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Kit Cosmetici Solidi Mini Energy: La tua dose di vitalità in formato travel size!
Se stai cercando un kit di prodotti cosmetici, non di qualunque tipo, ma meglio di cosmetici con principi attivi rivitalizzanti e con imballaggi plastic free, ecco il Kit Cosmetici Solidi Mini Energy Un kit da viaggio completo per una beauty routine energizzante: Questo kit da viaggio racchiude al suo interno 5 mini size dei cosmetici solidi della linea CO.SO. di Officina Naturae, perfetti per…
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Il basilico, poverino, appena sta un po' al sole s'ammoscia tutto, poi, a forza di innaffiarlo, verso sera trova la forza di rialzarsi, gli si riempiono di linfa tutti i corpi cavernosi e si raddrizza, che è un piacere prenderlo in mano. Io lo tocco sempre, mi piace quell'aroma fresco e un po' mentoso che lascia sulle dita, e anche il rosmarino, ho scoperto che sa di bagnoschiuma Felce Azzurra. Infatti il rosmarino officinalis fa parte del genere salvia, il suo nome vero è salvia rosmarinus, o rosmarinus officinalis, il che depone a favore della teoria che si tratta di una pianta artificiale, prodotta in officina, per l'appunto. Quando raccolgo i fichi, invece, mi guardo prima in giro per vedere se c'è qualcuno che mi sta osservando, mi pare di tirare i coglioni ad un passante, "mi scusi, devo sentire se sono maturi... mmm, no, non sono ancora pronti"; e quando li mangi, che ti credi, sembra proprio di leccare una... per lo stesso motivo non mangio le banane. Preferisco la frutta già processata e ridotta ad essenza industriale, svuotata della sua carica sessuale. Chi vende banane, per esempio, dovrebbero chiudergli il negozio, inutile mettere un limite al porno se poi basta entrare in supermercato per essere sopraffatti dai cetrioli. La natura è sudicia, altro che frociaggine nei seminari, si pensi piuttosto a tutte le suore, le suorine e i fraticelli che proprio in questo momento stanno prendendo in mano nel segreto della loro clausura e con la scusa dell'ora et labora, zucche, zucchine, melanzane e pisellini, è una guerra persa con tutti questi adescamenti predisposti dalla natura.
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Colette
https://www.unadonnalgiorno.it/colette/
Colette, iconica scrittrice della prima metà del XX secolo, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia.
Con la sua vita e la sua arte ha sfidato le convenzioni sociali e aperto la strada a una nuova generazione di letterate.
Insignita delle più importanti onorificenze accademiche, è stata la seconda donna nella storia della Repubblica Francese a ricevere funerali di stato (dopo Sarah Bernhardt).
Ha aperto una strada per il rinnovamento del romanzo tradizionale che ha portato alle sperimentazioni del Nouveau Roman.
Oltre che scrittrice prolifica è stata attrice, autrice e critica teatrale, giornalista, critica cinematografica e anche commerciante di cosmetici.
Si è ritrovata più volte al centro di scandali per le sue disinibite relazioni sentimentali.
La sua vita e la sua opera letteraria sono state la testimonianza di una donna libera, anticonformista e emancipata, che ha contribuito a rompere tanti tabù.
Per prima ha rappresentato l’uomo come fonte di piacere per la donna.
Nata col nome di Sidonie-Gabrielle Colette, il 28 gennaio 1873 a Saint-Sauveur-en-Puisaye, è cresciuta in Borgogna in grande libertà e a stretto contatto con la natura. Spinta alla musica e alla lettura sin da piccolissima, era stata educata dalla madre, una donna di mentalità moderna, dichiaratamente atea e anticonformista, che in paese dava scandalo prendendo a servizio ragazze madri.
Nel 1889 conobbe Henri Gauthier-Villars, detto Willy, scrittore e giornalista che divenne il suo primo marito e che seguì a Parigi.
L’uomo la introdusse nell’ambiente artistico e mondano e, intuendone il potenziale, la incoraggiava a scrivere pubblicando però i libri sotto il suo nome, come faceva con tanti altri artisti che costituivano la sua officina letteraria. Nacque così la fortunata serie di Claudine, uno dei maggiori best seller francesi di tutti i tempi. I romanzi ebbero tale successo popolare da diventare un marchio commercializzato che produceva abiti, accessori, un tipo di pettinatura, prodotti di bellezza e ogni sorta di mercanzia. Dai libri venne tratto anche uno spettacolo teatrale interpretato dalla stessa Colette che, col coniuge, rappresentava il simbolo della vita mondana della capitale francese.
Nel 1904 venne pubblicato Dialogues de bêtes, firmato Colette Willy, il primo libro in cui comparve anche il suo nome.
