#Socratici
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Vedo troppi buffoni in posa per rendersi interessanti, rendendosi ridicoli. Cliché modaioli, sborrati dai network o dalla rete, direttamente nelle scatole craniche. Tutti trasgressivi, ma fidanzati in casa, tatuati e sovversivi, solo se moda comanda. Atei e blasfemi, ma vanno alla messa di natale... contro ogni potere, però lavorano raccomandati. Odiano le banche col bancomat riempito dalla nonna... illuministi, socratici e razionali... che mi chiedono segno e ascendente, ecologisti, comunardi, amanti della natura... sul suv tremilacinquecento di cilindrata, salutisti che controllano ogni etichetta tra una sigaretta elettronica e una pasticca omeopatica. Ma porco d'io belin, ma lasciate perdere, lasciatevi perdere. Rilassatevi, tranquillizzatevi e non sforzatevi ad atteggiarvi... tanto non ci crede nessuno, nemmeno voi.
(il mio amico Cristian)
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katà métron
Mi fa piacere per il Neanderthal, che i suoi geni siano arrivati fino a noi attraverso le fuitine "interraziali" con i Sapiens, la rivincita dei brutti, se tanto mi dà tanto dovevano avere un enorme Schwanzstuck (ref.). Inutile girarci intorno: le misure contano. La natura, lo diceva anche Schopenhauer, parla attraverso esempi concreti e usa tutte le sue astuzie per perpetuare la vita, qualsiasi vita, sia quel che sia. I greci dicevano katà métron, secondo misura, ma visto che erano socratici interpretavano tutto nel senso etico-morale della giusta misura, meglio allora le reminiscenze pagane dei dionisiaci, sopravvissute nel mito romano di Mutunus Tutunus, il dio fallico portafortuna. I padri della Chiesa, attenti moralisti, sostenevano che le spose romane erano obbligate a salire in groppa (inequitare) il "terribile fallo" di Mutuno durante i riti matrimoniali per prepararsi alla copula e vincere l'imbarazzo del sesso. Come se tutte le feminae, per il solo fatto di essere feminae, dovessero essere spaventate dalla visione del sesso, che visione retrograda e patriarcale. Ma stiamo divagando. Torniamo al Neanderthal: trovo un po' razzista che si dia dei neandertaliani ai bergamaschi, anche se si esprimono per mezzo di suoni gutturali.
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Socrate. Affresco (dettaglio), I-II sec. d.C. Efeso, Museo Archeologico.
Socrate scopre per primo il concetto di psyche su cui si fonda l'Occidente, di cui W.Jaeger scrive: "Ma che cos'è l'anima?" o, con la parola greca e socratica, che cos'è "psyche"? Si consenta per il momento, di porre questo problema solo in un senso puramente filologico. Quello che colpisce è che quando Socrate, in Platone come negli altri Socratici, pronuncia questa parola "anima" vi pone sempre come un fortissimo accento e sembra avvolgerla in un tono appassionato e urgente, quasi di evocazione. Labbro greco non aveva mai, prima di lui, pronunziato così questa parola. Si ha il sentore di qualcosa che ci è noto per altra via: e il vero è che qui per la prima volta nel mondo della civiltà occidentale, ci si presenta quello che ancora oggi talvolta chiamiamo con la stessa parola, anche se gli psicologi moderni non associano ad essa la nozione di sostanza reale. La parola "anima", per noi, in grazia delle correnti spirituali per cui è passata nella storia, suona sempre con un accento etico o religioso. Ma questo alto significato, essa lo ha preso per la prima volta nella predicazione protrettica di Socrate.
Werner Jaeger (Paideia la formazione dell'uomo greco)
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Platone nel Simposio fa dire ad Alcibiade anche questo: «E inoltre dico che Socrate assomiglia anche a Marsia [...). Sei arrogante, no? [...] E non sei forse suonatore di flauto? Anzi, sei molto più mirabile di quello. Marsia incantava gli uomini mediante strumenti, con la potenza che gli veniva dalla bocca [...). E tu sei diverso da lui solamente in questo, ossia nel senso che, senza usare strumenti, produci questo stesso effetto con le nude parole».
Socrate qui vestito di verde parla con i socratici. La figura elegante con elmo e armatura da molti è stata identificata, correttamente, con Alcibiade.
