#Ortles-Cevedale
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Valle dei Forni
La Valtellina non è solo Livigno. È molto altro.
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Street at Gavia Pass by tobia_scandolara
#snowcapped#landscape#mountain#snow#snowcap#gavia#passo di gavia#ortles-cevedale#cevedale#ortles#valt
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17/18 LUGLIO 2021: M.te CEVEDALE 3769 m
Il monte Cevedale (3769 m) è una delle cime principali del Gruppo Ortles – Cevedale. La sua salita per la via normale è un piacevole itinerario alpinistico per ghiacciaio (negli ultimi anni un po' crepacciato).
Accesso:
Da Milano si raggiunge la città di Lecco, si imbocca la Lecco-Colico (SP36) e al suo termine si seguono le indicazioni Valtellina. Percorrere buona parte della valle sino ad incontrare le indicazioni per S.Caterina Valfurva, da dove ad inizio paese una strada stretta e tortuosa ma asfaltata conduce a Forni (limitazioni alla transitabilità delle automobili-necessario pagare un pedaggio €.5,00) conduce all’ampio parcheggio (2150 Mt.).
Descrizione della salita: 17 Luglio
Opzione 1
Da Forni si segue il sentiero 28B, una lunga carrareccia, fino al Rif.Pizzini - 2706m.(CAI-Milano) (Sino al Rifugio Pizzini è possibile usufruire di servizio Taxi).
Opzione 2
Si continua sempre per carrareccia sino alla partenza della teleferica di servizio, dove inizia il sentiero a svolte piuttosto ripido che conduce al al Rif.Casati 3254m.(CAI-Milano)
Descrizione ascesa alla vetta: 18 Luglio
Le condizioni del ghiacciaio negli ultimi anni sono notevolmente cambiate e la salita non risulta più una banale escursione su ghiacciaio. A causa del ritiro dei ghiacciai il plateau glaciale fra il Rif. Casati e la vetta ha in genere una buona traccia, ma già da metà estate presenta ghiaccio vivo ed un dedalo di crepacci che può risultare addirittura labirintico e richiede una buona capacità di orientamento ed esperienza.
Si pone piede sul ghiacciaio a destra del Rifugio, badando ai crepacci, in direzione del Cevedale (sinistra). Rif Pizzini 2706m.
Verso i 3600 la pendenza si fa più sostenuta, si risale il pendio fino alla crepaccia terminale. Superatala si esce in cresta, affilata in alcuni tratti, che seguendo a destra conduce in vetta 3769 m (2 ore). Si torna indietro fino alla selletta a 3698 m, quindi abbassandosi sul versante trentino per 50 metri, ci si dirige verso la cima Cevedale. Si risale sulla bella cresta nevosa, fino alle roccette finali che si superano senza grossa difficoltà uscendo in vetta 3757m.
DIFFICOLTA': EEA - AG - F+
DISLIVELLO: 1600 m (totali salita 1°+2° gg.)
TEMPISTICA: h.5,00 (1°+2° gg.)
ATTREZZATURA: Equipaggiamento completo d'alpinismo (corda, imbrago, piccozza, ramponi)
Vuoi partecipare?
ISCRIZIONI:
Presso la sede G.E.S.A.-C.A.I. il Giovedì sera dalle ore 21,00 alle ore 23,00
SMS: Umberto 339.4898386
WhatsApp: Guido 339.1296657 - Chiara 338.2920938
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National Stelvio Park (July 2017)
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Street at Gavia Pass by tobia_scandolara
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Zebrù • Thurweiser ~ #moon #night #peaks #mountains #glacier #bormio #alps #stelvio #valmüstair (at Gruppo Ortles-Cevedale) https://www.instagram.com/p/B21_ePVouYY/?igshid=19lv5aqhikqtr
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Sulle Tracce dei Ghiacciai" , la pre-spedizione Alpi 2020
Monte Bianco, Monte Rosa, Bernina (versante italiano) e Ortles-Cevedale. Sono questi i massicci montuosi su cui per tre settimane si concentrerà la pre-spedizione “Alpi 2020”, partita il 25 luglio
L'itinerario della spedizione 2020
Fabiano Ventura (a sinistra) con Andrea Pivotto, archivista della Fondazione Sella, nel corso del lavoro di preparazione della spedizione
Fotografia di Federico Santini
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Nubi lenticolari 🔝 (presso Ghiacciai Ortles Cevedale)
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Ortles-Cevedale: 13 cime in meno di 8 ore.
