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Audiolibro Cicloturisti in Calabria - due diari di viaggio di Bertarelli e Giannì
Due viaggi paralleli in bicicletta e due diari di viaggiAutori: il primo realizzato nella primavera del 1897, il secondo dal 17 al 21 giugno del 2006. Luigi Vittorio Bertarelli, industriale Milanese, pioniere del turismo moderno, principale animatore e dirigente del Touring Club Italiano, è il protagonista del primo viaggio. Grande sportivo ed esperto viaggiatore, Bertarelli racconta la sua…
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Due secoli di turismo: da semplice passione a motore o causa di cambiamento epocale
Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina. (Agostino d’Ippona)
Lo sviluppo del turismo in tutte le sue forme è certamente uno dei fenomeni più incisivi prodotti dalla nostra società negli ultimi duecento anni. E’ passato poco più di un secolo e mezzo dalla nascita delle prime agenzie di viaggio che si occupavano di organizzare brevi escursioni “all inclusive” per la nascente classe media dei lavoratori dipendenti, e ora osserviamo come molto spesso l’impatto del “viaggiatore” contemporaneo, selvaggio, compulsivo o semplicemente in linea con i tempi è sempre più influente sull’equilibrio ambientale del pianeta. Molte nazioni traggono oramai la maggior parte delle loro entrate dal turismo e per continuare ad attrarre visitatori investono in progetti, alla lunga poco sostenibili, che tendono a trasformare grandi porzioni del proprio territorio in enormi villaggi vacanze, ma non è sempre stato così.
Anche se oggi lo diamo per scontato, il concetto universale di tempo libero (così come uno dei suoi figli prediletti: il turismo) è molto recente, nasce in Europa all'incirca alla fine dell'ottocento con la definitiva affermazione della società industriale; è un’invenzione sociale cresciuta in antitesi e parallelamente, al tempo lavoro “tirannicamente” rappresentato dall’orologio, il "leisure time" è invece incarnato da un altro prodotto tecnologico: la bicicletta.
Non è un caso che quasi tutte le associazioni turistiche nazionali vengono create da piccole compagnie di ciclisti e l’Italia non fa eccezione, l'8 novembre 1894 a Milano un gruppo di 57 velocipedisti fonda il “Touring Club Ciclistico Italiano” ben quattro anni primi dell’analogo automobilistico. Le attività del Club sono molteplici: progetta le prime piste ciclabili cittadine, si occupa di migliorare la segnaletica stradale, disloca cassette con kit di riparazione e pronto soccorso sui principali percorsi, ma soprattutto incomincia a produrre annuari, bollettini, cartine e dal 1914 i primi volumi della “Guida d'Italia”, che diventerà familiarmente conosciuta da tutti come la Guida Rossa, cui si affiancheranno nel corso degli anni innumerevoli monografie e testate periodiche che formeranno una massa considerevole di oggetti per un totale di quasi 700.000 unità fra documenti e atti ufficiali, stampe fotografiche, cartoline, carte geografiche e atlanti, pubblicazioni e fondi speciali.
Per rendere fruibile al pubblico una parte del proprio archivio, in occasione dei 120 anni dalla fondazione il TCI ha deciso di lanciare il progetto “Digituring” una rassegna virtuale sempre disponibile, che in punta di mouse potremo visitare ammirando le Mappe storiche e gli Atlanti prodotti dall’Ufficio Cartografico del Touring dal 1917al 1938, migliaia di fotografie, tutte le annate della Rivista Mensile dal 1895 al 1920 e molto altro.
Tanti sono i punti d’interesse di questa esposizione: accuratezza dei dati, bellezza iconografica, ma crediamo che l’approccio più rilevante sia quello che ci consente di leggere attraverso i documenti esposti, quali siano e come si siano evoluti con il passare del tempo, i modelli di riferimento della società italiana tra la fine dell'ottocento e gli anni del boom economico.
Non pensiate che sia un sito di difficile utilizzo, grazie ad un efficace motore di ricerca e a un preciso lavoro d’indicizzazione, possiamo facilmente trovare i documenti che ci interessano utilizzando filtri adeguati per restringere la nostra ricerca, per esempio per TIPOLOGIA: come fotografia o riviste, per TEMA come mare, arte o escursionismo, per DATA e molto altro
Se non avete particolari documenti da cercare vi consigliamo di navigare tra i “Percorsi Tematici” e curiosare tra le esposizioni create per noi dagli operatori del Touring.
Per finire tre consigli per il lettore viaggiatore. Non possiamo che incominciare con un prodotto del Touring club italiano che ci porta a osservare il nostro paese da un altro punto di vista: "Italia in bicicletta" 100 itinerari dalla gita fuori porta alle più impegnative ecoways; per poi dare uno sguardo ad un possibile scenario futuro grazie al lavoro di Domenico De Masi: “L'età dell'erranza“ l’evoluzione del turismo tra industria, ozio e creatività; per arrivare infine a un romanzo di Gianfranco Manfredi: “Il piccolo diavolo nero”; dove la bicicletta è uno dei protagonisti principali, e noi a cavallo del più innovativo mezzo di locomozione del tempo visiteremo Milano sul finire dal XIX secolo assistendo da testimoni privilegiati ai cambiamenti della nostra città in compagnia di Bufalo Bill, Bava Beccaris e molti altri.
Buona Lettura.
