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Panarea, Piero Di Blasi, 1956
"Panarea: l'oleandro in fiore. Nonostante la mancanza di sorgenti, Panarea è un'isola verde e fiorita. Il fertilissimo terreno vulcanico e le abbondanti rugiade notturne danno vita a una ricca vegetazione spontanea e permettono agli abitanti di coltivare olivi, mandorli, viti, capperi, piante da frutta e da fiore. L'oleandro fiorisce in continuazione dalla primavera all'autunno, insieme all'altro fiore tipico del sud, l'Hibiscus siriacus. In secondo piano, a sinistra, appesi alla loggia di un "bisuolo", grappoli rossi di pomidori, piccolissimi ma assai saporiti. Si conservano a lungo e costituiscono l'allegra decorazione della casa eoliana."
Tratto da "Le vie d'Italia" Maggio 1956
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Piccolo Mondo Antico FILM COMPLETO di Mario Soldati con Alida Valli, ...
Piccolo mondo antico (romanzo)Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Piccolo mondo antico
Frontespizio di
Piccolo mondo antico
, 13ma edizione, 1896
Autore
Antonio Fogazzaro
1ª ed. originale
1895
Genere
romanzo
Sottogenereclassico
Lingua originale
italiano
Ambientazione
Regno Lombardo-Veneto
,
anni 1850
Protagonisti
Franco Maironi
CoprotagonistiLuisa Rigey
Antagonisti
Marchesa Maironi
Altri personaggiPietro Ribera, Maria Maironi
Seguito da
Piccolo mondo moderno
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Manuale
Piccolo mondo antico è un romanzo scritto da Antonio Fogazzaro nel 1895.
Generalmente considerato il suo capolavoro, è il quarto dei suoi romanzi; ne seguiranno altri tre, con il seguito della vicenda: Piccolo mondo moderno, Il santo, Leila.
Il racconto è diviso in tre parti, così suddivise:
sei capitoli nella prima parte
tredici capitoli nella seconda parte
due capitoli nella terza parte.
Oltre alla trasposizione cinematografica di Mario Soldati del 1941, è stato uno dei primi romanzi italiani adattato in sceneggiato televisivo (vedi Piccolo mondo antico, regia di Silverio Blasi, 1957). Della fiction televisiva sono stati realizzati poi due remake nel 1983 e nel 2001.
Indice
1Ambientazione
2Trama
3Personaggi
4Edizioni
5Altri progetti
6Collegamenti esterni
Ambientazione[modifica | modifica wikitesto]
Il racconto è ambientato in Valsolda, una località in provincia di Como, posta sulle sponde del lago di Lugano, un luogo in cui Fogazzaro trascorse parte della sua vita. Molti passaggi del romanzo sono quindi autobiografici, a cominciare dalla descrizione della casa dello zio Piero ad Oria, che in realtà è quella materna dello scrittore, per finire con quelle dei personaggi, molti dei quali sono stati ispirati da figure veramente esistite, non necessariamente in quel periodo.
Chiaro il periodo storico nel quale si sviluppa la vicenda, cioè la seconda metà dell'Ottocento, sullo sfondo della lotta dei patrioti del Lombardo-Veneto contro il dominio austriaco. La vicenda prende piede nel 1850, quando non si sono ancora spenti gli echi delle rivolte del 1848 e della loro repressione, e si conclude nel febbraio 1859, alla vigilia della seconda guerra di indipendenza che darà il via al compimento dell'unità d'Italia.
Dai riferimenti temporali è possibile stabilire che la storia si sviluppa in un arco temporale di circa dieci anni, dalla cena del risotto e tartufi in casa della Marchesa alla morte dello zio Piero. Vi sono però dei salti temporali; per esempio lo scrittore, dopo aver narrato il matrimonio di Franco e Luisa, introduce la loro figlia, Maria, che ha già tre anni.
Lo sfondo storico è sempre presente e si trovano quindi notevoli contrasti fra liberali e "austriacanti", come in effetti doveva essere nella realtà. D'altra parte anche il contesto sociale è molto ben centrato nelle descrizioni dei personaggi, dei loro pensieri e delle loro preoccupazioni.
Trama[modifica | modifica wikitesto]
Il romanzo si apre con la descrizione di una cena in casa della Marchesa Orsola Maironi, durante la quale il nipote Franco mostra il suo temperamento acceso, polemizzando con foga contro chi difende il governo austriaco. Luisa Rigey è una popolana valsoldese che abita a Castello. I due giovani si innamorano, ma la nonna di Franco è contraria all'unione, a causa della condizione plebea di Luisa. Per questo minaccia il nipote di non lasciargli l'eredità se deciderà di sposarla. Il ragazzo, di animo forte, idealista (scrive poesie e musiche), reagisce ai divieti della Marchesa con orgoglio: aiutato da alcuni uomini fidati, tra cui lo zio di Luisa, Piero, impiegato del governo austriaco, organizza un matrimonio in segreto, con la benedizione della madre di Luisa, Teresa Rigey, ammalata e prossima alla morte.
Venuta a sapere del matrimonio, la nonna disereda il nipote. Tuttavia il professor Gilardoni svela a Franco che non è vero che suo nonno sia morto senza lasciare testamento: gli mostra infatti una copia autentica del documento nel quale Franco è nominato erede universale. La Marchesa, a suo tempo, aveva creduto di distruggere tutte le copie ed è ignara dell'esistenza di quest'ultima. Franco però non se la sente di intentare una causa contro la potente nonna e prega il professore di distruggere il testamento, senza rivelare l'accaduto a Luisa.
Il matrimonio nei primi tempi procede bene, nonostante le difficoltà economiche: i giovani possono contare sull'aiuto dello zio Piero, nella cui casa di vacanza vanno a vivere. Nel 1852 nasce loro una bambina, Maria, che sarà soprannominata "Ombretta", perché così si chiama l'eroina di una arietta d'opera (tratta da La pietra del paragone di Gioachino Rossini) che lo zio le canta spesso.
Dopo una perquisizione della loro casa, Franco viene arrestato dalla polizia austriaca, ma è subito rilasciato, in quanto si è trattato di un'azione puramente intimidatoria. In effetti, durante la perquisizione non si trova nulla di compromettente, se non alcune monete del governo provvisorio di Lombardia (1849) e uno scudo di Carlo Alberto, oltre al fodero di una sciabola della famiglia Ribera, risalente al periodo napoleonico. Tuttavia questo materiale è sufficiente per un'incriminazione: su richiesta della nonna, Franco non subisce conseguenze, mentre lo zio Piero viene licenziato dal governo in quanto funzionario infedele all'Austria.
