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#STUDIARE DURANTE CORONAVIRUS
ilciambellano · 11 months
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Ma a leggere per primo una parola nei papiri non è stato né Seales né uno dei suoi più stretti collaboratori, bensì Luke Farritor, uno studente di informatica di 21 anni dell’Università del Nebraska.
Farritor è uno degli oltre 1.500 informatici e studenti di informatica che si sono appassionati ai rotoli di Ercolano e ai tentativi di leggerli grazie a Nat Friedman, informatico e azionista di molte aziende tecnologiche americane, che tra le altre cose è stato amministratore delegato di GitHub, popolare servizio di hosting per progetti software. Nel 2020, durante uno dei lockdown dovuti alla pandemia da coronavirus, Friedman si è appassionato alla storia dei papiri di Ercolano leggendo un saggio divulgativo sulla vita nell’Impero romano e poi leggendo online delle ricerche di Seales.
Due anni dopo Friedman ha contattato Seales proponendogli di aiutarlo ad accelerare le ricerche sui rotoli: insieme Friedman e Seales hanno ideato la Vesuvius Challenge, una sfida aperta a informatici di tutto il mondo per realizzare dei software che rendano davvero leggibili i dati ottenuti col sincrotrone, che sono tantissimi per via della loro raffinatezza, in tempi brevi.
Seales ha diffuso su questo sito tutti i dati della sua squadra e insieme a Friedman ha istituito dei premi progressivi per chiunque riesca a ottenere un progresso nel progetto. Farritor ad esempio ha vinto 40mila dollari (circa 38mila euro) per aver identificato la parola “porpora”. Ci è riuscito realizzando a sua volta un programma di machine learning che è in grado di riconoscere le tracce di inchiostro ed evidenziarle.
Forse è un po’ tardi per mettermi a studiare machine learning, mannaggia.
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enricofollo · 4 years
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Pubblicata l'edizione 2021 (sesta edizione) del manuale di schemi di preparazione alla Prova di Idoneità Esame IVASS di Enrico Follo
Pubblicata l’edizione 2021 (sesta edizione) del manuale di schemi di preparazione alla Prova di Idoneità Esame IVASS di Enrico Follo
Nonostante il perdurare della pandemia, anche nel 2021 è stata pubblicata l’edizione aggiornata del manuale di schemi di preparazione dell’intermediario assicurativo Enrico Follo. Aggiornato con la normativa IVASS 2020, con la recente entrata in vigore dei Regolamento IVASS n. 45/2020, è disponibile online l’edizione aggiornata del manuale di schemi dell’intermediario assicurativo Enrico Follo…
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corallorosso · 4 years
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Lettera dall’inferno chiamato Gaza "(...) La centrale elettrica si è chiusa perché Israele ha impedito il trasporto di carburante a Gaza. La fornitura di elettricità è crollata proprio quando i giorni e le notti erano i più caldi. ‘Per tutta la notte ho pulito il viso dei bambini con un panno umido", mi ha detto il pescatore, che vive con la sua famiglia vicino alla riva. ‘Dormono vicino alla porta, sperando in un po' di brezza’. La settimana scorsa la centrale ha ripreso a funzionare e ora c'è elettricità per otto ore in un tratto, seguita da otto ore senza. Non è sufficiente. E siamo solo all'inizio dell'incubo del coronavirus. Il mio vicino Mustafa, 35 anni, lavora come autista. Vive con i suoi quattro figli in un appartamento in affitto. Non può permettersi il gas da cucina. Non può permettersi di mantenere la sua famiglia o di pagare l'affitto. Noi, il popolo di Gaza, non abbiamo alcuna influenza o controllo sul nostro destino. Siamo pedine nelle considerazioni politiche. Me lo chiedo spesso, e sono sicuro che anche molti altri gazzani lo fanno: Cos'altro dobbiamo fare perché il mondo comprenda la gravità della nostra disperazione? Il settanta per cento di noi ha meno di 30 anni. Centinaia se non migliaia di gazzani sono partiti per altri Paesi. Alcuni hanno raggiunto le loro destinazioni. Altri hanno perso la vita durante il viaggio. E alcuni hanno anche scelto di porre fine alla loro vita. Immaginate come si sono sentite quelle persone - scegliere la morte è stato più facile che affrontare ciò che la vita qui ha da offrire. E quando i giovani si sono alzati per protestare contro la disperazione, abbiamo assistito alle manifestazioni al confine, dove decine di persone hanno perso la vita a causa del fuoco dei cecchini israeliani. Abbiamo una generazione che non sa cosa sia la libertà. Questi giovani sentono di non essere considerati abbastanza umani per il rispetto dei loro diritti umani, diritti che tutti noi meritiamo. Per anni, e specialmente negli ultimi 13 anni, Israele ha oppresso violentemente la popolazione di Gaza mentre cercava di annettere territori in Cisgiordania. Ogni round di combattimenti, ogni assassinio, ogni escalation - chiamatela come volete - lascia dietro di sé morte, distruzione e sofferenza, e le stesse domande sul futuro. Tutti conoscono i numeri e le cifre. Il tasso di disoccupazione è noto, così come il tasso di povertà. E non è un segreto che stiamo perdendo la speranza. A meno che il blocco non venga revocato, finché la gente non potrà entrare e uscire liberamente da Gaza per commerciare, studiare e stare con le proprie famiglie, finché le infrastrutture non saranno riparate e la gente non potrà vivere normalmente, la vita qui continuerà a peggiorare. L'ultima escalation si è attenuata dopo l'intervento del Qatar, ma è ovviamente solo una tregua fino alla prossima ondata di violenza. Non è cambiato nulla. E ora c'è una crisi sanitaria ed economica mondiale che anche i paesi ricchi stanno barcollando. Mentre altri Paesi stanno lottando per prosperare, a Gaza il meglio che possiamo sperare è di sopravvivere. Ricordiamo ancora una volta il rapporto dell'Onu che mirava ad ottenere l'assistenza del mondo - il rapporto che prevedeva che Gaza sarebbe stata invivibile entro il 2020. Quella previsione si è avverata”. Mohammed Azaiza: vive a Gaza ed è coordinatore sul campo del Gisha-Legal Center for Freedom of Movement (Umberto De Giovannangeli)
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pangeanews · 4 years
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9 maggio: in memoria di Peppino Impastato. Dialogo con Luisa Impastato, presidente di Casa Memoria “Felicia e Peppino Impastato”, a Cinisi
L’emergenza Covid-19 ha lasciato immobile l’Italia per diverse settimane. Ha creato rotture, morte, disagi, crisi emotive e finanziarie. Ha unito il paese sotto il segno della “zona protetta” e ha abituato i cittadini a una nuova “normalità”. Ma ci sono cose che per fortuna non sono mai cambiate. Anzi, hanno continuato a esistere e a vivere nonostante i decessi, gli sbarramenti fra i comuni, le porte chiuse. La lotta alle mafie non si è arrestata e con lei non si è fermato l’immenso lavoro di Casa Memoria “Felicia e Peppino Impastato”, a Cinisi. Fra qualche giorno sarà il 9 maggio e, per la prima volta nella storia del centro, le porte non si apriranno, nel rispetto dei decreti del Governo. Casa Memoria, però, ci sarà lo stesso e darà vita a un grande evento social: “9MAGGIO2020ONLINE – DISTANTIMAUNITI”. Peppino Impastato verrà ricordato da migliaia di persone, in nome di quella libertà per cui lui stesso ha combattuto, fino al 9 maggio 1978, giorno in cui fu ucciso dalla mafia. In questa intervista, la voce di Luisa Impastato, presidente di Casa Memoria, figlia di Giovanni Impastato e nipote di Felicia Bartolotta.
Luisa Impastato, nipote di Peppino Impastato, presidente di Casa Memoria
Per la prima volta, a causa dell’emergenza Covid, il 9 maggio di Casa Memoria sarà diverso. Uniti ma distanti, per ricordare Peppino Impastato e la sua lotta alle mafie, insieme a Radio 100 Passi e ad altre realtà promotrici. Quello a cui avete pensato è un vero e proprio corteo virtuale, online.
Noi stavamo già lavorando all’evento del 9 maggio, già settimane prima del lockdown. Avevamo in previsione un programma cospicuo con diversi interventi e tante tematiche intorno alle quali costruire dibattiti, per continuare a divulgare le idee di Peppino. Idee che consideriamo sempre attuali. Visto il periodo storico così difficile, non potendoci riunire, abbiamo pensato di esserci comunque, utilizzando il mezzo “social” che giunge a nostro favore, in questo momento, per veicolare messaggi, poesie, musiche, testimonianze. Sarà un momento di confronto per rimanere tutti uniti nel segno della lotta alle mafie. Se ci pensiamo bene, stiamo facendo un po’ come fece Peppino tanti anni fa, con Radio Aut: lui entrava nelle case delle persone, attraverso la radio, noi cerchiamo di raggiungere con i social tutti coloro che sarebbero arrivati a Cinisi, il 9 maggio, per ricordarlo.
