#Stefano Fiori
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10 buoni motivi per NON leggere il mio "Fiori a rovescio" (Nutrimenti)
1. perché si parla di una famiglia, i Toccafondi, e ti basta e avanza la tua
2. perché si citano tragici eventi che avrai già rimosso, come il cucchiaio di Pellè
3. perché c’è un personaggio disabile e hai paura che ti rubi il parcheggio
4. perché pensi che non si possa ridere di cose serie
5. perché non conosci Tondelli e non hai mai visto Il pranzo è servito e Twin Peaks
6. perché ti affezionerai ai personaggi ma l’autore, a meno di offerte milionarie, non scriverà un seguito
7. perché pensi che la leggerezza in letteratura non possa nulla contro la pesantezza della vita
8. perché è una storia “circolare”, quindi “circolare, gente, circolare”
9. perché di sicuro dal libro sarà tratto un film, ti conviene aspettare quello
10. perché se ci sono di mezzo i fiori, l’autore ha di sicuro qualcosa da farsi perdonare. E non conta che siano fiori a rovescio.
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Il giardino dipinto
Stefano Zuffi
24Ore Cultura, Milano 2024, 208 pagine, 100 illustrazioni, 28,5x28,5cm, ISBN 978-88-6648-706-7
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
Nella Bibbia, Adamo ed Eva passeggiano nel meraviglioso giardino dell’Eden, e ne vengono cacciati a causa di un frutto proibito; nel mondo classico l’origine ogni pianta e fiore si associa a un mito; nella letteratura del Medioevo si afferma il “romanzo della rosa”, e Dante immagina il Paradiso in forma di “candida rosa”; nel Rinascimento Leonardo ha esplorato con appassionata partecipazione le leggi della natura partendo proprio dai vegetali; nell’età barocca la “febbre dei tulipani” ha provocato in Olanda una crisi finanziaria di proporzioni inimmaginabili; nell’Illuminismo Voltaire ci ricorda quanto sia necessario “coltivare il proprio orto”; l’introduzione di nuove specie e coltivazioni cambia il paesaggio e l’alimentazione di interi continenti.
E oggi ci rendiamo conto di quanto sia delicato, fragile e indispensabile la cura del pianeta partendo dal “verde” dei campi, dei boschi, di ogni singolo seme o fiore. Attraverso una accurata selezione di immagini, con sorprendenti particolari tra celebri capolavori e opere da scoprire, questo volume illustra la presenza di alberi, fiori e frutti nell’arte.
Per ogni singola specie botanica vengono presentati i miti, i significati simbolici, i riferimenti storici e letterari. Il lettore si troverà così di volta in volta a passeggiare in un bosco, in un parco, in un giardino, in un frutteto o in orto, con la compagnia di splendidi dipinti e con commenti brevi e documentati.
13/07/24
#giardino dipinto#Stefano Zuffi#alberi fiori frutta nell'arte#splendidi dipinti#art books#fashionbooksmilano
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stregapoesia e conflitti d'interesse (notilla)
il premio StregaPoesia si è concluso già da vari giorni, ed è bello poter dire – pur in una nota veloce – che è stato salutare, sia per il premio sia per la minima residua decenza rimasta al mondo della poesia-poesia, che i due conflitti di interesse presentati sfacciatamente in finale sono infine stati neutralizzati, nessuno dei due candidati vincendo il trofeo. ma questo suggerirà ai curatori…
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#10 voti#conflitto d&039;interesse#Donzelli#Fiori#Fondazione Bellonci#Garzanti#poesia#poesia poesia#premio#Premio Strega Poesia#Sinicco#sottobosco#sottobosco ascensorizzato#sottobosco che prende l&039;ascensore#sottobosco poetico#Stefano Petrocchi#Strega Poesia#StregaPoesia
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BILLIE HOLIDAY: LA REGINA DI UN REAME DI STRACCI
Ne**a? Non si vede?
