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ANNAMARIA AIMONE
ANNAMARIA AIMONE Nazionalità: Italiana Luogo e data di nascita: Mugnano di Napoli, il 5 giugno 1972 Comune di residenza: Torino Laurea in Lettere e Filosofia con indirizzo Storico-Artistico presso Facoltà di Torino Esperienza lavorativa: Dipendente del Ministero della Cultura dal 2004, Funzionario Storico dell’Arte con esperienza di conservatore e direttore di strutture. Con espressa…
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#UNASCELTAMIRATAPERLACULTURA#000000#8 e 9 giugno 2024#Anna Aimone#annamaria aimone#Annamaria Aimone Candidata Consiglio Regionale Piemonte#[email protected]#Chiave di Volta#Chiave di Volta Network#ELEZIONI REGIONALI PIEMONTE#Elezioni Regione Piemonte 8/9 Giugno 2024#ff0000#FORZA ITALIA#Funzionario Storico dell&039;Arte#https://aimoneperilpiemonte.it/home#https://www.aimoneperilpiemonte.it/#PIEMONTE#regione piemonte#Roberto Sozio#TORINO#torino e provincia#TORINO.PIEMONTE#UNA SCELTA MIRATA#www.aimoneperilpiemonte.it
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Andar per vigne 🍇 (Pomaretto e Bricherasio in provincia di Torino)
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The Sharing Association is pleased to announce the 16th edition of the Share Prize, the competition dedicated to contemporary art focusing on technology and science.
The artworks nominated for the prize must follow the theme:
'ALL-NATURAL'
curated by Share Festival artistic director Bruce Sterling and curator Jasmina Tešanović
The platform invites artists from all over the world to submit their works.
Call for entries open from 12 April 2024 to 9 June 2024
The six prize nominees will be announced in July 2024. The announcement will be published on our website: www.toshareproject.it
The winner will be announced during the Share Festival Opening,in Turin from 28 October to 3 November 2024 during the Turin Contemporary Art Week.
Link website:
Link Call:
Link form:
Prize Summary: Winner gets 2500 euro prize Event date: April 12, 2024 to June 9, 2024 Location: Torino Deadline: 09/June/2024
"ALL-NATURAL"
Per la XVIII edizione di Share Festival vogliamo avanzare una proposta che sappiamo essere impossibile.
Qui nell'elegante Torino - città famosa per il suo caloroso sostegno verso ogni forma d'arte - non riusciamo a fare un respiro che non sia contaminato. Non è solo l'intera atmosfera del nostro pianeta a essere inquinata dai gas serra: a causa della sua eredità industriale e della sua peculiare situazione geografica, Torino si trova in una situazione particolarmente preoccupante per via dell'onnipresente foschia dovuta alle polveri sottili che includono metalli, prodotti della combustione e persino polveri agricole. Mentre voi leggete, noi stiamo respirando tutto questo.
Eppure, allo stesso tempo, la provincia piemontese è rinomata nel mondo per la sua dedizione all'artigianalità dello Slow Food, il cibo che nasce grazie alle varietà uniche di piante e animali presenti sul fertile suolo italiano.
Nel prossimo Festival vogliamo prendere di petto questa contraddizione e affrontarla attraverso il nostro mezzo d'elezione, l'arte tecnologica. Possiamo farla diventare un momento dialettico, invece che farla restare una mera contraddizione? Riusciremo a vedere della net-art plasmata sugli uccelli, gli insetti, le api e il paesaggio naturale e locale? Potremo interagire con robot fatti di legno, sculture digitali ricavate dal marmo e opere interattive composte da corni, canne, conchiglie, bambù, paglia, ossa, fossili o - ancor meglio - materiali naturali che rischiano di scomparire e interamente appartenenti alla regione da cui proviene l'artista?
"Difendere l'ambiente" non è sufficiente: questi materiali naturali saranno in grado di infiltrarsi nella sostanza innaturale del domani e prendersi la loro infestante, tremenda vendetta?
Fate del vostro meglio, per favore. Abbiamo bisogno di una boccata d'aria fresca!
