#Ostaggi israeliani 7 ottobre 2023
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Da LETTERE CONTRO LA GUERRA di Tiziano Terzani. L’ultimo giorno della nostra vita di prima...
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#Bombardamento ospedale di Gaza 18 ottobre 2023#New York 2001#Ostaggi israeliani 7 ottobre 2023#Torri gemelle
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(...) io accuso i terroristi di Hamas di atti genocidari contro la popolazione palestinese a Gaza e precisamente di uccisioni e torture sugli omosessuali e sugli oppositori politici; di gravi attentati all’integrità fisica e mentale dei Gazawi, quando utilizzano la popolazione, donne e bambini, come scudi umani, così come le scuole, le università, gli ospedali e le ambulanze a fini terroristici; di sottomissione intenzionale dei Gazawi a condizioni di esistenza che comportano la loro parziale distruzione, stornando gli aiuti internazionali a favore di sviluppo di armamenti e di finanziamento del terrorismo, confiscando gli aiuti umanitari ai civili e tenendo in ostaggio la popolazione nonostante i preavvisi israeliani di bombardamento; di misure che pregiudicano le nascite, privando le donne palestinesi di Gaza di cure di qualità, negli ospedali largamente usati come depositi di armi.
Io accuso Hamas di attacchi incessanti, tesi a minacciare la sicurezza territoriale israeliana, e di crimini di guerra e presa di ostaggi che hanno condotto lo Stato di Israele ad avviare una risposta militare di legittima difesa.
Io accuso Hamas di essere il solo responsabile della drammatica situazione dei Palestinesi a Gaza, fin dalla sua presa di potere nella Striscia, e della guerra che vi è condotta da Israele.
Io accuso Hamas, Hezbollah, gli Houti e l’Iran di intenzioni genocide contro la comunità ebraica, Israele, gli Stati Uniti e le nazioni occidentali
Io accuso il Sudafrica e i suoi sostenitori di farsi portavoce di Hamas e della sua propaganda di fronte alle più alte istanze mondiali. Io li accuso di colpevole silenzio quando era necessario condannare la Siria, l’Afghanistan, lo Yemen, il Sudan, l’Iraq e l’Iran per genocidio contro le loro popolazioni e per crimini di guerra.
Io accuso il Sudafrica e i suoi sostenitori di rifiutarsi di prevenire e punire i propositi genocidari rivendicati direttamente e pubblicamente contro Israele.
Io accuso il Sudafrica e i suoi sostenitori di tacere sui massacri del 7 ottobre, che essi non considerano nel quadro della risposta israeliana
Io accuso il Sudafrica e i suoi sostenitori, per le ragioni sopra esposte, di portare di fronte alla Corte internazionale di Giustizia una causa infondata, politicamente motivata dal rifiuto del diritto dello Stato di Israele di esistere e di godere di una salda sicurezza territoriale.
Io accuso Jean-Luc Mélenchon e Jeremy Corbyn di essere gli intermediari politici dell’antisionismo propugnato da Hamas, rifiutando di riconoscere l’organizzazione come terrorista e attribuendogli attività di resistenza.
Io accuso l’Onu di mancanza di imparzialità nei confronti di Israele, fatta oggetto di diciassette risoluzioni di condanna nel 2020 contro sette per il resto del mondo (delle quali una contro l’Iran e una contro la Siria).
Io accuso l’Onu di un’incomprensibile cecità, fino all’8 gennaio 2024, di fronte agli stupri e alle mutilazioni sessuali inflitti il 7 ottobre 2023 in Israele.
Io accuso l’Onu di mancanza di obiettività di fronte alle informazioni diffuse da Hamas, concernenti le morti e gli attacchi attribuiti agli Israeliani. La penosa eco data dall’Onu alle false informazioni di Hamas sull’Ospedale Al-Shifa avrebbe dovuto metterci sull’avviso.
Io accuso l’UNRWA di complicità con i terroristi di Hamas a danno della popolazione civile. Condanno con la più grande fermezza il dirottamento da parte di Hamas dei fondi europei e internazionali verso il finanziamento di libri scolastici antisemiti, di armi e di infrastrutture belliche e il controllo del gruppo terrorista sul razionamento alimentare.
A più di cento giorni dal più grande pogrom subito da Israele e dal tentativo genocidario che si è trovato a combattere, io condanno l’indegna chiamata di Israele a rispondere all’accusa di atti genocidari, e porto il mio sostegno alla democrazia israeliana in questa insopportabile guerra politica di cui essa è bersaglio. Mi unisco agli israeliani che piangono i loro morti e condivido il loro terrore nel sapere che nel momento in cui Israele è giudicato per genocidio, 120 Israeliani sono ancora ostaggi dei gruppi terroristi nella Striscia di Gaza, vittime delle sevizie di cui quei gruppi sappiamo essere capaci.
Mi aspetto da parte della Francia lo stesso impegno della Germania a fianco degli Israeliani, un impegno chiaro e totale, e una condanna inequivocabile dell’iniziativa del Sudafrica.
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Bergamini: con morte Sinwar Hamas perde punto riferimento
La vicesegretario nazionale di Forza Italia e responsabile esteri del partito azzurro Deborah Bergamini: "Con morte Sinwar Hamas perde punto riferimento, Occidente faccia valere propria influenza" “La morte di Yahya Sinwar è un passaggio chiave nella crisi medio orientale. Sinwar è stato mente organizzativa e ideologica dell’attacco a Israele del 7 ottobre 2023. Ha rappresentato la metafora vivente del male assoluto, che ha guidato i terroristi di Hamas a compiere efferatezze inimmaginabili contro cittadini indifesi. Ha rappresentato il simbolo di un movimento terrorista che ‘ingabbia’ e piega anche il suo popolo all’ideologia, condannandolo alla povertà, riducendo uomini, donne e bambini a scudi umani in guerra per alimentare la propaganda. Ora, Hamas ha perduto tutti suoi punti di riferimento. Dunque deve necessariamente aprirsi una fase nuova, che proceda verso il cessate il fuoco con la liberazione degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza. In queste ore, l’Occidente deve instancabilmente far valere la propria influenza politica affinché questo accada”. Lo scrive in una nota Deborah Bergamini, vicesegretario nazionale di Forza Italia e responsabile esteri del partito azzurro. Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana
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Eyes on the world #188
Aprile non è cominciato da molto, ma già fa parlare di sé.
Come capita da ormai 7 abbondanti mesi, cominciamo con le ultime dal fronte israelo-palestinese, per fare poi un fugace passaggio in Italia e in Ecuador, fino ad arrivare agli ultimi provvedimenti su scala europea, alle elezioni in Corea del Sud e a un importante questione con al centro attori italiani e Netflix.
