#Tagliolini al Limone
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chouncazzodicasino · 4 months ago
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Madonna che voglia di tagliolini al limone.
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luciana-909 · 4 months ago
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Exploring the World of Tagliolini: A Culinary Delight
Introduction to Tagliolini
Tagliolini is a traditional Italian pasta that has won the hearts of food enthusiasts worldwide. This delicate, ribbon-like pasta is similar to tagliatelle but thinner, offering a unique texture and flavor that makes it a versatile ingredient in numerous dishes. Originating from the Piedmont region in Italy, tagliolini has become a staple in both home kitchens and gourmet restaurants. In this article, we delve deep into the history, preparation methods, and delicious recipes that highlight the exquisite nature of tagliolini.
The Rich History of Tagliolini
Tagliolini has a storied past that reflects the rich culinary traditions of Italy. Dating back to the Renaissance, this pasta was often featured in the meals of the Italian nobility. Its name is derived from the Italian word "tagliare," which means "to cut," a reference to the method of slicing the pasta dough into thin strips. Over the centuries, tagliolini has maintained its status as a beloved pasta variety, cherished for its fine texture and ability to absorb sauces perfectly.
Crafting the Perfect Tagliolini
Ingredients and Preparation
Making tagliolini from scratch is a rewarding process that requires a few simple ingredients and some patience. The basic ingredients include:
Semolina flour
Eggs
Salt
Olive oil
Preparation Steps:
Mixing the Dough: Combine the semolina flour, eggs, a pinch of salt, and a drizzle of olive oil in a mixing bowl. Knead the mixture until it forms a smooth, elastic dough.
Resting the Dough: Cover the dough with a damp cloth and let it rest for about 30 minutes. This resting period allows the gluten to relax, making it easier to roll out.
Rolling and Cutting: Roll the dough into thin sheets using a rolling pin or pasta machine. Once the desired thickness is achieved, slice the sheets into thin, even strips to create tagliolini.
Cooking the Pasta: Cook the tagliolini in a large pot of salted boiling water for 2-3 minutes, or until al dente. Fresh tagliolini cooks much faster than dried pasta, so keep a close eye on it.
Delicious Tagliolini Recipes
Tagliolini al Tartufo (Tagliolini with Truffles)
One of the most luxurious ways to enjoy tagliolini is with truffles. This dish highlights the delicate flavor of the pasta while incorporating the earthy richness of truffles.
Ingredients:
Fresh tagliolini
Black or white truffle
Butter
Parmesan cheese
Salt and pepper
Instructions:
Cook the tagliolini in salted boiling water until al dente.
In a large skillet, melt the butter over medium heat.
Add the cooked tagliolini to the skillet and toss to coat in the butter.
Grate the truffle over the pasta and add a generous amount of Parmesan cheese.
Season with salt and pepper to taste, then serve immediately.
Tagliolini al Limone (Tagliolini with Lemon)
This light and refreshing dish is perfect for a summer meal. The bright flavors of lemon complement the subtle taste of the tagliolini, creating a harmonious and satisfying dish.
Ingredients:
Fresh tagliolini
Lemon zest and juice
Butter
Heavy cream
Parmesan cheese
Salt and pepper
Instructions:
Cook the tagliolini in salted boiling water until al dente.
In a skillet, melt the butter and add the lemon zest.
Add the heavy cream and bring to a simmer.
Toss the cooked tagliolini in the lemon-cream sauce.
Add the lemon juice, Parmesan cheese, and season with salt and pepper.
Serve immediately with additional lemon zest for garnish.
Pairing Tagliolini with the Perfect Sauce
Tagliolini's delicate nature makes it an excellent choice for a variety of sauces. Here are some popular pairings:
Tagliolini al Pomodoro (Tagliolini with Tomato Sauce)
A classic tomato sauce made with ripe tomatoes, garlic, and basil pairs beautifully with tagliolini. The simplicity of this sauce allows the flavor and texture of the pasta to shine.
Tagliolini al Pesto
Pesto, with its vibrant green color and rich basil flavor, is another fantastic sauce for tagliolini. The freshness of the pesto complements the pasta perfectly, creating a dish that is both aromatic and flavorful.
Tagliolini with Seafood
Seafood sauces, such as those made with clams, shrimp, or scallops, enhance the subtle flavor of tagliolini. The combination of seafood and pasta is a match made in culinary heaven, offering a taste of the sea with every bite.
The Health Benefits of Tagliolini
Tagliolini, like other pasta varieties, can be part of a balanced diet. It is a good source of complex carbohydrates, which provide sustained energy. When made with whole grain semolina flour, tagliolini also offers fiber and essential nutrients. Pairing tagliolini with nutrient-rich ingredients such as vegetables, lean proteins, and healthy fats can create a well-rounded and nutritious meal.
Conclusion
Tagliolini is a versatile and exquisite pasta that can be enjoyed in a multitude of ways. Whether you prefer it with a luxurious truffle sauce, a light lemon zest, or a classic tomato sauce, tagliolini is sure to delight your taste buds. By understanding its rich history, perfecting its preparation, and exploring various recipes, you can fully appreciate the culinary potential of this delightful pasta.
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2kota · 2 years ago
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First time tried Tagliolini Al Limone for pasta. Love it! #durumsemolinapasta (at Boston, Massachusetts) https://www.instagram.com/p/Cmw_D15O01q/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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fioralbafiore · 4 years ago
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Oggi si va di pasta, ovvero di tagliolini freschi al limone, 280 g di tagliolini freschi, un piatto delicato e veramente buono.
La ricetta l’ho presa dal sito: Cucchiaio d’argento, io ho scelto i tagliolini, invece delle tagliatelle. 3 limoni non trattati 50 g di panna fresca 50 g di burro 40 g di formaggio grattugiato sale
Per preparare le tagliatelle al limone, cominciate col portare a…
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sciatu · 3 years ago
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Ravioli-rosa-di-pesce-spada-e-cernia-grigia; Ravioli ripieni di Cernia ;ravioli di spigola con sugo di pescespada ; Ravioli neri ripieni di pescespada; Ravioli-di-melanzane-con-sugo-di-pesce-spada ; ravioli-con tartare di pescespada ; ravioli-ripieni-di-pesce spada con burrata finocchietto e vongole; ravioli-di-pesce-spada con ricciolo di limone; ravioli ripieni di pescespada con pomodori Pachino; Ravioli-a ghiotta ripieni di pescespada
Un amore in tre atti unici - Atto secondo
FEBBRAIO 2020 - SAPERSI
Guardò la rampa di scale, l’ultima prima di arrivare al pianerottolo di casa sua. La osservò rendendosi conto che era tornata a casa senza far caso alla strada fatta, presa com’era dai suoi pensieri e dal nulla che la circondava. Ormai, con il lockdown, tutte le strade erano vuote e solo le macchine della polizia o dei carabinieri le popolavano di inquietudine. Lei tornava sempre a casa di corsa senza neanche alzare la testa a guardarsi intorno perché, ormai, non c’era nulla da guardare. Era tutto strano, con tutti quei morti al nord e l’attesa che il male arrivasse pure nell’isola facendo una strage perché gli ospedali siciliani non erano come quelli del nord. Salì l’ultima rampa di scale ed incominciò ad aprire con un gran rumore di ferraglia il suo portoncino. Si aprì la porta alla sinistra della sua, quella della signora Carmela e la vecchia con la sua figura minuta e i capelli bianchissimi apparve con una busta di plastica in mano
“Signora bonasira – esordì – è venuto il signor Giuseppe e le ha portato qualcosa da mangiare. A noi ha portato il pane e una teglia di salsiccia e patate, ai Romeo una teglia di pasta al forno: con i loro tre figli e il marito disoccupato, gli ha fatto un bel pensiero. Il signor Giuseppe è una bella persona, meno male che c’è gente come lui picchì si no ni ittiriumu unu a scippare l’occhi all’ autru (incominceremmo a strapparci gli occhi l’uno all’altro).”
