#Paolo Stoppa
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haveyouseenthismovie-poll · 7 months ago
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gatutor · 1 month ago
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Gigi Proietti-Paolo Stoppa-Jodie Foster "La caseta de la risa" (Casotto) 1977, de Sergio Citti.
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ilcovodelbikersgrunf · 2 months ago
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"La giustizia è morta"
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kittesencula · 1 year ago
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letterboxd-loggd · 11 months ago
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Miracle in Milan (Miracolo a Milano) (1951) Vittorio De Sica
January 27th 2024
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dare-g · 1 year ago
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The Last Judgement (1961)
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ghassanrassam · 1 month ago
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1954 tales of Naples from Vittorio de Sica
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bagnabraghe · 1 year ago
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Per Testori il luogo privilegiato delle intersezioni intermediali è costituito dal teatro
La figura di Testori può essere pienamente inserita nella categoria del «doppio talento», codificata dagli studi di Visual Culture in riferimento agli artisti-scrittori e agli scrittori-artisti. <5 Senza contare le molteplici declinazioni sperimentate dalla sua scrittura (romanzi, racconti, componimenti poetici, drammi, saggi, articoli), la Doppelbegabung si manifesta con straordinaria evidenza…
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adrianomaini · 1 year ago
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Per Testori il luogo privilegiato delle intersezioni intermediali è costituito dal teatro
La figura di Testori può essere pienamente inserita nella categoria del «doppio talento», codificata dagli studi di Visual Culture in riferimento agli artisti-scrittori e agli scrittori-artisti. <5 Senza contare le molteplici declinazioni sperimentate dalla sua scrittura (romanzi, racconti, componimenti poetici, drammi, saggi, articoli), la Doppelbegabung si manifesta con straordinaria evidenza…
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angelap3 · 8 months ago
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“A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?».
Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista»."
Marcello Mastroianni
Marcello in 8½ di Fellini
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haveyouseenthismovie-poll · 7 months ago
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tina-aumont · 4 days ago
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Il Ladro di Venezia, 1950
"Il Ladro di Venezia" is a 1950 Italian film directed by John Brahm. The US title was "The Thief of Venice".
It was released in the US two years after being made.
Plot (it may contain spoilers)
In 1575 Venice, the Doge has just died and Scarpa the Grand Inquisitor leads a plot to seize control of Venice.
Disani, a popular admiral works to stop the Grand Inquisitor's power grab with the help of Lorenzo, one of his officers. They manage to get back to Venice in record time by promising the galley slaves their freedom. When they arrive back Disani is killed and Lorenzo goes into hiding.
Lorenzo continues the fight against Scarpa, who plans to marry Disani's daughter Francesca. Lorenzo and Francesca fall in love even though Lorenzo is also loved by tavern girl Tina.
Lorenzo's rebellion against Scarpa is successful.
Cast
Maria Montez - Tina
Paul Christian - Alfiere Lorenzo Contarini
Massimo Serato - Scarpa the Inquisitor
Faye Marlowe - Francesca Disani
Aldo Silvani - Capt. von Sturm
Luigi Saltamerenda - Alfredo
Guido Celano - Polo
Umberto Sacripante - Durro
Camillo Pilotto - Adm. Disani
Ferdinando Tamberlani - Lombardi
Liana Del Balzo - Duenna
Paolo Stoppa - Marco
Mario Tosi - Mario
Vinicio Sofia - Grazzi
Leonardo Scavino - Sharp Eye
Shooting
Filming started November 1949 and went until February. Then it resumed in June. The movie was shot on location in Italy with studio work done at Scalera Studios. Filming finished by March 1950.
While filming a scene in the canal, Maria Montez almost drown herself, that's why when the filming ended, she decided to write her will.
It was released in Rome on the 22nd December 1950 and Maria's character was highly praised by the press & critics.
Here you can watch part 1, part 2, part 3 & part 4
Scans from "María Montez: La Reina del Technicolor", book written by Antonio Pérez Arnay & ebay.
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telefonamitra20anni · 10 months ago
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Te lo racconto (al telefono) io.
A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?». Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista».
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dinonfissatoaffetto · 8 months ago
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"A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?».
Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista»."