Il Covid-19 ha impedito a tutti di uscire dalle proprie abitazioni, se non per necessità. Ha limitato gli spostamenti, ha scollato le relazioni umane. Come avete vissuto l’emergenza, a Casa Memoria “Felicia e Peppino Impastato”?
Tenere chiuse le porte di Casa Memoria, è stata per noi una grande amarezza, perché quella casa è rimasta sempre aperta per volontà di mia nonna Felicia. La sua è stata una grande storia: lei non si è chiusa nel silenzio, ma ha deciso di continuare a lottare per la giustizia e la memoria di suo figlio. A noi ha lasciato come testamento morale, quello di tenere aperte le porte. È questo l’impegno che quotidianamente portiamo avanti. Per la prima volta, dopo tanti anni, non siamo riusciti a onorarlo, per un evento storico che non ci aspettavamo. Sicuramente è stato pesante ed essere lì è una delle cose che mi manca di più. Soprattutto perché in questo periodo avremmo incontrato migliaia di studenti provenienti da ogni parte d’Italia. Molti sarebbero arrivati da quelle aree d’Italia che sono poi diventate le cosiddette “zone rosse”. Abbiamo considerato questo periodo come un’occasione di analisi da cui ripartire in modo diverso.
Avete pensato a una ipotetica data di riapertura?
Sì, noi riapriremo il 18 maggio e saremo insieme ai volontari. Vogliamo esserci, anche insieme a tutti i libri che sono lì.
Accoglienza, coraggio e testimonianza: tre parole per riassumere tutto ciò che racconta Casa Memoria, attraverso la storia di Peppino e di sua madre Felicia. Quale messaggio, secondo te, deve continuare a passare fra i giovani, fra tutte le persone?
Mi viene in mente la parola “resistenza”. L’impegno portato avanti da mia nonna è stato quello di resistere. Resistere alla cultura mafiosa, al silenzio e alle prevaricazioni. Anche oggi fare memoria, soprattutto in questo momento storico, è un atto di resistenza.
L’emergenza sanitaria ha fatto riflettere molto sulla perdita degli anziani, e quindi dei nonni. Cosa ti manca di nonna Felicia?
La sua ironia: una caratteristica che molti non si aspettano. Mia nonna era molto ironica e credo che Peppino avesse ereditato da lei questo aspetto. Aveva una grande capacità comunicativa. Nonna Felicia era in grado di farsi capire da chiunque, qualunque fosse la parte del mondo da cui provenisse. Si faceva capire da tutti parlando il dialetto siciliano. Nella sua casa c’era sempre qualcuno. Era molto credente, ma accoglieva anche i Testimoni di Geova, perché le piaceva ascoltare e confrontarsi. Ecco, tutto questo mi manca, ma Casa Memoria parla di lei in ogni angolo ed è come se fosse sempre in vita.
La storia di Peppino è stata segnata dalla lotta. Come è mutata, nel tempo, la considerazione di Peppino a Cinisi? C’è stata un’evoluzione, grazie al vostro lavoro? 
In passato, a Cinisi, ci sono state particolari resistenze da parte della comunità. Nel corso degli anni, e credo anche grazie alla presenza di Casa Memoria sul territorio, qualche muro è stato abbattuto. Noto una consapevolezza maggiore della storia di Peppino, del suo impegno e del suo essere diventato una figura collettiva. Il suo messaggio ha un’eco nazionale. Lo noto anche dalla scuola, negli ultimi tempi, dalla comunità in generale, che va cambiando. Le persone che arrivano a Casa Memoria vengono per visitare un luogo, simbolo di riscatto. Di conseguenza anche Cinisi è diventata simbolo di avversione alla mafia e non più il paese del boss Gaetano Badalamenti.
Cosa ne pensi della polemica sorta a seguito delle scarcerazioni dei boss mafiosi, a causa del Coronavirus?
Io sono, direi, garantista. È un segnale inquietante, certo. Forse una delle misure più discutibili in questo periodo storico straordinario. Io sono per la tutela dei diritti, e quindi anche del diritto alla salute anche per chi vive nel regime del 41bis. Però ovviamente capisco, e in parte condivido, l’amarezza dei familiari delle vittime di mafia. Sono persone che hanno sofferto e che vedono ora scarcerati i boss che hanno determinato la morte dei propri cari: si riaprono ferite che in realtà non si sono mai rimarginate. Mi auguro che questi provvedimenti rimangano numericamente limitati e che la decisione di convertire il carcere duro in detenzione domiciliare possa tener conto di un serio bilanciamento fra il diritto alla salute e la sicurezza della collettività.
Per la giornata di commemorazione del 9 maggio, visto che vi muoverete sui social, fra le tante iniziative, avete lanciato una proposta particolare: associare l’immagine del proprio profilo Facebook a una frase di Peppino. Tu a quale frase legherai il tuo?
Ho deciso di condividere nel mio profilo l’immagine dello striscione dei compagni di Peppino, quello che hanno utilizzato durante il funerale. Lì c’è scritto così: “Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo”. È quello che proviamo a fare con Casa Memoria, con grande umiltà e senso di responsabilità.
Ed è lo stesso messaggio, immagino, che vorreste facessero proprio gli studenti…
Sì, abbiamo pensato molto a loro. Noi lavoriamo tantissimo con i ragazzi che, fra l’altro, sarebbero stati al centro del nostro 9 maggio. In una condizione di “normalità”, ci sarebbero state tante iniziative dedicate a loro. L’impegno per l’antimafia è anzitutto un impegno culturale, sociale. Per questo l’invito è di certo questo: studiare, conoscere per capire, continuare.
Intervista di Alessandra Angelucci
Editing di Matteo Fais
L'articolo 9 maggio: in memoria di Peppino Impastato. Dialogo con Luisa Impastato, presidente di Casa Memoria “Felicia e Peppino Impastato”, a Cinisi proviene da Pangea.
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4 Marzo 2020- 22:32 p.m.
buonasera amici di chat!
piccola parentesi: ieri non mi sono fatta sentire semplicemente perché la giornata è stata identica a quella di lunedì, perciò ho deciso di non annoiarvi con i miei racconti monotoni, spero di non esservi mancata troppo ;)
In ogni caso, oggi credo sia stata la giornata con il miglior tempo delle ultime 2 settimane, mi sono svegliata con una luce che a momenti spaccava gli occhi e c’era un cielo stupendo, azzurro intenso senza nemmeno una nuvola; la cosa incredibile? E’ rimasto così per tutto il giorno, mentre di solito cambiava nel giro di una mattinata. 
Oltre che dalla giornata stupenda, sono stata svegliata dagli allarmismi di mio padre (non ingiustificati), siccome nel mio paese sono arrivate ben 3 ambulanze durante la mattina e si teme ci sia qualche contagiato, sebbene non ci sia nulla di certo ancora. Ovviamente la giornata perfetta non esiste, almeno una preoccupazione è di prassi ed oggi si è manifestata grazie al nostro caro coronavirus.
Ho dovuto studiare molto oggi, siccome non potendo fare lezione concretamente abbiamo molti compiti e lavori da dover portare a termine in relativi tempi stretti, perciò una buona parte della giornata è stata dedicata allo studio. Sarà stata l’influenza positiva della giornata a rendermi produttiva e farmi fare tutto ciò ma ho deciso anche di prendermi cura di me stessa, fra doccia pomeridiana ed outfit più studiato per sentirmi presentabile almeno per una volta (1 ora di preparazione, credo di aver lasciato intendere tutto).
Dopodiché sono uscita, ne ho approfittato e direi che mi fa bene distrarmi un po’ e stare con i miei amichetti, anche se oggi quell’antipatico di Samir ci ha dato buca perché “non era in vena” e l’altro antipatico di Michele è stato con noi solo 15 minuti perché era già in giro con una sua amica.
Sono tornata a casa con un tramonto che mi ha messo davvero di buon umore, più di quanto non lo fossi già. A casa mi sono data alla pazza gioia e ho fatto un po’ di shopping online, poi mi sono messa a guardare 5 telegiornali di fila, direi che un po’ di cultura non guasta mai e poi mi piace un sacco guardarli, il mio senso di curiosità non tramonta mai.
Eccoci qui, la ricaduta serale (come la chiamo io) non manca mai, vortici di mille colori e di mille pensieri che mi invadono la mente e ho bisogno dei miei tempi e dei mie spazi per “calmare la tempesta;  sappiate però, che apprezzo tutto della mia vita, sia il più brutto dei colori che il più complicato dei problemi, nonostante molte volte sia davvero difficile ma mai impossibile. 
Vi saluto fiorellini, ricordatevi che niente è in grado di abbattervi facilmente <3
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Obrigado...
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2022/02/01/news/in_130_all_universita_di_bologna_e_modena-reggio_contro_l_obbligo_vaccinale-336068873/
Sembra che le misure d’emergenza finiranno alla mezzanotte del 31 marzo, praticamente il Primo di Aprile...
