#I poveri disturbano
Explore tagged Tumblr posts
Text
Miracle in Milan (Miracolo a Milano) (1951) Vittorio De Sica
January 27th 2024
#miracle in milan#Miracolo a Milano#1951#vittorio de sica#francesco golisano#brunella bovo#emma gramatica#arturo bragaglia#erminio spalla#riccardo bertazzolo#Guglielmo Barnabò#paolo stoppa#I poveri disturbano#mubi
2 notes
·
View notes
Text
“Per di più alla gente ricca non piace che i poveri si lamentino ad alta voce della magra sorte: molestano, sono importuni. Sì, la povertà è sempre importuna: i gemiti degli affamati, certo, disturbano il sonno del ricco!”
0 notes
Text
Qualche anno fa ad una conferenza negli Stati Uniti su investimenti e finanza è stata fatta una domanda che aveva fatto ridere tutti. Ecco cosa è stato chiesto a Bill Gates e leggete cosa ha risposto:
Se uno degli uomini più ricchi del mondo, potesse accettare che sua figlia sposi un uomo povero o modesto?
Bill rispose:
In primo luogo, capire che ricchezza non significa avere un conto bancario con un sacco di soldi. La ricchezza è prima di tutto la capacità di creare ricchezza. Esempio: qualcuno che vince denaro alla lotteria o al gioco d'azzardo. Anche guadagnando 100 milioni non è un uomo ricco, è un uomo povero con un sacco di soldi. Ecco perché il 90% dei milionari della lotteria sono di nuovo poveri dopo 5 anni.
Ci sono anche persone ricche che non hanno soldi.
Esempio: la maggior parte degli imprenditori sono già sulla via della ricchezza, anche se non hanno soldi, perché stanno sviluppando la loro intelligenza finanziaria e questa è la ricchezza. In che modo i ricchi e i poveri sono diversi? Se vedi un giovane che decide di laurearsi, imparare cose nuove, cercare di migliorare continuamente, sappi che è un uomo ricco. Se vedi un giovane che pensa che il problema sia lo stato, e crede che i ricchi siano tutti ladri e che criticano costantemente, sappi che è un povero.
La maggior parte dei criminali sono poveri
I ricchi sono convinti di aver bisogno solo di informazione e formazione per decollare, i poveri credono che gli altri dovrebbero dare loro soldi per decollare. In conclusione, quando dico che mia figlia non sposerà un povero, non sto parlando di soldi. Parlo della capacità di quest'uomo di creare ricchezza. Mi dispiace per quello che sto per dire, ma la maggior parte dei criminali sono poveri. Quando sono di fronte al denaro, perdono la testa, ecco perché rubano, aggrediscono e così via.
Per loro, questa è una grazia, perché non sanno come loro stessi potrebbero fare soldi. Un giorno, una guardia di banca trovò una borsa piena di soldi, prese la borsa e la consegnò al direttore della banca. La gente chiamava questo signore un idiota, ma in realtà quel signore era solo un uomo ricco che non aveva soldi. 1 anno dopo, la banca gli offrì una posizione di receptionist, 3 anni dopo era responsabile dei clienti e 10 anni dopo, gestiva la direzione regionale di quella banca. Ora gestisce centinaia di dipendenti e i suoi bonus annuali sono al di là del valore che potrebbe aver rubato.
---
La così detta élite ha una cosa che la massa non ha ancora capito, e cioè che conosce le persone meglio di quanto loro conoscano se stesse.
Basta leggere le risposte sotto post simili per rendersi conto che il rodimento di culo della gente non ha quasi mai niente a fare con un rapporto logico di causa-effetto.
Bill Gates e quelli come lui rappresentano il potere dell'ego distorto e iperattivo, disturbano la maggioranza perché essa soffre principalmente di invidia, non di ingiustizia.
La risposta del criminale in questione è la medesima che si leggerebbe in un qualsiasi manuale di abbondanza e mentalità finanziaria. Solo che poiché proviene dalla sua bocca fa emergere emozioni e non ragionamenti.
