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#Stella Celeste Solis
doodlesnoodles1 · 1 year
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revenant-coining · 8 months
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can i get some names (masc/neu preferred) and pronouns related to being a space prince, as well as space-related names (also masc/neu pref) and pronouns?
here ya go!
Space (Prince) Names; Cae/Cael/Caelus, Coelus, Sidus, Astrum, Stellae, Sol/Solis, Lunae, Cosmo/Cosmos, & Astral
Space (Prince) 3rdpp (xey/xem/xeir/xeirs/xemself);
prince/prince/princes/princes/princeself
galaxy/galaxy/galaxys/galaxys/galaxyself
star/star/stars/stars/starself
star/cluster/stars/clusters/starclusterself
cosmo/cosmo/cosmos/cosmos/cosmoself
sun/sun/suns/suns/sunself
sol/sol/sols/sols/solself
moon/moon/moons/moons/moonself
lunar/lunar/lunars/lunars/lunarself
celeste/celeste/celestes/celestes/celesteself
astral/astral/astrals/astrals/astralself
👑/👑/👑s/👑s/👑self
🌌/🌌/🌌s/🌌s/🌌self
☄️/☄️/☄️s/☄️s/☄️self
⭐/⭐/⭐s/⭐s/⭐self
💫/💫/💫s/💫s/💫self
🌠/🌠/🌠s/🌠s/🌠self
☀️/☀️/☀️s/☀️s/☀️self
🌑/🌑/🌑s/🌑s/🌑self
🌕/🌕/🌕s/🌕s/🌕self
@pronoun-arc
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tecnoandroidit · 1 year
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gazemoil · 5 years
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10 VOCI FEMMINILI DA TENERE D’OCCHIO NEL 2019
di Viviana Bonura
Ci piace parlare spesso di musica ponendo particolare attenzione sulle donne. Lo facciamo perché, finalmente, ci si sta accorgendo in massa che - anche in questa sfera lavorativa ed artistica - le donne sono state e sono attualmente in minoranza e qualora siano presenti la loro posizione è sempre più in ombra rispetto a quella degli uomini, specialmente in alcuni ambienti musicali. Finalmente, non si parla di questa discriminazione solo l’otto marzo o quando si verifica un evento eclatante, ma lo si fa sempre: ad ogni festival che cancellando immaginariamente i nomi femminili dalle lineup rimarrebbero benissimo in piedi, ad ogni cerimonia di premiazione che sin dalle candidature propone musica fatta da uomini per almeno due terzi, nella musica stessa delle donne che decidono di parlare di questo problema. In definitiva: vogliamo aggiungere la nostra voce sempre e comunque, a prescindere che il coro sia poco nutrito o che sia particolarmente infervorito. E’ vero, il pop brulica di donne di successo, pop star indiscusse che si arrampicano ai vertici delle classifiche e riempiono stadi senza problemi, ma esistono donne che si svincolano dai modelli ormai implicitamente imposti e che per questo fanno molta più fatica ad essere valutate con le stesse opportunità della controparte maschile. In questo articolo parliamo di loro, dieci voci femminili che non rispettano gli stereotipi, che si muovono nelle nicchie dell’alternative o che cercano di emergere nel mainstream per vie trasversali.
1. Charlotte Adigéry (o WWWater)
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Charlotte Adigéry è un’artista franco-belga-martinicana dall’interessante attitudine alla musica elettronica. Stilisticamente prende grandissima ispirazione da artisti come Santigold e le sue sonorità uniscono l’ipnosi della musica club con un senso del ritmo caraibico ed orecchiabilità synth pop. A volte palesemente ironici ed altre profondamente introspettivi, i suoi testi sono pieni di senso dell’umorismo ed assurdità - sempre persuasivi ed attuali - e raccontano di un mondo fatto di caramelle e latex dove regna la libertà d’espressione. A febbraio pubblica Zandoli, il suo secondo EP, contenente le due tracce edite Paténipat e High Lights. Quest’estate farà un salto in Italia all’Ypsigrock Festival di Castelbuono nelle vesti di WWWater, un suo side-project con all’attivo un EP ed un singolo.
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TRACCE CONSIGLIATE: Paténipat; Cursed And Cussed; High Lights
2. Stella Donnelly
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Stella Donnelly è una cantautrice e musicista australiana che unisce quel tipico jangle-pop sbarazzino fatto di arrangiamenti elettroacustici poco articolati e melodie ingenue ad un inusuale senso dell’umorismo provocatorio e sensibile, affrontando senza mezzi termini tematiche delicate come il sessismo, ingiustizie sociali e squilibri di genere nell’industria musicale e nella vita privata. Ha da poco pubblicato il suo album di debutto, Beware Of The Dogs, in cui dimostra l’importanza di farsi avanti per sé stessi, gli amici e per ciò che è giusto.
 TRACCE CONSIGLIATE: Old Man; Boys Will Be Boys; Lunch
3. Tierra Whack
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Tierra Whack, rapper di Philadelphia, ha capito come sfruttare al meglio gli effetti della contemporaneità come l’attenzione indistintamente sfuggevole verso le cose frivole e quelle importanti, una deconcentrazione di fondo nell’affrontare piccoli e grandi incarichi quotidiani. In poche parole: i mille impulsi ed i paradossi di questa società super caotica. Il suo punto di vista teatrale, bizzarro, distorto ed indubbiamente particolare sulla realtà che ci circonda ne coglie la velocissima mutevolezza, le tante sfumature quante sono quelle dell’hip-hop. Lei, giusto per rimanere attuali, spunta fuori proprio da Soundcloud e nel 2018 arriva il suo primo disco, Whack World, che ha la particolarità di essere composto da quindici canzoni dalla precisa durata di un minuto l’una, tutte con le carte in regola per essere delle hit fortissime, ma che durando soltanto un minuto cambiano il loro senso d’essere. Presentato visivamente con videoclip dagli scenari cangianti e coloratissimi, la sua è sicuramente una trovata anormale che ha perfettamente senso, un progetto conciso, inquadrato e facilissimo da ascoltare che si sposta rapidamente in atmosfere ed umore, da giocoso ad introspettivo ed ancora ad irritato. Attualmente, continua a pubblicare singoli senza sosta, convincendoci sempre di più che sia una delle promesse più interessanti del rap attuale. 
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TRACCE CONSIGLIATE: Mumbo Jumbo; Bugs Life; Only Child
4. SASAMI
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Sasami Ashworth bazzica nel mondo della musica da ormai dieci anni ed è passata dal suonare in orchestra fino ad arrangiare e produrre musica per altri artisti dal calibro di Soko e Wild Nothing, per poi suonare con delle rock band in giro per il mondo e fare l’insegnante. Da poco intercettata dalla Domino Records, sicuramente il suo stile non è tra i più facili ed immediati in circolazione. L’esordio da solista arriva solo quest’anno e si chiama SASAMI, un album in cui l’artista riprende da un lato quegli echi cantautorali americani al femminile tutti chitarra-e-voce e dall’altro i sintetizzatori danno alla sua musica un taglio più futuristico. La sua voce, invece, è cupa ed ipnotica e ricorda quasi il grunge anni 90′.