Cantante? Ascoltami e vedrai
Puttana? Sì, ho fatto anche quello
E bevo anche come quattro uomini
Non mi fai paura, ho suonato in posti peggiori di questo
In bar di cow boys nel sud dove mi sputavano addosso
In una città dove il giorno stesso avevano linciato un nero
A New Orleans dove un diavolo alla moda
Ogni sera mi regalava fiori di droga
E a Chicago mi innamorai di un trombettista sifilitico
E all’uscita del night mi hanno spaccato la bocca
Sotto la pioggia da una stazione all’altra
Lady sings the blues
Ne**a? Sì, ma ci sono abituata
Cantante? Canto come una gabbia di uccelli
Note gravi e alte, e tutto il repertorio
Posso svolazzare come quelle belle cantanti dei film
E poi posso piantarti una ballata nel cuore
Vuoi strange fruit? Vuoi midnight train?
Posso cantartela anche da ubriaca
O con un coltello nella schiena
O piena di whisky e altro, perché sono una santa
E il mio altare è nel fumo di questo palco
Dove Lady sings the blues
Ne**a? Ne**a e bellissima, amico
Cantante? Non so fare altro
Puttana? Beh sì ho fatto anche quello
E bevo come quattro uomini
Non toccarmi o ti graffio quella bella bianca faccia
Posate il bicchiere, aprite quel poco che avete di cuore
State zitti e ascoltate io canto
Come se fosse l’ultima volta
Fate silenzio, bastardi e inchinatevi
Lady sings the blues
E quando tornerete a casa dite
Ho sentito cantare un angelo
Con le ali di marmo e raso
Puzzava di whisky era ne**a puttana e malata
Dite il mio nome a tutti, non mi dimenticate
Sono la regina di un reame di stracci
Sono la voce del sole sui campi di cotone
Sono la voce nera piena di luce
Sono la lady che canta il blues
Ah, dimenticavo... e mi chiamo Billie
Billie Holiday
[Stefano Benni]
Atlantide
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Ricotta del vicino di casa, cassatina con ricotta, sfogliatelle con ricotta, cannoli al cioccolato con ricotta, cannoli tradizionali.
Il clacson sgraziato e difettato di una vecchia punto mi attira verso il muretto che costeggia la strada di campagna su cui confina la casa. Mi affaccio oltre il muretto e vedo nella sua vecchia punto Stefano, il pastore che abita con gregge e famiglia più in alto su monte “A vuliti na ricotta?” “Cettu” “ Un chilu o menzu chilu?” “Menzu” “Accà, pigghiassi’ Mi passa un sacchettino di plastica trasparente caldo, in cui una forma di ricotta naviga nel siero da cui è nata “Quant’è?” “Du euri” Lo guardo sconcertato. Con due euro ti compri solo la fame. Pago e con gentilezza porto la ricotta in casa. La metto in un angolo della cucina coprendola con una tovaglia a quadrettoni bianchi e rossi. Gliela sistemo intorno con attenzione, come si fa con un neonato. Mangiamo. Il primo è un piatto di pasta con il pomodoro fresco dell’orto. Poi porto in tavola la ricotta. L’osserviamo con devozione sentendo il profumo di latte e il suo tepore. Ha un colore bianco-dorato ctipico della ricotta di pecora. Si taglia con un sospiro perché ha la consistenza di una nuvola e in bocca si scioglie lentamente. Nessuno parla. Il gusto cremoso e intenso, stordisce il pensare, l’immaginare, il paragonare. Non è ricotta, è il vento che semina gli arbusti sui monti, l’acqua di marzo che li trasforma in fiori, il passo lento delle pecore che seguono il suono del campanaccio sotto il sole della primavera e le nuvole grigie madri della pioggia che si inseguono nell’azzurro intenso del cielo. È un piacere soffice, come il grembo di una bambina, impalpabile come la schiuma del mare, fiabesco come un sogno al mattino. La ricotta fresca muta e si rinnova se la mangi con il caffè macinato, con il cioccolato, nei cannoli, nel ripieno dolce delle fraviole, con il miele o sulla pasta in bianco. Da sola, quando è fresca è una solista perfetta, da ammirare e gustare. È un bacio al senso di latte: soffice, caldo, gustoso, intenso. Come il latte è innocente, umile, semplice, pura. Un poema in un verso e con mille rime. Evoca le colline scoscese, i boschi infiniti, i ruscelli gioiosi, bianchissime nuvole in azzurrissimi cieli. Per questo ormai, l’evento del mattino, è ormai l’arrivo di Stefano e della sua scassatissima e polverosa punto, un prezioso forziere colmo di calde, tenere ricotte.