- Marcello Mastroianni
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monkeyssalad-blog · 10 days ago
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Silvana Pampanini
flickr
Silvana Pampanini by Truus, Bob & Jan too! Via Flickr: Franco-German card. Ufa, Berlin/ Editions P.I., Paris. Unitalia Film Silvana Pampanini (1925) is an Italian actress who knew enormous popularity in the 1950s and 1960s. In the early 1950s, before Sophia Loren e Gina Lollobrigida reached stardom, Pampanini was one of the most well-known symbols of Italian beauty. Born in Rome from a family that had moved there from the Veneto some three centuries ago, Silvana Pampanini got her law degree during the war and visited the Conservatory of Santa Cecilia where she got a degree in piano and song. As a singer, the young Pampanini made career within entertainment music, not only were her songs widespread on unique records, she even got an audience with pope Pio XII. Over the years she also was a frequent visitor of the opera seasons. Her cousin was the soprano Rosetta Pampanini. When war was over, her singing master inscribed her for the Miss Italia contest in Stresa in September 1946 which she won ex aequo with Rossana Martini, thanks to a fierce audience reaction after Martin had originally been chosen by the jury. Her Miss Italia title was her introduction to a career in cinema and from the film L’Apocalisse (Giuseppe Maria Scottese 1946) Pampanini performed in various films, often musicals. She became also the toast of weeklies and film magazines. Her father, who originally had been against his daughter having a career as actress, became her agent. Even if she was dubbed in her first roles Pampanini became a star, performing with all the great actors of postwar cinema: Totò, Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Walter Chiari, Amedeo Nazzari, Renato Rascel, Raf Vallone, Nino Taranto, Massimo Girotti, Ugo Tognazzi, Carlo Dapporto, Paolo Stoppa, Rossano Brazzi, Massimo Serato, Folco Lulli, Aroldo Tieri, Carlo Campanini. Among her foreign film partners were Jean Gabin, Henri Vidal, Jean-Pierre Aumont, Raymond Pellegrin, Pierre Brasseur, Curd Jurgens, Pedro Armendariz and even Buster Keaton. In the 1950s Pampanini played in one film after another and many of her films were distributed worldwide. Well known was for instance the Dino de Laurentiis production I pompieri di Viggiù (Mario Mattoli 1949), which Ennio Flaiano considered rather a series of vaudeville acts than a film, and thus preceding TV vaudeville. With Quo vadis? parody OK Nerone (Mario Soldati 1951), Pampanini had her first international success as Empress Poppea, opposite Gino Cervi as Nero, and Walter Chiari and Carlo Campanini as two American sailors who dream they are in Nero’s Rome. In the romantic comedy Bellezze in bicicletta (Carlo Campogalliani 1951) she formed a pair with Delia Scala and sang one of the most beloved songs of the time: Bellezza in bicicletta. In 1952 Pampanini performed in the much awarded Processo alla città (Luigi Zampa), starring Amedeo Nazzari; La presidentessa (Pietro Germi), based on a French pochade; and La tratta delle bianche/White Slave Trade (Luigi Comencini). The latter also casted Eleonora Rossi-Drago, Tamara Lees and (in a smaller part) Sophia Loren, but the leading men Vittorio Gassman and Marc Lawrence both have set their eyes on Silvana. In 1953 Pampanini played in an episode of Un giorno in pretura (Steno) for which her makeup man transformed her in a lady 30 years older. That year she was also the title character Anna Zaccheo in Giuseppe de Santis’ Un marito per Anna Zaccheo, which costarred Nazzari and Massimo Girotti. In 1955 Pampanini performed in the comedy La bella di Roma by Luigi Comencini, which co-starred Alberto Sordi and Paolo Stoppa, and she played in the box office hit Racconti romani (Gianni Franciolini), based on a story by Alberto Moravia, and starring Franco Fabrizi. Finally Pampanini played in La strada lunga un anno (1958) by Giuseppe De Santis, an Italian-Yugoslavian coproduction, an Oscar candidate in 1959 and Golden Globe winner for best foreign picture. Even if she went to America, Pampanini refused to act in Hollywood, presumably as her English was not good enough, but she did play in France, where she was known as Niní Pampan. Examples are La tour de Nesle (Abel Gance 1955) in which she played Marguerite de Bourgogne opposite Pierre Brasseur as Jehan Buridan, and La loi des rues (Ralph Habib 1956), with Raymond Pellegrin. She also played in films in Spain, Germany, Greece, Yugoslavia, Egypt, Argentine, and in particular Mexico, where she played in some films that never were released in Italy, such as Sed de amor (Alfonso Corona Blake 1959) with Pedro Armendariz, and Napoleoncito (Gilberto Martinez Solares 1964). In the meantime the yellow press published flirts of Pampanini with prince Ahmad Shah Khan, Tyrone Power, William Holden, George DeWitt, Omar Sharif, Orson Welles, king Faruq of Egypt and others. Pampanini herself told how her one true love, a man ten years older than she, not involved in cinema and