#SPETTACOLO DI FUOCO
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#acrobatica fuoco#artisti circensi#artisti di fuoco#artisti di strada#artisti di strada puglia#artisti matrimonio#bolle di sapone#danza aerea#Eventi di Classe#eventi in puglia#eventi pubblici#fachirismo#Farfalle Luminose#feste private#fireshow#giocoleria di fuoco#giocoliere#Luminarie salentine#mangiafuoco#Matrimonio Puglia#spettacolo bolle di sapone#spettacolo del fuoco#SPETTACOLO DI FUOCO#spettacolo giocoleria#spettacolo matrimonio#sputafuoco#teatro burattini#trampolieri#Wedding Lights#WEDDING PUGLIA
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On August 16, 2024, the serene coastal town of Vasto Marina transformed into a dazzling spectacle as breathtaking fireworks lit up the night sky over the Gulf. Locals and tourists alike gathered along the sandy beaches and picturesque promenades to witness the vibrant display of colors reflecting brilliantly off the tranquil waters of the Adriatic Sea. The joyous explosions of light and sound created an enchanting atmosphere, celebrating the rich culture and lively spirit of this charming Italian seaside destination.
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L'educazione delle masse è stata assunta dalla televisione. E la televisione è dovunque nelle mani dei privati, cioè del Potere. Dunque agisce nel loro interesse, e contro l'interesse degli spettatori, cioè delle masse. Solo che il suo funzionamento è assai più pervasivo, più potente, più subdolo: l'educazione si realizza manipolando. E la manipolazione avviene in forme accattivanti, divertenti, solleticanti, tendenti al massimo ascolto. Così siamo stati “educati". Dunque il problema all'ordine del giorno è mettere a fuoco una verità elementare. È la tv a plasmare gli individui e a definire lo stato psicologico, intellettuale, morale di un popolo intero. In quanto tale, essa non dovrebbe essere né al servizio dei pochi, né fuori dal controllo democratico dei molti. In una società “debole”, cioè con un livello civile ridotto o elementare, la tv ha effetti più devastanti. Cento trasmissioni sono devastanti per lo stato intellettuale e morale di un intero paese. Hanno prodotto lo spettacolo necessario per stemperare gli obiettivi di trasformazione sociale; per oscurare, marginalizzare, ridicolizzare la critica al sistema; per produrre il rumore di fondo sufficiente a impedire l’ascolto di altre voci. Penso che per fare la televisione bisogna avere la patente. Perché l'informazione è un diritto e non può essere subordinata al mercato; perché la cultura è un patrimonio comune; perché l'educazione è un dovere.
P.P. Pasolini
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Buona visione
Il flusso lento del leggere sta diventando un atto fuori dai ritmi dei tempi. Un testo pretende il suo peculiare ritmo di lettura indugiante rispetto a quello veloce dell’atto del vedere. Lo straripante ed eccitante affollamento di messaggi che fluiscono in uno spettacolo visivo continuato, proposto quotidianamente da schermi, è come dicevo meno “faticoso” della lettura. Il leggere ha piú pretese. Pretende che ci si fermi sul dettaglio, che si restringa il fuoco dell’attenzione anche sul minimo, su una porzione delimitata della pagina, una parola, un sintagma, una frase, un segno di interpunzione addirittura.
G. L. Beccaria, In contrattempo, Torino, Einaudi, 2022
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L'educazione delle masse è stata assunta dalla televisione. E la televisione è dovunque nelle mani dei privati, cioè del Potere. Dunque agisce nel loro interesse, e contro l'interesse degli spettatori, cioè delle masse. Solo che il suo funzionamento è assai più pervasivo, più potente, più subdolo: l'educazione si realizza manipolando. E la manipolazione avviene in forme accattivanti, divertenti, solleticanti, tendenti al massimo ascolto.
