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L'Artista non sarà presente di Erminio Tilesi A cura di Francesca Perti
La Takeawaygallery presenta al Teatro Arciliuto, storico teatro di Roma dal 1967, la mostra personale di Erminio Tilesi, L’Artista non sarà presente La Takeawaygallery, dopo essersi occupata negli ultimi anni di fotografia e grandi installazioni, torna alla pittura con la prima mostra inedita di Erminio Tilesi, scomparso nel 2013. Tilesi nasce ad Amatrice nel 1929, si trasferisce giovanissimo a Roma dove diventa allievo di Duilio Cambellotti, artista che si accostò inizialmente all'Art Nouveau per poi avvicinarsi al Futurismo. Tilesi è un artista libero, di una libertà inaudita, tanto da decidere di non esporre mai le sue opere. La sua è un'arte nascosta, un'azione intima ma, nello stesso tempo, Tilesi si estende oltre, si proietta nel cosmo con suoi mezzi.
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Silvia Alibrandi - Un viaggio tra cambiamento e introspezione nelle notti di Roma nel nuovo singolo “Candele”
Distribuito da Virgin Music Group per Joseba Publishing
Da venerdì 8 novembre è disponibile “Candele”, il nuovo singolo di Silvia Alibrandi per
Joseba Publishing e distribuito da Virgin Music Group. "Candele" esplora la lotta interna tra paure e desideri di cambiamento. Il testo riflette su come accettare i propri pregi e difetti, mentre i ricordi innocenti dell'infanzia si scontrano con le complessità dell'età adulta. La notte diventa un palcoscenico di malinconia e romanticismo, sognando Roma sullo sfondo, mentre le candele simboleggiano fragilità e trasformazione. È un invito a vivere intensamente, abbracciando la bellezza e la fugacità dei momenti che ci definiscono.
“In questa canzone volevo restituire una sensazione malinconica. Immagini precise che sembrano istantanee di una vecchia macchina fotografica. È qualcosa di passato, ma è come se bruciasse ancora dentro. È una notte di cui senti il peso il giorno dopo, è l’insieme di tutte quelle conversazioni che ti ripeti nella testa, in cui pensi soltanto alle cose che non hai detto. Desideri cambiare o ti piaci così come sei? Non c’è una risposta esatta, netta… in realtà dipende dai momenti, ed è come se vivessi in un bilico continuo tra questi due stati.” Silvia Alibrandi
Ascolta il brano
Il brano è stato scritto da Silvia con Paolo Pasqua (L'ennesimo), che ne ha curato anche la produzione, regalando un pop rock moderno che sfugge ai soliti schemi del genere. Con la supervisione artistica di Gianni Testa e il mix di Emanuele Donnini presso lo Joseba Studio, “Candele” suona autentico e vivido, come un racconto condiviso sotto le stelle di Roma.
Storia dell’artista
Silvia Alibrandi è un’attrice e cantante romana con una carriera che unisce versatilità e passione per la musica e il teatro. Fin da bambina, grazie al supporto della famiglia e del padre, chitarrista classico e docente al conservatorio, Silvia intraprende lo studio del canto, che coltiva con dedizione. Il suo debutto risale al 2011 con il concerto “Note nel cuore” presso l’Aula Magna del Palazzo della Cancelleria Vaticana. Dal 2015 si esibisce in duo chitarra e voce insieme al padre. Dopo il liceo, si diploma all’Accademia Professionale per Attori del Teatro Golden e prosegue la sua formazione presso il LIM - Laboratorio Italiano del Musical e la MDM Academy, studiando canto, danza e recitazione. In teatro si distingue in ruoli intensi e vari: interpreta Viola in “Tempeste” (2017), Audrey ne “La Piccola Bottega degli orrori” (2017-2018), Boyet in “Pene d’amor perdute” (2018), Margot Frank in “Anna Frank il Musical” (2019) e Anna in “Closer” (2023). Nel 2024 esordisce come cantautrice con l’inedito “2000METRI”, seguito da “I passi degli altri”, prodotto da Joseba Publishing. Silvia ha calcato palcoscenici come il Teatro Arciliuto e l’Auditorium Ennio Morricone presso l’Università di Tor Vergata, esibendosi anche in concerti per l’associazione Giacomo Carissimi a Palazzo Firenze. Dal 2024 è speaker per Radio RID nel programma “Donne di oggi” e per Radio Vaticana in “Soundsnack Musicale – Speciale Musical”. Attualmente, è vocal coach presso l’Art Village, il Teatro Golden e il Teatro Brancaccio.