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Tiziano Marino: Hubner è uno come noi che… ce l’ha fatta facendosi il mazzo
Tiziano Marino, giornalista freelance: dal 2014 al 2018 ha vissuto tra Hollywood e Los Angeles, dove ha lavorato, come corrispondente per l'agenzia Kika Press & Media scrivendo di cinema e tv per Vanity Fair, Best Movie, D la Repubblica, Ansa, Yahoo, GQ, SkyMag, Il Secolo XIX, Il Giornale, Il Mattino e Il Messaggero. Attualmente è il Responsabile Comunicazione e Marketing dell'U.C. AlbinoLeffe, società di calcio professionistica che milita nel campionato Italiano di Serie C ecollabora anche con La Gazzetta dello Sport. Dopo aver scritto “Purosangue”, l’autobiografia di Damiano Cunego, sempre per la casa editrice Baldini &Castoldi, recentemente è sbarcato in libreria, col suo ultimo lavoro editoriale “Mi chiamavano Tatanka”, il libro autobiografico dedicato al cremasco d’adozione Dario Hubner, con cui abbiamo già parlato. E anche con Tiziano, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Finita l’esperienza negli Usa sei quindi tornato definitivamente in Italia? Sì vivo a Nova Milanese, lavoro per l’Albinoleffe e … scrivo. Sei appassionato dunque pure di ciclismo? Esattamente e in particolare, dato che gli ho dedicato un volume, mi piaceva Damiano Cunego, ex ciclista e mosca bianca del movimento ciclistico italico. Non ha vinto poco pensando a quel che avrebbe potuto vincere, considerando il grande ciclista che era, in prospettiva? Può essere, ma tieni conto che correva in un ciclismo particolare, chiacchierato, viziato tra ciclisti, tanti, dopati. Soprattutto per questi aspetti, perché era pulito e fuori dal coro Cunego mi è sempre piaciuto, mi piace e mi piacerà. Ti trovi bene a collaborare, nelle vesti di Ministro delle Comunicazioni, all’Albinoleffe? Siamo fortunati ad avere un presidente lungimirante, il solito da tanti anni tra l’altro, quale Gianfranco Andreoletti. Appassionato di calcio e fantastico visionario ha messo insieme negli ultimi anni un club sano, attento al settore giovanile e costituito da dirigenti giovani. Stiamo costruendo uno stadio tutto nostro a Zanica, nella Bassa Bergamasca e … sì, saremo il primo team ad avere una struttura di proprietà. Dal punto di vista agonistico, l’obiettivo attuale è una salvezza tranquilla, ma siamo proiettati già nel lungo periodo. Come è arrivata la tua ultima fatica letteraria intitolata “Lo chiamavano Tatanka”? Dario Hubner era, è e sar�� il mio grande idolo pallonaro. Tramite amicizie comuni, la scorsa estate l’ho conosciuto e subito, entusiasti, ci siamo messi al lavoro. Ne sono uscite circa 12 ore di piacevoli, lunghe e dettagliate chiacchierate. E finito di parlare andavamo a pranzo a Passarera di Capergnanica, alla Trattoria Da Rosetta, dove lavorava da cameriera,anni fa, Rosa la ragazza che poi è diventata la moglie di Hubner e … laddove ho imparato ad apprezzare i Tortelli Cremaschi, piatto che Dario esalta, menziona, segnala, ma … non predilige. E Hubner dal vivo ti è piaciuto? Dario è uno di noi che ce l’ha fatta, lavorando tantissimo, facendosi il mazzo e tanta gavetta, ma restando semplicemente se stesso, senza montarsi la testa. E’ una persona eccezionale, alla mano, disponibile, umile e straordinario. Ma vedi oggi, nel cosiddetto football moderno, un nuovo “Tatanka”? Viviamo tempi diversissimi rispetto al passato, ai tempi agonistici di Dario Hubner. Oggi i social amplificano tutto e … corriamo veloci, fluidi. Lui nel libro ha indicato, quale suo erede, Andrea Belotti, ex attaccante proprio dell’Albinoleffe. Mah … io non saprei indicarti un suo erede, mi intriga Ciro Immobile, ma gioca nella Lazio, sodalizio di una grande città che rischia di vincere lo scudetto. Hai altri progetti letterari nel mirino? Continuerò a scrivere autobiografie particolari sportive, ma adesso io e Hubner siamo impegnati nella promozione di “Mi chiamavano Tatanka”. E appena terminerà l’emergenza sanitaria da coronavirus inizieremo il tour promozionale. Stefano Mauri Read the full article
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Un successo organizzativo e di presenze che era nell’aria a Pianello d’Ostra ritrovando il ciclocross e il circus dell’Adriatico Cross Tour con lo svolgimento della quinta edizione del Memorial Giancarlo Ceccacci a cura del Gruppo Sportivo Pianello.
Sui prati di Pianello, l’impegno agonistico è stato molto dispendioso con il fango che ha appesantito le performances degli oltre 150 bikers e che il pubblico locale ha potuto apprezzare.