Così siamo stati “educati". Dunque il problema all'ordine del giorno è mettere a fuoco una verità elementare. È la tv a plasmare gli individui e a definire lo stato psicologico, intellettuale, morale di un popolo intero. In quanto tale, essa non dovrebbe essere né al servizio dei pochi, né fuori dal controllo democratico dei molti. In una società “debole”, cioè con un livello civile ridotto o elementare, la tv ha effetti più devastanti. Cento trasmissioni sono devastanti per lo stato intellettuale e morale di un intero paese. Hanno prodotto lo spettacolo necessario per stemperare gli obiettivi di trasformazione sociale; per oscurare, marginalizzare, ridicolizzare la critica al sistema; per produrre il rumore di fondo sufficiente a impedire l’ascolto di altre voci (…).
Penso che per fare la televisione bisogna avere la patente. Perché l'informazione è un diritto e non può essere subordinata al mercato; perché la cultura è un patrimonio comune; perché l'educazione è un dovere.
Pier Paolo Pasolini
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C'è un grosso incendio sulla pre-Sila, perché alla mancanza d'acqua si accompagna anche il divertimento di bruciare tutto, è un rapporto odio/amore che i piromani intrattengono con la natura matrigna. Fra un poco arriveranno i panciuti elicotteri della forestale con i loro addomi carichi di ritardante, come quello che si spalma sui goldoni, uno spettacolo senza pari che nemmeno le olimpiadi. Il fuoco piace al tipo australe, non passa sera, estate e inverno, che non facciano i botti, a me che danno fastidio anche i palloncini che scoppiano è la condizione ideale per mantenermi sempre vigile e all'erta. A ben guardare anche la passione per il peperoncino denota questa smania per le cose che bruciano, brucia tutto, la Sila, il sole, il gargarozzo, mi sento come una ricottina pallida che squaglia sotto il sole.
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30° MedFilm Festival - concorso cortometraggi
Amplified (2024) Dina Naser - disabilità e infanzia temi delicati che la regista giordana tratta con abilità lavorando molto sul sonoro. Forse troppa carne al fuoco dal punto di vista narrativo.
Valerija (2024) Sara Jurincic - un viaggio nella memoria di due donne dove le immagini riuniscono vivi e morti, interessanti le tecniche sperimentali utilizzate, ma non coinvolge.
The Form (2024) Melika Pazoukiv - la storia di una quindicenne iraniana che si appresta a un incontro sessuale, buonissime le premesse, me non del tutto sviluppate.
I corti sono disponibili per gli abbonati MyMovies One nei giorni del festival
#30 MedFilm Festival#cortometraggi#concorso#Amplified#Dina Naser#Valerija#Sara Jurincic#The Form#Melika Pazouki#101124#mymovies one
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Passiamo una vita a spegnere.
Di tutto.
Emozioni, sogni, sorrisi, urla, sguardi. Il fuoco che abbiamo dentro.
Per poi renderci conto, ad un certo punto, che siamo nati per accendere.
Abbiamo una tigre dentro di noi
che ruggisce per essere liberata.
La teniamo in gabbia, al guinzaglio. Stiamo ben attenti a tenerla buona, a bada il più possibile. E se inizia a muoversi, la puniamo.
La vogliamo far zittire, immobilizzare, morire. Spegnere.
Non sappiamo più come si fa ad accendere.
L'entusiasmo, la saggezza, la quiete.
Perché siamo abituati a buttare acqua sul fuoco. Subito!
Crediamo di doverlo controllare per paura di bruciarsi. E ci perdiamo così tutto lo spettacolo delle sue scintille.
Per spegnere, dobbiamo impiegare una marea di energie.
Quando invece basterebbe osservare quel fuoco scoppiettante, gustarsi il calore e accarezzare la nostra tigre arrabbiata per sentirci vitali, traboccanti di forze, accesi di vita.
È il momento di lasciare galoppare libero il nostro cuore, di farlo andare verso praterie sconfinate, di fidarci del suo saggio intuito, di farlo nitrire di gioia incontenibile!
È ora di sfamare di vita la nostra belva interiore!
- Elena Bernabè
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Dune - Parte Due, un sequel imponente, tra continuità e naturale evoluzione
Ci siamo. Finalmente
Finalmente perché è uno di quei film che sono in grado di portare il pubblico in massa nelle sale. Finalmente perché è indubbiamente il tipo di produzione di cui il cinema ha bisogno per solleticare l'immaginario degli spettatori e mostrare come e quanto il grande schermo possa fare ancora la differenza rispetto all'ormai abituale visione casalinga.
