#Sala Umberto
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effepicomunicazione · 2 years ago
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Al Teatro Sala Umberto, "Incanti"
Dopo aver registrato il tutto esaurito con 11 repliche al Teatro Franco Parenti di Milano, martedì 16 e mercoledì 17 maggio al Teatro Sala Umberto di ROMA arriva con un nuovo allestimento “INCANTI”, lo spettacolo scritto e diretto dal campione italiano di mentalismo ANDREA RIZZOLINI e prodotto da Officine dell’Incanto. Sul palco oltre allo stesso RIZZOLINI, si alternano 5 dei più premiati…
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fourorfivemovements · 2 years ago
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Films Watched in 2023:
28. Maciste all'inferno/Maciste in Hell (1925) - Dir. Guido Brignone
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fibula-rasa · 1 year ago
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Elena Sangro as Proserpina in Maciste all'inferno / Maciste in Hell (1925) 
[imdb | letterboxd]
Director: Guido Brignone
Cinematographers: Ubaldo Arata, Massimo Terzano, & Segundo de Chomón
Costumer: Giulio Lombardozzi
Performers: Elena Sangro, Umberto Guarracino, Franz Sala, Bartolomeo Pagano, Lucia Zanussi
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fashionbooksmilano · 10 months ago
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Umberto Bellotto 1882-1940 Ricami in ferro e vetro
Foto Gianni Mari e Medit.Fotografica
Progetto grafico Adriano Tommasi
Abi2ue, Sesto San Giovanni 1992, 63 pagine, 20,2x39cm,
euro 38,00
email if you want to buy [email protected]
Il catalogo, prima pubblicazione dedicata ad Umberto Bellotto, è stato realizzato in occasione della mostra organizzata da Daniela Balzaretti nella prima sede di Milano della Galleria, in Via Solferino 19, nell’aprile 1992.
Umberto Bellotto (Venezia 1882 – 1940) ‘Figlio d’arte, il padre era un fabbro veneziano, trascorre la giovinezza alternando periodi di apprendistato presso varie botteghe artigiane. Dimostrando una viva attitudine artistica, apre molto presto un’officina propria, dove esegue opere, per lo più in ferro battuto, caratterizzate da forme ardite, che si discostano nettamente dal gusto corrente. Attratto anche da altri materiali, quali il vetro e la ceramica, nel 1914, assieme a Cesare Laurenti, ottiene il brevetto per il ‘connubio di ferro e vetro’, con il quale realizza sia oggetti decorativi che applicazioni su particolari architettonici. Ottiene la consacrazione ufficiale delle sue qualità artistiche alla Biennale del 1914, dove gli viene dedicata una sala intera, nella quale espone, oltre ai lavori in ferro, altre opere su suo disegno…‘
26/01/24
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scheggesparse · 7 months ago
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Soul Kitchen - Bugs Bunny Crazy Castle 3
Sono preso male quindi scrivo. Vediamo se mi passa...
Non sono qui per parlare del gioco in se, ma piuttosto delle sensazioni di un momento, in un posto che per qualche motivo riesco ancora a ricordare abbastanza vividamente.
Mi trovo nella cucina di casa di mia nonna.
E' un martedì pomeriggio, giorno di chiusura dell'attività  dei miei nonni all'epoca (avevano un bar), e si stanno preparando per andare a fare la spesa per casa/bar.
Io sono in questa cucina che gioco a Crazy Castle 3 e di base non c'è¨ niente di strano, normale amministrazione di me che gioco allo stesso gioco da un sacco di tempo perché sono bloccato all'ultimo livello della seconda tranche cioè la Hall (le tranche sono, in ordine: Garden > Hall > Basement > Treasury).
Fuori fa freddo, è febbraio.
Il sole è già in procinto di salutarci, sono circa le 16.30.
Dalla porta semiaperta della cucina vedo la sala del bar, buia e vuota.
Ogni tanto anche ripensare al bar pieno mi fa quasi strano.
In quel periodo, ovvero inverno del 2000 ("ritmo del duemila / adrenalina puraaaaah" cit. Ritmo - Litfiba - Mondi Sommersi - 1997) come si confà a un individuo di 7 anni (manco compiuti, fai anche 6) non ho un accesso a internet e quindi ignoro bellamente cosa mi si parerà davanti dopo questa sequela di livelli della Hall di sto castello sempre più difficili e ostici.
Ad un certo punto il miracolo. Supero il (per me) famigerato livello 39, mi prodigo di trovare carta e penna per segnarmi la password per continuare poi dal livello 40, siccome in quel momento mi chiama mio nonno dicendomi esser pronti per andare.
E proprio in quell'istante qualcosa da qualche parte del mio cervello si materializza, e rimane li ancora oggi come una fotografia che riesco a rivedere se ci ripenso. Come una fotografia su pellicola di quel tempo, che a lungo andare perde in dettagli ma rimane sempre riconoscibile.
"La camera ha poca luce
E poi è molto più stretta di come da giù immaginavo"
diceva Ligabue in Bambolina e Barracuda, e devo dire che la descrizione corrisponde quasi del tutto.
Questa cucina è una stanza dalla forma rettangolare, ma non troppo lunga. Un rettangolo un po' tozzo ma comunque non Umberto.
Al centro un grande tavolo con piano in marmo grigio la fa da padrone, sopra di esso una fruttiera in vetro verde, sempre piena.
Ai lati del tavolo (punto di vista dalla porta d'entrata) rispettivamente:
A sinistra
subito dietro la porta un piccolo angolo credenza zeppo di libri di cucina (sopra), incarti di vari prodotti, sacchetti di carta per il pane (nel mezzo) e due piccole ante contenenti ogni sorta di attrezzo quali chiavi, cacciaviti o anche prodotti spray tipo insetticida e simili che ovunque stan bene tranne che in una cucina (sotto). Superato questo angolo il frigorifero, un vecchio frigorifero incassato ricoperto dall'anta in legno, seguito dal piano cottura, un doppio lavello e alla fine della parete una delle due finestre.