Giovanni Reale, La Scuola di Atene di Raffaello.
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'gesù' non ha lasciato scritta una sola riga: questione non ordinaria per chi viene spacciato quale semi-dio, con il superpotere di resuscitare dalla morte, ma non di lasciare suoi libri o disegni.
Al pari dei personaggi che troviamo nell'Iliade e nell'Odissea, esso è inventato.
Il 'gesù' che oggi la gente invoca nelle sue preghiere è Socrate: non il mito originale, che manda all'inferno chi non lo segue; è lui l'Uomo ucciso dallo Stato: lui il 'dio', chiamato in ogni angolo del Mediterraneo per insegnare a discepoli a Ragionare ed essere miti.
Per soggiogare popolazioni cresciute con gli ideali socratici, la figura di 'gesù' viene ritoccata da zelota sanguinario, sterminatore di soldati romani col suo gruppo, a mite uomo che parla con le stesse parole di Socrate (chi ha studiato filosofia si accorge della distorsione).
Il cristianesimo distrusse i progressi in campo medico fatti da Ippocrate; incenerì la promiscuità e l'omosessualità consentita in una Civiltà Romana che non li perseguitava; l'errore enorme di rendere ufficiale una religione aggressiva, costò la caduta di un Impero.
Quella delle 'radici cristiane' europee, italiane, è una menzogna; prima che la superstizione cristiana ammorbasse Italia e resto d'Europa, eravamo al massimo apice, per quel tempo, per Cultura e Progresso. Il cristianesimo ha gravemente distrutto buona parte di quel progresso.
L'Italia non è la Palestina; l'Italia non è una regione collocata in un'area deprimente, desertica, dove è nata e sviluppata la cinica superstizione ebraica. L'Italia ha una Storia di culti greci e romani, e norme Civili che erano già superiori eticamente allora, quanto oggi.
Capire il cristianesimo è capire come si muovono un po' tutte le sette religiose e una volta capito, puoi fare una Scelta consapevole: amare il Progresso Sociale, perché è l'unico in grado di offrire Qualità Totale alla Vita, smettendo di straparlare di 'radici cristiane'.
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Cratete e Ipparchia era rispettivamente marito e moglie. I Cinici contestava il matrimonio, ma il loro rappresentava un rovesciamento di tutti i valori di quell'istituzione. Nonostante fosse il figlio dell'uomo più ricco di Tebe, Cratete visse in povertà, divenne discepolo di Diogene il Cinico e, a sua volta, il maestro di Zenone (il fondatore dello Stoicismo). Secondo Diogene Laerzio fu soprannominato "apritore di porte" per la cattiva abitudine di introdursi in casa d'altri senza bussare al solo scopo di offrire massime e consigli
#Storia della filosofia#Filosofia#Filosofi#Filosofia cinica#I Cinici#Socratici#Socratici minori#Cratete#Ipparchia#Cratete e Ipparchia#Matrimonio#Dipinto#villa farnesina#pillole di filosofia#Diogene Laerzio#Vita dei filosofi
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Egli non ha un regolare permesso di soggiorno. Espulso già da vari paesi cosiddetti democratici, egli si è ormai abituato a vivere in incognito, come voi, Mr Doppio Vu, quando viaggiate all'estero, benché per altre ragioni. Gli amici lo conoscono sotto il nome di Tommaso; e poiché egli aborre gli eufemismi ed ha l'abitudine di chiamare le cose col loro nome, alcuni l'hanno soprannominato Tommaso il Cinico. Quelli han creduto, con tale nomignolo, di recargli offesa e discredito; Tommaso viceversa se ne compiace. Poiché cinico deriva da 'Kyon', che significa cane, egli vi ha trovato la definizione più precisa della propria vita randagia. Con riguardo poi alla famosa setta dei Cinici, fondata dal greco Antistene dopo la morte di Socrate, egli vi ha scoperto un'indicazione certamente più esatta, meno confusa e meno equivoca del proprio credo politico, di quella contenuta nel termine banale di antifascismo. Come sapete, erano i Cinici, quattrocento anni prima della nascita di Cristo, quello che oggi la stampa benpensante chiamerebbe dei senza-religione e dei senza-patria. Al culto formale degli dèi essi anteponevano, seguendo l'insegnamento di Socrate, la pratica della virtù, e tra gli uomini non conoscevano stranieri.