L’attesa è stata ampiamente ripagata da quanto si è potutto vedere, perché ha contribuito nell’ accrescere l’ hype per questo secondo capitolo e anche perché arriva in un periodo meno carico di novità rispetto lo scorso autunno, quando era programmata inizialmente la sua uscita.
Dune - Parte Due si presenta al proprio pubblico in una perfetta continuità con quanto visto nella prima parte, non solo continuando ma anche sviluppando la storia che era stata impostata, rappresentandone la naturale evoluzione sia in termini narrativi che espressivi. Resta il Dune che molti avevano amato nella sua prima parte alzano però l'asticella sotto molti punti di vista.
Dune - Parte Due riparte da dove ci aveva lasciato, da quella conclusione che a molti aveva lasciato l'amaro in bocca. La seconda parte riprende l'arco narrativo di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e le fila del racconto in senso ampio e compiuto. In questa seconda parte molto più spazio è finalmente dedicato al personaggio di Zendaya che nella prima parte aveva un ruolo molto introduttivo. Ed è alla Chani di Zendaya e ai Fremen che Paul si unisce, alla ricerca della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e per fermare quel terribile futuro che è in grado di prevedere. Una missione che mette Paul davanti a sfide e scelte, portando avanti la componente drammatica ed epica che l'adattamento di Villeneuve aveva già introdotto nel precedente.
Denis Villeneuve ci riconduce in un mondo affascinante e costruisce il film attorno ai suoi personaggi: il suo Dune, pure essendo un grande spettacolo visivo, è anche sopratutto la loro storia che il regista asseconda sia in termini di scelte visive che per la fotografia. L'autore di Arrival e Blade Runner 2049 ci mette faccia a faccia con le scelte che deve compiere Paul per poter portare avanti la sua missione, ma sopratutto si affida per dare cuore e forza al racconto alla Chani di Zendaya, forse uno dei personaggi con il percorso più solido e strutturato. Se però lei non è una novità assoluta, lo è invece Austin Butler con il suo Feyd-Rautha Harkonnen, figura enigmatica e folle, a cui l'attore dà vita sia nello sguardo che nelle movenze, in un perfetto equilibrio su un filo sottilissimo senza scivolare in eccessi che l'avrebbero potuto rendere una macchietta.
Peccato per le altre New Entry che hanno poco spazio, che come per Zendaya nel capitolo precedenti fanno capolino nella storia in attesa di avere maggior spazio e ulteriore importanza nel seguito. È il caso di Florence Pugh e Christopher Walken, la cui valutazione andrà ragionata sulla lunga distanza e sulla trilogia che Villeneuve ha in mente. Si tratta in ogni caso di limiti dovuti alle scelte di scrittura e costruzione narrativa su più film, piuttosto che valenza e qualità degli attori, perché tutto il cast e la relativa resa visiva è sempre a fuoco e ottimale.
C'è infatti continuità narrativa e visiva in Dune - Parte Due rispetto al suo precedessore. Il nuovo film riprende e amplifica quanto già visto con coerenza stilistica e contenutistica, un aspetto che consideriamo come uno dei suoi pregi, ed è qualcosa di non così scontato come potrebbe sembrare. Il Dune di Villeneuve si dimostra un'opera unica e potente. Nessun compromesso a cui sottostare, Villeneuve, nel dettare i tempi del suo racconto, lo porta avanti con un andamento calmo e ragionato ma allo stesso tempo potente e travolgente: non c'è scena di Dune - Parte Due che non lasci il segno, che sia un semplice dialogo o una battaglia che lascia senza fiato.
Ci si sente travolti dalla sabbia del deserto di Arrakis, tremano le gambe quando ci si trova faccia a faccia con i possenti vermi che abitano quei luoghi, e si freme di emozione nei momenti più intensi ed emotivi. Si partecipa alla visione e ci si immerge al suo interno sostenuti dalla musica di un Hans Zimmer e da una fotografia d'impatto capace di adattarsi ai diversi momenti e luoghi del film e dei personaggi. Dune - Parte Due prende a piene mani quanto c'era già di buono nel capitolo precedente e fa quel passo in avanti che ci si aspettava e augurava. E travolge lo spettatore come una tempesta di sabbia.