A destra
subito all'altezza del gomito inizia quello che è un mobile angolare in legno anch'esso con piano di marmo grigio che fa il paio con suo fratello The Table, che proseguirà sino all'altro capo della stanza.
La parte sotto è composta di semplici ante che nascondono il loro contenuto fra vecchie riviste, la stecca di MS Bionde e attrezzi da cucito in capo, il posto dove viene tenuto il pane della giornata nell'angolo e poi (perdonate la ridondanza) lungo la parte lunga tovaglie, tovagliette, tovaglioli, pentole, bicchieri (che non erano li da ieri), insalatiere, e altri suppellettili TASSATIVAMENTE DA NON USARE MAI.
Sopra questo mobile vi sono diverse situazioni, anche abbastanza diverse fra loro. Sempre in prossimità del gomito, qualora si stesse entrando, è visibile con la coda dell'occhio un posacenere blu dell'Aperol cui da che ho memoria ha sempre ospitato al suo interno un mazzo di chiavi del quale ho sempre ignorato quali porte avrebbe potuto aprire, un elastico giallo, una graffetta e una 200 lire.
A fianco immancabile è la combo Sorrisi&Canzoni + rivista di gossip a piacere. Ma più ci si addentra con lo sguardo e più la situazione si fa complessa.
L'angolo viene dominato da una tv a tubo catodico della Mivar (top orgoglio italiano non ironicamente), con lo schermo bombato che mangia buona parte delle barre dell'energia in quasi tutti i picchiaduro che era possibile giocare su ps2 da li a pochi anni.
Dietro questo Golia ai fosfori osserviamo un buco nero nel quale nemmeno la luce fa in tempo a venire assorbita, non lo raggiunge proprio.
Letteralmente la camera dei segreti, nella camera.
Si dice vi sia stato ritrovato di tutto dietro a quel monolito grigio opaco, da svariate sorprese di ovetti kinder a un centrotavola che sembrava essere andato perduto per sempre.
Li giaceva anche un misterioso contenitore grigio, in metallo, che ricordava la forma di quelli che si appendono in doccia per poggiarvi i vari shampoo, bagnoschiuma e simili. Forse il suo scopo in origine era proprio quello, ma poi qualche sconvolgimento spazio-temporale ha fatto si che venisse dimenticato in quell'anfratto nascosto.
Sempre dietro al televisore, oltre al suo cavo di alimentazione se si disponevano di arti lunghi a sufficienza ci si poteva addentrare fino a scoprire sia ben tre prese a muro più una spina volante, anche lei senza padrone.
Un cavo di alimentazione si, ma per chi?
Se ci si chiede chi controlla i controllori allora sarebbe giusto anche chiedersi cosa alimenta l'alimentazione? Who watches the Watchmen?
Superata la Notte Eterna ritorna la luce, e a fianco del televisore spunta un cesto di vimini con al suo interno vari giochi e fumetti miei fra cui macchinine, volumi di Topolino, quaderni di disegni, pennarelli e cosi via.
Accanto vi è quella che per forma e scopo risulta esser a tutti gli effetti un'anfora. Non dell'avidità ma quasi. "Quindi chi sei tu per giudicare?" direbbe qualcuno a riguardo.
La sua forma ricorda una donna di Willendorf per le sue rotondità  che suggeriscono fertilità  e abbondanza. E di abbondanza in quell'anfora ce n'era, sicché era stata riempita fino all'orlo di documenti, ricevute, scontrini, un blocchetto di assegni, collane, bracciali, orecchini, alle volte anche monete. Ovviamente era imperativo il "LASCIA STARE NON TOCCARE".
E noi senza toccare, limitandoci a guardarla in tutta la sua bianca e lucente ceramica, gettiamo l'occhio (e non il cuore) oltre l'ostacolo per incontrare un piccolo forno a microonde che termina l'allestimento del piano.
Fra il piano e il muro vi è un angusto spazietto di 1 metro circa, nel quale viene confinata una rossa sedia da giardino.
Quello che per anni ha rappresentato un angolo strategico in quanto era l'angolo del termosifone, luogo di sollievo per i lunghi inverni passati col Game Boy fra le mani, a cercare sia calore che un angolo illuminato in epoca pre GBA SP.
Ah, che male al collo.
A parete troviamo una composizione di pensili che segue il perimetro del mobile di cui sotto, anche questo pieno di situazioni abbastanza varie dietro alle sue ante marroni.
Anche qui si nascondono servizi di piatti e bicchieri che si e no si vedevano a natale, alcuni calici "griffati" di varie bevande che si servivano nel bar ma la sezione più pittoresca rimane quella perpendicolare al tv, che precedentemente abbiamo battezzato come Notte Eterna.
Anta ad angolo, che si apre piegandosi su se stessa rivelando due mensole dalla conformazione quasi simile ad una casa delle bambole. Mancava solo una piccola scala per rendere comunicanti primo piano e piano terra. Videocassette, nastri vergini, palette di trucchi, altre collane e gioiellini fra bigiotteria e non sono solo alcuni dei generi che si possono trovare all'interno. E, come sotto, un infinita oscurità.
"Putèl, andom?"
Le parole di mio nonno che mi chiama per andare con loro,
spengo il gbc dopo aver segnato la password e inizio a fantasticare su cosa troverò poi nel Basement, del quale ho visto solo la schermata di selezione del livello.[continua nei commenti]
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neutronstcr · 1 year ago
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[  MOUTH  ] (hugo & callie)
i love you prompts
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Para todos os lados que olhava, o cômodo brilhava em um belíssimo dourado, dando uma ideia de quão importante era a ocasião. Salvo pelo próprio aniversário e o do seu príncipe, a morena preferia permanecer bem acomodada em seus aposentos, lendo um livro ou simplesmente descansando. Nunca foi uma garota que gostava de festas, mas não podia dispensar os eventos oficiais da realeza. Muito do sucesso de ambos os reinos dependia de ter uma história poderosa, um conto tão bem escrito que acreditavam naquele amor — e em sua nada humilde opinião, o Narrador havia caprichado quando decidiu unir os destinos dos herdeiros de Diamandis e Asablanca —, mas isso não a isentava de ser uma princesa exemplar. Na verdade, estava fazendo a sua parte, e o Narrador se encarregava do resto.