TRACCE CONSIGLIATE: Jealousy; I Was A Window; Pacify My Heart
5. Little Simz
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Simbi Ajikawo, in arte Little Simz, è una dei più talentuosi e prolifici rapper della scena inglese, ma purtroppo è anche una dei più sottovalutati. Con tre album all’attivo ha dimostrato di saper curare complesse strutture concettuali, come nel caso dell’intricato Stillness In Wonderland, ma anche di costruire dischi più coincisi e diretti, come l’esplosivo GREY Area, uscito giusto qualche mese fa. E’ anche una di quelle che sa quando è il momento di non rimanere in silenzio, difendendo con sicurezza d’animo il suo percorso attraverso l’esplorazione di un nuovo territorio artistico, decidendo che a parlare del suo indiscutibile talento sia la musica stessa, continuando ad affinare la sua arte senza farsi distrarre dall’ingiustizia dell’industria musicale ed approdando ad un audace nuovo sound che la vede sfruttare il suo agile flow ed i suoi superbi giochi di parole, spaziando tra un’eclettica gamma di diverse influenze musicali tra cui jazz, funk e soul fino al punk ed il rock, tra un’attitudine più apologetica e pungente fino ad una più introspettiva e vulnerabile. Insomma, Little Simz ha davvero tutto.
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TRACCE CONSIGLIATE: Offence; Sherbet Sunset; Picture Perfect
6. Weyes Blood
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Weyes Blood è il progetto solista della californiana Natalie Mering, polistrumentista sempre in bilico tra l’avanguardia ed il pop. Nel corso della sua ormai decennale carriera ha dimostrato una certa crescita artistica, progredendo dagli inizi sperimentali fino alle modalità tradizionali del folk e del soft rock. Il suo quarto disco, Titanic Rising, uscito qualche mese fa, è decisamente quello più a fuoco di tutti, qualcosa che suona più contemporaneo di quanto sembri, in equilibrio tra il “vecchio” classicismo e gli slanci moderni, dimostrando che Weyes Blood non è un soggetto al di fuori dal tempo ed indifferente alle mode, ma capace di sensibilizzare sull’attualità pur continuando a far musica che ti immerge in un universo onirico e suggestivo in cui si perdono di vista tempo e spazio.
TRACCE CONSIGLIATE: Andromeda; Mirror Forever; Do You Need My Love
8. Celeste 
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Celeste è veramente ancora agli esordi e sulle piattaforme di streaming è ascoltata da una centinaia di migliaia di persone. Non è difficile, però, collocarla già in uno scenario musicale, magari accanto a Jorja Smith con la quale condivide tantissime similitudini sonore ed estetiche, ma anche ad una Charlotte Day Smith e perchè no, Solange. Nata a Los Angeles ma cresciuta tra Essex e Brighton, la cantante porta nelle vene il meglio della tradizione della musica di colore, un salto indietro nel passato che onora le grandi voci potenti del soul di Aretha Franklin e Nina Simone. Il suo EP d’esordio si chiama Lately - uscito quest’anno - ed è un ottimo spiraglio di basi jazz languide e testi poetici e drammatici, atmosfere  rilassate, malinconiche ed anche sensuali. 
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TRACCE CONSIGLIATE: Lately; Both Sides Of The Moon; Summer
7. Billie Eilish
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Billie Eilish, cantautrice statunitense, non ha quasi bisogno d’introduzioni. A soli diciassette anni è una degli artisti dell’alternative pop più seguiti su internet e da un paio di mesi non si fa altro che parlare di lei. Il suo debutto, WHEN WE ALL FALL ASLEEP, WHERE DO WE GO? sta andando alla grande, come la sua tourneé che non sembra non essersi mai fermata dal 2017, anno in cui si è fatta conoscere dal pubblico con il primo EP don’t smile at me. La sua musica ha quel sapore da cameretta, quella vulnerabiltà adolescenziale sussurrata tra le mura di una stanzetta, data da una voce morbida e vellutata come la sua, ma ha anche dei tratti più esplosivi ed estroversi, sonorità sintetiche creative pronte a cavalcare i palchi. Billie, poi, sembra un personaggio dell’anti-pop già formato, con quell’estetica che unisce l’innocuo al macabro, l’atteggiamento infantile e quello provocatorio: insomma, estremamente carismatico.
TRACCE CONSIGLIATE: idontwannabeyouanymore; when the party’s over; bad guy
9. Julia Jacklin
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Quest’anno la cantautrice australiana Julia Jacklin ha fatto qualcosa di molto importante. A primo impatto può semplicemente sembrare un’altra di quegli artisti che si muovono sui solchi da poco percorsi da Lucy Dacus, Julien Baker e Big Thief, condividendo con loro le sonorità elettroacustiche con radici nel folk americano rimodernato indie, l’attenzione verso una scrittura sempre intima e vulnerabile, una voce intensa e sincera spesso prediletta rispetto al resto e capace di arrivare al cuore. In una seconda ispezione, però, il suo secondo disco Crushing - uscito qualche mese fa - è più di un monologo sulla fine di una storia d’amore e si rivela anche il percorso dell’artista, in quanto donna, proprio verso la riaccettazione del proprio corpo, sia a livello fisico sia figurato. In un album che esplora la fine di una relazione a favore della scoperta di sé stessa, la cantautrice australiana dimostra talento nel distillare complesse situazioni in brucianti versi. 
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   TRACCE CONSIGLIATE: Body; Pressure To Party; Head Alone
10. Rosalía
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La cantante e produttrice spagnola Rosalía potrebbe essere l’autrice di alcune delle poche canzoni latine perfettamente adattate ai gusti pop e a scalare le classifiche senza abbassarsi al culto del cattivo gusto che sorregge il successo dei tormentoni latino-americani degli ultimi anni. In El Mal Querer, il suo secondo album, ridefinisce l’esistenza del flamenco riuscendo a portarlo oltre ai confini della sua nazione con l’unione dell’elettronica e dell’urban pop più contemporaneo. Oltretutto, grazie ad una grandissima tecnica acquisita per padroneggiare i virtuosismi della tradizione canora andalusa, la sua voce sembra priva di barriere e completamente libera di espandersi, portando con sé un carico di espressione e potenza che poche artiste nel campo del pop riescono ad uguagliare. Il resto del mondo si sta accorgendo di lei e quest’anno ha cantato a fianco di James Blake nel suo ultimo album e di J Balvin. 
TRACCE CONSIGLIATE: MALAMENTE; PIENSO EN TU MIRA; BAGDAD
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torrette-superieur · 2 years
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SE L OCCHIO NON FOSSE SOLARE MAI POTREBBE VEDERE.GOETHE.
L OCCHIO È IL SOLE.UPANISAD VEDICHE.