Ce n’è per tutti, tanto per cambiare. Cominciamo 👇
🇮🇱 ISRAELE-HAMAS: L’ATTESA DI UN ATTACCO DELL’IRAN, IL RITIRO DA KHAN YUNIS, GLI ULTIMI NEGOZIATI
(1) Solito recap di quanto successo nella settimana (piuttosto peperina) tra #Israele e #Hamas. Dopo il bombardamento israeliano contro l'ambasciata iraniana a #Damasco, che ha causato la morte di un importante generale delle Guardie rivoluzionarie iraniane, l'#Iran sembra prepararsi a un possibile contrattacco contro Israele. Le autorità iraniane, insieme a fonti militari, hanno espresso l'intenzione di rispondere all'attacco israeliano, sebbene il modo e il momento dell'azione rimangano incerti. Il generale ucciso è stato commemorato durante il suo funerale, con promesse di vendetta da parte dei leader iraniani e dei loro alleati, come Hezbollah. Secondo fonti militari iraniane, le forze dell'Iran sono state poste in massima allerta e si preparano a un'azione preventiva per dissuadere ulteriori attacchi israeliani. Anche gli #StatiUniti e Israele si stanno preparando a un possibile contrattacco dell'Iran, con l'aumento del livello di allerta e l'adozione di misure per rafforzare la sicurezza delle proprie basi e postazioni militari. Nel frattempo, sul campo, Israele ha ridotto la presenza delle sue truppe nel sud della Striscia di #Gaza, ritirando la maggior parte della 98esima divisione dell'esercito. Le truppe ritirate erano attive a #KhanYunis e si ritiene abbiano completato le operazioni contro Hamas in quella zona. L'esercito ha affermato che le truppe hanno bisogno di riposo dopo mesi di combattimenti e saranno preparate per future operazioni. Il ritiro non indica un cessate il fuoco generale, ma l'intenzione di concentrarsi su operazioni mirate. Il premier Benjamin #Netanyahu (contro il quale si sono tenute diverse manifestazioni lo scorso fine settimana) ha sottolineato la determinazione di Israele a svolgere ulteriori operazioni militari, mentre il ministro della Difesa Gallant ha collegato il ritiro da Khan Yunis con un'eventuale operazione a #Rafah. Dello stesso parere anche il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, che ha dichiarato su X che Netanyahu potrebbe perdere il sostegno come primo ministro se la guerra di Israele nella Striscia di Gaza non terminasse con un attacco a Rafah per sconfiggere Hamas. Tuttavia, ci sono speculazioni sul fatto che il ritiro da Khan Yunis sia stato influenzato dalle pressioni internazionali per ridurre la guerra e dalle tensioni politiche interne al governo israeliano, dove le forze estremiste influenzano ancora le decisioni. È stata anche la settimana che ha portato in primo piano la #Germania, contro la quale il Nicaragua ha avviato un procedimento presso la Corte internazionale di giustizia, accusandola di aiutare Israele a compiere un genocidio contro i palestinesi di Gaza tramite la vendita di armi. La Germania ha presentato la sua difesa, sostenendo che le vendite di armi sono state principalmente di natura difensiva. Da notare come la Germania sia il secondo maggior fornitore di armi a Israele dopo gli Stati Uniti. Infine, menzione anche alle per le delegazioni di Israele, Hamas e mediatori internazionali che si sono incontrate al Cairo per negoziare un cessate il fuoco a Gaza. La questione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas è centrale nei colloqui. Dal 7 ottobre 2023, Hamas ha rapito circa 253 persone, ma solo 112 sono stati liberati, mentre altri sono stati uccisi o sono dispersi. I colloqui si svolgono separatamente, con la Germania (ancora lei) come uno dei mediatori. I negoziati hanno proposto uno scambio di ostaggi e prigionieri, ma la mancanza di informazioni precise rende difficile trovare un accordo.
🇮🇹 INCIDENTE NELLA CENTRALE IDROELETTRICA DI BARGI, NEL BOLOGNESE. INDAGINI ATTUALMENTE IN CORSO
(2) Torniamo in #Italia. Lo scorso martedì intorno alle 15, si è verificata un'esplosione presso la centrale idroelettrica di #Bargi, di proprietà di #Enel, nel bacino di Suviana sull'Appennino bolognese. Secondo il bilancio fornito dalla prefettura di Bologna, tre persone sono decedute, cinque sono state gravemente ferite (e trasportate negli ospedali di zona) e quattro disperse. L'esplosione, secondo il comandante dei vigili del fuoco di Bologna, Calogero Turturici, sembra sia avvenuta nel piano -8, dove si trovano i trasformatori elettrici, mentre gli operai stavano eseguendo la prova di messa in esercizio quando è avvenuto l'incidente. Le indagini della procura di Bologna sono in corso per individuare le cause e le eventuali responsabilità. La situazione dei soccorsi è complicata dall'inondazione della struttura, con oltre dodici squadre dei vigili del fuoco impegnate nelle operazioni di ricerca. L'esplosione, avvenuta a circa 40 metri di profondità, ha innescato un incendio e causato il crollo di un solaio, con il nono piano interrato allagato. Le testimonianze dei sopravvissuti parlano di un "rumore strano" seguito da una "fiammata". La situazione è resa ancora più difficile dal coinvolgimento di lavoratori esterni e di un ex dipendente di Enel. Questa ha avviato verifiche e ha confermato che la produzione nell'impianto è stata sospesa, ma non prevede interruzioni nel servizio elettrico. Tuttavia, a seguito dell'incidente, Cgil e Uil hanno proclamato uno sciopero di otto ore per giovedì, coinvolgendo i lavoratori di tutti i settori in Emilia-Romagna. Nel frattempo, le ricerche dei quattro operai dispersi sono riprese mercoledì sera dopo una ricognizione approfondita per garantire la sicurezza durante l'accesso alla parte più profonda dell'impianto, ancora allagata. I vigili del fuoco, dopo diversi tentativi, hanno identificato una condotta che continuava a scaricare acqua nell'impianto, ostacolando le operazioni. La rimozione dell'acqua rimasta è in corso, con l'ausilio di idrovore e gru, mentre il livello del lago è stato abbassato per consentire alle squadre di lavoro di operare in sicurezza. Gli sforzi sono concentrati nel liberare i piani otto, nove e dieci, dove si crede che possano essere trovate le persone coinvolte nell'incidente, e infatti ieri sono stati ritrovati i corpi di due dei quattro operai dispersi.
🇪🇨 ECUADOR E MESSICO AI FERRI CORTI: ARRESTATO L’EX VICE-PRESIDENTE GLAS NELL’AMBASCIATA MESSICANA
(3) Venerdì scorso, la polizia dell'#Ecuador ha effettuato un'incursione nell'ambasciata messicana a Quito, arrestando l'ex vicepresidente ecuadoriano Jorge #Glas, accusato di corruzione, concussione e altri reati. Glas aveva appena ricevuto l'asilo politico dal #Messico e si era rifugiato nell'ambasciata, che è formalmente considerata territorio messicano e non ecuadoriano. L'operazione di irruzione è stata insolita, poiché il diritto internazionale offre una protezione quasi totale alle ambasciate da interventi dei paesi ospitanti. Il presidente messicano Andrés Manuel López #Obrador ha condannato l'arresto come un atto autoritario e una palese violazione del diritto internazionale e della sovranità del Messico, annunciando la rottura delle relazioni diplomatiche con l'Ecuador. I rapporti tra i due paesi erano già tesi: il giorno prima dell'arresto di Glas, l'Ecuador aveva dichiarato persona non grata l'ambasciatrice messicana Raquel #Serur, in seguito a commenti di López Obrador sulle elezioni ecuadoriane vinte dal presidente centrista Daniel #Noboa. Secondo la ministra degli Esteri messicana Alicia Bárcena, alcuni diplomatici sono stati feriti durante l'operazione di arresto, mentre esperti di diritto internazionale hanno affermato che l'incursione nell'ambasciata viola la Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 1961. Glas, definito "probabilmente l'uomo più ricercato dell'Ecuador" dall'Associated Press, era stato vicepresidente durante il governo di sinistra di Rafael Correa tra il 2013 e il 2017. Era già stato condannato per corruzione nel 2017, e contro di lui c'era un altro mandato di arresto per nuove accuse. Le autorità ecuadoriane avevano chiesto al Messico il permesso di arrestare Glas all'interno dell'ambasciata, ma hanno deciso di fare irruzione dopo che il paese gli aveva concesso l'asilo politico. In un comunicato, la presidenza ecuadoriana ha dichiarato che il paese è sovrano e non permetterà a nessun criminale di restare libero.