The awkward and defective horn of an old Punto attracts me towards the low wall that runs alongside the country road on which the house borders. I look over the wall and see Stefano in his old place, the shepherd who lives with his flock and family higher up the mountain “Do you want ricotta?” “Cettu” “Un chilu or menzu chilu?” “Menzu” “Accà, pigghiassi” He hands me a hot transparent plastic bag, in which a wheel of ricotta floats in the whey from which it was born "How much it is?" “Two euros” I look at him bewildered. With two euros you can only buy hunger. I pay and kindly bring the ricotta home. I put it in a corner of the kitchen, covering it with a red and white checkered tablecloth. I arrange it around him carefully, as one would do with a newborn. Let's eat. The first course is pasta with fresh tomatoes from the garden. Then I bring the ricotta to the table. We observe it with devotion, smelling the scent of milk and its warmth. It has a white-golden color typical of sheep's ricotta. It is cut with a sigh because it has the consistency of a cloud and slowly melts in the mouth. Nobody talks. The creamy and intense taste stuns thinking, imagining, comparing. It's not ricotta, it's the wind that sows the shrubs on the mountains, the March water that transforms them into flowers, the slow pace of the sheep that follow the sound of the cowbell under the spring sun and the gray clouds that give birth to the rain that they chase in the intense blue of the sky. It is a soft pleasure, like a child's womb, impalpable like sea foam, fairy-tale like a dream in the morning. Fresh ricotta changes and is renewed if you eat it with ground coffee, with chocolate, in cannoli, in the sweet filling of ravioles, with honey or on plain pasta. Alone, when it is fresh it is a perfect soloist, to be admired and enjoyed. It's a kiss with the feeling of milk: soft, warm, tasty, intense. Like milk she is innocent, humble, simple, pure. A poem in one verse and with a thousand rhymes. It evokes the steep hills, the endless woods, the joyful streams, very white clouds in very blue skies. For this reason, the morning event is now the arrival of Stefano and his battered and dusty car, a precious treasure chest full of warm, tender ricotta.
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Negra? Non si vede?
Cantante? Ascoltami e vedrai
Puttana? Sì, ho fatto anche quello
E bevo anche come quattro uomini
Non mi fai paura, ho suonato in posti peggiori di questo
In bar di cow boys nel sud dove mi sputavano addosso
In una città dove il giorno stesso avevano linciato un nero
A New Orleans dove un diavolo alla moda
Ogni sera mi regalava fiori di droga
E a Chicago mi innamorai di un trombettista sifilitico
E all’uscita del night mi hanno spaccato la bocca
Sotto la pioggia da una stazione all’altra
Lady sings the blues
Negra? Sì, ma ci sono abituata
Cantante? Canto come una gabbia di uccelli
Note gravi e alte, e tutto il repertorio
Posso svolazzare come quelle belle cantanti dei film
E poi posso piantarti una ballata nel cuore
Vuoi strange fruit? Vuoi midnight train?