Novità sul fronte GreenPass e misure d’emergenza: se accetti di vaccinarti ogni due mesi puoi tornare a lavorare senza impedimenti Naturalmente nessuno ti assicura che non morirai di vaccinazione o che il tuo corpo non si indebolirà fino a crearti malattie molto più gravi dei sintomi da coronavirus, in compenso però, avrai abbastanza soldi per poter pagare le tasse che sono aumentate a dismisura proprio mentre l’economia era bloccata dalle loro misure d’emergenza La mia domanda a questo punto é: ma in carcere ci vaccineranno soltanto o ci squarteranno pure e mangeranno gli organi vitali?
I “poteri forti”
“Lo stato di emergenza viene adottato per tutte le emergenze di rilievo nazionale che devono essere affrontate con prontezza d’intervento e fronteggiate con poteri straordinari, “durante limitati e predefiniti periodi di tempo", come stabilisce il decreto legislativo n.1 del 2 gennaio 2018 (Codice della protezione civile), all'articolo 7 (Tipologia degli eventi emergenziali di protezione civile). Ogni stato di emergenza ha una durata massima di due anni” https://tg24.sky.it/cronaca/2022/02/02/fine-stato-emergenza-31-marzo#10
Obbligo vaccinale over 50 oltre il 15 giugno anche senza stato di emergenza
https://www.orizzontescuola.it/obbligo-vaccinale-over-50-oltre-il-15-giugno-anche-senza-stato-di-emergenza/
Perché la pandemia non finisce?
https://www.secondopianonews.it/news/salute/2021/11/23/il-covid-e-un-business-10mila-euro-per-un-posto-in-terapia-intensiva-ecco-la-gu.html 
https://www.secondopianonews.it/documenti/GU-276-incremento-tariffe-pazienti-covid.pdf.pdf
Trovate le informazioni pubblicate sul giornale all’articolo 2, pagina 19 della Gazzetta Ufficiale
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Il Green pass è discriminatorio, basta con gli obblighi
E non sono io a dirlo ma il Consiglio d’Europa: 
https://www.secondopianonews.it/attualita/2022/02/05/consiglio-deuropa-bacchetta-litalia-il-green-pass-e-discriminatorio-basta-con-gli-obblighi.html
Locatelli fa le cose per bene!...
“Locatelli torna a ribadire l'importanza dell'ampia copertura vaccinale raggiunta. E spiega: i no vax sono un pericolo "soprattutto per loro stessi. Esporsi al rischio di essere contagiati significa non avere a cuore la propria salute.” https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/locatelli-prolunga-il-green-pass-e-l-obbligo-vaccinale-restino-anche-dopo-l-estate_45382899-202202k.shtml
Il signor Locatelli pensa che avendomi ormai cacciata fuori da Twitter può ricominciare a dire e a fare quello che vuole Io non mi sono vaccinata e non mi vaccinerò, mi curo da sola, non esco di casa e non frequento nessuno (soprattutto perché ho troppo da studiare e per me é stressante uscire di casa e interrompere quel che sto facendo) Il signor Locatelli dovrebbe capire che il vaccino doveva solo essere messo a disposizione di chi voleva utilizzarlo e non imposto a chi si cura da sempre in maniera naturale e non ha mai usato farmaci, figuriamoci vaccini! Il signor Locatelli sta sbagliando tutto e non otterrà niente perché chi ha deciso di non vaccinarsi é gente istruita e sa esattamente quel che fa e lo fa da una intera vita, da più di cinquant’anni, Locatelli, non siamo bambini incoscienti Vorrei inoltre ricordare al signor Locatelli che moltissimi vaccinati sono morti in seguito alla vaccinazione e penso che il loro medico gli aveva consigliato di vaccinarsi e avevano anche fatto tutto quel che serve per assicurarsi che il vaccino non avrebbe avuto controindicazioni né lievi né gravi, invece sono morti, per questo motivo continuo a consigliare a chiunque non si senta di affrontare una vaccinazione, cioé l’inoculazione di veleno nel corpo, di non vaccinarsi, perché nessun medico sa meglio di noi come ci sentiamo e cosa possiamo sopportare Inoltre, signor Locatelli, non dimentichi che se da un lato la vaccinazione é obbligatoria e il medico ti spinge a vaccinarti anche se gli dici che non te la senti di farlo, la dichiarazione che ci fate firmare dice invece tutto il contrario, cioé che abbiamo preso coscienza dei rischi e pericoli e ciò nonostante vogliamo vaccinarci prendendoci tutta la responsabilità dei rischi eventuali della vaccinazione Quindi, signor Locatelli, quel che il governo italiano sta facendo da quasi due anni é molto più che incostituzionale, é una truffa vera e propria, uno scherzo sadico ai danni della salute degli italiani, la cosa più illegale che un governo abbia imposto per legge dopo la tassa sul canone RAI in bolletta che non é un abbonamento RAI ma una tassa sul possesso del televisore, anche se non funzionante, una tassa che non é né carne, né pesce, praticamente un raggiro imposto per legge Vorrei inoltre farle notare, signor Locatelli, che multarmi perché non voglio morire, perché non voglio farmi uccidere, perché non mi ammalo, perché non voglio usare farmaci non é semplicemente anticostituzionale é proprio una assurdità dittatoriale, un abuso di qualunque legge italiana e umana, il gesto di un assassino stragista che vuole punire il nemico perché non si consegna e non si lascia uccidere 
Signor Locatelli, forse lei pensa di fare le cose per bene, di fare dei lavoretti puliti, ma di pulito in questa pandemia c’è stato veramente molto poco, forse di disinfettato, ma non di pulito Baciamo le mani, Locatelli!
“Mobilitazione di politica e sindacati per salvare la Pfizer di Catania
Dal mondo della politica e da quello sindacale arriva una presa di posizione contro i licenziamento dei lavoratori della Pfizer di catania. "La provincia di Catania - dice Nunzia Catalfo, senatrice M5s, già ministro del Lavoro e componente della commissione Lavoro al Senato -, così come tutta la Sicilia non possono permettersi di subire altri colpi. I lavoratori e le famiglie, nel momento di angoscia che purtroppo attraversano, devono sapere che la politica, a tutti i livelli, sta facendo la propria parte".”
https://catania.gds.it/video/economia/2022/02/09/esuberi-alla-pfizer-di-catania-tavolo-di-crisi-alla-regione-i-dipendenti-siamo-morti-che-camminano-d04add2c-48a0-4254-a367-567417494cbe/
La Pfizer é riuscita ad avere degli esuberi di personale nonostante sia rimasta l’unica azienda a lavorare (e a guadagnare miliardi) durante le misure d’emergenza imposte dal governo per colpa del corona virus Quando la faccia tosta va al di là del sopportabile Chissà cosa ne faranno di tutti questi miliardi, forse pensano alla vecchiaia, una lunga vecchiaia serena e agiata, sicuramente fin oltre i cent’anni, visto quanti miliardi hanno fatto Certo, i siciliani non capiscono perché dopo tanto sostegno a Big Pharma e alla pandemia la Pfizer non voglia spartire Se passa la legge sulla marijuana potranno sempre rifarsi aprendosi un chiosco, all’aperto, certo, per ogni evenienza...