Emozioni non lavorate, istintuali e frustrate, le quali sgorgano dentro un'individualità e una responsabilità personale non pervenute.
#bill gates#diavoli#zombie#società malata#società#svegliatevi#manipolazioni#aprite gli occhi#sistema#verità#dittatura#covid#denaro#ricchezza#povertà#matrix#ottusi#resposnabilità#discernimento#paura#separazione#lavoro su di sé#conosci te stesso#consapevolezza#ego#potere#esempi
21 notes
·
View notes
Text
Servi e padroni
Io immagino i ricchi, in vestaglia che, sorseggiando un brandy, osservano i poveri scannarsi tra loro. Li guardano e sorridono.
- I poveri... I poveri sono davvero divertenti, guarda là come si azzuffano tra loro, uno contro l'altro, se solo capissero...
- Se capissero non sarebbero poveri, e per noi comincerebbero i guai.
- Infatti. Per fortuna il sistema funziona. Litigano sempre, sono proprio buffi nonché instancabili, bisogna riconoscerglielo.
- Hai ragione. Sono divertenti ma fanno anche tanto rumore. Strepitano troppo, disturbano i miei pensieri e i nostri tramonti serali.
- Sono poveri, ci vuole pazienza, bisogna perdonarli. Gustoso il brandy, nevvero?
- Delizioso amico mio, delizioso.
14 notes
·
View notes
Text
Mucche senza campane
Il mio occasionale vicino francese mi si rivela mattiniero. “Buongiorno, Jacques! Avete dormito bene?” “Buongiorno, Sergio. Io sì, ma i miei ospiti non hanno dormito tutta la notte.” “Perché?” gli domando non senza sorpresa: come si fa a non dormire bene in un posto tranquillo e fresco come la Rocca? “Le campane delle vacche che sono nel prato”, mi risponde ridacchiando. Rido pure io. “Già..! Hai ragione! Se venissi a Cannes non dormirei per colpa delle macchine, qui invece i campanacci mi fanno dormire meglio, ma per voi è al contrario.” “Di chi sono le vacche?” mi domanda. “Del bergé qui sotto, è lui che pascola i tuoi prati.” Riflette. Poi, preso evidentemente da uno scrupolo nei confronti dei suoi ospiti mi domanda: “Credi che gli posso chiedere di togliere le campane alle vacche?” “Togliere le campane alle vacche?! Non si tolgono le campane alle vacche!! Se gli chiedi una cosa così non porterà più le vacche a pascolare qui e i tuoi prati si inselvatichiranno.” Riflette guardando sconsolato le mucche nel suo prato. “Beh...”, si consola “l’erba è quasi finita, sicuramente oggi le porta via.” E così sarà… La conversazione è capitata nell’occasione giusta: la sera prima ero stato spettatore piuttosto allibito di una scena di panico di mio nipote alla vista di una cavalletta. Ci abbiamo poi ragionato con calma, lui steso ha riconosciuto: “non lo so che cosa mi è successo, nonno”. La notte non era riuscita a fare scomparire quella sensazione di disagio che l’episodio mi aveva provocato: ma cosa stiamo diventando, mi domandavo… E questi poveri bambini a cui facciamo vivere una vita del tutto virtuale, irreale, artificiale, in cui non ci sono microbi, insetti, animali, terra, fango, puzze, merde… Perennemente immersi in giochi, animazioni ed attività espressive varie, mai chiamati a svolgere il minimo lavoro di responsabilità, a essere di minimo supporto alla vita e ai doveri dei grandi… Non vi dico che macello han fatto quando gli ho dato il compito di bagnare le zucche, che pure ho fatto piantare a loro stessi, sono le “loro” zucche… E gli avevo pure spiegato bene come farlo con scrupolo, gli avevo raccomandato di non fare porcherie, di impegnarsi… Vero è che mi hanno poi chiesto scusa, e mi hanno chiesto di farglielo rifare di nuovo e che lo avrebbero fatto bene… E gli credo. E comunque.., dopo una serie di pensieri piuttosto funerei partiti da