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Livorno, riparte la nuova edizione del “Premio Ciampi”
Livorno, riparte la nuova edizione del “Premio Ciampi”. Dopo lo stop forzato dovuto alla emergenza sanitaria e all’improvvisa scomparsa del caro Michele Manzotti, il Premio Ciampi riparte con rinnovato slancio dando vita ad una nuova edizione che prenderà avvio il prossimo 19 gennaio, una data che è diventata un appuntamento imprescindibile per tutti noi. Per il 2023, in occasione del quarantatreesimo anniversario della scomparsa di Piero, saranno molte le città italiane ad omaggiare il grande artista livornese, grazie a tanti artisti e realtà associative (a partire dall’Arci) che - dicono dall'associazione Premio Ciampi - consideriamo vicini a noi per sensibilità artistica ed attitudine. Tutti i soggetti che hanno raccolto l’appello del Premio Ciampi a dar vita in contemporanea ad un omaggio diffuso su tutto il territorio nazionale. Un’iniziativa che, nel nome di Piero Ciampi, vuole essere un manifesto contro ogni forma di omologazione culturale e di tutti coloro che non si arrendono al declino artistico e sociale attuale. Un’iniziativa che crediamo non abbia precedenti nella storia della canzone italiana. Si partirà il 14 gennaio da Camaiore con un grande concerto al quale parteciperanno Bobo Rondelli, Mauro Ermanno Giovanardi, Porfirio Rubirosa, Gerardo Pozzi, Brandi, Luca Faggella, Marco Lenzi, Gerardo Tango, Alessia Arena e Chiara Riondino con Frank Cusumano, M.B. Bostik group Banda alle ciance trio. Introdurrà Enrico De Angelis. Si proseguirà mercoledì 18 gennaio a Genova��presso Via del campo 29 rosso dove, con la direzione di Laura Monferdini, Ciampi sarà omaggiato da tanti artisti genovesi da Oscar Prudente a Flavia Ferretti, Paolo Gerbella, Claudio Roncone, Max Manfredi, Michele Maisano, Patrizia Tenco, Matteo Troilo, Gian Franco Reverberi, Paolo Gerbella, Alice Nappi e Stefania Pozzi. Ma l’iniziativa troverà il suo momento principale proprio giovedì 19 gennaio, quando saranno molte le città che, in contemporanea, omaggeranno l’artista livornese. A partire proprio da Livorno dove la mattina alle ore 12 in via Roma ci sarà un saluto in musica, a cura di Andrea e Nino Pellegrini, alla casa natale di Piero Ciampi. La sera alle ore 21.00 presso il Teatro delle Commedie, dopo la lettura di alcune poesie di Piero Ciampi da parte di Aldo Galeazzi, sarà assegnato uno speciale riconoscimento a Lucia Rango che ha recentemente ristampato in una speciale versione in vinile, con l’etichetta Anni Luce, “Lucia Rango canta Piero Ciampi”, album che contiene un inedito duetto con Piero Ciampi, scoperto grazie al lavoro della giornalista Lucilla Chiodi, che sarà presente a Livorno insieme all’artista pugliese. La serata sarà aperta da un intervento di Marco Lenzi, compositore e musicologo da sempre appassionato e studioso di Piero Ciampi. A seguire il concerto di Sara Jane Ghiotti, alla quale sarà assegnato un riconoscimento speciale e che presenterà il suo album “Non siamo tutti eroi” nel quale l’artista sanmarinese interpreta Piero Ciampi con sincera passione rivisitando le sue canzoni in una declinazione tutta al femminile. In contemporanea con la serata livornese a Roma presso il Teatro Arciliuto (ore 21.00) con la direzione artistica di Rossella Seno e la partecipazione di Pino Marino saranno molti gli artisti che omaggeranno Piero Ciampi: Ernesto Bassignano, Alessio Bonomo, Peppe Fonte, Her, Porto Leon, Vinicio Marchioni, Momo, Pino Pavone con Marco Spiccio, Lino Rufo, Rossella Seno, Erminio Signi, Federico Sirianni, Paolo Zanardi. E’ prevista anche la partecipazione in video di Antonello Venditti. A Verona presso la Sala Polifunzionale (ore 20.45) si terrà “L’amore è tutto qui” incontro su Piero Ciampi, a cura del giornalista, scrittore critico e storico della canzone italiana Enrico de Angelis, con proiezione di video. A Milano presso la Cooperativa La Liberazione (a partire dalle ore 18.00) l’omaggio vedrà la partecipazione di Enzo Gentile, Paolo Pasi, Ricky Gianco, Carlo Marrale, Gabriella Martinelli e Vincenzo Costantino Cinaski. A Bologna presso la Gallery 16 (dalle ore 21.30) Lucio Morelli in concerto con "Omaggio a Piero Ciampi". A Brescia presso il Circolo Arci Mon Ami – Montichiari (Brescia) ci sarà la presentazione della ristampa di "53 poesie" di Piero Ciampi a cura di Lamantica Edizioni e a seguire l’omaggio all’artista livornese sarà a cura di Omar Pedrini e Carlo Poddighe. A Napoli il Teatro Arcas ospiterà, a cura di Antonio Maldestro, durante la giornata (dalle 16 alle 00) una résidence temporale dove diversi artisti si alterneranno sul palco per rappresentare ognuno a suo modo e ognuno con la propria arte, la poesia e il genio di Ciampi. A Macerata presso la Sala Ex Cinema Sferisterio il Comitato Arci della città presenta "IN CIAMPI". Con Marco Di Stefano (voce), Tanya Khabarova (azione), Nicola