🇪🇺 MIGRAZIONE, CAMBIAMENTO CLIMATICO E ABORTO: GLI ULTIMI PROVVEDIMENTI PRESI DALL’EUROPA
(4) Facciamo ordine sugli ultimi provvedimenti degni di nota a livello europeo. Innanzitutto, partiamo con il #Parlamento europeo, che ha approvato il Nuovo Patto sulla Migrazione e l'Asilo, una significativa riforma del "regolamento di Dublino" riguardante la gestione dei #migranti e dei richiedenti asilo nell'Unione Europea. Il Patto, frutto di quattro anni di negoziati, ha ottenuto il sostegno dei partiti di centrodestra e di alcuni di centrosinistra, ma è stato criticato dai partiti di sinistra e di estrema destra, soprattutto in Ungheria e Francia, per essere troppo moderato o svantaggioso per alcuni paesi. L'approvazione definitiva è ora affidata al Consiglio dell'Unione Europea, che dovrebbe esprimersi entro la fine di aprile. Il Patto prevede norme più severe sull'accoglienza per i migranti provenienti da paesi "sicuri" e introduce un meccanismo limitato di trasferimento dei richiedenti asilo dai paesi di arrivo a quelli interni dell'UE. Inoltre, modifica i percorsi di richiesta di asilo, stabilendo una procedura accelerata alla frontiera per alcuni profili e rendendo più facile l'espulsione per coloro i quali vedranno respinta la loro richiesta. Una delle riforme chiave è l'introduzione di un meccanismo di solidarietà "obbligatoria" fra i paesi di arrivo e quelli interni dell'UE. Questi ultimi dovranno scegliere se accettare un numero di migranti, fornire assistenza operativa ai paesi di arrivo o versare un contributo in un fondo comune. L'eventuale rifiuto potrebbe comportare una procedura di infrazione contro i paesi inadempienti. Tuttavia, diverse organizzazioni non governative hanno criticato il Patto, soprattutto per la procedura accelerata alla frontiera e per il rischio di negare l'accesso a diritti e servizi ai richiedenti asilo durante questo periodo. La riforma è stata anche oggetto di contestazioni per la sua politica riguardante i paesi terzi, come la Libia, e l'uso di fondi per gestire i flussi migratori.
Restando in tema di provvedimenti degni di nota a livello europeo, martedì, la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), un tribunale internazionale indipendente dall'Unione Europea, ha emesso pronunciamenti su tre distinti casi presentati da cittadini europei che chiedevano ai loro governi di adottare misure più incisive contro i cambiamenti climatici. In particolare, la Corte ha stabilito che uno stato ha violato i diritti umani dei ricorrenti perché non ha fatto abbastanza per contrastare il cambiamento climatico, rappresentando la prima volta che un tribunale internazionale ha emesso una simile sentenza e affermando l'obbligo degli stati di rispettare gli obiettivi stabiliti dai trattati internazionali. La Corte ha esaminato il caso presentato da un gruppo di anziane svizzere riunite nell'associazione "Anziane per il clima", che accusavano la #Svizzera di non aver rispettato gli impegni presi per contrastare il cambiamento climatico. Sebbene la sentenza non abbia conseguenze pratiche immediate, l'Ufficio federale di giustizia svizzero ha dichiarato che la studierà per determinare le azioni future necessarie. Nel frattempo, la Corte ha ordinato alla Svizzera di coprire le spese legali dell'associazione, ammontanti a 80.000 euro. Sebbene i paesi che riconoscono la Corte siano tenuti a rispettare le sue decisioni, la Corte ha lasciato loro ampia libertà nella scelta delle misure da adottare. Tuttavia, la decisione è stata definita "storica", poiché influenzerà gli approcci adottati da altri tribunali internazionali e nazionali su casi analoghi. La sentenza ha anche sollevato questioni procedurali significative. La Corte ha ammesso il ricorso dell'associazione "Anziane per il clima" ma ha respinto quello presentato dalle singole anziane svizzere, poiché non avevano dimostrato di essere "vittime" dirette delle violazioni denunciate. Inoltre, la Corte ha riconosciuto la legittimità dei ricorsi presentati dalle associazioni in materia di cambiamento climatico, anche se ha mantenuto uno standard elevato per quanto riguarda il danno causato. Tuttavia, la Corte ha respinto altri due casi, incluso quello presentato da sei giovani portoghesi contro 33 stati europei, affermando che i ricorrenti non avevano esaurito tutte le loro possibilità di azione legale nel proprio paese e che non avevano il diritto di fare causa ad altri paesi oltre al proprio. Questa decisione potrebbe avere ampie conseguenze su futuri casi analoghi.
Ultima, ma non per importanza, la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo per includere nell'articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea il diritto all'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva e all'#aborto libero, sicuro e legale. La risoluzione, non vincolante, chiede ai paesi membri di depenalizzare completamente l'aborto e di rimuovere gli ostacoli all'accesso alla procedura, condanna l'obiezione di coscienza e chiede l'introduzione di educazione sessuale e relazionale, oltre che l'accesso a contraccettivi gratuiti. Esprime anche preoccupazione per il finanziamento di gruppi anti-scelta e invita la Commissione Europea a garantire che tali organizzazioni non ricevano finanziamenti europei. Un provvedimento a suo modo storico, che potrebbe revitalizzare la lotta a chi ostacola il diritto all’aborto.
🇰🇷 COREA DEL SUD: IL PRESIDENTE YOON SEMPRE PIÙ SFIDUCIATO, IL GOVERNO È PRONTO A DIMETTERSI
(5) Le elezioni dell'Assemblea nazionale in #Corea del Sud hanno visto una netta vittoria dei partiti di opposizione, rappresentando un duro colpo per il presidente Yoon Suk-yeol e il suo governo di destra, eletto nel 2022 con un esiguo margine di voti. I risultati preliminari hanno indicato che il Partito Democratico di centrosinistra otterrà 175 seggi su 300, mentre il Partito del Potere Popolare di Yoon ne conquisterà solo 109. Il neo-partito Ricostruire la Corea otterrà 12 seggi. Yoon ha accettato i risultati e promesso un rinnovamento dell'amministrazione, mentre le dimissioni del primo ministro e di altri funzionari del governo sono state presentate, sebbene non siano state ancora confermate. Queste elezioni, considerate una sorta di voto di metà mandato per Yoon, sono state influenzate dalle crescenti critiche alla sua gestione, tra cui scandali legati alla sua famiglia, come quello riguardante una borsa di lusso ricevuta da sua moglie. Nonostante Yoon abbia ampi poteri costituzionali, il suo partito non ha mai avuto una maggioranza parlamentare, limitando l'attuazione delle sue politiche conservative. Sebbene le opposizioni non raggiungano la "super maggioranza" necessaria per modificare la Costituzione, una maggioranza solida potrebbe comunque ostacolare le riforme radicali promesse da Yoon, in settori come l'istruzione, il lavoro e le pensioni, oltre alla sua proposta di abolire il ministero per l'Uguaglianza di genere.