Lei la ringraziò e dopo due parole di circostanza entrò in casa.
Da quando i ristoranti erano chiusi, Giuseppe le portava ogni giorno la cena. Lei appoggiò il sacchetto sul tavolo e lo aprì. In un portavivande vi erano dei ravioli di gamberi e pescespada in un brodo di crostacei. Solo l’odore la ripagò della tristezza della giornata. Si cambiò ed incominciò a mangiare con la televisione accesa ma con il volume al minimo. Non aveva voglia di sentire parlare ancora di morti e di dolore. Nel sacchetto c’era anche una bottiglia piccola di Rapitalà , lei si riempì il bicchiere e andò a sdraiarsi sul letto. Sul comodino vi erano i menù del ristorante di Giuseppe. Aprì quello emozionale e lesse la descrizione dei ravioli:
“Una nuvola di pescespada impreziosito dall’amorevole dolcezza mediterranea del prezioso gambero rosso, in una sottilissima sfoglia di pasta solare, il tutto cucinato in un delicato ed intenso brodo di scampi e cicale, esaltato da pezzettini di aromatica triglia di scoglio e di freschissime verdure di stagione.”
Sorrise. Giuseppe sapeva descrivere le cose in un modo bellissimo. Prese il menù Sensuale e lesse lo stesso piatto
“La passione amorosa del pescespada sposata con la dolcezza sensuale del gambero unite per la vita in una sfoglia di morbida ed appassionata pasta, sottile come il sospiro di una innamorata vogliosa. I ravioli si amano sospesi nel mare della vita addolcito dall’intensità degli scampi e delle cicale, in un unico abbraccio amoroso con i frutti della terra. Piatto dedicato a chi ama i sottili piaceri della vita, l’amore inteso come dolce continuo desiderare e gustare, il sesso come lento cammino verso il piacere”
Sorrise ancora. Guardò l’orologio, doveva chiamare i suoi e sentire come stavano ed ascoltare le disgrazie di famiglia. Nella mezzora di discussione finì il vino e la pazienza. Per cui tornò in cucina a mettere il piatto nell’acquario in mezzo a tanti altri sporchi e a preparare la caffettiera e la tovaglietta per la colazione. Fece in fretta perché Giuseppe l’avrebbe chiamata alle ventidue precise, un appuntamento che dava senso alla sua giornata.
Alle ventidue si sdraiò sul letto e attese. Il cellulare si illuminò mostrando un piatto di tagliolini con astice.
“Quindi io sarei una a cui piace continuamente desiderare e gustare?”
“Certo, hai una sensualità compressa, il giorno in cui la renderai libera sarai una tigre del sesso”
“Oh povera di me! Mi stai dando della Messalina repressa,”
“Sto dicendo che sei un albero che ancora non sa fiorire”
Decise di cambiare discorso
“Sei ancora arrabbiato per l’altra volta?”
“Sto metabolizzando e pensando. Non mi aspettavo che reagivi in quel modo”
“È che non sopporto che mi si stia vicino, che mi si tocchi”
“Questo lo posso capire. Non capisco come mai non mi vuoi dire perché. Poi ti stavo abbracciando, non ti stavo strozzando.”
“Ecco – sentì che tutto le stava sfuggendo di mano, che non vi era una spiegazione se non quella vera, quella che non voleva dire – poi magari ne parliamo di persona … ora, al telefono non mi viene facile”
“Neanche di presenza ti viene facile … sembra che non ti fidi di me …”
“No, non è questo … non ti so spiegare … Per favore parliamo di altro, mi fai sentire sotto processo”
“Come vuoi, ma se qualcuno ti lancia un salvagente mentre anneghi non puoi voltarti dall’altra parte”
“Non sto annegando!!!”
fece lei esasperata in modo secco ed arrabbiato.
Giuseppe restò in silenzio per quasi mezzo minuto
“Ti sono piaciuti i ravioli?” esordì improvvisamente
“Si molto buoni, tua madre è molto brava”
“Si, continua a cucinare per tutti. I fornitori, quei quattro contadini e pescatori che ci forniscono, le hanno detto di pagarli poi con calma, quando riapriremo, ma lei li continua a pagare regolarmente, come se ancora facessimo il tutto esaurito”
“Come mai?”
“Dice che se ci fermiamo tutti, i soldi non girano più e tutto si blocca. Per fortuna, con la storia che sono tutti a casa e che molti non escono neanche per la spesa, ci ordinano pranzi completi da consegnare a casa, e restiamo in pareggio”
“È un brutto momento. Vedere tutti quei vecchi che aspettano al freddo e sotto la pioggia fuori dalla posta il loro turno è angosciante. Speriamo che il lockdown serva a qualcosa…”
Continuarono a parlare di quelle cose banali che si dicevano sempre e lei si rese conto che stavano parlando per sentirsi ancora vicini malgrado il suo scatto nervoso di prima. Giuseppe le dava corda perché voleva tranquillizzarla ma lei sentiva che anche lui era come imbarazzato.
“Ora sono stanca – gli disse improvvisamente – ci sentiamo domani”
Probabilmente lui guardò l’orologio e sicuramente notò che stavano finendo prima del previsto.
“Va bene, riposati, ciao”
concluse brevemente
“Ci sentiamo domani mattina … ti chiamo io … ciao ciao”
Si sentiva in colpa. Giuseppe non voleva essere insistente. Capiva che lei aveva dei problemi e voleva aiutarla, ma lei … lei non era pronta. Forse non lo sarebbe mai stata, ma adesso meno che mai. Con tutta questa provvisorietà, tutto questo casino che stava succedendo, non era il momento di parlare del passato. Di dissotterrare fantasmi, demoni e fobie. Si certo, il loro era un rapporto strano, anche lui se ne era accorto. Prima che lei andasse dai genitori a Capodanno l’aveva invitata in campagna con dei parenti e amici. Era la loro prima uscita, un modo di rendere ufficiale quello che già dentro di loro sapevano. Qualcuno si era messo a suonare uno di quei balli paesani, la Cumparsita o un un'altra musica latina. Lui l’aveva tirata in mezzo alla sala a ballare. Lei era andata sperando che con lui non avrebbe avuto problemi. Invece appena l’aveva stretta in lei era incominciata l’ansia, più lui la stringeva, più lei sentiva crescere in se la paura, un inquietudine angosciante, una sensazione di soffocare e di dover fuggire. Gli disse sottovoce “lasciami, basta”, ma lui felice perché lei era li con lui di fronte a tutti i suoi, sorrise e continuò a girare seguendo la musica. Fino a che lei non si mise ad urlare “Lasciami, lasciami, ti ho detto di lasciarmi” e si divincolò restando nel silenzio assoluto e con tutti i presenti che la guardavano stupiti. Lei li guardò, poi corse al suo posto a prendere il soprabito e scappò fuori. Lui l’aveva rincorsa chiedendole scusa, che non gli sembrava di averla importunata più di tanto, ma lei gli disse solo di portarla a casa, che era stanca.