Il licenziamento dello zio causa un peggioramento delle condizioni economiche; ciò è fonte di preoccupazioni tra gli sposi, i quali ogni tanto si trovano in disaccordo in virtù del loro carattere diverso: passionale, idealista e tendenzialmente ottimista quello di Franco, più riflessivo e cupo quello di Luisa, che è credente e fiduciosa nella giustizia divina anche se sempre meno convinta della sua fede in Dio. Ella vorrebbe che il marito si impegnasse maggiormente nel mettere in pratica le proprie idee "liberali", mentre Franco ritiene che il suo dovere primario sia quello di rimanere accanto alla famiglia.
Questi lievi contrasti sono destinati ad accrescersi allorché il professor Gilardoni, che si reca dalla Marchesa mostrandole la copia del testamento che non ha distrutto, contrariamente al volere di Franco, svela a Luisa dell'esistenza di questo documento: Luisa vorrebbe servirsi del testamento, mentre Franco è contrario, ritenendolo disonorevole per la nonna.
Per mostrare a Luisa il suo attaccamento alla famiglia ma anche il suo amore per l'Italia, Franco nel 1855 parte per Torino, dove trova lavoro in un giornale ed entra in stretto contatto con gruppi di patrioti. In autunno una tragedia colpisce duramente la coppia: la figlioletta Maria "Ombretta" annega nel lago. La morte della bimba, avvenuta quando Luisa non è in casa perché corsa ad affrontare a muso duro la Marchesa, rischia di spezzare il legame tra i due. Luisa si ritiene responsabile, appare fuori di sé, sembra non riconoscere Franco, tornato precipitosamente da Torino. Luisa non sembra più amarlo, presa solo dal ricordo della sua Ombretta: si reca anche tre volte al giorno al cimitero, perde definitivamente la fede in Dio e chiede al professor Gilardoni (che nel frattempo si è sposato) di fare delle sedute spiritiche per evocare lo spirito della bimba.
Franco dal canto suo, benché molto addolorato, non comprende appieno il silenzio della moglie, il distacco da lui e si prepara a tornare a Torino, anche perché è ormai ricercato dalla polizia austriaca. Nel frattempo la Marchesa, avendo sognato Maria Ombretta che la incolpa della propria morte e pentita per la tentata distruzione del testamento, fa sapere al nipote di volerlo risarcire. Ma Franco rifiuta ogni riconciliazione quando si accorge che la nonna non è mossa da generosità verso lui, ma dalla paura della dannazione eterna e dunque mira soprattutto a salvare se stessa.
La lontananza tra Franco e Luisa dura vari anni, anche perché Franco è braccato dalla polizia austriaca, in quanto considerato un pericoloso patriota. I due si rivedono infine nel febbraio 1859 all'Isola Bella, sul lago Maggiore quando Franco, arruolato nell'esercito piemontese, si prepara a partire per la guerra contro l'Austria (sarà la seconda guerra d'indipendenza, nella quale il Regno di Sardegna avrà come alleata la Francia). Luisa però è stata a lungo indecisa se incontrare il marito: dopo quasi quattro anni è ancora sconvolta dalla morte della figlia e crede che nel suo cuore non possa esistere spazio per l'amore. Ma lo zio le rimprovera il suo atteggiamento assurdo e la sprona a pensare ad un'altra Ombretta. Luisa, sebbene scandalizzata da queste parole, capisce che è suo dovere andare da Franco. Anche lo zio, ormai malato, partecipa all'incontro, volendo rivedere il nipote forse per l'ultima volta.
Sul lago Maggiore, la freddezza di Luisa contrasta con l'amore di Franco e il suo entusiasmo patriottico; la presenza dello zio, inoltre, rende il ragazzo felice. Passeggiando, gli sposi rievocano i bei momenti dell'inizio del loro amore e Franco riesce a fare sentire alla moglie l'autenticità del suo sentimento. Luisa allora, come tornata di colpo alla realtà, si rende conto di amarlo ancora e di non poter essere fredda con un uomo che forse presto morirà in battaglia (cosa che succederà, come si scoprirà in Piccolo mondo moderno). I due passano la notte assieme e al mattino si salutano: Franco parte per raggiungere il suo reggimento, cantando con i suoi commilitoni, mentre Luisa, commossa, sente cominciare in sé una nuova vita. Più tardi lo zio, dopo aver assistito alla riconciliazione tra i due, muore serenamente ammirando il paesaggio del lago Maggiore.
Personaggi[modifica | modifica wikitesto]
Franco MaironiÈ di famiglia nobile e vive con sua nonna, la Marchesa Maironi, in una villa sul
lago di Lugano
. Di lui si descrivono solo il fisico alto e magro, i capelli fulvi e gli occhi chiari, ma si sa che è di idee liberali, molto religioso e facile all'ira ma disposto al perdono; infatti nonostante i torti subiti dalla nonna, avrà sempre grande rispetto per lei.Franco, pur non sopportando i suoi pari rango, ne ha comunque i vizi, se è vero che per anni, nonostante le ristrettezze economiche, vive di
musica
, di
poesia
e di
giardinaggio
invece di trovarsi un impiego che gli permetta l'indipendenza dallo zio della moglie.Quando la situazione diventa insostenibile, solo allora si cercherà un impiego a
Torino
.Luisa Rigey (moglie di Franco)Luisa non è nobile, ciononostante finché il padre è stato in vita ha potuto condurre una vita dignitosa. Dopo la morte del genitore, lei e la madre (cagionevole di salute) verranno mantenute dallo zio Piero.Anche di Luisa non abbiamo una precisa descrizione fisica, ma sappiamo che è di carattere deciso con un forte senso della giustizia.Cresciuta fra contrasti religiosi (il padre
ateo
e la madre molto devota), Luisa ha una concezione molto personale della religione, tanto che è praticante solo per convenienza.Forse proprio a causa di questa scarsità di fede, non saprà affrontare con la forza di Franco la morte della figlioletta Maria, e ne uscirà così provata da rasentare la pazzia.Solo all'ultimo tornerà a provare dei sentimenti positivi nei confronti del marito.Piero Ribera (zio di Luisa)È un uomo ultrasessantenne, impiegato di un
governo
che serve senza troppi rimorsi, in quanto ciò che fa è utile soprattutto per la sua patria.Mantiene la sorella e la nipote, e, dopo il
matrimonio
, anche Franco. È di animo buono e aiuta in tutto ciò che può senza chiedere niente in cambio. Sopporta anche i cambiamenti apportati da Franco nella sua casa di Oria.Morirà serenamente su una panchina dell'
Isola Bella
.Maria Maironi (figlia di Franco e Luisa)Spesso erroneamente conosciuta come Ombretta (in realtà Ombretta è il personaggio di una canzoncina che lo zio Piero le cantava spesso), ha vita breve ma la sua presenza è molto importante nel contesto del romanzo. Rappresenta l'unica gioia dello zio Piero e l'unica ragione di vita per Luisa, dopo la partenza di Franco per il Piemonte.Morirà affogata nel lago a causa della distrazione della sua bambinaia e soprattutto a causa della assenza da casa di Luisa, andata ad incontrare la Marchesa per gridarle in faccia il suo disprezzo. Di questo Luisa non saprà mai darsi pace.Pur non avendo mai avuto incontri con la Marchesa, riuscirà a far breccia nel duro cuore della nobile solo dopo la disgrazia.Marchesa Orsola Maironi (nonna di Franco)La nobile è austriacante per convinzione, a differenza di altri personaggi che frequentano la sua casa che lo sono per convenienza. Fredda, impassibile e di carattere duro, dopo che Franco si è sposato contro la sua volontà, con le sue oscure trame renderà la vita dura al nipote e alla sua famiglia.Emerge la sua voglia di vendetta e solo alla fine del romanzo pare disposta a porgere un ramoscello d'ulivo al nipote, ma non per serio pentimento, quanto per la paura della morte e del giudizio divino.
