#Sono vecchia brutta e scema
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Indovinate chi ha sonno? 😭
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Erano appena le tre e le si era liberata la giornata. Non aveva voglia di ritornare nel suo appartamento, in un anonimo palazzone della sterminata periferia romana. Aveva bisogno d'aria e di camminare per rammendare le idee. Puntò decisa verso Villa Borghese. Quel polmone verde, che dava respiro a tutto quel cemento che lo circondava, le ricordava vagamente la campagna dove era nata. Scelse con cura una panchina e si sedette a fumare e riflettere. Riavvolse il nastro della sua vita, con particolare attenzione a quell'ultimo anno. non le sembrava di avere davanti un bilancio troppo positivo. La linea spezzettata sul grafico, anche se non cadeva a picco, scendeva inesorabilmente verso il segno meno. Solo il lavoro faceva eccezione. Era un'agente immobiliare, vendere case le piaceva e con la gente ci sapeva fare. Aveva chiuso diversi contratti, alcuni molto travagliati e al limite del possibile; ciò le aveva permesso di guadagnare bene, oltre che in vile moneta, anche nella stima dei suoi colleghi. Ci sapeva davvero fare. Ma, tolto il lavoro, cosa le restava? Tolto il lavoro si poteva tranquillamente parlare di disastro. Disastroso il rapporto con i suoi genitori, disastroso il rapporto con gli amici, disastroso il rapporto con gli uomini. Già, gli uomini…ma che razza di bestie erano? Aveva trentaquattro anni, era una bella donna, lo sapeva e ne riceveva conferma ogni giorno. Ancora catturava occhi e sorrisi. Allora come mai si ritrovava da sola? Che fosse colpa sua? Certo, era finita da un pezzo l'epoca dei vent'anni. Col passare del tempo, era diventata molto più esigente ed insofferente. Non aveva voglia di accontentarsi, si rifiutava di accettare ciò che non riusciva a digerire. non voleva saperne degli altrui difetti, quelli che, come tutti dicono, poi impari ad amare. Se ne fotteva. E, soprattutto, non era disposta a cambiare, a cambiarsi. Non poteva condividere i sogni con chi, in ultima analisi, era incapace di sognare. O tutto, o niente. Forse davvero era colpa sua! Era diventata insofferente.
Anche gli uomini, però, ci mettevano del loro. E ne avevano da metterci! Anche quell'Umberto, per esempio, non era male…era un bell'uomo, elegante, curato, pulito, in sporadici casi, anche brillante, ma, come tipico della sua “razza”, demandava troppo spesso il compito di ragionare al suo fratellino più piccolo. Quanto piccolo sarà stato poi? Tale riflessione la fece ridere come una scema, ma riprese subito il controllo, sbirciando in giro a sincerarsi che nessuno se ne fosse accorto. Le venne in mente un brano di Davide Van De Sfroos, La ballata del Genesio, dove cantava: ho dato retta al cuore e qualche volta all'uccello. Centro. Era ciò di cui aveva bisogno: qualcuno che sapesse dar retta al cuore e all'uccello contemporaneamente. Non le sembrava chiedere troppo!
Accese un'altra sigaretta, guardò l'orologio: le cinque e trenta del pomeriggio. Alzò il viso e, solo allora, si avvide dell'uomo che, non più distante di una quindicina di metri, stava puntando dritto verso di lei. Lo soppesò con lo sguardo e decise che non c'era da preoccuparsi. Era decisamente attraente, si muoveva con estrema leggerezza, sembrava scivolare sul terreno come l’acqua; certo che era vestito in maniera del tutto anonima e pensò che fosse un vero peccato. E peccato anche che l'avesse puntata. Voleva starsene da sola e in silenzio. Niente mosconi a ronzarle intorno. Non oggi.
“Mi perdoni, ma avrei bisogno di accendere.” Disse l'uomo senza inflessioni dialettali nella sua voce, sbollando un pacchetto di Pall Mall.
La donna sbuffò infastidita e col tono del: con me non attacca, bello! Rispose:“ E’ un po’ vecchiotta, forse ti conviene provare altrove.”
“Non importa che sia vecchia, non a me, comunque. L'importante è che abbia ancora voglia di accendersi e di accendere. Mi creda, non desidero altro.”
Lo fissò dritto negli occhi, occhi in moto perpetuo, non inebetiti sulle sue tette. Forse… ma no, l'approccio era stato di una banalità disarmante, così:“Mi dispiace, non ho da accendere” Soffiò fuori in fretta.
“Fa niente, andrò a cercare miglior fortuna altrove. Ma capita anche che le cose siano esattamente come sembrano. Mi perdoni l'intrusione. Le auguro che la sua giornata migliori.” Le disse con un accenno di sorriso e guardandola, per la prima volta negli occhi.
Fu sinceramente colpita da quella sorta di congedo. Lo seguì con lo sguardo e lo vide avvicinarsi ad una coppia di anziani, ottenendo, ormai era evidente, quello che stava cercando. Si era comportata come un qualsiasi idiota. Si era dimostrata prevenuta e scortese, Non le piacque affatto il suo comportamento di poc'anzi e tentò di rimediare.
“Ehi!” Gridò, agitando la mano per richiamare l'attenzione dell'uomo. Lui si voltò, le mostrò la sigaretta accesa, sorrise apertamente e tornò a voltarsi per la sua strada.
“Aspettami!” Disse ad alta voce, alzandosi dalla panchina per raggiungerlo. Non lo avrebbe lasciato andare portandosi via un'immagine di lei così odiosa.
“Non serve che si giustifichi, una brutta giornata capita a tutti.” La anticipò.