Ignazio Silone, La scuola dei dittatori, Oscar Mondadori, 1977; p. 9.
[1ª ed. originale Die Schule der Diktatoren, Europa Verlag, Zurigo, 1937; 1ª pubblicazione in Italia a puntate su Il Mondo nel 1962]
#Ignazio Silone#Silone#La scuola dei dittatori#dittature#dittatura#libertà#politica#democrazia#democrazie#capitalismo#socialismo#cattolicesimo#letteratura italiana del '900#XX secolo#Socrate#filosofia#filosofia greca#socratici#cinici#letteratura del '900#'900#letteratura italiana#Abruzzo#esilio#esuli#letteratura d'esilio#fascismo#antifascismo#anti-fascismo#verità
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Vita talassocratica impera il catrame degli allori valvi. Capitali persi spalmati ai bordi socratici nel giro di vite, dei colli decapitati dai valzer di click...
Meglio cliccare di meno e leccare di più il clit infatti
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Gaius Plinius greets his own Catilius Severus. Sure, I'll come to dinner, but under one condition: that this dinner is unencumbered and simple, overflowing only with Socratic speeches, and that these also are limited. There will be those pre-dawn duties, which not even Cato was allowed to avoid with impunity, whom Gaius Caesar scolded for this in such a way that he still praised him. Indeed, he said that those who came face-to-face with him blushed when they uncovered his head, drunk; then he added, 'You would not think that Cato had been caught by them, but them by Cato.' Is there any better indication of Cato's reputation and power than that he was still so respected while he was drunk? Nevertheless, for our dinner, just as we limit expense and magnificence, so we should also limit the time. Unlike Cato, we are not the kind of men that not even our enemies can criticize us without praising us at the same time. Bye.
Pliny the Younger, “Letters” 3.12
C. Plinius Catilio Severo suo s. Veniam ad cenam, sed iam nunc paciscor, sit expedita sit parca, Socraticis tantum sermonibus abundet, in his quoque teneat modum. Erunt officia antelucana, in quae incidere impune ne Catoni quidem licuit, quem tamen C. Caesar ita reprehendit ut laudet. Describit enim eos, quibus obvius fuerit, cum caput ebrii retexissent, erubuisse; deinde adicit: 'Putares non ab illis Catonem, sed illos a Catone deprehensos.' Potuitne plus auctoritatis tribui Catoni, quam si ebrius quoque tam venerabilis erat? Nostrae tamen cenae, ut apparatus et impendii, sic temporis modus constet. Neque enim ii sumus quos vituperare ne inimici quidem possint, nisi ut simul laudent. Vale.
#pliny posting#some latin for u all since I'm out of practice and I love pliny#another seneca project coming soon#tried to get what I imagine Pliny's personality would be so let's hope it came across!#tagamemnon#pliny the younger
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Di solito accade il contrario. Prima scrivo sul blog e poi condivido sui social. Per questa volta invece prendo spunto da un mio recente post un po’ polemico e provocatorio (che senso ha stare sui social, con la censura che c’è, senza nemmeno divertirsi?) su Greta Thumberg sulla psicosi climatica (indotta) dei nostri giorni per tentare qui qualche riflessione un po’ più seria. Non tanto sul fenomeno “Greta”, ma su quello che in termini borsistici definiremmo sottostante, cioè sul valore reale delle azioni di cui ci siamo riempiti il portafoglio mentale.
Un piccolo passo indietro.
C’è da dire che siamo già al punto finale. Chi non accetta la magica trasformazione delle ipotesi scientifiche in indiscutibili verità metafisiche va semplicemente curato. Ne avevamo già discusso qui: le tecniche ci sono. E sono pronte. E secondo la tecnica d’ingegneria sociale della “Finestra di Overton” ne stiamo già cominciando a parlare. Questo significa una cosa sola: avanziamo spediti verso il controllo totale. Controllo che passa e si realizza attraverso l’imposizione di dogmi nuovi, perché no, anche di natura climatica.