Ortles-Cevedale: 13 cime in meno di 8 ore.
Nuovo record per la coppia Pintarelli-Boffelli nella notte di mercoledì 8 luglio.
I due skyruner hanno letteralmente polverizzato il precedente record conquistando tutte le “13 cime” del gruppo Ortles Cevedale in 7 ore e 50 minuti.
Il trentino Gil Pintarelli e il bergamasco William Boffelli hanno soffiato il primato che apparteneva a Robert Antonioli e Stefano Confortola, entrambi…
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Portule dai piedi alla testa e ritorno
Giovanni l'ho conosciuto via Forum qualche anno fa leggendo una sua richiesta di info per salire e poi scendere dal Portule. Poi ci siamo conosciuti, usciti sempre assieme quando possibile, e dall'anno scorso siamo riusciti a salire più volte al Portule, ma dalla via "più facile" per scendere in verticale poi.
Altre volte, fatto anche con un po' di neve e per me, anche in solitaria con la Tenda nell’estate del 2015.
Il desiderio era però, fare l'opposto di sempre, per godere anche di una buona discesa meno Vert. E così visto anche il buon e caldo tempo di inizio Novembre 2015, organizziamo il giro per me Giovanni e Sergio, si unisce a noi anche, Giuseppe, da Modena che mi aveva contattato per vedere cosa facevo in questo probabile stupendo weekend. Per il graditissimo ospite di Modena, so che l'Altopiano potrebbe non essere all'altezza dei soliti giri Dolomitici o in Lagorai, ma comunque Beppe accetta senza indugio.
L'idea che mi passa dalla mente però è "...ma il Portule è si una Cima e molto lunga, ma anche una valle e visto che stavolta il giro sarà in questo verso, facciamolo tutto dalla Testa ai Piedi :-) ".
Alla comitiva si uniscono Michele e casualmente a Camporovere troviamo Marco (inconsapevoli di ciò che li aspetterà :ueh:)
Risaliamo la Val Galmarara, scegliendo la via più dura (devo far gamba :-) ) e ben presto arriviamo a Bivio Italia, giornata stupenda.
Il mio piano prevedeva la ridiscesa in Galmarara per 830 risalita per poi scendere ai Monumenti e farsi tutta la Valle Trentin fino alla Casara per poi tirar su gli occhi e salire il Portule. Ma avevo visto in passato, che a selletta Mecenseffy c'era un bel segno nero che portava direttamente sopra alla casara e anche un po' oltre rimanendo praticamente in quota. Convinco i compagni di (s)ventura saliamo in forcella e andiamo alla ricerca di tracce, ci inoltriamo tra mughi e grossi sassi, ma ma ma siamo in mezzo al nulla, il sentiero tracciato non si vede.
OK partenza sbagliata, a questo punto puntiamo diritti verso il Portule tanto prima o poi ci si arriva alla Casara, dopo un po' ci imbattiamo in un bel sentiero, da dove cavolo salta fuori questo, vabbè teniamo presente per la prossima volta.
Ora non ci resta che risalire, bici in spalla, l'inizio della valle fino a Porta Kempel e poi tutta la parete obliqua del Portule fino alla Cima.
Michele e Marco, inconsapevoli del Giro, tra un p... e l'altro continuano a salire e con loro soddisfazione arrivano alla cima prima di quanto avevano previsto. Io sto con loro che conosco la via (fatta più volte in giù) mentre Giovanni Sergio e Beppe di buona lena ci precedono.
La vista in questa tersa giornata è magnifica Dolomiti di Brenta, Ortles, Cevedale, Pale di San Martino, vediamo tutto e bene. La giornata è si calda, ma qui tira vento, ci sediamo per cambiarci e rifocillarci in una panchina naturale esposta sulla parete Sud (la classica che si vede in tutte le foto e anche nel Film di Ermanno Olmi Torneranno i Prati) dove il vento non riesce ad arrivare.