Nelle categorie giovanili ed agonistiche obiettivo vittoria e podio raggiunto per Filippo Cerasi (Amici Della Bici Junior), Nicolo’ Grini (Bici Adventure Team) Pierpaolo e Balloni (Progetto Ciclismo Piceno) tra i G6 uomini, Alice Pascucci (Bici Adventure Team), Valentina Maltempi (Bicifestival) e Giulia Cancellieri (Bicifestival) tra le G6 donne, Morgan Dubini (Superbike Bravi Platform Team), Alessandro Venanzi (Team Cingolani) e Stefano Masciarelli (Callant Doltcini Cycling Team) tra gli esordienti secondo anno uomini, Giulia Rinaldoni (Bici Adventure Team), Alice Mazzieri (Superbike Bravi Platform Team) e Alessia Prunesti’ (Bicifestival) tra le esordienti secondo anno donne, Anthoni Silenzi (OP Bike), Alex Pelucchini (GS Avis Gualdo Tadino) e Teodoro Torresi (Bici Adventure Team) tra gli allievi uomini, Eleonora Ciabocco (Team Di Federico), Barbara Modesti (Bici Adventure Team) e Letizia Medori(Team Di Federico) tra le allieve donne, Luciano Camplone (Team Lvf), Lorenzo Sorgi (Callant Doltcini Cycling Team) e Siro Stopponi (Bici Adventure Team) tra gli juniores, Giorgia Simoni (Bici Adventure Team), Sara Grifi (Gruppo Ciclistico Comunità di Capodarco) e Vittoria Reati (US Forti E Liberi – Zanetti Cicli) tra le donne open, Pietro Pavoni (Team Co.Bo Pavoni), Luca Ursino (Pro Bike Riding Team) e Paolo Pavoni (Team Co.Bo Pavoni) tra gli uomini open.
Per le categorie amatoriali a conquistare ottimi risultati sono stati Lorenzo Cionna (Team Cingolani), Antonio Macculi (Bike Service Corinaldo) e Alessandro Di Donato (Asd Bikenergy) tra gli élite sport, Diego Marincioni (Passatempo Cycling Team), Mattia Proietti (Velo Club Racing Assisi Bastia) Cristian Tarsi (Bike Service Corinaldo) tra i master 1, Emanuele Serrani (Pedale Aguglianese), Luca Lupinetti (Team Cycling Iachini) e Lorenzo Giovannetti (Bike Service Corinaldo) tra i master 2, Ezio Cameli (Bici Adventure Team), Gianni Zanetti (US Forti E Liberi – Zanetti Cicli) e Andrea Pasquarella (Team Co.Bo Pavoni) tra i master 3, Andrea Perotti (Autocarrozzeria Rally), Alberto Gobbi (Abitacolo Sport Club) e Francesco Mancini (Avis Ostra Vetere) tra i master 4, Marco Gorietti (UC Petrignano), Paolo Sorichetti (Passatempo Cycling Team) e Marco Brusciotti (Villa Rosa Bike) tra i master 5, Luigino D’Ambrosio (Rampiclub Val Vibrata), Alessio Olivi (Cicli Cingolani) e Gabriele Arpilli (US Forti e Liberi – Zanetti Cicli) tra i master 6, Franco Di Vita (Avis Sassoferrato), Graziano Malatesta (Team Go Fast) e Giuseppe Campanari (Superbike Bravi Platform Team) tra i master 7+, Daniela Stefanelli (Team Cingolani) e Gisella Giacomozzi (Omm Melania Faleria) tra le donne master.
Presenti nel corso della gara e della cerimonia di premiazione Raimondo Romagnoli (vice sindaco di Ostra), Alberto Agarbati (assessore allo sport di Ostra), Lino Secchi (presidente del comitato regionale FCI Marche), Massimo Romanelli (vice presidente comitato regionale FCI Marche) e i più stretti familiari di Giancarlo Ceccacci (la moglie Simona e il figlio Andrea) in una giornata ricca di emozioni e di feedback positivi sia per partecipazione che per l’ottima organizzazione messa in campo dal Gruppo Sportivo Pianello supportata dall’amministrazione comunale di Ostra (che ha concesso il patrocinio), dagli sponsor (Valmisa Packaging, Elettrosat Team Cingolani, Studio Tecnico Lorenzo Ceccacci, Tecno Clima, Cantina Boccafosca) e da un apparato di sicurezza per mano dei volontari dell’organizzazione e della Polizia Locale.