Il matrimonio andò presto a rotoli, lui la tradiva continuamente e lei ebbe una liaison con la marchesa Mathilde de Morny. Nel 1907, al Moulin Rouge, durante la messa in scena della pantomima Rêve d’Égypte, le due amanti diedero scandalo baciandosi con passione sul palco. Nello stesso anno Colette e Willy si separarono legalmente e venne pubblicato l’ultimo romanzo della saga di Claudine dal titolo Il rifugio sentimentale (La retraite sentimentale).
Nel 1908 Colette si fece notare dalla critica pubblicando su La Vie Parisienne dei testi, poi raccolti nel volume Viticci (Les vrilles de la vigne), uno dei quali (Nuit blanche) tratta della sua relazione con Missy, come lei chiamava la marchesa. È stata protagonista di vari spettacoli teatrali e un’ottima conferenziera.
Ammessa alla Société des Auteurs, intraprese, vincendo, una serie di azioni legali contro il marito.
Dopo il divorzio, nel 1910, nacquero le collaborazioni con giornali come il Paris-Journal e Le Matin, mentre pubblicava romanzi a puntate, ne La Vie parisienne.
Nel 1912 ha sposato il barone Henry de Jouvenel da cui ha avuto la sua unica figlia.
Durante la prima guerra mondiale la sua attività giornalistica si era intensificata. Successivamente, ha scritto anche articoli di critica cinematografica e una sceneggiatura originale per il film La flamme cachée. È stata caporedattrice della sezione letteraria di Le Matin e critica teatrale.
È stato il romanzo Chéri, pubblicato in feuilleton nel 1920, a consacrarla anche agli occhi della critica. La storia autobiografica di una donna matura innamorata di un ragazzo di ventiquattro anni più giovane venne apprezzata e commentata da autori come Proust, Gide e Cocteau. La Nouvelle Revue Française affermò che Colette era «la scrittrice che ha introdotto nella nostra letteratura la prosa femminile che le mancava».
Nello stesso anno venne insignita della Legion d’onore con il grado di Cavaliera.
Tra scandali, alti e bassi, arrivò anche il divorzio dal secondo marito e, lasciato il giornale che lui dirigeva, scrisse per Le Figaro, vivendo dei proventi da giornalista, dedicandosi al teatro senza mai abbandonare la scrittura.
Nel 1928 venne promossa al grado di Ufficiale della Legion d’onore. Due anni dopo è uscito Sido, sulla storia di sua madre.
Il film che aveva sceneggiato, tratto dal suo romanzo La vagabonda, è stato il primo in sonoro in Francia.
Nel 1932 aveva aperto un centro di bellezza e in breve si era ingrandita e creato un marchio di cosmetici con la sua immagine sulle etichette.
Nonostante le divagazioni commerciali non ha mai smesso di scrivere romanzi, sceneggiature e articoli di critica teatrale per Le Journal e poi per Paris-Soir.
Nel 1936 venne nominata Commendatrice della Legion d’onore e entrò a far parte dell’Académie royale belge de langue et de littérature françaises.
Ha trascorso tutto il periodo della guerra a Parigi, in un appartamento al Palais-Royal, afflitta da un’artrosi all’anca.
Nel 1941 il suo terzo marito, Maurice Goudeket, che era ebreo, venne spedito in un campo di concentramento, riuscì a farlo liberare l’anno successivo, sfruttando le sue amicizie.
Il suo romanzo più celebre, Gigi, pubblicato nel 1944, le valse un grande riconoscimento e divenne una famosa opera teatrale e un celebre film.
Diventata un’istituzione vivente, ha passato gli ultimi anni della sua vita semi paralizzata, sul divano-letto sul quale lavorava e riceveva i tanti ospiti che andavano a renderle omaggio.
Diventata Presidente dell’Académie Goncourt, il suo ultimo libro è stata la raccolta En pays connu.
Nel 1950, fra spostamenti vari in cerca di cure e il lavoro di adattamento teatrale del suo romanzo La Seconda venne eletta Presidente onoraria del Consiglio letterario del Principato di Monaco e ricevette in visita la regina Elisabetta del Belgio.
Nel 1951, tornata a Montecarlo sempre in cerca di cure, aveva notato all’Hôtel de Paris una giovane attrice, Audrey Hepburn, che scelse per interpretare la commedia Gigi, andata in scena a Broadway.
Nel 1953, in occasione dei suoi 80 anni, ha ricevuto tributi e onorificenze come la medaglia della Città di Parigi, venne nominata membro onorario del National Institute of Art and Letters di New York e ricevette il grado di Grand’Ufficiale della Legion d’Onore.
È morta il 3 agosto 1954 nella sua stanza al Palais-Royal. Nonostante la Chiesa le avesse rifiutato i funerali religiosi, ha ricevuto un funerale di stato. È sepolta nel cimitero di Père-Lachaise.