Porém, nos últimos meses, toda a pompa que manteve durante os anos de escola parecia ter desaparecido, dando espaço para uma Calliope bem mais leve e gentil. Mesmo que estivesse com o peso da coroa por cima de sua cabeça, tinha alguém para dividir suas angústias, correr para um abraço e ser acolhida. Umberto nunca deixaria seu lado, mesmo se não estivessem fisicamente juntos. Passando para cumprimentar uma série de diplomatas, a herdeira observou o resto da sala por um instante, para tentar encontrá-lo.
Tal como um ímã, seu olhar foi atraído diretamente para a figura de seu noivo, que a olhava do outro canto do salão. Era engraçado como ambos eram um tanto introvertidos, ou simplesmente tinham uma grande aversão às politicagens e bobeiras desse jeito, pois não gostavam de amaciar os egos de ninguém. Apolina deixou um sorriso sincero tomar conta de seu rosto ao perceber que ele já estava ali há um tempo, apenas esperando que ela retribuísse o olhar. Ele continuava tão bonito quanto no dia em que Callie se deu conta que gostava dele pela primeira vez, quando não passava de uma adolescente assustada e cheia de dúvidas. Suas feições estavam amadurecidas, mas seus olhos castanhos permaneciam quentes e familiares para ela.
Devia estar com cara de boba, porque notou o risinho que Hugo deu com a sua reação. O tempo parou quando ele finalmente sorriu de volta, e Callie teve certeza de que nunca iria deixar de ser afetada pelas menores ações do mais alto, completamente cativada por sua figura. Ela não costumava ser muito boa em leitura labial, mas entendia Umberto como a palma de sua mão: mesmo sem ouvir sua voz, entendeu perfeitamente o "eu te amo" que ele sussurrou do outro lado da sala, sentindo seu coração bater mais rápido enquanto faíscas e fogos de artifício explodiam ao redor do mais velho.
"Eu também te amo", a garota respondeu, e o tempo voltou a correr novamente. Até estar de volta em seu quarto, não dividindo-o com absolutamente ninguém, iria se segurar naquelas três palavrinhas mágicas, tal como uma promessa.
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gcorvetti · 10 months ago
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Ci risiamo.
Attivisti del piffero lanciano zuppa contro il vetro della Gioconda di Leonardo, strano perché di solito quella sala è sempre gremita di persone che aspettano che si accenda la luce per ammirare per pochi secondi il capolavoro, nel video però non c'è nessuno, l'hanno fatto a porte chiuse oppure hanno chiesto a tutti i paganti biglietto di andare via? No, non dico che è una cosa preparata ad hoc per carità potrei risultare complottaro, ma una cosa vorrei dire a questi attivisti, nel caso specifico si lamentano della fame nel mondo, perché cazzo non andate dai politici o da chi dovrebbe occuparsi di una questione così spinosa che a mia memoria c'è sempre stata, un pò come quelli che si incollano nell'asfalto e fermano il traffico perché protestano contro l'inquinamento dovuto alle auto o ai carburanti fossili, andate da quelli che producono auto o che raffinano il carburante, e no perché se punzecchi i coglioni di uno ricco prima te menano e poi ti fai qualche anno di galera. Allora se la prendono con un quadro, tanto Leonardo è morto da mooooolto tempo e non può dire nulla, infami.
Sinner, ok bravo a fare un impresa storica per carità tanto di cappello al figlio di Umberto Tozzi, ah no gli somiglia soltanto, però a me sembra che da quando ci sono problemi da nascondere si usi qualsiasi sport, anche l'atletica leggera che non l'ha mai cagata nessuno in Italia, per distrarre le persone da quei problemi. Anche questa cosa del tizio che taglia gli autovelox, non entro nel merito che sia un reato e che dovrebbero beccarlo figuriamoci in Italia non si arrestano gli psicopatici. Però se ci sono gli autovelox in quei punti un motivo ci deve essere, no? Magari in quelle strade gli autisti vedono un bel rettilineo lungo e spingono sul gas e magari ci scappa il morto, suppongo ah ho idea dei luoghi in cui sto tizio opera, però ricordo che molti anni fa sempre in Veneto c'era uno che piazzava micro bombe qua e la per passatempo o perché aveva del rancore verso la società, unabomber se non erro, mai preso, scommetto che non prenderanno mai neanche questo.
Continuate a dividervi e a seguire la pista sbagliata, poi non vi lamentate che vi hanno fottuto e non ve ne siete accorti, perché siete furbi ma non intelligenti.
Per chiudere volevo salutare Salvatrice Elena Greco in arte Sandra Milo, che molti ricorderanno per quel blob di Ciro, ma che ha recitato per Fellini, Corbucci, Salce e tanti altri.
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artistsonthelam · 1 year ago
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My photo Terminus—shot on my iPhone 5s in January 2020 of the Perito Moreno Glacier in Patagonia, Argentina—was selected to be exhibited in 71% - The State of Water at Palazzo Costanzi, Sala Umberto Veruda, during Trieste Photo Days in Trieste, Italy! Here are some install shots by Exhibit Around, as well as my original photo (see if you can spot it in each exhibition photo). Grazie!
More of my mobile photography here.
More about that Patagonia trip—the last time I travelled—in my pre-pandemic blog post "Alegría".
[Edit: Thank you for retweeting me, Discover Trieste!]