Sanità siciliana
https://it.euronews.com/2022/02/13/mafia-arrestati-medico-giuseppe-guttadauro-e-il-figlio
In effetti in Sicilia la Sanità si chiama Mala Sanità proprio perché gestita interamente dalla malavita In Sicilia chi non si vaccina non é novax, ha solo conosciuto in tempo la sanità siciliana e sa che quello che ti infilano dentro il corpo non é vaccino Io continuo a non vaccinarmi, se voi vi fidate dei vostri medici e della vostra sanità locale fate come meglio credete ma vaccinarsi in Sicilia é morte sicura, soprattutto per chi la Mafia la combatte
Rapinatore e gentiluomo
L’uomo mascherato... https://it.euronews.com/2022/02/17/napoli-rapina-con-mascherina-per-tutelare-salute-vittime
Multa per chi non si vaccina
Non vedo l’ora di ricevere la multa e di andarla a pagare all’ufficio postale così che tutta Gravina sappia che io non mi sono vaccinata
https://www.corriere.it/economia/lavoro/22_febbraio_18/no-vax-multe-over-50-non-partono-ecco-perche-tutto-bloccato-65aa79dc-9098-11ec-9e8a-badec6e7adb8.shtml
C’é poi il problema del “consenso alla vaccinazione” Il governo italiano sta spingendo gli italiani a dire il falso, cosa che non solo é anticostituzionale ma é decisamente illegale, infatti la quasi totalità degli italiani che si sono vaccinati lo hanno fatto perché è scattato l’obbligo alla vaccinazione, pena multe salatissime e sospensione dal lavoro con perdita dello stipendio per chi non si vaccina Il modulo di consenso alla vaccinazione che il governo fa firmare ai vaccinati dice, invece, che il vaccinato chiede di vaccinarsi di sua spontanea volontà e che si assume tutte le responsabilità della scelta di essersi vaccinato Il governo italiano sta obbligando gli italiani a firmare delle dichiarazioni false e non riesco a capire come mai nessuno ferma questo governo e lo processa Questo obbligo vaccinale, oltre ad essere assolutamente inutile, viola quindi molte leggi ed è inoltre assurdo che le persone che hanno preferito infettarsi e guarire piuttosto che vaccinarsi debbano comunque vaccinarsi, perché la guarigione da una malattia vale più di cento vaccini e se foste dei veri medici, invece che... (autocensura), lo sapreste
Oggi la mafia uccide così
https://ragusa.gds.it/articoli/cronaca/2022/02/18/ex-poliziotto-di-64-anni-muore-pochi-giorni-dopo-il-vaccino-inchiesta-a-modica-55162c7d-19e1-43ca-9277-2c37d0b72ef8/
Il Ministero della Salute ha immediatamente aperto delle indagini quando si é trattato di medici che avevano rilasciato il green pass senza somministrare il vaccino o quando dei medici hanno vaccinato con soluzione fisiologica per potersi vendere il vaccino a chi aveva fretta di vaccinarsi, ma non ha pensato che tra i medici che sono nella condizione di poter gestire come vogliono la vaccinazione potevano esserci degli assassini, dei mafiosi pronti ad uccidere iniettando del veleno invece del vaccino e che molte morti per vaccinazione potrebbero essere dovute a questo Nei primi mesi della pandemia chiunque moriva veniva subito cremato, non era possibile nessuna autopsia Questa pandemia ha dei lati oscuri che nessuno sembra voler indagare, la chiamano dittatura sanitaria, ma temo sia qualcosa di più grave
In vino veritas...
“Conclusa l'estate e, con l'obiettivo che il ritorno dell'inverno accresca i contagi, Roberto Speranza potrebbe annunciare la somministrazione della quarta dose.” https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/30560541/green-pass-giorno-liberta-indiscrezioni-governo-primo-aprile-roberto-speranza-ko.html
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levysoft · 3 years
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Ci siamo. La NASA e l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) con un comunicato stampa congiunto hanno annunciato quella che dovrebbe essere la data di lancio definitiva dell'avanzatissimo Telescopio Spaziale James Webb(JWST), l'erede spirituale del celeberrimo Telescopio Spaziale Hubble. Lo strumento scientifico, dopo una serie di rinvii e una “gestazione” lunga circa 25 anni, se tutto andrà secondo i piani sarà lanciato nello spazio sabato 18 dicembre dalla rampa ELA-3 dello spazioporto di Arianespace a Korou, nella Guyana Francese. Il razzo lanciatore sarà un Ariane 5. Sia il telescopio che il razzo lanciatore sono pronti, ma non sono ancora arrivati a destinazione. Il James Webb, che ha completato i test nel mese di agosto, si trova ancora in California e avrà bisogno di circa 10 settimane per approdare in America del Sud. Il precedente lancio era previsto per il 31 ottobre, ma da tempo gli ingegneri e i dirigenti delle compagnie aerospaziali coinvolte sottolineavano che si trattasse di una data “complicata”. Ora, quella del 18 dicembre, se non ci saranno problemi con trasporti, test e condizioni meteo, non dovrebbe subire ulteriori slittamenti.
Dopo il lift-off, il telescopio spaziale – il più grande mai lanciato nella storia – impiegherà circa un mese per giungere a destinazione, il punto di Lagrange L2, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Si troverà infatti in un'orbita solare relativamente stabile, dove sarà protetto dal calore di Sole, Terra e Luna, anche grazie a un sistema di raffreddamento all'avanguardia con schermo solare. Il telescopio sarà mantenuto a una temperatura inferiore ai – 220 °C, una condizione necessaria poiché operando negli infrarossi il calore può interferire con le osservazioni.
La costruzione del James Webb, così chiamato in omaggio all'amministratore della NASA durante il cruciale periodo delle missioni Apollo, Gemini e Mercury, iniziò addirittura nel lontano 1996 con un lancio previsto nel 2007; tuttavia nel 2005 si decise di stravolgere completamente il progetto e, rinvio dopo rinvio, anche a causa della pandemia di COVID-19 si è arrivati fino alla fine del 2021. Durante questo lungo lasso di tempo il costo dell'intero progetto attorno al telescopio è lievitato enormemente, superando – secondo le stime – i 10 miliardi di dollari (questa cifra era stata già raggiunta alcuni anni addietro).
Ma saranno soldi ben spesi, viste le conquiste scientifiche che questo spettacolare strumento potrà garantire nei prossimi 5 – 10 anni. Caratterizzato da uno specchio primario di 6,5 metri (composto a sua volta da 18 specchi esagonali in berillio), grazie agli infrarossi potrà osservare gli oggetti del profondo cielo più lontani e con una risoluzione migliore, superando gli ostacoli dovuti ai gas delle nubi interstellari e alla polvere cosmica che "accecano" i telescopi ottici. Col suo straordinario occhio potrà studiare l'Universo primordiale meglio di qualunque altro strumento realizzato sino ad oggi dall'uomo, regalandoci nuove e preziosissime informazioni sull'origine e l'evoluzione delle prime galassie. Va inoltre tenuto presente che gli infrarossi sono la radiazione primaria proveniente da corpi celesti come le nane brune e i pianeti; ciò migliorerà in modo significativo la comprensione di questi oggetti. Uno degli obiettivi più affascinanti della missione sarà l'analisi delle atmosferedegli esopianeti (i pianeti extrasolari), andando a caccia di eventuali firme biologiche. In altri termini, grazie al Telescopio Spaziale James Webb potremo scoprire se determinati corpi celesti presentano un'atmosfera compatibile con la vita, perlomeno con quella che conosciamo noi. Scopriremo molto di più anche sulla nascita delle stelle e sulla formazione dei pianeti, inoltre raccoglieremo nuove informazioni per arricchire (o magari stravolgere) le grandi teorie cosmologiche.
“Webb è una missione esemplare che rappresenta l'epitome della perseveranza”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Gregory L. Robinson, direttore del programma del telescopio spaziale presso la NASA. “Insieme, abbiamo superato ostacoli tecnici lungo il percorso e sfide durante la pandemia di coronavirus. Ora che abbiamo un osservatorio e un razzo pronti per il lancio, non vedo l'ora che arrivino il grande giorno e l'incredibile scienza che verrà”, ha chiosato il dirigente della NASA. Non resta che attendere fiduciosi il lancio di uno dei più sofisticati e incredibili strumenti mai costruiti dall'uomo.
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Vaccini, vaccinazioni, vaccinati Oggi e Ieri
06/05/2021
Svolta storica degli Stati Uniti che hanno deciso di rinunciare alla protezione dei brevetti sui vaccini anti Covid. "Le circostanze sono straordinarie" ha spiegato Biden. 
Il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha parlato di momento monumentale nella lotta contro il Coronavirus: ora anche Paesi in forte difficoltà sia economica che epidemiologica, come India e Brasile, potranno fabbricarsi in casa il siero anti-virus.Per le case farmaceutiche invece nessuna svolta storica!
 Alla richiesta di liberalizzare i brevetti dei vaccini ecco l'ennesima risposta:“No alla sospensione dei brevetti dei vaccini covid, non aumenterà la produzione”Case farmaceutiche contro la sospensione dei brevetti dei vaccini covid. 
Secondo la Federazione internazionale dei produttori e delle associazioni farmaceutiche, la posizione del governo Usa che si schiera per la sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini anti-Covid, è "deludente". "Il nostro obiettivo è di garantire che i vaccini Covid-19 siano rapidamente ed equamente condivisi in tutto il mondo. Ma, come abbiamo costantemente affermato, una rinuncia è la risposta semplice ma sbagliata a ciò che è un problema complesso. 
La rinuncia ai brevetti dei vaccini Covid-19 non aumenterà la produzione né fornirà soluzioni pratiche necessarie per combattere questa crisi sanitaria globale" fanno sapere le case farmaceutiche, concludendo: "Il sistema internazionale di proprietà intellettuale ha dato alle aziende la fiducia per impegnarsi in più di 200 accordi di trasferimento tecnologico per espandere la consegna dei vaccini Covid-19 sulla base di partnership senza precedenti tra i produttori di vaccini industrializzati e dei paesi in via di sviluppo. 
L'unico modo per garantire un rapido aumento e un equo accesso ai vaccini a tutti coloro che ne hanno bisogno rimane un dialogo pragmatico e costruttivo con il settore privato".
Un po' di storia per mettere a confronto le scelte delle case farmaceutiche dei nostri giorni a quelle di medici come Bruce Albert Sabin, inventore del vaccino antipolio. 