Da allora non si erano più visti e se lui chiamava lei gli rispondeva che non voleva parlare, che era troppo presa. Non andò più al ristorante e da allora ogni sera si trovava davanti alla porta la cena calda. Dopo una settimana lo chiamò per dirgli di non mandare più niente: Giuseppe rispose che era sua madre a mandargli i piatti pronti, lui sarebbe venuto di persona e piano piano rincominciarono a parlare, principalmente di notte, quando i telegiornali avevano finito di contare i morti e i positivi e facevano vedere camion piene di bare e strade vuote. In quella penombra di morte che copriva ogni città ed ogni quartiere, nel risentirlo lei scopri che ne era felice. Che forse aveva sbagliato a non dire le cose come erano. Ora, quella sera, avevano di nuovo litigato. Non che avessero veramente litigato, ma quel suo scatto era stato un eccesso imprevisto, come quello di quando ballavano. Il senso era sempre quello. Lei che non riusciva a parlare. Ma Giuseppe non aveva colpa, non doveva sempre trattarlo così. Non era giusto.
Richiamò
“E’ successo qualcosa?”
“No, volevo chiederti scusa per prima. Mi sono saltati i nervi per la stanchezza”
“non era la stanchezza lo sai”
“No, è che in ufficio mi fanno disperare”
Lui restò in silenzio, poi iniziò con una voce seria
“Ascolta, con questa pandemia non siamo a niente, ma non saremo mai a niente se continuiamo a parlarci a distanza e distanti l’uno dall’altra. Proprio quando tutto è provvisorio come ora che bisogna fare delle scelte e trovare dei punti fissi di riferimento. Ti sto chiedendo solo di parlarne per incominciare a trovare la nostra strada.”
“Ma è solo stanchezza, quando passerà e il virus scomparirà, tutto diventerà normale”
“Facciamo così: io tra un ora sono li da te sotto casa. Se mi mandi un messaggio salgo e ne parliamo seriamente, se no saremo sempre qui a parlare come gli innamoratini e presto ce ne stancheremo. Una relazione non dura se non capiamo chi è che abbiamo davanti. Possiamo dirci tutte le parole del mondo ma se non diciamo mai quelle vere, quelle che dicono chi siamo, non diciamo nulla”
“Hai ragione ma non è così semplice, poi c’è il coprifuoco…se ti fermano cosa dici? Che hai la zita che ha le paranoie? Cerca di essere pratico”
“Fra un ora sono li. Tu sei più importante di qualsiasi multa. Se non mi fai salire sarò li domani e dopodomani ancora, finché non parleremo o ci lasceremo.”
Chiuse la telefonata.
“Il solito testardo e presuntuoso. Per me te ne puoi restare fuori per tutta la notte ... “
Pensò arrabbiata. Prese il bicchiere andò a cercare un po' di vino. Non ne trovò perché con il Covid non aveva più tempo di fare la spesa. Si arrabbiò, il vino l’aiutava a cacciare i demoni e a non averne paura. Decise di farsi una lunga doccia e di lasciare sul tavolo il cellulare così da non rispondere al suo messaggio. Quando non avrebbe avuto risposta se ne sarebbe tornato a casa con le pive nel sacco. Andò in camera da letto e si spogliò. Quando lo faceva non guardava mai lo specchio dell’armadio, ma quella volta era tanto arrabbiata con lui che non se ne ricordò e quando si levò la canottiera di cotone, si vide allo specchio. Restò sorpresa e si osservò. Le cicatrici brillavano sotto la luce riflessa dello specchio. Erano tante, lunghe e dritte o curve e qualcuna serpeggiava da un fianco all’altro per come quei demoni gliele avevano fatte. Malgrado i dottori avessero fatto miracoli si vedevano ancora e in certe parti il suo corpo sembrava sformato e irregolare o cresciuto a casaccio. Cosa ne poteva sapere lui, non aveva sentito come lei i loro corpi contro il suo impotente ed ormai un giocattolo su cui sfogare tutto il male che una fantasia malata poteva immaginare. Lui non poteva sapere la violenza, l’umiliazione, il dolore, l’orrore che c’era nell’essere usata, nel subire tra le botte e lo schifo, le voglie di un altro. Lui non poteva saperlo e non era colpa sua. Lei aveva sbagliato a crederci, a dargli corda a pensare veramente che la vita potesse anche dare invece di togliere e basta. Non era servito a niente andare in un'altra casa con altra gente, in un'altra vita, i demoni l’avevano seguita e quando durante la festa lui non l’aveva lasciata, lei si era sentita tra le braccia dei suoi diavoli e si era ribellata. Non era colpa sua, non poteva sapere. Lei forse doveva fargli capire che lei … ma non sapeva neanche come definirsi, come spiegare. Non era colpa sua, si ripeteva sotto la doccia. Lui era buono, ma se l’avesse vista nuda, con tutti i segni dei demoni, che cosa avrebbe fatto? e tenerlo lontano, a cosa serviva? Aveva ragione che stare così senza dare o avere vuol dire essere morti. Pensò che lui non si era arreso, insisteva a voler capire e questo non per presunzione ma perché a lei ci teneva. Glielo aveva fatto capire in mille modi! Perché non accettare di mostrare i suoi problemi, le sue fobie, quello che alla fine era? Aveva ragione lui, era meglio trovare il coraggio di chiarire, chiamare le cose con il loro nome
Uscì velocemente dalla doccia e mettendosi l’accappatoio corse in cucina a prendere il telefono. Vi era il suo messaggio di un quarto d’ora prima
“Salgo?”
Rispose subito
“ Si vieni, vieni”
E corse ad aprire la porta cercando di fare il meno rumore possibile. Quando aprì lui era già dietro la porta che sorrideva
“Vieni”
Disse lei e lo tirò dentro chiudendo velocemente.
Lui entrò andando in cucina
“Che casino che c’è..”
Lei si avvicino e senza dire niente lo baciò stupendosi lei stessa di quanto stava facendo e capendo che per quanto lui insisteva a cercarla, lei stessa, a modo suo, lo cercava con la stessa intensità, lo voleva con il suo stesso desiderio e tutti i suoi modi che lo spingevano via, erano solo una maschera con cui nascondere il suo bisogno di averlo accanto. Perché aveva bisogno di essere amata e desiderata da lui e di amarlo e desiderarlo allo stesso modo, con la stessa intensità. Capì che le era mancato, che tutto quel pensare e considerare, ora che c’era lui, non aveva senso se non per ribadire che non poteva tornare indietro facendo finta che tutto era tornato normale. Lui rispose al bacio ma non l’abbracciò. Lei fu contenta di questo e disse che andava un minuto di la a mettersi qualcosa. Dovevano prima parlare, poi poteva accadere tutto quello che doveva accadere, ma prima doveva avere il coraggio di mettere le cose a posto. Andò nella stanza da letto, chiuse la porta e girò la chiave come sempre faceva quando non era sola in casa, poi dal comò prese una mutanda e una maglietta e incominciò a slacciarsi la cinghia dell’accappatoio. Nel fare questo si girò verso la porta e guardandola si rese conto che aveva fatto qualcosa di strano. Aveva chiuso a chiave la porta, quasi barricandosi nella stanza da letto, anche se di là c’era Giuseppe che tra tutti gli uomini di questo mondo, era quello che non avrebbe mai potuto farle del male. Il suo Giuseppe, quello che sapeva cosa lei volesse prima che lo pensasse. Non erano serviti a niente i buoni propositi di prima: la paura guidava ancora le sue azioni consce ed inconsce. Chi le aveva fatto del male era lì con lei, nella falsa sicurezza della stanza da letto, nella prigione in cui i suoi ricordi l’avevano chiusa. Aveva ragione Giuseppe, doveva parlare, doveva dirgli di lei e delle cicatrici, del perché non dormiva la notte e non voleva essere toccata. Buttò sul letto la mutandina e la maglietta e lentamente andò verso la porta e dopo qualche secondo di esitazione girò la chiave e l’aprì. Camminò per la casa con l’accappatoio ancora addosso come se fosse in trance. Arrivata sulla porta della cucina lo vide che stava mettendo in lavastoviglie un piatto.