Bruce Sterling, Direttore Artistico di Share Festival Jasmina Tesanovic, Curatrice di Share Prize
For the XVIII edition of Share Festival, we make this demand because we know it's impossible.
Here in glamorous Torino -- a city known for its cordial support of "every form of art" -- we can't take one natural, untainted breath. Not only is the planet's whole atmosphere polluted with Greenhouse gases -- here in Torino, thanks to our industrial heritage and our specific geographic climate, we're particularly badly off from an all-pervasive haze of PM2.5 micrometer pollution particles, including metals, combustion products and even agricultural dust. As you read this, we breathe that.
And yet, at the very same time, our Italian province of Piedmont is world-famous for its devotion to hand-crafted, artisanal "Slow Foods" grown from the unique plant and animal varieties of the fruitful Italian soil.
In our forthcoming Festival, we plan to tackle this contradiction headlong -- through our favorite medium of technology art. Can this become a dialectic instead of a contradiction? Can we witness net.art that is all about birds, bugs, bees and natural local landscapes? Can we interact with robots made of natural woods, sculptures digitally carved from marble, and interactive artworks composed of horn, reeds, seashells, bamboo, straw, bones, fossils, or better yet, severely imperiled natural materials entirely unique to the artist's own region in the world?
It's not enough to "defend the environment" -- how can natural materials infiltrate tomorrow's unnatural substance and take some terrible, weedy revenge? Please do your best for us. We need a breath of fresh air!
Bruce Sterling, Direttore Artistico di Share Festival Jasmina Tesanovic, Curatrice di Share Prize
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primis quella che garantisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Nessuna nazione intervenne, nonostante le Cancellerie ne fossero informate, questo fa capire che vi fossero accordi e una rete di relazioni segrete. L’unificazione italiana fu la distruzione voluta,
programmata e sistematica, che ridusse il più florido Stato della penisola nella miseria e nel degrado. Le fabbriche furono chiuse, in alcuni casi distrutte, i giovani coscritti o deportati, furono inviati i soldati piemontesi a reprimere il dissenso e compiute stragi indescrivibili. È ora di smontare il “falso storico” che ha generato il luogo comune più deleterio che il Paese abbia conosciuto: il Nord industriale ed evoluto, il Sud agricolo e arretrato. In realtà questo è stato l’obiettivo di casa Savoia e del suo padrone Cavour.
Scorrettamente chiamata dalla storiografia “questione meridionale”, essa emerse dopo l’unità, non prima. Quando l’opera di distruzione del tessuto sociale e produttivo del Sud, diede i suoi amarissimi frutti. Il Regno delle Due Sicilie era lo Stato più industrializzato d'Italia e il terzo in Europa, dopo Inghilterra e Francia, così risultò dalla Esposizione Internazionale di Parigi del 1856. I settori principali erano: cantieristica navale, industria siderurgica, tessile, cartiera, estrattiva e chimica, conciaria, del corallo, vetraria, alimentare.