Fu di nuovo colta di sorpresa, le parole stentarono ad uscire, ma parlare era parte del suo mestiere, la parte che le riusciva meglio e se lo ricordò appena in tempo.
“Toccata! Mi sono comportata come una stupida. Ti avevo cucito addosso un bel giudizio precotto. Scusami di nuovo e, credimi, di solito non succede.”
“Sono felice per te. Perché, al contrario, di solito, è esattamente quel che succede. Affibbiare etichette sembra essere lo sport nazionale. Altro che il calcio. Forse è come con i cani, che hanno bisogno di marcare il territorio. Allo stesso modo, gli uomini devono orinare sui propri simili per avere l'illusione di saperli riconoscere.”
“Posso farti una domanda?” Non capiva cosa le fosse preso, ma ormai era andata.
“Certo, basta che non implichi il dovere di una risposta.”
“Ho smesso da un bel pezzo di pretendere.”
“Allora puoi andare con la domanda.”
“Di che colore sono i miei occhi?”
“Domanda a doppio taglio. Non è così facile come potrebbe sembrare…”
“Lo sapevo, peccato.” Pensò la donna, ma, ancora una volta, era giunta a conclusioni affrettate.
“Oggi, con questo sole abbagliante, di un bel celeste trasparente, ma direi che il più delle volte potrebbero essere sul verde, con tendenze al grigio nelle giornate di pioggia.” Sentenziò l'uomo, dopo una profonda boccata di sigaretta.
Partì anche la seconda domanda. Partì prima del pensiero, prima che la vergogna per averla fatta le incendiasse il viso:“E le mie tette come sono?”
Lui non si scompose e, senza distogliere lo sguardo da quello di lei rispose: “Dovresti fare più attenzione. Perché, a volte, potrebbe capitare che rubino il palcoscenico agli occhi.”
“Posso offrirti un caffè? Per rimediare!”
L'uomo la trapassò con la vista come una freccia di balestra e trapassò anche tutto quello che c'era dietro di lei, per finire dove nessuno sapeva dove. “Rimediare è un verbo privo di significato.” Disse “Non c'è possibilità di rimediare al passato; per quanto prossimo. Possiamo solo comportarci diversamente.”
“Sarebbe un no?”
“Al contrario, sarebbe un si. Non so se tu ti aspettassi un'altra risposta, nell'eventualità, mi dispiace. Ma io non rifiuto mai un buon caffè.” E sorrise.
“A proposito, non ci siamo ancora presentati. Io mi chiamo Andrea.” Disse la donna.
“Avrei potuto usare le stesse parole.”
“Cosa?”
“Se prometti di non scambiarlo per un segno del destino, sono pronto a farti una rivelazione: anch'io mi chiamo Andrea.” Anche se quello non era il suo vero nome. Era quello che si trovava stampato sulla sua carta di identità, sotto alla sua vera foto. La carta non era la sua. Era stata rubata in un'altra città poco prima della sua comparsa nella capitale.
“L'uomo medio si cura se le cose siano vere o false, ma il guerriero no. L'uomo medio procede in modo specifico con le cose che sa essere vere e in modo diverso con le cose che sa essere non vere…Il guerriero agisce in entrambi i casi.”
Il libro non concedeva tregue durature.
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Dov’eravamo rimasti? Sono passati quasi sei anni dall’ultima volta in cui ho pubblicato una fanfiction. In questi sei anni non sono morta, né ho smesso di scrivere (non credo di essere attrezzata per farlo, almeno). Ho solo deciso di abbandonare un mondo, quello del fanwriting, che non mi somigliava più da tempo; che, soprattutto, aveva smesso di divertirmi per trasformarsi in qualcosa di tossico e frustrante. Credo sia stata un’ottima scelta, la mia: scrivere fanfiction dovrebbe essere, prima di tutto, un modo per gratificare sé stessi, poi, con la pubblicazione del proprio lavoro, regalare un po’ di gioia ai potenziali lettori. Non ero più in grado di fare né l’una, né l’altra cosa. Ero (sono) troppo vecchia per continuare a negare l’amara verità dei fatti, sicché sono andata avanti senza guardarmi indietro. Sarei stata, da allora e per sempre, fan, non più writer: poteva essere egualmente bello, no? Il fatto stia parafrasando le parole di OdaSaku dovrebbe suggerire qualcosa sul prosieguo della storia. È arrivata la pandemia: da un giorno all’altro, la mia vita (come quella di troppi altri) è diventata una stanza chiusa a chiave; non una stanza tutta per me, ma una gabbia. Lontana dalla mia migliore amica, lontanissima dal mio compagno, isolata da tutto quello che amavo (e che ero: una viaggiatrice instancabile, per esempio), non avevo voglia alcuna d’affacciarmi al balcone e cantare, quand’ero piuttosto incline a buttarmi di sotto. Kafka Asagiri ha aperto una finestra sull’oceano: a un decennio dall’ultimo manga letto, trovavo in un mondo di carta, che giocava con le mie grandi passioni (la letteratura, il noir, la politica, la psicologia, la fantascienza), il sollievo di cui avevo bisogno. Ne avevo talmente bisogno – né mi vergogno a dirlo – che ho ricominciato a leggere fanfiction. Dove la storia ufficiale si interrompeva, dove non c’erano più light novels, né spin-off, né AU (grazie per Beast, Asagiri, e per la mezza gioia che rimedia Akutagawa), per fortuna, qualcuno annodava una trama, una suggestione, una variazione sul tema. Alcune erano singolari, altre imbarazzanti, molte emozionanti, tutte piene della passione che io avevo permesso si estinguesse; che io, anni prima, non