Nella sua lunga carriera ha prodotto circa ottanta volumi fra romanzi, racconti, memorie, opere per il teatro, raccolte di articoli giornalistici e di recensioni teatrali, oltre ad una sterminata corrispondenza personale che venne raccolta e pubblicata in epistolari.
Donna ribelle e anticonformista, ha segnato un’epoca, ispirato film, libri, spettacoli occupando un posto di rilievo nel pantheon delle celebrità di tutti i tempi. Il suo nome è consegnato al mito.
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Trapani e Marsala: abbandonano rifiuti speciali nei terreni, denunciate 2 persone
Trapani e Marsala: abbandonano rifiuti speciali nei terreni, denunciate 2 persone. I Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo – Distaccamento di Trapani, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio finalizzati alla prevenzione e repressione di reati ambientali, hanno denunciato due persone per abbandono di rifiuti e per un deposito incontrollato di rifiuti. In particolare l’attività ha riguardato: - un 47enne di Trapani che veniva notato mentre era intento ad abbondare, in un terreno adiacente la via Salemi, 25 secchi di pittura murale vuoti, bombolette di schiuma espansa, vari contenitori in vimini e 4 sacchi contenenti rifiuti di lavori di edilizia. L’uomo, denunciato per abbandono di rifiuti, ha raccolto tutto il materiale che è stato sottoposto a sequestro e a lui affidato ai fini del successivo corretto smaltimento; - un 70 enne di Marsala che ha allestito un deposito incontrollato di rifiuti speciali (pericolosi e non) in un terreno adiacente la propria abitazione. Nell’area, sottoposta a sequestro, sono stati rinvenuti 12 automezzi e 5 motocicli in stato di abbandono, nonché batterie, parti di motore e copertoni di autovetture. Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati ad accertare i motivi per cui l’uomo, non titolare di una officina meccanica, avesse la disponibilità di tali componenti meccaniche.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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✍🏻📖 Giovedì 8 febbraio, in un ambiente conviviale molto gradevole abbiamo conversato dell'amare, dell'amore, della psiche, dell'eros, della natura, dei sentimenti e delle emozioni umane con la lettura
di poesie.
🙌🏻 Ringraziamo Manuela Copercini, Fabrizio Cezza Cesario, la Libera Officina Culturale, il Comune di Fidenza ed il FAB Bistrò in Fabula di Fidenza, i partecipanti, Valentina Furlotti ed i poeti presenti alla "tertullia" poetica dell'8 febbraio "IL SENTIERO DEL SENTIRE, Amore e Psiche tra anima ed eros"
🙌🏻 È stato davvero un grande piacere per noi.
Hebe e Francesco
Photo ©Omar Sospiri @HeFra
Post produzione immagini ©AnnaLisaInzaina
(I Parte foto)
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Lumen Light Fest 2023 a Convensano
Tra 150 paralumi vintage, 60 lanterne artistiche, 15 designer per 10 installazioni è da non perdere la seconda edizione del Lumen Light Fest nel centro storico di Convensano, in Puglia, dove, fino al 31 agosto il percorso artistico a cielo aperto consentirà ai visitatori di godere di suggestivi scorci del borgo illuminati nel cuore della notte. L’evento è stato ideato dei rappresentanti istituzionali del Comune di Conversano con il vice sindaco Roberto Berardi e l’assessore al turismo e alla cultura Katia Sportelli; per la BCC di Conversano, main sponsor dell’evento, il presidente Tonino Laruccia, e i rappresentanti dell’Associazione Fatti di China, organizzatrice dell’evento con tutti gli artisti coinvolti. Le dieci installazioni sono anche visioni diverse di interpretare l’arte e la luce, dando significato e invitando anche alla riflessione. Partendo da Arco Carelli il visitatore incontra i paralumi vintage di Local Frames e poi i secchi colorati di Pino Incredix pronti a ricreare un cielo colorato per far divertire ma anche per far riflettere sull’importanza dell’acqua. Ci sono poi le grandi lanterne fatte di luminarie e una grande coda da pavone che aspetta il visitatore, permettendo ai passanti di portare, con una foto, la bellezza delle luci di Francesco Laruccia. Infine, passando da via Marcucci e giunti in villa Garibaldi, l’arte luminosa che si fa imponente con una serie di opere, Luigi Console e Mariangela Distante, reduci dal successo al Light Festival di Amsterdam, che presentano Diachroic Diamonds, due diamanti realizzati con vetri colorati e materiale dicroico per creare un’esperienza visiva unica, dove un diamante si trova sulla fontana monumentale e l’altro in una nicchia della torre Sante Simone, mentre combina luce, colore e cartapesta invece l’installazione Aria, firmata da Paolo Mastrangelo, maestro cartapestaio di Putignano, che propone un viaggio nella vita con i suoi alti e bassi, stelle e nubi e per godere dell’esperienza il visitatore è invitato a posizionarsi al centro dell’opera. Dopo il successo dello zoo luminoso dello scorso anno, i creatori di Officina Chiodo Fisso hanno realizzato un elefante di luci alto 8 metri che domina, al centro, Villa Garibaldi, quasi trasparente di giorno, che si accende al calar del sole di una luce che invita a riflettere sulla maestosità della natura e dei suoi abitanti, della sacralità di ogni specie, di vita e solennità. Ogni installazione è accompagnata da un QR Code che permette al visitatore di approfondire l’opera. Read the full article
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"I treni storici di Porrettana Express"
Transappenninica, con i treni storici di Porrettana Express, un affascinante viaggio nel tempo e nella natura.