QUESTA SCIENZA FU TRASMESSA A VISVASAN IL DIO DEL SOLE CHE LA TRASMISE A PANDU PADRE DELL'UMANITÀ LÀ DOVE IL SOLE NON L ILLUMINA.BAGAVAD GITA.
UN INTUIZIONE PUÒ ESSERE PURA AL DI LÀ DELLA ESPERIENZA A POSTERIORI A MUNGERE IL TORO.KANT.
LA NATURA UNA COSA SENSIBILE IN MEZZO LE PALPEBRE.LICHTENBERG.
SOLI STELLE NUTTURNE DEI GIUDICI ACQUE DEI VELOCI SCINTILLE.VOLTAIRE.
GUARDA IL SOLE NO NON GUARDARLO CHE DIVENTI CIECO IO SONO CATTIVO.
È UN PECCATO DIRLO NON È UN PECCATO LEGGERLO PER I CERVELLI GLI ALBERI SONO I NEGATORI DELL'UMANITÀ GLI ASTRI SONO ALBERI E NOI SIAMO DENTRO UN ALBERO NON DIRE DEI MANI IN MIA PRESENZA INTELLIGENZA PRESENTE LO STESSO COME SE NON CI FOSSE MANGIATA STACCATA RUBATA RIVENDUTA SPAZIALMENTE CUI NON POSSONO PRODURLA QUELL'INDIVIDUO È ANCORA IN CIRCOLAZIONE STRONZI E COMUNISTA E STELLA AL POTERE NEL PASSATO FALSA CAUSA FALSA DINAMICA SOVRAPPOSTI ALLA TRASCENDENTALITA SOLARE DELL'INTELLIGENZA TANTO NON PUOI PARLARE HAI RUBATO IL TUO LADRO DEMONE ESSERE CELESTE POSATO SU STRONZO AUTOMATICAMENTE AL POTERE UNA VOLTA LÌ BRUCIAVANO.SRI KRSNA.
SE L OCCHIO NON FOSSE SOLARE MAI POTREBBE VEDERE.GOETHE.
L OCCHIO È IL SOLE.UPANISAD VEDICHE.
QUESTA SCIENZA FU TRASMESSA A VISVASAN IL DIO DEL SOLE CHE LA TRASMISE A PANDU PADRE DELL'UMANITÀ LÀ DOVE IL SOLE NON L ILLUMINA.BAGAVAD GITA.
UN INTUIZIONE PUÒ ESSERE PURA AL DI LÀ DELLA ESPERIENZA A POSTERIORI A MUNGERE IL TORO.KANT.
LA NATURA UNA COSA SENSIBILE IN MEZZO LE PALPEBRE.LICHTENBERG.
SOLI STELLE NUTTURNE DEI GIUDICI ACQUE DEI VELOCI SCINTILLE.VOLTAIRE.
GUARDA IL SOLE NO NON GUARDARLO CHE DIVENTI CIECO IO SONO CATTIVO.
È UN PECCATO DIRLO NON È UN PECCATO LEGGERLO PER I CERVELLI GLI ALBERI SONO I NEGATORI DELL'UMANITÀ GLI ASTRI SONO ALBERI E NOI SIAMO DENTRO UN ALBERO NON DIRE DEI MANI IN MIA PRESENZA INTELLIGENZA PRESENTE LO STESSO COME SE NON CI FOSSE MANGIATA STACCATA RUBATA RIVENDUTA SPAZIALMENTE CUI NON POSSONO PRODURLA QUELL'INDIVIDUO È ANCORA IN CIRCOLAZIONE STRONZI E COMUNISTA E STELLA AL POTERE NEL PASSATO FALSA CAUSA FALSA DINAMICA SOVRAPPOSTI ALLA TRASCENDENTALITA SOLARE DELL'INTELLIGENZA TANTO NON PUOI PARLARE HAI RUBATO IL TUO LADRO DEMONE ESSERE CELESTE POSATO SU STRONZO AUTOMATICAMENTE AL POTERE UNA VOLTA LÌ BRUCIAVANO.SRI KRSNA.
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divina-volonta · 3 years
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💞Auguri alle nostre due Mamme!!!💞 Dicembre 22, 1929 Vol 27 Luisa Piccarreta Come le opere più grandi non si possono far da soli, morirebbero sul nascere. Per questo son state scelte le DUE MAMMA💓💓, MARIA E LUISA . ... Nellincarnarmi trovai la mia Regina Mamma che mi dava campo a sfogare il mio amore, ed a ricevere nel suo cuore materno tutto lamore che mi respingevano le creature. Ah, era lei la depositaria del mio amore respinto, la dolce compagnia delle mie pene, [era] il suo amore ardente che mi rasciugavano le lacrime! Le opere più grandi non si possono fare da soli, ma ci vogliono due o tre almeno come depositari ed alimento della stessa opera; senza alimento le opere non possono aver vita, cè pericolo che muoiono sul nascere. Tanto vero che nella creazione fummo tre le Divine Persone nel crearla, e poi fecimo luomo come depositario dellopera nostra; non contenti, perché le opere da sole non portano felicità, gli demmo la compagnia della donna. NellIncarnazione le tre Divine Persone furono concorrenti ed in mia compagnia, anzi inseparabili da me, collaggiunta della Regina celeste, e fu lei proprio la divina depositaria [di] tutti i beni dellIncarnazione. Vedi dunque come mi è necessaria per formare le mie opere la compagnia della creatura, che si mette a mia disposizione per ricevere il gran bene che voglio darle. Quindi vuoi tu essere la mia seconda mamma? Vuoi tu ricevere il gran bene della rinnovazione della mia Incarnazione, come dote del Regno del mio Fiat Divino? Così AVRÒ DUE MAMMA: LA PRIMA CHE MI FECE FORMARE IL REGNO DELLA REDENZIONE, LA SECONDA CHE MI FARÀ FORMARE IL REGNO DELLA MIA DIVINA VOLONTÀ. E mettendo le sue piccole manine sul mio volto, carezzandomi mi diceva: La mia mamma! La mia mamma! Lamor materno supera tutti gli amori; sicché tu mi amerai con amore di madre insuperabile. N.B. PER CHI VUOLE CONOSCERE o fare conoscere ad altri LA DIVINA VOLONTÀ rivelata da Gesù alla mistica che visse di sola Eucarestia Luisa Piccarreta ( padre Pio da Pietrelcina ha profetizzato di lei che che in tutto il mondo in futuro brillerà Luisa come una 🌟 stella), in facebook c è il LINK PER POTER ENTRARE NEL GRUPPO 'ANIME NELLA DIVINA VOLONTÀ https://www.instagram.com/p/COtLMtcroav/?igshid=1jhyj6386qx2s
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doodlesnoodles1 · 1 year
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Slay (doodle before I go to bed)
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ificouuldfly · 4 years
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7 aprile