I LEADER DELL’ADRIATICO CROSS TOUR DOPO TRE PROVE
G6 uomini: Filippo Cerasi (Amici della Bici Junior)
G6 donne: Alice Pascucci (Bici Adventure Team)
Esordienti secondo anno uomini: Mirko Persico (Pedale Rossoblu Picenum)
Esordienti secondo anno donne: Giulia Rinaldoni (Bici Adventure Team)
Allievi uomini: Samuel Chiandussi (GS Doni 2004)
Allieve donne: Eleonora Ciabocco (Team Di Federico)
Juniores uomini: Enrico Natali (Bikers Rock n Road)
Open donne: Giorgia Simoni (Bici Adventure Team)
Open uomini: Edoardo Crocesi (Cycling Cafè Racing Team)
Elite sport: Lorenzo Cionna (Team Cingolani)
Master 1: Diego Marincioni (Passatempo Cycling Team)
Master 2: Emanuele Serrani (Pedale Aguglianese)
Master 3: Jarno Calcagni (Bici Adventure Team)
Master 4: Andrea Perotti (Autocarrozzeria Rally)
Master 5: Paolo Sorichetti (Passatempo Cycling Team)
Master 6: Luigino D’Ambrosio (Rampiclub Val Vibrata)
Master 7 over: Adamo Re (Bike Racing Team)
Master donna: Gisella Giacomozzi (Melania Omm)
ADRIATICO CROSS TOUR – CLASSIFICA SOCIETA’ PER PARTECIPAZIONE
1° Bici Adventure Team 38 punti
2° Team Cingolani 32
3° Bicifestival 23
4° UC Petrignano 18
5° Team Co.Bo. Pavoni 17
ADRIATICO CROSS TOUR – CLASSIFICA SOCIETA’ GIOVANILI A PARTECIPAZIONE
1° Bici Adventure Team 30 punti
2° Bici Festival 23
3° Pedale Teate 17
4° GS Avis Gualdo Tadino 16
5° Race Mountain Folcarelli 15
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Il Falco e il Gabbiano: appuntamento con Luigi Vittorio Bertarelli, Ayrton Senna, Re Artù, Gabriella Ferri, Anni-Frid Lyngstad
Il fondatore del Touring Club Ciclistico Italiano Luigi Vittorio Bertarelli, il campione del mondo di F1 Ayrton Senna, la cantautrice Gabriella Ferri e la Dancing Queen degli ABBA Anni-Frid Lyngstad. (more…)
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#Anni-Frid Lyngstad#Ayrton Senna#Enrico Ruggeri#Falco#Gabbiano#Gabriella ferri#Luigi Vittorio Bertarelli#Radio 24#Re Artù
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Costituito ad Agrigento il Leo Club presieduto da Annibale Milazzo. Antonio Calamita nuovo presidente del Lions Club Agrigento Host
Diciotto giovani, di età compresa tra i ventuno ed in ventotto anni, hanno costituito il Leo Club Agrigento Host, sponsorizzato dal Lions Club Agrigento Host. E così lunedì sera è avvenuta la cerimonia ufficiale della costituzione: i giovani Leo, unitamente al presidente del distretto siciliano Leo Giulia Calamunci, al governatore del distretto siciliano Lions Vincenzo Spata ed al presidente del Lions Club Agrigento Host Giantony Ilardo, hanno firmato la charter ricevuta dalla sede centrale statunitense dell’associazione internazionale, alla presenza del vice presidente distrettuale Leo Walter Mavica, della chairperson distrettuale Leo Gabriella Giacinti, del past governatore Valerio Contrafatto, del secondo vice governatore eletto Angelo Collura, del presidente della circoscrizione agrigentina Antonio Garufo e di quello zonale Gioacchino Cimino.
Per l’occasione il presidente del club rinato dopo qualche decennio, Annibale Milazzo, ha tracciato le linee dell’impegno di servizio lungo le quali questo gruppo di giovani si spenderà, nel rispetto delle indicazioni generali dell’associazione internazionale, ma con particolare attenzione alle esigenze di solidarietà del territorio e qualificandosi anche in riferimento al patrimonio culturale cittadino.
Nel corso della serata sono stati inoltre consegnati due Melvin Jones al Lion Alfonso Gueli, che da alcuni anni realizza, con una compagnia formata prevalentemente da Lions, delle rappresentazioni teatrali, ed al presidente uscente Lion Giantony Ilardo.
Nel suo intervento quest’ultimo, dopo aver evidenziato come quest’anno il Lions Club Agrigento Host si sia impegnato su tutte e quattro le tematiche di service scelte dal lionismo a conclusione dei suoi primi cento anni di storia (giovani, fame, ambiente, vista), si è soffermato sulle tre qualificanti iniziative realizzate in favore del territorio: oltre alla costituzione del Leo Club Agrigento Host, che darà nuova linfa al servizio dei Lions e dei Leo, il primo Bike Tour Trophy Akragas – trofeo ciclistico del Mediterraneo, la manifestazione di ciclismo svoltasi il 23 aprile in collaborazione con l’associazione ASD Concordia, destinata ad incentivare il turismo sportivo, e Way Finding Agrigento, il sistema innovativo di guida ai percorsi pedonali per la valorizzazione del centro storico e per l’incentivazione del turismo culturale, realizzato con la condivisione delle maggiori istituzioni cittadine, donato dal Club alla Città di Agrigento ed inaugurato il 7 giugno in occasione del centenario dell’associazione internazionale dei Lions Clubs.
Durante la serata è avvenuta anche l’ammissione di un nuovo socio, Giuseppe Caramazza, funzionario presso il polo universitario agrigentino e socio fondatore dell’associazione “La porta di Mef onlus”, impegnata in favore delle famiglie con disabili, e quindi il passaggio delle consegne al nuovo presidente del Lions Club Agrigento Host per l’anno sociale 2017/2018, il geologo Antonio Calamita, che sarà collaborato, oltre che dal consiglio direttivo, dal segretario Luigi Ruoppolo, dal tesoriere Gaetano Gucciardo e dal cerimoniere Antonio Sammartino.
LC Agrigento Host – Leo Club Costituito ad Agrigento il Leo Club presieduto da Annibale Milazzo. Antonio Calamita nuovo presidente del Lions Club Agrigento Host…
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Itinerario Classe Brisighella
percorso storico culturale per i camperisti
e non solo
seconda parte
Itinerario Classe Brisighella percorso storico culturale per camperisti e non solo
Ripartendo da Lugo ci portiamo verso Faenza, la città delle ceramiche, che al pari di Castelli e Deruta, sono famose nel mondo, per le ceramiche artistiche e che vanta di avere uno dei più importanti musei di ceramiche artistiche in europa, il MIC il Museo Internazionale delle Ceramiche.