Campanile (chitarra acustica). A Lucca ci sarà un concerto con Michela Lombardi, Mattia Donati e Andrea Garibaldi. Anche Pisa omaggerà l’artista labronico con una serata presso il Caracol con protagonisti Marco Rovelli e Francesco Bottai. A Firenze, Giovedì 19, l’emittente radiofonica Controradio (ore 22.45 - 00.00) dedicherà una puntata speciale del programma radiofonico Il Popolo del Bluesa a Piero Ciampi e il giorno successivo (Venerdì 20) presso il Circolo Teatro del Sale si terrà il concerto della Fabrizio Berti Jug Band e di Alessia Arena e Chiara Riondino, autrici ed ideatrici del progetto "Piero è passato di qui". Blues, canzoni e storie su Piero Ciampi già vincitore lo scorso anno di una targa speciale del Premio Ciampi. Sempre Venerdì 20 a Napoli presso l’Auditorium Novecento (ore 21.00) ci sarà un omaggio a Piero Ciampi da parte degli 'A67 che si esibiranno in concerto con ospiti Peppe Lanzetta, Daniele Sepe, Cristina Donadio, Elisabetta Serio, Luca Aquino. Sabato 21 gennaio Piero Campi sarà ancora protagonista a Pisa, presso il cinema l’Arsenale, con un concerto a lui dedicato del trio di Livorno composto da Andrea Pellegrini, Nino Pellegrini e Michele Vannucci. Domenica 22 gennaio Piero Ciampi sarà protagonista al Teatro Studio - La casa del Teatro (dalle ore 18.00) di L'Aquila con lo spettacolo “Parole, poesie e canzoni” con Paolo Capodacqua, Virginia Buonavolontà, Marcello Chella, Controvento, Mario Fracassi, Eugenio Incarnati, Ilio Leonio, Natascia Pietrangeli, Germana Rossi, Alberto Santucci, Alessandra Tarquini, Teatro dei Miracoli, Fabrizio Villacroce. A Pisa lo stesso giorno presso il Cinema l'Arsenale andrà in scena lo spettacolo "IN CIAMPI", con Marco Di Stefano (voce), Tanya Khabarova (azione), Nicola Campanile. Sempre domenica 22 ad Aversa (Caserta) presso l’Auditorium Bianca D'Aponte, a partire dalle ore 18.00, il Mediterraneo Reading Festival e il Premio Bianca D'Aponte presentano: Jenna' Romano live … “e se il mondo somigliasse a Piero Ciampi…”. Ospiti: Porfirio Rubirosa, Antonio del Gaudio, Giovanni Sorvillo, Filippo Piccirillo. Venerdì 27 gennaio gran finale a Torino presso OGR (Officine Grandi Riparazioni) per Torino Sette Live ( dalle ore 21.00) con un grande omaggio all’artista livornese con Gian Luigi Carlone e Giorgio Li Calzi feat. Luca Morino e TatèNsongan dei MauMau. Pierolitaliano sarà dunque per tutti noi il punto di partenza di un’annata che si concluderà nel novembre del 2023, in cui il Premio Ciampi riprenderà la sua piena attività con eventi, iniziative e il ritorno del Concorso Musicale Nazionale, il cui bando sarà scaricabile dal sito dell’associazione (www.premiociampi.it) che premierà, come sempre, il miglior brano inedito e la migliore cover di un’opera di Piero Ciampi. Del resto, i difficili anni recenti ci hanno resi consapevoli della perenne attualità di un artista capace di andare al cuore dei sentimenti come Piero Ciampi. Proprio per questo siamo felici di proseguire con il nostro Premio provando a renderlo sempre più duttile e capace di aprirsi alle più nuove istanze creative. Un pensiero sicuramente condiviso da chi ci conosce e apprezza da tanti anni. Ricordiamo che il Premio Ciampi città di Livorno è organizzato dall’Associazione Premio Ciampi e dall’Arci Livorno con il contributo di: Comune di Livorno, Regione Toscana, Fondazione Livorno, Fondazione Teatro Goldoni. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Teatro Arciliuto | Sabato 21 settembre 2019 nel Salotto Musicale Clorinda feat. Mario Donatone
Teatro Arciliuto | Sabato 21 settembre 2019 nel Salotto Musicale Clorinda feat. Mario Donatone
(@TeatroArciliuto) (@Arciliutopress) (@atuttosocial) (@promosocialit)
Sabato 21 settembre 2019, a partire dalle ore 20:30, nel Salotto Musicale del Teatro Arciliuto, in concerto Clorinda feat. Mario Donatone per dare vita ad un concerto all’insegna dello JAZZ – SWING con Clorinda, voce, Mario Donatone, pianoforte, Davide Bertolone, basso, Ermanno Marcangeli, batteria. (more…)
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Al Roma l'omaggio a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia
Al Roma l’omaggio a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia
Domani, mercoledì 20 giugno, al Teatro Arciliuto di Roma, debutterà lo spettacolo Il Ritorno, un omaggio a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, diretto dal regista Felice Maria Corticchia.
Da mercoledì 20 a sabato 30 giugno 2018, presso il Teatro Arciliuto di Roma, in Piazza Montevecchio 5, andrà in scena lo spettacolo teatrale Il Ritorno, omaggio a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Scritto e…
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@TeatroArciliuto – Giovedì 30 marzo 2017: “Replay”, con Grazia di Michele e i Meccanismi di Daniela Iezzi.
@TeatroArciliuto – Giovedì 30 marzo 2017: “Replay”, con Grazia di Michele e i Meccanismi di Daniela Iezzi.