questi nipotini che portano qui la loro vita ed abitudini di città, ti ci metti pure tu Jacques dicendomi che vuoi far togliere i campanacci alle mucche. Fammi capire, Jacques..: tu abiti a Cannes, vieni con degli amici per un paio di giorni nella casa dei tuoi nonni, in montagna, tra boschi e prati, e siccome i campanacci delle mucche ti disturbano vai dal bergé e gli chiedi di toglierli. Minchia, Jacques, per dirla all’italiana, o meglio alla siciliana… Minchia, meno male che ci sono io, il tuo buon vicino, che ti dice che no Jacques, non si tolgono i campanacci alle mucche; e soprattutto no Jacques, non si va dal bergé, tu fransé de la ville che viene qui due volte all’anno, non si va dal bergé a dirgli pardon, monsieur le berger, togli le campane alle vacche. Il minimo che può capitarti, caro Jacques, è che il bergé prenda una busa e te la tiri in faccia, come la torta dei film. Cos’è la busa? C’est la merde de la vache, Jacques!
1 note
·
View note
Text
Lectio Divina: Matteo 9,32-38
Lectio
Martedì, 9 Luglio, 2019
Tempo ordinario
1) Preghiera
O Dio, che nell’umiliazione del tuo Figlio
hai risollevato l’umanità dalla sua caduta,
donaci una rinnovata gioia pasquale,
perché, liberi dall’oppressione della colpa,
partecipiamo alla felicità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Matteo 9,32-38
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: “Non si è mai vista una cosa simile in Israele!”. Ma i farisei dicevano: “Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni”.
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!”
3) Riflessione
• Il vangelo di oggi ci presenta due fatti: (a) la guarigione di un indemoniato muto (Mt 9,32-34) e (b) un riassunto delle attività di Gesù (Mt 9,35-38). Questi due episodi terminano la parte narrativa dei capitoli 8 e 9 del vangelo di Matteo in cui l’evangelista cerca di indicare come Gesù metteva in pratica gli insegnamenti dati nel Discorso della Montagna (Mt 5 a 7). Nel capitolo 10, la cui meditazione inizia nel vangelo di domani, vediamo il secondo grande discorso di Gesù: Il Discorso della Missione (Mt 10,1-42).
• Matteo 9,32-33a: La guarigione di un muto. In un unico versetto Matteo descrive l’arrivo di un indemoniato dinanzi a Gesù, l’espulsione del demonio, l’atteggiamento di Gesù, qui e nei quattro vangeli, e l’attenzione e l’affetto di Gesù per le persone malate. Le malattie erano molte, la previdenza sociale, inesistente. Le malattie non erano solo deficienze corporali: sordità, cecità, paralisi, lebbra e tanti altri mali. In fondo, queste malattie non erano che una manifestazione di un male assai più profondo e vasto che minava la salute della gente, e cioè l’abbandono totale e lo stato deprimente ed inumano in cui era obbligata a vivere. Le attività e le guarigioni di Gesù si indirizzavano non solo contro i mali corporali, ma anche e soprattutto contro questo male maggiore dell’abbandono materiale e spirituale, in cui la gente era costretta a trascorrere i pochi anni della sua vita. Poi, oltre allo sfruttamento economico che rubava la metà dello stipendio familiare, la religione ufficiale dell’epoca, in vece di aiutare la gente ad incontrare in Dio una forza per resistere ed avere speranza, insegnava che le malattie erano un castigo di Dio per il peccato. Aumentava in loro il sentimento di esclusione e di condanna. Gesù faceva il contrario. L’accoglienza piena di tenerezza e la guarigione dei malati fanno parte dello sforzo di ritessere la relazione umana tra le persone e di ristabilire la convivenza comunitaria e fraterna nei villaggi della Galilea, la sua terra.