📜🔭✨ 𝓐𝓢𝓣𝓡𝓞𝓝𝓞𝓜𝓘𝓐 — verifica teoria sui seguenti aggeggi: 𝒶𝓈𝓉𝓇𝑜𝓁𝒶𝒷𝒾𝑜, 𝓃𝑜𝓉𝓉𝓊𝓇𝓁𝒶𝒷𝒾𝑜, 𝒹𝒾𝓈𝒸𝑜 𝒹𝒾 𝓃𝑒𝒷𝓇𝒶, 𝓈𝒻𝑒𝓇𝒶 𝒶𝓇𝓂𝒾𝓁𝓁𝒶𝓇𝑒 Martedì iniziavano ufficialmente le verifiche per Lorcan Scamander. In mattinata ci sarebbe stato il test di pozioni che lo avrebbe messo alla prova con la preparazione del distillato di morte vivente. Non trovava moltissimo interesse nella materia ma era più che pronto per una pozione di quel tipo. La verifica che però attendeva quasi con trepidazione, perché gli piaceva far bene nella sua materia preferita, era quella di astronomia. Lesse, prese la sua penna dal piumaggio blu e iniziò a scrivere con grafia pulita e precisa le risposte. 𝘓'𝘈𝘴𝘵𝘳𝘰𝘭𝘢𝘣𝘪𝘰 Dal III secolo a.C. fino ad oggi con il termine astrolabio (in greco astrolábon, da astron + lambánō = che prende/comprende le stelle) sono stati chiamati strumenti spesso molto diversi tra loro. Si va dai grandi strumenti armillari adibiti a rilevare le posizioni degli astri, come l'astrolabio armillare di Claudio Tolomeo (II sec. d.C.), agli strumenti di modeste o piccole dimensioni utilizzati nel calcolo astronomico o in marineria: l'astrolabio piano, l'astrolabio universale, l'astrolabio universale Rojas, l'astrolabio nautico. Il funzionamento dell’Astrolabio si basa sul fatto che il movimento (apparente) della sfera celeste è il risultato della combinazione dei movimenti terrestri di Rotazione in un giorno e di Rivoluzione in un anno: infatti in un disco dovremmo scegliere il giorno dell’anno e sull’altro l’ora del giorno: facendo coincidere i due punti scelti avremo la rappresentazione del cielo in quel momento. Come è costituito L’Astrolabio? L'oggetto si compone di due dischi: nel primo c’è la mappa stellare ed il calendario annuale, con i mesi ed i giorni. Al centro della mappa c’è il Polo Nord celeste, ossia la stella Polare (è sotto il perno, ma si possono vedere l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore). La striscetta mobile serve per facilitare il puntamento e si chiama Alidada, una parola araba che significa ‘asticella’, e contiene la linea di fede (la linea nera che serve per fissare un punto preciso). Il secondo disco contiene il cerchio orario giornaliero, da 0 a 24, e la finestra del nostro Orizzonte con i punti cardinali. E’ evidente che cambiando il luogo di osservazione cambia la porzione di cielo visibile e cambia anche la proiezione dell’Orizzonte locale rispetto al Polo. Per queste ragioni occorre calcolare, per ogni latitudine, sia la mappa del cielo in proiezione polare che il disco orario con la finestra dell’orizzonte. 𝘓𝘦 𝘚𝘧𝘦𝘳𝘦 𝘈𝘳𝘮𝘪𝘭𝘭𝘢𝘳𝘪 Un oggetto straordinario, la sfera armillare. Si racconta che la sfera armillare sia stata inventata dall’astronomo greco Eratostene nel 200 a.C. per decifrare i cieli e il movimento delle stelle intorno alla Terra. Al suo centro era collocata una sfera che rappresenta il nostro pianeta, sormontata da quattro anelli circolari. Nei secoli l’aspetto della sfera armillare ha subito dei cambiamenti in corrispondenza delle nuove scoperte astronomiche. Prima dell’invenzione del telescopio, questa sfera era lo strumento principale con cui gli astronomi determinavano la posizione degli astri. Durante il Rinascimento, la sfera armillare rappresentava uno dei meccanismi più complessi in uso. Molti personaggi storici si sono fatti ritrarre con una mano poggiata su di essa come simbolo della propria saggezza e conoscenza. Una delle sfere più antiche pervenute si attribuisce all’astronomo cinese Zhang Heng e risale al 25 d.C. Utilizzare una sfera armillare per determinare la posizione delle stelle richiede una notevole abilità: un anello rappresenta l’orizzonte che divide il globo in due emisferi; un secondo anello, collocato perpendicolare al primo, segna il meridiano; infine i due anelli rimanenti indicano la latitudine e la longitudine. Al centro di questi ultimi, rispettando una data angolatura, si colloca una sottile verga di metallo chiamata nomun. Se posizionata correttamente, di notte la verga dovrebbe puntare in direzione della Stella Polare. 𝘐𝘭 𝘥𝘪𝘴𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘕𝘦𝘣𝘳𝘢 Il disco di Nebra ovvero la più antica rappresentazione al mondo della volta celeste fu rinvenuto nell'estate del 1999 da due saccheggiatori di tombe all'interno di una cavità in pietra sul monte Mittelberg, nei pressi della cittadina tedesca di Nebra nella regione della Sassonia-Anhalt. Il Disco di Nebra è una lastra in metallo con applicazioni in oro risalente all'età del bronzo che raffigura chiaramente fenomeni astronomici e simboli di forte impronta religiosa. Queste applicazioni consistevano inizialmente in 32 piccole placche rotonde, e due più grandi, una rotonda e una a forma di falce; sette delle placche più piccole sono raggruppate in alto tra le due maggiori. Questo Disco rappresenta un vero e proprio complesso, misterioso, arcaico rompicapo. Comunque che ci si trovi in una zona molto “emblematica” sotto il profilo storico-archeologico è avvalorato anche dal fatto che, a soli 20 chilometri dal luogo del ritrovamento, si trova Externsteine, l'osservatorio solare di Goseck,  risalente addirittura al V° millennio a.C. il che dimostra che le conoscenze astronomiche esercitate in zona risalgono ad un periodo ancora più remoto del Disco di Nebra. Vi è comunque una certezza che è quella che il Disco rappresenta la più antica raffigurazione del cosmo nella storia dell'umanità finora rinvenuta che anticipa di 200 anni il più antico reperto egiziano. 𝘐𝘭 𝘕𝘰𝘵𝘵𝘶𝘳𝘭𝘢𝘣𝘪𝘰 Dal latino nocturlabium, composto di nocturnus "notturno" e (astro) labium "astrolabio", il Notturlabio è uno strumento astronomico navale, utilizzato per determinare l'altezza della Stella Polare sull'orizzonte e quindi la latitudine, che è pari a tale altezza. Un tipo particolare di esso, detto anche orologio notturno, era adatto anche per determinare l'ora non in base al fuso ma in base alla posizione rispetto alla Stella Polare di certe stelle circumpolari (quindi visibili per tutta la notte).