Posso cantartela anche da ubriaca
O con un coltello nella schiena
O piena di whisky e altro, perché sono una santa
E il mio altare è nel fumo di questo palco
Dove Lady sings the blues
Negra? Negra e bellissima, amico
Cantante? Non so fare altro
Puttana? Beh sì ho fatto anche quello
E bevo come quattro uomini
Non toccarmi o ti graffio quella bella bianca faccia
Posate il bicchiere, aprite quel poco che avete di cuore
State zitti e ascoltate io canto
Come se fosse l’ultima volta
Fate silenzio, bastardi e inchinatevi
Lady sings the blues
E quando tornerete a casa dite
Ho sentito cantare un angelo
Con le ali di marmo e raso
Puzzava di whisky era negra puttana e malata
Dite il mio nome a tutti, non mi dimenticate
Sono la regina di un reame di stracci
Sono la voce del sole sui campi di cotone
Sono la voce nera piena di luce
Sono la lady che canta il blues
Ah, dimenticavo... e mi chiamo Billie
Billie Holiday
Stefano Benni
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Ci sono fiori che crescono anche sotto la neve, nelle crepe delle rovine, nelle grotte e nei deserti, e dove nessun uomo li vedrà mai.
|| Stefano Benni
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IL DECALOGO DELL’IPPOPOTAMO FELICE
Sii come l’ippopotamo
Sii come l’ippopotamo che è felice nel sole e altrettanto felice nel
fango
Sii come l’ippopotamo che non si capisce mai se è in acqua o fuori
Sii come l’ippopotamo che quando la luna è una grande camelia canta
all’ippopotama la sua canzone d’amore senza preoccuparsi se la sua voce è
sgraziata e dagli alberi piove giù di tutto
Sii come due ippopotami che si baciano sullo sfondo dell’orizzonte e la loro
ombra sembra un grande pavesino
Sii come l’ippopotamo che dopo aver a lungo ippocopulato non chiede
all’ippopotama “mi ami?” perché è ovvio che con un
ippopotamo si può andare solo per amore
Sii come l’ippopotamo sempre educato al bar, nelle file per i documenti e
in treno, sii come l’ippopotamo educato che fa i suoi bisogni appartato
Sii come l’ippopotamo che quando pesta una merda di ippopotamo fa finta di
niente e dice “qu’est-ce que c’est ça?”
Sii come l’ippopotamo che quando sente sopraggiungere la fine saluta il
branco e corre nella valle del cimitero degli ippopotami morenti, dove un’ultima
volta si beve si mangia e si scopa senza più alcun ritegno e vergogna e
alla fine della festa muore solo un ippopotamo e si scopre che tutti gli altri
erano degli infiltrati, sanissimi
Sii come l’ippopotamo che muore col sorriso sulle labbra e subito il grande
Potamanka il muscoloso dio alato lo raccolse tra le braccia e lo portò in
cielo ove sono nuvole e fiori meravigliosi e acqua tersa, e l’ippopotamo deluso
disse “non si potrebbe avere una bella palude merdosa?” e Potamanka
adirato lo lanciò a terra, e l’ippopotamo cadde e ove cadde creò
il sacro cratere del lago Ngoro-Ngoro e l’ippopotamo perforò la pelle
rugosa del mondo e precipitò nell’inferno ove vive felice attuffato nella
merda con gli amici e quando si sposta causa i terremoti e quando nuota provoca
i geyser e mostra a tutti la sua semplice verità: e cioè che il
paradiso è ovunque tu ti senti in paradiso.
Stefano Benni
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Milano, 30 anni fa la strage di via Palestro. I parenti delle vittime: «Chi dietro la mafia?»