• Matteo 9,33b-34: La duplice interpretazione della guarigione del muto. Dinanzi alla guarigione dell’indemoniato muto, la reazione della gente è di ammirazione e di gratitudine: “Non si è mai vista una cosa simile in Israele!” La reazione dei farisei è di sfiducia e di malizia: “Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni!” Non potendo negare i fatti che causano l’ammirazione della gente, l’unico modo che i farisei trovano di neutralizzare l’influenza di Gesù dinanzi alla gente è quello di attribuire l’espulsione al potere del maligno. Marco presenta un esteso argomento di Gesù per dimostrare la mancanza di coerenza e la malizia dell’interpretazione dei farisei (Mc 3,22-27). Matteo non presenta nessuna risposta di Gesù all’interpretazione dei farisei, perché quando la malizia è evidente, la verità brilla da sola.
• Matteo 9,35: Instancabile, Gesù percorre i villaggi. E’ bella la descrizione dell’attività instancabile di Gesù, in cui spunta la doppia preoccupazione a cui abbiamo fatto allusione: l’accoglienza piena di tenerezza e la guarigione dei malati: “Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità”. Nei capitoli precedenti, Matteo aveva già fatto allusione varie volte a questa attività ambulante di Gesù nei villaggi e città di Galilea (Mt 4,23-24; 8,16).
• Matteo 9,36: La compassione di Gesù. “Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore”. Coloro che dovevano essere pastori non erano pastori, non curavano il gregge. Gesù cerca di essere il pastore (Gv 10,11-14). Matteo vede in questo la realizzazione della profezia del Servo di Yavé che “ha preso le nostre infermità, si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17 e Is 53,4). Come lo fu per Gesù, la grande preoccupazione del Servo era “trovare una parola di conforto per coloro che erano scoraggiati” (Is 50,4). La stessa compassione verso la folla abbandonata, Gesù la mostra in occasione della moltiplicazione dei pani: sono come pecore senza pastore (Mt 15,32). Il vangelo di Matteo ha una costante preoccupazione nel rivelare ai giudei convertiti delle comunità di Galilea e di Siria che Gesù è il messia annunciato dai profeti. Per questo, frequentemente, lui mostra che nelle attività di Gesù si realizzano le profezie (cf. Mt 1,23; 2,5.15.17.23; 3,3; 4,14-16; etc.).
• Matteo 9,37-38: La messe è molta, gli operai sono pochi. Gesù trasmette ai discepoli la preoccupazione e la compassione che lo abitano: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!”.
4) Per un confronto personale
• Compassione per le folle stanche ed affamate. Nella storia dell’umanità, non c’è stata mai tanta gente stanca ed affamata come oggi. La TV divulga i fatti, ma non offre risposte. Noi cristiani, riusciamo ad avere la stessa compassione di Gesù e irradiarla agli altri?
• La bontà di Gesù verso i poveri disturbava i farisei. Loro ricorrono alla malizia per neutralizzare l’incomodità causata da Gesù. Ci sono molti atteggiamenti buoni nelle persone che mi disturbano? Come le interpreto: con grata ammirazione come le folle o con malizia come i farisei?
5) Preghiera finale
Cantate al Signore canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore. (Sal 104)
0 notes
Text
Servi e padroni
Io immagino i ricchi, in vestaglia che, sorseggiando un brandy, osservano i poveri scannarsi tra loro. Li guardano e sorridono
- I poveri... I poveri sono davvero divertenti, guarda là come si azzuffano. Sono divertenti nonché instancabili, bisogna riconoscerglielo
- Hai ragione. Sono divertenti ma fanno anche tanto rumore. Strepitano troppo, disturbano i miei pensieri.
- Sono poveri, ci vuole pazienza, bisogna perdonarli. Gustoso il brandy, vero?
- Delizioso amico mio, delizioso.
12 notes
·
View notes