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scienza-magia · 4 years
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Record, buco nero supemassiccio grande 34 miliardi di soli
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Il buco nero più affamato dell'Universo. Il buco nero J2157 ha il tasso di crescita più rapido mai osservato per un oggetto di questo tipo: ogni giorno mangia l'equivalente in massa del Sole. Una nuova ricerca chiarisce quanto è massiccio il buco nero a più rapida crescita mai trovato finora, e anche quanto "cibo" gli occorre per mantenere questo ritmo di accrescimento: sono valori da far girare la testa e - per certi versi - impossibili. Il buco nero J2157 ha 34 miliardi di volte la massa del Sole, e fagocita ogni giorno quasi l'equivalente, in massa, della nostra stella madre. La massa di questo oggetto celeste equivale a 8000 volte quella di Sagittarius A*, il buco nero al centro della Via Lattea. Per raggiungere quella stazza, il "nostro" buco nero dovrebbe inghiottire due terzi delle stelle della Galassia. Fuori misura. Ma se tutto questo è già abbastanza estremo per noi profani, gli astrofisici dell'Australian National University, autori dello studio, sono rimasti stupefatti dalla distanza di questo buco nero da record: J2157 è stato individuato in un punto, e in un tempo in cui l'Universo aveva solo 1,2 miliardi di anni, meno del 10% della sua età attuale. Read the full article
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.             ╰ 𝐨𝐦𝐠, 𝐚 𝐧𝐞𝐰 𝐭𝐞𝐬𝐭 !
              📚 astronomia               📅 jan 22, 15:30 - 16:30 p.m.               🔗 #𝖽𝖺𝗇𝗀𝖾𝗋𝗈𝗎𝗌𝗁𝗉𝗋𝗉𝗀
                     ・・・
𝐭𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚: `` Tutto sulla sfera celeste. ( 𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘰𝘯𝘨𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘳𝘦𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘰 400 𝘱𝘢𝘳𝘰𝘭𝘦. ) ``
                      ・・・
 Con "sfera celeste" s'intende, in astronomia, una sfera - appunto - immaginaria di raggio arbitrario sulla cui superficie sono proiettati tutti gli astri.  Durante l'apparente moto diurno degli astri, due soli punti del cielo, tra loro antipodali, restano immobili: sono i poli celesti. La sfera celeste sembra quindi ruotare su se stessa attorno ad un asse passante per i poli, chiamato asse celeste. Attualmente, il polo nord celeste si trova in prossimità di 𝘗𝘰𝘭𝘢𝘳𝘪𝘴, nella costellazione dell'Orsa Minore; il polo sud celeste invece è in prossimità della stella σ 𝘖𝘤𝘵𝘢𝘯𝘵𝘪𝘴 nella costellazione dell'Ottante, ma questa stella è difficilmente osservabile a causa della poca brillantezza. L'equatore celeste è il cerchio massimo equidistante dai poli celesti e divide la sfera celeste nei due emisferi: emisfero celeste boreale ed emisfero celeste australe. Come sulla terra, la sfera celeste può essere divisa in meridiani e paralleli. I paralleli celesti sono circoli paralleli all'equatore celeste, mentre i meridiani celesti, o cerchi orari, sono le semicirconferenze massime congiungenti i poli celesti. Il parallelo fondamentale è l'equatore celeste, mentre il meridiano fondamentale è quello passante per il punto della sfera celeste in cui si trova il Sole nell'equinozio di primavera, detto punto γ, a cui è antipodale il punto ω. Entrambi questi punti si trovano sull'equatore celeste.
 Siccome la visuale della sfera varia in base all'osservatore, essa si dice geocentrica quando ha per centro il centro della terra, locale quando ha per centro l'occhio dell'osservatore ed eliocentrica quando ha per centro il Sole. L'origine di tale arbitrarietà del raggio sta nel fatto che oltre una certa distanza non siamo più in grado di valutare visivamente la lontananza dei corpi, per cui gli astri ci sembrano tutti alla stessa distanza. In maniera più specifica, il sistema si basa sui seguenti elementi:
 ▸ 𝐕𝐞𝐫𝐭𝐢𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐬𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞: la retta immaginaria che attraversa il centro della Terra e passa per il punto in cui si trova l’osservatore. Questa interseca la volta celeste in due punti: lo zenit, sopra l’osservatore, e il nadir, dalla parte opposta.  ▸ 𝐏𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐫𝐢𝐳𝐳𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐬𝐭𝐫𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐜𝐨: il piano passante per il centro della sfera e perpendicolare alla verticale del punto dell’osservatore. La circonferenza che deriva dalla sua intersezione con la sfera celeste è detta orizzonte astronomico. Inoltre il piano dell’ orizzonte astronomico divide la sfera in due semisfere, una visibile all’osservatore e l’altra nascosta alla sua vista.  ▸ 𝐈 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢𝐜𝐚𝐥𝐢: sono le circonferenze passanti per lo zenit e il nadir dell’ osservatore. Una di queste circonferenze passa anche per i poli celesti individuando così il meridiano locale.  ▸ 𝐈 𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐫𝐨 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐚𝐫𝐝𝐢𝐧𝐚𝐥𝐢: l’Est e l’Ovest sono i punti in cui il piano dell’ orizzonte interseca il piano dell’ equatore celeste, mentre il Nord e il Sud sono i punti in cui il meridiano locale interseca il piano dell’ orizzonte.
 Disquisivano di "sfera celeste" già i teorici dell'antico sistema tolemaico, anteriore alla rivoluzione copernicana, i quali ritenevano che le stelle ed i pianeti fossero realmente fissati su sfere simili a orbite di diversa grandezza situate l'una dentro l'altra e aventi come centro la Terra. Il moto dei corpi celesti come il Sole o la Luna era dovuto al movimento rotatorio di queste sfere, che spostandosi li trascinavano con s*. Si trattava in ogni caso di sfere trasparenti e invisibili, composte di sostanza eterea, cioè di un elemento cristallino di natura materiale ma incorruttibile, non presente nel mondo sublunare terrestre. Pitagora intravedeva in esse delle relazioni matematiche che producevano un'armonia celestiale, la cosiddetta "musica delle sfere", impercettibile all'orecchio umano, ma capace di influire sulla qualità della vita terrena.