Scrive Roberto Marchesini su la Nuova Bussola Quotidiana:
Ci siamo. La tesi di uno psicoterapeuta bavarese: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo» va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia. Siamo allo psicoreato e all’ingegneria sociale nel segno del climatismo. Ci mancava solo questa. Sulla rivista della Camera Federale degli Psicoterapeuti (l’equivalente dell’Ordine degli Psicologi) della Baviera è comparso un articolo scritto dal giovane psicoterapeuta Fabian Chmielewski intitolato «La negazione dell’apocalisse. Affrontare la crisi climatica dal punto di vista della psicoterapia esistenziale». La tesi dell’articolo è semplice: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo», chi non prova «la risposta emotiva appropriata» di fronte a questa «apocalisse» (cioè il panico, come suggerito dall’«attivista climatica Greta Thunberg»), va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia.
Superfluo raccomandare la lettura del pezzo intero qui sopra citato: Marchesini è sempre tagliente ed illuminante. Vale sempre la pena riflettere su quello che scrive.
Un passo avanti.
Primo: chi pensa col proprio cervello, va curato
Quindi un primo dato: ci si sta muovendo – con grande anticipo rispetto a quello che avevo previsto – sul piano della cura-rieducativa. A suon di elettrodi nel cervello, i dissidenti vanno curati, ovvero ri-educati. Come per l’omofobia, come per il sovranismo, come per tutto il resto. Tra un po’ anche per la fede, ovviamente.
Cambio di marcia.
Ecco ora il mio post:
Credo che si possa immaginare facilmente le polemiche che ha suscitato presso i lettori più “green“. E non mi sarei aspettato nulla di diverso, per carità. Quello che invece mi ha colpito è stato il seguito di commenti piccati provenienti non da lettori sconosciuti, ma da persone che stimo e che so di per certo a loro agio nel variegato mondo della scienza (senza l’acca finale).
Ecco allora che il caso Thumberg viene buono per riprendere una riflessione-minima sulla scienza in generale, sulla sua capacità predittiva, su ciò che è vincolante e su ciò che non lo è. E, soprattutto, da quello che può succedere quando si pretende di elevarla a verità intoccabile, di rango metafisico, in base alla quale isolare e punire i dissidenti.
Cerco di mettere in ordine, brevemente, alcuni punti:
La scienza non è tutta incontrovertibile. Lo è una dimostrazione logico-matematica. Il resto è un work-in-progress (Fisica compresa). Lo mostra chiaramente la storia della matematica se paragonata alla storia delle altre discipline scientifiche. Faccio un esempio banale, per rendere l’idea: il teorema di Pitagora è lì, in perfetta forma, dal tempo dei pre-socratici (Pitagora di Samo nasce tra il 580 a.C. e il 570 a.C. e muore a Metaponto, nel 495 a.C. circa: il teorema a lui attribuito – l’enunciato, ma non la dimostrazione – era in realtà già conosciuto dai Babilonesi 2.000 anni prima della nascita di Cristo). E così vale per tutti gli altri teoremi logico-matematici dimostrati: si tratta di verità fuori dal tempo, che non dipendono dall’evoluzione delle tecniche e dei metodi di analisi / conoscenza / esperimento che possediamo. Non è lo stesso per la Fisica (ai tempi di Pitagora o prima ancora dei Babilonesi si osservavano il mondo e le stelle che abbiamo oggi, sì, ma se ne traevano immagini e spiegazioni ben diverse, sempre più raffinate e sempre contraddittorie rispetto alle precedenti. Lo stesso discorso vale per la biologia, la chimica, la medicina, etc. Chi andrebbe oggi a farsi curare da un medico della scuola di Paracelso? Le conclusioni di una dimostrazione matematica implicano un contenuto logico la cui natura non può essere negata senza cadere in contraddizione, le conclusioni delle altre scienze invece no: sono, anzi devono essere contraddette per provare (empiricamente) se e fino a quando reggono e quando invece è il caso di abbandonarle perché ne sono state trovate di più plausibili. Scriveva Karl Popper, uno dei maestri dell’epistemologia contemporanea: “La scienza non è un insieme di asserzioni certe, o stabilite una volta per tutte, e non è neppure un sistema che avanzi costantemente verso uno stato definitivo. La nostra scienza non è conoscenza (epistème): non può mai pretendere di aver raggiunto la verità, e neppure un sostituto della verità, come la probabilità”. (K. Popper, La logica della scoperta scientifica). A fine articolo trovate un assaggio empirico di quanto Popper avesse ragione – proprio in riferimento al caso dei “cambiamenti climatici” e correlate disastrose previsioni.