Questi sono i personaggi principali, ma dietro ad essi si muovono tante altre figure molto caratteristiche, che rappresentano appieno la vita valsoldese di quei tempi. Tra i tanti, i più significativi sono: il sior Zacomo, Giacomo Puttini, celibatario di Albogasio che sarà testimone di nozze di Franco e Luisa e poi protagonista di tante esilaranti scene. C'è poi il Pasotti, soprannominato “Tartufo”, impiegato del governo a riposo, austriacante: sarà il confidente della Marchesa e intermediario nei rapporti fra Franco e la nonna, senza peraltro mai piegare Franco al suo volere (o meglio al volere della Marchesa). Infine il professor Gilardoni, amico di Franco anche se molto più vecchio, depositario di un documento che sarà fonte di grattacapi per lui e di litigi fra Franco e Luisa. Dopo la morte di Maria, si darà da fare, con Luisa, in sedute spiritiche per richiamare lo spirito della bambina con grande disappunto dello zio Piero
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Biografia Claudia Motta ex Miss Italia nel Mondo e concorrente Isola dei Famosi 2023.
Facciamo adesso la conoscenza con Claudia Motta ex Miss Italia nel Mondo che adesso è anche una concorrente dell'Isola dei Famosi 2023. E nata a Roma e ha 23 anni, ma scopriamo meglio di chi si tratta con la sua biografia personale.
Chi è Claudia Motta?
Come vi dicevamo la ragazza ha 23 anni ed è romana DOC, per la precisione è nata il 22 maggio del 2000. Fin da piccola ha studiato all'Accademia Nazionale della Danza e ha smesso quando è arrivato per lei il momento di scegliere la carriera universitaria, dove ha scelto Giurisprudenza iscrivendosi all'Università romana della La Sapienza. La sua grande passione è il mondo della moda, passione che ha comunque continuato a coltivare nonostante i suoi studi universitari, come i suoi shooting su Instagram testimoniano chiaramente. I suoi genitori lavorano entrambi come funzionari del Ministero degli Interni, ovviamente sempre a Roma
Il lavoro della nuova concorrente dell'Isola dei Famosi
Probabilmente non l'avete riconosciuta ma Claudia Motta è proprio la bionda che faceva le sfilate nel programma su Italia1 di Calcio condotto da Piero Chiambretti Tiki Taka la Repubblica del Pallone , dove lei faceva l'Angelo Custode. Proprio mentre faceva questo programma ha fatto anche Miss Italia nel Mondo , l'unica edizione che però è stata fatta non in presenza ma da casa, in quanto eravamo nel periodo del Covid. Ma nonostante la tenera età la ragazza ha fatto anche l'attrice , infatti nel 2020 la troviamo nel film Scappo a Casa di Aldo Baglio , in Adesso Preferisco Vivere e Arriverci Amore Ciao, dove ha comunque avuto delle parti marginali. Successivamente la ritroviamo in Donnnavventura un itinerario in sei tappe a bordo della nave da Crocerà MSC. E ovviamente adesso la ritroviamo nel casting della nuova edizione dell'Isola dei Famosi 2023 sempre alla conduzione di Ilary Blasi. https://www.youtube.com/watch?v=_BlW1pzwu3I La sua vita privata è abbastanza misteriosa. Insomma ci tiene a tenerla separata dalla sua attività lavorativa, in ogni modo è stata spesso segnalata insieme con il cuoco Simone Rugiati , anche se per la verità non ci sono notizie certe che siano realmente fidanzati. Nel programma ha già stretto una buona amicizia con l'altra modella brasiliana Read the full article
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Pietro Donzelli, fotografo senz'ombra
di Nicola Bustreo
--- La mostra fotografica “Pietro Donzelli, Terra senz’ombra” che è stata presentata fino al 2 luglio a Rovigo a Palazzo Roverella a cura di Roberta Valtorta racconta in oltre 100 scatti la visione di una terra lontana dai grandi centri del boom economico negli anni Cinquanta, mostrando come la gente sopravviveva con dignità alle avversità di una terra non sempre accogliente.
L’esposizione presenta al pubblico un gran numero di fotografie inedite dell’autore milanese che incontra le terre del Delta durante il servizio militare sul finire della grande guerra, nel 1945, ma che vi ritorna solamente nel 1953, due anni dopo la grande alluvione che colpì quelle terre.
Pietro Donzelli, Delta del Po. Terra senz’ombra. Il Po di Tolle, 1954 © Renate Siebenhaar, Estate Pietro Donzelli, Frankfurt a. M.
La fotografia di Pietro Donzelli è carica della presenza dell’autore stesso. Se ne avverte la personalità riflessiva e per certi aspetti schiva. Il non cercare l’evento cruciale ma recarsi a documentare il dopo di ogni catastrofe, conferma la peculiarità nel cercare una riflessione di ciò che l’esistenza ci lascia e del come ciascuno di noi si trova ad affrontarla. Lo scoop diventa non più l’attimo irripetibile, ma il lungo istante della vita reale, della sofferenza e della forza di affrontare delle situazioni spesso avverse anche se qua e la costellate di semplici gioie. Le fotografie sono un diario di vita di persone umili. Il fotografo è ancora, a distanza di decenni, il loro più vicino amico e confidente.