Concludendo Dune Parte 2 è un sequel in perfetta continuità con quanto visto nel precedente, un secondo film che affonda a piene mani in quanto di buono e forte era già presente nel primo capitolo e lo sviluppa con coerenza. Una vera e prorpia evoluzione, più che una sola continuazione di quanto già visto, che porta alla realizzazione del percorso di alcuni personaggi, sviluppandone altri soltanto accennandoli e guarda avanti introducendo altri elementi che la possibile e probabile terza parte avrà modo di approfondire. Molto a fuoco tutto il cast, ma è la messa in scena del racconto da parte di Denis Villeneuve a lasciare davvero senza fiato, grazie alla potenza e magnificenza della costruzione audio-visiva. Un film da vedere e da ammirare.
Perché ci piace
- La coerenza con cui vengono sviluppati i discorsi introdotti nella prima parte, sia dal punto di vista narrativo che visivo.
- La potenza della messa in scena e tutto il comparto audio-visivo del film.
- Un Hans Zimmer in stato di grazia nel sostenere il racconto con la sua colonna sonora.
- La Chani di Zendaya, su cui è stato fatto un ottimo lavoro di scrittura e costruzione narrativa.
- Timothée Chalamet, Zendaya e tutto il cast.
Cosa non va
- … al netto di un paio di personaggi che sono solo introdotti e che dovremo aspettare di veder sviluppati nella possibile Parte Tre.
- Se eravate scettici dopo il primo film, è possibile che anche il secondo non vi travolga. Ma per qualità e potenza vale la pena di provare.
#dune#dune part two#dune part 2#dune movie#dune 2#paul atreides#timothee chamalet#zendaya#florence pugh#austin butler#review#recensione
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Spettacolo cuore luminarie
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On August 16, 2024, the serene coastal town of Vasto Marina transformed into a dazzling spectacle as breathtaking fireworks lit up the night sky over the Gulf. Locals and tourists alike gathered along the sandy beaches and picturesque promenades to witness the vibrant display of colors reflecting brilliantly off the tranquil waters of the Adriatic Sea. The joyous explosions of light and sound created an enchanting atmosphere, celebrating the rich culture and lively spirit of this charming Italian seaside destination.
#italy#exclusiveproperty#abruzzo#Fuochi d'Artificio#Spettacolo Pirotecnico#Luci nel Cielo#Festa#Notte di Fuoco#Celebrazione#Colori#Esplosioni di Luce#Magia
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Mi esibisco nella metro
Era una giornata come tante altre nella metropolitana di una città che non dorme mai. I vagoni erano gremiti di persone, un miscuglio di vite e storie che si sfioravano senza toccarsi veramente. Io ero lì, in mezzo a quella folla, con un segreto che pulsava tra le gambe.
Mi ero svegliata con un desiderio ardente, un fuoco che avevo deciso di non spegnere. Avevo scelto di indossare una gonna leggera, senza biancheria intima, sentendo il tessuto sfiorarmi la pelle come una carezza clandestina. Ogni passo era un promemoria del gioco pericoloso che avevo in mente.
Appoggiata al muro del vagone, apparentemente intenta a leggere le notizie sul mio telefono, iniziai a muovere impercettibilmente il piede, accavallando le gambe in modo da far scivolare l'interno coscia contro la mia vulva già sensibile. Il contatto era lieve, ma sufficiente a farmi sentire bagnata e gonfia di desiderio.
La mia mano scivolò lentamente lungo la coscia, fingendo di sistemare la gonna, ma in realtà cercando il calore umido del mio sesso. Le dita si infilarono tra le pieghe della mia fica leggermente pelosa, trovando il clitoride già teso e pulsante. Un brivido mi percorse la schiena e fui certa che nessuno potesse notare il leggero tremore delle mie labbra.
Con movimenti circolari, iniziai a stuzzicare il mio clitoride, aumentando lentamente la pressione. La mia vagina si contraeva, anelando alla penetrazione che avrei voluto, ma sapevo che quello non era il luogo né il momento per un cazzo vero. Dovevo accontentarmi delle mie dita, che si muovevano con una maestria che solo l'autoesplorazione può insegnare.