“Giuseppe …”
lui si raddrizzò e si asciugò le mani con un tovagliolo guardandola, lei si avvicinò e cercò le parole che non aveva mai voluto dire prima.
“… io…volevo dirti, io …”
E si fermò incapace di iniziare a descrivere il mostro che da anni viveva come un diabolico parassita dentro di lei. Allora, disperata perché i suoi incubi le avevano levato la capacità di parlare di loro, di descriverne l’infelice causa ed i terribili effetti, slacciò la cinghia dell’accappatoio e lo lasciò cadere per terra facendo vedere quello che i suoi demoni avevano lasciato sulle sue carni.
Giuseppe continuò a guardarla negli occhi, senza indulgere sul suo corpo o mostrare meraviglia per le offese che vedeva. Lei capì che anche se non l’osservava vedeva quelle cicatrici e con loro tutto il male che le avevano fatto, ma sembrava che non volesse dargli importanza come se non gli interessasse. Voleva dirle che per lui contava solo il dolore che sapeva dentro di lei che le rubava quella serenità che voleva per lei, e che era il loro presente, il loro futuro e non il passato che non meritava di essere considerato. Allora lei prese coraggio e lentamente si avvicinò ancora di più e quando fu a pochi centimetri da lui lo abbracciò goffamente, tremando e vincendo la repulsione che provava perché ora che sentiva il suo calore e il suo profumo capiva che ne era attratta, mentre gli incubi rimasti dentro la sua anima le gridavano di correre via, al riparo del dolore che un altro corpo poteva darle, via a rinchiudersi dentro la stanza da letto, a vivere come una reclusa, una sepolta viva. Ma lei lo stringeva e non voleva fuggire: di tutta la sua vita, sentiva questo momento come l’unico in cui aveva preso per mano il suo destino. Per questo motivo voleva restare stretta a lui come da sempre non aveva mai stretto nessun altro, come un naufrago aggrappato ad un relitto per salvarsi, per non finire annegata negli abissi delle sue paure.
Lui non l’abbracciò, le accarezzava i capelli con le sue labbra, ma non l’abbracciò.
“ Quando te ne sei andata dalla festa mi sono messo a pensare. Ho chiamato un collega giornalista che copre il tuo paese e gli ho chiesto se li da lui fossero successi dei fatti che avessero coinvolto delle ragazze – lentamente incominciò a baciarla in fronte e poi ancor più lentamente sull’orecchio e sul collo, ma non la stringeva ancora – mi ha mandato degli articoli. Una ragazza era stata uccisa ad un passaggio pedonale, una seconda aveva rapinato con un amico una farmacia per rubare del metadone. Una terza era una minorenne – lentamente, usando lo stesso tono di voce continuò a baciarla sul collo e quindi sulla spalla e lei scoprì che il suo toccarla le dava inaspettatamente piacere – questa ragazza fu violentata sul treno che prendeva per andare a scuola nel capoluogo da tre ragazzi che, spaventati da una possibile denuncia, l’avevano picchiata e inferto una ventina di coltellate lasciandola per morta. La ragazza sopravvisse ma dovette subire molte operazioni perché del suo corpo avevano fatto uno scempio – Si fermò a baciare la spalla più volte – nell’ultimo articolo che ho letto, avevano intervistato la madre e lei diceva che sperava che condannassero i tre all’ergastolo perché sua figlia l’avevano violentata nel corpo e nell’anima, tanto che ora non poteva neanche abbracciarla che lei tremava e scappava via perché per lei ogni contatto fisico era il ricordo della violenza”
Tornò a baciarla sfiorandole appena le labbra.
“allora ho capito che avevi i tuoi motivi per non farti mai abbracciare e toccare e che non potevo lasciarti prigioniera di una violenza che per te non era mai finita “
“abbracciami, stringimi... – disse lei con il volto contro il suo petto e gli occhi chiusi – ho bisogno di sapere che tu non sei come quelli”
Lui alzò le mani ad accarezzare le sue spalle poi le fece scendere lungo la schiena e l’abbracciò leggermente, al bacino. La sentiva tremare, ma non si staccava da lui ne rifiutava il suo abbraccio, anzi lo stringeva più forte quasi a chiedergli di proteggerla dalla stessa paura che quell’abbraccio faceva nascere in lei. In quel momento, nel profondo della sua testa, lei era sdraiata su un sedile del treno, una mano le stringeva la bocca per non farla gridare, qualcuno le stava tenendo le gambe aperte, altre mani le stringevano i polsi per tenerla ferma, mentre sentiva un corpo schiacciarla e un dolore tra le gambe che cresceva fino a diventare un fuoco. Si dibatteva disperatamente e qualcuno la prendeva a pugni e schiaffi o la tirava per i capelli. Sentiva dolore ovunque, in bocca aveva sapore di sangue fino che le arrivò un pugno sulla tempia che la stordì e tutto di nuovo fu solo dolore e schifo in un buio assoluto. Avrebbe voluto morire ma si strinse a Giuseppe, dicendosi che era tutto finito. Tutto, finalmente, era finito.
Giuseppe capì che lei stava lottando contro i suoi demoni, era una lotta silenziosa e terribile quella che lui sentiva nel tremore del suo corpo, una lotta per uscire dall’oscurità dei suoi incubi e poterlo amare ed essere amata per come voleva e doveva, per ritrovare la luce di quella impossibile stato d’animo, che chiamano normalità.
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barbaraincucina · 4 years ago
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Torte da colazione
Torta di mele
250 gr farina 200 gr zucchero 2 uova 100 gr burro 150 ml latte 30 ml di Sassolino 1 pizzico di sale scorza di limone grattugiata 1 bustina di lievito per dolci 5 mele
Sbucciare le mele, tagliarle a cubetti o a fettine e metterle da parte in una ciotola bagnandole col succo di limone. Mescolare tutti gli altri ingredienti con la frusta. Versare in una tortiera imburrata e infarinata. Ricoprire con le mele, cospargere di zucchero e infornare a 180° per 45 minuti.
Torta di pere e yogurt
250 gr farina 125 gr zucchero 125 ml yogurt 3 uova 80 gr burro scorza grattugiata di limone 1 pizzico di sale 1 bustina di lievito per dolci 5 pere (o mele)
Sbucciare le pere, tagliarle a cubetti o a fettine e metterle da parte in una ciotola bagnandole col succo di limone. Mescolare tutti gli altri ingredienti con la frusta. Versare in una tortiera imburrata e infarinata. Ricoprire con le pere, cospargere di zucchero e infornare a 180° per 45 minuti. 
Torta di albicocche
200 gr farina 200 gr zucchero 180 gr burro morbido 4 uova scorza grattugiata di limone 1 pizzico di sale 1/2 bustina di lievito per dolci 6 albicocche
Versare in una ciotola 100 gr di zucchero, i tuorli e il burro morbido e sbattere con la frusta. Unire la farina setacciata col lievito, il sale e la scorza di limone. Montare gli albumi con lo zucchero restante e amalgamarli all’impasto con la spatola. Versare in uno stampo rettangolare foderato di carta forno di circa 30x40 cm. Disporre le albicocche sulla superficie, tagliate a metà e con la parte del taglio rivolta verso l’alto. La torta andrà tagliata a cubetti e in ogni porzione dovrà esserci una mezza albicocca. Infornare a 170° per 20-25 minuti. Spolverare con zucchero a velo prima di servire.