Pietro Donzelli, Delta del Po. Terra senz’ombra. Caffè a Rosolina, 1954 © Renate Siebenhaar, Estate Pietro Donzelli, Frankfurt a. M.
A interpretare questo importante autore della cultura fotografica italiana, è la curatela della Professoressa Roberta Valtorta. Le fotografie sono state organizzate in modo da individuare ed enfatizzare alcune peculiarità della visione dell’autore. In primis il rapporto del fotografo con quel paesaggio che si spiega con un sentimento di attrazione tanto intimo quanto riflessivo. Da ciò nascono le fotografie, nelle quali lo spazio circonda e ingloba totalmente l’uomo raccontando, non solo un rapportospecifico dell’autore con quelle terre, ma anche la sottomissione che chiunque proverebbe a quelle terre. Un altro gruppo d’immagini invece parla dell’essere umano stesso mentre si confronta silenziosamente con l’ambiente duro e aspro di quelle terre o del trascorrere di sporadici e semplici momenti di svago.
Pietro Donzelli, Delta del Po. Terra senz’ombra. Cinema a Pila, 1954 © Renate Siebenhaar, Estate Pietro Donzelli, Frankfurt a. M.
Dal lavoro, alle difficoltà dell’alluvione passando per la serie sugli interni e degli oggetti, Donzelli osserva il procedere della vita nei diversi paesini del Delta senza interferire e solo registrando il procedere verso l’infinito del quotidiano. Interessante quanto simbolica è la fotografia del cinema all’aperto, dall’inquadratura lievemente decentrata verso la destra a far intravedere le terre desolate del Delta. Una foto simbolica per la mostra, ma anche perché’ racconta l’incontro tra la cultura neorealista di quegli anni e la realtà delle zone povere dell’Italia del dopoguerra e di un boom economico che aveva escluso i più. Ancora una volta la presenza di Donzelli è marcata ed efficace in quanto funge da valvola di sfogo sia per l’intellighenzia sia per gli esclusi della società.
La mostra di Palazzo Roverella è un colto dosaggio di emotività e razionalità cullate dalle immagini del fotografo e dalla sua ricerca silenziosa, senza ombra, e alla luce della realtà più cruda ma dignitosa. Come cita la stessa curatrice, Donzelli si dimostra un grande autore ma ancora troppo poco valorizzato all’interno della cultura fotografica italiana. Nicola Bustreo
Biografia
© Barbara Klemm - Ritratto di Pietro Donzelli- Kunsthalle Schirn Frankfurt,1997
1915 Pietro Donzelli nasce a Monte Carlo.
1931 Viene assunto come archivista dalla SIRTI, l’azienda milanese che realizzarà la rete telefonica nazionale.
1939 Acquista la sua prima macchina fotografica, una Zeiss Ikonta 6x9.
1943 Viene arruolato nell’esercito.
1946 Si iscrive al Circolo Fotografico Milanese (CFM).
1947 Fotografia diventa l’organo ufficiale del CFM, per volontà di Donzelli, Enzo Croci e Piero Di Blasi.
1950 Con il numero di novembre Fotografia cessa di essere l’organo ufficiale del CFM. Nasce l’Unione Fotografica, voluta da Buranelli, Clari, Di Blasi, Donzelli, Gioia, Orsi, ai quali si aggiungono presto Ornano e Veronesi.
1951 Con l’Unione Fotografica organizza a Milano (Palazzo di Brera) la “Mostra della Fotografia Europea 1951”.
1957-1963 E’ redattore poi condirettore dell’edizione italiana di Popular Photography. Pubblica, con Piero Racanicchi la Critica e storia della Fotografia, in due volumi.
1960 Sempre con l’Unione Fotografica realizza la mostra “Fotografi della nuova generazione”.
1975 Lascia l’azienda per la quale lavora e due mesi più tardi viene riassunto, con l’incarico di occuparsi dell’Ufficio Relazioni Pubbliche, continuando la collaborazione svolta nel settore grafico e foto-cinematografico.
1988 In occasione del quarantennio dalla fondazione, la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF) gli conferisce il titolo di “Maestro della fotografia italiana” e la 3M gli assegna il premio “Una vita per la fotografia”. Lascia definitivamente il lavoro alla SIRTI.
1994 Inizia la collaborazione con Renate Siebenhaar.
1997 Jean-Christophe Ammann cura la sua prima retrospettiva che viene presentata al Kunstmuseum Wolfsburg e alla Schirn Kunsthalle di Francoforte.
1998 Muore a Milano, poche settimane prima dell’inaugurazione della sua retrospettiva ad Arles, durante i Rencontres Internationales de la Photographie.
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“ Alcune macchie sul muro sembravano un arcipelago, bastò mettere dei cartellini con i nomi delle isole e la parete della piccola casa contadina di Panarea, sembrò dipinta apposta come carta dell'arcipelago. I nomi delle isole erano in parte veri e in parte inventati, c'era Vulcano, Lipari, Dattilo, Basiluzzo, Panarea ma, siccome le macchie erano di più delle isole vere, così mettemmo anche Panaruzzo, Liparea, Salinea, Stromboluzzo, e via dicendo. Alberto ed io ci divertimmo molto, poi, spinti dall'interesse al gioco delle relazioni visive, osservammo gli oggetti che erano in questa piccola e quasi vuota casa, e scoprimmo che lo sportello quadrato di ferro del forno poteva sembrare uno scudo, e il frattazzo una paletta da combattimento, li esponemmo in questo modo. Pensavamo di invitare gli amici che in quel periodo erano venuti con noi a passare le vacanze estive a Panarea, all'inaugurazione di un Museo Inventato Sul Luogo. Trovammo un sasso ligneo, usato dagli indigeni come galleggiante, prima della scoperta della pietra pomice. Trovammo una presunta statuetta della moglie del pescatore (in realtà era una radice secca di una pianta di capperi); trovammo una cintura di castità eoliana, di ferro, con due fori, tutta arrugginita. Trovammo una scultura lignea raffigurante probabilmente un delfino. Trovammo una scheggia di gamba di legno da pirata, grande come una matita, dalla quale ricostruimmo un intero pirata, a disegno su di un foglio bianco con la scheggia al posto giusto nella gamba di legno (fu in questa occasione che nacquero le Ricostruzioni Teoriche di Oggetti Immaginari). Trovammo infine un Frammento di Residuo, di origine incerta e di uso ignoto, sulla spiaggia verso Stromboluzzo e lo presentammo come dono del Prof. Filicudo Filicudi, patrocinatore del Museo Inventato. La sera dell'inaugurazione, quando il cielo era ancora chiaro, poiché a Panarea in quei tempi non c'era luce elettrica, invitammo gli amici a vedere il Museo. Il Prof. Filicudo Filicudi mandò un messaggio scritto su una foglia di ficodindia, dicendo che non poteva assistere alla inaugurazione ma che avrebbe mandato le sue forbici personali per tagliare il nastro. Gli amici ammirarono il museo, Piero di Blasi fece delle fotografie, si bevve il vino locale e si mangiarono le mandorle dell'albero che stava davanti alla porta del Museo. Venne buio e tutti accesero le loro pile e si restò a conversare fino a tardi. I fiori dei capperi si aprono al buio e l'aria ne era tutta profumata. Il giorno dopo dovemmo distruggere il Museo perché cominciavano ad arrivare i turisti che lo credevano vero. “
Bruno Munari, Fantasia, Laterza, 1977¹; pp. 197-202.