ero stata in grado di trattenere per me. E allora che importava, se lo stile delle storie era spesso zoppicante, se la trama era scontata o se Chūya si trasformava in una Barbie maleducata (ho letto – e con molto gusto – di lui ballerino, truccatore, pilota di Jaeger, medico, cantante, parrucchiere, mantenuto, ragazza alla pari [sì, ragazza alla pari], saltatore in alto [sic!], veterinario, wedding planner, pattinatore sul ghiaccio. Ora lo pretendo, come minimo, Luce di Stelle)? Erano tutte un regalo che volenterosi sconosciuti depositavano sul davanzale di una provvidenziale finestra; sconosciuti che meritavano una gratitudine infinita. Tumblr e AO3 hanno cominciato a riempirsi di cuori col mio nome accanto – Ehi, ci sono! Ho letto la tua storia, ho ammirato la tua fanart. Grazie, grazie, grazie! La mia testa, ad affollarsi di parole, di immagini, di idee. A mancarmi, tuttavia, era ancora la voglia di condividere. Non volevo tornare indietro. Desideravo farlo più di quanto non fossi disposta ad ammettere. Poi è arrivata l’estate e, da una stanza non più chiusa a chiave, sono volata a Lisbona. Mentre smaltivo un bicchierino di Ginjinha e i bombeiros facevano cose (è inquietante la quantità e la varietà di occupazioni di un vigile del fuoco portoghese, ve l’assicuro), al fianco della persona che – ironia della sorte – proprio il fandom aveva portato nella mia vita venti anni prima, all’improvviso, mi sono ritrovata a pronunciare due magiche parole: E se…? Chiunque abbia scritto fanfiction, o abbia provato a farlo almeno una volta, conosce bene le implicazioni di una formuletta da poco: tutto comincia così; che finisca, invece, non è detto. Soprattutto se la tua migliore amica non solo sta al gioco, ma lo alimenta. Sono passati esattamente venti anni dal giorno in cui pubblicai la mia prima fanfiction. A dispetto delle sue mille imperfezioni, che mi avrebbero portato a una completa riscrittura dell’originale (trovo sia ancora brutta, ma so rendere le armi, quando serve), ebbe un successo clamoroso: nello spazio di poche settimane, grazie al passaparola dei lettori, mi ritrovai da neofita ad autrice di riferimento di un intero fandom. Oggi posso dire con molta serenità sia stata la mia maledizione, perché ho smesso subito – o quasi – di giocare; perché ho cominciato a preoccuparmi troppo del giudizio altrui e troppo poco di quei mille ‘e se’ che guidavano le dita sulla tastiera. Perché ho permesso che l’umanissimo, ma infantile bisogno di piacere inghiottisse il piacere che mi dava lo scrivere. Che scema, vero? Venti anni sono un arco di tempo tanto lungo che il solo pensarci mi procura una discreta vertigine. Molti di coloro che leggeranno (forse) queste righe non esistevano, per esempio; pubblicare voleva dire sfidare le bizze di un 56k dial-up modem e i cellulari erano datteri con cui, al più, potevi giocare a Snake. Chi scrive era una presuntuosa ragazzetta che si sentiva già donna, quando donna – adesso l’ho capito – è un titolo che devi guadagnarti sul campo ogni giorno (e le prime medaglie che rimedi, mannaggia!, sono rughe). Ci ho pensato e ripensato e rimuginato, lo ammetto: sei troppo vecchia, che ti metti a fare! urla persino adesso una vociaccia nella mia testa, scavando là dove sa più tenera la polpa e doloroso il morso. Potresti essere la madre di chi leggi. Potrei? Già: e non ne sarei dispiaciuta, perché… Che male c’è a scrivere fanfiction, se ti diverti? Ritorno – per un poco? Per molto? Non so ancora – con questo proposito: annodare una trama all’arazzo di Bungou Stray Dogs per il semplice gusto di farlo. Perché Asagiri – che è uno di noi – approverebbe. Perché oltre lo schermo c’è qualcuno che potrebbe aver bisogno di un buco nel muro della sua solitudine, della sua tristezza, della sua noia: e mi farebbe piacere aprirlo per lui e con lui. Per questo, solo per questo, voglio scrivere. Mi sembra abbastanza.
#ao3 writer#my fanfiction#dailybungou#bungou stray dogs#bungo stray dogs#bungo stray dogs anime#bungo stray dogs dazai#nakahara chuuya#dazai osamu#double black#bsd nakahara chuuya
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L'amore secondo me - Cassandra Rocca
Questo libro è stato un regalo di Natale, arrivato per posta una mattina da parte di un'amica molto cara. Essendo tappata in casa e in tempo di feste, l'ho letto subito e molto in fretta. In due giorni l'ho bruciato.
Questo perché si legge facilmente ed è scorrevole e divertente. Non è gran letteratura ma fa il suo dovere: intrattiene.
(Realistica rappresentazione di Luna mentre legge in vacanza)
Dunque, la storia (d'amore ovviamente) vede come protagonista Taylor Andrews, giovane newyorkese con un lavoro poco appagante in un grande studio di architettura della città. Per cercare di mettersi in luce con il suo capo, la classica donna in carriera che Luna immagina un po'come Malefica, un po'come Trinity di Matrix (non chiedetele perché), Taylor si offre volontaria per fare un lavoro di rilevamento e valutazione di un terreno in vendita in un paesello sperduto in mezzo alle montagne al confine con il Canada, lavoro che nessuno vuole fare anche perché è la settimana prima di Natale e che MaleficaCapa è ben felice di appioppare a Taylor.