Il 3 marzo del 1993 moriva a 86 anni all’ospedale della Georgetown University di Washington Bruce Albert Sabin. È diventato famoso anche come “l’uomo della zolletta di zucchero”: era stato infatti lui a ideare il più diffuso vaccino contro la poliomielite che veniva somministrato con una zolletta imbevuta. Il suo nome viene spesso citato in questi giorni per via della pandemia da coronavirus, dell’andamento lento della campagna vaccinale, dei brevetti: chi propone di condividerli e chi dice che è impossibile.“È il mio regalo a tutti i bambini del mondo”, disse invece Sabin che visse una vita piuttosto rocambolesca, spesso drammatica. 
Non ha mai vinto il Premio Nobel per la Medicina ma è finito nel ritornello della canzone del film Mary Poppins con quel “poco di zucchero e la pillola va giù”. Un inno, allegro e inconsapevole, alla sconfitta di un’epidemia tragica.  Sabin era nato nel 1906 nel ghetto di Bialystok, in Polonia, una città parte dell’Impero Russo. Quando aveva 15 anni era partito con la famiglia per gli Stati Uniti. Il padre Jacob era artigiano: aveva deciso di partire per via della crescente ostilità anti-ebraica che si andava diffondendo in Europa. Bruce Albert fin dalla nascita era quasi cieco dall’occhio destro.Con l’appoggio dello zio, divenne un promettente studente di odontoiatria alla New York University. 
Quando però lesse il libro I cacciatori di microbi di Paul de Kruif cambiò idea: non più dentista, ma medicina. Microbiologia, per la precisione: un’epifania. L’aneddotica sulla sua vita racconta che andasse perfino raccogliendo microbi per la città, lì dove capitava: stagni, polvere, cassonetti della spazzatura e via dicendo.Sabin si laureò, divenne capo della ricerca pediatrica, assistente di William Hallock Park, celebre per gli studi sulla difterite. Approfondì quindi lo studio delle malattie infettive: la poliomielite era una piaga in quegli anni. 
La malattia virale aveva paralizzato tra il 1951 e il 1955 oltre 28.000 bambini. Diverse migliaia le vittime. Nel solo 51 negli USA aveva colpito 21.000 persone; in Italia oltre 8.000 nel 1958.La poliomielite colpisce il sistema nervoso centrale e in particolare i neuroni del midollo spinale. Il contagio avviene per via oro-fecale: ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. La fascia più a rischio sono i bambini sotto i cinque anni di età. L’1% dei malati sviluppano paralisi, il 5-10% una meningite asettica. Un vaccino annunciato negli Stati Uniti nel 1934 si era rivelato inefficace, anzi letale. 
Il Presidente Franklin Delano Roosvelt il 3 gennaio del 1938, costretto su una sedia a rotelle con una diagnosi di poliomielite – che in seguito sarebbe stata contestata – scrisse un appello sui quotidiani e fondò la National Foundation for Infantile Paralysis allo scopo di raccogliere fondi per la lotta alla malattia. La campagna, alimentata anche da volti noti, fece esplodere l’attenzione sulla poliomielite.Sabin era uno scienziato rigoroso ed intransigente. 
Un’esplosione di contagi a New York lo aveva spinto a studiare la polio, dal 1931 presso l’University of Cincinnati, nello stato dell’Ohio. Il suo primo grande risultato fu capire che non si trattava di un virus respiratorio: ma che vive e si moltiplica nell’intestino. Aveva inaugurato l’epoca degli enterovirus. Ma allo scoppio della II Seconda Guerra Mondiale Sabin partì come ufficiale medico: sbarcò in Sicilia e poi a Okinawa, in Giappone; a Berlino aveva intanto assistito a una terribile epidemia di polio. Quando tornò in America riprese le sue ricerche armando un laboratorio con 10mila topi e 160 scimpanzé. 
Mise a punto così un vaccino che si basava su ceppi indeboliti e che andava somministrato per via orale. Jonas Salk, ricercatore della University of Pittsburgh, aveva realizzato intanto tre vaccini, uno per ogni tipo fondamentale di polio, a partire da virus uccisi e conservati in formalina, che gli USA nel 1952 approvarono. Il farmaco di Salk tuttavia non preveniva il contagio iniziale e veniva somministrato tramite iniezione.A chiamare in causa gli sforzi di Sabin fu l’Unione Sovietica che, con altri Paesi dell’Est europeo, richiese allo scienziato di sperimentare il farmaco sulla sua popolazione. Fu un successo: il primo Paese a produrlo su scala industriale fu la Cecoslovacchia, poi la nativa Polonia, l’Urss stessa, la Repubblica Democratica Tedesca e la Jugoslavia. L’autorizzazione in Italia arrivò nel 1963, dal 1966 il vaccino divenne obbligatorio. In ritardo arrivarono anche gli Stati Uniti.Si vaccinarono milioni di bambini in tutto il mondo. L’ultimo caso negli Usa risale al 1979, in Italia al 1982.
 Sabin divenne molto celebre: ricevette 40 lauree honoris causa, il Premio Feltrinelli, la Medaglia Nazionale per la Scienza. Divenne anche presidente del Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele, e dopo la pensione continuò a studiare i tumori, il morbillo e la leucemia. “Non dobbiamo morire in maniera troppo miserabile – diceva – La medicina deve impegnarsi perché la gente, arrivata a una certa età, possa coricarsi e morire nel sonno senza soffrire”.
Se dolce come lo zucchero era il suo farmaco, altrettanto non era lui a quanto pare: dai modi spesso burberi, anche per una vita fin dall’infanzia segnata da drammatici sconvolgimenti che, non finirono in età adulta: la sua prima moglie, madre delle figlie Amy Deborah – chiamate come le nipoti uccise dalle SS durante la guerra – si tolse la vita trangugiando barbiturici nel 1966. Eredi dello scienziato vivono in Italia, tra Milano, Biella e Bologna. “Il vaccino di Sabin – si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità – somministrato fino ad anni recenti anche in Italia, ha permesso di eradicare la poliomielite in Europa ed è raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità nella sua campagna di eradicazione della malattia a livello mondiale”.
Se Sabin così spesso viene tirato in causa in questi giorni è per la sua decisione di non brevettare la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale dell’industria farmaceutica. “Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo”, disse e non guadagnò un dollaro dalla sua scoperta. Donò i ceppi virali all’Urss, superando le gare sull’orlo della Cortina di Ferro, tra Usa e Urss, in piena Guerra Fredda, e continuò a vivere del suo stipendio da professore. 
Molti lo tirano quindi in ballo per la campagna vaccinale, e la penuria di farmaci, contro il coronavirus che avanza a fatica in queste settimane, questi mesi.La questione è argomento di dibattito ormai da mesi. Oxfam ed Emergency hanno scritto un appello al governo per la liberalizzazione dei brevetti “ponendo fine al monopolio delle case farmaceutiche. A cominciare dal vaccino italiano Reithera, in dirittura d’arrivo”. Un brevetto riconosce un monopolio: un’esclusiva di produzione, uso e vendita. Vale di solito 20 anni. 
Questo meccanismo è considerato da molti economisti ed esperti un incentivo per investire nella ricerca. È anche vero però che molte ricerche vengono – e sono state, nel caso specifico – finanziate da ingenti investimenti pubblici.I vaccini sono anche farmaci poco redditizi rispetto a quelli che vengono assunti per una malattia cronica. I governi hanno in effetti la possibilità di sospendere momentaneamente il monopolio, da Risoluzione 58.5 dell’Assemblea Mondiale della Sanità (Ams). Una strada alternativa, come ha ricordato il Post in un lungo e approfondito articolo sulla questione, potrebbe essere una licenza su base volontaria da parte delle aziende farmaceutiche che permetta la produzione ad altre società. 
Il dibattito è comunque molto più complesso di così e si ramifica in tutti i brevetti che possono esserci dentro un solo vaccino, nelle norme per gli stabilimenti industriali, negli accordi e le collaborazioni tra case farmaceutiche (Sanofi e Novartis si occupano dell’imballaggio e del confezionamento dei lotti di Pfizer e BioNTech, per esempio), nelle autorizzazioni in arrivo per altri vaccini.
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giancarlonicoli · 4 years
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7 gen 2021 09:02
LO SMART WORKING PORTA ALLO SMART DRINKING - IL VIRUS HA CREATO UN’EPIDEMIA DI ALCOLISMO: CHIUSI IN CASA PER LOCKDOWN E QUARANTENE, GLI ITALIANI AFFOGANO LE LORO SOLITUDINI NELL’ALCOL – IL CONSUMO È SALITO DEL 200% ED È UN DRAMMA PER LE CATEGORIE GIÀ ESPOSTE ALL’ABUSO, COME I GIOVANI. OGNI ANNO MUOIONO 300MILA EUROPEI PER LA DIPENDENZA DA ALCOL, SENZA CHE LO STATO FACCIA GRANCHÉ...
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Claudio Risé per “La Verità”
Il prossimo guaio sanitario è già cominciato, anche se ministri e commissari della sanità e affini fanno finta di niente, e continuano ad intrattenerci con il loro argomento preferito: il Covid 19, garanzia del loro stipendio alla fine del mese.