Bene ora siamo pronti per mettere in azione il mio piano ovvero la lunga discesa dal Portule, che così come da desiderio di Giovanni e mia aggiunta, ci farà fare probabilmente la più lunga discesa continua all'interno dell'altopiano su sentiero e piccolissima parte sterrato (sempre in discesa).
La partenza è prima un falsopiano di 1,5 km (il Portule è imponente) tra croce di vetta e croce di antecima e poi decisamente giù verso bocchetta Portule.
La discesa e come pensavamo bella (per noi) mai molto tecnica, personalmente sono sceso su 2 punti 1 dei 2 mi ricordava troppo un certo sentiero sul Pasubio :-) , poi alla Bocchetta facciamo acqua e cerchiamo di tagliare il più possibile la sterrata fino ai Monumenti (in futuro ci sarà una evoluzione su sentiero per tagliare questo seppur breve sterrata). Ai monumenti di fronte a noi, Val di Portule con le 2 Malghe poco più sotto, da qui la valle si restringe e ci porterà su sentierino in single track e tratturo nella sola parte finale, fino al Bivio di Basa Xenocio 5km abbondanti di valle e soprattutto 1 unico tornante sul tratturo/carrareccia proprio sopra Malga Basa Xenocio al termine della discesa.
A questo punto, dato l'ora, non ci resta che farci il pezzo diritto della sterrata di Val Galmarara e arrivare nella strada delle Vezzene, ma fatto 30 facciamo 31 e prendiamo il parallelo sentiero (piuttosto largo) che ci farà arrivare quasi allo stesso punto.
Arriviamo in fondo tutti felici e contenti per questa bellissima e molto intensa giornata, che ci ha fatto fare il Portule dalla Testa ai Piedi, 1300 metri di discesa continua per 12 km, penso la più lunga in Altopiano (rimanendo ancora su :-) )
Grazie ai compagni di avventura, che poi ho anche convinti, senza tanti sforzi, a fermarsi a festeggiare.
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Il Trentino è conosciuto per le sue montagne mozzafiato, per i suoi laghi, per i monumenti, per il cibo e per le sue bellissime valli, tra queste la Val di Sole
Malga Val Comasine Ph T. Mochen
La valle si estende dal fiume Noce e il lago artificiale di Santa Giustina presso Cles, inoltre è ricca di centri termali grazie alle acque minerali delle sorgenti di Pejo e di Rabbi. Tra le affascinanti bellezze troviamo innumerevoli itinerari, rifugi, malghe e storiche ferrate tra le montagne del Gruppo Ortles-Cevedale, dell’Adamello-Presanella e delle Dolomiti di Brenta facente parte del patrimonio dell’Umanità UNESCO.
L’estate è la stagione ideale per godersi passeggiate tra questi splendidi scorci di natura, riscoprire l’aria di montagna e immergersi nell’incanto dell’alta quota per poi raggiungere i tipici rifugi del Val di Sole, ci sono quelli di legno, alcuni di pietra e altri di mattoni ma tutti uniformi per la loro accoglienza calorosa verso i propri ospiti e visitatori contribuendo a rendere questa valle unica nel suo genere. Tutti i rifugi sono inoltre collegati tramite itinerari con la possibilità di poter scegliere tra innumerevoli tappe.
I rifugi della Val di Sole
Sono molteplici i rifugi che possiamo incrociare lungo i sentieri della Val di Sole, il più alto si trova a circa 3.500 metri ed è il rifugio Mantova al Vioz, divenuto punto di appoggio per il Giro delle 13 cime del Gruppo Ortles-Cevedale. Chiunque si trovi in questo rifugio può approfittarne per visitare il Museo di Punta Linke che si trova nelle vicinanze, è il museo della memoria più alto d’Europa: la Punta Linke è stato centro di grande importanza durante la Grande Guerra per il fronte Trentino.