Torta di fichi e noci
200 gr farina 100 gr farina di mandorle 150 gr zucchero 120 gr burro 3 uova 1/2 bustina di lievito per dolci 1 pizzico di sale fichi e noci
Montare con la frusta il burro morbido con lo zucchero, poi unire le uova una alla volta, la farina di mandorle e infine la farina setacciata col lievito, il pizzico di sale e le noci grossolanamente tritate. Versare in una tortiera imburrata e infarinata, decorare con i fichi tagliati a fette o spicchi. Cuocere in forno caldo a 180° per 40 minuti.
Ciambella alla marmellata
300 gr farina 150 gr zucchero 200 gr burro morbido 4 uova 6 cucchiai colmi di marmellata 1 pizzico di sale 1 bustina di lievito per dolci
Montare con la frusta il burro con lo zucchero. Unire le uova una alla volta, la farina setacciata col lievito, il sale e la marmellata. Se necessario aggiungere un goccio di latte. Versare in uno stampo da ciambella imburrato e infarinato e infornare a 180° per 40 minuti.
Ciambella con mirtilli e cioccolato bianco
300 gr farina 250 gr zucchero 3 uova 150 ml olio di semi 200 ml latte 100 gr di cioccolato bianco grossolanamente tritato mirtilli 1 pizzico di sale 1 bustina di lievito per dolci
Montare con la frusta le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere l’olio e il latte a filo, la farina setacciata con il lievito e infine il cioccolato bianco e i mirtilli; versare in uno stampo da ciambella imburrato e infarinato. Cuocere in forno caldo a 180° per 45 minuti.
Crostata con farina di farro e marmellata di fragole
330 gr farina di farro 30 gr cacao amaro 100 gr zucchero di canna 90 ml olio di semi 1 uovo + 1 tuorlo 1/2 bustina lievito per dolci 1 pizzico di sale
Versare in una ciotola tutti gli ingredienti tranne la farina ed il lievito, quindi mescolare con un cucchiaio di legno. Unire il lievito e la farina un po’ alla volta continuando a mescolare quindi spostarsi sulla spianatoia incorporando la restante farina e impastando con le mani fino ad ottenere un impasto elastico. Stendere la pasta col mattarello e foderare una tortiera imburrata e infarinata, farcire con la marmellata di fragole, decorare con le strisce di pasta e cuocere in forno caldo a 180° per 25 minuti.
Torta tipo Barozzi
250 gr cioccolato fondente 150 gr zucchero 80 gr burro 4 uova 100 gr mandorle tritate 1 cucchiaio di caffè 2 bicchierini di rum
Tostare le mandorle tritate. Sciogliere il burro e il cioccolato e amalgamare bene. Lasciare intiepidire e unire le mandorle, il caffè e il rum. Montare i tuorli con lo zucchero e poi unire il cioccolato fuso. Montare a neve gli albumi e unirli al resto con una spatola. Versare in una tortiera imburrata e infarinata e infornare a 180° per 30 minuti.
“Torta nera” con le pere
Per la pasta frolla: 500 gr farina 200 gr zucchero 100 gr burro 3 uova 1 bicchierino di Sassolino 1 bustina di lievito per dolci Per il ripieno: 300 gr mandorle senza pelle 300 gr zucchero 100 gr cacao amaro 100 gr burro fuso 2 cucchiaini caffè in polvere 1 tazzina di caffè liquido 4 uova 2 bicchierini di sassolino 2 pere
Realizzare la posta frolla con le dosi indicate o come di abitudine. Preparare il ripieno: tostare e tritare le mandorle nel mixer e mettere da parte; sbucciare e tritare le pere nel mixer; montare a neve gli albumi. Riunire tutti gli ingredienti in una ciotola e amalgamare bene, unendo per ultimi gli albumi. Stendere la pasta frolla col mattarello, foderare una tortiera, farcire col ripieno preparato infornare a 180° per 40 minuti.
Torta di mandorle
Per la frolla: 300 gr farina 150 gr zucchero 150 gr burro 1 uovo + 2 tuorli scorza di limone grattugiata un pizzico di sale Per il ripieno: 250 gr mandorle senza pelle 2 albumi 180 gr zucchero 1 bicchierino di Sassolino
Realizzare la posta frolla con le dosi indicate o come di abitudine. Preparare il ripieno: tritare le mandorle nel mixer e mettere da parte; montare a neve gli albumi. Riunire tutti gli ingredienti in una ciotola e amalgamare bene, unendo per ultimi gli albumi. Stendere la pasta frolla col mattarello, foderare una tortiera, farcire col ripieno preparato (a piacere spalmare un sottile strato di marmellata di albicocche sulla frolla prima del ripieno) e infornare a 180° per 40 minuti.
Torta di amaretti
Per la frolla: 300 gr farina 150 gr zucchero 150 gr burro 3 tuorli scorza di limone grattugiata un pizzico di sale Per il ripieno: 200 gr amaretti 100 gr mandorle senza pelle 50 gr cacao amaro 150 gr zucchero 3 albumi
Realizzare la posta frolla con le dosi indicate o come di abitudine. Preparare il ripieno: tritare le mandorle nel mixer e mettere da parte; montare a neve gli albumi. Riunire in una ciotola le mandorle, lo zucchero ed il cacao ed amalgamare bene, unire infine gli albumi. Stendere la pasta frolla col mattarello, foderare una tortiera, coprire con gli amaretti uno accanto all’altro (bagnarli velocemente nel marsala) e poi versare il ripieno preparato per coprire il tutto. Infornare a 180° per 40 minuti. 
Torta di tagliatelle
Per la base: 200 gr farina 100 gr burro 40 gr zucchero di canna 1 uovo Per il ripieno: 150 gr mandorle 60 gr zucchero 1 uovo scorza grattugiata di un limone 30 gr scorza d’arance amare candite 1 cucchiaino scarso di estratto di vaniglia 1 cucchiaio di Sassolino 1 nido tagliolini sottili, circa 65 gr 50 gr di burro zucchero a velo e di canna, q.b.
In una ciotola mescolare farina e zucchero. Aggiungere il burro freddo a tocchetti e l’uovo intero. Impastare con la punta delle dita per non scaldare troppo il burro sino a ottenere un impasto liscio e compatto. Avvolgere nella pellicola e lasciare riposare in frigorifero per circa 30-40 minuti. Tostare le mandorle in una padella per alcuni minuti. Frullare grossolanamente e mescolare le mandorle tritate con lo zucchero. Aggiungere l’uovo, la scorza di limone, le arance candite tagliate finemente, la vaniglia e il liquore. Mescolare bene. Stendere la pasta frolla molto sottile, rivestire lo stampo (diametro 18 cm), riempire con il ripieno fin quasi al bordo. Ricoprire con il nido di tagliatelline in modo che tutta la superficie del dolce sia coperta di pasta (se è pasta fresca, appena fatta, nessun problema a stenderla sul dolce dando ai tagliolini la caratteristica forma a “nido”. Se è pasta all’uovo secca, mettere il nido in una padella con dell’acqua e sbollentare senza rompere il nido. Raccogliere il nido con la ramina, poggiare su un piatto, lasciare raffreddare e poi coprire il dolce in modo che copra bene tutta la superficie). Cospargere con fiocchi di burro, zucchero di canna e zucchero a velo. Coprire la torta con carta alluminio e cuocere in forno a 180° per 15 minuti. Poi eliminare la copertura e continuare la cottura per altri 20-25 minuti. Se la doratura dei tagliolini non è sufficiente, accendere la funzione grill durante gli ultimi minuti di cottura.