Milano, 30 anni fa la strage di via Palestro. I parenti delle vittime: «Chi dietro la mafia?». Milano oggi ha ricordato le cinque vittime della strage di via Palestro, nell’anniversario dei 30 anni dall'attentato mafioso in cui una bomba è scoppiata davanti al Padiglione di Arte Contemporanea nel centro della città. Alle 23.14 del 27 luglio 1993 l'esplosione di un’autobomba provocava la morte di cinque persone: i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l'agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e il venditore ambulante Moussafir Driss che dormiva su una panchina. La giornata del ricordo è iniziata con il prefetto Renato Saccone e il sindaco Giuseppe Sala sul luogo dell’esplosione, insieme ad altre autorità, per deporre corone di fiori. «Quella bomba ci ha colpito al cuore ma non ci ha abbattuto», ha detto Sala, che ha precisato: «Non ci ha abbattuto nemmeno in quelle ore di paura e smarrimento che ci hanno fatto rivivere le stragi di Capaci e via D'Amelio. Cinque nostri fratelli sono stati uccisi dalla mafia. Trenta anni dopo Milano ricorda con il massimo impegno quella pena e la lezione sul disgusto della mafia che abbiamo imparato con il sangue». Tra gli interventi, anche quello di Nicola Perna, cognato di Carlo La Catena e presidente della omonima associazione che ricorda le vittime della strage di via Palestro: «Dopo 30 anni c'è ancora tanto da aggiungere e da sapere. La cattura di Matteo Messina Denaro non è un arrivo, semmai un altro tassello di questo puzzle che bisogna continuare a riempire. Capire bene anche chi si è nascosto dietro la mafia facendo questi attentati per destabilizzare il nostro Paese. Non dimentichiamo che quel giorno c'è stato un carosello di bombe e quando Ciampi si è precipitato a Palazzo Chigi ha trovato le linee interrotte. Era un colpo di Stato? Io sono arrivato sul luogo della strage la mattina del 28 luglio e qui era un'apocalisse, un campo di guerra. Quello che vedete oggi non c'era più, tutto buttato giù. C'era una grande buca, un campo di battaglia». A margine della commemorazione, l'intervento del Presidente della Regione Attilio Fontana: «È doveroso rendere onore a chi non c'è più, tenendo alta la guardia, con un impegno serio e costante nella lotta alle mafie e alle organizzazioni criminali, in tutte le loro forme e trasformazioni. Il problema mafioso oggi è diverso, apparentemente meno aggressivo ma altrettanto pericoloso». “Ricorrono trent'anni da quella notte, tra il 27 e il 28 luglio del 1993, in cui la mafia effettuò gli attentati in via Palestro a Milano e davanti alle Basiliche romane di San Giovanni in Laterano e di San Giorgio al Velabro. Si è trattato di una sfida alla nostra convivenza civile, di un tentativo di minacciare e piegare lo Stato democratico, costringerlo ad allentare l'azione di contrasto al crimine e il rigore delle sanzioni penali. Fu un piano eversivo che è stato sconfitto”. A ricordarlo, in una nota, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ribadendo la necessità della lotta alla mafia, “questione morale che orienta l'azione quotidiana del Governo”, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato in una nota: “Nessuno potrà mai dimenticare quegli anni così difficili per la nostra Nazione, caratterizzati da feroci attentati e da una lunga scia di sangue e violenza. Il male non ha avuto l'ultima parola”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Negra? Non si vede?
Cantante? Ascoltami e vedrai
Puttana? Sì, ho fatto anche quello
E bevo anche come quattro uomini
Non mi fai paura, ho suonato in posti peggiori di questo
In bar di cow boys nel sud dove mi sputavano addosso
In una città dove il giorno stesso avevano linciato un nero
A New Orleans dove un diavolo alla moda
Ogni sera mi regalava fiori di droga
E a Chicago mi innamorai di un trombettista sifilitico
E all’uscita del night mi hanno spaccato la bocca
Sotto la pioggia da una stazione all’altra
Lady sings the blues
Negra? Sì, ma ci sono abituata
Cantante? Canto come una gabbia di uccelli
Note gravi e alte, e tutto il repertorio
Posso svolazzare come quelle belle cantanti dei film
E poi posso piantarti una ballata nel cuore
Vuoi strange fruit? Vuoi midnight train?
Posso cantartela anche da ubriaca
O con un coltello nella schiena
O piena di whisky e altro, perché sono una santa
E il mio altare è nel fumo di questo palco
Dove Lady sings the blues
Negra? Negra e bellissima, amico
Cantante? Non so fare altro
Puttana? Beh sì ho fatto anche quello
E bevo come quattro uomini
Non toccarmi o ti graffio quella bella bianca faccia
Posate il bicchiere, aprite quel poco che avete di cuore
State zitti e ascoltate io canto
Come se fosse l’ultima volta
Fate silenzio, bastardi e inchinatevi
Lady sings the blues
E quando tornerete a casa dite
Ho sentito cantare un angelo
Con le ali di marmo e raso
Puzzava di whisky era negra puttana e malata
Dite il mio nome a tutti, non mi dimenticate
Sono la regina di un reame di stracci
Sono la voce del sole sui campi di cotone
Sono la voce nera piena di luce
Sono la lady che canta il blues
Ah, dimenticavo… e mi chiamo Billie
Billie Holiday
di Stefano Benni
📸Billie Holiday di William Gottlieb.