Se è vero quanto affermato qui sopra, come del resto osservava anche Larry Laudan rilevando che molte teorie scientifiche, un tempo considerate di successo, si sono poi rivelate non solo discutibili ma addirittura sbagliate (come per esempio la teoria medica degli umori, la teoria dell’etere, la teoria della forza vitale, la teoria della generazione spontanea, etc.), allora dovremmo chiederci per quale ragione gli attuali sistemi di misurazione, di analisi statistica, oltre che i modelli scelti e i punti di osservazione preferiti, dovrebbero implicare una verità incontrovertibile nelle scienze del clima. La climatologia – per non parlare della metereologia, ahimé! – è scienza del probabile, non del necessario.
Detto questo, non esiste (e non può esistere, stando a quello che abbiamo precisato sopra) alcuna certezza né sulle predizioni ma nemmeno sulle cause di quello che oggi viene classificato come global warming. Posto (ma non concesso) che vi sia in effetti un riscaldamento globale straordinario e assolutamente certo (cosa da dimostrare, ma come abbiamo visto non si può) o del tutto plausibile (l’argomento è invece controverso anche in senso al ristretto gruppo di esperti), non è possibile stabilire con certezza assoluta se le cause siano antropiche o meno, se in altre parole tale riscaldamento – probabilmente anomalo – sia dovuto all’azione dell’uomo o ad altri fenomeni naturali (conosciuti e non conosciuti).
Che cosa ne consegue? Questo significa forse che dobbiamo o possiamo continuare ad inquinare come se non ci fosse un domani? No di certo. E’ ovvio e perfino banale limitare l’inquinamento in ogni modo possibile, per motivi diretti ed immediati ed altri a medio – lungo periodo. Ma, detto questo, l’attenzione si dovrebbe spostare ad un altro oggetto di discussione: non è che per caso questa furia climatica – una vera e propria psicosi collettiva – è servita ancora una volta per padroneggiare l’opinione pubblica e orientare la spesa verso prodotti “green” inculcando l’illusoria convinzione che in questo modo si possa “salvare il pianeta”?
Date queste premesse e queste parziali ma credo ragionevoli conclusioni, a me sembra che la posta in gioco sia molto alta e che in questo caso – come in altri – sia necessario sforzarsi di uscire dall’abbaglio ideologico per identificare un possibile stile, un atteggiamento razionale, di fronte alle emergenze reali o presunte, vicine o lontane che siano. Il rischio è quello – come sempre – di farsi manipolare come burattini mentre, magari mentre i problemi reali s’ingigantiscono e diventano via via sempre più difficili da risolvere – qualcuno trova il modo di fare un po’ di soldi alle nostre spalle e soprattutto a danno di chi verrà dopo di noi. Sul caso “Greta Thumberg”, per esempio, cominciano già a fioccare i primi sguardi indiscreti di chi si ostina a cercare di capire cosa può succedere, realmente, dietro le quinte del grande palcoscenico mediatico che tutto divora e tutti ipnotizza.
Se volete, date un’occhiata qui:
Greta Thunberg, ecco tutti i finanziatori dell’attivista svedese: allarmismo calcolato? (link)
Dietro Greta la grande finanza mondiale che punta sul “Green new deal”. Un affare da 100 trilioni di dollari (link)
Al netto della precisione e veridicità dello scenario che qui viene ipotizzato, quale resta l’ipotesi più plausibile? Non è che magari la narrazione della ragazzina (perché una bambina e non un grande scienziato?) che lotta per “la nostra casa” (quando invece si tratta di un condominio le cui parti spettano ad abitanti che con noi e con le nostre preoccupazioni non vogliono avere niente a che fare) comincia a vacillare? E’ credibile – come accennavo nel post – che tutto questo pandemonio “Greta Thumberg” si sia generato da sé, senza l’interessamento ed il finanziamento di grandi agenzie mondiali?