Il prossimo e già attuale guaio, cui si dedicano da mesi i bravi ricercatori e i clinici che studiano invece di gigioneggiare in tv, non è più il virus cinese con i suoi figli e nipoti, ma le ormai ben più diffuse malattie e epidemie già in atto, e messe in campo e aggravate proprio dal modo in cui coloro cui è stata distrattamente affidata la salute del Paese hanno gestito il virus Covid 19.
La più evidente è l'epidemia di alcolismo che si è alzata all'ombra protettrice dei confinamenti, unico strumento, oltre alla paura, con cui la politica ha pensato di gestire il Covid 19. Utilizzando soprattutto spavento e terrore: mezzi ampiamente collaudati, che hanno forse funzionato in comunità più primitive e meno numerose, ma non potevano fare granché in una complessa e multiforme società come è l'Italia di oggi.
Qualcosa hanno comunque combinato: guai. Il come mai lo raccontano con educata precisione gli specialisti della Società italiana di alcologia nel numero speciale della loro rivista Alcologia. Speciale Covid-19 (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/pdf/Rivista%20Alcologia%20Speciale%20Covid-19%20N.%2040.pdf).
Lo Sguardo selvatico lo ha segnalato più volte: non si può curare un'epidemia, per giunta di un virus psicoattivo, senza tener conto delle conseguenze psicologiche delle misure che si prendono. Il chiudersi in casa non fa parte degli istinti umani: l'uomo è fatto per camminare, muoversi, incontrare.
Per imporre chiusure e distanziamenti occorre accompagnarli con percorsi psicologici e igienici: come organizzare il tempo, come rimanere in movimento anche in casa, ma soprattutto come mangiare e bere, pilastri della salute e della prevenzione in qualsiasi epidemia, a cominciare dal Covid. Altrimenti si suscitano reazioni avverse e malattie altrettanto e più gravi di quelle che si combattono. Il confinamento obbligatorio non spiegato e non accompagnato da istruzioni su come viverlo fa sì che i reclusi si comportino come tutti i reclusi immobilizzati: si deprimono.
E quale è il pozzo in cui cade più frequentemente il depresso? Il bere. È ciò che è puntualmente accaduto: negli ultimi mesi il consumo di alcol è salito - dice l'Istituto superiore di sanità, - fino al 200%. Quello che è aumentato di più è poi il consumo nelle categorie già esposte per il loro abuso di alcool alle più gravi patologie: epatiche, tumorali, circolatorie, psichiche. Qui l'alcol uccide. Come del resto accade tra i giovani fino ai 29 anni, per i quali l'incidente automobilistico per ubriachezza è la prima causa di morte.
Tra i minorenni i dediti al binge drinking (la ricerca di ubriacamento pesante e rapido, spesso con caduta finale) sono passati in quest' anno da 800.000 a un milione. A guardare questi dati e fatti salta agli occhi come il Covid 19 ponga un problema di civiltà, di stile e orientamento di vita, prima ancora che sanitario.
La nostra (come tutte quelle che si autodistruggono) è una civiltà malata, indebolita anche fisicamente e psicologicamente da uno stile di vita insensato e autodistruttivo, che qualsiasi virus, anche non particolarmente aggressivo come questo, può mettere in crisi in pochi giorni. Il nostro sistema di governo è talmente malato da pretendere di risolvere il problema con la passività, il chiudersi e il non fare, quando la forza dell'uomo, animale di per sé debole nei confronti della potenza della natura è invece proprio l'abilità nell'agire.
Certo che, però, per fare occorre pensare con intelligenza cosa fare, conoscere e studiare. Il guaio è che i ricercatori e i bravi medici, che sanno molto e hanno lavorato bene, nella vicenda Covid sono stati scavalcati da politici, burocrati e star della scienza tv che sapevano pochissimo e soprattutto non provavano pietà per i disgraziati di cui decidevano il destino.
Tutto ciò accade in un Paese, l'Italia, dove la dipendenza e abuso di alcol è già un problema grave, anche rispetto ai dati dell'Europa che già di suo è tra i continenti il primo consumatore nel mondo di alcol e il primo per tutte le patologie ad esso legate (infatti è anche uno dei continenti più in crisi, anche cognitiva e morale). Nell'ultimo anno per cui siano disponibili dati completi, il 2016, l'alcol è stato il responsabile del 5,5% di tutti i decessi registrati nell'Ue, per un totale di quasi 300.000 persone morte, in gran parte e prevalentemente per cancro (29% dei decessi attribuibili all'alcol), cirrosi epatica (20%), malattie cardiovascolari (19%) e lesioni (incidenti ed altro, 18%).
Come si vede, una strage di proporzioni non molto inferiori a quella procurata dal Covid 2019. Senonché la strage dell'alcol si registra regolarmente ogni anno, in misura sempre crescente, con un mortalità dunque complessivamente ben maggiore, e anche più preoccupante proprio perché endemica.
I 300.000 europei all'anno morti per alcol non sono uccisi da un virus misterioso ma sono persone che vengono distrutte dalla sostanza da cui sono diventati dipendenti senza che lo Stato faccia granché dal dissuaderli. Mentre per il Covid invece sono state prese misure straordinarie, facendo fallire interi settori produttivi con enormi danni per la condizione esistenziale di tutti.
Misure che inoltre (come dimostrano le ricerche dei ricercatori del campo), hanno gravemente danneggiato la condizione esistenziale di chi ha problemi con l'alcol, visto che sono state prese e presentate come se questi problemi non esistessero affatto, né per gli adulti né per i giovani e i minorenni. Infatti i consumi di alcol si sono impennati e diffusi, i disturbi aggravati, e buona parte del problema non ha potuto essere seguito visto che l'intero sistema sanitario è rimasto quasi totalmente occupato dal Covid.
Non solo, ma quando i giovani che durante il primo lockdown erano diventati dipendenti da alcol bevendolo in casa dove non sapevano che fare hanno finalmente potuto uscire e sono andati a bere con gli amici all'aperto, sono stati additati come untori pazzi e irresponsabili da autorità le cui provviste finanziarie provengono in parte notevole dall'alcolismo della popolazione.La situazione di chi ha problemi con l'alcol non è l'unica ad essere diventata altamente pericolosa per come la sanità nazionale ha gestito l'epidemia di Covid 19.
Tutte le altre malattie hanno problemi analoghi, a cominciare da quelle psicologiche e psichiatriche, e naturalmente le tossicodipendenze. È la nostra politica, ormai malatissima, ad aver bisogno di cure urgenti e profonde, e il nostro stile di vita a dover cambiare. O ci si ammalerà tutti.
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corallorosso · 4 years
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Quando Bergamo ha avuto bisogno, Palermo c’è stata. E l’ha fatto rispondendo nel modo più bello possibile: “L’Italia è una, indivisibile e solidale”. Con quella risposta, Palermo ha curato Ettore, Marco, ambedue bergamaschi in gravissime condizioni causa coronavirus, e uno dei due arrivato persino in coma. Ma oltre loro, Palermo e la sua cittadinanza si sono preso cura di altri 24 turisti bergamaschi rimasti bloccati lì all’inizio della pandemia. Li hanno accolti, ospitati, dimostrato loro tanta, tantissima solidarietà spontanea. Allora oggi Gori, il sindaco, ha annunciato che Bergamo, quella Bergamo piegata in due dal virus, non poteva dimenticare tutto quello. Non poteva dimenticare che quando Ettore entrò in coma e non si trovavano posti in rianimazione in Lombardia, fu dalla Sicilia che arrivò l’aiuto. E così i bergamaschi hanno raccolto l’idea di un inviato delle Iene: hanno letto un annuncio della scuola “Zen”, a Palermo, in uno dei quartieri più poveri della città, dove si diceva che i ragazzi avevano bisogno di materiale per continuare a studiare da casa. E non ci hanno pensato due volte. Hanno iniziato a spedire e-mail in tutta la città: c’è bisogno di voi. C'è bisogno di dimostrare noi, ora, solidarietà a Palermo. Il risultato? I telefoni squillavano dopo pochi secondi l’invio. Cittadini, artigiani, imprenditori. Hanno donato di tutto: tablet, pc, portatili. Una risposta di solidarietà enorme, immediata, generosa. Alcune persone hanno addirittura donato il “portatile di famiglia”. Tanta è stata la solidarietà che si è riempito non un camion, ma un tir per quei ragazzi siciliani. Che durante il tragitto verso la Sicilia si è persino arricchito con altre donazioni in altre città. Ma tutto è partito da Bergamo, dai bergamaschi. Dalla Bergamo in ginocchio. Che pure non ha dimenticato quella Palermo così distante ma così vicina. E l’ha voluta ringraziare così, con questa meravigliosa iniziativa che aiuterà tanti ragazzi siciliani, e che ci dimostra che quanto detto quella notte in cui Ettore fu portato a Palermo in coma con un volo militare era proprio la verità. “L’Italia è una, indivisibile e solidale”. E aggiungiamo noi, senza retorica, bellissima. (Leonardo Cecchi)
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Nuovo coronavirus – Asintomatici e Sintomatici ed ultime analisi sul Covid-19
Siamo al post finale di questo 2020 che riguarda ancora il nuovo coronavirus.