Nel periodo borbonico (1734-1860) la popolazione si era triplicata, determinando lo Stato preunitario più esteso e popolato. Per la sua politica di sviluppo Ferdinando II formò grandi aziende statali, e incentivò anche il sorgere di aziende con capitale suddiviso in azioni di piccolo taglio, per attrarre nella proprietà anche i ceti medi. Nel 1851 fu istituita la "Commissione di Statistica generale pe' reali domini continentali" con lo scopo di guidare la politica economica del Paese, cui si affiancavano le Giunte Statistiche costituite in ogni provincia e circondario. Molti imprenditori nazionali ed esteri accorsero nel Regno. L’economia ferdinandea privilegiava lo sviluppo occupazionale senza spostare masse dai luoghi di origine. Fu uno sviluppo guidato dallo Stato. La propaganda liberale si scagliò con tutte le sue forze contro tale modello e mise in moto una macchina da guerra che distrusse tutte le industrie del Sud e rubò tutto persino i beni personali dei Borbone: con un decreto del 23 ottobre vennero confiscati alla Casa reale 6 milioni di ducati, anche i depositi che Francesco II
aveva lasciato a Napoli, dopo averli ripresi dal Banco d’Inghilterra, a dimostrazione di quanto fosse legato al suo popolo, lui che napoletano lo era per davvero. Cominciò così, dopo il saccheggio del 31 maggio 1860 del Banco di Sicilia da parte di Garibaldi (80 milioni di euro, 150 miliardi di vecchie lire, quasi la metà delle spese per la guerra franco-piemontese contro l’Austria dell’anno precedente), la corsa alla spogliazione e all’arricchimento. Il Regno delle Due Sicilie, nel settore dell’industria, contava 2 milioni di occupati a fronte dei 400.000 della Lombardia, possedendo 443 milioni di moneta in oro, ovvero l’85% delle riserve auree di tutte le province. Oltre 80 milioni furono prelevati, in una anno, da Torino dalle casse dell’ex Regno delle Due Sicilie. Pochissimi investimenti al Sud ma tante ruberie. La boria e lo sprezzo verso le città del Sud, caratterizzava chiunque arrivasse da Torino. Il luogotenente Farini (in seguito Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia tra il 1862 e il 1863), il dittatore che entr�� a Modena il 19 giugno come vincitore di un guerra che non aveva combattuto (gli Estensi fuggirono prima dell’arrivo delle truppe francesi e piemontesi), così si espresse riferendosi a Napoli: “Altro che Italia! Questa è Africa, i beduini a riscontro di questi caffoni, son fior di virtù civile”. Va da sé che il controllo delle ex Due Sicilie fu difficile, regnò la precarietà e l’insicurezza, così cominciò l’atroce guerra civile del brigantaggio. Uno Stato così imposto non poté che generare solo ingiustizie e latrocini. Fu messo in opera un preciso disegno della politica vessatoria di Torino: il Nord
si sviluppò ai danni del Sud. Il primo doveva avere il monopolio dell’industria italiana, al secondo invece fu destinato un ruolo agricolo e di fornitore di mano d’opera per l’industria del Settentrione. “Il dissidio tra la Lombardia e molta altra parte d’Italia ha origini in una serie di fatti: soprattutto il sacrificio continuo che si è fatto degli interessi meridionali”(dalla lettera di Nitti del 5 luglio 1898 a Giuseppe Colombo, direttore del Politecnico di Milano). Carlo Bombrini (banchiere, imprenditore, fondatore della banca di Genova) uomo di fiducia di Cavour e redattore del piano di “riequilibrio” economico post-Unità, disse: “Il Sud Italia non dovrà essere più in grado di intraprendere”. A questo punto riporto uno dei casi più eclatanti di distruzione industriale: l’Officina di Pietrarsa. A Pietrarsa, località posta nella zona orientale della città di Napoli, era attiva la più grande industria metalmeccanica d'Italia, estesa su una superficie di oltre tre ettari. Era l'unica fabbrica italiana in grado di costruire motrici a vapore per uso navale. A Pietrarsa fu istituita anche la
[continua su X]
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Lo ricordiamo a tutti, in modo che tutti possano di nuovo far finta di dimenticarselo.
-Castrese
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RACCOGLIE 95.000 CICCHE DI SIGARETTE E VINCE LA SUA ANSIA
Circa 95mila cicche di sigarette raccolte a Piossasco, una piccola città in provincia di Torino, in quasi due anni. A ripulire le strade è un ragazzo, Marco Accattino, 32 enne piossaschese che ogni giorno svolge spontaneamente un servizio alla cittadinanza a titolo volontario per consegnare ai cittadini vie più pulite. Dietro alla raccolta c’è la storia personale di un giovane che, come tanti altri, si è ritrovato in una situazione difficile.