Nell’ itinerario Classe Brisighella, purtroppo non ho notizie di soste camper da poter suggerire ai camperisti, per Faenza, quello che so è che qualche anno fa il comune aveva raggiunto un accordo con il titolare del distributore del metano di via Granarolo, nella cui area alla fine del 2011 è stata aperta una piazzola camper service, per consentire l’utilizzo gratuito di quest’area da parte di tutti i camperisti per le operazioni di scarico dei liquami e di rifornimento di acqua potabile.
Come punto di partenza per la nostra visita a Faenza, Piazza del Popolo, alla sua estremità e divisa da Corso Aurelio Saffi, si trova l’altra piazza di Faenza, nelle quali si accentra tutta la vita sociale della città, Piazza della Libertà.
La prima, accoglie gli edifici medioevali del palazzo del Podestà e di palazzo Manfredi, mentre nella seconda la Cattedrale di San Pietro Apostolo, fa mostra di sé, di fronte ad essa il loggiato del portico degli Orefici e a lato una fontana monumentale, con sculture in bronzo,punto di riferimento e ritrovo dei cittadini.
Tra le due piazze su Corso Aurelio Saffi, sorge la Torre dell’Orologio, fedele ricostruzione della torre seicentesca posta all’incrocio tra le due strade che attraversavano, una da nord a sud e l’altra da est a ovest, la Faventia, Faenza in epoca romana.
Piazza del Popolo di Faenza con a sinistra il loggiato di Palazzo Manfredi e a destra il loggiato del palazzo del Podestà e Torre dell’Orologio
Piazza del Popolo di Faenza nell’ itinerario Classe Brisighella
La piazza a forma rettangolare delimitata, ai lati, da due scenografiche ali porticate a doppio ordine, inizia con la Piazzetta della Legna, che un tempo rappresentava il luogo di vendita del materiale per riscaldamento da cui prende il nome e dove sorge l’ex Palazzo della Posta, degli anni quaranta, inaugurato da Rachele Mussolini, nella torre all’angolo delle due facciate, con loggiato, spicca una lapide con i versi tratti dalla “Rivolta Ideale” di Alfredo Oriani.
L’ex Palazzo della Posta di Faenza
Dando le spalle alla Piazzetta della Legna, ci incamminiamo verso Piazza della Libertà, di antichissima origine, che ha cominciato ad assumere la sua fisionomia, con la costruzione del loggiato di Palazzo Manfredi, iniziata dopo la trasformazione in signoria, dell’antico governo cittadino e con il trasferimento della famiglia Manfredi, nel palazzo comunale.
Fu ristrutturato e arricchito al piano superiore, con bifore in pietra bianca d’Istria, oggi una sola è presente e da una grande loggia, a due piani, con sette arcate.
Sul lato di fronte, si trova il Palazzo del Podestà, allo stesso fu aggiunto un loggiato a due piani, inizialmente il progetto prevedeva la realizzazione di un solo piano ma il Consiglio degli Anziani lo volle a due piani, per simmetria con il loggiato antistante.
In fondo alla piazza collegata con un arco al loggiato del Palazzo del Podestà, troviamo la Torre dell’Orologio.
La Torre dell’Orologio
Eretta alla fine del 1200 da Maghinardo Pagani da Susinana, capitano del popolo e podestà di Faenza, era il fortilizio, a controllare le mosse degli assediati nel vicino castello Baccagnano.
La Torre insieme alla Rocca, fu sistema difensivo per il centro abitato, sino al 1500, danneggiata e ricostruita diverse volte, nel 1850 in occasione del suo rifacimento totale, fu posto anche l’orologio.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Tedeschi in fuga, alla fine del ‘44, minarono e la fecero saltare, distruggendola, ricostruita fedelmente all’originale nel 1953.
Di forma quadrangolare, a 5 ordini sovrapposti e coronata da una cupola, in basso, dentro una nicchia provvista di balcone cinto da bella ringhiera in ferro battuto e ottone, c’è una Madonna col Bambino in marmo.
Subito a fianco della Torre troviamo la Fontana Monumentale, che dà l’accesso a Piazza della Libertà.
La Fontana Monumentale in Piazza della Librtà a Faenza
Fontana Monumentale
Fino ad un centinaio di anni fa, svolgeva la funzione di approvvigionamento acqua alla popolazione, più salubre di quella che si trovava negli altri pozzi cittadini, la maggior parte delle volte inquinati da liquami provenienti da stalle o fogne a dispersione.
Le sculture intorno alla fontana, hanno tutte un carattere simbolico, le aquile e i draghi rappresentano le imprese araldiche di Papa Paolo V, i tre leoni rampanti lo stemma cittadino.
La fontana fu occasionalmente utilizzata come fonte a vino, distribuito gratuitamente da damigelle in costume popolare romagnolo, come per l’arrivo a Faenza di una tappa del giro ciclistico d’Italia, nel 1970.
Oggi dai beverini esce acqua a ricircolo chiuso, per cui non è più potabile.
Subito dopo la Fontana Monumentale, in Piazza della Libertà, possiamo vedere il principale luogo di culto cittadino la Cattedrale di San Pietro Apostolo.
