίθον – εἶναι δ’ἐν τῇ χώρᾳ поλύν -. Οὗτος δ’ὁ σίδηρος поλὺ τῶν ἂλλων γίνεται καλλίων. Εἰ δὲ μὴ ἐν μιᾅ καμίνῳ ἐκκαἰετο, οὐδὲν ἄν. ὠς ἔοικε, διέφερε τἀργουρίου, μόνον δέ φασιν αὐτῶν ἀνίωτων εἶναι, οὐ поλὺν δὲ γίνεσθαι (Si dice che peculiare è la generazione del ferro calibico2 e misio3: nasce infatti, come dicono, dalla sabbia portata giù dai fiumi. Altri dicono semplicemente che dopo averla sciacquata la scaldano nella fornace, altri che bruciano il residuo della lavatura lavato più volte e vi aggiungono la pietra detta pirimaco -dicono che sia abbondante nella regione -. Questo ferro è di gran lunga migliore degli altri: infatti, se non fosse bruciato in un’unica fornace in niente, a quanto pare, differirebbe dall’argento e dicono che solo esso non arrugginisce, ma non ve n’è molto).
Solo per completezza riporto il lemma come risulta trattato, un po’ cripticamente secondo me, da Esichio di Alessandria (V secolo d. C.) nel suo glossario: πυρίμαχος ὁ ἐν τῇ †4 ἀνίκητος. καὶ λίθος ἀπὸ τοῦ συμβεβηκότος πυρίμαχος (pirimaco: l’invincibile [in battaglia] e pietra da quello che succede5 (detta) pirimaco. Faccio notare che le varianti pilumahu di Melpignano e piromaho a Martano con la loro aspirata che riproduce l’originale greca χ secondo me attestano l’antichità della voce cronologicamente anteriore, e di molto, rispetto alle voci italiane scientifiche ricordate.6
Per quanto riguarda la letteratura latina segnalo come semplice curiosità in quanto irrilevante ai fini di questa ricerca, la presenza di Pyromachus come nome proprio di persona. Si tratta di uno scultore ricordato da Plinio (I secolo d. C.) nel libro XXXIV della Naturalis historia.7
Appare evidente come la voce dialettale ha conservato il significato etimologico di quella greca riferendo la generica indicazione qualitativa a una delle numerose varietà8 di quella che genericamente è chiamata pietra leccese. il piromafu appunto, di colore giallo-verdastro con venature azzurre, dalla struttura omogenea, che per la sua resistenza al fuoco è molto utilizzato in lastre dallo spessore superiore ai 10 cm. nel rivestimento dei forni a legna. Ma c’è un ulteriore dettaglio non da poco: la sua porosità interna è in grado di catturare gli aromi del fumo della legna combusta e al calare della temperatura di rilasciarli conferendo al pane il tipico profumo.
Sarà lo stesso che sembra emanare dall’ambiente ritratto nella foto di chiusura tratta da immagine tratta da https://www.gliamicidelsalento.it/blog/tradizioni/lu-furnaru-il-fornaio/<<?
__________
1 La voce appare per la prima volta nella forma latina scientifica Pyromacha in Magnus von Bromell, Mineralogia, Kiesewetter, Stoccolma, 1739.
2 Di Calibe, città della Tracia.
3 Regione dell’Asia minore.
4 Lacuna nel testo, integrata solitamente con μἀχῃ, per cui la voce è interpretata violento come fuoco in battaglia.
5 Cioè dalla sua refrattarietà.
6 Da notare, rispetto alla voce attestata in Aristotele e Teofrasto (πυρόμαχος), la diastole (spostamento in avanti di una sillaba dell’accento), giustificata dal fatto che si tratta quasi di una regolarizzazione dovuta al fatto che la pronuncia piana è la più facile, anche perché un eventuale intermediario latino sarebbe stato piròmachos, essendo breve l’-α– dell’originale greco. Non è da escludere, però, una derivazione, più tarda, dalla forma presente in Esichio (πυρίμαχος).
7 CXXI Olympiade Eutychides, Euthycrates, Laippus, Cephisodotus, Timarchus, Pyromachus (Al tempo della 121a Olimpiade fiorirono Eutichide, Euticrate, Loippo, Cefisodoto, Timarco) … Pyromachi quadriga ab Alcibiade regitur (La quadriga di Piromaco è guidata da Alcibiade).
8 in ordine stratigrafico (tra parentesi la profondità in metri rispetto al piano di scavo: Oltre al pirumafu (2-4), la cucuzzara (4-6), la dura (6-11) particolarmente adatta per lastricati, la bianca (11-12) selezionata per la costruzione dei muri maestri, la dolce (12-16) preferita dagli scalpellini per la facilità di lavorazione, la saponara (17-18) in strati sottili e di scarso interesse merceologico, la gagginara (18-27) compatta e di coloro chiaro, molto apprezzata, occupa molto spesso il 50% del banco di coltivo, e la nera (27-30) usata in pavimentazioni tipiche.
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ALESSANDRIA. LE "BOTTEGHE STORICHE" DI ALESSANDRIA.
ALESSANDRIA. LE “BOTTEGHE STORICHE” DI ALESSANDRIA.
LE “BOTTEGHE STORICHE” DI ALESSANDRIA Questa settimana inizierà in Città la diffusione della pubblicazione dedicata alle “Botteghe Storiche” di Alessandria. Le Botteghe sono un patrimonio della Città, che gli alessandrini amano, nelle quali i turisti sono sempre più attratti da esperienze invitanti, possono assaporare e cogliere le tradizioni, le innovazioni, la storia, l’attualità e lo…
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DOMENICA 26 FEBBRAIO 2023 - 🔸SANT'ALESSANDRO DI ALESSANDRIA - I DOMENICA DI QUARESIMA🔸 Alessandro di Alessandria (Egitto, 250 – Alessandria d'Egitto, 26 febbraio 328) è stato il 7º Papa della Chiesa copta (massima carica del Patriarcato di Alessandria d'Egitto). Occupò la cattedra patriarcale dal 313 fino alla sua morte, avvenuta nel 328. Durante il suo lungo episcopato si verificarono le sanguinose persecuzioni degli imperatori Galerio e Massimino Daia che misero per l'ennesima volta a dura prova il cristianesimo in Egitto. Fu proprio mentre il suo predecessore Pietro era in carcere, in attesa del martirio, che Alessandro ed Achilla si recarono presso il pontefice ed intercessero per Ario, che Pietro aveva scomunicato dichiarando che era destinato alla perdizione. Il pontefice rifiutò di riammetterlo alla comunione, tuttavia, quando Achilla succedette a Pietro, Ario fu ordinato sacerdote e quando, a sua volta, Alessandro divenne vescovo l'eretico era ancora tollerato.Alessandro veniva descritto dai contemporanei come "un uomo tenuto nella massima considerazione dal popolo e dal clero, magnificente, liberale, eloquente, amante di Dio e dell'uomo, dedito ai poveri, al bene e solerte verso tutti; così dedito alla mortificazione, che non ruppe mai il suo digiuno finché il sole brillava in cielo". Da Il Santo del Giorno. Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia Sicilia Terra di Tradizioni #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CpH9wgpoLHy/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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