Così Taylor parte alla volta di Snowy Pine (nome romantico di Inculandia) per fare questo rilevamento con un collega, che però le tira un pacco di quelli spudorati e le dice che è malato mentre dal telefono si sente "Brigitte Bardó-Bardó" e le bollicine dello spumante.
(Zio, ma serio?)
Arrivata a Inculandia, Taylor si ritrova in una specie di posto demmerda abbandonato e marcescente e sbrocca male. Si chiude in macchina in preda alla disperazione ma un passante, che all'inizio lei scambia per un malintenzionato, le spiega che il paese è più in là, quella è la vecchia piazza abbandonata a seguito di una frana. Il passante è un abitante di Inculand..-Snowy Pine, si chiama Ryan Greenwood ed è un figo pazzesco. (Avete già capito, sì?)
Ryan è alto, bello, fisicato, intelligente, sarcastico, ha un gran senso dell'umorismo, è di buona famiglia. Adora vivere lì a InculPine e per vivere non si sa bene cosa faccia perché intaglia il legno è bravissimo ma non vende niente, lui regala. Probabilmente scrocca i proventi dell'albergo 5stelle gestito da sua nonna oppure vive della (generosa, direi) paghetta che lei gli dà per spaccare la legna per l'albergo. (Ryan sta sempre a spaccare legna.)
(Ryan, più o meno come Luna se lo immagina)
È nell'albergo dei Greenwood che si piazza Taylor mentre cerca di capire se il collega bidonaro la raggiungerà mai e se mai potrà lavorare perché un giorno piove, l'altro nevica, c'è il pantano, le locuste... Insomma, Taylor non ha niente da fare nel paese bomboniera di Natale e per un motivo o per l'altro, finisce per passare molto tempo con Ryan, anche perché tutti la guardano malissimo perché è la Ragazza Di Città che deve fare la relazione sul terreno e se è positiva sono tutti sicuri che verrà costruita una fabbrica di Salamadonna cosa che rovinerà la loro natura. La guardano male anche perché Ryan è lo Scapolo d'oro numero 1 di InculPine e Mamme e Nonne fanno letteralmente a spintoni per sventolargli sotto il naso le figlie e le nipoti decantandone le lodi manco fossero giumente alla fiera zootecnica.
Ovviamente Taylor e Ryan si innamorano. Ma tanto. Solo che non se lo dicono per un bel po', e tra un incontro più o meno casuale e l'altro e le discussioni sulla vita in città VS vita di montagna, i due cercano di dissipare la tensione sessuale che si taglia con il coltello. Ma no, non è una cosa da fare perché lei andrà via a breve, è lì di passaggio, epperó magari solo sesso, che sarà mai. Insomma, si salterebbero addosso ma evitano perché sono pieni di tutto sommato lecite paturnie e sono due bravi ragazzi...
Intanto Ryan:
Certe cose però non le puoi fermare e (finalmente) i due si trovano e si conoscono in senso biblico, facendo all'ammoreH in tutti i luoghi e in tutti i laghi e in cucina e pure nel capanno degli attrezzi... Insomma, a Taylor comincia proprio a piacere il villaggio di Natale lassù.
C'è comunque il mini-dramma e quel momento di frustrazione che vi farà gridare "Ma brutta scema, torna indietroooo!" dal divano, ma tutto si risolverà verso un lieto fine tutto sommato ben fatto che Luna non racconterà perché non è il caso di fare spoiler.
E vissero felici e contenti.
(Luna alla fine del libro. Abbiate pazienza, ha avuto un pessimo Natale, serviva qualcosa di svagante)
Libro consigliato per: una lettura leggera e d'evasione, senza grandi pretese né impegno. Per leggere una commedia romantica invece che guardarla in TV.
"Una volta sola e al sicuro nella sua camera, Taylor si sistemó davanti al camino appena ravvivato, sperando di scacciare il freddo che sentiva.
Sapeva, tuttavia, che una parte di lei sarebbe rimasta congelata quella notte. Una parte che solo Ryan, con i suoi baci, i suoi sorrisi e le sue carezze avrebbe potuto scaldare.
Il suo cuore."
(Beh, ovviamente il cuore!! Cosa stavate pensando?!)
#Cassandra Rocca#l'amore secondo me#LaLunaLegge#letture#libriconsigliati#libri#good books#letture leggere#recensioni#good reads#leggere
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No guarda, non dire mai il tuo nome che usi su twitter, anche a chi te lo dovesse chiedere in privato, anche se ti sembra che di quelle persone ci si possa fidare. Ma davvero ti hanno detto che sei cieolodicarta in incognito?! 😂😂😂 scusa, questa me l'ero persa. Logicamente per loro se qualcuno è polemico per certi aspetti o non concorde in tutto, deve essergli per forza contro. Oltre alle teorie bislacche, anche la cattiveria nei confronti della ragazza è stata allucinante 🤦♀️
La storia che io sia cieolodicarta in incognito (o una sua ‘spia’ mandata a raccogliere screenshot compromettenti) è vecchia di quasi un anno (pensa te), a dire il vero, ma visto che ieri mi è stato scritto (in un inglese traballante che non inganna nessuno, tra l’altro, quanta fatica sprecata) che io “adesso faccio la carina con le shipper metamoro ma poi su Twitter mi lamento di loro e le maltratto”, evidentemente c’è chi ancora ci crede. In realtà sarei tentata di fare proprio l’opposto, cioè di scrivere pubblicamente il mio nick di Twitter qui ed invitare tutti a darci un’occhiata e vedere se è vero o no che “maltratto le shipper metamoro”. Probabilmente servirebbe a ben poco, direbbero che ho dato il nick di un’altra persona o che quello è un profilo falso. Mi piacerebbe sentirlo dalla ‘voce’ delle persone che qui mi seguono e shippano ancora: vi maltratto? Vorrei saperlo. Perché poi questa merda ti entra in testa.