(@TeatroArciliuto) (@Arciliutopress) (@atuttosocial) (@promosocialit) Il Teatro dell’Arciliuto di Roma, giovedì 30 marzo ospita “Replay”, uno spettacolo sperimentale in cui le canzoni di Grazia Di Michele si mescolano ai “Meccanismi” di Daniela Iezzi e alla sua Loop station. Segui e condividi l’evento (more…)
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All’Arciliuto di Roma William Ansaldi in "La Virtù di Checchina" di Matilde Serao
All’Arciliuto di Roma William Ansaldi in “La Virtù di Checchina” di Matilde Serao
All’Arciliuto di Roma William Ansaldi in “La Virtù di Checchina” di Matilde Serao (8/9/10 marzo)
Da venerdì 8 a domenica 10 marzo 2019, al Teatro Arciliuto in Roma L’Associazione Culturale NaufragarMèDolce presenta William Ansaldi in “La Virtù di Checchina”, di Matilde Serao. Regia di Donatella Zapelloni
Note di regia: La Virtù di Checchinaè forse il testo più felice della Serao, che con grande…
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L’Accademia Bizantina dopo la prima residenza a primavera (dal 27 maggio al 4 giugno 2021) per registrare F. Mendelssohn – Sinfonia n.4 op. 90 “Italiana”; R. Schumann – Sinfonia n. 3 op. 97 “Renana” torna a L’arboreto per le prove e le registrazioni del loro nuovo progetto musicale: 12 Concerti Grossi Op. VI di Arcangelo Corelli. In occasione di questo nuovo periodo di lavoro nel teatro nel bosco, L’Accademia Bizantina ha scelto assieme all’Amministrazione comunale di Mondaino e L’arboreto – Teatro Dimora di proporre prima delle sesioni di registrazione una prova d’orchestra aperta al pubblico : sabato 20 novembre alle ore 15 – Ingresso al Teatro Dimora dalle ore 14.30 alle ore 14.55.
Accademia Bizantina 12 Concerti Grossi op.VI di Arcangelo Corelli direzione Ottavio Dantone concertmaster Alessandro Tampieri Violini I Sara Meloni, Lisa Ferguson, Gabriele Pro, Paolo Zinzani Violini II Ana Liz Ojeda, Mauro Massa, Heriberto Delgado, Carlo Lazzaroni, Ayako Watanabe Viole Marco Massera, Alice Bisanti Violoncelli Emmanuel Jacques, Paolo Ballanti Violone “Simone Cimapane” Alessandro Palmeri – (nei concerti dal I all’VIII) Violoni Giovanni Valgimigli, Luca Bandini Arciliuto e chitarra Tiziano Bagnati Tiorba Fabiano Merlante Organo Stefano Demicheli
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First Roman Theatre Show but only went as with "safety distance# (instead of 120people they only had 30 "right people") at my Friends Historical Theatre ARCILIUTO with the fantastic and Unique music of Édith Piaf! She was a French singer-songwriter, cabaret performer and film actress noted as France's national chanteuse and one of the country's most widely known international stars. Piaf's music was often autobiographical, and she specialized in chanson and torch ballads about love, loss and sorrow. Great show, great success, ARCILIUTO has a unique venue, lovely atmosphere and...great voice/ music!!! #covid19lockdown #carpediemplanner #lovelife #arciliuto #teatroarciliuto #carpediem #livemoments #marcusberesford #livingtheatre #viacoronari #enjoyyourlife #uniquevenue #live #viveremomentiunici #loverome #loveitaly #livingmybestlife #living (presso Teatro Arciliuto) https://www.instagram.com/p/CO7czxSBKSX/?igshid=7t32rpgvrawv
#covid19lockdown#carpediemplanner#lovelife#arciliuto#teatroarciliuto#carpediem#livemoments#marcusberesford#livingtheatre#viacoronari#enjoyyourlife#uniquevenue#live#viveremomentiunici#loverome#loveitaly#livingmybestlife#living
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Domani LUNEDI 18 DICEMBRE dalle ore 21:00 per la Festa del Natale 🌲🌷🌸🎶 suonero' 🎸 al TEATRO ARCILIUTO di Roma. Ci saranno vari ospiti, se siete a Roma vi aspetto. Ciao Fab 🎶🙂 #theatre #instagood #instagram #instalike #concert #christmas #musician #follow #followme #songwriter #singer #music #girl #me #friends #smile #happy #photo #photooftheday #cool #love #life #concerto #teatro #musicaitaliana #guitar #piano #livemusic (presso The English Theatre of Rome @Teatro l'Arciliuto)
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12 Apostoli
Teatro Arciliuto
Curata e ideata da Takeawaygallery
#12apostoli takeawaygallery teatroarciliuto roma vitobongiorno geraldbruneau angelocricchi claudiodicarlo marcomilia giancarloneri#mauromagni (dinopedriali) massimorizzuto massimoscognamiglio ugospagnuolo albertotimossi stefanoesposito giovannisemerano
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4 X 4 - 4 Artists - 4 Artworks - RAW Rome Art Week Event - Arciliuto
4 X 4 – 4 Artists – 4 Artworks – RAW Rome Art Week Event – Arciliuto
23/10/2019
THEODOLI – LO FARO – FLORIO HACKER – DOTTI.