Cinque anni fa Marco ha iniziato ad avere attacchi di panico che sono peggiorati così tanto da non farlo più uscire di casa. In prenda all’ansia ha iniziato a seguire una terapia e a percorrere nuovamente i vicoli di Piossasco. “Mentre camminavo però – racconta – mi accorgevo che le strade erano piene di sigarette e mascherine e provavo fastidio a vedere la mia città così sporca. Così ho iniziato a raccoglierle e ho scoperto che mi aiutava a diminuire i livelli di ansia. Quindi ho proseguito, supportato anche dalla famiglia e dalla fidanzata”. Marco si è poi comprato il contapersone per conoscere il numero esatto di mozziconi raccolti e rendere palese a tutti quanti piccoli rifiuti ricoprono le vie della città. L’ansia non è sparita, ma Marco adesso la riesce a tenere sotto controllo ed è per questo che invita tutti coloro che non riescono a gestire gli attacchi di panico a concentrarsi su piccole azioni quotidiane ripetitive e semplici. Poi se queste azioni vanno anche a vantaggio di tutta la comunità e possono essere anche di esempio, ancora meglio.
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Fonte: Mezzopieno; foto per gentile concessione di Marco Accattino
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" [Giacomo Matteotti] Non ostentava presunzioni teoriche: dichiarava candidamente di non aver tempo per risolvere i problemi filosofici perché doveva studiare bilanci e rivedere i conti degli amministratori socialisti. E così si risparmiava ogni sfoggio di cultura. Ma il suo marxismo non era ignaro di Hegel, né aveva trascurato Sorel e il bergsonismo. È soreliana la sua intransigenza. La concezione riformista di un sindacalismo graduale invece non era tanto teorica quanto suggeritagli dall'esperienza di ogni giorno in un paese servile che è difficile scuotere senza che si abbandoni a intemperanze penose. Egli fu forse il solo socialista italiano (preceduto nel decennio giolittiano da Gaetano Salvemini) per il quale riformismo non fosse sinonimo di opportunismo. Accettava da Marx l'imperativo di scuotere il proletariato per aprirgli il sogno di una vita libera e cosciente; e pur con riserve poco ortodosse non repudiava neppure il collettivismo. Ma la sua attenzione era poi tutta a un momento d'azione intermedio e realistico: formare tra i socialisti i nuclei della nuova società: il Comune, la scuola, la Cooperativa, la Lega. Così la rivoluzione avviene in quanto i lavoratori imparano a gestire la cosa pubblica, non per un decreto o per una rivoluzione quarantottesca. La base della conquista del potere e della violenza ostetrica della nuova storia non sarebbe stata vitale senza questa preparazione.
E del resto, troppo intento alla difesa presente dei lavoratori, Matteotti non aveva tempo per le profezie. Più gli premeva che operai e contadini si provassero come amministratori, affinché imparassero e perciò nei varii Consigli comunali soleva starsene come un consigliere di riserva, pronto a riparare gli errori, ma voleva i più umili allo sperimento delle cariche esecutive. Non ebbe mai in comune coi riformisti la complicità nel protezionismo, anzi non esitò a rimanere solo col vecchio Modigliani ostinato nelle battaglie liberiste, che per lui non erano soltanto una denuncia delle imprese speculative di sfruttatori del proletariato, ma anche una scuola di autonomia e di maturità politica concreta nella sua provincia. Così procede tutta la cultura e tutta l'azione di Matteotti, per esigenze federaliste, dalla periferia al centro, dalla cooperativa al Comune, dalla provincia allo Stato. Il suo socialismo fu sempre un socialismo applicato, una difesa economica dei lavoratori, sia che proponesse sulla "Lotta" di Rovigo o nella Lega dei Comuni socialisti dei passi progressivi, sia che parlasse dall' "Avanti!" o dalla "Giustizia" a tutto il proletariato italiano, sia che come relatore della Giunta di Bilancio portasse nella sede più drammatica e travolgente il suo processo alle dominanti oligarchie plutocratiche. "
Piero Gobetti, Matteotti, Piero Gobetti Editore, Torino, 1924, pp. 25-27.
NOTA: il brano è tratto dall'opuscolo pubblicato alla fine del luglio del 1924, nel vivo della crisi politica ed istituzionale scatenata dalla tragica scomparsa del deputato Matteotti. Il testo riproduceva integralmente un lungo articolo comparso un mese prima con lo stesso titolo sulla rivista di Gobetti La Rivoluzione liberale, così come erano tratti da questa pubblicazione i Cenni biografici sullo scomparso posti in calce all'opuscolo.