Io non credo di essere mai stata davvero cattiva con nessuno, né di aver mai maltrattato nessuno. Ho avuto dei contrasti con qualcuno, va bene, di quella storia sembra che tutti sappiano tutto e ogni tanto ritorna a pesarmi sulle spalle. Sono stata polemica, lo sono ancora, su determinate cose non sono mai stata concorde con il gruppo shipper già quando ne facevo parte, non lo sono ora che non ne faccio più parte (a volte a malincuore, ma sempre più spesso per mio grande sollievo, purtroppo) e non lo sarò mai. Ma da quando il disaccordo è diventato censura, e quindi paradossalmente qualcosa da censurare? Questo è quello che non capisco. Comunque, sono pippe mentali inutili. Me lo domando adesso, me lo domanderò alla prossima polemica e così via finché questa storia non finirà da sé o finirà la mia pazienza, e davvero non so quale delle due sia più prossima ad esaurirsi.
Quanto alla ragazza (ma voi che sapete tutto: ce l’ha un nome, ‘sta ragazza? Non voglio l’anagrafica completa, ma un po’ mi dispiace chiamarla sempre ‘la ragazza’, ‘la compagna’, ‘la fidanzata’ come se fosse una misteriosa entità ultraterrena e non una donna in carne ed ossa), per fortuna non ho visto il peggio perché ho bloccato subito chiunque abbia partecipato alle teorie del complotto e le abbia caldeggiate (ormai va così, altrimenti poi davvero avrei dovuto fare polemica un giorno sì e l’altro pure), ma posso solo immaginare quante se ne siano dette. Già quando furono visti insieme a quel matrimonio (adesso possiamo dire che non era un fotomontaggio, a prescindere dalla didascalia sbagliata, o è ancora un orrendo tabù?) ci furono svariati ‘è troppo alta’, ‘è troppo bassa’, ‘è troppo giovane’, ‘è troppo vecchia’, ‘è troppo bona’ (sottinteso: e quindi è un mignottone), ‘è ‘na busta de piscio’ (sottinteso: so’ meglio io, guarda che figurante brutta s’è scelto per ‘sviare i sospetti’, poi questa manco è capace di succhiargli via le labbra dalla faccia quando in giro c’è un fotografo *smh* non ci sono più le finte fidanzate di una volta), e già lì dovevo capire tante cose ma ero ancora nel mondo dei coniglietti e degli unicorni rosa, mi sembrava tutto bello e perfetto - sottinteso: ero una povera scema troppo presa dalla sua illusione di aver trovato il fandom perfetto, e sì che con la mia lunga esperienza dovevo saperlo che i fandom perfetti non esistono, ma…cazzo, all'inizio lo era davvero. Era come il Titanic, it was the ship of dreams. E vogliamo parlare delle situazioni analoghe nate intorno ad Ermal? La cugina, la ragazza misteriosa in barca, etc. Io non so davvero cosa succederebbe per un bacio rubato da un paparazzo fortunato. Cioè, lo so, ma non riesco - e nemmeno voglio, perché è troppo imbarazzante - ad immaginare appieno quanto drammatiche ed imbarazzanti sarebbero le conseguenze. E non fatemi ripetere che SI, LO SO, QUELLE PERSONE NON RAPPRESENTANO L’INTERA COMMUNITY DI SHIPPER, lo ripeto da un’anno e coda ma oh, certe teste sono così dure che si potrebbe usarle come palle da demolizione, farci entrare un concetto rasenta l’impossibile. Poi però ci si lamenta delle conseguenze. Che palle.
Mi sono fatta venire il mal di testa e la sindrome del tunnel carpale.
Accidenti a me.
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Cinquanta sfumature di....orrore!
Avvertenza! Massacrerò il film. Non me ne frega nulla se per voi è il capolavoro assoluto, la storia d'amore più bella del mondo.....
fa cagare! Come pellicola e (sopratutto) come contenuti. E ne parlerò in questi termini, senza filtri, quindi: Sappiatelo!
Se volete discutere, contattatemi e lo farò volentieri.
Ma polemiche sterili nei commenti non ne voglio,
perchè più di "Ma sei tu che non lo capisci, lei lo ama" non sapete argomentare.
Ps. Se davvero credete sia amore, fatevi vedere da qualcuno di bravo!
Detto ciò, non mi scaglio contro chi ha un cervello e lo guarda anche con occhio critico, perchè i gusti sono gusti...ma di partenza non doveva essere proprio girato o almeno modificato in moltissime parti, perchè nelle mani di chi è influenzabile o giovane poi può finir male.
Stalking e possessività non sono sinonimi di amore, nessuno guarisce magicamente e nessuno cambia per nessuno. Mai.
Punto.
Visto il "leggero bombardamento" sotto san Valentino per il secondo capitolo di questa (inutile) trilogia, mi sono detta: Mah si, guardiamo il primo! Tanto non sarà peggio del libro (errore!).... Mi farò qualche risata (grande errore!). Così l'altra sera mi sono messa a vedere uno dei film più lunghi, noiosi e...insulsi che abbia visto. Si, devo essere masochista! Perché "dovevo" resistere fino alla fine (anche se ammetto che quando mancava mezz'ora ho iniziato a saltare e andare avanti alcune scene in cui non succedeva nulla)
Iniziamo dalla presentazione dei due personaggi: più banale di così si muore, il parallelismo di lui bello-bello e lei "bruttina" con dei capelli che ti chiedi se sia una brutta parrucca (tagliata anche male) e se li pettini almeno una volta in tutto il film.