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La Cattedrale di San Pietro Apostolo
Eletta a Basilica minore, il suo aspetto esteriore è caratterizzato, da una facciata preceduta da ampia scalinata e una successione di spioventi posti a differenti altezze, l’opera incompiuta rimane con la tessitura di mattoni sporgenti, a vista.
La Cattedrale di San Pietro Apostolo
Nella facciata, si aprono i tre portali con archi a tutto sesto, ognuno in corrispondenza delle tre navate interne, mentre nelle ali laterali esterne, dove si trovano le cappelle, fanno sfoggio due monofore.
L’interno è ha pianta di forma a croce, si presenta a tre navate, separate da colonne e archi, le due navate esterne hanno otto cappelle ognuna, il fondo della navata centrale, dove si trova l’altare maggiore, termina con una calotta a forma di conchiglia e illuminata da cinque finestre a singola apertura, con arco superiore.
In via Baccarini, al numero 19, non si può non visitare il Museo Internazionale delle Ceramiche, il MIC.
Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza nell’ itinerario Classe Brisighella
Uno dei più importanti musei d’arte ceramica del mondo, qui sono raccolte le opere dei laboratori di ceramica italiana dal Medioevo all’Ottocento, del Vicino Oriente Antico, dell’area mediterranea in epoca ellenistica, precolombiana e islamica, più una sezione dedicata alla ceramica moderna e contemporanea.
Dal 2011 insignito del riconoscimento di “Monumento testimone di una cultura di pace“, assegnato dall’UNESCO.
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Sono conservate opere ceramiche che raccontano la storia della ceramica faentina, con i primi reperti che risalgono ai primi secoli dopo l’anno 1000, quando gli artigiani poterono giovarsi delle terre locali, utili alla lavorazione dei manufatti principalmente per uso domestico e, nella foggiatura delle forme e i decori, mediando con originalità la cultura lombardo veneta e quella Toscana.
Lungo il racconto espositivo del museo, troviamo testimonianze dei famosi “Bianchi di Faenza”, ceramiche che recedono dal virtuosismo pittorico, le vivaci combinazioni cromatiche, da cui i maestri ceramisti, avevano ottenuto grande fama e successo, per arrivare all’esaltazione del bianco, che privilegerà la ricerca formale a quella del colore si ricoprirà di leggere, fini ghirlande a contornare amorini dalle forme berniniane, cavalieri, figure femminili e guerrieri turchi.
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Esempio dei Bianchi di Faenza
Ceramiche di Castelli
Ceramiche di Deruta dei primi del XVI secolo
Esistono poi le ceramiche del Lazio viterbese, dell’Abruzzo, con la Ceramica di Castelli, dell’Umbria, con testimonianze di opere di Orvieto, di Gubbio e la famosissima Ceramica di Deruta.
Si prosegue con le Marche, con opere di Pesaro e Urbino, la ceramica Toscana, Veneta e lo sviluppo dei manufatti ceramici in Italia e nel mondo dall’età precolombiana a oggi.
Non si può, inoltre, non visitare le oltre 60 botteghe artigianali della lavorazione ceramica presenti in città.
Spostandoci per l’ultima tappa dell’ itinerario Classe Brisighella, ci trasferiamo a Brisighella, antico borgo medievale e termale inserito nel club dei “Borghi più belli d’Italia” e certificato dal Touring Club Italiano con la “Bandiera Arancione”, oltre ad importanti certificazioni, quali “Città Slow” e “Città dell’Olio e del Vino”.
il Borgo di Brisighella con i tre pinnacoli rocciosi, a sinistra il Santuario, al centro la Rocca e a destra la Torre d’avvistamento detta dell’Orologio
Brisighella ultima tappa dell’ itinerario Classe Brisighella
la città di Brisighella sorge ai piedi di tre pinnacoli rocciosi, i “Tre Colli”, su cui poggiano, rispettivamente, la Rocca Manfrediana, il Santuario della Beate Vergine del Monticino e la Torre dell’Orologio.
Tante sono le cose da vedere in questo antico Borgo, una, la più caratteristica e direi unica è la “Via degli Asini”
L’antica Via del Borgo o Via degli Asini nell’ itinerario Classe Brisighella
E’ una strada sopraelevata che riceve luce dalle caratteristiche finestre ad arco, una preziosità architettonica unica al mondo, costruita nel XIV secolo come baluardo difensivo, veniva utilizzata come camminamento di ronda e via di comunicazione.
Dalle finestre della Via del Borgo, i Brisighellesi, soldati di ventura, impedirono a Federico da Montefeltro, duca di Urbino, di penetrare nel villaggio.
In seguito, persa la sua funzione difensiva, fu coperta, inglobata negli edifici adiacenti e usata dai birocciai, che abitavano nel quartiere, per il trasporto il gesso dalle cave sovrastanti l’abitato, per mezzo di asinelli, da cui deriva la seconda denominazione.
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Scorcio della Via degli Asini di Brisighella
Tratto della Via degli Asini di Brisighella
Le stalle si trovavano di fronte agli archi, mentre le abitazioni erano ai piani superiori e i carri da trasporto, “le birocce”, erano sistemate in cameroni scavati nel gesso, che si aprivano nella piazza sottostante, lungo questo percorso, una lapide ricorda la nascita in questo quartiere, dei fratelli Cardinali Gaetano e Amleto Giovanni Cicognani.