A quota 2.608 metri troviamo invece il rifugio Larcher al Cavedale, conosciuto perché raggiungibile attraverso un percorso pieno di avvistamenti faunistici, tra cui è possibile vedere marmotte, cervi, aquile e caprioli. Questo rifugio si contraddistingue per la sua caratteristica rocciosa che lo rende tra i posti più affascinanti dove sostare. Scendendo troviamo il rifugio Dorigoni a circa 2.400 metri conosciuto soprattutto per la sua vicinanza alle stupende cascate del Saent, al Sentiero dei Larici Monumentali, al percorso dei laghi Sternai. Poi ancora il rifugio Lago Corvo con i suoi laghetti alpini, il rifugio Denza con la fortificazione Pozzi Alti realizzato all’epoca della Grande Guerra, il rifugio Capanna Presena vicino al stupendo Sentiero dei Fiori, il rifugio Orso Bruno che regala un panorama mozzafiato sulle Dolomiti, e il rifugio Peller posizionato sopra i laghi Durigal, che rimane il più settentrionale tra tutti i rifugi.
Sentieri ad alta quota
Come abbiamo già accennato la Val di Sole è caratterizzata da moltissimi sentieri da percorrere soprattutto per gli amanti del trekking cogliendo l’occasione per immortalare nella propria memoria o nella propria macchina fotografica i panorami unici che questi percorsi regalano. La Via delle Malghe è caratterizzata da più di 100 chilometri di sentieri che si possono fare in più tappe soffermandosi negli agriturismi della zona e assaporando i menù della tradizione e lungo il tragitto i formaggi tipici di questi territori come il tipico Casolét, la ricotta o il Nostrano, tutti prodotti di produzione locale. La Via delle Malghe è un vero e proprio connubio tra uomo e natura. Tra i sentieri panoramici più spettacolari invece troviamo il Sentiero dei Fiori, dedicato ad escursionisti esperti e dove troviamo che la storia e la natura si fondono magicamente lungo questo percorso. Difatti, durante la Grande Guerra i soldati italiani combattevano dalle trincee che oggi sono divenute via di arroccamento con tratti attrezzati, cavi d’acciaio e ponti sospesi. C’è anche la possibilità di essere accompagnati da una guida alpina della Val di Sole, con partenza al Passo Paradiso per poi salire al Passo del Castellacci e proseguire per il punto più alto il Corno di Lagoscuro , successivamente scendere al Passo Lagoscuro dove si possono osservare i resti di un villaggio militare e terminare al Passso Presena per poi procedere per il ritorno. Un avventura unica ma sicuramente indimenticabile.
M.Elisa Altese
SOCIAL FB
Per maggiori informazioni visitate il sito http://www.malghevaldisole.com
La bellezza della Val di Sole Il Trentino è conosciuto per le sue montagne mozzafiato, per i suoi laghi, per i monumenti, per il cibo e per le sue bellissime valli, tra queste la…
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19/20 GIUGNO 2021 - CIMA di PIAZZI -3439 m dalla Val VERVA
La Cima di Piazzi è una montagna imponente e maestosa, la più elevata del settore compreso fra il Gruppo del Bernina ad W e quello dell´Ortles-Cevedale ad E. La via normale di salita si svolge su detritico e scosceso versante SW, facile (F) da salire. Il tratto maggiormente impegnativo sono le ripide roccette della cresta NE che precedono la vetta, alte una ventina di metri, che si superano con una facile arrampicata di I+
Descrizione della salita