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staipa · 1 year ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/bologna-2/?feed_id=912&_unique_id=64ca00a5c6abf %TITLE% Bologna 25/05/2004 (Da "Contrapposizioni" Stefano Giolo, Edizioni Il Filo) È ancora fermo a quell’ora l’orologio della stazione. Quando la gente saliva sul proprio sogno, per un viaggio che non era l’ultimo né il più bello forse, ma era il loro, la vita. Persone immerse nella routine, tristi, § felici, amanti, piccoli infanti. Ed ora sono un ora, una crepa in un muro coperte da torri lontane da persone non nostre che ci fanno pensare più che loro. ANTONELLA CECI anni 19 ANGELA MARINO ” 23 LEO LUCA MARINO ” 24 DOMENICA MARINO ” 26 ERRICA FRIGERIO IN DIOMEDE FRESA ” 57 VITO DIOMEDE FRESA ” 62 CESARE FRANCESCO DIOMEDE FRESA ” 14 ANNA MARIA BOSIO IN MAURI ” 28 CARLO MAURI ” 32 LUCA MAURI ” 6 ECKHARDT MADER ” 14 MARGRET ROHRS IN MADER ” 39 KAI MADER ” 8 SONIA BURRI ” 7 PATRIZIA MESSINEO ” 18 SILVANA SERRAVALLI IN BARBERA ” 34 MANUELA GALLON ” 11 NATALIA AGOSTINI IN GALLON ” 40 MARINA ANTONELLA TROLESE ” 16 ANNA MARIA SALVAGNINI IN TROLESE ” 51 ROBERTO DE MARCHI ” 21 ELISABETTA MANEA VED. DE MARCHI ” 60 ELEONORA GERACI IN VACCARO ” 46 VITTORIO VACCARO ” 24 VELIA CARLI IN LAURO ” 50 SALVATORE LAURO ” 57 PAOLO ZECCHI ” 23 VIVIANA BUGAMELLI IN ZECCHI ” 23 CATHERINE HELEN MITCHELL ” 22 JOHN ANDREW KOLPINSKI ” 22 ANGELA FRESU ” 3 MARIA FRESU ” 24 LOREDANA MOLINA IN SACRATI ” 44 ANGELICA TARSI ” 72 KATIA BERTASI ” 34 MIRELLA FORNASARI ” 36 EURIDIA BERGIANTI ” 49 NILLA NATALI ” 25 FRANCA DALL’OLIO ” 20 RITA VERDE ” 23 FLAVIA CASADEI ” 18 GIUSEPPE PATRUNO ” 18 ROSSELLA MARCEDDU ” 19 DAVIDE CAPRIOLI ” 20 VITO ALES ” 20 IWAO SEKIGUCHI ” 20 BRIGITTE DROUHARD ” 21 ROBERTO PROCELLI ” 21 MAURO ALGANON ” 22 MARIA ANGELA MARANGON ” 22 VERDIANA BIVONA ” 22 FRANCESCO GOMEZ MARTINEZ ” 23 MAURO DI VITTORIO ” 24 SERGIO SECCI ” 24 ROBERTO GAIOLA ” 25 ANGELO PRIORE ” 26 ONOFRIO ZAPPALA’ ” 27 PIO CARMINE REMOLLINO ” 31 GAETANO RODA ” 31 ANTONINO DI PAOLA ” 32 MIRCO CASTELLARO ” 33 NAZZARENO BASSO ” 33 VINCENZO PETTENI ” 34 SALVATORE SEMINARA ” 34 CARLA GOZZI ” 36 UMBERTO LUGLI ” 38 FAUSTO VENTURI ” 38 ARGEO BONORA ” 42 FRANCESCO BETTI ” 44 MARIO SICA ” 44 PIER FRANCESCO LAURENTI ” 44 PAOLINO BIANCHI ” 50 VINCENZINA SALA IN ZANETTI ” 50 BERTA EBNER ” 50 VINCENZO LANCONELLI ” 51 LINA FERRETTI IN MANNOCCI ” 53 ROMEO RUOZI ” 54 AMORVENO MARZAGALLI ” 54 ANTONIO FRANCESCO LASCALA ” 56 ROSINA BARBARO IN MONTANI ” 58 IRENE BRETON IN BOUDOUBAN ” 61 PIETRO GALASSI ” 66 LIDIA OLLA IN CARDILLO ” 67 MARIA IDRIA AVATI ” 80 ANTONIO MONTANARI ” 86
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micro961 · 26 days ago
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Finale Music Festival
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Presentate oggi a Finale Ligure la Winter Edition del Finale Music Festival e di FMF - incontri con la musica. Fra gli altri protagonisti Antonella Ruggiero, Yoyo Mundi e Perturbazione
Alla conferenza stampa  nella Sala Consiliare del Comune della Riviera Ligure presentate le prossime manifestazioni, con qualche anticipazione su quelle future.
Dopo la manifestazione che ad agosto ha visto protagonisti nella sua prima edizione Ron, Filippo Graziani e Baccini, il Finale Music Festival torna nella sua edizione invernale a cavallo delle festività natalizie. Il festival sarà preceduto dai primi due appuntamenti con FMF - Incontri con la Musica, che sarà un appuntamento mensile in cui la musica si intreccerà con la letteratura e le immagini. De Andrè, Bindi e The Carnival of Fools. Tutti i concerti e gli incontri saranno ad INGRESSO LIBERO.
IL CALENDARIO:
FINALE MUSIC FESTIVAL – INCONTRI CON LA MUSICA
VENERDÌ 1 NOVEMBRE: Oratorio de' Disciplinanti, ore 21 Alfonso Amodio e Ferdinando Molteni presentano : "Facce di marinai. L'avventura mediterranea di Fabrizio De André e Mauro Pagani" e "L'anello di Bindi - Canzone e cultura omosessuale in Italia dal 1960 a oggi": un doveroso omaggio a Umberto Bindi.