Detto questo, come promesso, un assaggio delle fantastiche previsioni degli scienziati, negli ultimi 50 anni.
Tenetevi forte.
1967: “Una grave carestia entro il 1975”.
“È ormai troppo tardi perché il modo possa evitare un lungo periodo di carestia, secondo quanto affermato da un biologo dell’Università di Stanford lo scorso giovedì. Paul Ebrlich ha detto che la “stagione delle carestie” è alle porte e sarà al suo culmine e al massimo della distruzione entro il 1975. Ha dichiarato che la popolazione degli Stati Uniti è già eccessiva, che il controllo delle nascite potrebbe essere ottenuto rendendolo involontario e introducendo sostanze sterilizzanti negli alimenti di base e nell’acqua potabile, e che la Chiesa Cattolica Romana dovrebbe essere spinta a sostenere le misure di routine finalizzate al controllo della crescita della popolazione”.
Fonte: Salt Lake Tribune, 17 novembre 1967
1969: “Spariremo tutti in una nuvola di vapore blu entro il 1989”
PALO ALTO, California – “Il problema con tutte le questioni ambientali” dice Paul R. Ehrlich, biologo delle popolazioni, “è che mentre aspettiamo di avere abbastanza prove per convincere la gente, moriremo”. […] Dobbiamo renderci conto che, a meno di essere estremamente fortunati, spariremo tutti in una nuvola di vapore blu entro 20 anni”.
Fonte: New York Times, 10 agosto 1969
1970: Un’era glaciale entro il 2000
Traduzione della parte in rosso: Gli scienziati prevedono una nuova era glaciale entro il ventunesimo secolo. L’inquinamento dell’aria può oscurare il sole e provocare una nuova era glaciale nei primi 30 anni del prossimo secolo […] la richiesta di acqua di raffreddamento prosciugherà l’intero flusso dei fiumi e dei torrenti degli Stati Uniti continentali.
Fonte: Boston Globe, 16 aprile 1970
1970: ‘L’America sarà sottoposta a razionamento dell’acqua entro il 1974 e a razionamento del cibo entro il 1980.’
Traduzione della parte in rosso: [L’ambiente] ha davvero bisogno di essere salvato. Ehrlich prevede che “Gli oceani saranno morti come il Lago Erie in meno di dieci anni”. […] L’America sarà sottoposta a razionamento dell’acqua entro il 1974 e a razionamento del cibo entro il 1980.
Fonte: Redlands Daily Facts, 6 ottobre 1970
1971: “Una nuova era glaciale è in arrivo”
Traduzione della parte in rosso: Il dottor S.I. Rasool dell’Amministrazione aeronautica e spaziale nazionale e dell’Università Columbia dice che “Nei prossimi 50 anni” le polveri fini che gli uomini emettono costantemente nell’atmosfera a causa della combustione dei combustibili fossili potrebbero oscurare una parte così importante della luce del sole che le temperature medie potrebbero calare di sei gradi. Se il trend continuasse per diversi anni “da 5 a 10” – secondo le sue stime – “tale abbassamento della temperatura potrebbe essere sufficiente a innescare un’era glaciale!”.
Fonte: Washington Post, 9 luglio 1971
1972: Una nuova era glaciale entro il 2070
Traduzione della parte in rosso (da una lettera di scienziati al Presidente USA): La conclusione principale è stata che un deterioramento globale del clima, di un ordine di grandezza più grande di quanti sperimentati dalla civiltà umana, è una possibilità molto concreta e in realtà potrebbe avvenire molto presto.
Fonte: NOAA, Ottobre 2015
1974: “Una nuova era glaciale sta arrivando velocemente”
Traduzione del titolo: I satelliti spaziali mostrano che una nuova era glaciale si sta avvicinando velocemente
Fonte: The Guardian, 29 gennaio 1974
1976: ‘Il raffreddamento’
Traduzione della parte in rosso: Il Raffreddamento. Così scrive Stephen Schneider, un giovane climatologo del Centro Nazionale per la Ricerca Atmosferica di Boulder, Colorado, che riflette il consenso della comunità dei climatologi (ah, il famoso consenso de Lascienza… NdVdE)[…] Nel 1974 Schneider e Bryson hanno provato a spiegare a un gruppo di decisori politici della Casa Bianca perché le condizioni probabilmente peggioreranno. Uno dei più deprimenti aneddoti del libro è la descrizione di Schneider del totale disinteresse che hanno suscitato i suoi avvertimenti.