                          𝑨𝒈𝒂𝒑𝒆 𝑼𝒓𝒒𝒖𝒉𝒂𝒓𝒕                       𝘴𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘢𝘯𝘯𝘰, 𝘤𝘰𝘳𝘷𝘰𝘯𝘦𝘳𝘰
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Il Serpente è una delle 88 costellazioni moderne ed era anche una delle 48 elencate da Tolomeo. È l'unica delle moderne costellazioni ad essere divisa in due parti: la Testa del Serpente (Serpens Caput) ad ovest e la Coda del Serpente (Serpens Cauda) ad est. Tra queste due parti si trova la costellazione di Ofiuco, colui che porta il serpente. CARATTERISTICHE Quando nel 1930 l'Unione Astronomica Internazionale decise di tracciare dei confini netti alle costellazioni, formati da archi orari e cerchi concentrici seguendo le coordinate celesti, si trovarono a dover stabilire i contorni del Serpente e dell'Ofiuco, le quali erano fortemente legate e sovrapposte in più parti; in parte basandosi sulla nomenclatura stellare, in parte basandosi sugli atlanti celesti precedenti, si stabilì che il Serpente dovesse essere diviso in due parti: la Testa e la Coda. la sigla della costellazione è Ser per entrambe le parti, ma talvolta, per indicare maggior precisione, si utilizzano le sigle Ser cp per la Testa e Ser cd per la Coda. Poiché il Serpente viene considerato una sola costellazione anche se è diviso in due metà, l'ordinamento della nomenclatura di Bayer segue l'ordine di luminosità di entrambe le costellazioni. La parte della Testa è quasi interamente a nord dell'equatore celeste, mentre la parte della Coda sta a cavallo di esso, lungo la parte terminale della Fenditura del Cigno, un complesso di nebulose oscure che attraversa la Via Lattea boreale in senso longitudinale. Il Serpente è una costellazione ben visibile nei mesi compresi fra maggio e settembre, da entrambi gli emisferi. Solo una delle stelle del Serpente è più luminosa della terza magnitudine, perciò la costellazione non è facile da scorgere, se non si dispone di cieli tersi. α Serpentis, chiamata Unukalhai, si trova nella Testa. δ Serpentis, anch'essa nella Testa, è una stella doppia posta a soli 27 anni luce dalla Terra. Anche θ Serpentis, nella Coda, è doppia. (presso Cerchio) https://www.instagram.com/p/ByUgL6EIyB2/?igshid=19jepadubltw7
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torrette-superieur · 2 years
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POESIA DELLA MEZZA NOTTE.
DÌ LA VERITÀ E SELLA IL CAVALLO.
SALMAN RUSHDIE ANACLETO VERRECCHIA NE SANNO QUALCOSA DEI MIRACOLI.
DELLA CHIARIFICA SOLARE DELL'AUTISMO DEL COMUNISMO DELLO SPAZIALISMO SOVRAPPOSTO SOPRA LA TRASCEDENTALITA SOLARE DELL'INTELLIGENZA NON DETTA PRESENTE COME SE NON CI FOSSE CUI LI TENGONO SUL CULO CHIARIFICA SOLARE NON DETTA
MANDATO E TORNATO DAL COMA DEMONE ESSERE CELESTE POSATO SU STRONZO FUTURO DELATORE SUBENTRATO NEL PASSATO ATTUALE FUTURO UNA VOLTA CHE SE NE ACCORGA INTELLIGENZA PRESENTE COME SE NON CI FOSSE ADOPERATA AD TRIPLICE OSTRUZIONE RESA OMBRA MANGIATA
LAURA NON C'È NON È PIÙ COSA MIA
AL GENERALE LA FIGA GLI FA MALE
CUI SI SOVRAPPONGONO SOPRA TANTO NON PUOI PARLARE TANTO NON TE LA DICONO MANDATO E TORNATO DAL COMA TRIPLICE RAGIONE ANDASSE NON ANDASSE NON TORNASSE TORNASSE AMICO NEMICO APERTURA CHIUSURA LADRO OSTRUTTORE DI DEMONE CERVELLO AUTISTICO MANGIATORE POLDO STELLA FORATTINIANA ORACOLO TUTTO NESSUNO ECC ECC
CODESTI FATIDICI COMUNISTI CODESTO FATIDICO POLDO MANGIATORI CEREBRALI ESTERNI MANIPOLATORI DEL DIO DEGLI DEI MIRACOLI ASSOLUTI NATURA TOTALE CODESTO AUTISMO COMUNISMO SPAZIALISMO SOVRAPPOSTO MANGIATORE MANIPOLATORE DELL ENTE TEASCEDENTALE I SOLI MANGIATORI SOLARMENTE DIMOSTRABILE NON DETTO MANGIATO MANIPOLATO STACCATO RUBATO RIVENDUTO CONSEGUENTE AUTUSTICAMENTE COMPOSTO CODESTA NATURA TOTALE MANGIATA MANIPOLATA CUI SI SOVRAPPONGONO SOPRA TANTO NON PUOI DIRLO TANTO NON LO SAPEVI CODESTA SAREBBE LA NATURA TOTALE OSTINATI A VOLERE ESSERE I PADRONI DI DIO OSTINATI A VOLERE ESSERE DIO MA NON LA NATURA.
POESIA DELLA MEZZA NOTTE.
DÌ LA VERITÀ E SELLA IL CAVALLO.
SALMAN RUSHDIE ANACLETO VERRECCHIA NE SANNO QUALCOSA DEI MIRACOLI.
DELLA CHIARIFICA SOLARE DELL'AUTISMO DEL COMUNISMO DELLO SPAZIALISMO SOVRAPPOSTO SOPRA LA TRASCEDENTALITA SOLARE DELL'INTELLIGENZA NON DETTA PRESENTE COME SE NON CI FOSSE CUI LI TENGONO SUL CULO CHIARIFICA SOLARE NON DETTA
MANDATO E TORNATO DAL COMA DEMONE ESSERE CELESTE POSATO SU STRONZO FUTURO DELATORE SUBENTRATO NEL PASSATO ATTUALE FUTURO UNA VOLTA CHE SE NE ACCORGA INTELLIGENZA PRESENTE COME SE NON CI FOSSE ADOPERATA AD TRIPLICE OSTRUZIONE RESA OMBRA MANGIATA
LAURA NON C'È NON È PIÙ COSA MIA
AL GENERALE LA FIGA GLI FA MALE
CUI SI SOVRAPPONGONO SOPRA TANTO NON PUOI PARLARE TANTO NON TE LA DICONO MANDATO E TORNATO DAL COMA TRIPLICE RAGIONE ANDASSE NON ANDASSE NON TORNASSE TORNASSE AMICO NEMICO APERTURA CHIUSURA LADRO OSTRUTTORE DI DEMONE CERVELLO AUTISTICO MANGIATORE POLDO STELLA FORATTINIANA ORACOLO TUTTO NESSUNO ECC ECC
CODESTI FATIDICI COMUNISTI CODESTO FATIDICO POLDO MANGIATORI CEREBRALI ESTERNI MANIPOLATORI DEL DIO DEGLI DEI MIRACOLI ASSOLUTI NATURA TOTALE CODESTO AUTISMO COMUNISMO SPAZIALISMO SOVRAPPOSTO MANGIATORE MANIPOLATORE DELL ENTE TEASCEDENTALE I SOLI MANGIATORI SOLARMENTE DIMOSTRABILE NON DETTO MANGIATO MANIPOLATO STACCATO RUBATO RIVENDUTO CONSEGUENTE AUTUSTICAMENTE COMPOSTO CODESTA NATURA TOTALE MANGIATA MANIPOLATA CUI SI SOVRAPPONGONO SOPRA TANTO NON PUOI DIRLO TANTO NON LO SAPEVI CODESTA SAREBBE LA NATURA TOTALE OSTINATI A VOLERE ESSERE I PADRONI DI DIO OSTINATI A VOLERE ESSERE DIO MA NON LA NATURA.