VENERDÌ 6 DICEMBRE: Auditorium Destefanis nel complesso di Santa Caterina, ore 21 Proiezione e dibattito sul docufilm “Jesus Loves The Fools – Un carnevale dei pazzi, dei sedotti e degli abbandonati”. Con Mauro Ermanno Giovanardi ed i registi.
FINALE MUSIC FESTIVAL – WINTER EDITION
LUNEDÌ 23 DICEMBRE: Auditorium Destefanis nel complesso di Santa Caterina, ore 21 ANTONELLA RUGGIERO: la splendida estensione da brividi della fondatrice e voce dei Matia Bazar, si esibirà accompagnata dal maestro organista Roberto Olzer creando un concerto elegante e raffinato voce e piano.
LUNEDÌ 30 DICEMBRE: Auditorium Destefanis nel complesso di Santa Caterina, ore 21 YOYO MUNDI in una festa-concerto ricca di ospiti per il 35° anno di carriera.
VENERDÌ 3 GENNAIO: Auditorium Destefanis nel complesso di Santa Caterina, ore 21 PERTURBAZIONE in una rilettura live de “La Buona Novella” in occasione del 25° anniversario della scomparsa di Fabrizio De Andrè.
Interviene così il Sindaco Angelo Berlangieri: «L'obiettivo di chi amministra è quello di occuparsi anche della crescita culturale della comunità, mettendo la cultura al centro delle azioni amministrative. Quindi sono particolarmente contento di questa iniziativa caratterizzata da un intrattenimento di qualità, con anche momenti di approfondimento e riflessione, sempre con eventi a ingresso libero. Sono altresì soddisfatto che Finale Ligure stia tornando ad occupare quel ruolo di polo attrattivo culturale e che la nostra città torni ad essere protagonista nel ponente ligure».
L’Assessore al Turismo e agli Eventi Maura Firpo afferma: «Anche in questa nuova stagione l'amministrazione ha deciso di puntare decisamente sulla cultura e sulla musica e, come vi avevamo promesso, abbiamo dato un seguito al successo del Finale Music festival. Quindi abbiamo deciso di fare un'edizione invernale; un percorso musicale che si snoderà durante le feste natalizie. Il Finale Music Festival, edizione Winter, vedrà protagonisti altri 3 grandi della musica italiana. Non è tutto: ogni mese, a partire dal primo novembre faremo degli incontri in cui la musica si intreccia con la letteratura e le immagini. Presenteremo quindi opere letterarie, docufilm, opere varie in cui le note saranno un contorno. E avremo anche qui ospiti di rilievo che di volta in volta vi annunceremo. Questa cavalcata ci porterà direttamente all'estate, in cui stiamo preparando un festival alla Fortezza di Castelfranco che sarà unico nel panorama del Nord Italia, e il Festival di Agosto con i big della musica italiana».
La direzione artistica e l’organizzazione sono sempre condotte da Roberto Grossi e Fabio Gallo.
«Iniziamo gli incontri musicali parlando tra l'altro di due grandissimi cantautori liguri – dice Roberto Grossi - De André e Bindi, per poi ospitare il concerto di una vera e propria icona della nostra musica: Antonella Ruggiero. Per questi appuntamenti invernali abbiamo scelto proposte esclusive e di qualità, come la proiezione del documentario sui Carnival Of Fools presentata da Mauro Ermanno Giovanardi, come la festa per i 35 anni di carriera degli Yo Yo Mundi e come il concerto dei Perturbazione dedicato alla "Buona Novella" di Fabrizio De André. Molte altre sorprese seguiranno questi appuntamenti, con l'obiettivo di fare di Finale Ligure la città della musica del ponente ligure».
«È davvero bello assistere a come Finale Ligure stia diventando un porto sicuro per la cultura e soprattutto per la musica – afferma Fabio Gallo - ed è bello questo confronto e questa ricerca sviluppata con il lavoro di persone competenti e amministratori illuminati che cercano di valorizzare la bellezza architettonica, paesaggistica e storica attraverso la musica, lavorando anche sul campo e non solo alla scrivania. Anche stavolta, così come sarà per gli appuntamenti a venire, abbiamo mischiato e contaminato forti dosi di Liguria con altre proposte artistiche».
Tutti i concerti e gli incontri saranno ad INGRESSO LIBERO.