Da luglio a settembre cinque viaggi tematici lungo la linea ferroviaria che ha fatto la storia d’Italia
A bordo di vetture d’epoca, si parte da Pistoia, capitale del treno, per andare alla scoperta del territorio dell’Appennino Tosco-Emiliano, con i suoi piccoli borghi, i sentieri, le antiche tradizioni,
l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese e i luoghi della Seconda Guerra Mondiale.
I cinque appuntamenti, in programma il 9, 16 e 22 luglio, 6 agosto e 10 settembre, 2023 saranno preceduti da una visita guidata al Deposito Officina Rotabili Storici di Pistoia, importante hub strategico recentemente restaurato, dove Fondazione FS esegue la manutenzione di vetture e locomotive di epoche diverse ancora perfettamente funzionanti.
Saranno due i viaggi dedicati ai bambini, il primo e l’ultimo il 9 luglio e il 10 settembre 2023, con sosta a Castagno per laboratori ludico-espressivi sul tema della ferrovia, a cura della cooperativa Intrecci.
Nel mentre gli adulti potranno vistare il caratteristico borgo-museo.
Da Pracchia si prosegue in pullman alla scoperta di alcuni poli dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese.
Riservato agli amanti del trekking e della mountain bike il viaggio del 16 luglio 2023, con sosta a Piteccio e visita al museo fermodellistico presso la stazione locale e arrivo a Castagno dove è prevista la discesa dei trekkers per il rientro a Piteccio a piedi, lungo un suggestivo itinerario nel bosco alla scoperta di alcuni manufatti della ferrovia. I bikers, invece, proseguiranno per Pracchia per una sosta gourmet e un giro sulle due ruote nel bosco. Ad accompagnare i viaggiatori GAE - Guide Ambientali Escursionistiche. Il treno storico ripartirà da Pracchia fermandosi a Piteccio per far salire i trekkers.
Sabato 22 luglio il tema è quello della musica: si parte da Pistoia in direzione “Porretta Soul festival”. Prevista una sosta alla rampa di salvamento di Valdibrana, costruita all’epoca dei treni a vapore per permettere alle vetture di prendere velocità e superare la salita.
All’arrivo nella cittadina termale emiliana i viaggiatori potranno visitare il caratteristico mercatino del festival, conoscere i murales del soul e passeggiare per il centro, godendosi i concerti lungo le vie del paese. Il ritorno a Pistoia è previsto per il tardo pomeriggio.
Il 6 agosto si va alla scoperta del Museo SMI e della Linea Gotica : non tutti sanno, infatti, che sull’Appennino pistoiese si trovava un’importante fabbrica di munizioni e proprio da qui passava la Linea Gotica.
Dopo la sosta a Piteccio, per la visita al museo fermodellistico, si prosegue a Pracchia e da qui in navetta verso il Museo SMI di Campo Tizzoro per una visita guidata e a una rievocazione storica. Anche in questo caso il ritorno a Pistoia è previsto per il tardo pomeriggio.
Il ciclo estivo 2023 si concluderà il 10 settembre con un nuovo treno Kids.
Attraverso l’esperienza del viaggio su treni storici, Porrettana Express si propone di raccontare e promuovere il territorio, esaltandone le eccellenze e permettendo ai viaggiatori di immergersi nella storia delle comunità, nel patrimonio naturalistico, artistico, culturale e museale che arricchisce di qualità e contenuti un’offerta turistica sostenibile.
Cinque affascinanti viaggi nel tempo e nella natura.