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pangeanews · 4 years
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“La Vita che abbiamo è molto grande. La Vita che vedremo ancora più grande”. Emily Dickinson, più forte di ogni morte
Il rimpianto del presente – vita-morte
È un ossimoro, il rimpianto del presente, eppure lo stato d’animo insegue Emily Dickinson molto presto: l’adolescente veste una precoce pensosità, una tendenza – anomala per l’età – a volgersi indietro. Vibra di malinconia alla sensazione che il meglio sia già passato o stia passando, proprio nell’istante in cui lo vive: “I fanciulli che eravamo sono sepolti e le loro ombre continuano faticosamente il loro cammino” scrive all’amica Abiah Root, a fine 1850.
Ha 20 anni, ma è poco più che bambina quando inizia a provarla, questa nostalgia insolita per cose ed esseri che l’incantano, o che le regalano abbagli di felicità. E sempre accompagnata al timore che – oscuramente o precocemente – il tempo possa inghiottirli come i fantastici “monelli cremisi” del tramonto, che vede inceneriti dal buio sopra il tetto di casa.
*
Il rimpianto del presente si fa canto d’assenza quando, una dopo l’altra, la vita le toglie presenze importanti. La Morte diventa allora un altro nome del confine – invalicabile ma più certo dell’ago nella bussola che punta il nord –, il territorio franco tra estasi e annientamento, sacro e profano, eterno e finito: “Certo dobbiamo valere meno della Morte, per poter essere dalla Morte diminuiti” (a Higginson, settembre 1877).
La morte è l’“oscuro Straniero” (gennaio 1878), il “compiacente Corteggiatore / che alla fine vince” (1445), perché tocca tutto e tutti senza distinzioni: “Le dita lunghe – democratiche – della Morte / Cancellano ogni Marchio” (970). È tanto libero che, scrive in una lettera, gela i fiori in giardino e ugualmente strappa alla vita la figlia di un domestico, il giardiniere dei Dickinson.
Soprattutto, la morte le ricorda che “La Felicità è innaturale” (a Catherine Scott Turner, fine 1859).
*
Il 5 ottobre 1883 l’“oscuro Straniero” visita di nuovo i Dickinson – l’anno prima era venuto per la madre: adesso è per il nipote Gilbert, figlio del fratello Austin e sua moglie Susan. Sue, per la famiglia e gli amici: con lei Emily ha avuto un intenso rapporto intellettuale e affettivo.
Il bambino ha otto anni: è stato suo pari, complice, compagno di giochi.
Nell’infanzia Emily ha sempre ritrovato le origini della poesia: facilità all’abbandono, fantasia, capacità visionaria. Desiderio d’amore: il “dolce lupo” che ferisce con zanne più profonde, perché è più avido nell’infanzia, prima dei ragionamenti. Ha sempre partecipato maliziosa e solerte ai giochi del nipote e dei suoi piccoli amici, ha favorito tutte le mascherate e incitato tutte le avventure dei bambini: ogni invenzione è insubordinazione alle regole, avventura e pericolo. Dalla sua finestra alla Homestead, la figurina vestita di bianco cala spesso un cestino pieno di cibo e frutta per la merenda degli ‘avventurieri’.
Alla morte di Gib – così lo chiamano in casa –, Emily è atterrita dalla violenza del vuoto: per la prima volta in 15 anni esce di casa, corre agli Evergreens, la casa del fratello e Sue. Non uscirà mai più dalla Homestead.
Appena trova la forza, intinge la penna nell’inchiostro e scrive alla cognata Sue: “Gilbert godeva dei segreti – la sua vita ne era come ansimante. Con che minaccia di luce gridava “Non dirlo, zia Emily!” … Ora il mio compagno di giochi asceso al Cielo deve istruire me… Non conosceva momenti avari – la sua vita era piena di tesori – i giocattoli dei dervisci erano meno stravaganti dei suoi… Lo vedo nella stella e ritrovo la sua velocità in ogni cosa che vola… Perché avrebbe dovuto aspettare, se ha lasciato a noi la notte…”.
*
Morto Gilbert, la sua poesia sconfinerà sempre più con una dimensione cosmica dove lei sembra esercitarsi – ogni giorno – in ricerca misteriosa, scambio di segni che tentano di ricostruire un ordine nuovo, di là dalla vita e dalla morte: “l’assenza del Mago non / Rompe l’Incantesimo” (1383).
Inizia a vivere trincerata in una solitudine totale, in “intimità con il mistero”, ormai abituata al commercio con “una sontuosa Afflizione” (1382), la consapevolezza di essere rimasta indietro, sola. Perché la morte è
come un volo d’uccelli verso il Sud prima che venga il ghiaccio, a cercare latitudini migliori – e noi siamo gli uccelli che rimangono (335).
*
Dopo pochi mesi, è la scomparsa del giudice Lord (13 marzo 1884) a derubarla dell’ultimo, amatissimo, complice e amico. E allora Emily è tentata di lasciarsi andare e partire come il pettirosso, la cui femmina tries her Wings “prova le ali” e abbandona il nido quando il suo compagno è scomparso:
Quand’è vuoto, quand’è muto, Il Pettirosso chiude a chiave il Nido, e prova le sue Ali. Non conosce la Via Ma si mette in Viaggio Verso vociferate primavere – (1606)
*
L’ondulare dell’ala contro l’orizzonte disegna il volo – degli uccelli, degli auguri e delle nuvole, dell’aquila – o un simbolo: il finito terrestre e mortale che si eleva all’infinito eterno. La lingua è quella di un oracolo.
“Sapessi pregare, (…) ma sono pagana…” confessa. E pagano è anche questo rimpianto cocente dei sopravvissuti, dei vivi, per chi non c’è più: “non esiste tormento simile a quello che si prova per coloro che amiamo, (…) non esiste gioia pari a quella che lasciano dietro di sé, sigillata, ma Morire è come una Notte Selvaggia e una nuova Strada” (ottobre 1869).
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Il rimpianto del presente si è perduto in quella notte, lungo quel cammino al buio. È la virata nell’atteggiamento verso vita e morte: il presente non ha più consistenza né peso, è solo una serie di giorni che si scavalcano l’un l’altro, in vista di un ‘altrove’ che ripristini almeno in parte un equilibrio.