Nel post precedente ho scritto sul tracciamento del Covid-19 ed in particolare sull’App Immuni (Nuovo coronavirus – L’App Immuni e tracciabilità del Covid-19).
Ma altro si sarebbe potuto fare, era studiare ed approfondire il perché ci sono più asintomatici che sintomatici al Covid-19.
Magari tramite la compilazione di questionari da far compilare sia agli asintomatici e sia ai sintomatici, per quanto riguarda il tipo di alimentazione che si segue, se si è fumatori oppure no, se si fa uso di alcool o no, il tipo di attività lavorativa praticata se all’aperto o al chiuso se più da soli o in gruppo, più o meno il tempo trascorso all’esterno durante le giornate di sole, se poi durante l’estate scorsa si è andati al mare oppure in montagna, che tipo di farmaco eventualmente si utilizza o si è utilizzato nel periodo antecedente, ed ancora se c’è stata o non c’è stata attenzione all’utilizzo dei dispositivi e delle disposizioni anti-covid e che tipo di dispositivi di protezione si sono utilizzati, ed altri indicatori utili ad indagare e mappare meglio come si sviluppa ed evolve il contagio del nuovo coronavirus in persone con abitudini di vita simili.
Nel frattempo per fortuna è arrivato anzi sono arrivati i vaccini anticovid-19 che hanno bruciato tutte le tappe della sperimentazione in tempi record!!! Sembrano che funzionano, ma sono altrettanto sicuri?
Continua a leggere: Nuovo coronavirus – Asintomatici e Sintomatici ed ultime analisi sul Covid-19
BUON 2021 a  Tutti 
Cambiamo La Nostra Italia
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frontedelblog · 4 years
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Maurizio Borghetti: "Le Tac, lo dicono da aprile: il coronavirus è meno aggressivo"
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Il radiologo Maurizio Borghetti sta lottando in prima linea  all'ospedale di Crema contro il coronavirus dallo scorse mese di febbraio. E tanto durante il lockdown, quanto adesso, via social ha sempre spiegato il modus operandi del Covid-19. E il suo è stato un servizio illuminante, fuori dal coro, per la collettività. Ecco di seguito il suo nuovo intervento …   Leggo di tutto su questa pandemia, imparo ragionando, la vivo nella mia linea (che sia la prima, o no, non è importante) ma preferisco scrivere qui. Preferisco parlare con chi...immagino avrei potuto essere al suo posto. Pur con le dovute necessarie norme di rispetto e riservatezza a cui ciascuno si deve attenere, ritengo che i social abbiano reso la comunicazione e l'informazione più ampia e democratica, potendo bypassare le modalità di arruolamento negli articoli, nelle riviste, nei grandi giornali, nelle grandi TV eccetera.  Un po' come è stato l'avvento di Youtube per la musica. O delle piattaforme radio 'libere' in internet. In due mesi e mezzo a Crema abbiamo fatto più di tremila Tac torace per Covid e sospetti Covid, alla ricerca delle polmoniti, per valutare la loro estensione, per controllare il decorso. È quindi evidente che la Tac sia stata ampiamente utilizzata: e non sono il solo oggi a sottolinearne la validità e il rapporto col buon numero di falsi negativi dei tamponi. Ricordo di aver scritto sui social, lo scorso 13 aprile che le Tac nuove positive si erano sensibilmente ridotte (da 60-80 o più al giorno a 10 o meno ) e il post era stato ripreso dai mass media locali titolandolo come "il virus che ha perso forza". Ebbene, senza la pretesa di essere considerato a tutti i costi un articolo scientifico, quello fu il primo intervento "mediatico" a indicare un sensibile cambiamento della incidenza di malattia, quello che poteva maggiormente interessare la gente chiusa in casa. Avrebbe potuto anche interessare altri, nessuno ha posto veti. Le modalità di approccio per diagnosi, ricovero e cura extra-ospedaliera non mi pare fossero sostanzialmente diverse, né al periodo precedente né a quello successivo.  Da allora si è verificato il progressivo miglioramento della situazione per arrivare infine al contenimento attuale anche del numero dei decessi. Non pretendo, di aver ragione, ma fino a prova contraria il nodo centrale resta, secondo me, l'incapacità della epidemia virale di provocare, a un certo punto e con la stessa intensità e gravità, la polmonite interstiziale, diagnosticata con buona precisione dalla Tac. Il mondo scientifico è giusto ed è bene vada a valutare e studiare tutto quanto, verificando ogni possibile aspetto, ma non può prescindere da questo dato. E se l'ipotesi e, o la conclusione di un processo di valutazione non concordano, penso che possano avere un qualche difetto... sempre fino a prova contraria. Dai Burdèl che ghe la fèm…   Così postò sulla sua pagina Facebook, Maurizio Borghetti, DocRock d’Italia… Stefano Mauri Read the full article
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novalistream · 4 years
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Quando Bergamo ha avuto bisogno, Palermo c’è stata. E l’ha fatto rispondendo nel modo più bello possibile: “L’Italia è una, indivisibile e solidale”. Con quella risposta, Palermo ha curato Ettore, Marco, ambedue bergamaschi in gravissime condizioni causa coronavirus, e uno dei due arrivato persino in coma. Ma oltre loro, Palermo e la sua cittadinanza si sono preso cura di altri 24 turisti bergamaschi rimasti bloccati lì all’inizio della pandemia. Li hanno accolti, ospitati, dimostrato loro tanta, tantissima solidarietà spontanea. Allora oggi Gori, il sindaco, ha annunciato che Bergamo, quella Bergamo piegata in due dal virus, non poteva dimenticare tutto quello. Non poteva dimenticare che quando Ettore entrò in coma e non si trovavano posti in rianimazione in Lombardia, fu dalla Sicilia che arrivò l’aiuto. E così i bergamaschi hanno raccolto l’idea di un inviato delle Iene: hanno letto un annuncio della scuola “Zen”, a Palermo, in uno dei quartieri più poveri della città, dove si diceva che i ragazzi avevano bisogno di materiale per continuare a studiare da casa. E non ci hanno pensato due volte. Hanno iniziato a spedire e-mail in tutta la città: c’è bisogno di voi. C'è bisogno di dimostrare noi, ora, solidarietà a Palermo. Il risultato? I telefoni squillavano dopo pochi secondi l’invio. Cittadini, artigiani, imprenditori. Hanno donato di tutto: tablet, pc, portatili. Una risposta di solidarietà enorme, immediata, generosa. Alcune persone hanno addirittura donato il “portatile di famiglia”. Tanta è stata la solidarietà che si è riempito non un camion, ma un tir per quei ragazzi siciliani. Che durante il tragitto verso la Sicilia si è persino arricchito con altre donazioni in altre città. Ma tutto è partito da Bergamo, dai bergamaschi. Dalla Bergamo in ginocchio. Che pure non ha dimenticato quella Palermo così distante ma così vicina. E l’ha voluta ringraziare così, con questa meravigliosa iniziativa che aiuterà tanti ragazzi siciliani, e che ci dimostra che quanto detto quella notte in cui Ettore fu portato a Palermo in coma con un volo militare era proprio la verità. “L’Italia è una, indivisibile e solidale”. E aggiungiamo noi, senza retorica, bellissima. (Leonardo Cecchi)
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wdonnait · 4 years
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Coronavirus, a Roma negozi aperti in tre fasce orarie
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/coronavirus-a-roma-negozi-aperti-in-tre-fasce-orarie/108400?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=108400
Coronavirus, a Roma negozi aperti in tre fasce orarie
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A Roma ci si sta già attrezzando con l’apertura dei negozi per la fase 2 del Coronavirus.
Stando alle ultime dichiarazioni, ci sarà una suddivisione in tre fasce orarie, ossia 8,30, 10 e 11,30.
Andando nello specifico, i primi a partire durante il corso della giornata saranno i supermercati, ma anche le pasticcerie e i forni alimentari.
Alle ore 10 invece, si prevede l’apertura dei negozi di vicinato (piccole botteghe, negozi di elettronica e così via), le ferramenta e il commercio legato alle pratiche auto.
Infine, alle 11,30 dovrebbe esserci l’apertura di librerie, negozi di abbigliamento, scarpe e tutto ciò che non ha a che fare con i beni di prima necessità.
Fase 2 e i test sui trasporti pubblici
Tuttavia, il tema delle riaperture dei negozi stabilite in tre fasce orarie è stato discusso ieri da Carlo Cafarotti, assessore dello sviluppo economico di Roma.
A prescindere da tali misure, c’è ancora una situazione molto complessa da definire, ossia quella dei bus, dei treni e delle metro, indispensabili per tantissime persone.