Ufficio Stampa
Chiarello Puliti & Partners
Francesca Puliti / Jacopo Carlesi
I Treni storici di Porrettana Express
https://www.porrettanaexpress.it/
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PAESAGGIO
...par le cylindre, la sphèere, le cone... P.CEZANNE
Diedri, poliedri. Solidi equivalenti di rotazione, conifere. Triangoli vertici di ghiacciai. Formazioni durissime dell’ordine. Contrappesi e forze sostengono gli angoli, ingranaggi e propulsori mantengono l’energia dolorosa dei cateti esprimono il taglio delle mobili ipotenuse. Ripetute varietà, sonore, ruvide, invisibili: nervature di farfalle, foglie e membrane e setti. Forme della bellezza. Genitrici. O nichelio, violàno, o tetraedro, icositetraedro reticolo d’atomi, o lamelloni, o fibrosi raggiati nell’oscurità mineraria dove scorrono fiumi ciechi e in alto aggregati nelle rocce, slanci di terra corrosi.
-Pier Luigi Bacchini, da Distanze Fioriture Non avevo mai fatto, prima di venire a conoscenza di questa poesia, un collegamento fra Bacchini e Cezanne. Mi chiedo come...ora mi sembrano così simili! Entrambi rendono i paesaggi vivi esaltandone le sfaccettature. Prestano attenzione a tutti i microcosmi della natura. Tanti piccoli mondi rotanti, che si intersecano e creano la grande terra, anch’essa rotante, madre e vita. E l’emozione di riconoscere, davanti ai loro quadri mentali, la propria esperienza della natura. Vedere in quelle piante le tue piante, in quei fiori i tuoi fiori, in quelle montagne le tue montagne. Riempire con la propria esperienza - con i propri sensi - i loro vuoti poetici. Poliedrica bellezza di una foglia rigirata dal vento, come una mente che cambia idea costantemente.
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NOVARA JAZZ 2022: TRA MULINI, VIGNE E MUSEI OVVERO LISEN RYLANDER LÖVE IN SOLO, TRIO KORR, E MYND
L’immancabile giornata bucolica di Novara Jazz era cominciata alle tredici nel verde del Parco del Ticino con l’intimo “solo” di Lisen Rylander Löve, sotto il porticato del fascinoso Mulino Vecchio di Bellinzago. Un bel monologo di sax che contiene i colori dell’estate, ma anche l’intimo e profondo nord. Si è proseguito nel verde ancora più profondo, diciamo proprio “dentro” il verde, nella vigna di Mezzomerico dell’Azianda agricola Crola, con il “Trio Korr” ovvero Michel Doneda al sax, Filippo Monico alla batteria e Andrea Grossi al contrabbasso. Ma perché, si chiederà il lettore meno smaliziato, bisogna portare un trio a suonare in una vigna, sotto un torrido tramonto con gli spettatori seduti per terra nell’erba sotto i filari? Se non avete mai fatto parte della famiglia di Novara Jazz non potrete mai comprenderlo appieno, ma nemmeno se non amate la materia di cui è fatto il jazz ovvero la sperimentazione. E di sperimentazione ne butta lì tanta e di gran qualità questo trio. La batteria di Filippo Monico è una officina di suoni dall’organizzazione casuale, il sax di Michel Doneda è un mantice sulfureo di sibili e aria sonora, il contrabbasso di Andrea Grossi un metronomo patafisico. Un solo lungo brano che si infila tra i filari e ne fuoriesce come un suono segreto della natura. Di certo il luogo fa bene alla musica, chissà che anche la musica faccia bene al nettare di queste vigne. Ma naturalmente la sbornia non sarebbe completa senza un concerto serale e allora la carovana di Novara Jazz si trasferisce al Museo Civico di Oleggio per la performance dei “Mynd” (Mirko Pedrotti al vibrafono, Manuel Marocchi alle tastiere e all’elettronica, Massimiliano Milesi al sax ed elettronica, Daniele Cavalca alla batteria e all’elettronica). Un bel
Jazz, dalle idee piuttosto originali che non disdegna le ormai consuete ibridazioni rock, ritmi intensi e distesi con qualche concessione alla musica quasi “ambient” anche se è sempre il bel sax di Massimiliano Milesi a riportarci sul terreno del jazz. La bella serata oleggese conclude così il primo pezzo del weekend prolungato di Novara Jazz e non siamo che all’inizio…
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“ Tre anni fa, le autorità scolastiche pubblicarono un decreto che aboliva, in un certo senso, le vacanze di Pasqua. Difatti, tutte le scuole secondarie ebbero ordini di organizzare in occasione delle feste pasquali un campeggio. E, dicendo campeggio, si intendeva un corso premilitare. Gli scolari sarebbero vissuti per dieci giorni in seno alla cosiddetta natura libera, come soldati, divisi in classi, sotto le tende, sorvegliati dai professori. Dei sottufficiali in riposo avrebbero insegnato loro a marciare, a far ginnastica e, a partire dal quattordicesimo anno, a sparare. Ben inteso, i ragazzi adoravano tutto ciò, e in fondo anche noi professori ci divertivamo a fare gli indiani. Il