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Piero di Blasi, Panarea, Stromboli all'orizzonte, 1956. Piero Di Blasi, Le Isole Eolie, pubblicato nel maggio del 1956. https://www.instagram.com/p/CFzz9IlglCY/?igshid=84zrtowfqwga
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Chi è il padre di Roger Garth: tutto sull'opinionista dell'isola dei famosi
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Chi è il padre di Roger Garth: tutto sull'opinionista dell'isola dei famosi
Roger Garth è uno degli opinionisti della nuova edizione dell’isola dei famosi.
Molti di voi lo conoscono già, in quanto ospite frequente nei programmi di Barbara D’Urso. Biondo, con gli occhi azzurri ed affascinante, Garth detiene il titolo di primo top model androgino dell’Italia. E per chi non lo sapesse, egli svolge anche la professione di doppiatore e attore.
E proprio un po’ di tempo fa, Roger Garth entrò nel mirino di alcune polemiche, inerenti all’identità di suo padre. Infatti, non si sa bene di chi possa essere figlio anche se ci sono molti sospetti a riguardo. Pensate che non si conosce nemmeno il suo anno di nascita ma soltanto la data (ossia il 18 ottobre) e molto probabilmente, il suo potrebbe essere un nome d’arte.
Roger Garth padre
Come vi abbiamo detto poco fa, non si sa molto sull’identità del padre di Roger Garth.
Tuttavia, girano molte voci a riguardo. Ad esempio, alcuni magazine riportano l’indiscrezione che suo padre potesse essere tedesco ma c’è anche chi lo definisce un divo di Hollywood deceduto più di dieci anni fa. Ma chi sarebbe?
In molti si sono mobilitati per indagare sul caso e se si parla dell’anno 2008, allora Paul Newman potrebbe essere il padre di Roger Garth. Ovviamente, son tutte voci di corridoio e il ragazzo stesso non ha mai lasciato dichiarazioni a riguardo, nemmeno riguardo sua madre. Sarà anche lei un personaggio del mondo del cinema?
I misteri sono tanti ma Roger Garth non lascia trasparire nulla. Allo stesso tempo però, c’è la speranza che in qualche intervista futura egli possa rivelarne l’identità e motivare il perché di tutto questo silenzio. Insomma, è una vicenda tutta da scoprire.
Roger Garth isola dei famosi
Proprio ieri sera, Roger Garth è comparso in prima serata su canale 5, per la prima puntata dell’isola dei famosi.
Il reality show, condotto da Ilary Blasi, vede la presenza di altri due opinionisti, ossia Tommaso Zorzi (vincitore dell’ultima edizione del Grande Fratello Vip) e Iva Zanicchi.
Garth non siede affianco a loro in studio ma si collega di tanto in tanto nel corso della puntata. Il suo compito è praticamente identico a quello degli altri due. La Blasi infatti, gli ha chiesto nel corso della puntata cosa ne pensa dei nuovi naufraghi e della divisione tra burinos e rafinados.
Inoltre, egli è lì per supportare il cromatologo Ubaldo Lanzo, concorrente approdato insieme a Fariba, la mamma di Giulia Salemi. Di lui ha detto così:
“Mi sto sentendo già in colpa perché sono stato io a convincerlo a partecipare all’isola. Non ha mai fatto nulla di materiale in vita sua, è un po’ viziato. Lui ha i domestici, fa tutto la mamma, i parenti… quando lo ospito a casa mia lascia la qualunque in giro!”
Roger Garh modello
Cosa sappiamo della carriera di Roger Garth?
In realtà, non molto se non qualcosa riguardo il mondo della moda.
Egli infatti ha intrapreso la strada per il successo come modello, sin da piccolo. E’ possibile notare la sua presenza in vari spot per bambini. Tutto comincia nel panorama americano, tant’è che ha partecipato al The Mickey Mouse Club, un noto trampolino di lancio americano per vari artisti, basti pensare a Christina Aguilera o Britney Spears.
Ma come vi abbiamo già detto in precedenza, Garth è famoso anche per il suo percorso da doppiatore, iniziato durante gli anni ’90. In diversi cartoni avrete modo di sentire la sua voce: alcuni esempi? Alvin Superstar e American Dad!
Tuttavia, ciò che lo ha portato verso una popolarità non indifferente è senza ombra di dubbio la moda. E come possiamo ben notare dai suoi outfit, è un personaggio che ha stile e non ne sbaglia una, in termini di abbinamenti.
Diverse riviste e stilisti lo hanno chiamato per shooting e sfilate. E grazie alla sua bellezza, Roger Garth ha avuto modo di viaggiare un po’ ovunque, dall’America all’Europa, fino ad arrivare al continente asiatico per campagne e calendari.
E’ stato anche testimonial di Alviero Martini nel 2007.
Roger Garth attore
Nelle vesti di attore invece, ha recitato in teatro interpretando il personaggio di Dorian Gray ma anche al cinema per il film “Identità inattese”. L’anno successivo invece è conduzione del programma americano Saturday Night Live.
Per quanto riguarda il panorama televisivo invece, lo abbiamo visto nel programma di Piero Chiambretti Markette, ma anche nei film The Dange e Flylight – il volo leggero, recitando insieme a Mariagrazia Cucinotta e Nathalie Caldonazzo.