Dalla curva a gomito di Arnoga si segue la stradina carrozzabile, ma vietata al transito degli autoveicoli (La stradina della Val Viola è vietata al transito degli autoveicoli, ma è comunque consentito percorrerla. Inizialmente è asfaltata, poi sterrata e con il fondo un pò sconnesso. Con una normale automobile si arriva a circa 200 m dal Passo di Verva e parcheggiare in una piazzola al lato della strada. Dal parcheggio alla vetta h. 3,15), che verso SW entra in Val Viola. La si segue per poco meno di 2 km, fino ad un incrocio che verso sinistra conduce all'Alpe Campo. Si prosegue in discesa e dopo aver attraversato il ponte sul torrente Bormina, si risale la sponda opposta entrando nella Val Verva, sulla sinistra idrografica. La stradina giunge ripida alle baite di Verva e prosegue poi con moderata pendenza, fino al Passo di Verva (q. 2301 m). Dal passo seguendo alcune tracce si sale verso E, costeggiando a destra (salendo) il torrente. Superato un pendio roccioso si entra in un avvallamento e, quasi in piano, seguendo il corso del torrente, si giunge al laghetto di (q. 2600 m). Il laghetto non è indicato sulla CNS ma si trova al centro della conca, dove ha origine il torrente. Da qui si sale verso NE sul ripido pendio morenico che conduce, verso (q. 2900 m), ad una conca nevosa. Un centinaio di metri sopra la conca il pendio è fasciato da un risalto roccioso, che si supera nel settore di sinistra, con due itinerari possibili: a) arrampicando sulle rocce di uno stretto canale a sinistra, che è l´itinerario più impegnativo; b) salendo in obliquo, da destra a sinistra, una rampa detritica e le successive facili roccette, a destra del primo itinerario. In entrambi i casi, raggiunto il terrazzo sopra la fascia rocciosa, si risale il successivo pendio di sfasciumi e neve, appoggiando a destra, fino a raggiungere la nevosa cresta NE. Da ultimo si arrampicano le ripide roccette che conducono in vetta
DIFFICOLTA': EE - A - I+ - F
DISLIVELLO: 1570m. (salita)
TEMPISTICA: h.5,30
ATTREZZATURA: piccozza / ramponi / utile qualche metro di corda / imbragatura / casco ABBIGLIAMENTO: Adeguato gita e stagione
Vuoi partecipare?
ISCRIZIONI:
Presso la sede G.E.S.A.-C.A.I. il Giovedì sera dalle ore 21,00 alle ore 23,00
SMS: Umberto 339.4898386
WhatsApp: Guido 339.1296657 - Chiara 338.2920938
e.mail: [email protected]
Foto: grazie a https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cima_de%27_Piazzi.jpg
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Stelvio National Park (July 2017)
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A kincsvadászok Kánaánját fedik fel az olvadó gleccserek
Világháborús tárgyakat kereső kincsvadászok tucatjai járják a Dolomitok legmagasabb hegycsoportja, a Marmolada északi lejtőjét, ahol a hegység egyetlen nagyobb méretű gleccsere található. A jégfolyam az első világháborúban súlyos hegyi harcok színtere volt.
A helyi médiumok beszámolói szerint a relikviavadászok szép számmal találnak egykori csajkákat, evőeszközöket, bakancsokat, dróthálódarabokat, bombákat, puskákat és szuronyokat, sőt előkerült egy kisebb, sziklába vájt erődítmény is a Trentino-Alto Adige (Dél-Tirol) és Veneto tartomány határán fekvő gleccseren.
A gleccser területe 100 év alatt 420 hektárról 214 hektárra csökkent, és ma minden korábbinál könnyebb rábukkanni a száz éve mintegy 3000 méteres magasságban harcoló katonák dolgaira, eszközeire. A csendőrök próbálják megakadályozni a fosztogatást, az újfajta “aranylázat”, de – főleg a létszámhiány miatt – kevés sikerrel.
Egy másik gleccseren, a Veneto tartomány nyugati részén emelkedő Presena-csúcson, 3000 méteres magasságban 2012-ben két tiroli császárvadász katona holttestét adta vissza az olvadó jég. 2004-ben egy 3640 méter magas alpesi gleccseren, az Ortles-Cevedale hegycsoporton három osztrák katona mumifikálódott teteme olvadt ki a jégből.
Az olvadó gleccserekből azonban nemcsak holttestek és tárgyak kerülnek elő, hanem sok újkori szemét is: eldobált palackok, italosdobozok, régi sífelvonópályák drótkötelének darabjai. Egy, a Marmolada-gleccser határait rögzítő 2002-es megállapodás alapján a szemét eltakarítása most Veneto tartományra hárul.
A kincsvadászok Kánaánját fedik fel az olvadó gleccserek a Nemzeti.net-en jelent meg,
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forni vintage 1981 by claudius1954 on Flickr.
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