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ellis-food-blog · 5 years ago
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Manchmal denke ich, in meinen Genen steckt eine halbe Italienerin, denn Pasta könnte ich wahnsinnig oft essen. Polpette al Limone wird durch Zitronenabrieb und Zitronensaft sehr frisch und sehr angenehm im Geschmack. Ich habe noch einen drauf gesetzt und habe noch Zitronen-Tagliolini als Beilage gemacht. Zitronengeschmack pur.
Zutaten für 3 Personen:
450 g Kalbsfaschiertes 1 Schalotte 1 Ei 2 EL Semmelbrösel 60 g Parmesan, gerieben Salz, Pfeffer 1 EL Zitronenthymian, abgerebelt (wer es hat) von 2 Bio-Zitronen Abrieb Saft von 2 Bio-Zitronen 1/16 l Weißwein 1 EL Butter 1 EL Olivenöl
125 g Zitronen-Tagliolini Parmesan zum Bestreuen
Zubereitung: Die Schalotte klein schneiden und mit dem Faschierten, dem Ei, den Semmelbrösel, dem Parmesan, Salz, Pfeffer, Zitronenthymian, dem Abrieb von 2 Bio-Zitronen gut vermengen und kleine Bällchen formen.
Die Tagliolini im heißen Salzwasser zustellen.
In einer großen Pfanne die Butter und das Olivenöl heiß werden lassen und die Bällchen auf beiden Seiten bräunlich anbraten. Dann kommt der ausgepresste Zitronensaft und der Weißwein dazu, so lange köcheln lassen bis die Pasta fertig ist.
In tiefen Teller die Tagliolini anrichten, die Bällchen rundherum und mit Parmesan noch bestreuen.
Polpette al Limone Tagliolini al Limone Zitronen-Fleischbällchen mit Zitronen-Tagliolini Manchmal denke ich, in meinen Genen steckt eine halbe Italienerin, denn Pasta könnte ich wahnsinnig oft essen.
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grubshots · 5 years ago
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TAGLIOLINI AL LIMONE from @angeliniosteria you can do no wrong 🍋 (at Angelini Osteria) https://www.instagram.com/p/B2e11GlF_UC/?igshid=fa5568lmxjjo
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balimyth · 2 years ago
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Ragù di Anatra Tagliatelle, Basilico Pesto Gnocchi, Tagliolini al Limone with Spinaci salad at Bottega Italiana, Seminyak Bali
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EBI NO voMAKIAGE INVOLTINI DI GAMBERI
EBI NO voMAKIAGE INVOLTINI DI GAMBERI
PER I TAGLIOLINI: 100 gr di semola1 uovo oppure 10 gr di tagliolini freschi all’uovo PER GLI EBI NO MAKIAGE: 8 gamberoniolio di semi per friggeresale aromatizzato al limone PER I TAGLIOLINI: Impasta la semola e l’uovo intero, fai una palla e lascia riposare per 30 minuti. Stendi l’impasto con l’aiuto di un matterello e prepara la sfoglia, poi tagliala ottenendo dei tagliolini. PER GLI EBI…
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luciana-909 · 4 months ago
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The Art of Perfecting Tagliolini: A Culinary Masterpiece
Tagliolini is a type of pasta that exemplifies the rich culinary traditions of Italy. This delicate, thin pasta, similar to tagliatelle but narrower, offers a unique texture and flavor profile that sets it apart from other pasta varieties. In this comprehensive guide, we will delve into the intricacies of Tagliolini, exploring its history, preparation methods, and the best ways to enjoy this Italian delight.
The History of Tagliolini
Tagliolini has its roots deeply embedded in the culinary history of Italy. Originating from the northern regions, particularly Piedmont and Emilia-Romagna, this pasta has been a staple in Italian cuisine for centuries. The name "tagliolini" comes from the Italian word "tagliare," meaning "to cut," which refers to the method of slicing the pasta dough into thin strips.
The Evolution of Tagliolini
Over the years, Tagliolini has evolved, with each region in Italy adding its unique twist. In Piedmont, it is often made with egg-enriched dough, resulting in a richer flavor and texture. In contrast, the Emilia-Romagna version tends to be simpler, focusing on the purity of the pasta itself. Despite these regional variations, the essence of Tagliolini remains the same: a testament to the art of Italian pasta-making.
The Ingredients for Perfect Tagliolini
Creating the perfect Tagliolini requires high-quality ingredients. Here's what you'll need:
Flour: Fine durum wheat flour or 00 flour is ideal for a smooth, elastic dough.
Eggs: Fresh, organic eggs impart a rich flavor and vibrant color to the pasta.
Salt: A pinch of salt enhances the overall taste of the dough.
Olive Oil: Adds a subtle richness and helps in achieving the right dough consistency.
Step-by-Step Guide to Making Tagliolini
Preparing the Dough
Combine the Ingredients: On a clean surface, create a mound with the flour and make a well in the center. Crack the eggs into the well, add a pinch of salt and a drizzle of olive oil.
Mix and Knead: Gradually incorporate the flour into the eggs, mixing until a dough forms. Knead the dough for about 10 minutes until it is smooth and elastic.
Rest the Dough: Wrap the dough in plastic wrap and let it rest for at least 30 minutes. This allows the gluten to relax, making it easier to roll out.
Rolling and Cutting the Dough
Roll Out the Dough: Using a rolling pin or a pasta machine, roll the dough into a thin sheet, about 1-2 millimeters thick.
Cut the Tagliolini: Dust the dough sheet with flour and fold it gently. Using a sharp knife, cut the dough into thin strips, approximately 1/8 inch wide.
Separate the Strands: Unfold the strips and gently separate them, dusting with more flour to prevent sticking.
Cooking Tagliolini to Perfection
Boiling the Pasta
Bring Water to a Boil: Fill a large pot with water, add a generous amount of salt, and bring it to a rolling boil.
Cook the Tagliolini: Add the fresh Tagliolini to the boiling water and cook for 2-3 minutes until al dente. Fresh pasta cooks much faster than dried varieties, so keep a close eye on it.
Draining and Serving
Drain the Pasta: Once cooked, drain the Tagliolini in a colander, reserving some of the pasta water.
Toss with Sauce: Return the pasta to the pot and toss with your preferred sauce, adding a splash of pasta water to create a silky, cohesive dish.
Delicious Tagliolini Recipes
Tagliolini al Limone
Ingredients:
Fresh Tagliolini
Lemon zest and juice
Unsalted butter
Grated Parmesan cheese
Freshly ground black pepper
Fresh parsley, chopped
Instructions:
Melt the Butter: In a large skillet, melt the butter over medium heat.
Add Lemon: Add the lemon zest and juice, stirring to combine.
Toss the Pasta: Add the cooked Tagliolini to the skillet, tossing to coat evenly. Add a splash of pasta water if needed.
Finish with Cheese and Herbs: Sprinkle with grated Parmesan, black pepper, and fresh parsley before serving.
Tagliolini with Truffle Butter
Ingredients:
Fresh Tagliolini
Truffle butter
Grated Pecorino Romano
Freshly ground black pepper
Truffle shavings (optional)
Instructions:
Prepare the Butter: In a large skillet, melt the truffle butter over low heat.
Add the Pasta: Add the cooked Tagliolini to the skillet, tossing to coat evenly.
Finish with Cheese and Truffle: Sprinkle with grated Pecorino Romano and black pepper. Top with truffle shavings for an extra touch of luxury.