Mentre mi abbandonavo a quel piacere clandestino, i miei occhi si posarono su un uomo seduto di fronte a me. I suoi occhi erano fissi sul suo giornale, ma ogni tanto si sollevavano appena, come se cercassero qualcosa. Feci in modo che la mia gonna si sollevasse leggermente, rivelando per un attimo la mia figa. Il suo sguardo si fermò, e un sorriso si disegnò sulle sue labbra. Sapevo che avrebbe potuto immaginare cosa stesse accadendo sotto quel tessuto che si muoveva al ritmo dei miei movimenti.
La mia eccitazione cresceva, alimentata dall'idea di essere osservata. Inserii una, poi due dita nella mia vagina, sentendo le pareti calde e accoglienti stringersi intorno a loro. Pompavo lentamente, mentre con il pollice continuavo a massaggiare il mio clitoride. Il piacere si accumulava, una tensione dolce e incessante che mi spingeva verso l'abisso.
La mia respirazione divenne più affannosa, e dovetti fare attenzione a non tradire il mio stato di estasi imminente. Mi morsi il labbro, trattenendo un gemito mentre la mia mano libera si stringeva intorno alla ringhiera, fingendo di cercare equilibrio. La verità era che stavo perdendo il controllo, e ogni fibra del mio essere era tesa verso il culmine.
E poi successe. Un'esplosione di piacere mi travolse, partendo dal mio ventre e irradiandosi in onde continue che mi facevano tremare. La mia vagina si contrasse intorno alle dita, mentre la mia mano si bagnava del mio stesso piacere. Un calore intenso mi avvolse, e per un attimo il mondo intorno a me svanì, sostituito da una nebbia di pura estasi.
Quando riaprii gli occhi, l'uomo era ancora lì, e i suoi occhi incontrarono i miei. Capimmo entrambi senza bisogno di parole. Aveva assistito allo spettacolo più intimo che potessi offrire, e il suo sguardo era un misto di ammirazione e desiderio inappagato.
Mi sistemai con calma, riducendo il battito accelerato, e mi preparai a scendere alla mia fermata. Avevo raggiunto il mio obiettivo, avevo trasformato un viaggio ordinario in un'avventura erotica, lasciando dietro di me una scia di desiderio e la conoscenza che, a volte, il piacere più intenso può nascondersi in piena vista.
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Guardo l'alba, ogni volta, con l'entusiasmo di bambina. Mi sento come se violassi uno spazio in cui non è consentito entrare, come se io stessi assistendo ad uno spettacolo non fatto per i miei occhi. Ogni volta mi pare impossibile che lì, proprio da quel punto appena un poco più luminoso, possa levarsi un sole di fuoco, ed invece semplicemente accade. Mi disarma la bellezza che può esserci intorno quotidianamente, e soprattutto come questa accada senza che nessuno la contempli. Al punto che mi chiedo se esista davvero, se non vista. Questa mattina c'era la musica ed un sacco di gente, c'era l'amore fatto non di baci ma di un leggero sfiorarsi. C'era un sacco di luce, vorrei saperla rubare, tenerla per me.
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Questa è bella.