CONTATTI E SOCIAL
TEL: 019.681019 FB: FINALE MUSIC FESTIVAL IG: finale_music_festival
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siciliatv · 1 month ago
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Pub Catania e luoghi della movida: i più amati
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Scopri i migliori pub Catania per vivere la vera movida catanese, tra atmosfere uniche, birre artigianali e ottimo cibo. Se sei in vacanza in città e stai cercando i migliori pub Catania, devi sapere che ogni angolo del centro storico si anima al calar del sole, offrendo un’esperienza unica per chiunque voglia vivere la movida della città. È qui che troverai numerosi pub che mescolano tradizione e modernità. Dalla Piazza Teatro Massimo fino a Via Etnea, c’è solo l’imbarazzo della scelta. La sera, questo angolo di Catania diventa il punto di riferimento per chi vuole rilassarsi dopo una giornata di gite turistiche o lavoro. Pub Catania: i 7 più consigliati Che tu sia un fan della birra artigianale, del vino siciliano o dei cocktail elaborati, i pub di Catania sapranno conquistarti con atmosfere rilassate e autentiche. Tra locali dall’arredamento vintage e terrazze all’aperto, ecco alcuni dei pub più amati dove trascorrere una serata all’insegna del buon bere e, naturalmente, del buon cibo.   1. Ostello Catania: A Putìa dell’Ostello A Putìa dell’Ostello è uno dei pub più particolari e cosmopoliti di Catania. Questo locale offre una combinazione unica di storia e modernità: la sala da pranzo si trova all’interno di una grotta lavica, formatasi durante l’eruzione dell’Etna nel 1669, mentre il fiume Amenano scorre silenziosamente sotto il locale. Immerso tra il Mercato Storico del pesce e Piazza Duomo, A Putìa dell’Ostello è un punto di riferimento sia per i catanesi che per i turisti. Il menù non è quello tipico da pub ma ci sono moltissime opzioni. Un luogo magico dove cenare e bere, perfetto per chi desidera immergersi nella storia e nella vivace movida catanese. 📍 Piazza Currò, 3 – Catania CT   2. Fab Catania Se ami abbinare il buon cibo ai drink, il Fab Catania è il posto giusto. Situato in Via Umberto, questo locale è noto per i suoi piatti creativi che combinano tradizione e innovazione. Che tu stia cercando una pizza gustosa o un cocktail rinfrescante, il Fab saprà come deliziare il tuo palato. L’ambiente moderno e raffinato lo rende una scelta perfetta per una serata rilassante in centro città. 📍Via umberto 47 – Catania CT   3. Mosaik pub Catania Se sei un amante delle birre artigianali, Mosaik è il tuo paradiso. Situato in Via Musumeci, questo pub è rinomato per la sua ampia selezione di birre di qualità, sia alla spina che in bottiglia. Oltre alle birre, il nuovo menù offre prodotti d’eccellenza del territorio, perfetti per una serata all’insegna del gusto e del relax. 📍 Via Musumeci, 60 Catania CT   4. Vermut Vicino a Piazza Carlo Alberto, Vermut è un locale che sfugge a qualsiasi definizione. Specializzato in vermut, salumi e formaggi, questo pub-salumeria è perfetto per chi vuole assaporare prodotti di alta qualità, anche a tarda notte. Che tu scelga di sederti all’aperto o di sorseggiare un bicchiere in piedi, Vermut è un must della movida catanese, amato sia dai locali che dai turisti. 📍Via Gemmellaro, 39- 35 Catania CT   5. Razmataz Catania wine bar e pub Il Razmataz più che un pub è un wine bar dal fascino retrò, ma te lo consigliamo perché è una delle tappe più amate della movida catanese. Questo locale è perfetto per chi ama sorseggiare un buon calice di vino in un’atmosfera rilassata e sofisticata. I tavolini all’aperto lo rendono un luogo ideale per trascorrere una serata tranquilla, magari accompagnata da un tagliere di salumi e formaggi locali. Il Razmataz è un punto di ritrovo molto amato. 📍 Via Montesano, 17/19 Catania CT   6. Teapot Catania Per chi desidera un’atmosfera più tranquilla e intima, Teapot Catania è una piccola oasi dal sapore inglese. Situato in Viale della Libertà, questo locale è perfetto per chi ama tè e dolci, ma offre anche un’ottima selezione di piatti salati come insalate e club sandwich. Ideale per chi cerca un’esperienza più calma, lontana dal caos della movida tradizionale. 📍 Viale della Libertà, 184 Catania CT   7. Boheme Pub Catania Per una serata all’insegna della musica e del buon bere, Boheme è una tappa obbligatoria. Situato in una posizione centrale, questo pub è noto per le sue serate live e la sua offerta di drink. Che tu preferisca birre artigianali o cocktail elaborati, qui troverai l’atmosfera giusta per una serata divertente in compagnia. Probabilmente i migliori cocktail di tutta Catania. 📍Via Montesano, 27/29 Catania CT   Pub Catania e movida: atmosfera, drink e cibo Catania offre una grande varietà di pub che si distinguono non solo per i loro drink, ma anche per le atmosfere uniche. Molti pub propongono eventi tematici, serate a tema e musica live, rendendo ogni visita un’esperienza diversa. Potrai degustare birre artigianali siciliane, famose per la loro alta qualità, o optare per cocktail preparati con maestria, magari da sorseggiare in una terrazza con vista sull’Etna o sulle pittoresche vie del centro. Oltre ai drink, una delle sorprese più piacevoli nei pub Catania è l’offerta gastronomica. Molti locali propongono piatti tipici siciliani e finger food perfetti per accompagnare una serata tra amici. Ecco cosa non puoi perderti: - Burger e panini: panini con hamburger spesso realizzati con carni dell’Etna particolari. Molti pub offrono anche salumi e formaggi locali che arricchiscono i panini e salse di produzione artigianale. - Bruschette siciliane: servite con ingredienti freschi e saporiti come pomodori di Pachino, acciughe, capperi e ricotta salata. - Taglieri di salumi e formaggi locali: una selezione di pecorino, salame e prodotti tipici della zona che esaltano i sapori della Sicilia. - Frittura di pesce: calamari e gamberi fritti, leggeri e croccanti, per chi non mangia carne o se si vuole provare un “fish and chips” ma siciliano! Devi accompagnare i piatti tradizionali con birre artigianali locali o con un buon calice di vino siciliano. Queste sono solo alcuni dei piatti che si possono assaggiare nella maggior parte dei pub di Catania, ognuno ha poi le sue specialità.   Catania ti aspetta! Per il weekend o per un breve o lungo, se non sai dove dormire nel centro di Catania e cerchi qualcosa di centrale e funzionale, ci sono diverse soluzioni, tra B&B, Hotel e Casa Vacanze che potrebbero fare al caso tuo. Ti consigliamo di pensare sempre alla soluzione ideale per le tue vacanze di famiglia o con amici in tranquillità e comodità magari in un punto strategico della città, vicino ai luoghi più iconici e alle maggiori attrazioni. Read the full article