Non so se sia il doppiaggio italiano (e no! Non lo riguardo in lingua originale!) ma ogni volta che lei apre bocca la vuoi prendere a sberle. Sussurra, non parla.
Per.Tutto.Il.Cazzo.Di.Film. È insopportabile. Se l'attrice è stata davvero così brava da riportare sullo schermo un personaggio così insulso, inutile, stupido, e darne tutte le sue "sfumature" merita un Oscar.
Altrimenti se non ha recitato....aiutatela!
Lui....boh! Ha la stessa espressione per tutto il film! Penso non sia un problema per certo pubblico perché compensa togliendosi i vestiti in quasi ogni scena.
Bella mossa regista, distrarre con l'inganno dallo schifo proponendo sesso facile....ma almeno fosse bel sesso! Si sono impegnati, ma i montaggi diventano sempre più ridicoli verso la fine....
Grazie a Dio che non fai porno, ma una piccola consulenza non avrebbe fatto male.
Inizio Ma ritorniamo alla storia, che mi sto perdendo. Questo essere entra nell'enorme "Grey House" (o come cavolo si chiama il suo palazzo) e si trova davanti una schiera di bionde assistenti robot, che la terrorizzano.
Ovvio, è vestita malissimo e nelle scene appena successive va in università vestita molto meglio: "tesoro", perché?!? Ok che devi fare la piccola innocente brutta anatroccola ma....porca miseria!
Un po' di amor proprio? No?!
Persino quella de "Il Diavolo Veste Prada" che si presenta in un ambiente di moda è conciata meglio!
Quanto avrei voluto Miranda con il suo sguardo spietato a distruggerla....
Va beh, deve intervistarlo ma (il genio) non ha mai letto le domande che deve fargli.
E questa fa l'università....e sarebbe pure una intelligente! Ok, devi sostituire la tua amica, ma per evitare una figura di merda, provarle a casa? Sei così sicura?! Stendiamo un velo pietoso quando lui le regala una matita "Grey" che inizia a morricchiare e passarla sulle labbra risvegliando magicamente interesse in lui, che inizierà a fargli da stalker e il nostro anatroccolo ci casca come una pera cotta!
Ferramenta Ovviamente la nostra Ana è triste e sconsolata, non vedrà più il suo Christian...ma un giorno lo trova nel posto dove lavora. Una ferramenta. Esatto! Ma lei vive nelle nuvolette, è il destino e non importa se compra ciò che farebbe impallidire Dexter, lei sogna....
Vanno a bere qualcosa e non importa se lui le apre la merendina come ad una bimba di 3 anni e le ordini "mangia" mentre pretende i dettagli della sua vita (quante volte va al bagno no?), ma qualcosa disturba il "povero" Chris, che scappa via perché lui non la merita, deve starle lontano (tutto ciò accarezzandole la faccia, che lei sembra venirgli tra le dita....boh) Qui dovrebbe scattare il primo campanello d'allarme: uno sconosciuto "per caso" si trova dove lavori, forse forse tanto caso non è...se poi è straricco, qualcosa puzza.
La sbronza Dopo questo tira e molla la coinquilina la porta a divertirsi con gli amici. Lei sbronza marcia va in bagno e in quei 5 minuti in cui la perdono di vista lo chiama:"Pappappero sono ubriaca, tu sei scemo ad ordinarmi le cose, non sono un cagnolino" Fatela bere! Se un po' di alcool le fa funzionare il cervello, Fatela bere sempre! Ovviamente lui la stalkera e in tempo zero è al locale. Come diavolo ha fatto? Neanche la CIA traccia così i narcotrafficanti, scappa! Invece no. Nel frattempo il suo "migliore amico" ci prova, palese ma lei è scema, e deve intervenire lui a separarli. Allarme numero due! Poi ti riporta a casa e l'amica gli da il permesso (lei no). Enorme allarme! Primo: che amica di merda hai? Secondo: ma vai a casa con uno che non conosci?
Il risveglio Il giorno dopo apre gli occhi e si ritrova in una camera mai vista. Con abiti non suoi addosso. Trova sul comodino delle pillole ed un bicchiere con scritto "Mangiami" "Bevimi", che Alice scansati proprio. ....e lei? Butta giù tutto!!!! Ma che diavolo ti dice la testa? Potrebbe essere qualunque cosa?!?
Lui torna, le ordina di mangiare e se ne esce con una frase del tipo "se fossi mia (e fossi stata ubriaca) non saresti riuscita a sederti per una settimana" Ma questa inquietante minaccia passa in secondo piano perché si toglie la maglietta e lei si disconnette ancora di più dalla realtà.
"Sono vergine" Dopo non so più che scena, tornano a casa di lui e le fa firmare un contratto di segretezza, perché l'avvocato lo pretende (e capiremo a breve il perché) e lei se ne esce con "quindi ora farai l'amore con me?" Tipo cucciolo bisognoso di coccole.
E lui, con sguardo truce:"Io non faccio l'amore. Io scopo. Forte" Eccitazione, dove sei?
La mia è scappata a vomitare in bagno.
Visto che non ci arriva che non è "normale", (lui la prende con la manina) le mostra la camera dei giochini e inizia a spiegarle la sua versione del sesso, ovvero dovrebbe essere il BDSM ma non ha NULLA a che fare con quella pratica molto intima e profonda. È un narcisista e maniaco del controllo. Punto.