🎬 ARTISTI 7607 CONTRO NETFLIX: GLI ATTORI CHIEDONO UN COMPENSO ADEGUATO ALLA PIATTAFORMA
(6) La società di riscossione del diritto d'autore #Artisti7607 ha citato #Netflix in giudizio presso il tribunale civile di Roma, chiedendo un compenso adeguato secondo la legge europea e nazionale. Dopo otto anni di trattative, Artisti 7607 sostiene che Netflix violi la normativa sull'equo compenso, in quanto non fornisce dati completi sullo sfruttamento delle opere. Sebbene Netflix abbia dichiarato di aver tentato un accordo senza successo e neghi la violazione di legge, Artisti 7607 ha evidenziato la mancanza di trasparenza nei dati di visione. La società, nata nel 2012 per riscuotere il diritto d'autore, sostituisce l'IMAIE liquidato nel 2009, accusato di non distribuire i compensi raccolti. In precedenza, il Nuovo IMAIE ha raggiunto un accordo con Netflix per il pagamento dei diritti, ma Artisti 7607 ritiene che l'accordo non rispetti i principi di compensazione adeguata. Questa azione legale segue precedenti iniziative di Artisti 7607 contro Netflix e la partecipazione a lettere aperte chiedendo incontri istituzionali per discutere le questioni relative ai compensi degli attori. Tra gli attori coinvolti in queste iniziative ci sono Elio Germano, Valerio Mastandrea, Neri Marcorè e Claudio Santamaria.
Alla prossima 👋
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Gaza, libera la franco-israeliana che aveva lanciato un appello dal letto d'ospedale | Macron: "Gioia per tutti i francesi"
30 novembre 2023 21:29 Fu una dei primi ostaggi a comparire in video per chiedere alle autorità israeliane di venire liberata, dopo essere stata ferita nell’attacco a Sderot del 7 ottobre. Maya Sham riabbraccia sua madre Tgcom24 Maya Sham è uno dei due ostaggi israeliani consegnati nella giornata del 30 novembre alla Croce Rossa e poi alle forze speciali e ai membri dell’agenzia di sicurezza…
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10 nov 2023 09:48
“IL 7 OTTOBRE È FINITO IL MITO DELL’INVINCIBILITÀ DI ISRAELE. ORA NETANYAHU TRATTI” - WALID JUMBLATT, EX LEADER DEL PARTITO SOCIALISTA LIBANESE: “L’IRAN DIETRO HAMAS? QUALE MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL MONDO NON HA CERCATO ASSISTENZA DALL’ESTERO. L’FLN IN ALGERIA HA CHIESTO ALL’EGITTO DI NASSER, MANDELA IN SUDAFRICA ALL’URSS. PIUTTOSTO C’È DA CHIEDERSI PERCHÉ I PALESTINESI CHE SONO AL 70% SUNNITI NON HANNO TROVATO SPONDE ARABE E SI SONO DOVUTI RIVOLGERE ALL’IRAN? - ISRAELE DICE CHE DEVE SRADICARE HAMAS? SE NON SI CHIAMERÀ HAMAS, SARÀ QUALCOSA D’ALTRO A CHIEDERE IL DIRITTO DI VIVERE DIGNITOSAMENTE E LIBERI…” -
Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
Walid Jumblatt è il grande vecchio della politica mediorientale. È stato amico e nemico di tutti. A vent’anni era il golden boy di Beirut con un castello dei crociati come casa di montagna, motociclette e ragazze mitiche. A 28 anni gli uccidono il padre e lui eredita il partito dei drusi. «Non si sceglie il proprio destino» è la sua frase più celebre. Sopravvive a un’autobomba. Kalashnikov alla mano attraversa la guerra civile. E ce la fa. Da qualche mese ha ceduto il Partito socialista progressista al figlio Tamayur.
Jumblatt, l’attacco del 7 ottobre sta cambiando il Medio Oriente?
«È presto per dirlo. Di certo ha aperto una guerra che sarà lunga, sanguinosa per palestinesi e israeliani. Il primo risultato è stata la distruzione del mito dell’invincibilità d’Israele. Comunque, le radici di ciò che sta avvenendo sono profonde».
Lei è di appena un anno più giovane di Israele, è quello l’inizio a cui pensa?
«Ancora prima, nell’800 quando i primi sionisti si trasferirono qui».
Anche per lei, come per Hamas, Israele non deve esistere?
«Molti hanno continuato a dire di voler espellere gli ebrei dal fiume Giordano al mare.
Io no. Secondo me Israele dentro i confini del Mandato Britannico del 1948 e uno Stato palestinese in Cisgiordania e Gaza nei confini del 1967 della Risoluzione Onu 242, sarebbero la soluzione corretta. Poi c’è Gerusalemme».
Altro nodo soffocante.
«[…] De Gaulle, un grand’uomo, nel novembre 1967 chiese il ritiro di Israele dai territori occupati e l’internazionalizzazione di Gerusalemme. […]».
Sia Hamas a Gaza sia Hezbollah qui in Libano sostengono che l’Iran non abbia partecipato al 7 ottobre.
«Non è rilevante. Mi dica quale movimento di liberazione nel mondo non cerca assistenza dall’estero. L’Fln in Algeria ha chiesto all’Egitto di Nasser, Mandela in Sudafrica all’Urss, l’Ira irlandese, l’Eta basca… tutti hanno cercato aiuti. Piuttosto c’è da chiedersi perché i palestinesi che sono al 70% sunniti non hanno trovato sponde arabe e si sono dovuti rivolgere all’Iran?».
Paragonare Hamas a Mandela è provocazione o offesa?
«Mandela veniva definito terrorista. Come Arafat con cui poi hanno firmato accordi. Dipende sempre da chi vince».
Quindi il terrorismo è cosa buona e giusta?
«Non ho detto questo. Dico: dategli un’alternativa. Dategli un cessate il fuoco e poi trattate. Magari gli ostaggi saranno rilasciati in cambio dei palestinesi in prigione. Se Netanyahu non lo fa significa che vuole continuare a uccidere civili e bambini con la scusa di Hamas. È morale questa sua violenza?».
Israele dice che prima di tutto deve sradicare Hamas.