Arciliuto…. Collective exhibit “4×4” 4 artists. 4 artworks, Teatro Arciliuto piazza Montevecchio 5 Rome (near piazza Navona). Don’t miss the RAW Rome Art Week Event: wednesday the 23th October, 6 pm.
Malade Nydia Florio Hacker’s TABULA RASA BLUE ARAZZI.
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El último laudista
[Pablo y Daniel Zapico durante la grabación. La foto es de Stefan Winter]
Los hermanos Pablo y Daniel Zapico graban una selección del manuscrito de un aficionado italiano del archilaúd fallecido en el siglo XIX, la última fuente histórica con música para el instrumento
Miembros fundadores de Forma Antiqva, uno de los más formidables conjuntos españoles dedicados a la música antigua, y cuyo núcleo básico completa su hermano mayor Aarón, los mellizos Pablo y Daniel Zapico (Langreo, 1983) presentan su primer disco como dúo.
Laudistas ambos, pensaron que debían presentarse con "algo diferente a lo que todo el mundo hace" y lo encontraron a partir de una "Sinfonía a solo di arciliuto anónima, que llegó hasta nosotros. El original no se sabía dónde estaba, pero rastreando llegué hasta el musicólogo Arthur Ness, que tenía una versión digital. Me la mandó, la probé con Daniel y nos pareció muy buena. Eso fue parte de mi trabajo de tesis de máster. Investigando por el tipo de escritura, por el estilo, hallé su cuarto movimiento en un manuscrito ya conocido de Filippo Dalla Casa, y eso ya nos dio pie para encadenar una cosa con la otra. La sinfonía estaba sin grabar, por lo que era ocasión de presentar en disco una novedad de repertorio, pero son poco más de diez minutos. Para completar recurrimos al manuscrito de Dalla Casa".
[Autorretrato de Filippo Dalla Casa (1759)]
Este manuscrito lleva por título Suonate di celebri autori per l'Arcileuto francese y era ya conocido; hay edición facsímil desde los años 90, que está disponible en la red. Su autor es Filippo Dalla Casa, que se presenta en él como profesor de pintura y laudista aficionado. Se sabe que en 1811, cuando decía contar 74 años de edad, donó al Liceo Filarmónico de Bolonia (actual Conservatorio) el manuscrito junto a un autorretrato fechado en 1759 y en el que aparece tocando el archilaúd.
"Exceptuando la Sinfonia, todas las obras que hemos grabado provienen del manuscrito de Dalla Casa, que está fechado entre 1759 y 1760. Es la última fuente con música para el archilaúd y además no está en tablatura, sino que está ya en una notación de partitura convencional". Apenas había grabaciones anteriores de esta fuente lo que para Pablo Zapico resulta un tanto sorprendente: "Teniendo en cuenta que el repertorio para este instrumento no es demasiado extenso, me resulta extraño. No es una música para menospreciar, porque además tiene ese extra de interés de ser música ya bastante tardía".
En el manuscrito aparece alguna obra con nombre de compositor, por ejemplo un curioso Concierto para mandolina con bajo para el archilaúd atribuido a un tal Giuseppe Vaccari, pero la mayor parte de las piezas son anónimas. Daniel Zapico piensa que es posible que haya de la propia cosecha de Dalla Casa: "Algunos recursos melódicos son muy característicos. Empieza armonizando con la octava, luego la tercera y la quinta. Ese íncipit lo reconocemos en muchas piezas. No sabemos hasta qué punto al hacer sus propios arreglos los interiorizaba y metía su estilo o si además tenía alguna composición propia. Pero luego hay alguna composición construida mediante la forma de tema y variaciones que sospecho que podría ser original suya".
"De todos modos –añade Pablo–, la mayoría del repertorio proviene de música para instrumentos de tecla. En el mismo Prefacio del manuscrito Dalla Casa comenta que al fin y al cabo el archilaúd francés sirve para tocar la misma música que en un clave aunque sea más difícil. Las fuentes originales no se conocen. Aunque suponemos que alguna pieza puede estar controlada. Igual que nosotros encontramos lo de la sinfonía, pues a lo mejor alguien ha encontrado otra cosa, rompiéndose la cabeza en una investigación o fortuitamente, porque hay mucho de azar en estas cosas".
Los hermanos Zapico no se han limitado a tocar la música tal y como aparece en el manuscrito, sino que le han añadido un bajo continuo. Así lo explica Daniel: "Está todo escrito a dos voces, en dos pentagramas. Lo típico para hacer un arreglo, el bajo y la melodía: las voces extremas, que son las que marcan los perfiles. Por el tipo de escritura, aunque no sea tablatura, se puede deducir que está pensado para un instrumento de cuerda pulsada. Hemos partido de la línea del bajo para hacer un continuo, de tal forma que toda la parte de la tiorba es reconstrucción nuestra. Pablo toca la melodía o en algunos cosas la melodía y el bajo con el archilaúd, y yo hago el continuo con la tiorba. Esto no es un invento nuestro en realidad. Viene de una tradición antigua: estaba ya en Kapsberger. El continuo se puede añadir a la hora de tocar o no, pero estaba implícito en la propia música. Y esa es la idea que hemos desarrollado". Y su hermano añade: "De alguna forma queríamos dotar a la música de ese relieve, algo más enriquecido texturalmente, del que supuestamente vendría por estar escrita para clave. Nosotros somos dos y no resulta tan difícil como decía Dalla Casa, y así además restituíamos un poco el carácter original de esa música".