Proprio a tal proposito, hanno avviato dei test sui trasporti pubblici che andranno incontro a vari tentativi nei prossimi giorni, prima della riapertura ufficiale del 4 maggio.
Il piano prevede che ci sia una capienza equivalente al 70%. A livello pratico, si parlerebbe di 30 persone sui bus e all’incirca 300 sulle metro. Ma è ancora tutto da definire nel dettaglio.
Questo perché è importante studiare come far conciliare il tutto nel migliore dei modi.
Per esempio, si sta pensando ad un app che consenta ai passeggeri di prenotarsi per l’accesso i mezzi pubblici. Così facendo, si potrebbe ridurre l’afflusso di gente, evitando gli assembramenti.
Ma non è tutto. E’ previsto anche l’obbligo della mascherina a bordo e la sanificazione costante di tutte le superfici, garantendo anche una perfetta aerazione.
Ovviamente non sarà affatto semplice, specialmente a Roma e in tutte le altre grandi città.
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mirkocuneo · 4 years
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Daniele Viganò: Come raggiungere il successo in modo rapido ed efficace
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Il libro “7 giorni per volare” edito da Sperling & Kupfer, insegna come raggiungere il successo in modo rapido ed efficace. L'autore è Daniele Viganò, leader e CEO dell’azienda da lui stesso creata (partendo dal nulla). Mental coaching e training sono i mantra principali di Daniele. Durante la lunga carriera, ha formato oltre 150 mila persone sparse in tutto il mondo, partecipando a prestigiose conferenze nei settori dell'imprenditoria e della finanza. E' stato in grado di coinvolgere migliaia di persone, affermando la sua innata capacità di leadership. L'autore ha messo a punto una metodologia innovativa, in grado di migliorare la carriera personale in soli sette giorni. "Non esiste una formula vincente valida per tutti. Ognuno è imprenditore di sé stesso. E' importante sperimentare per trovare la propria strada.Il vero leader deve essere in grado di coinvolgere e affascinare, trasmettendo la passione per il proprio lavoro. L'emergenza Coronavirus può trasformarsi in opportunità per i media online; dobbiamo cercare nuovi strumenti, migliorando le nostre conoscenze e pianificando percorsi mai intrapresi fino ad ora.Non posso dire se il futuro sarà migliore, cominciamo ad utilizzare bene il nostro tempo. Poi ne riparleremo! Non abbiamo scuse per non darci da fare, questo momento è ideale" - Dichiara Daniele. Anche Viganò si adatta alle circostanze attuali, inaugurando un'academy online pensata per manager e imprenditori che vogliono studiare a distanza. "Gli imprenditori comprano la consulenza online, soprattutto quelli più volenterosi. Vogliono essere d'esempio per dipendenti, clienti e business. Chi è pronto a cambiare, comprende l'importanza della situazione. Il mercato che ora conosciamo smetterà di esistere. E' necessario mantenere stabile il fatturato, trovando nuovi metodi per farlo crescere.Fare uno sforzo iniziale è importante, la fatica verrà ripagata, sperimenteremo nuove strade, appaganti e concrete" - Conclude Viganò. Read the full article
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Corus: Comunicato stampa
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Corus: Comunicato stampa
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Il progetto Corus è una piattaforma che vuole essere a supporto della Task Force nazionale per la fase 2, ovvero il superamento del coronavirus.
È un progetto collaborativo e cooperativo aperto a tutte le organizzazioni imprenditoriali, professionali, artigiane, istituzionali, università centri ricerca, start-up, e a tutti i cittadini che vogliano mettersi a disposizione. Il progetto non gode di alcun finanziamento, sponsorizzazione o supporto di alcun genere. Non ci sono pubblicità o altre forme di sostegno. Il progetto nasce sull’esperienza pluriennale di Emergenza24 nella gestione elle emergenze e crisi e dal team che si occupa di comunicazione e superamento delle crisi.
Non è mai successo nella storia che si dovesse far ripartire un paese dopo un fermo prolungato. Non siamo nelle stesse condizioni di un evento post bellico perché la complessità relazionale, economica  e finanziaria che abbiamo in questo momento storico non è paragonabile. Far ripartire in paese, in un momento post-globalizzazione, include degli elementi di rara complessità. Abbiamo deciso di avviare questo progetto con un solo e chiaro obiettivo: aiutare le persone. Abbiamo messo a punto un sistema scalabile e replicabile in ogni paese e se per primi abbiamo affrontato in maniera sistematica il coronavirus adesso lo dobbiamo fare con il riavvio del paese.
Nulla sarà come prima.
Oltre la retorica questo fermo peserà in maniera ancora poco quantificabile sui cittadini, sulle imprese, sul sistema politico e finanziario. È immaturo e ingenuo pensare che si possa tornare alle condizioni di vita che avevamo prima del coronavirus.
Il progetto ha preso avvio dall’iniziativa Corus – Cancelliamo il Coronavirus di Emergenza24 dal mese di febbraio 2020. È stata la prima risposta nel paese ad una richiesta di solidarietà locale e sociale. Si sono aiutate migliaia di persone a fare la spesa, acquistare medicine, accertarsi della loro salute. Un progetto che in pochi giorni ha raggiunto il milione di adesioni, persone che hanno scaricato il manifesto ed applicato, condominio su condominio. Subito dopo abbiamo deciso che era importante studiare e pianificare il riavvio dell’intero sistema paese. Andare oltre l’emergenza.
L’obiettivo del progetto Corus è quello di costruire un sistema di conoscenza che, a partire da scenari via via sempre più precisi, possa offrire un reale aiuto ai cittadini, ai lavoratori, alle imprese ed istituzioni per un riavvio efficace e sicuro dopo il dramma del coronavirus
Collaborare per crescere
CorusLab e RiavviaItalia s’incontrano sulla via della condivisione progettuale di idee e progetti per il riavvio del Paese dopo il reset subito per via del contagio da COVID-19. In questi ultimi giorni si percepisce un’effervescenza, anche in contrasto alla deriva della depressione sociale imposta dal lockdown: nell’aria c’è desiderio di mettersi in gioco, non solo con espressioni sodali di volontariato ma con uno slancio vitale per pensare al “dopo”. In tal senso RiavviaItalia ha predisposto una sorta di volano per le idee, una piattaforma in cui riaggregare le tante idee, proposte, progetti e buone pratiche a cui non basta solo la visibilità ma spesso un incentivo progettuale, un’opportunità in più. Nell’interazione collaborativa si attua quell’intelligenza connettiva di cui siamo portatori sani da sempre, non solo dall’avvento del web che ha accelerato i processi di comunicazione ma da quando abbiamo preso consapevolezza che la natura dell’homo sapiens è inscritta in quella di tutti gli ecosistemi. Tutto è interconnesso.
https://www.coruslab.it/
C. Alessandro Mauceri nel Comitato Scientifico di Corus
C. Alessandro Mauceri, dopo la formazione classica ha frequentato la facoltà di ingegneria. Il richiamo della scrittura si era già fatto sentire durante il periodo scolastico: alcuni sui scritti furono pubblicati su “L’Ora”, uno dei maggiori quotidiani siciliani dell’epoca. Nel corso degli anni si è occupato di micro imprenditorialità, di artigianato e dei problemi che da sempre caratterizzano la vita delle piccole e medie imprese, con particolare riguardo ai rapporti tra aziende e pubblica amministrazione: comunale, provinciale, regionale, nazionale e comunitario. Ha scritto numerosi libri: Palermo Produttiva, indagine sul comparto produttivo delle piccole e medie imprese della Provincia di Palermo (Palermo 2005), Pesca Pescato. Opportunità di collaborazione tra imprese del settore ittico siciliane e tunisine (Palermo); Quaderno sull’internazionalizzazione del mondo arabo (Palermo 2002); Artigiani che fanno: che farne? Analisi del comparto produttivo artigiano della provincia di Palermo (Palermo 2007), Analisi delle condizioni di vita degli anziani nella città di Palermo (Palermo 2007) e altri. Per decenni ha tenuto corsi e seminari presso istituti statali, associazioni, enti pubblici e privati e organizzazioni internazionali. Uno degli ambiti in cui si è maggiormente cimentato è stato lo sviluppo sostenibile. È stato membro del gruppo di lavoro ambientale europeo dell’A.E.G.E.E. e ha collaborato più volte con Greencross Italia. Ha scritto centinaia di articoli pubblicati su diversi giornali, in Italia e all’estero: “Dazebaonews”, “Notizie geopolitiche”, “L’Ora”, “La Voce di New York”, “Aneddotica Magazine” e molti altri. Tra i lavori più recenti “La condizione dei bambini dell’Africa sub-sahariana tra sfruttamento delle risorse naturali e degrado sociale” inserito in “Africa: scenari attuali e sfide future”, ed. ASRIE, “Guerra all’acqua” ed. Rosenberg & Sellier e “Lavoro minorile in Eurasia”, ed. ASRIE.
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