Tra le altre sue esperienze più significative, troviamo anche: “Modeland” e Fashionably Late, entrambi programmi televisivi.
Insomma, una carriera di tutto rispetto!
Roger Garth cane
Roger Garth è molto legato al suo cane.
E’ un levriero afghano che si chiama Kalahari e spesso lo abbiamo visto in tv, nelle trasmissioni di Barbara D’Urso, come “Pomeriggio Cinque”, “Domenica Live“ e Live: Non è la D’Urso.
E nei programmi televisivi, Roger non ha mai perso l’occasione di intraprendere discussioni con altri vip, che si trasformano in litigi davvero molto trash. Basti pensare al suo recente attacco a Patrizia De Blanck, definendola una donna falsa e finta puritana, poiché impegnata segretamente con un personaggio famoso e per di più già sposato.
Roger Garth instagram
Dov’è possibile seguire tutte le novità su Roger Garth?
Ovviamente sui social!
Su instagram infatti, egli ha un profilo ufficiale con la bellezza di oltre 100 mila followers.
Per seguirlo vi basta digitare il nickname @roger.garth. Sul suo profilo noterete numerose foto insieme al suo cane Kalahari ma anche scatti e stories che offrono spunti su outfit.
Garth è riuscito ad instaurare un bel rapporto con la sua community. E seppur girano intorno a lui vari misteri, possiamo certamente dire che sia una persona umile e simpatica. Sotto alle sue foto il supporto dei fans non manca affatto e lo si può notare dai numerosi likes e commenti ricchi di complimenti e di ammirazione.
Restano però vari dubbi in merito all’identità del padre (ma anche della madre e del suo anno di nascita)… sarà davvero figlio del grande Paul Newman? O ci sono delle vicende ancor più inaspettate?
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Oggi alle Ore 13,15 su Iris
La legge violenta della squadra anticrimine
Data di uscita: 1976
Regista: Stelvio Massi
Musiche Piero Pintucci
Cinematografia: Mario Vulpiani
Sceneggiatura: Dardano Sacchetti, Lucio De Caro, Maurizio Mengoni, Piero Poggio
Curiosità
Il film è ambientato e girato in gran parte a Bari: gli esterni riprendono gli scorci della città: per gli interni (oltre ai teatri De Paolis Incir) venne utilizzata la redazione del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno
Le scene girate dentro e fuori del palazzo sede del giornale mostrano le fasi di lavorazione tipografica "a caldo" dell'epoca. Alcuni dei giornalisti che appaiono sono veri: si riconoscono Federico Pirro e il cronista sportivo Milella.
Tutta la città di Bari è documentata dal film: le vie del centro, il lungomare, la stazione, il teatro Margherita, ancora funzionante, il teatro Petruzzelli, gli alberghi (delle Nazioni e Ambasciatori), la Fiera del Levante, la zona industriale, il casello di Bari nord dell'autostrada.
Nella città vecchia varie scene inquadrano la Basilica di San Nicola, la Cattedrale, il Fortino. Alcune riprese anche nel porticciolo di Torre a Mare.
Molte scene sono state girate a Trani nella parte nuova, al lungomare, e nella città vecchia (la famosa cattedrale, il tribunale). Una scena è stata girata nel piazzale antistante Castel del Monte, utilizzato come scenario per lo scontro tra uno dei killer della mafia che cerca Blasi per ucciderlo.
Interpreti e personaggi
John Saxon: il commissario Jacovella
Lee J. Cobb: Dante Ragusa
Rosanna Fratello: Nadia
Lino Capolicchio: Antonio Blasi
Renzo Palmer: Maselli
Antonella Lualdi: Anna Jacovella
Thomas Hunter: l'agente Turini
Giacomo Piperno: Giordani
Guido Celano: il padre di Antonio Blasi
Alfredo Zammi: Pasquale 'Nino' Ragusa
Pasquale Basile: Nicola
Francesco D'Adda: l'operatore radio
Renato Basso Bondini: uno sgherro di Ragusa
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PESARO – Una serata di festa a Candelara, dove ieri sera è stata inaugurata la riqualificata piazza di Borgo Santa Lucia.
«Un bel momento anche per tutta la nostra città – afferma il sindaco Matteo Ricci – qualche anno fa, in occasione di una celebrazione ufficiale eravamo qui ad osservare l’asfalto malmesso, con la promessa di poterlo risistemare: in quei giorni si discuteva con il governo il superamento del Patto di Stabilità, che ci avrebbe consentito di fare molti più investimenti rispetto a quelli fatti fino a quel momento.
Candelara merita una piazza e un ingresso dignitoso e bello, per tutto ciò che ha fatto per la nostra città: vederla oggi è una grande emozione. Questo intervento sta dentro una strategia più complessiva – continua Ricci – Candelara è uno dei borghi più belli, ma è diventato in questi anni un elemento fondamentale dal punto di vista strategico dello sviluppo turistico e culturale».
Qualche ora fa, la notizia della candidatura delle città di Pesaro e Urbino a Città Europea della Cultura 2033: «Non saremo più sindaci ma l’obiettivo è dare una prospettiva al nostro territorio. Insieme, con Rossini e Raffaello, entrambe città dell’Unesco, possono portarsi dietro tutta la provincia verso un orizzonte che vuole spingere sempre più sul turismo culturale quindi sulla bellezza del nostro territorio. Come Candelara ha dimostrato, il nostro può diventare ancora più turistico e attrattivo: la carta da giocare è la cultura, elemento trainante per tutto l’anno».
Il sindaco ha concluso ringraziando i progettisti, gli architetti Pradarelli e Sparacca e la ditta che ha realizzato i lavori Buscarini. Non ultimi i cittadini, Che negli ultimi sei mesi hanno dovuto sopportare qualche disagio. Provate a chiudere gli occhi e immaginarvi la piazza com’era qualche mese fa: sembra un altro posto».
Al taglio del nastro della nuova piazza, benedetta da don Giampiero Cernuschi e animata dallla Banda e Coro di Candelara, erano presenti anche: l’assessore all’Operatività Enzo Belloni, il presidente del Consiglio comunale Marco Perugini, il consigliere comunale Lorenzo Montesi, il presidente Aspes Luca Pieri, il consigliere regionale Andrea Biancani , il presidente della Pro Loco di Candelara Pierpaolo Diotalevi e quello del Quartiere 3 Colline e Castelli Nicholas Blasi.