Un disco de música poco conocida que sin embargo su editor desde hace muchos años, Stefan Winter, "aceptó a la primera. La primera vez que como Forma Antiqva le planteamos Concerto Zapico nos costó un poco más vendérselo, pero desde entonces confía totalmente en nuestros proyectos". "Estrenamos este programa en Clásicos en Verano de la Comunidad de Madrid con un par de conciertos y a la gente le encantó. Es música agradable, fluida, que llega muy fácil. Íbamos a a presentarlo el 14 de marzo en el Auditorio Nacional, pero el concierto se canceló".
¿Cabría seguir sacando música del manuscrito? "Hemos grabado un tercio aproximadamente. No todo es muy bueno, aunque pienso que sí, que con el trabajo que hicimos, los diálogos entre los instrumentos, las ornamentaciones... podría hacerse un segundo volumen". Daniel añade: "Hay música que se toca y tiene ya de inmediato una potencia absoluta. Esto es música más sencilla, está muy bien escrita, con pasajes inspirados, pero hasta llegar a lo que ofrecemos tiene mucho trabajo detrás. Hay mucho de tocar juntos durante mucho tiempo, de no conformarse con lo primero que se te ocurre, de profundizar en los arreglos. Ahora que todo eso está ya trabajado y construido sería más sencillo hacer un segundo volumen. Para otros laudistas sería más complicado. La música italiana, a diferencia de la francesa, era de fácil divulgación, circulaba muy rápido porque la escritura era sencilla, pero a cambio exige mucho más al intérprete, aunque sólo sea por la ornamentación. En la música francesa los ornamentos están escritos, hay poco margen para añadir. No te exige la creatividad de la música italiana". "Es música que se acerca en muchos casos al estilo clásico, cuando el laúd realmente había desaparecido. Es divertido tocar esto", cierra Pablo.
Con Forma Antiqva "las cosas van muy bien. Podemos hacer proyectos importantes, como la integral de las Sinfonías de Vicente Basset, que acabamos de grabar en febrero. No fue un proyecto fácil, hubo que arañar en subvenciones donde pudimos, porque si no era imposible. Pero ahí está. La idea era presentarlo en septiembre o así. Veremos ahora". "Tenemos mucha actividad, y esa es la cara positiva, pero hay una cara B de la que nos quejamos desde hace mucho. En España hace falta mayor conexión entre programadores, lo que podría ayudar a hacer proyectos más grandes, más interesantes, a desarrollar ideas de más peso. En el teatro se apoya una obra antes de que se produzca. Se puede hacer en diferentes espacios, porque hay un circuito en el que los programadores y los grupos colaboran. En música eso no pasa. Al final inventamos cada vez un programa acorde con el festival que quiere un concierto de Forma Antiqva, porque somos Forma Antiqva, pero según la idea que tenga el director del festival ese año y el dinero que haya. Al final hacemos programas nuevos para cada concierto. Eso conlleva un desgaste tremendo, y es un despilfarro. Es como decirle a un cocinero que venga a tu casa todos los días a cocinar para ti el plato que tú quieres. Es música a la carta. Necesitamos trabajar en proyectos que tengan una vida más larga. Con el grupo buscamos hacer siempre proyectos grandes, porque la tendencia es a empequeñecerse. Si no tenemos cuidado acabaremos haciendo todo en trío".
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La situación con la pandemia se agrava para los grupos independientes españoles. Daniel piensa que "los músicos estamos teniendo mucha paciencia. Nos han dejado al margen, indefensos. Con contratos de concierto cancelados o suspendidos, que te dejan completamente desnudo. Un concierto ya lleva mucho tiempo de preparación, tiene un importante trabajo intelectual detrás, y eso es un tiempo tirado por la borda. Luego está todo el trabajo administrativo de cuadrar agendas, enviar mails, dosieres, llamadas telefónicas... Comprar viajes, hoteles... Hay muchísima producción tirada. Y que ante esa situación el ministro de Cultura se lave las manos, que no se ocupe de su ministerio... Si no lo defiende él... Todos estamos de acuerdo en que la salud es lo primero. Estamos todos confinados, respetando el encierro por algo. Pero no se están dando cuenta de la magnitud de las consecuencias que esto tiene. Se levantará el confinamiento algún día, pero los conciertos y las actividades culturales están sufriendo ya muchísimo".
Y Pablo añade: "Se levantará el confinamiento, pero los conciertos no serán al día siguiente. Eso tardará en llegar. A mí me están cancelando ya proyectos de 2021, porque saben que no van a llegar las subvenciones, que los presupuestos van a ser reducidos drásticamente. Festivales que tenían apoyo de patrocinadores como hoteles, por ejemplo, que no pueden garantizar su disponibilidad. Todo se está retrasando como mínimo seis meses. En Francia al menos se está defendiendo que se paguen los conciertos que ya estaban contratados. Hay un espíritu de ayuda, para al menos garantizar salarios cuyo gasto estaba previsto. Si, con suerte, los conciertos vuelven en septiembre u octubre son muchos meses sin ingresos. Tenemos una gira por Japón en diciembre y es posible que se cancele. El efecto acumulador es tremendo. Nosotros estamos en nómina del grupo, pero no sé cuántos meses podremos resistir así".