#Giacomo Matteotti#Piero Gobetti#antifascismo#socialismo#PSU#PSI#marxismo#Gaetano Salvemini#Hegel#Georges Sorel#Henri Bergson#riformismo#riformisti#Veneto#Polesine#Rovigo#Partito Socialista Unitario#politica italiana#Storia d'Italia#XX secolo#gradualismo#sindacalismo#Karl Marx#proletariato#rivoluzione#intellettuali italiani del '900#Regno d'Italia#primo dopoguerra#letture#leggere
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Comunque mia madre mi sta odiando tantissimo per questa scelta, nonostante fossero mesi che dicevo di volermi trasferire a Roma, nonostante fossero altrettanti mesi in cui dicevo se mi molla vado a Torino, raga, MESI, davvero, gliel’ho sempre detto ripetuto e stra ripetuto eppure lei non lo accetta, si è messa a piangere prima perché mi ha chiesto se ero disponibile il 22 gennaio a tenere il loro cane nevrotico perché ha una visita, l’ho guardata e gli ho detto mamma ma che cazzo ne so cosa faccio da qui ad un mese, e lei si è incazzata, pianti, “NON VOGLIO PARLARTI SARA”, non capisco come alcuni genitori odino l’idea di un figlio altrove anche quando ci vanno d’accordo, anche quando sanno che non è per scappare da loro; ho spiegato come nemmeno ad uno psicologo a mia madre filo e per segno perché sono così e faccio certe scelte e perché sono una persona diversa da signorina di provincia che fa la contabile nell’azienda di bulloni di Glorie 9-5 torna a casa dai suoi è fidanzata da quando ha 15 anni (rigorosamente tradendosi) e il massimo della vita è andare a mangiare fuori e fare aperitivo tutte le sere (mia cugina), lei sa benissimo che quella non è la mia vita eppure entrambi i miei darebbero 10 anni a testa per farmi essere così, per girargli attorno fino alla fine, per restare qua per sempre trovarmi un giovane baldo romagnolo patacca del cazzo, sistemarmi e mettermi l’anima in pace; non accadrà mai neanche avessi il peggior caso di esaurimento nervoso nella storia degli esaurimenti, mi sveno nel bagno mentre fumo una canna e mi ascolto i Botch piuttosto
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FRATELLI D'ITALIA L'ITALIA S'È DESTA DELL'ELMO DI SCIPIO SI È CINTA LA TESTA, DOV'È LA VITTORIA ? ECCOLA LA VITTORIA ECCOLA È UN RAGAZZO TORINESE SUL GRADINO PIÙ ALTO DEL PODIO DEL MUGELLO 🇮🇹❤️🇮🇹
ROMA
PROVINCIA
TORINO CAPITALE
ROMA
PROVINCIA
TORINO CAPITALEEEEEEEEEEEEE
#italian lore#LASCIATEMI CANTAREEEEEEEE#PERCHÉ NE SONO FIERAAAA#IO SONO UN ITALIANA#UN ITALIANA VERA
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Passeggiando tra piccole borgate e paesini. Ah, e un piacevole incontro con un cervo...molto statico direi 😂 (Eclause e Salbertrand, provincia di Torino)
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Sacra di San Michele Monte Pirchiriano, in Val di Susa, provincia di Torino
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"Con INFINITA FIEREZZA comunico che in data 6 giugno mi è arrivata la comunicazione della decisione della commissione per gli iscritti all’Albo dei Medici Chirurghi della provincia di Torino sulla trattazione del mio procedimento disciplinare: radiazione dall’Ordine dei Medici. Per tutto il tempo della cosiddetta pandemia ho fatto affermazioni, anzi esternazioni come scrivono i colleghi, che hanno salvato migliaia o forse decine di migliaia di persone. Ho consigliato l’olio di fegato di merluzzo: pochi mesi fa è stata confermata dall’università di Oslo la sua azione prodigiosa nel prevenire l’infezione Covid 19 o almeno nel diminuire la gravità. Ho affermato che è sbagliato iniettare farmaci sul cui foglietto illustrativo è scritto: non si conoscono gli effetti a distanza e non si conoscono gli effetti della cancerogenicità. In questo momento in cui il popolo italiano è flagellato da strane nuove epidemie di malore improvviso, e mortale, di miocarditi e pericarditi, di cancri e di cancri talmente violenti che è stato coniato il termine turbo cancro, è un onore essere radiata dagli Ordini che hanno imposto questi farmaci. Grazie alle mie parole migliaia di persone hanno rifiutato l’inoculazione dei farmaci in questione. Ne sono infinitamente fiera. Nei prossimi giorni discuteremo tutti i punti delle 14 pagine di motivazione."