«Possono distruggere Gaza, cosa che in gran parte è già fatta, uccidere i leader principali di Hamas, ma non l’idea, non un’intera nazione. Se non si chiamerà Hamas, sarà qualcosa d’altro a chiedere il diritto di vivere dignitosamente e liberi». […]
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Israele: "Nessuna tregua a Gaza. Hamas riconsegni ostaggi e si arrenda"
(Adnkronos) - Non ci sarà "nessun cessate il fuoco" a Gaza fa sapere Israele che ad Hamas dice di arrendersi senza condizioni, di riconsegnare gli ostaggi. In questo modo "la guerra finirà'', ha assicurato il portavoce internazionale delle Forze di difesa israeliane (Idf), Jonathan Conricus, secondo le ultime news di oggi lunedì 23 ottobre 2023. In un'intervista all'Abc Conricus ha fatto inoltre sapere che, a oltre due settimane dall'attacco di Hamas lo scorso 7 ottobre, le truppe di terra ''probabilmente'' entreranno nella Striscia di Gaza nei prossimi giorni ''a meno che Hamas non si arrenda incondizionatamente''. Israele nega la tregua Evitando di rispondere a una domanda sul rinvio dell'operazione di terra, Conricus ha spiegato che "se Hamas uscisse dai nascondigli sotterranei nei quali nasconde i civili israeliani, se restituisse i nostri ostaggi, che sono 212, e si arrendesse senza condizioni, allora la guerra finirebbe". Ma "se non lo faranno, probabilmente dovremo intervenire e portare a termine" l'operazione di terra a Gaza. Nelle ultime 24 ore le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito di aver colpito 320 obiettivi di Hamas e della Jihad Islamica nella Striscia di Gaza, spiegando che ci si sta concentrando su obiettivi terroristici che potrebbero causare danni alle forze israeliane. Durante la notte, si legge in una nota dell'Idf condivida sulla rete X, l'aeronautica israeliana ha colpito i tunnel dove si nascondevano gli agenti di Hamas e della Jihad islamica, siti militari, punti di osservazione e postazioni di mortai e missili anticarro. Le forze di fanteria, artiglieria e carri armati hanno inoltre colpito un certo numero di cellule terroristiche di Hamas a Gaza, inclusa una che pianificava di effettuare un attacco missilistico al confine. I movimenti dell'esercito israeliano Le Idf hanno fatto sapere inoltre di aver condotto raid aerei contro una postazione di Hezbollah nel sud del Libano e di aver distrutto un lanciamissili. In una nota dell'Idf si legge che la cellula stava per compiere il lancio di un missile vicino alla città di confine di Shlomi. Hamas afferma che nella notte gli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza hanno ucciso almeno 60 palestinesi, mentre funzionari palestinesi affermano che più di 400 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore. Secondo le autorità di Gaza, dal 7 ottobre sono state uccise più di 4.650 persone nell'enclave assediata. I raid israeliani contro i palestinesi, iniziati nella notte, continuano questa mattina con decine di persone arrestate nella Cisgiordania occupata riferiscono i media palestinesi, secondo cui gli ultimi arresti sono avvenuti nella città di Hebron, dove 59 cittadini sono stati portati via dalle forze israeliane, tra cui 40 lavoratori della Striscia di Gaza, aggiunge l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. Le vittime del raid d'Israele Il raid israeliano più violento ha avuto luogo nel campo profughi di Jalazone vicino a Ramallah, dove due persone sono state uccise e altre 20 sono state arrestate dopo gli scontri, secondo il ministero della Sanità palestinese. Le Forze di difesa israeliane hanno inoltre condotto raid aerei vicino a due ospedali di Gaza, quello di Al-Shifa e di Al-Quds. Lo sostiene l'agenzia di stampa palestinese Wafa, mentre al momento non ci sono conferme dall'Idf. Nelle scorse ore, però, i militari israeliani avevano diffuso fotografie in cui si vedevano lanciarazzi collocati da Hamas vicino a ospedali, scuole, parco giochi e anche una sede delle Nazioni Unite a Gaza. "Hamas mette direttamente in pericolo gli abitanti di Gaza, gli israeliani e la comunità internazionale", hanno affermato le Idf condividendo le immagini. Duecentomila razzi e fino a centomila combattenti: tanta sarebbe la forza del movimento libanese sciita di Hezbollah secondo l'Institute for National Security Studies (Inss), un think tank indipendente con sede a Tel Aviv. L'istituto ribadisce che Hezbollah è sostenuto dall'Iran, che gli ha fornito ingenti scorte di armi. La situazione tra Israele ed Hezbollah "Hezbollah è composto sia da soldati regolari sia da soldati di riserva, stimati tra i 50.000 e i 100.000 combattenti", afferma il rapporto. Il gruppo riceve "sostegno esterno" da attivisti sciiti, compresi quelli provenienti da paesi vicini come Afghanistan, Pakistan, Siria e Iraq, afferma il documento. Hezbollah vanta "impressionanti mezzi di attacco", prosegue il rapporto, che parla di un vasto arsenale compreso tra 150.000 e 200.000 razzi, mitragliatrici e missili. Quattordici camion con aiuti umanitari sono entrati nella notte nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah con l'Egitto, ha affermato dal canto suo Juliette Touma, direttrice delle comunicazioni dell'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi. Due palestinesi sono stati uccisi e altri quattro sono rimasti feriti in Cisgiordania in scontri con le Forze di difesa israeliane (Idf) nel campo profughi di Jalazone. Lo riferisce il ministero della Sanità dell'Autorità nazionale palestinese (Anp). Le parole del ministro degli Esteri iraniano Hosein Amirabdollahian Il ministro degli Esteri iraniano Hosein Amirabdollahian ha avuto un colloquio telefonico con il leader di Hamas Ismail Haniyeh e con il numero uno della Jihad Islamica Ziad Nakhale. Lo scrive lo stesso Amirabdollahian in un tweet, affermando che ''la resistenza è forte dalla parte della Palestina''. Il capo della diplomazia iraniana aggiunge che ''la struttura politica e della sicurezza del regime israeliano è crollata e la sua macchina da guerra funziona solo contro i civili''. "Ancora una volta il mio pensiero va a quanto sta accadendo in Israele e in Palestina. Sono molto preoccupato e addolorato. Prego e sono vicino a tutti coloro che soffrono, agli ostaggi, alle vittime e ai loro familiari". Così Papa Francesco ieri dopo l'Angelus da piazza San Pietro. "Penso alla grave la situazione umanitaria a Gaza, e mi addolora che anche l'ospedale anglicano e la parrocchia greco-ortodossa siano stati colpiti nei giorni scorsi. Rinnovo il mio appello affinché si aprano degli spazi, si continuino a far arrivare gli aiuti umanitari e si liberino gli ostaggi. La guerra, ogni guerra che è nel mondo, penso anche alla martoriata Ucraina, è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Fratelli fermatevi, fermatevi", ha ripetuto il Papa. "Il 27 ottobre prossimo - ha ricordato - ho indetto una giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza, e quella sera alle 18 in San Pietro vivremo un'ora di preghiera per implorare la pace nel mondo". ---internazionale/[email protected] (Web Info) Read the full article
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Eyes on the world #186
Salutiamo marzo con una settimanella a dir poco movimentata.
Oltre alle ultime riguardo la guerra tra Israele e Hamas, è necessario parlare innanzitutto dell’attentato alla Crocus City Hall di Mosca e del crollo del Francis Scott Key Bridge di Baltimora. Facciamo poi un rapido salto in Regno Unito, chiudendo con un’importante indagine in corso con al centro l’Europol e la definitiva (?) chiusura della controversia tra la Florida e Disney.