[Diario de Sevilla. 20-04-2020]
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“Maria Luisa Spaziani? È stata la vera first lady della poesia italiana. Siamo stati felici, sì, più di mille coppie d’innamorati”. A 5 anni dalla morte della poetessa e musa di Montale (che ha previsto il giorno esatto della sua dipartita mezzo secolo fa)
Attraversare Maria Luisa Spaziani significa fare una gita nella grande poesia del secolo. Torinese, sagittario, classe 1922, fu precocissima creatrice – aveva vent’anni – di una rivista, Il dado, a cui collaborarono, per dire, Luzi, Saba e Penna, e su cui fu tradotto, in ‘prima’ italiana, il primo capitolo de Le onde di Virginia Woolf. Poetessa subito e senza ma, la Spaziani esordisce nel 1954, con Le acque del sabato, edita ne ‘Lo Specchio’ Mondadori. L’incontro che ustiona era accaduto prima, tuttavia, nel 1949, al Teatro Carignano di Torino: Eugenio Montale, che l’immortala come Volpe e come “più illustre e degna allieva… tra i primi a capire il valore della sua poesia e a incoraggiarne gli sviluppi” (così Silvio Raffo). Studiò alla Sorbona e negli Usa – ascoltò i seminari di Henry Kissinger e fece qualche chiacchiera con Ingeborg Bachmann –, fu antologizzata da Ungaretti, si unì in nozze – non troppo felici: si incenerirono dopo due anni – con Elémire Zolla. Fu candidata per tre volte al Nobel per la letteratura, ha tradotto, con grazia, Marguerite Yourcenar, Gide, Flaubert, Racine, Saul Bellow, conobbe Pound, Eliot, Sartre. Muore il 30 giugno di cinque anni fa e contestualmente alla ricorrenza Mondadori fa uscire la raccolta postuma, Pallottoliere celeste. Nel 2012, per la cura di Paolo Lagazzi e Giancarlo Pontiggia, i ‘Meridiani’ Mondadori di lei raccolgono Tutte le poesie. “Maria Luisa Spaziani testimonia in modi convincenti, moderni e sicuramente ‘giovani’, ancor oggi che il suo matrimonio con la poesia festeggia le nozze d’oro, la sopravvivenza della musa lirica, la sua legittimità e autorità indiscutibile”, ha scritto Silvio Raffo nella recente antologia Muse del disincanto (Castelvecchi, 2019). Raffo, che della Spaziani è esegeta accurato – nel 2015, per LietoColle pubblica il saggio Maria Luisa Spaziani. La divina indifferenza; qui potete assistere a una lunga chiacchierata tra i due – la ricorderà, parlando dell’ultimo libro, “a cinque anni dalla scomparsa”, al Teatro Arciliuto di Roma (Piazza di Montevecchio, 5), il 30 giugno, ore 18,30. Ho tentato di farmi raccontare da lui, lei. Ne è nato uno scambio di mail in forma di block notes folleggiante, da folletti tecnologici, che qui riproduco, per didascalie. (d.b.)
Qualità della Spaziani come artista. “L’aristocrazia dell’intelletto, l’ironia dello spirito. La curiositas sempre vigile, la fascinazione del Mistero (la Sehnsucht) ma soprattutto il dono della sensibilità alla Bellezza e il dono della Grazia Melodica”.
La poesia della Spaziani: un inquadramento. “Perennemente ispirata e mai ‘occasionale’, sostenuta da un amore e da un culto che ha qualcosa di ‘religioso’ nei confronti dei classici soprattutto della Pleiade francese. Ma qualità anche del suo behaviour, del suo atteggiamento esistenziale, in cui la dimensione estetica ingloba l’etica proprio à la manière dei lirici greci. Impossibile con lei parlare di qualcosa che non avesse a che fare col Bello o qualcosa di acutamente divertente. La banalità e la volgarità così spesso presenti anche nei discorsi dei poeti non avevano accesso alla soglia del suo sacrarium. Sì, sacra era per lei nel senso etimologico la ‘stanza occidentale’ in cui aveva costante dimora: la stanza della Poesia, l’essenza con cui l’io dickinsonianamente si identificava, il suo regno. Quindi trovarsi a fianco di Maria Luisa equivaleva trovarsi a contatto col Sublime. Ma la cosa più singolare era che si trattava di un Sublime divertente. E rassicurante. Mai la minima traccia di tristezza o malinconia bensì una sovrumana energia rigenerante”.
Il testo da scolpire sull’ingresso di ogni scuola. “Un suo testo tratto da La stella del libero arbitrio (1986) andrebbe affisso o scolpito agli ingressi di ogni scuola. Fui io a farglielo riscoprire, Maria Luisa si era dimenticata d’averla scritto… Il titolo è Aspetta la tua impronta:
L’indifferenza è inferno senza fiamma. Ricòrdalo scegliendo Fra mille tinte il tuo fatale grigio. Se il mondo è senza senso Tua è la vera colpa. Aspetta la tua impronta Questa palla di cera.