«Orgoglioso di inaugurare questa piazza – così Montesi – una grande opera per tutti i cittadini e turisti. Vorrei ringraziare anche Marche Multiservizi per l’impegno messo per questi lavori». Domani Candelara sarà protagonista della notte delle candele, con oltre 15 quintali di lumi distribuiti lungo i 7 chilometri di costa: «Candelara meritava questa piazza per quello che ha fatto in questi anni – sottolinea Diotalevi – era in uno stato di degrado, ora il cambiamento si vede. Il ringraziamento va a anche a tutti i volontari che lavorano al miglioramento del nostro borgo».
In occasione dell’inaugurazione della piazza di Candelara, è stata presentata anche la mostra monografica di Blub. Protagonista il ritratto di Lunia Czechowska, insieme ad alcuni dei soggetti più classici dell’artista. Dopo l’omaggio notturno a Candelara del 1 luglio, Blub ha accettato di dedicare una mostra monografica a Candelara che fa seguito al grande successo di quella al MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
L’esposizione, al primo piano della Sala del Capitano, prevede delle carte da strada con alcuni dei principali personaggi di Blub: i ritratti delle donne di Modigliani, quello di Andy Warhol, ma anche soggetti sacri quali la Madonna del Parto di Piero Della Francesca e la Madonna del Granduca di Raffaello Sanzio, che è stata scelta anche per la locandina.
Al primo piano, nella Sala dell’orologio, saranno invece ospitate delle preziose riproduzioni su tela delle sue opere tra le quali la “Ragazza dell’orecchino di perla” di Jan Vermeer, ritoccata a mano dall’artista. Tra tutte le riproduzioni che saranno esposte, anche il ritratto di “Lunia Czechowska”.
La presenza in mostra di un’opera autografa permetterà di conoscere meglio l’artista e la sua pittura e rappresenterà un’occasione, molto rara, di vedere gli originali di Blub che normalmente fanno tutti parte di collezioni private. La mostra è aperta dall’8 al 15 settembre, il venerdì, sabato e domenica dalle 21 alle 23.
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Devil Gomme 2 di Firenze e Bruno Blasi di Livorno sono due gommisti clienti di Univergomma che si presentano all’appuntamento stagionale del cambio gomme con i rispettivi negozi allestiti a marchio Hankook. Il programma di affiliazione è frutto della lunga collaborazione tra l’azienda di distribuzione toscana ed il costruttore di pneumatici coreano, che ha permesso ad Univergomma di investire per sviluppare un progetto di affiliazione di ampio raggio, dando vita al network denominato Hankook Stop&Go.
Quali sono i vantaggi per i Rivenditori che partecipano al programma?
Marco Dabraio, responsabile degli allestimenti dei negozi: “Il valore aggiunto per il cliente rivenditore è in primis una forte identificazione del punto vendita con un allestimento cucito su misura che viene concordato e poi realizzato in tempi brevi: il punto vendita guadagna così una forte visibilità grazie alla riconoscibilità e al valore del brand Hankook, con cui collaboriamo attivamente su diversi progetti. Il rivenditore che partecipa al programma diventa un centro di riferimento sul territorio grazie ad una forte specializzazione sulla gamma Hankook che l’automobilista ha imparato a conoscere ed apprezzare per le sue caratteristiche in termini di qualità e performance.”
Mirko e Piero, titolari della Devil Gomme 2: “Abbiamo scelto di partecipare a questo programma perché crediamo nel marchio e nei prodotti Hankook, che sono per noi garanzia di affidabilità e performance nel segmento premium; la proposta da parte di Univergomma è stata per noi determinante perché volevamo distinguerci sul mercato con un’offerta che non avremmo potuto garantire ai nostri clienti entrando nei classici network. Gli investimenti pubblicitari nel calcio e la scelta come primo equipaggiamento anche su vetture premium tedesche ha contribuito notevolmente alla conoscenza anche da parte degli utilizzatori meno attenti; quelli che storicamente per il cambio gomme, soprattutto nel caso dell’altro di gamma, sceglievano sempre prodotti storicamente più blasonati. Per noi la maggior soddisfazione è quella di vedere che i clienti, una volta testato il prodotto, lo scelgono nuovamente perché hanno potuto apprezzare il comportamento su strada nell’utilizzo quotidiano. Per noi” continuano i due titolari “questo significa un costante aumento della domanda di pneumatici Hankook, grazie anche all’ampiezza di gamma che permette di rispondere alle esigenze di mobilità da parte di tutti i nostri clienti vettura, incluso il segmento city car.”
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Bruno Blasi, titolare dell’omonima attività Bruno Blasi & CO. SNC, che si trova a Livorno, dichiara che: “Quando Univergomma mi ha presentato il programma di affiliazione Hankook Stop&Go ho subito intravisto le potenzialità per la mia attività. Sono molto contento della strada che il produttore sta percorrendo perché la forza del prodotto viaggia di pari passo con una comunicazione veramente efficace su tutti i canali, che porta gli utenti finali a chiedere sempre di più informazioni sul prodotto alo momento di sostituire gli pneumatici. Inoltre sono veramente soddisfatto dell’allestimento su misura che Univergomma ha realizzato per il nostro punto vendita con gli elementi distintivi del marchio Hankook, facendoci riconoscere come rivenditori specializzati sul prodotto e mettendoci al servizio dell’automobilista con la nostra professionalità e competenza.”
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Hankook Stop&Go: le “stories” di 2 protagonisti Devil Gomme 2 di Firenze e Bruno Blasi di Livorno sono due gommisti clienti di Univergomma che si presentano all’appuntamento stagionale del cambio gomme con i rispettivi negozi allestiti a marchio Hankook.
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Panarea, Piero Di Blasi, 1956 "Panarea: "il viale dei capperi". Sullo sfondo, da destra: Lisca Bianca, Bottaro e Dattilo. I capperi sono una piccola fonte di guadagno per gli isolani che ne colgono i fiori in bocciolo e li ripongono a macerare sotto sale in botticelle. Poi verrà ad acquistarli il grossista che compie periodicamente il giro delle isole. Le tre isolette sullo sfondo, disabitate, forniscono i giunchi per le nasse e danno un magro pascolo alle pecore, ma per i "turisti" sono una grande attrattiva: il fondale tra Bottaro e Lisca Bianca è un vivaio di grosse cernie, la preda più ambita del pescatore subacqueo, e Dattilo, la maggiore delle tre, è ricca di grotte." Tratto da "Le vie d'Italia" Maggio 1956 #panarea #panareaisland #pierodiblasi #eolie #eolieislands #isoleeolie #aeolianislands #isoleminori #isoleitaliane #mare #isole #island #sea #isola #tirreno #mediterraneo #photography #vintagephoto #vintagephotography #oldphoto #foundphoto #lostmemories #antiquephoto #oldphotos #oldphotograph #isoleminorifoto #eoliemgz (presso Isola di Panarea) https://www.instagram.com/p/Ca674jdNpJR/?utm_medium=tumblr
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Spese pazze all'ARS - L'on. Nicola D'Agostino "Giustizia è fatta".