Quanta roba. Partiamo vah 👇
🇮🇱 ISRAELE-HAMAS: AUMENTANO LE DIFFICOLTÀ PER L’UNRWA, LA RISOLUZIONE DELL’ONU E LE REAZIONI
(1) Sempre, costantemente, incessantemente a parlare della situazione mai doma tra #Israele e #Hamas. Il primo ha annunciato di interrompere l'approvazione delle spedizioni di cibo dell'#UNRWA nella parte settentrionale della Striscia di #Gaza. Pare possa servire a poco l’intervento della Corte internazionale di giustizia, che ha chiesto a Israele di agevolare (invece di ostacolare) tali operazioni. L'UNRWA, che da poco ha ri-ottenuto l’appoggio e i finanziamenti da parte di numerose nazioni, fornisce assistenza umanitaria ai profughi palestinesi dal 1949, ma la sua attività è fondamentale nella Striscia, soprattutto nel nord, dove le consegne di aiuti sono meno frequenti rispetto al sud. Qualche tempo fa, Israele aveva accusato alcuni dipendenti dell'UNRWA di essere coinvolti negli attacchi di #Hamas contro i civili israeliani nel 2023, sospettando una decina di dipendenti su 13.000 totali a Gaza. Queste accuse hanno portato alla sospensione temporanea dei finanziamenti da parte di alcuni paesi occidentali e hanno complicato il lavoro dell'UNRWA a Gaza. Il direttore dell'UNRWA ha definito la decisione israeliana di interrompere le spedizioni "scandalosa" e ha avvertito che impedire il lavoro dell'agenzia avrebbe portato a gravi conseguenze umanitarie. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel frattempo, ha chiesto un'accelerazione delle consegne di cibo. Intanto, la notizia più importante della settimana arriva dal Consiglio di Sicurezza dell'#ONU, che ha approvato una risoluzione per chiedere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Questa è la prima decisione approvata in tal senso dopo mesi di impasse dovuta ai veti incrociati nel Consiglio. La risoluzione ha ottenuto 14 voti a favore su 15 totali, inclusi quelli (inaspettati) di #Cina e #Russia, ma gli #StatiUniti si sono astenuti, segnalando un cambiamento di posizione nei confronti di Israele. La risoluzione, vincolante in teoria, prevede un cessate il fuoco durante il #Ramadan, la liberazione degli ostaggi tenuti da Hamas e invita Israele a facilitare l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia, devastata dalla guerra. Il premier israeliano #Netanyahu ha criticato l'approvazione, sostenendo che metterà a rischio gli sforzi israeliani contro Hamas. La proposta è stata presentata dai membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza dopo che gli Stati Uniti avevano respinto una precedente richiesta di cessate il fuoco immediato e duraturo. Questa mossa segna una rottura rispetto alla precedente posizione degli USA, che avevano posto il veto su risoluzioni simili, citando il diritto di Israele di difendersi. La rappresentante degli Stati Uniti all'ONU ha sottolineato che la risoluzione approvata è in linea con gli sforzi diplomatici USA, ma hanno deciso di astenersi a causa di alcune clausole non accettabili, come la mancata condanna degli attacchi di Hamas del 7 ottobre. In ogni caso, sembra sia improbabile che Israele rispetti la risoluzione, nonostante sia considerata vincolante, e Netanyahu – per tutta risposta – ha annullato una visita di una delegazione israeliana a Washington in seguito all'approvazione della risoluzione.
🇷🇺 RUSSIA: L’ISIS-K COLPISCE LA CROCUS CITY HALL DI MOSCA PRIMA DI UN CONCERTO. OLTRE 140 I MORTI
(2) Venerdì scorso, diversi uomini armati hanno attaccato il teatro Crocus City Hall a #Mosca (Russia), sparando sulla folla sia dentro che fuori dal teatro, che ha poi preso fuoco. L'#ISIS ha rivendicato l'attacco tramite la sua agenzia di stampa "non ufficiale" al Amaq, ma arrivano conferme anche da funzionari statunitensi, dal momento che dietro l’attacco sembra esserci l'ISIS-K, gruppo affiliato all’ISIS attivo principalmente in #Afghanistan. Proprio l’ambasciata statunitense aveva emesso un avviso di sicurezza per i cittadini americani (atto che il presidente russo Vladimir Putin aveva derubricato come semplice “provocazione”), mentre quella russa aveva dichiarato di aver neutralizzato un attacco terroristico poco prima. Sono stati riportati oltre 140 morti e centinaia di feriti e le autorità russe sono intervenute con una grande quantità di mezzi di emergenza per portare fuori dal teatro quante più persone possibili. La struttura, situata nella periferia nord-occidentale di Mosca, stava per ospitare un concerto dei Picnic. L’ISIS-K, fondato in Afghanistan nel 2014, non è nuovo ad attacchi di questo tipo, dal momento che ha già colpito Kabul nel 2021 e l’Iran quest’anno. 14 sospettati dell’attentato a Mosca sono stati arrestati nei pressi del confine tra Bielorussia e Ucraina, mentre tentavano di fuggire verso quest’ultimo (anche se solo 4 di loro sembra siano i veri attentatori). La stessa #Ucraina è stata messa in mezzo da autorità e dai media russi, convinti - senza prove tangibili - che abbia avuto un ruolo nell’attacco. Secondo diversi analisti, la strategia russa in questo caso mirerebbe a distogliere l’attenzione sulla scarsa tempestività nel reagire all’attentato. Negli ultimi giorni poi si sono verificati episodi di violenza contro migranti asiatici in varie parti della Russia. I quattro uomini presumibilmente responsabili per l'attacco sono infatti cittadini del #Tagikistan e ciò ha portato al moltiplicarsi di richieste per regole più severe sull'#immigrazione dall'Asia centrale; tuttavia, il presidente russo Vladimir #Putin ha cercato di limitare le campagne di odio per evitare violenze su larga scala, considerando che gli immigrati dall'Asia centrale sono importanti per l'esercito russo. In Russia, ci sono circa un milione di tagiki e circa 10 milioni di migranti dall'Asia centrale, con i tagiki principalmente impiegati come lavoratori manuali e nel settore dei servizi. Dopo l'attacco, la reazione della polizia si è concentrata proprio sulla comunità tagika, con arresti apparentemente immotivati e persino episodi di tortura, e – come se non bastasse – si sono verificati anche atti di violenza fisica e verbale, spesso compiuti da gruppi nazionalisti di destra. Il procuratore generale russo ha citato un aumento del 75% dei crimini commessi da migranti nel 2023, sottolineando la necessità di trovare un equilibrio tra sicurezza e necessità economica. Tornando all’attacco, mercoledì il sito russo Baza ha riportato che 95 persone risultano ancora disperse dopo l'attentato terroristico. Le persone disperse si trovavano al Crocus City Hall, luogo dell'attacco, e i loro familiari non hanno più avuto notizie da quel momento. Circa 80 corpi ritrovati non sono ancora stati identificati, il che lascia aperta la possibilità che alcuni dispersi siano tra le vittime non identificate.
🌉 USA: UNA NAVE IN AVARIA FA CROLLARE IL FRANCIS SCOTT KEY BRIDGE DI BALTIMORA. 2 MORTI, 4 DISPERSI
(3) Durante la notte tra lunedì e martedì, a #Baltimora, nel Maryland, un ponte è crollato dopo essere stato colpito da una nave portacontainer. L'incidente ha coinvolto il Francis Scott Key Bridge, situato sulla foce del fiume Patapsco, con due persone soccorse e altre sei disperse. Il ponte è essenziale per l'accesso al porto di Baltimora, e il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che la sua ricostruzione è una priorità, con il governo federale che coprirà i costi. La nave coinvolta aveva segnalato un'avaria prima dell'impatto, consentendo l'evacuazione parziale del ponte: pare che i motori abbiano perso potenza, facendo perdere il controllo all’equipaggio; la nave, manovrata da due piloti locali, aveva iniziato a deviare dalla rotta prevista poco prima dell’incidente. Gli sforzi di ricerca e soccorso sono concentrati sul recupero delle persone disperse e sulla rimozione dei detriti. Nonostante l'incidente abbia bloccato temporaneamente le operazioni portuali, la società che gestisce la nave ha confermato che l'equipaggio è stato localizzato e non ci sono feriti segnalati. Il ponte, costruito negli anni '70, ha rappresentato un'importante via di trasporto per la regione di Baltimora, con un flusso quotidiano di migliaia di veicoli. Il crollo ha causato una significativa interruzione delle attività portuali e del trasporto locale, con ripercussioni sul commercio e sulla logistica della regione. Le indagini sull'incidente sono in corso, mentre le autorità cercano di stabilire le cause esatte e di mitigare gli effetti a lungo termine sull'area colpita. Con 35 mila persone che utilizzavano il ponte quotidianamente, le autorità dovranno trovare soluzioni immediate per la viabilità cittadina e il trasporto merci. La chiusura del porto di Baltimora, anche se non tra i più grandi degli Stati Uniti, avrà impatti su diverse merci, come carbone (il porto in questione è responsabile del 27% delle sue esportazioni via mare), automobili, GNL e zucchero. Pete Buttigieg, segretario dei Trasporti, prevede un impatto significativo sulle catene di fornitura. A livello locale, il porto dava lavoro a 15 mila persone direttamente e a oltre 140 mila indirettamente. Il ponte stesso era cruciale per la viabilità e l'economia di Baltimora, con un valore annuo di merci transitanti stimato in 28 miliardi di dollari. Dopo aver temporaneamente sospeso le ricerche dei sei operai dispersi, mercoledì sera sono stati recuperati i corpi di due di loro intrappolati all'interno di un furgone precipitato nel fiume Patapsco. Quattro risultano ancora dispersi, tutti dipendenti della Brawner Builders. Le indagini nel frattempo proseguono, con gli investigatori che hanno interrogato membri dell'equipaggio e stanno esaminando ore di dati registrati dalla scatola nera, anche se le informazioni cruciali sui motori della nave potrebbero non essere disponibili.