Silvio Raffo, poeta, è stato amico ed esegeta di Maria Luisa Spaziani
Il nostro primo incontro. “Il nostro incontro risale ai primi Ottanta. Io ero poco più che in fasce ma avevo già tradotto tutta Saffo e metà Emily, pubblicato due raccolte poetiche e vinto un premio per la migliore traduzione inedita. Inviai a MLS un mazzetto di mie poesia: mi rispose subito e propose la sua prefazione al terzo volume Stanchezza di Mnemosyne, che vinse il Cardarelli-Tarquinia. Erano tempi in cui i premi letterari erano ancora seri e nella giuria c’erano Milena Milani e Margherita Guidacci”.
Amici per tutta la vita. “MLS e io siamo rimasti amici per tutta la vita. L’ho invitata alla mia Piccola Fenice a presentare ogni suo libro, l’ho presentata in almeno una ventina in licei e università di tutta Italia. Ho recitato con lei la sua mitica Giovanna d’Arco e fatto lezione in università sulla sua produzione poetica. La sua capacità di affabulazione era senza pari: l’unica persona che non mi annoiassi a sentir parlare in una cosiddetta conferenza. L’ultima volta che ci siamo esibiti insieme, prima di lasciarmi mi sussurrò, “Sei stato superiore a ogni elogio”. Sì, ci amavamo decisamente molto”.
Le donne in poesia hanno una vibrazione in più. “Le donne in poesia? Neanche a farlo apposta s’intitola così un bellissimo libro d’interviste immaginarie di MLS in cui compaiono nomi ignorati dai più. Sì, io ho sempre sostenuto che la poesia femminile – femminile, non femminista – è sempre ‘riconoscibile’, fin dai tempi in cui pubblicai l’antologia Donna, mistero senza fine bello. Nella poesia delle donne c’è quel qualcosa in più, come una vibrazione ultrasonica o una percezione più sviluppata che nel poeta maschio (se escludiamo Pascoli e Gozzano, maschi del resto solo anagraficamente). La recettività e l’introiezione sono caratteri squisitamente femminili. Che dire poi della dolcezza, della suavitas del mèlos femminile? “O tenerezza che la forza ispira,/o forza che m’ispiri, tenerezza:/di tutte le equazioni del liceo/ sola viva indicibile certezza”. Di chi è questa ineffabile quartina? E di chi potrebbe essere se non di MLS, la vera first lady della poesia italiana del secondo Novecento, il cui solo torto è stato di non essere mai ‘popolare’ né fruibile come emblema della ‘common people’? Troppo in alto, excelsius…”.
La Spaziani in forma di profetessa. “MLS oltre che grande poetessa e instancabile intrattenitrice era anche un po’ sibilla e profetessa. Un particolare che rivela questo suo cotè esoterico è un testo della prima raccolta Le acque del sabato, intitolato 30 giugno. Una poesia in cui MLS parla di se stessa vedendosi già pietra tra le pietre in un concerto notturno di grilli. Il fatto che la morte l’abbia colta proprio in tale data mezzo secolo dopo lascia stupefatti…”.
La poetessa che non voleva morire. “MLS non aveva alcuna intenzione di morire. Come il suo compagno zodiacale Woody Allen (e come il sottoscritto) avrebbe affermato ‘io voto contro’. Le mie ultime visite nella casa di via Cola di Rienzo traboccante di fogli e di libri sparsi dovunque finivano sempre con una richiesta pronunciata a voce bassa quasi in un sospiro: ‘Recitami una poesia…’. Aveva gli occhi chiusi, e al fianco della poltrona la bombola dell’ossigeno. Io cominciavo, scandendo ogni singolo verso come piaceva a lei: “E s’aprono i fiori notturni/nell’ora che penso ai miei cari/ Sono apparse in mezzo ai viburni/le farfalle crepuscolari…”. Eravamo felici, sì. Più di mille coppie d’innamorati”.
***
Puntano sempre all’alto, questi abeti, bussole anomale incuranti del Nord. E se il vento li incurva, si rialzano. La fionda danza. Nulla da lanciare.
Li guardo da otto anni, si lasciano guardare sullo sfondo di identiche montagne. Li ascolterò per otto anni ancora. Il più resta da dire.
*
Non parlo a vuoto. E se parlo a Dio è perché mi dà retta. In tempi antichi uomini e donne ascoltavano il Gange in casi gravi traendone consiglio.
Negherebbe, un virtuale confessore, l’accostamento, quasi un’eresia. Però Dio non mi sgrida, più di tutti è il Gran Maestro, lui, della metafora.
*
Lo so, lo so, inutilmente cerchi nella nebbia d’autunno le violette. Foglie brunite cadono, e ciascuna è un foglio del vissuto calendario.
Se dovessi rivivere vorrei essere papa, astronomo o pirata. Perché la sorte che mi fu concessa rifiuterà di essere copiata.
Maria Luisa Spaziani
*I testi sono riprodotti per gentile concessione, tratti da: Maria Luisa Spaziani, “Pallottoliere celeste”, Mondadori 2019
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