never identified, died of a disease one month before their wedding. After some short experience as director and screenwriter in 1958, Pampanini slowed down her film career and focused on radio and TV, where she worked as announcer and host of manifestations. In 1964 Dino Risi directed her in Il gaucho, a partly autobiographical film in which Silvana played a declining diva, who pathetically searches for her lost glory and for a millionaire to marry. In 1966, after twenty years of career, Pampanini quitted cinema in order to assist her aging parents whom she took care of till their death. She returned for one last role as a prostitute in an episode of Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù? (Mariano Laurenti 1971). After that she was only visible once more as herself in Tassinaro (1983) by Alberto Sordi. Silvana regularly appeared on television from 1951 on, so from the very first emissions on. In 1956 she launched the debuting wizard Silvan to whom she gave his stage name. Her only piece of television prose for RAI was a comedy by Gustave Flaubert in 1971. In the Mediaset mini-series Tre stelle (1999) she had a bit part as the old mother of Alba Parietti and in Fall 2002 she was part of the cast of Domenica In during two months. Pampanini is devoted to Padre Pio and San Antonio, she never married nor had any children, though she was proud that once Totò proposed to her, on the set of 47 morto che parla (Carlo Ludovico Bragaglia 1950), even if he asked in vain. For decades Pampanini claimed the torch song Malafemmena was dedicated to her, but in reality it was inspired by the divorced wife of the Neapolitan comic, as has been indicated by Toto’s daughter and a document of the SIAE. Though living in Monaco, Pampanini was nominated “Grande ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica Italiana” in 2003 by president Ciampi. In September 2009 she returned at the Venice film festival for the projection of the restored version of Noi cannibali (1953) by Antonio Leonviola, a film inserted in the section Questi fantasmi 2, dedicated to Italian films to be reconsidered. Silvana played a chorus line girl who is pestered by men making passes at her. In the same year (2009) the Spanish director Pedro Almodóvar declared in an interview that Pampanini was one of the Italian actresses with whom he’d like to do a film. In her roaring years Pampanini was not very beloved by the critics and did not receive important awards, which caused her in her autobiography of 1996, Scandalosamente perbene, to compare herself with Greta Garbo. Pampanini never was afraid to keep still, so in December 2006 she publicly mocked Gina Lollobrigida for marrying a man much younger than she, and when in 2008 mayor Walter Veltroni did not invite her for the Festa del Cinema in Rome, she started a serious polemic. In 2007 she did participate in the festivities of 70 years Cinecittà and in 2009 she hosted the Mostra del Cinema dello Stretto which brought a warm welcome and the recognition of her career. Sources: Italian and English Wikipedia, IMDB. “Ma dove vai bellezza in bicicletta, così di fretta pedalando con ardor? Le gambe snelle tornite e belle m'hanno già messo la passione dentro al cuor!”
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agendaculturaldelima · 1 month ago
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     #ProyeccionDeVida
🎥 Cine Italiano, presenta:
🎬 “HASTA QUE LLEGÓ SU HORA / ÉRASE UNA VEZ EN EL OESTE” [C’era una volta il West / Once Upon a Time in the West]
🔎 Género: Western / Spaghetti Western / Venganza / Película de Culto
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⌛️ Duración: 165 minutos
✍️ Guión: Sergio Leone, Sergio Donati, Dario Argento y Bernardo Bertolucci
🎼 Música: Ennio Morricone
📷 Fotografía: Tonino Delli Colli
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🗯 Argumento: Brett McBain, un granjero viudo de origen irlandés, vive con sus hijos en una zona pobre y desértica del Oeste americano. Ha preparado una fiesta de bienvenida para Jill, su futura esposa, que viene desde Nueva Orleáns. Pero cuando Jill llega se encuentra con que una banda de pistoleros los ha asesinado a todos.
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👥 Reparto: Charles Bronson (Armónica), Henry Fonda (Frank), Claudia Cardinale (Jill McBain), Jason Robards (Cheyenne), Jack Elam (Snaky), Woody Strode (Stony), Frank Wolff (Brett McBain), Lionel Stander (Barman), Keenan Wynn (Sheriff), Gabriele Ferzetti (Morton), Paolo Stoppa (Sam) y Antonio Palombi (Agente de Estación)
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📢 Dirección: Sergio Leone
© Productora:Paramount Pictures
🌎 País: Italia
📅 Año: 1968
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📽 Proyección:
📆 Jueves 21 de Noviembre
🕔 6:30pm.
🏡 Auditorio Leonardo Da Vinci del Instituto Italiano de Cultura (av. Arequipa 1055, Urbanización Santa Beatriz - Lima)
🚶‍♀️🚶‍♂️ Ingreso libre
🎤 El dato: Después de la proyección se realiza el Conversatorio a cargo de Sebastián Pimentel (crítico de cine).
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