“Spese pazze all’ARS” – Pubblichiamo integralmente la nota dell’on. Nicola D’Agostino
“Ci sono voluti cinque anni di indagini e di composta resistenza al dispiacere. Che alcuni componenti della Procura di Palermo avessero torto, io non avevo dubbi. Ma come sempre accade in vicende del genere, quel che è certo per l’interessato non sempre lo è per chi ti osserva, specie quando ad essere accusato è un soggetto pubblico nell’esercizio delle proprie funzioni politiche: in questo caso la curiosa morbosità popolare, alimentata dalla mala abitudine di assecondare l’accusa e non bilanciare mai con le ragioni della difesa, porta a pregiudizi sommari. Per cui: le cosiddette “spese pazze” dell’Ars erano davvero tutte pazze e, nella logica di processi all’ingrosso, quelle che mi venivano contestate meritavano d’essere definite peculato consumato per il sol fatto che a sostenerlo fossero dei pubblici ministeri. Le tante pagine di giornali, i telegiornali a tutto spiano, soprattutto il web, quest’ultimo impietoso e definitivo nella sua sommaria giustizia, lo “confermavano”. Insomma, “condannato e colpevole” a prescindere!
Oggi paradossalmente passo addirittura per definitivamente “assolto”, il che prevederebbe un rinvio a giudizio (cioè a processo) che non è mai avvenuto: le tesi dell’accusa, nel mio caso, erano talmente inconsistenti che non meritavano di essere discusse in un processo. Non lo dico io, ma il Gup a Palermo e la Cassazione a Roma.
Tre anni di indagini (con il rischio di un preventivo marchio d’infamia), l’archiviazione da parte della stessa accusa del 95% delle contestazioni (cioè per tutti gli atti compiuti da capogruppo), la (ingiusta) richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm palermitani per fatti quando non ero capogruppo (e dunque che c’entravo? Mah…), un anno di dibattimento per decidere se meritassi o no d’essere processato, il proscioglimento (Luglio 16) da parte del Gup che respingeva la residuale accusa degli inquirenti, la sensazione di liberazione da un incubo (che definì kafkiano) durata però pochi mesi perché la stessa parte accusatrice decise a Dicembre di ricorrere in Cassazione: infine ieri il rigetto del ricorso della Procura da parte della Corte di Cassazione!
Riassumendo i fatti: la mia condotta è stata sempre esemplare, ci sono voluti 5 anni (senza neppure un rinvio a giudizio) per far emergere l’inconsistenza delle contestazioni. Pazienza: esperienza che fortifica.
Un grazie alla mia famiglia che mi ha sostenuto, agli amici (politici e non) che non hanno mai avuto il minimo dubbio, ai miei amici avvocati, Enzo Mellia in testa, Piero Continella, Giuseppe Lo Faro, Luca Blasi, Nino Caleca, Roberto Mangano, Franco Andronico, Antonio Capizzi senza i quali non avrei avuto la forza di resistere con compostezza e far valere le mie ragioni”.
(Nicola D’Agostino)
Spese pazze all’ARS – L’on. Nicola D’Agostino “Giustizia è fatta”. was originally published on Fancity Acireale
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Panarea, Piero Di Blasi, 1956 "Panarea: "il bisuolo". Nello sfondo, da sinistra: Stromboli, Spinazzola e Basiluzzo. Il "bisuolo" è uno spiazzo rettangolare che si apre davanti alle stanze da letto. Coperto da una "loggia" di canne o ginestre, è limitato da un muretto che incorpora fornelli, forno per il pane, lavatoio, l'imbocco della cisterna per l'acqua piovana, un pilastro con nicchia per tenere in fresco l'acqua da bere e vani pieni di terra in cui si coltivano le erbe aromatiche." Tratto da "Le vie d'Italia" Maggio 1956 Tratto da "Le vie d'Italia" Maggio 1956 #panarea #panareaisland #pierodiblasi #eolie #eolieislands #isoleeolie #aeolianislands #isoleminori #isoleitaliane #mare #isole #island #sea #isola #tirreno #mediterraneo #photography #vintagephoto #vintagephotography #oldphoto #foundphoto #lostmemories #antiquephoto #oldphotos #oldphotograph #isoleminorifoto #eoliemgz (presso Isola di Panarea) https://www.instagram.com/p/COhwIGltORI/?igshid=1t6iaggsrgcqd
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CUPRA MARITTIMA – I ricercatori del Museo Malacologico di Cupra Marittima continuano a fare scoperte di nuove conchiglie. Nell’ultimo numero delle rivista internazionale “Malacologia” è stato pubblicato un articolo di Tiziano Cossignani, direttore del Museo e Felix Lorenz, malacologo tedesco, con la descrizione di 10 nuove Marginelle rinvenute in Oman, piccole conchiglie che vanno da 2 a 20 millimetri.
Una conchiglia di appena 2,85 mm è stata dedicata ad Alberto e Piero Angela, noti divulgatori scientifici, e chiamata Gibberula angelarum, rinvenuta nelle acque di Mirbat e conosciuta per soli 6 esemplari. I due divulgatori avevavo già una conchiglia a loro dedicata singolarmente: Babylonia pieroangelai e Prunum albertoangelai.
Un’altra, delle dieci scoperte, è stata dedicata a Papa Bergoglio: Volvarina francescoi, 19,10 mm di altezza e di cui si conoscono solo 2 esemplari al mondo, raccolti nell’Isola di Hallaniyat. Queste scoperte fanno onore al Museo Malacologico di Cupra Marittima, il più grande al mondo dedicato alle conchiglie e che è in continua crescita.
Grande è il successo che sta riscuotendo la nuova mostra dedicata a 250 acquasantiere dal ‘600 ad oggi, e la rubrica estiva che la Rai sta dedicando alle conchiglie in coda al TG regionale delle Marche, voluta dal caporedattore Maurizio Blasi, sempre molto sensibile alla cultura nella Regione.
Nei mesi di luglio ed agosto il Museo è aperto tutti i giorni dalle ore 16 alle ore 22.
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