#billyholiday #stefanobenni #williamgottlieb
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- Stefano Tofani, Fiori a rovescio (Nutrimenti)
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Beatrice Campagna - Il nuovo cortometraggio “Coming Out”
La regista lascia immergere il pubblico nei ricordi di una storia d’amore e separazione
Il cortometraggio “Coming Out” della regista Beatrice Campagna, è stato proiettato alla VI Edizione dell’Aprilia Film Festival di Roma tenutosi il 21 e il 22 settembre 2024, vincendo il “Premio del pubblico Sabato” (https://cinecittanews.it/aprilia-film-festival-tutti-i-vincitori/). La produzione del corto è stata curata da Duende Film, una realtà del panorama cinematografico indipendente, che ha costruito solide collaborazioni con registi, attori e sceneggiatori di talento, arricchendo il proprio patrimonio creativo. Ogni progetto portato avanti è frutto di una combinazione unica di esperienza, innovazione e dedizione: l’obiettivo di Duende Film è quello di restituire forza comunicativa e ispirazione, partendo da un’esigenza espressiva. Le storie trattate hanno una loro identità e si propongono come esperienze uniche da ricordare per il pubblico. La distribuzione è nelle mani di Associak, una casa di distribuzione cinematografica indipendente nata nel 2012 ed impegnata nella diffusione artistica e commerciale di lungometraggi, documentari e cortometraggi nei principali festival nazionali.
“Coming Out”, oltre ad essere il titolo del corto, è anche il primo locale gay di Roma, dove sono state effettuate le riprese, situato davanti al Colosseo. In questo luogo, fervono i preparativi per uno degli eventi più importanti dell’anno: il Pride, la parata che termina la sua corsa nella stessa via del locale, San Giovanni in Laterano. Lisa, una donna di 38 anni, ha fondato e gestisce il “Coming Out” da più di vent’anni ma, quest’anno, per lei, si respira un’aria diversa. Per la prima volta, infatti, non trascorrerà questo giorno con la compagna Gaia e il loro bambino. La separazione è ancora fresca, la loro storia andava avanti sin da quando erano adolescenti e i nuovi equilibri familiari si stanno ancora formando. Lisa continua ad organizzare i preparativi, riflettendo sul passato e mischiando i propri ricordi con i suoni e i colori del Pride (in questa sequenza, si evidenziano anche le riprese ad Anguillara). La storia narrata lascia immergere il pubblico in una dimensione intima e personale, trattando tematiche di estrema attualità con una sensibilità nuova e un punto di vista originale e autentico.
Guarda il trailer
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Le attrici che hanno partecipato sono Anna Malvaso e Lara Balbo, rispettivamente nei ruoli di Lisa e Gaia; Elena Giuliano e Anna Chiara Gabriele, invece, hanno interpretato le due donne da adolescenti. Giulio Loreti Scarnera ha avuto il ruolo di Giulio, mentre Giovanni Cipolletta e Alex Croitor hanno recitato nei panni di Luca e Matteo. Gli altri camerieri del locale sono stati interpretati da Luigi Nicolas Martini e Alessandro Di Felice. Il produttore esecutivo del cortometraggio è Stefano Bacchiocchi, mentre i direttori della fotografia e delle musiche sono rispettivamente Roberto Gigliotti e Lilla Fiori. Il montaggio è stato curato dalla stessa regista Beatrice Campagna.