martedì di Pasqua, gli abitanti di un villaggio solitario videro arrivare un potente autobus. L’autista suonò il clacson come se arrivassero i pompieri, oche e galline volarono via, i cani abbaiarono, tutto il villaggio accorse. “Ci sono i ragazzi, i ragazzi della città!” Avevamo lasciato la scuola alle otto, erano le due, ed eravamo davanti al municipio del villaggio. Il sindaco ci diede il benvenuto, il capitano dei carabinieri ci salutò militarmente. Anche il maestro, naturalmente, era sul posto; ed ecco che arriva il parroco, un tipo rotondo dall’aspetto benevolo. Ha fatto tardi. Il sindaco mi mostra sulla carta la posizione del campo. Un’ora buona di passo normale. “Il sergente maggiore è già sul posto,” mi dice il capitano dei carabinieri. “Due soldati del genio hanno portato le tende questa mattina con un autocarro militare.” Mentre i ragazzi scendono dall’autobus e radunano i loro bagagli, io esamino la carta: il villaggio è a 761 metri sul livello del mare, siamo vicini a grandi montagne sui duemila. Ma i picchi più alti, coperti di nevi eterne, sono ancora più in là. “Che cos’è?” chiedo al sindaco, indicando sulla carta un gruppo di costruzioni al confine occidentale del villaggio. “È la nostra officina” dice il sindaco, “la più grande segheria della regione. Disgraziatamente è stata chiusa l’anno scorso. L’impresa non rende più,” dice, e sorride. “Adesso abbiamo molti disoccupati. È un guaio.” Il maestro prende parte alla conversazione. Mi spiega che la segheria appartiene a un trust, e osservo che non ha simpatia né per gli azionisti né per il consiglio di amministrazione. Io neppure, del resto. “Il villaggio è povero,” mi spiega ancora. “La metà della popolazione vive di lavoro a domicilio, con salari di fame. Un terzo dei bambini è denutrito.” “Eh, sì,” dice il capitano dei carabinieri. E tutto questo, in seno alla bella natura. [...] Ai piedi del pennone abbiamo deposto una cassa contenente i fucili. Sistemiamo i bersagli: soldati di legno in uniforme straniera. Scende la sera. Andiamo al fuoco, cuociamo la minestra. È buona. Cantiamo canzoni da soldati. Il sergente beve e diventa rauco. Si alza il vento. “Viene dai ghiacciai,” dicono i ragazzi. E tossiscono. Penso al piccolo W. Sì, eri il più piccolo della classe, e il più simpatico. Credo che saresti stato il solo a non firmare la lettera contro i negri. Per questo eri destinato a scomparire. Adesso dove sei? Sei stato portato via da un angelo, come nelle fiabe? Ti ha condotto dove giocano i calciatori defunti? Dove i portieri sono angeli, e anche il guardalinee, che sbandiera quando qualcuno corre dietro al pallone? È questa, in cielo, la maniera di mettersi in off-side. Hai un buon posto? Naturalmente. Lassù, tutti siedono in tribuna, in prima fila, mentre i trafficoni, quelli che ti cacciavano sempre dietro la porta, stanno dietro dei giganti e non vedono nulla. La notte è calata. È ora di coricarsi. “A domani le cose serie,” dice il sergente. Dorme con me, nella stessa tenda. Russa. Accendo la lampada tascabile per vedere l’ora e scopro sulla tela della tenda, accanto al mio posto, una macchia di un bruno rossastro. Che cos’è? E penso: domani cominceranno le cose serie. Sì, le cose serie. In una cassa, ai piedi della bandiera, ecco la guerra. Sì, la guerra. Siamo in campagna. E penso ai due soldati, al sergente maggiore della territoriale che deve ancora prestare servizio, ai due soldati di legno sui quali ci si dovrà esercitare; penso al preside, a N, a suo padre, il fornaio, quello di Filippi; penso alla segheria che non lavora più, agli azionisti che, tuttavia, fanno affari d’oro, al capitano dei carabinieri che sorride, al parroco che ama il buon vino, ai negri che non dovrebbero esistere, agli operai che lavorano a domicilio e stentano a campare, alle autorità scolastiche e ai bambini malnutriti. E ai pesci. Siamo tutti in campagna. Ma qual è il fronte? Il vento soffia. Il sergente russa. “
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Ödön von Horváth, Gioventù senza Dio, traduzione di Bruno Maffi, Bompiani, Milano 2003. (Libro elettronico)
[ 1ª edizione originale: Jugend ohne Gott, Amsterdam, 1937 ]
#Ödön von Horváth#Gioventù senza Dio#letteratura tedesca#letteratura tedesca del '900#narrativa#leggere#letture#libri#narrative europea del XX secolo#antimilitarismo#militarismo#storia della Germania#anni '30#giovani#educazione#vita#seconda guerra mondiale#libero arbitrio#antifascismo#etica#citazioni letterarie#razzismo#libertà di parola#umanesimo#libertà di pensiero#umanità#Bruno Maffi#scrittori tedeschi#maestri#pacifismo
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Crema solare bio Officina Naturae: la tua alleata per un'estate senza pensieri!