Fonte: New York Times Book Review, 18 luglio 1976
1988: Le Maldive saranno completamente sommerse entro 30 anni
Traduzione del titolo e della parte in rosso: Una minaccia per le isole. Il livello dei mari minaccia di sommergere completamente questa nazione dell’Oceano Indiano di 1.196 piccole isole entro i prossimi 30 anni, secondo le autorità. […] Ma la fine delle Maldive e dei loro 200.000 abitanti potrebbe avvenire prima se la disponibilità di acqua potabile si dovesse prosciugare entro il 1992, come previsto.
Fonte: Agence France Press, 26 Settembre 1988
1989: L’innalzamento dei mari ‘sommergerà’ le nazioni entro il 2000
Traduzione del titolo e della parte in rosso: L’innalzamento dei mari potrebbe sommergere nazioni secondo funzionari USA. ONU – Un esperto funzionario ambientale delle Nazioni Unite dice che intere nazioni potrebbero essere spazzate via dalla faccia della Terra dall’innalzamento del livello dei mari se l’attuale trend di riscaldamento globale non verrà invertito entro l’anno 2000.
Fonte: Associated Press, 30 giugno 1989
2000: ‘I bambini non sapranno cos’è la neve.’
Traduzione del titolo e della parte in blu: Le nevicate sono ormai solo un ricordo del passato. […] la neve sta iniziando a scomparire dalle nostre vite. […] I bambini semplicemente non sapranno che cosa sia la neve.
Fonte: The Independent, 20 marzo 2000
2004: L’inghilterra avrà il clima della Siberia entro il 2020
Traduzione della parte in rosso: Ora il Pentagono dice a Bush: i cambiamenti climatici ci distruggeranno. […] L’inghilterra sarà “siberiana” in meno di 20 anni. […] L’inghilterra sprofonderà in un clima “siberiano” entro il 2020. Conflitti nucleari, mega-siccità, carestie e rivolte diffuse emergeranno in tutto il mondo.
Fonte: The Guardian, 21 febbraio 2004
2008: L’Artico sarà privo di ghiaccio entro il 2018
Traduzione del titolo e della parte in rosso: Scienziato della NASA: siamo spacciati. […] Hensen, facendo eco al lavoro di altri scienziati, dice che nel giro di 5-10 anni l’Artico sarà senza ghiaccio in estate. Lo scettico climatico, Senatore James Inhofe, facendo riferimento a un recente sondaggio, ha dichiarato “Hensen, (l’ex vicepresidente) Ore e i media hanno sbandierato l’apocalisse climatica causata dall’uomo fin dagli anni ’80. Ma gli americani non gli credono più”. Ma il senatore repubblicano Ed Markey, ha detto “Il dottor Hensen aveva ragione. Dopo venti anni, lo riconosciamo come un profeta climatico”.
Fonte: Associated Press, 24 giugno 2008
2008: Al Gore avverte: l’artico non avrà più ghiaccio entro il 2013
Traduzione del titolo: Dieci anni fa, Al Gore predisse che la calotta polare artica sarebbe scomparsa. Inopportunamente, la calotta è ancora lì.
Ma… il ghiaccio è ancora lì:
Fonte: WattsUpWithThat.com, 16 dicembre 2018
2009: L’Artico sarà senza ghiaccio entro il 2014
Traduzione del titolo: Gore: la calotta polare può scomparire entro l’estate del 2014
Fonte: USA Today, 14 dicembre 2009
2013: L’Artico sarà senza ghiaccio entro il 2016
Traduzione del titolo: La marina USA prevede che l’artico in estate sarà privo di ghiacci entro il 2016
Fonte: The Guardian, 9 dicembre 2013
2014: Abbiamo solo 500 giorni prima del “caos climatico”
Traduzione del titolo: Il ministro degli esteri francese: “Abbiamo 500 giorni per evitare il caos climatico”
Ma…
Traduzione del titolo: 500 giorni dopo che il ministro degli esteri francese aveva previsto il “caos climatico”, il pianeta è ancora sano.