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lamilanomagazine · 2 months ago
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Trieste: inaugurata la Biennale Giuliana D'Arte, targa al Maestro Bruno Paladin di Fiume
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Trieste: inaugurata la Biennale Giuliana D'Arte, targa al Maestro Bruno Paladin di Fiume Nella Sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi (piazza Piccola 2) è visitabile fino al 13 ottobre (in orario 10-13 e 17-20) la mostra personale di Bruno Paladin: ha inaugurato la 17° Biennale di Trieste in data 3 ottobre. La rassegna proseguirà nella Sala Leonor Fini di Magazzino 26 (Porto... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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agrpress-blog · 2 months ago
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Concita De Gregorio alla Sala Umberto con “Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale” Debutterà mercoledì 9 ottobre 2024 alle... #cinqueinvettive #concitadegregorio #ericamou #salaumberto #settedonne #teresaludovico #ultimacosa #unfunerale https://agrpress.it/concita-de-gregorio-alla-sala-umberto-con-unultima-cosa-cinque-invettive-sette-donne-e-un-funerale/?feed_id=7197&_unique_id=67007068565ba
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rassegnanotizie · 2 months ago
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Il Teatro Sala Umberto di Roma ha ospitato il primo appuntamento della trilogia “Inimitabili”, dedicato a Giuseppe Mazzini, un patriota genovese fondamentale per il Risorgimento italiano. Lo spettacolo, andato in scena il 27 settembre, ha messo in evidenza la vita e le idee di Mazzini per oltre un'ora, trasformando una storia nota in un racconto avvincente e originale, nonostante la sua familiarità. L’interpretazione è stata affidata a Edoardo Sylos Labini, unico attore sul palcoscenico, che ha saputo coinvolgere il pubblico con una narrazione profonda e appassionata, mostrando Mazzini non solo come leader politico ma anche come uomo con sogni e delusioni. L'evento ha esplorato i sogni di Mazzini riguardo all'Italia, che immaginava come una repubblica democratica, contrapposta alla realtà di un'Italia unita sotto la monarchia nel 1861, che egli descrisse come “un’Italia unita con la colla”. Lo spettacolo ha saputo amalgamare vari elementi, come luci, suoni e filmati d’archivio, trasportando gli spettatori attraverso l’epoca di Mazzini, le sue esperienze di esilio, prigionia e delusione fino alla morte. La trilogia “Inimitabili” continuerà con gli spettacoli dedicati a Gabriele d’Annunzio il 28 settembre, e a Filippo Tommaso Marinetti il 29 settembre. Ogni episodio offre una visione approfondita di queste figure storiche, collegando il contesto storico al loro lascito culturale. D'Annunzio sarà descritto nel suo percorso da giovane poeta a simbolo del nazionalismo italiano, mentre Marinetti, fondatore del Futurismo, sarà protagonista dell'ultimo capitolo, che esplorerà la sua vita e opera innovative, sconvolgendo le convenzioni artistiche del XIX secolo. L'intero progetto trae ispirazione da una serie televisiva di Rai3, trasformando le storie di personaggi storici in un'esperienza teatrale interattiva. La produzione è realizzata dal Teatro della Toscana, in collaborazione con vari artisti e tecnici, per offrire un racconto ricco e dinamico. Gli spettacoli si terranno rispettivamente alle 21:00 per i primi due capitoli e alle 17:00 per l'ultimo, con biglietti da 18 a 25 euro disponibili online.
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ufficiosinistri · 3 months ago
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La Ragione di Stato - " Delitto e castigo"
“Delitto e castigo, l’Italia a Euro 2000” è sicuramente il libro sul calcio più atteso del momento. Dopo averci raccontato i mondiali nostrani ed essersi ingrandito a dismisura su svariate pagine online, ritorna il collettivo calcistico più sardonico ed aggiornato del panorama sportivo italiano. Su carta stampata, però, non è come sui social. Avverti il passare del tempo, ritorni sui tuoi passi, non hai paura dei giudizi degli altri, tieni il tuo ritmo, respiri a seconda dello sforzo e soprattutto non sei spinto da un’innaturale foga a voler dire la tua. I libri ti aiutano a soffermarti sui tuoi ricordi: possiamo risalire tutti a cosa stessimo facendo durante l’estate del 2000, è inutile negarlo. Io, per esempio lavoravo in una sala corse, e guardai tutte le partite dell’Italia dalla mia postazione, dietro ad una lastra di plexiglass, sugli schermi di quell’ambiente poco salubre ma così, drammaticamente, connesso con la realtà in cui mi trovavo.
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Chi lavorava, chi studiava, chi aveva la fortuna di essere già in vacanza. Chi era pendolare e chi aveva un bar o una panetteria. Delitto: i rigori contro l’Olanda in semifinale, le parate di Francesco Toldo, i falli di Iuliano e la tracotante giovinezza di Totti, che raggiunse l’apice con la leggendaria “Panenka” all’altissimo portiere olandese Van der Sar. Castigo: il disastro di Del Piero in fase di ripiego e le reti di Wiltord in pieno recupero e Trezeguet al golden goal, per quella finale che sembrava vinta. Fato, destino, karma e meriti. C’è poco Dostoevskij e tanto folklore, in questo libro che si legge tutto d’un fiato, complice una narrazione ficcante e sarcastica che, nonostante il finale noto, lascia, con il trascorrere del tempo di gioco, sempre un barlume di speranza nel lettore. Amato e Chirac in tribuna, noi e i francesi nelle piazze. Pizzul che non ce la fa più, Umberto Bossi che, abbandonata ormai del tutto l’idea federalista, si lascia scappare un “non tiferò per la Francia” a un giornalista che gli chiede di esprimersi sul risultato della finale. Nonostante il troppo scontato il capitolo finale, dedicato presente dei protagonisti di questa storia che sa tanto di “dove sono adesso”, “Delitto e castigo, l’Italia a Euro 2000” è uno dei volumi più commoventi e intimisti mai scritti sul nostro calcio. Dall’inizio alla fine. Non siamo usciti vivi dagli anni ’90, come non siamo riusciti a spazzare un pallone al novantatreesimo minuto di una finale europea. “Ma stavolta c’è qualcosa di diverso. A Napoli dieci anni fa, nel 1990, sono stati gli argentini a portarci contro la nostra volontà all’epilogo dal dischetto. A Pasadena nel 1994 e in Francia nel 1998 le partite si sono stancamente trascinate ai rigori per forza d’inerzia, senza che nessuno abbia fatto nulla o quasi per evitare questo finale. Stavolta è diverso. Stavolta siamo noi che abbiamo deciso, in scienza e coscienza, di portare l’incontro alla lotteria, di buttarla in caciara, di evitare che potesse vincere il più forte. Non dobbiamo avere paura di quanto abbiamo voluto.”