Sole, mare e relax? Con la crema solare bio Officina Naturae puoi goderti le tue giornate al sole senza pensieri! ☀️ Perché sceglierla? 💚Protezione efficace e sicura: La crema solare SPF 50 è formulata con filtri minerali che garantiscono un’elevata protezione dai raggi UVA e UVB, prevenendo scottature e danni alla pelle. 💚Ingredienti naturali: Oli ed estratti vegetali emollienti, come quello…
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In alcune situazioni, il rispondere: "niente" a una domanda circa la natura dei propri pensieri, può essere, nell'uomo, una finta. Lo sanno bene le persone amate. Ma se questa risposta è sincera, se rappresenta quel particolare stato d’animo in cui il vuoto diviene eloquente, in cui la catena dei gesti quotidiani viene interrotta e il cuore cerca invano l'anello che la ricongiunga, è allora come il primo segno dell'assurdo.E avviene così che la scena si sfasci. La levata, il tram, le quattro ore di ufficio o di officina, la colazione, il tram, le quattro ore di lavoro, la cena, il sonno e lo svolgersi del lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì e sabato sullo stesso ritmo… questo cammino viene seguito senza difficoltà la maggior parte del tempo. Soltanto, un giorno, sorge il "perché" e tutto comincia in una stanchezza colorata di stupore. "Comincia", questo è importante. La stanchezza sta al termine degli atti di una vita automatica, ma inaugura al tempo stesso il movimento della coscienza, lo desta e provoca il seguito, che consiste nel ritorno incosciente alla catena o nel risveglio definitivo. Dopo il risveglio viene, col tempo, la conseguenza: suicidio o ristabilimento. In sé, la stanchezza ha qualche cosa di disgustoso, ma, in questo caso, devo concludere che è vantaggiosa. Infatti, tutto comincia con la coscienza e nulla ha valore se non per mezzo di questa. […] La semplice "inquietudine", come dice Heidegger, è all'origine di tutto. Medesimamente, e per tutti i giorni di una vita senza splendore, siamo portati dal tempo; ma viene sempre il momento in cui noi dobbiamo portarlo. Di solito, viviamo facendo assegnamento sull'avvenire: "domani", "più tardi", "quando avrai una posizione", "con l’età comprenderai". Queste incoerenze sono straordinarie, dato che, alla fine dei conti, si tratta di morire. Con tutto ciò, giunge il giorno in cui l'uomo si accorge o dice di aver trent'anni, affermando, così, la propria giovinezza. Ma, nello stesso momento, egli si pone in rapporto con il tempo, vi prende posto, riconosce che si trova a un certo punto di una curva, che confessa di dover percorrere. Egli appartiene al tempo e, dall'orrore che lo afferra, lo riconosce come il suo peggior nemico. Il domani: egli desiderava il domani, quando tutto il suo essere avrebbe dovuto ribellarvisi. Questa rivolta della carne è l’assurdo.
Albert Camus - Il mito di Sisifo
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Mai dire Mao! Servire il Pop
catalogo a cura di Gherardo Frassa, coordinamento editoriale Giancarlo Ascari, redazione Roberta Gaito con Stefania Bragato, Annaluce S.M.Canali,testi di Giancarlo Ascari, Philippe Daverio, Renata Pisu, Laura Trombetta e Alessandro Guerriero
Edizioni Nuages, Milano 2007, 334 pagine, ISBN 978-8886178655
euro 26,00
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Mostra mercanteinfiera Parma 22-30 settembre 2007 : in esposizione le opere di artisti italiani e stranieri, ancora ispirati dalla figura del Grande Timoniere, diventato come Che Timoniere, diventato come Che Guevara un simbolo a tutto campo del XX secolo. Scopo del curatore Gherardo Frassa (che si è avvalso della collaborazione di Claudia Gianferrari) non è quello di sottolineare il profilo storico né il ruolo politico del presidente Mao, tuttora molto controversi, bensì indagarne la sua natura di icona universale, capace di influenzare a distanza di decenni tanto la produzione quanto il merchandising. Considerato nell’attuale Cina il Padre della patria, Mao è stato un punto di riferimento ideologico per le generazioni di studenti occidentali nei decenni ‘60 e‘70, fino a diventare protagonista indiscusso anche della cultura popolare dell’epoca. Una rassegna ironica, ma non irriverente, che non riprende il profilo storico né il ruolo politico di Mao ma la sua natura di icona pop, elemento che risulta essere alla base della creatività che ancora vive in oriente ed in occidente, nel nord e nel sud del mondo. Slogan della mostra di Parma riprende, sdrammatizzandole, le parole d’ordine della rivoluzione maoista, quel “servire il popolo", che ora diventa “Servire il Pop” La rivisitazione di Mao in chiave moderna prosegue sotto forma di manifesti, ceramiche, bandiere, abiti, editoria della Rivoluzione Culturale e attraverso citazioni più o meno irridenti, suddivisi in tre sezioni (altrettanto sarcastiche): Officina Pop, Casa del Pop e China Pop.