Il ristorante dove lavoro si trova alla fine della piazza e la finestra, l'unica che c'è, da sulla strada (siamo sotto il livello stradale), ad un certo punto nel tardo pomeriggio sentiamo vari mezzi di soccorso arrivare a sirene spiegate, polizia, vigili del fuoco e ambulanza, io guardo la cameriera e le chiedo se è successo qualcosa, visto che loro salgono in superficie dove ci sono i tavoli, lei dice non saprei ma ti dico dopo. Torna dopo quindici minuti e ci dice che hanno chiuso la strada e non si capisce perché, le dico guarda sui social di solito le persone sono più veloci dei giornalisti, lei dice già fatto per ora niente. Torna dopo qualche minuto e sul telefono mi fa vedere che alla fermata del bus tra la piazza e i centri commerciali, fermata che onestamente è inutile non ci vedo mai nessuno, sull'asfalto davanti al marciapiede c'è un borsone tipo quelli per la palestra, e le dico "E allora?", lei subito "Ma ci potrebbe essere una bomba!" 😂😂😂
Al che le dico "Ma usa la testa, secondo te un terrorista metterebbe una bomba in un posto dove non c'è nessuno?" Al che lei fa una faccia come per dire "In effetti!!!" e va via. Ma si può essere così stupidi? Non lei per carità, anche se..., ma tutti, tutti quelli che hanno innescato questo falso allarme comprese le forze dell'ordine che dovrebbero tutelare non hanno avuto un minimo di cervello e pensato che poteva essere caduto da qualche bus o qualcuno l'ha dimenticato, infatti nel borsone c'erano vestiti, ci sono diversi senza tetto in città sarà di uno di loro. Mi ricorda molto lo spettacolo di Albanese Psyco party e lo sketch della valigia che introduce il ministro della paura, vi posto il video che è esilarante
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Cambiando discorso, ieri è morta la Murgia mi dispiace anche perché siamo/eravamo coetanei, poi perché socializzare il dolore aiuta la gente comune ad empatizzare e comprare i tuoi libri in modo da finanziarti il funerale, no no mi dispiace, come quando disse, lei Michela Murgia, che Franco Battiato era un finto intellettuale e che i suoi testi non significano niente, questo dopo la morte di Franco, perché se lo avesse detto quando era vivo avrebbe sicuramente scatenato la risata del compositore e magari un commento sarcastico che avrebbe distrutto la scrittrice, in compenso in difesa di Battiato che non poteva replicare perché morto, ci penso Sgarbi che prese le sue difese e rispose a modo suo. Sarò onesto come sempre non ho mai letto niente di lei, non ho sentito mai nessuno dire che i suoi libri sono fantastici e non sono perbenista, mi dispiace per la morte di una persona, ma farsi pubblicità dicendo cazzate sui morti come fece lei non è corretto, vedi Michela chi di spada ferisce di spada perisce. Se qualcuno pensa che sia offensivo il fatto che nonostante la sua morte non me ne fotta un cazzo può anche bloccarmi e tanti saluti.
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Autunno: fiamma brillante prima del torpore invernale; raccolta; arancio, oro, ambra; notti fresche e l’odore del fuoco. Le nostre strade alberate sono infuocate, le nostre cucine sono colme dell’odore della nostalgia: mele che ribollono nella salsa, zucca tostata, cannella, noce moscata, sidro, il calore stesso. Le foglie che scintillano con colori selvaggi appena prima di morire sono lo spettacolo più vecchio del mondo, e tutto ciò che vediamo sta festeggiando con un ultimo violentemente colorato urrà prima del bianco e nero e del silenzio dell’inverno. L’autunno ci implora di danzare e cantare e scrivere con lo stesso dramma e ardore. SHAUNA NIEQUIST ****************** Autumn: brilliant flame before the winter torpor; collection; orange, gold, amber; cool nights and the smell of fire. Our tree-lined streets are on fire, our kitchens are filled with the smell of nostalgia: apples simmering in sauce, roasted pumpkin, cinnamon, nutmeg, cider, the heat itself. The leaves sparkling with wild colors just before dying are the oldest sight in the world, and all we see is celebrating with one last violently colorful hurray before the black and white and silence of winter. Autumn implores us to dance and sing and write with the same drama and ardor. SHAUNA NIEQUIST
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Ci hanno insegnato che non dobbiamo arrabbiarci, che dobbiamo rigare dritto, che la tristezza è un male e che la paura va soffocata. Che l’invidia e la gelosia sono demoni da controllare. Ci hanno insegnato a spegnere le nostre emozioni più fastidiose non sapendo che lì sono nascosti i nostri più grandi tesori. I tesori della nostra anima che scalpita per essere ascoltata e può farlo solo così. Quel fuoco interiore che ognuno ha non permette di essere spento da finti sorrisi, parole vuote, discorsi inutili, maschere di convenienza. Continuerà a bruciare ogni volta che tenteremo di spegnerlo con valanghe di illusioni, scuse e alibi per non vivere ciò che desideriamo davvero fino a quando esausti ci abbandoneremo al suo fuoco rigeneratore. Solo allora potremo goderci lo spettacolo. Il nostro.
Max
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