Storia della regista
Beatrice Campagna è nata a Roma nel 1989. Da sempre appassionata di cinema e teatro, dopo il liceo classico ha frequentato il DAMS di Roma Tre, oltre a diversi corsi più specifici (sceneggiatura, montaggio, regia). Sui set di film, videoclip, spot e cortometraggi ha ricoperto con continuità, per oltre dieci anni, i ruoli di segretaria di produzione, coordinatrice di produzione, assistente casting, assistente alla regia e aiuto regia. Tra le molte, ha lavorato per la Wildside e la Lotus Production.
Per quest’ultima, ha seguito la fase di sviluppo dei progetti; ha collaborato stabilmente con la società Agidi, seguendo la produzione di film e spettacoli teatrali (principalmente del trio “Aldo Giovanni e Giacomo”). Durante gli anni di impegno sul set, ha sempre continuato a scrivere per il cinema e per il teatro, lavoro che ormai svolge a tempo pieno. Oltre a diverse regie teatrali, ha realizzato nel 2020 la co-regia con Simone Miccinilli di una serie web “Fregene 37.1”, degli Actual; nel 2023 scrive per il cinema, firmando la sceneggiatura dei film a episodi "I migliori giorni" e "I peggiori giorni", per la regia di Massimiliano Bruno e Edoardo Leo, prodotti da IIF. Contemporaneamente, scrive e dirige per diverse aziende spot per il web e videoclip per artisti emergenti.
Nel 2024 è coinvolta da Istituto Luce nella scrittura del progetto "100 anni di Luce", che verrà proiettato alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. “Il Grande Méliès” (2022) è il suo primo cortometraggio da regista, vincitore di oltre trenta premi in Italia e all'estero, acquistato poi dalla piattaforma Mediaset Infinity+. "Coming Out", distribuito nei festival dal 2024, è il secondo corto che dirige.
Beatrice Campagna
https://www.instagram.com/bea.cmpg
Duende Film
https://www.instagram.com/duende_film
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EDEA - COSE STUPIDE - Official Video
youtube
EDEA – Cose stupide – Official Video
Verba Manent music
Testo e musica: Vincenzo Incenzo
Produzione e arrangiamenti: Stefano Cisotto & Loris Galimberti
Regia: Pitta Zalocco
Una produzione Verba Manent
Distribuzione ADA Music Italy / Warner Music Italy
ADA.lnk.to/cosestupide
COSE STUPIDE (Vincenzo Incenzo)
Ho messo agli occhi un po’ di blu
Sembrava tutto facile
Ma il cuore un giorno se ne va
Con le sue false regole
Amo l'amore e non vorrei vederlo piangere
Ho messo agli occhi un po’ di te
Sembrava tutto inutile
L’inverno cambia la città
E porta via le favole
Amo l'amore e non vorrei dovergli credere
Ma poi ti cerco
In cose stupide
Talmente stupide
Non sarà così difficile se un giorno torni qui
Sarà tornare a vivere in fondo al buio
Siamo i cieli di una stanza e silenti sentimenti
Siamo fiori senza terra ed io ti cerco in cose stupide
Ho messo agli occhi un po’ di blu
E tutte le mie lacrime
Ma il cuore un giorno se ne va
Con i suoi vuoti a rendere
Amo l’amore e lui con me vuol solo ridere
Ma poi ti cerco
In cose stupide
Talmente stupide
Non sarà così difficile se un giorno torni qui
Sarà tornare a vivere in fondo al buio
Siamo i cieli di una stanza e silenti sentimenti
Siamo fiori senza terra ed io ti cerco in cose…
Non sarà così difficile se un giorno torni qui
Sarà tornare a vivere in fondo al buio
Siamo i cieli di una stanza e silenti sentimenti
Siamo fiori senza terra ed io ti cerco in cose stupide
Ho messo agli occhi un po’ di blu
Sembrava tutto facile
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Mattia Caroli & I Fiori del Male: "Duplicità" è il nuovo singolo
Esce in radio, sulle piattaforme digitali e digital store Duplicità (Sputnik Music Group, Universal/Ingrooves), il nuovo singolo di Mattia Caroli & I Fiori del Male. Questo brano rappresenta un’importante evoluzione nel percorso musicale della band, frutto di una collaborazione creativa con il co-produttore Stefano Barone. Duplicità racconta la storia di due amanti che si ritrovano dopo molto…
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#duplicità#emergenti#genere musicale#mattia caroli & i fiori del male#musica indipendente#singolo#spotify#streaming
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Il Bosco Verticale di Milano, un capolavoro architettonico dello studio Stefano Boeri
Architetti, rappresenta una rivoluzione nel concetto di edilizia sostenibile. Le due torri, alte rispettivamente 80 e 112 metri, ospitano sulle loro facciate oltre 20.000 piante, tra alberi, arbusti e fiori, creando un ecosistema verticale unico nel suo genere. Questo progetto non solo migliora la qualità dell'aria attraverso l'assorbimento di CO2 e la produzione di ossigeno, ma funge anche da barriera acustica naturale e regola la temperatura interna degli edifici. Il Bosco Verticale è un simbolo di biodiversità urbana, integrando la natura nel cuore della metropoli e promuovendo un nuovo modo di vivere in armonia con l'ambiente.