Le chiede che limiti ha, per capire se potrebbe reggere nel suo mondo e lei pare non abbia mai neanche baciato nessuno. Quando capisce che è vergine, lui cosa fa? La porta a letto e fanno l'amore!
Scusami, ma se non vivi il sesso se non estremo, cosa stai facendo? Sei scemo! Un egoista del cazzo che pretende la sua verginità e basta.
Almeno la scena è ben girata. Non molto erotica, ho visto pubblicità più stimolanti, ma almeno fatta bene.
Il contratto
Lui le regala un computer nuovissimo, perchè il suo non funziona più, chiedendole di indagare per bene riguardo il contratto, se avesse dubbi.
Ma oltre alle pratiche sessuali lui vuole in controllo assoluto sulla sua vita: le dice da che medico deve andare per prendere i contraccettivi che lui le ordinerà; che dieta dovrà seguire; che allenamenti dovrà fare; in che orari dovrà andare a casa sua;..... E' pazzo, stop!
In ogni caso, lei "pretende" un colloquio di "lavoro" per parlarne con lui in ufficio.
Lei parte forte e determinata, si siedono e lei inizia a mettere in chiaro cosa potrebbe fare e cosa no.
Fin quì tutto ok, ma c'è uno scambio di battute che (giuro) mi volevo mettere le mani nei capelli.
Lei gli dice di andare a pagina X e dove c'è scritto fisting vaginale e anale di cancellarlo.
Poi gli fa voltare pagina e dice una cosa come: "Spiegami cosa vuol dire dilatatore anale"
....scusa?!?
Sai cosa vuol dire fisting e non dilatatore?!?
Sei seria???
Non ci arrivi neanche facendo 2+2?!?
Ma hai giocato a solitario col pc nuovo, visto che le immagini delle donnine legate (a quanto pare l'unica ricerca che ha fatto) ti hanno spaventato?
Comunque alla fin fine lui deve revisionare il contratto per farglielo firmare, le fa delle proposte (neanche tanto osè) e lei....scappa.
Ovviamente poi la storia va a cazzo!
Non ha un senso logico perchè lui vuole che lei firmi, lei non sa cosa fare e lui....ci fa sesso ad ogni occasione per spignerla a firmare!
Molestie? Stolking?
Nooooo, è innamorato! Non vuole la sua vagina...ops! Farfallina....
Vi parlo di alcune scene che sono allucinanti.
Che ci fai nel mio appartamento?
Eh si, ad un certo punto la nostra Ana rientra a casa e si trova Grey che tranquillamente la attende con champagne e roba varia.....ma cazzo, scappa!
Stanno suonando non più le campanelle, ma allarmi e forti.
Te lo ritrovi in casa, e la reazione?
Legami e facciamo sesso....
La macchina
Perchè lei è povera, deve esserlo o non sarebbe vero amore, quindi gira con una cosa talmente vecchia che neanche i miei nonni avrebbero avuto come prima auto e che credo gli costi più in benzina e sistemazioni varie che a cambiarla. Ma sappiamo quanto sia intelligente.
Christian che ci tiene a lei, dopo la sua laurea, le regala un'auto nuova di zecca!
E quella vecchia? L'ha venduta.
Ora, la reazione normale sarebbe shock e rabbia. Come si permette di rubare e vendere l'auto di un'altra persona?
Invece no! Cuoricini, perchè è premuroso...ma vaff.....
ANZI!
Lui si offende perchè lei alza gli occhi al cielo e quindi deve essere punita.
Ma lei (scema come un piccione) non capisce che non deve ridere, e si becca qualche leggera sculacciata sul culo. Ovviamente va in brodo di giuggiole.
Ne ho viste di peggiori e forti sui bambini dispettosi in giro, che neanche hanno dato soddisfazione alle mamme di piangere o fare versi, e questa per una carezza a momenti viene.....
Fantasy proprio.
Comuqnue persino la coinquilina quando Ana torna a casa e vede le chiavi le dice di stare attenta e andarci coi suoi tempi, la versione addolcita di "che cazzo stai facendo?".
Altro sesso inutile
Esatto, perchè nonostante lei abbia detto chiaramente che non voglia essere appesa, lui la appende!
Mi pare logico, tanto lei non è una persona che meriti rispetto e che vada ascoltata.
Non ha ancora firmato il contratto, quindi non ci sono taboo, evvai!
Bendiamola e leghiamola al soffitto!
Lasciamo stare le varie scene in cui la benda e sfiorandola con oggetti vari, da una piuma al frustino, lei sembra venire ad ogni tocco. Potrebbe anche con, non lo so, prenderla a sberle con un pesce (vero! Non pensate subuto male...) e lei godrebbe lo stesso. Più che lui, lei ha qualche perversione nascosta che non vuole rivelare, così si spiegherebbe perchè non ha filato nessuno negli anni e perchè si comporta come una ninfomane legata e costretta a non toccarsi per mesi.
E' insopportabile: ansima sempre tantissimo!
Non è normale. Io mi preoccuperei per la sua salute.
Ok che sei vergine, che ogni cosa è "sexy", che ogni tocco è "hot", ma ci sono limiti, non puoi ansimare per TUTTO!
"Mostrami cosa vuoi"
E siamo alla fine! Perchè quando lei gli chiede di aprirsi e lui non vuole...e mi fermo un attimo a difenderlo. Solo perchè tu (Ana) elenchi la tua intera vita ad uno sconosciuto e gli permetti di farti di tutto, non è che debba necessariamente essere reciproco.
Ma il genio si rovina con le sue mani rispondendole con una stronzata enorme, tipo "Tu non mi capisci, io ho cinquanta sfumature di oscurità dentro di me"
Tipo adolescente in crisi ormonale che litiga coi genitori. Ecco, uguale!