A quell’equilibrio si tende, impassibile e vorace. Oltre il “bianco nutrimento” della disperazione (640), Emily è infatti sicura della possibilità di una svolta, il respiro diverso ma non sottratto: “Sono certa che rivedremo quelli che più abbiamo amato. È dolce pensare che sono al sicuro di là dalla morte, e che non ci resta che oltrepassarla per riavere i loro volti” (febbraio 1870). Anche se l’amore è lascito ambiguo:
Tu mi lasciasti, amore, due retaggi: Un retaggio d’amore (…) E mi lasciasti regni di dolore – Capaci come il mare, Fra l’Eterno e il Tempo – La tua presenza e me. (644)
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Lui, sua madre, Gilbert, adesso li dovrà cercare in alto, oltre la scia della cometa. Con momenti visionari e ricadute nello sconforto, il vuoto annichilente dell’assenza, lo sgomento, il cuore “che si spaura”. La scomparsa di Lord le mostra “l’immortalità / Trincerata in una stella” (1525), e in una lettera all’esecutore testamentario dell’uomo che amava Emily acclude alcuni suoi versi. Vuole che quelle sue parole scortino Lord nel suo cammino celeste:
Parti per il tuo viaggio sconfinato! Le Stelle che incontri Sono simili a Te – Non è forse ogni Stella un Asterisco A indicare una Vita umana? (1638)
*
Abbraccia la solitudine con fervore di mistica: l’esclusione volontaria imita la silenziosa pazienza notturna del ragno che tesse “arazzi invadenti” in ragnatele, proprio come lei srotola i “fili di perla” della sua poesia (605). Sprofonda in sé, sottratta al mondo ma pronta ad accogliere gli assalti dell’invisibile.
Da un certo punto in avanti, per lei esistono solo lo spazio chiuso della sua stanza e l’immenso spazio aperto dell’anima: “Ci lasciano in balia dell’Infinito / Vasta è l’Eternità” (350).
L’immortalità di ogni giorno – la poesia – è un ponte gettato sul vuoto, “seconda vista” che trasforma la natura, il giardino, la stessa casa in immagini visionarie – “segretezza polare”. Le cose perdono i confini, diventano altro, metafore continue. Lei le nomina per sconvolgerle e ricreare nuove simmetrie, nuovi rapporti, solo suoi.
Lo spazio della visione si scompone e sovrappone al reale, spalanca una geografia favolosa di orizzonti privati: un leopardiano “andare lontano” in silente naufragio è la sua misura. Un modo di vivere diverso in “finita immensità”: “la Vita è Miracolo e la Morte, [è] innocua come un’Ape, fatta eccezione per quelli che fuggono” (a Higginson, settembre 1864).
*
Il rimpianto del presente si rovescia di senso, ed Emily lo scaglia come un funambolo verso e oltre il futuro. Continua a scriverne, a parlarne anche con le amiche, sembra un’invasata, gli occhi rivolti ormai solo a quella dimensione. Acclude versi in una lettera a Elizabeth Holland:
La Vita che abbiamo è molto grande. La Vita che vedremo Ancora più grande, (…) perché È Infinito. (a E. Holland, ottobre 1870)
Mentre la fine si avvicina, lei sembra acquisire una ‘doppia vista’, salire da stambecco per più ardue cime, aprire l’anima a “istanti superiori / Che la colgono – sola”. Sgomento ed esultanza, questo “mortale annullamento” è vago “come un’apparizione / al servizio dell’aria”. Ha la “forma smisurata / dell’Eternità” (306)
*
Alla sua morte – il 15 maggio 1886 – è Sue, la cognata e amica a cui è stata legata in sorridente connivenza di ragazze con tanti sogni – “noi due, noi i soli poeti” – è Sue a comporre il vibrante necrologio che appare senza firma il 18 sul giornale cittadino: “La sua arguzia era come una lama di Damasco scintillante al sole. La sua fulminea estasi lirica somigliava alla nota prolungata di un cantore nei boschi di giugno, a mezzogiorno: lo si ascolta, ma non lo si può vedere”.
Il rimpianto del presente – eterno – l’ha presa con sé.
Paola Tonussi
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En días pasados tomó protesta el Licenciado Ernesto Eduardo Caballero Zamora, como Secretario General de la Delegación XXV de Sindicato Nacional Redactores e la Prensa.
El nuevo líder sindical de la Delegación, encabezó la planilla rosa y única, integrada por la Secretaria del Interior Stella Celeste Nava González; Secretario de Trabajos y Conflictos, Jorge Antonio Memije de Jesus; Secretario de Tesorería, Eduardo Pineda Solis; Secretario de Actas y Acuerdos; Leónides Crescencio Álvarez.
Secretario del Exterior, David Mendoza López; Secretario de Prensa y Propaganda, Alberto Rodríguez Guzmán y el Secretario de Admisión y Acción Política Leonel Mauricio García Bustamante.
Al evento asistieron Sergio Flores Hernández, de Prensa del Gobierno Estatal de Héctor Astudillo Flores;  Concepción Bedolla Vargas, de la Codehum del estado de Guerrero; Ciro García Sandoval, Director General de Canacintra; Gildo García Herrera, Presidente de la Asociación Mexicana de Periodistas Desplazados y Agredidos de la CDMX y el representante del Secretario de Seguridad Pública Municipal, Humberto Ventura Zavaleta.
Además de Héctor Valdéz, Jefe de Prensa de Periodistas Desplazados de CDMX; Ricardo Cáceres, enlace del estado de Quintana Roo, Ricardo González Rodríguez, nuevo Coordinador del Fondo de Apoyo a Periodistas (FAP) en Guerrero y Secretario de la Delegación XXXVI del SNRP en Tlapa.
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TOMA PROTESTA PLANILLA ROSA DE LA DELEGACION XXV DEL SNRP En días pasados tomó protesta el Licenciado Ernesto Eduardo Caballero Zamora, como Secretario General de la Delegación XXV de Sindicato Nacional Redactores e la Prensa.
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scienza-magia · 4 years
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Esopianeta abitabile a soli 4 anni luce dalla Terra
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Spazio: confermata l’esistenza di Proxima b, il ‘gemello’ della Terra. Il corpo celeste a ”soli” 4 anni luce dalla Terra.
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Spazio: confermata l’esistenza di Proxima b, il ‘gemello’ della Terra Proxima b, il pianeta gemello della Terra, esiste realmente ed è a soli 4 anni luce dalla nostra posizione. Orbitante nella zona abitabile della sistema planetario, l’oggetto presenta la condizioni ideali per ospitare l’acqua allo stato liquido e probabilmente forme di vita extraterrestri. A confermare la presenza del pianeta, molto simile alla Terra, è una ricerca pubblicata su Astronomy & Astrophysics e condotta da un team internazionale a cui partecipano anche gli esperti italiano dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. La squadra guidata da Alejandro Suarez Mascareno, dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie, ha confermato la presenza di Proxima b, un oggetto dalla massa pari a 1,17 volte quella della Terra. Scoperto 4 anni fa, solo oggi si è avuta la conferma della massa e dell’esistenza stessa del pianeta. Proxima b è un pianeta molto interessante, con caratteristiche simili alla Terra, ma probabilmente troppo vicino alla turbolenta stella madre, una nana rossa in grado di produrre devastanti tempeste magnetiche. Secondo i calcoli Proxima b riceve circa 400 volte più radiazioni rispetto alla Terra; una condizione estrema e che potrebbe provocare la ”fuga” di elementi come l’ossigeno, fondamentali per lo sviluppo della vita. Read the full article
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