🇬🇧 REGNO UNITO: LA PRINCIPESSA KATE MIDDLETON RIAPPARE IN VIDEO E ANNUNCIA DI AVERE IL CANCRO
(4) La principessa britannica #Kate Middleton ha annunciato tramite un videomessaggio pubblicato su X di essere affetta da #cancro e di aver iniziato un ciclo di chemioterapia. Non ha specificato di che tipo di cancro si tratti, ma ha chiesto privacy durante il trattamento. La principessa non appariva in pubblico dal 25 dicembre e il 17 gennaio l'ufficio stampa di Kensington Palace aveva annunciato un suo recente intervento chirurgico all'addome. La sua prolungata assenza aveva suscitato speculazioni e discussioni online. Inoltre, il 10 marzo, una foto della sua famiglia pubblicata dai profili ufficiali di Kensington Palace è stata ritoccata, generando controversie sulla trasparenza della comunicazione della famiglia reale. Questo è il secondo caso di cancro annunciato all'interno della famiglia reale britannica, dopo quello di Re #CarloIII a febbraio, senza fornire ulteriori dettagli sulla diagnosi e sulla gravità.
🗂️ EUROPOL: POLITICO FA LUCE SULLA SCOMPARSA DI ALCUNI FASCICOLI CON INFORMAZIONI SENSIBILI
(5) Lo scorso mercoledì, il sito di news #Politico ha riportato che - nell'estate del 2023 – sarebbero scomparsi diversi fascicoli contenenti informazioni sensibili sui dirigenti dell'#Europol, l'agenzia di polizia dell'Unione Europea, solitamente conservati in una cassaforte accessibile a poche persone. L'agenzia si è accorta della mancanza dei fascicoli il 6 settembre 2023, ma non è riuscita a determinare chi li abbia prelevati e perché. Europol è un'agenzia cruciale per l'UE, coordinando indagini e operazioni internazionali. I fascicoli mancanti riguarderebbero la direttrice esecutiva Catherine De Bolle e tre vicedirettori, contenenti informazioni personali e professionali. Alcuni fascicoli sono stati successivamente ritrovati casualmente e consegnati alla polizia dell'Aia, in Olanda, dove si trova la sede dell'Europol. La polizia dell'Aia ha confermato un'indagine interna senza specificare i dettagli. Dopo l'incidente, il responsabile delle risorse umane dell'Europol, Massimiliano Bettin, è stato messo in congedo amministrativo. Ci sono sospetti che la sottrazione dei fascicoli possa essere collegata a conflitti interni all'agenzia e potrebbe aver contribuito alla decisione riguardante Bettin.
🇺🇸 FLORIDA: DISNEY E IL GOVERNATORE RON DESANTIS SI ACCORDANO PER IL DISTRETTO DI DISNEY WORLD
(6) Mercoledì, #Disney ha raggiunto un accordo con il governo della #Florida che ha posto fine a una lunga disputa legale iniziata più di un anno fa. La controversia ha avuto origine quando il governatore Ron #DeSantis ha revocato a Disney il controllo del distretto in cui si trova Walt Disney World, in seguito alle critiche dell'azienda sulla legge chiamata "Don’t say gay". Tuttavia, l'azione legale intrapresa da Disney ha portato a una serie di procedimenti legali. Il parco Walt Disney World è situato in un distretto con uno status amministrativo speciale, che ha consentito a Disney di avere il controllo del territorio per decenni, facilitando così i suoi piani di espansione. Tuttavia, la revoca di questo status ha posto in discussione i piani dell'azienda, compresi i progetti per la costruzione di nuovi alberghi e un quinto parco a tema. L'accordo raggiunto ora sospende le azioni legali e stabilisce la negoziazione di un nuovo piano di sviluppo per il distretto. Entrambe le parti hanno accolto favorevolmente l'accordo, con Disney che si dice "contenta" di porre fine alle controversie legali e DeSantis che ha affermato che l'accordo "conferma" le decisioni della sua amministrazione.
Alla prossima 👋
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Eyes on the world #171
Ed eccoci, ultimo mese del 2023. Come vola il tempo.
Come di consueto, partiamo dagli ultimi aggiornamenti sulla guerra tra Hamas e Israele, per poi spostarci rapidamente alla COP28 di Dubai, quindi a Dublino e infine a Malaga per una storica vittoria dell’Italia del tennis.
Bando alle ciance, cominciamo! 👇
🇮🇱 ISRAELE-HAMAS: OLTRE 100 OSTAGGI LIBERATI, TREGUA FINITA, IL GELO CON IL GOVERNO SPAGNOLO
(1) Il conflitto tra #Hamas e #Israele si arricchisce di nuovi sviluppi avvenuti nell’ultima settimana. Sabato scorso è continuata la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas, nonostante qualche breve tentennamento; in 17 sono stati rilasciati, in cambio di 39 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane (24 donne e 15 minori). Anche in questo caso, lo scambio di prigionieri è avvenuto con l’ausilio della Croce Rossa Internazionale e il tutto è avvenuto nell’ambito della tregua in corso già da qualche giorno tra gli schieramenti. Domenica lo scenario si è ripetuto, con altri 17 ostaggi rilasciati e ulteriori 39 palestinesi (33 uomini e 6 donne) usciti dalle carceri israeliane. Lunedì scorso sarebbe stato l’ultimo giorno di tregua tra Hamas e Israele, ma tra le parti – con la mediazione del #Qatar – si è deciso di prolungarla di altri due giorni. L’accordo è stato raggiunto sulla base di un rilascio di almeno 10 ostaggi al giorno da parte di Hamas (ne ha liberati 11 lunedì). Nei giorni successivi il tutto è proseguito senza particolari sussulti, arrivando a un totale di 105 ostaggi israeliani riportati a casa e 210 prigionieri palestinesi liberati dalle carceri del paese e al prolungamento della tregua di qualche giorno. A comunicarlo è stato l’esercito israeliano, sempre previo accordo di scambio reciproco di ostaggi. Stamattina, alle 6 italiane, è scaduto il termine fissato per la tregua e i combattimenti sono ripresi soprattutto nel nord della Striscia di #Gaza. Il premier israeliano Netanyahu ha accusato Hamas di essersi rifiutato a estendere la tregua per non liberare altri ostaggi. A gettare qualche ombra su Israele ci ha pensato il New York Times, che ha riportato come l’intelligence locale fosse a conoscenza del piano di battaglia di Hamas previsto per il 7 ottobre, ma che l’abbia sottostimato non credendo che il gruppo potesse effettivamente realizzarlo. Per questo motivo, come ampiamente documentato, le forze israeliane si sono fatte trovare impreparate davanti all’attacco, smascherando i gravissimi errori di valutazione. Intanto va segnalato anche il gelo tra i governi di #Spagna e appunto Israele, in seguito alle dichiarazioni del premier iberico Pedro Sánchez che ha continuato a condannare pesantemente i bombardamenti israeliani all’interno della Striscia di Gaza. Netanyahu ne ha approfittato per richiamare nel paese l’ambasciatrice in Spagna.