A questo punto, possiamo dirigerci verso il primo dei tre pinnacoli rocciosi, quello dove sorge il Santuario della Beata Vergine del Monticino.
Il Santuario della Beata Vergine del Monticino.
Immerso nei cipressi è situato il Santuario della Madonna del Monticino, al suo interno una sacra immagine in terracotta policroma, datata 1626, che rappresenta la Beata Vergine, originariamente posta su un pilastro alle porte del paese e meta di pellegrini, fu poi trasferita nel 1662, in un eremo, costruito con le offerte dei fedeli, che fu poi distrutto e ricostruito, nell’attuale Santuario.
L’interno a una sola navata, con ai lati pilastri e capitelli di ordine ionico, la zona dell’altare maggiore è segnato da quattro pilastri con il cielo a volta, dove è dipinto a colori Iddio Padre con angeli e nei timpani i quattro evangelisti, mentre nella cupoletta semicircolare, dietro l’altare, è dipinta Maria Santissima con corteggio di angeli.
Nel tornare verso il Borgo si incrocia la strada che porta al secondo pinnacolo roccioso, quello dove si trova la Rocca Manfrediana.
La Rocca Manfrediana
Rocca Manfrediana nell’ itinerario Classe Brisighella
Costruzione iniziata e ampliata dalla famiglia Manfredi, fu per un breve periodo in mano alla Repubblica di Venezia che il grandioso mastio,chiamato “Torrione Veneziano” in aggiunta al preesistente torricino, e le mura sui due lati.
Vi si arriva percorrendo un breve stradello, che costeggia le alte mura e conduce al portone di ingresso, che è rivolto verso un giardinetto a picco sul paese, con panorama sull’antistante Torre dell’Orologio.
Superato l’ingresso ci si trova in una saletta di passaggio, dalla quale si può accedere al vasto cortile interno, oppure entrando in una ulteriore porticina, sulla destra, si può visitare il “torricino“.
Qui dopo una visita alla Torre dell’Orologio per godere del panorama mozzafiato del paese, i Gessi e i Calanchi, termina l’ itinerario Classe Brisighella e volendo ci si può rilassare allo Stabilimento Termale di Brisighella.
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Itinerario Classe Brisighella percorso storico-culturale seconda parte Itinerario Classe Brisighella percorso storico culturale per i camperisti e non solo seconda parte Ripartendo da Lugo…
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SAN SEVERINO MARCHE – Il Trofeo Co.Bo. Pavoni è stato un vero successo coinvolgendo con rinnovato entusiasmo i tanti partecipanti, unitamente agli organizzatori del Team Co.Bo e del Tormatic Pedale Settempedano per quanto andato in scena a San Severino Marche nella cornice di Villa Collio ospitando la seconda prova dell’Adriatico Cross Tour 2019-2020.
Non è mancato il divertimento con il “Gioco Ciclismo” a carattere promozionale che ha permesso ai bambini tesserati e non di esibirsi su una piccola porzione del percorso dei più grandi e di poterli avvicinare all’affascinante mondo dello sport e dell’agonismo.
Nelle categorie agonistiche si sono registrati i podi di categoria per Nicolo’ Grini (Bici Adventure Team), Filippo Cerasi (Amici della Bici Junior) e Filippo Modesti (Bici Adventure Team) tra i G6 uomini, Alice Pascucci (Bici Adventure Team), Giada La Cioppa (Gs Cicli Fiorin Asd) e Valentina Maltempi (Bicifestival) tra le G6 donne, Matteo Tullio (Pedale Teate), Mirko Persico (Pedale Rossoblu- Picenum) e Alessandro Venanzi (Team Cingolani) tra gli esordienti uomini, Giulia Rinaldoni (Bici Adventure Team), Francesca Sorgi (Cicli Fiorin Cycling Team) e Alessia Prunesti’ (Bicifestival) tra le esordienti donne, Leonardo Calcabrini (Recanati Bike Team), David Rinaldoni (Bici Adventure Team) e Samuel Chiandussi (GS Doni 2004) tra gli allievi uomini, Eleonora Ciabocco (Team Di Federico Pink), Letizia Medori (Team Di Federico Pink) e Barbara Modesti (Bici Adventure Team) tra le allieve donne, Luciano Camplone (Team LVF), Enrico Natali (Bikers Rock n’Road) e Siro Stopponi (Bici Adventure Team) tra gli juniores uomini, Giorgia Simoni (Bici Adventure Team), Alice Palazzi (Osimo Stazione) e Maria Grazia Amati (Bicifestival) tra le open donne, Edoardo Crocesi (Cycling Cafe’ Racing Team), Pietro Pavoni (Team Co.Bo Pavoni) e Mario Gabriele Di Mattia (Aran Cucine Vejus) tra gli open uomini.