Pairing Tagliolini with the Perfect Wine
To enhance your Tagliolini experience, pair it with a suitable wine. For lemon-based sauces, a crisp white wine such as Pinot Grigio or Sauvignon Blanc works beautifully. For richer, truffle-based dishes, opt for a full-bodied white like Chardonnay or a light red like Pinot Noir.
Tips for Storing and Reheating Tagliolini
Storage:
Fresh Pasta: Uncooked Tagliolini can be stored in an airtight container in the refrigerator for up to 2 days.
Cooked Pasta: Store cooked Tagliolini in an airtight container in the refrigerator for up to 3 days.
Reheating:
Stovetop: Reheat the pasta in a skillet with a bit of olive oil or butter, adding a splash of water to help loosen the strands.
Microwave: Reheat in a microwave-safe dish, covered, for 1-2 minutes, stirring halfway through.
The Versatility of Tagliolini
Tagliolini's delicate texture and ability to absorb flavors make it an incredibly versatile pasta. It pairs well with a variety of sauces, from simple aglio e olio (garlic and oil) to more complex seafood sauces. The possibilities are endless, allowing you to experiment and create your own culinary masterpieces.
Conclusion
Mastering the art of making and enjoying Tagliolini opens up a world of culinary possibilities. This traditional Italian pasta, with its rich history and delicate texture, is a true testament to the beauty of Italian cuisine. Whether served with a simple lemon butter sauce or a luxurious truffle butter, Tagliolini is sure to impress and delight.
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burde · 3 years ago
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L’elegante succulenza di Miseria e Nobiltà a Campobasso 🍝💥🧆 • • • • • • Ciambotta con pallotte cacio e ova, agnello marinato con crosta di patate di san Biase, tagliolini calamari 🦑 marinati con salvia e zest di limone e pesto di zucchine, pollo al mattone e involtini farciti di capocollo e caciocavallo . • • • A innaffiare la #Tintilia 200 mt di Tenimenti Grieco • • • #molise #campobasso #moliseesiste #tintilia #andreGori #osteria #ristorante #miseriaenobilta #pallottecaceeove #molisediscovery (presso Miseria E Nobiltà) https://www.instagram.com/p/CSkhCpyNtxK/?utm_medium=tumblr
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sciatu · 4 years ago
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OGGI PASTA AI FRUTTI DI MARE
Scusa hai per caso del sedano? Devo cucinare due cozze e due gamberi per fare il sugo ai frutti di mare. Magari non faccio il sugo, taglio dei pomodorini ciliegino e li aggiungo alle cozze con un piccolo peperoncino rosso. Mi serve però il sedano, lo devo tagliare e far rosolare con i capperi di Pantelleria e due olive, poi aggiungo il pomodorino o la salsa di pomodoro. Faccio andare finchè il pomodoro è cotto e il sugo è pronto. Se metto la salsa aggiungo una punta di zucchero per neutralizzare l’acidità del pomodorino. Poco però, perchè i gamberi sono freschi e sono dolcissimi e poi non bisogna distruggere il gusto di mare delle cozze con il dolciastro. Intanto preparo la pasta, magari due tagliolini, due mezze maniche o delle busiate trapanesi, al limite due spaghetti vanno benissimo. Appena la pasta è cotta l’aggiungo nella padella con il sugo. La pasta in quel momento assorbe ancora liquidi quindi la giro lentamente nel sugo così che la pasta possa impregnarsi di sugo. Alla fine cospargo con il prezzemolo appena tagliato, quello fresco fresco che riempie la cucina di profumo, e porto in tavola. Ho già messo in frigo la mia bottiglia di Grillo così che all’arrivo degli spaghetti la apro e preparo la bocca alla prima dolcissima forchettata. No, il limone non lo metto. Se faccio i frutti di mare senza sugo, alla fine dò una grattata di buccia di limone sulle cozze e aggiungo poco prezzemolo. L’ho imparato in un ristorante di Giardini che è il ristorante di una pescheria dove il pesce lo conoscono e quando mi hanno portato quegli spaghetti con quel profumo cozze e una sottile nota di limone mi sembrava di essere in paradiso. Allora ce l’hai il sedano?
Sorry do you have celery? I have to cook two mussels and two prawns to make the seafood sauce. Maybe I don't make the sauce, I cut cherry tomatoes and add them to the mussels with a small red chilli pepper. But I need celery, I have to cut it and brown it with the Pantelleria capers and two olives, then I add the tomato or tomato sauce. I keep going until the tomato is cooked and the sauce is ready. If I add the sauce, I add a pinch of sugar to neutralize the acidity of the cherry tomato. Little, however, because the prawns are fresh and very sweet and then you must not destroy the taste of the sea of ​​the mussels with the sweetish. Meanwhile, I prepare pasta, maybe two tagliolini, two mezze maniche or busiate trapanesi, at the limit two spaghetti are fine. As soon as the pasta is cooked, add it to the pan with the sauce. The pasta at that moment still absorbs liquids so I turn it slowly in the sauce so that the pasta can become impregnated with the sauce. At the end I sprinkle with the freshly cut parsley, the fresh fresh one that fills the kitchen with perfume, and I bring it to the table. I have already put my bottle of Grillo in the fridge so that when the spaghetti arrives I open it and prepare my mouth for the first sweet forkful. No, I don't add lemon. If I make seafood without sauce, at the end I give a grated lemon peel on the mussels and add a little parsley. I learned it in a restaurant in Giardini which is the restaurant of a fish shop where they know the fish and when they brought me those spaghetti with that scent of mussels and a subtle hint of lemon it seemed to me that I was in paradise. So you have celery?