🌧 PARTE LA COP28 A DUBAI, IL CAMBIAMENTO CLIMATICO SARÀ L’ARGOMENTO PRINCIPALE. COSA ASPETTARSI?
(2) Ieri a #Dubai ha preso il via la #COP28, la riunione internazionale che si tiene ogni anno per definire/aggiornare le strategie per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Si tengono ogni anno in un paese diverso e si è giunti, come suggerisce il nome, alla 28^ edizione. C’è sempre parecchio scetticismo intorno a tale riunione, dal momento che i risultati ottenuti non sembrano avere un vero e proprio peso effettivo e che si tratti di un semplice appuntamento utile a fare il punto della situazione, senza particolari conseguenze. Va anche detto che unire gli intenti di quasi 200 paesi, con obiettivi, economie, apparati statali e sociali diversi non è semplice in alcuna circostanza. Gli ultimi accordi degni di nota risalgono alla famosa COP21 del 2015 tenutasi a #Parigi, che diede vita al famoso accordo per contenere l’incremento della temperatura media globale entro i 2°. Quest’anno la manifestazione si tiene, come detto, a Dubai (negli Emirati Arabi Uniti) e la scelta ha fatto storcere il naso a parecchi esperti, trattandosi del settimo paese al mondo per produzione di #petrolio e settimo anche per emissioni di gas serra pro capite. Come se non bastasse, il presidente della COP di quest’anno è Sultan Ahmed Al Jaber, amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company, ovvero l’azienda petrolifera statale. Organizzare un evento simile – che tra gli obiettivi da raggiungere ha anche la riduzione del ricorso a combustibili fossili (quali il petrolio) – in una nazione di questo tipo per molti è un vero e proprio controsenso. Al Jaber ha deciso di coinvolgere anche i rappresentanti del settore dei combustibili fossili nella COP28, in modo da favorire il confronto tra le parti e procedere di comune accordo verso la riduzione delle emissioni che esso stesso produce. Ma c’è di più. In base a una serie di documenti arrivati alla #BBC e all’organizzazione Centre for Climate Reporting, sembra che gli Emirati vogliano approfittare della presenza di numerosi paesi e capi di stato per instaurare nuovi rapporti e stringere accordi per la vendita degli stessi combustibili fossili che si stanno cercando di limitare. I sussidi che li riguardano, nel 2022, hanno raggiunto un valore di 7.000 miliardi di dollari, pari a circa il 7% del PIL mondiale. La prima giornata si è conclusa ieri con la dichiarazione d’intenti da parte dei paesi più economicamente floridi di versare oltre 380 milioni di euro in un fondo da utilizzare per i danni e le perdite causate dal cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo.
🇮🇪 DUBLINO NEL CAOS: SCONTRI TRA SOSTENITORI DI ESTREMA DESTRA E AGENTI IN SEGUITO A UN ATTENTATO
(3) Settimana piuttosto travagliata in #Irlanda. La scorsa settimana una persona (la cui identità non è stata ancora diffusa) ne ha accoltellate quattro in centro a #Dublino e - attraverso i social - si è sparsa la voce che a compiere l’attentato fosse stato uno straniero, parlando esplicitamente di terrorismo. Il fatto è avvenuto davanti alla scuola elementare di Parnell Square e a essere accoltellate sono state due bambine di 5 e 6 anni, un bambino di 5 e una donna di circa 30 anni, secondo le ricostruzioni. Quest’ultima e una delle bambine sono al momento ricoverate in ospedale e l’attentatore si pensa che sia in realtà un cittadino irlandese, forse di origine straniera. La notizia ha scatenato proteste violente e diffuse in tutta la capitale, condotte da centinaia di attivisti di estrema destra e anti-immigrazione. Questi si sono scontrati con la polizia, che ha arrestato 34 persone, accusate di reati contro l’ordine pubblico e furti vari. Prima dello scatenarsi delle proteste, diversi account social dichiaratamente razzisti e xenofobi hanno invitato a rispondere con violenza all’attentato e a uccidere ogni straniero presente sul territorio. Ambasciate e rappresentanze di altri paesi e religioni a Dublino hanno invitato i loro conterranei/seguaci a non uscire di casa per evitare di rimanere coinvolti negli scontri. Le proteste hanno fatto particolarmente rumore, dal momento che l’Irlanda – nell’ambito dell’UE – è notoriamente uno dei paesi più tolleranti e l’immigrazione non è mai stato un tema divisivo. Negli ultimi anni però diversi sostenitori e attivisti di estrema destra hanno imputato agli immigrati l’aumento del costo della vita e la crisi abitativa, oltre a sfruttare ogni caso di cronaca riguardante una persona straniera per alimentare allarmismo e minacce alla popolazione locale.
🎾 GLI AZZURRI DEL TENNIS TRIONFANO IN COPPA DAVIS! SCONFITTA 2-0 L’AUSTRALIA IN FINALE
(4) A coronamento di un anno decisamente positivo per il #tennis italiano, si è conclusa con un’incredibile vittoria per l’#Italia la #CoppaDavis, il torneo più importante a squadre per nazionali. In finale gli azzurri hanno battuto l’Australia, bissando il successo del 1976. Il match, come di consueto, si è giocato al meglio delle 3 partite (2 in singolo e l’eventuale spareggio in doppio), di quest’ultima non c’è stato bisogno, dal momento che Matteo Arnaldi ha battuto Alexei Popyrin e Jannick #Sinner ha prevalso su Alex De Minaur, il miglior tennista della compagine australiana. Dello spareggio c’è stato bisogno in semifinale e ai quarti per l’Italia, contro rispettivamente Serbia (eliminando il n.1 al mondo Novak #Djokovic e andando in svantaggio) e Paesi Bassi. Insieme a Sinner e Arnaldi, hanno portato a casa l’ambito trofeo anche Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego e Simone Bolelli. A brillare è però la stella di Jannick Sinner, attuale n.4 al mondo e autore di prove eccellenti anche di recente in campo internazionale. Qualche settimana fa è stato sconfitto solo in finale proprio dal serbo Djokovic alle ATP Finals di Torino. Per l’Italia era l’ottava finale, addirittura la quarta contro l’Australia (prima di questa, 3 sconfitte nel 1960, 1961 e 1977). Come detto, l’ultima vittoria risale al 1976, quando in finale il team capitanato da Nicola Pietrangeli e composto da Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Antonio Zugarelli sconfisse il Cile. Da non tralasciare anche il buon momento del movimento tennistico femminile, giunto in finale contro il Canada nell’equivalente (femminile appunto) della Coppa Davis la scorsa settimana, ma uscendo sconfitta.
Alla prossima 👋
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