Nelle fasce amatoriali, in evidenza Lorenzo Cionna (Team Cingolani), Mattia Zoccolanti (Asd Bikeland Team Bike 2003) e Andrea Bianconi (Asd Bikeland Team Bike 2003) tra gli élite sport, Diego Marincioni (Passatempo Cycling Team Asd), Stefano Greco (Ciclistica L’aquila A.Picco Asd) e Demis Corvatta (Asd Nuova Pedale Civitanovese) tra i master 1, Emanuele Serrani (Pedale Aguglianese), Attilio Pavone (AK Cycling Team) e Luca Lupinetti (Team Cycling Iachini) tra i master 2, Jarno Calcagni (Bici Adventure Team), Fabrizio Iaconi (Bike Racing Team) e Matteo Donati (Bikeland Team Bike 2003) tra i master 3, Alessandro Diletti (Avis Bike Cingoli), Andrea Perotti (Autocarrozzeria Rally) e Rocco Valloscuro (AK Cycling Team) tra i master 4, Massimiliano Leoni (MKG Cycling Team), Luca Agostinelli (UC Petrignano) e Marco Gorietti (UC Petrignano) tra i master 5, Luigino D’Ambrosio (Rampiclub Val Vibrata), Alessio Olivi (Velo Club Cicli Cingolani) e Carlo Tudico (Pro Life Chittien Team) tra i master 6, Sergio Micucci (Gruppo Ciclistico Matelica), Antonio Giardino (Ciclistica L’Aquila-Angelo Picco) e Carlo Donnini (Avis Sassoferrato) tra i master 7, Adamo Re (Bike Racing Team), Franco Di Vita (Avis Sassoferrato) e Pio Tullio (Ciclistica L’Aquila-Angelo Picco), Cinzia Zacconi (New Pupilli Uisp) e Gisella Giacomozzi (Omm Melania Faleria) tra le donne master.
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SAN BENEDETTO – Sta per iniziare un nuovo ciclo (il settimo di fila) per l’Adriatico Cross Tour che continua a coinvolgere sinergicamente le regioni Marche e Abruzzo con sette appuntamenti programmati entro il 2019 tra i mesi di ottobre, novembre e dicembre che fanno presagire ad una stagione autunnale ed invernale ricca di agonismo, intensità e spettacolo grazie a un circuito ben radicato e che continua a far gola anche agli appassionati di altre regioni d’Italia.
E per rendere l’avvio subito all’insegna della massima competitività si rinnova per il terzo anno di fila il legame con il Giro d’Italia Ciclocross che ha scelto gli sterrati marchigiani per proporre il Trofeo Corridomnia in programma a Corridonia Scalo domenica 13 ottobre presso il Centro Commerciale Corridomnia con il percorso di gara che si svilupperà sui prati circostanti e lungo il fiume Chienti per una manifestazione organizzata dal Bike Italia Tour in collaborazione con l’Asd Romano Scotti.
Per tutte le informazioni riguardo a questa prima tappa dell’Adriatico Cross Tour si può consultare il sito del Giro al linkhttp://www.ciclocrossroma.it/corridonia-marche-2-tappa/2019/10/09/
L’Adriatico Cross Tour proseguirà il suo calendario con le gare di San Severino Marche il 20 ottobre (organizzazione a cura del T eam Co.Bo Pavoni coaudivato dal Pedale Settempedano), Ascoli Piceno il 1°Novembre (Progetto Ciclismo Piceno), Pianello d’Ostra il 17 Novembre (Gruppo Sportivo Pianello), Piane di Rapagnano il 15 dicembre (Cas Ciclistico Rapagnanese in collaborazione con l’Abitacolo Sport Club) come prova di campionato regionale FCI Marche prima del trittico finale “natalizio” con tre gare in pochi giorni: Ancarano il 24 dicembre valevole come campionato regionale FCI Abruzzo (Asd Abmol Eventi) per passare a Montegranaro il 26 dicembre (Cycling Project MGN) e concludersi ad Ancona il 29 dicembre (Pedale Chiaravallese) dove si terrà anche la premiazione finale di tutto il circuito.
Nelle singole manifestazioni saranno previsti solo premi in natura che saranno assegnati come minimo ai primi 3 di ogni categoria. Il montepremi in denaro per le categorie agonistiche verrà assegnato solo al termine del circuito dopo aver stilato la classifica generale a punti.
Il montepremi sarà pari a quello di una giornata di gara come da tabelle federali, saranno escluse le categorie che non raggiungeranno la media di presenze di almeno 3 classificati per tappa alla fine del circuito. Per gli amatori è prevista una premiazione finale in base alla classifica del circuito con premi in natura.
La proclamazione dei vincitori avverrà al termine dell’ultima prova nella quale è obbligatoria la presenza dei premiati onde evitare la non consegna del premio. Sarà prevista una premiazione per le società con il maggior numero di partenti durante l’arco del circuito.
Giovani, agonisti e amatori sono chiamati a raccolta per una nuova ed entusiasmante avventura da vivere nel segno delle tre parole chiave del ciclocross che hanno in comune l’iniziale “F”: fango, freddo e fatica.
Per ogni ulteriore informazioni su regolamento e modalità di iscrizione si può consultare il link http://www.adriaticocrosstour.it/regolamento.html
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LC Agrigento Host
Donata una cyclette agli ospiti della “Casa della speranza”
E’ stata consegnata nei giorni scorsi, nei locali della “Casa della speranza don Angelo Ginex” di Agrigento, una cyclette, frutto della solidarietà manifestata dai partecipanti al I Bike tour trophy Akragas, il trofeo ciclistico del Mediterraneo, svoltosi il 23 aprile per iniziativa del Lions Club Agrigento Host, in collaborazione…
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LC Agrigento Host 1° Bike Tour Trophy Akragas – Trofeo ciclistico del Mediterraneo promosso dal Lions club Agrigento Host. - Sabato la conferenza stampa di presentazione con il Sindaco Firetto…
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