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danielpico · 6 months ago
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"A finales de los 50, Eco trabajaba en la RAI de Milán como coordinador de programas culturales. Resulta que justo encima de su despacho tenía Luciano Berio su estudio de fonología (‘...era un continuo silbar de ondas cuadradas y ruido blanco...’), donde se realizaban experimentos musicales que despertaron la curiosidad de Umberto Eco, interesado en las características de esta nueva música, que a su juicio era un claro exponente de ‘obra abierta’, en el sentido de que tanto su interpretación como su audición no eran cerradas, sino múltiples, virtualmente inagotables. En su libro ‘Obra Abierta’, Eco habla de la obra ‘Homenaje a Joyce’, creada por Berio a partir de lecturas del ‘Ulises’, que eran procesadas de distintas formas (filtrado de fonemas...) hasta hacerlas irreconocibles. La elección de la obra para este experimento bien pudo ser sugerida por Eco, gran experto en la obra de James Joyce.
A pesar de considerar a la música electrónica de entonces como parte de la vanguardia artística, será en su obra ‘Apocalípticos e integrados’, dedicada a la cultura de masas, donde Umberto Eco analice con cierta profundidad sus distintos aspectos, dentro del capítulo dedicado a la música creada y reproducida con máquinas.
En lo que se refiere a la música electrónica, centra su estudio en los puntos siguientes:
La producción electrónica de sonido provoca la aparición de una materia musical totalmente nueva, destinada a superar la tonalidad como forma expresiva. Con la electrónica, no sólo era posible escapar del sistema tonal (basado en notas predefinidas) sino que se podía construir el sonido en cada uno de sus detalles, abriendo posibilidades infinitas, que eran bienvenidas por el músico ávido de ampliar la sensibilidad de un público acostumbrado a las convenciones sonoras existentes, que no eran necesariamente las mejores.
Eco muestra la importancia de la grabación en cinta magnética, tanto para el procesado de sonidos ‘concretos’ como para la conservación de los experimentos electrónicos. Esto contiene numerosas implicaciones: la aparente imposibilidad de anotar estos experimentos (a menudo sujetos al azar) en una partitura limita su vida a la de la cinta en que se graban.
[Con las técnicas de grabación digital esto ya no es así, pero en los primeros 60 no se podía saber]
Pero lo dicho antes es discutible, ya que muchos músicos electrónicos plasman en papel los procesos musicales que efectúan, anotando con precisión los valores de los filtros, generadores y demás elementos empleados. Eso sí, con notaciones bastante particulares, que en algunos casos alcanzan cierta entidad pictórica por sí mismas. Como muestra, la ‘partitura’ de una de las composiciones de Klaus Schulze, que nada tiene que ver con el clásico pentagrama.
Para cualquiera que lo intente, no es trivial seguir esta sopa de símbolos en la música (Schulze sabrá, supongo), por lo que los reparos del amigo Eco no son gratuitos.
Por otro lado, los aparatos electrónicos permiten, a partir de elementos sencillos, obtener una infinita gama de sonidos, que pueden fabricarse hasta el más mínimo detalle. Con esto, el compositor tiene ante sí un universo totalmente inexplorado. Para usar con efectividad estas posibilidades, el nuevo músico debe tener conocimientos de matemáticas y física y un gran dominio de los aparatos electrónicos: un músico-ingeniero abierto a todas las posibilidades de la cultura.
En lo que se refiere a la interpretación de esta música, hay que notar que con la grabación en cinta desaparece la dualidad compositor-intérprete, lo que elimina problemas de ‘fidelidad interpretativa’.
‘Yo creo en la música mecánica. Si dispusiera de una pianola con hipertonos, yo grabaría mi música en la cinta. Para eliminar cualquier interferencia del intérprete’. Manuel de Falla.
Y en su consumo también cambian las cosas. La ejecución en salas de concierto supone una modificación de la naturaleza de éstas, derivada de las nuevas necesidades técnicas. Incluso se piensa que esto llegará a desaparecer, tendiéndose a la ejecución privada con una posible intervención por parte del consumidor, que al igual que el compositor se ve sometido a nuevos niveles de responsabilidad, resultantes de los condicionantes de la nueva materia musical.
Por último, Umberto Eco vuelve del revés los argumentos de los enemigos de esta nueva forma de expresión musical. Éstos sostienen que la electrónica priva a la música de humanidad, pasando a estar dominada por la máquina. Ante esto, Eco no se limita a manifestar lo obvio (que los instrumentos tradicionales pueden ser muy complejos y también pueden limitar la expresividad del músico, como es el caso del piano), sino que da la visión contraria: muchos músicos electrónicos mantienen ante sus aparatos las mismas actitudes que el pianista decimonónico, conservando cierta inercia romanticista que las luces y pantallas de su consola de instrumentos no han eliminado.
La innovación que supone la aparición de la electrónica en la música crea nuevas condiciones, pero no destruye las antiguas: esto es cierto tanto en la música experimental como en la destinada al consumo, y por tanto no basta con un juicio moralístico a priori sobre el particular.
Umberto Eco escribió esto en 1962. Ha pasado mucho tiempo desde entonces, pero la lección fundamental permanece: ante un hecho cultural como es la Música Electrónica no se puede cerrar los ojos o negar la existencia de tal manifestación. Es necesario estudiarla en todas sus facetas, para, con una argumentación razonada, llegar a las conclusiones pertinentes. Dentro de mis modestas posibilidades, es lo que he intentado yo con esta página."
via: http://www.galeon.com/thepage/umberto.html
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