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Natura, bellezza, archeologia, buon cibo e anche acque termali: Sepino, città romana in provincia di Campobasso, è un luogo ricco di storia e dalle mille sorprese, immerso in una stupenda vallata, quella del Tammaro. Adagiata alle pendici dei monti del Matese, infatti, questa località, dalla storia millenaria, è considerata anche uno tra i più bei borghi italiani, fusione completa di storia, arte e natura. Oltre che un luogo magico, dove il passato aleggia ancora tra le rovine romane. Le rovine archeologiche di Sepino. Fonte: iStock Un borgo ricco di storia Circondato dai boschi, Sepino ha origini antiche che arrivano sin all’antica civiltà sannita, di cui molti segni si possono ritrovare ancora oggi. Il borgo è separato dall’esterno da una cinta muraria, intervallata da ben 4 porte monumentali. Tra queste Porta Bojano è certamente la più interessante, decorata con rilievi d’assoluta bellezza e particolarità. Superato l’ingresso, ci si troverà di fronte a un bellissimo spettacolo che nasconde tesori tutti da scoprire tra cui la Fontana del Grifo, il foro e il teatro dell’antica Saepinum, in cui è possibile ammirare l’orchestra e le parti inferiori delle gradinate. Tutte opere che abbelliscono e rendono unica questa stupenda località. Tra i vicoli del centro Sepino è un piccolo borgo che nasconde però tantissimi tesori. Come la Chiesa di Santa Cristina, struttura risalente al 12esimo secolo, che si trova nella piazza principale, ed è dedicata alla patrona della città, che viene celebrata l’8, il 9 e il 10 gennaio. Si tratta del monumento più prezioso della città. Sopravvissuto al terremoto del 1805, al suo interno si trovano la grotta, la cappella del tesoro con le reliquie della santa, battenti in bronzo, un coro ligneo settecentesco, l’archivio storico parrocchiale con pergamene del 12esimo secolo e otto busti in bronzo collocati nelle nicchie. Altri luoghi di sicuro interesse sono la Chiesa di San Lorenzo, l’ex Chiesa di Santo Stefano trasformata in teatro, le Chiese di Santa Maria Assunta e del Purgatorio e il Convento della Santissima Trinità, che all’interno custodisce un chiostro in pietra bianca e una statua raffigurante San Francesco d’Assisi. Sepino. Foto di Massimiliano Ferrante Le rovine archeologiche Sepino custodisce anche un sito archeologico importantissimo, l’area di Altilia Sepino in cui si possono ancora vedere i resti della cittadina sannita e che comprendono il villaggio fortificato sannita Terravecchia/Saipins e la città romana Saepinum-Altilia. Gli scavi rappresentano un esempio perfettamente conservato di un’antica città romana: oggi, infatti, è possibile individuare tutte le caratteristiche della tipica struttura urbanistica. Perfetto borgo per chi ama la natura e il relax Sepino è un’ottima scelta non solo per chi vuole fare solo una gita, ma soprattutto, per chi decide di passare un po’ di tempo in totale relax. Qui, infatti, si trovano anche le terme, con le note acque minerali dalle spiccate qualità terapeutiche. Acque che derivano dalle sorgenti Tre Fontane e vantano oltre duemila anni di storia e tradizione. Non solo, la sua posizione strategica, immersa nel verde, regala ai visitatori la possibilità di cimentarsi in cammini e percorsi trekking realizzati tra i boschi, respirando solamente aria pura. La buona cucina è di casa A Sepino si possono gustare, inoltre, specialità tipiche. Qualche esempio? I carciofi ripieni con carne trita e parmigiano oppure i maccheroni con il pane sbriciolato e i tagliolini alla Campobasso, con prosciutto, peperoncino e cipolla. Da provare anche il “Fiadone”, specialità nata per le feste pasquali con ripieno di formaggio, che si può assaggiare sia nella versione salata che dolce, con una spruzzata di limone. Il borgo di Sepino. Foto di Massimiliano Ferrante https://ift.tt/2uVLUJI Sepino, un borgo immerso nella storia e nella natura Natura, bellezza, archeologia, buon cibo e anche acque termali: Sepino, città romana in provincia di Campobasso, è un luogo ricco di storia e dalle mille sorprese, immerso in una stupenda vallata, quella del Tammaro. Adagiata alle pendici dei monti del Matese, infatti, questa località, dalla storia millenaria, è considerata anche uno tra i più bei borghi italiani, fusione completa di storia, arte e natura. Oltre che un luogo magico, dove il passato aleggia ancora tra le rovine romane. Le rovine archeologiche di Sepino. Fonte: iStock Un borgo ricco di storia Circondato dai boschi, Sepino ha origini antiche che arrivano sin all’antica civiltà sannita, di cui molti segni si possono ritrovare ancora oggi. Il borgo è separato dall’esterno da una cinta muraria, intervallata da ben 4 porte monumentali. Tra queste Porta Bojano è certamente la più interessante, decorata con rilievi d’assoluta bellezza e particolarità. Superato l’ingresso, ci si troverà di fronte a un bellissimo spettacolo che nasconde tesori tutti da scoprire tra cui la Fontana del Grifo, il foro e il teatro dell’antica Saepinum, in cui è possibile ammirare l’orchestra e le parti inferiori delle gradinate. Tutte opere che abbelliscono e rendono unica questa stupenda località. Tra i vicoli del centro Sepino è un piccolo borgo che nasconde però tantissimi tesori. Come la Chiesa di Santa Cristina, struttura risalente al 12esimo secolo, che si trova nella piazza principale, ed è dedicata alla patrona della città, che viene celebrata l’8, il 9 e il 10 gennaio. Si tratta del monumento più prezioso della città. Sopravvissuto al terremoto del 1805, al suo interno si trovano la grotta, la cappella del tesoro con le reliquie della santa, battenti in bronzo, un coro ligneo settecentesco, l’archivio storico parrocchiale con pergamene del 12esimo secolo e otto busti in bronzo collocati nelle nicchie. Altri luoghi di sicuro interesse sono la Chiesa di San Lorenzo, l’ex Chiesa di Santo Stefano trasformata in teatro, le Chiese di Santa Maria Assunta e del Purgatorio e il Convento della Santissima Trinità, che all’interno custodisce un chiostro in pietra bianca e una statua raffigurante San Francesco d’Assisi. Sepino. Foto di Massimiliano Ferrante Le rovine archeologiche Sepino custodisce anche un sito archeologico importantissimo, l’area di Altilia Sepino in cui si possono ancora vedere i resti della cittadina sannita e che comprendono il villaggio fortificato sannita Terravecchia/Saipins e la città romana Saepinum-Altilia. Gli scavi rappresentano un esempio perfettamente conservato di un’antica città romana: oggi, infatti, è possibile individuare tutte le caratteristiche della tipica struttura urbanistica. Perfetto borgo per chi ama la natura e il relax Sepino è un’ottima scelta non solo per chi vuole fare solo una gita, ma soprattutto, per chi decide di passare un po’ di tempo in totale relax. Qui, infatti, si trovano anche le terme, con le note acque minerali dalle spiccate qualità terapeutiche. Acque che derivano dalle sorgenti Tre Fontane e vantano oltre duemila anni di storia e tradizione. Non solo, la sua posizione strategica, immersa nel verde, regala ai visitatori la possibilità di cimentarsi in cammini e percorsi trekking realizzati tra i boschi, respirando solamente aria pura. La buona cucina è di casa A Sepino si possono gustare, inoltre, specialità tipiche. Qualche esempio? I carciofi ripieni con carne trita e parmigiano oppure i maccheroni con il pane sbriciolato e i tagliolini alla Campobasso, con prosciutto, peperoncino e cipolla. Da provare anche il “Fiadone”, specialità nata per le feste pasquali con ripieno di formaggio, che si può assaggiare sia nella versione salata che dolce, con una spruzzata di limone. Il borgo di Sepino. Foto di Massimiliano Ferrante Sepino è un borgo d’origine romana immerso nella stupenda vallata del Tammaro. A renderlo unico le sue acque termali, i siti archeologici e il suo centro ricco di storia.
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pastificiovillarpasta · 5 years ago
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Questa settimana per gli amanti degli gnocchi ne abbiamo inserito uno speciale nel nostro menù settimanale. Uno gnocco il cui impasto è con toma tipica della Val Sangone...e anche se si è soliti dire “giovedì gnocchi”, provate a portarli in tavola un qualsiasi altro giorno della settimana,vi garantiamo che nessuno storcerà il naso! Questa settimana il #PastificioArtigianaleVillarpasta vi propone: - CAPPELLI DEL PRETE sfoglia al pomodoro con ripieno di baccalà, patate e prezzemolo - SARDI al limone, ripieno ricotta pecora e scorza di limone grattugiata - PLIN al cioccolato - GNOCCO DELLA VALSANGONE - I CLASSICI (agnolotti, tortellini mignon, gnocchi, tagliatelle, tagliolini, spaghetti alla chitarra etc..etc...sono sempre a disposizione). #BuonaDomenica dal vostro pastificio preferito #pastafresca #gastronomia #villarbasse #piossasco #foodporn #foodstagram #italianfood #italianfoodbloggers #foodforchange (presso Villarbasse, Piedmont, Italy) https://www.instagram.com/p/B8oQDmgo3Rr/?igshid=76o97cy4hp2t
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kitchenbrain · 7 years ago
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I miei tagliolini al limone con rana pescatrice alla maggiorana e crema di piselli (presso Scuola di cucina by Ars Convivium)
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