14/06/20
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#Mai dire Mao#Gherardo Frassa#Andy Warhol#Monica Bolzoni#Cesare Fullone#Philippe Daverio#art exhibition catalogue#Laura Trombetta Panigadi#Renata Pisu#Jean Blanchaert#collezionismo#fashionbooksmilano
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Napoli: sequestrata autorimessa nel quartiere Porto, deposito di rifiuti pericolosi e mancanza di autorizzazioni
Napoli: sequestrata autorimessa nel quartiere Porto, deposito di rifiuti pericolosi e mancanza di autorizzazioni. Personale della Polizia Locale di Napoli U.O. Avvocata e U.O. Tutela Ambientale hanno accertato che invia in via G. Marotta (quartiere Porto), P. M. cittadino italiano di anni 50 gestiva una autorimessa priva di titoli autorizzativi e formulario per il corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi. All'interno del locale la Polizia Locale ha riscontrato la presenza di depositi di rifiuti pericolosi e non, quali: batterie esauste, copertoni, olio esausto, solventi, parti meccaniche non bonificate e scarti di lavorazione proveniente dall'attività svolta. Il proprietario è stato sottoposto a Sanzione Amministrativa deferito all'Autorità Giudiziaria oltre che per i reati di natura ambientale anche per la realizzazione di opere edili abusive all'interno del locale stesso. L'intera officina e quanto in essa contenuto è stato sottoposto a sequestro dal Personale della Polizia Locale.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Roberto Sambonet
designer, grafico, artista (1924-1995)
a cura di Enrico Morteo con contributi di Elisa Camesasca, Domenico De Maio, Gillo Dorfles, Flaminio Gualdoni, Franco Origoni, Benedetto Orsi
Officina Libraria, Milano 2008, 288 pagine, 410 tavv. a colori, Isbn 978-88-89854-22-8
euro 25,00
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Catalogo della mostra Torino, Palazzo Madama, 8 aprile – 6 luglio 2008
Dalle sfilate di moda alla Rinascente, alle batterie di pentole e.g. Electrogas, dai manifesti per il colorificio Max Meyer o per la Pinacoteca di Brera ai vasi di cristallo per Baccarat, l’attività di grafico e designer di Roberto Sambonet costituisce parte fondante dello stile del quotidiano e delle emergenze culturali dell’Italia del boom. La mostra che Palazzo Madama gli dedica, con oltre 800 opere tra oggetti, disegni e dipinti provenienti dall’archivio di Roberto Sambonet e in parte inediti, mette a fuoco in un serrato percorso critico il metodo di Sambonet, che osserva, sceglie, trasforma e ricompone la natura per giungere all’essenzialità della forma. Dato biografico (la fabbrica di argenti e acciai paterna, la formazione artistica all’Accademia di Brera, il viaggio in Brasile, l’amicizia con Alvar Aalto) e opere si intrecciano in un percorso tematico fedelmente rispecchiato nelle sezioni del catalogo, che dà conto dell’unità profonda della ricerca di Sambonet: i disegni di architetture spontanee in Brasile si trasformano in motivi per tessuti, i riflessi del mare in superfici d���acciaio cromato, i volti possono somigliare a ritratti di spugne e fossili, e nella vertigine della Center line si riconoscono le spire concentriche delle conchiglie. Le oltre 400 tavole a colori, frutto di una apposita campagna fotografica e di ricerche d’archivio, illustrano i temi nodali del percorso di Sambonet, che culmina nella ampie sezioni dedicate alla grafica e al design, commentate da testi di esemplare chiarezza.
26/11/19
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MY SKINCARE ROUTINE – Estate 2018 - DOROTHY DANIELLE | parte 2
MY SKINCARE ROUTINE – Estate 2018 – DOROTHY DANIELLE | parte 2
Bentornata nella mia skincare routine!
Questa è la seconda parte della mia routine cosmetica per l’estate 2018, dove troverai i trattamenti settimanali e complementari alla skincare viso, come maschere e trattamenti d’emergenza, ma anche prodotti per la cura del corpo e integratori utili al benessere della pelle e degli annessi cutanei.
Per comprendere pienamente alcune scelte e avere un’idea più…
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