Alessandro Benigni
L’elenco (peraltro non ancora completo) delle non proprio affidabilissime “previsioni scientifiche” è tratto da questo articolo.
Di solito accade il contrario. Prima scrivo sul blog e poi condivido sui social. Per questa volta invece prendo spunto da un mio recente post un po' polemico e provocatorio (che senso ha stare sui social, con la censura che c'è, senza nemmeno divertirsi?) su Greta Thumberg sulla…
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Problemi socratici
Perchè quando scoreggio mi sporco le mutande ...
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Filosofia morale
Appunti
Per i socratici l’azione buona e giusta genera l’eudemonia, la serenità dell’animo conseguente al buon agire, cosicché questa serenità agisce come zuccherino per il cavallo che si sente gratificato e invogliato a preferire l’azione giusta a quella sbagliata, fino a un certo punto può anche funzionare. Esiste effettivamente questa felicità di aver agito correttamente, ma solo nell’ambito del proprio sistema di valori (anche il serial killer prova soddisfazione per il piano ben riuscito e si sente sereno dopo avere trovato il suo sfogo). I socratici, invece, che intendevano risolvere l’impasse del relativismo etico sofista affermando che esiste una verità più solida delle altre, di questo ambito di valori non volevano proprio sentir parlare.
Senonché dell’idea del bene unico e supremo se ne fece storicamente un uso abbondante e non sempre con grandi risultati, in nome di quello, come sempre, si giustificarono grandissime nefandezze (fu il pensiero debole sul finire del secolo scorso che affermava che la verità assoluta, nella forma delle ideologie monolitiche, fu fonte di grandissime disgrazie, e per tutta risposta tentava di assolutizzare il relativismo etico e il debolismo ontologico ricascando nell’errore).
Dobbiamo metterci d’accordo su un punto: che per reciproca convenienza, e non per adesione a un concetto di bene supremo desunto per fede o per congettura filosofica, ogni etica deve fondarsi necessariamente sul rispetto dell’altro, io rispetto te, tu rispetti me, dopodiché ne discutiamo, ma senza mai cedere sul punto.
Buona domenica.
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Siate sapienti, siate socratici
Il percorso verso la verità che Socrate compì è di un'attualità disarmante, scappa quasi un sorriso a pensare che se tutti al mondo fossimo umili come lo era lui tutto sarebbe più semplice. È una frase fatta, ma state a sentire quanto sia vera.
Per quale motivo un uomo dovrebbe considerarsi saggio? Questa domanda, assieme a tante altre, ha una storia antichissima e rimane una questione irrisolta. La storia della filosofia, oltre alla storia di idee e vite, potrebbe ritenersi anche storia delle questioni aperte, che aspettano una soluzione definitiva e che, probabilmente, non la otterranno mai. Io, da quando lessi per la prima volta…
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Diogene Laerzio ci fornisce informazioni sui Cinici nel libro VI di "Vite e dottrine dei filosofi". Tale libro è collegato al VII poiché il fondatore dello stoicismo ebbe come maestro un cinico. Di Antistene (fondatore della scuola e allievo di Socrate) scrive:
"si avvicinò a Socrate e da lui trasse tanto giovamento da esortare i propri allievi a diventare allievi di Socrate insieme con lui. Abitava al Pireo e ogni giorno percorreva 40 stadi a piedi, in salita per ascoltare Socrate"
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Socrate durante il suo processo da una profezia:
"Ma a voi che mi avete condannato voglio fare questa predizione su ciò che accadrà dopo [...] voi avete fatto questo, convinti di poter liberarvi dal rendere conto della vostra vita, invece vi dico che accadrà proprio il contrario. Molti saranno quelli che vi metteranno alla prova, ossia tutti quelli che io tratteneva e voi non ve ne rendevate conto"
I successori di Socrate continueranno, infatti, l'opera del maestro e a lui si collegano tutte le scuole filosofiche posteriori, comprese quelle dell'età ellenistiche
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"Esiste una tendenza a pensare che tutto ciò che Senofonte dice debba essere vero, dato che egli non aveva lo spirito sufficiente per immaginare qualcosa che non fosse vero"
[Bertrand Russell]
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