Così lei lo sfida a mostrargli quanto possa essere estremo.
E quì mi sono cadute le braccia. Se questo è estremo....no, non voglio neanche finire la frase.
Comunque, lui la porta nella stanza. La appoggia ad un tavolo e la stende a novanta, nuda.
Le dice che le darà sei frustate (con una cinghia) e lei dovrà contarle.
Dopo tutto ciò, in cui vediamo lui a disagio (e ben venga! Non è consensuale, solo i serial killer provano piacere ad imporre violenza), lei si alza e piange intimandolo di non toccarla perchè "è troppo".
Sei frustate?
Ripeto: SEI FRUSTATE?
Con l'oggetto più innoquo nella stanza (che sembra un sexy shop per quanti gadget ci siano)?
Sei seria?!?!?
Ti sarai letta minimo trenta pagine di contratto (maniacale) e ti sciocchi dopo quello?
No, non stai bene....cosa ci fai lì?!
Ma finalmente giungiamo quasi alla fine di questo abominio!
Perchè lei dopo la scenetta isterica NON VA VIA. Resta nella sua cameretta (perchè lui non dorme con le donne con cui va a letto....ovviamente tranne lei: eh, l'ammmooreee) e quando lui arriva, gli dice che si è innamorata (cosa che si capisce dalla prima scenetta) e che ora non lo vuole rivedere mai più (per le sei sculacciate, non per i mille altri giocattoli...potevi dargliele prima, così ci risparmiavamo due ore di nulla assoluto).
Ma fermi un momento: se ti ha sconvolto tanto, perchè cavolo dormi da lui?
Scappa a casa tua, vai via, corri lontano. No.
Scema è e scema resta, altrimenti lo avrebbe preso a calci già solo quando toccava la sua merendina sul tavolo al bar!
Finisce con un orribile montaggio di loro "devastati" dalla rottura (o almeno lei piange, lui ha sempre la stessa espressione e fissa il vuoto....boh!) con "i momenti più belli della loro love story" in dissolvenza tra le loro scene. Che fantasia!
E poi arrivano i titoli di coda e mio grido interiore di gioia per essere sopravvissuta a tutto ciò!
Altro che Horror. Altro che B Movie.
Questo è un film che terrorizza davvero, nella sua stupidità dilagante e banalità allarmante!
Parla di BDSM senza conoscerlo, tratta la violenza, la possessività e lo stalking come dimostrazioni d'amore....no, non si salva nulla.
Non è nemmeno minimamente erotico, per quanto mi riguarda.
Si, hanno fatto delle scene nudi, e quindi?
Ciò non implica sensualità visto che lei ansima come un San Bernardo e lui ha lo guardo da cernia in ogni scena.
Si, so che c'è un seguito e non vorrei vederlo, ma sono masochista e può darsi che un giorno lo farò e, temo, che le mie reazioni saranno uguali.
Eh si, ho letto i libri...e sono riusciti a peggiorarli!
Cosa che temevo impossibile...
A presto, ma con film decisamente migliori!!! (potete trovare questo post anche su loscaffaledelleswappine.blogspot.it)
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La fattoria degli animali - Assemblea Musicale Teatrale
La fattoria degli animali lascia un vuoto dietro sé come negli occhi di ogni bestia che lavora. Forse qualcuno riesce a malapena a chiedersi perché senza un padrone in guerra ci si ammazza ancora. La fattoria degli animali buttò fuori il signor Jones perché era stanca di lasciarsi macellare, bruciando tutti i premi di riproduzione e cotillons sotto la furia del potere popolare. E c’era il gusto della giusta appropriazione di quello che il padrone rubava tutti i giorni. La libertà si mescolava alla coscienza del pericolo che torni. E la paura che ritorni tenne stretti gli animali e li convinse quindi all’organizzazione sotto la guida provvisoria di un governo di maiali trabajaban tutti all’accumulazione. Sembrerà strano ma è provato quasi scientificamente che il suino è fatto per la dirigenza. La fattoria degli animali ringraziò riconoscente quel servizio reso dall’intellighenzia. E col lavoro si produce in parti uguali la parte dei maiali che quasi tutti i giorni si premuravano di urlare:” Lavorate non vorreste che il padrone un giorno torni!”. Ed il potere provvisorio transitoriamente usò del ghigno orrendo di due cani poliziotto per confiscare alcune uova alla gallina Cococò che non voleva ritrovarsi un figlio cotto. Ruppe le uova nel paniere al porcellino che gridò: “Ma com’è scema ‘st’animala da cortile, scambiare merci con gli amici del temuto signor Jones è solo un trucco per averlo meno ostile, ma la gallina certamente è spia trotszkista o pre-capitalista se non riesce ad afferrare il senso storico di dare al nostro Stato come aiuti i figli suoi sbattuti”. Da lì in avanti storia vecchia brutta storia di casini, guerra fredda, purghe, piani quinquennali che provocarono il disastro nei cortili più vicini repressioni dei padroni o dei maiali. Da lì in avanti storia vecchia come sono vecchi e tanti i tentativi delle razze dominanti per mascherare la pretesa della scienza con la fede della bestia da cortile che ci crede. Ma non si metta in discussione il dirigente o il scientificamente, anche i compagni, anche i più duri li senti urlare: “Abbasso gli uomini e i maiali, proviamo coi Gründrisse o coi canguri”. La fattoria degli animali lascia un vuoto dietro sé come negli occhi di ogni bestia che lavora. Forse qualcuno riesce a malapena a chiedersi perché senza un padrone in guerra ci si ammazza ancora.
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