Dott Silvana De Mari
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CONTENITORI RIUTILIZZABILI AL SUPERMERCATO: PARTE LA SPERIMENTAZIONE
Dalla scorsa settimana, in alcuni supermercati CRAI di Torino è possibile acquistare i prodotti del banco gastronomia e del banco macelleria facendosi servire nei contenitori riutilizzabili, al posto dei contenitori monouso.
I clienti potranno richiedere, senza alcun costo aggiuntivo, il prodotto da asporto in un contenitore Around, riutilizzabile fino a 200 volte. Dopo avere consumato il pasto senza produrre rifiuti da imballaggio, il contenitore potrà essere restituito entro 7 giorni nel punto vendita, dove sarà sanificato e rimesso in circolo. Una ulteriore opportunità offerta da 3 punti vendita della grande distribuzione torinese coinvolgerà un gruppo pilota di persone che potranno acquistare la merce del banco gastronomia utilizzando i propri contenitori portati da casa, opportunamente sanificati.
“Questa sperimentazione è una delle prime in Italia, una bella opportunità per Torino – spiega Nadia Lambiase, fondatrice di Mercato Circolare, ente promotore dell’iniziativa Reusable Packaging Revolution, in collaborazione con l’Università di Torino e Aarhus University – La speranza è che insieme alle altre in atto, come quella di Spesa Sballata in provincia di Varese a cui ci siamo ispirati, possa contribuire a rendere queste esperienze delle prassi consolidate a livello nazionale… La sfida è riuscire a cambiare le abitudini”. Il progetto ha ricevuto l’appoggio del Comune di Torino all’interno del percorso dell’amministrazione nel progetto europeo Sme4green che ha portato alla stesura di un Piano di Azione Locale nel quale il Comune si è impegnato ad approfondire le opzioni di implementazione dei contenitori riutilizzabili con l’obiettivo di promuovere un sistema alimentare sostenibile e circolare in città.
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Fonte: Mercato Circolare; foto di Enesfilm
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dalla mia esperienza personale posso dire che non ci sono differenze fra nord e sud
quel senso di freddezza ed estraneità che si prova quando dal sud si arriva al nord, secondo me, è dovuto al fatto che si arriva nelle grandi città
i luoghi altamente urbanizzati sono respingenti, individualisti per natura
in provincia, dove vivo io, son solo paesi e piccole città, dove le tradizioni agricole sono radicate, il cibo è buono, semplice, di lunga storia e le persone si conoscono, con i pregi e i difetti di questi ambienti
nei miei viaggi non ho mai avvertito quel senso di stupore nei confronti del sud, ma perché era famigliare, era come vivere nel mio paesello
mentre ogni volta che vado a torino o in città grosse avverto quel senso di repulsione, come se fossi all'estero
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📷 Sui monti incantevoli della Via Francigena. Da Susa, provincia di Torino, a Roma. 900 Km.
Il vento soffia dove vuole e tu ne odi il suono, ma non sai da dove viene nè dove va; e cosi è per chiunque è nato dallo Spirito.
Gv. 3:8 📖
El viento sopla de donde quiere, y oyes su sonido; mas ni sabes de dònde viene, ni a dònde va; asì es, todo aquel que es nacido del Espìritu.
lan ✍️🗝
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