#riccardoconcetti #riccardoconcettipesaro #boscoverticale
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Le feste nazionali inglesi: un viaggio attraverso le tradizioni
Le feste nazionali inglesi offrono un affascinante spaccato sulla cultura e le tradizioni del Regno Unito. Esse combinano antiche usanze religiose con celebrazioni più recenti, creando un calendario ricco di eventi e significati. Capodanno e l'Epifania Il 1° gennaio segna l'inizio del nuovo anno con festeggiamenti e fuochi d'artificio. Il 6 gennaio, l'Epifania, celebra la visita dei Re Magi a Gesù Bambino. In alcune zone d'Inghilterra, come in Cornovaglia, si tiene la tradizione del "ceffyl", un corteo con figure mascherate che porta in dono dolci e pane speziato. San Valentino Il 14 febbraio è dedicato all'amore e agli innamorati. Le persone si scambiano biglietti d'auguri, fiori e cioccolatini. In alcune città, come Londra, vengono organizzati eventi speciali come matrimoni di massa o cene romantiche a lume di candela. Pasqua La Pasqua è una delle feste più importanti del calendario cristiano. Celebra la risurrezione di Gesù Cristo e si svolge in due giorni: il Venerdì Santo, dedicato alla commemorazione della crocifissione, e la Pasquetta, giorno di gioia e festa. In Inghilterra, le uova di Pasqua sono protagoniste, decorate con cioccolato o dipinte a mano. Festa del Lavoro Il 1° maggio si celebra la Festa del Lavoro, in onore dei lavoratori e dei loro diritti. In molte città britanniche si organizzano sfilate e manifestazioni per celebrare questa ricorrenza. Festa della Primavera e Festa dell'Estate Il Regno Unito ha due "bank holiday" (giorni festivi) mobili: la Festa della Primavera, che cade l'ultimo lunedì di maggio, e la Festa dell'Estate, che si celebra l'ultimo lunedì di agosto. Questi giorni sono dedicati al relax, al tempo libero e alle attività all'aperto. Natale e Santo Stefano Il Natale è la festa più importante dell'anno in Inghilterra. Il 25 dicembre le famiglie si riuniscono per celebrare la nascita di Gesù Cristo con decorazioni, canti natalizi e il tradizionale pranzo con il tacchino. Il 26 dicembre, Santo Stefano, è un giorno di festa dedicato alle visite ai parenti e agli amici. Altre feste nazionali inglesi Oltre a queste festività nazionali, il Regno Unito celebra anche altre ricorrenze importanti come il compleanno della Regina Elisabetta II, il Guy Fawkes Day (5 novembre) e il Remembrance Day (11 novembre). Le feste nazionali inglesi sono un momento per stare insieme alle persone care, celebrare le tradizioni e godersi i piaceri semplici della vita. Un'occasione per scoprire la cultura britannica in tutta la sua ricchezza e varietà. Foto di 12019 da Pixabay Read the full article
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